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Autore: TerrytheCaptain    23/08/2012    1 recensioni
Non pensavo si potesse provare tale odio verso una persona. Infondo la mia indole buona mi ha sempre portato a non odiare così fortemente le persone. Ma c’è un limite a tutto. Quel fottutissimo bastardo è riuscito a far uscir fuori una parte di me che non pensavo esistesse. Quella parte che odia a morte, che manda maledizioni a destra e manca, che perde le staffe in quattro e quattr’otto. Grazie a lui sono costantemente irritabile, nervosa e frustrata. Mi ha letteralmente rovinato la vita, e me la pagherà.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Lo evitai, erano giorni che non lo vedevo. Uscendo e rientrando prima di lui, mangiando in camera ero riuscita a non vedere il suo brutto muso. Ma come si dice.. la felicità non dura molto. “Pensavo avessi cambiato casa..” Ora viene a rompere anche in camera mia..ma cosa diamine vuole da me! “Magari” risposi fredda ed acida. “Oggi Silvia e mio padre non ci sono.. tornano stasera tardi ed io ho invitato Elisabetta qui.” “Perfetto.” Dissi, molto sarcastica. Se ne andò e chiuse la porta. Mi misi a disegnare, la mia grande passione. Non so perché ma mi ritrovai a disegnare col mio adorato carboncino il suo ritratto, anzi il ritratto del suo mezzo busto. Strappai subito quell’obbrobrio. Non doveva stare nel mio album da disegno. Il cestino era il posto giusto. Bussano al campanello. Sarà lei.. Li sentii salire in camera e chiudersi dentro. Le nostre camere confinavano, ed io sapevo che le pareti erano sottili.. ma non così sottili! “A-Andrea..” urlava. Ci stavano dando dentro nella camera affianco alla mia, e tutto ciò mi faceva un enorme ribrezzo. Dovevo andare via da quella casa altrimenti quelle grida mi avrebbero perforato il cervello. Presi il mio album, carboncino e lettore mp3 ed uscii. Poco distante da casa mia c’era un parco. Mi recai lì, era molto tranquillo e l’atmosfera mi aiutava a disegnare. Cuffie all’orecchie, Halo di Beyoncé in play. Cominciai a disegnare. M’addormentai. Mi svegliai quando ormai era calata la notte. Ero stordita e quando guardai l’orario mi accorsi di essere rimasta fuori un bel po’. Mi alzai, raccogliendo velocemente le mie cose, e mi diressi verso casa. Mia madre e Paolo erano tornati, avevo visto la loro macchina parcheggiata fuori casa. Bussai ed entrai. “Tesoro ma dove sei stata fin’ora?” “Al parco..” “Eravamo tutti in pensiero!” Si certo, tutti.. Appena lo vidi mi tornarono quelle urla in testa, e la voglia di uscire si fece di nuovo largo in me. “E’ quasi pronto, siediti a tavola..” Io a tavola non mi ci volevo sedere, non volevo mangiare e con lui non ci volevo vivere. Mandai velocemente un messaggio a Lara “Ospitami stanotte ti prego, prima che mi tagli le vene. Rispondi” “Sbrigati, ti aspetto.” “Mamma vado a prendere il pigiama, vado a dormire da Lara.” Non la lasciai replicare ed andai a prendere pigiama, spazzolino, pantofole e vestiti puliti. Niente libri. L’indomani era sabato, niente scuola.. niente scuola per un bel po’. Scesi in fretta e furia stavo per salutare ma “E’ tardi, non puoi andare da sola a casa di Lara!” “Ti stai offrendo gentilmente di accompagnarmi?” Chiesi con un sorriso a trentadue denti. “Siamo stati in giro tutto il giorno.. siamo stanchi.” “Ok, ciao mamma vado a piedi, appena arrivo ti chiamo per farti vedere che sono viva.” “Emma Formisano fermati immediatamente!” “Mamma ti prego..!” “Niente ma, ti ho detto che non ci vai da sola!” “L’accompagno io!” COSA CAZZO AVEVA DETTO? “Andrea come sei gentile, sicuro che non è un disturbo per te?” “No Silvia, per te questo ed altro..” “Dovresti essere un po’ meno acida e più gentile, come Andrea!” Era seria? Non sapeva un cazzo. Prese le chiavi della macchina ed uscimmo di casa. Oltrepassai la sua macchina, ero decisa ad andare da sola, di certo non mi avrebbe accompagnato quel coglione. “Vedi che la mia macchina è qui? Dove vai?” Mi fermai e mi voltai. “Bravo, hai fatto la tua bella figura con mia madre..ti adora visto? Ora puoi anche lasciarmi andare a piedi e smettila con questa farsa..” “Voglio solo comprarmi il tuo silenzio..” “Come?” “Sono certo che hai sentito quello che è successo oggi pomeriggio, e sono anche certo che sia quello il motivo per cui sei uscita.. E con questo mio amabile gesto vorrei comprare il tuo silenzio.” “Sei un lurido bastardo. Scordatelo.” “Sorellina non fare la preziosa, avanti, oppure potrei tornare a casa e dire che sei voluta andare a piedi.. Mi crederanno no?” Lo crederebbero senza dubitare di lui nemmeno una volta. “Merda..” dissi fra i denti. “Lasciami andare da sola.. non è necessario che tu venga da me.. non dirò nulla.” Mi voltai e mi incamminai, era tardi. Era davvero tardi. Forse aveva ragione mia madre ad essere preoccupata, alcuni quartieri di Roma nel cuore della notte, non sono i più adatti per una passeggiata. Dovevo solo restare calma, avanzare il passo e non sarebbe successo nulla. Almeno lo speravo..

Eccomi qui col secondo capitolo! Riuscirà Emma ad arrivare a casa di Lara sana e salva? 
Lo scoprirete nel prossimo capitolo! :)
Un bacio, Teresa.
  
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