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Autore: suinogiallo    08/03/2007    1 recensioni
E' la notte di Natale quando la sonda a lunga distanza Hydrus invia dei dati che sono inequivocabili. I sopravvissuti del genere umano sono ormai a solo un'anno dalla loro nuova casa.
Ma sono necessari dei preparativi e qualcuno dovrà scendere sul pianeta molti mesi prima, in una missione altamente pericolosa.
Ma questo pianeta sarà davvero la Terra Promessa verso la quale abbiamo viaggiato per duemila anni?
Genere: Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ad un anno da Terra Promessa


1 . 2 Robert Autore


You can't be a hero
Hiding underneath your bed
Got to live the life
You create inside your head
So I opened the window
Caught the wind one night
Now I sail with the birds in their flight
(I'm a Pioneer - Meet the Tenchi Muyo!)


 corre qua, vola la' per cielo azzurro

l'astronave Argo lassù'

gira in giù'

ruota in su'

per lo spazio eterno

misterioso come il suo blu

Il viaggio e' lungo anni luce

ci guida il capitano Avatar

Se coi razzi e coi missili nucleari

Gamilon ci inseguirà'
Argo sa', Argo può', Argo vuol ridare

alla Terra la libertà'

Gli eroi dello spazio noi siamo

ci guida il capitano Avatar
(Starblazer - opening)
- Ed eccoci qui - mormorò Kail Oberdeen, un pilota di caccia, stando seduto insieme ad un'altro pilota accanto al suo velivolo con in mano un calice di plastica ed una bottiglia di spumante analcolico tra i piedi - di guardia anche l'ultimo dell'anno come la notte di Natale - poi si voltò verso il suo collega - ho fatto proprio un pessimo affare a scegliere te come compagno di squadra! -
Lo disse sorridendo per sottolineare che stava scherzando. I due erano amici anche fuori dal lavoro e Kail non si sarebbe mai sognato di attribuire a lui la colpa di quei turni cosi sfortunati, anche se poi, probabilmente, la verità era proprio quella.
Il suo compagno di squadra non era di certo tra le persone più in simpatia al comandante della loro squadriglia, e se c'era un turno scomodo da assegnare si poteva star certi che sarebbe toccato a loro.
- Siamo in una zona tranquilla, le sonde non hanno rilevato la presenza neanche di un sassolino cosmico o di un rottame alieno - continuò poi - ma nonostante tutto noi siamo lo stesso qui, a bollire dentro queste tute, con uno spumante che sa di piscio andato a male mentre gli altri se la staranno spassando -
- Prendila con filosofia Kail - gli rispose il suo compagno stando appoggiato con le spalle allo scafo del caccia - qualcuno di doveva comunque essere, quest'anno è toccato a noi ed il prossimo anno...-
- Toccherà a noi lo stesso! - esplose in una fragorosa risata.
- Puoi sempre chiedere di cambiare squadra - gli suggerì poi giocando con il suo calice e gettando, poi, un'occhio al grande orologio digitale che campeggiava sopra l'uscita degli hangar. Solo una tenue barriera di energia li separava dallo spazio esterno, una specie di campo di forza che respingeva qualsiasi cosa non avesse la giusta frequenza di risonanza.
Un'avaria nel generatore e qualsiasi cosa non fosse stata ancorata al suolo dentro quell'hangar sarebbe stata sparata fuori o schiacciata contro i portelloni che, pochi attimi dopo, si sarebbero chiusi automaticamente.
Non una bella fine.
Avevano visto gli effetti di una depressurizzazione di quel genere quando erano ancora allievi dell'accademia e non avevano nessuna voglia di ripetere quell'esperienza o, tanto meno, di trovarcisi coinvolti.
- Vai al diavolo! - sorrise dandogli un leggero buffetto ad una gamba - Non ti capisco proprio sai, potresti fare qualsiasi cosa vorresti, anche nulla, in fondo sei il figlio di un membro dell'élite, provieni da una famiglia importante, i busti dei tuoi antenati sono nel salone principale dell'accademia, ed invece eccoti qui, a fare l'intercettore senza nessuna speranza di fare carriera -
- Che vuoi fare - fece spallucce - mi piace troppo poter guardare le stelle per fare un qualsiasi altro lavoro che non mi permetta di uscire da questo guscio -
- Chi credi di fregare, Bobby Dog- rise poi Kail saltando in piedi ed afferrandolo con una cravatta intorno al collo - tu speri di diventare famoso come il tuo omonimo di duemila anni fa, e per questo hai scelto l'accademia di volo e sei diventato pilota intercettore! - poi lo lasciò andare scoppiando a ridere - Mancano pochi minuti alla mezzanotte -
- E con questo? - ansimò Bobby riprendendo fiato - Hai qualche appuntamento? -
- Vai al diavolo! - sbuffò - Ho promesso alla mia ragazza di chiamarla a mezzanotte precisa - gli spiegò poi cercando con lo sguardo il suo comunicatore personale - per fortuna che ho prenotato la chiamata tre ore fa, erano rimasti già pochi slot a disposizione e chi non l'ha prenotata dovrà solo sperare di aver fortuna -
- Lavora anche lei questa notte? - gli domandò poi Bobby.
- Si - rispose - visto che non potevamo andare insieme da nessuna parte ha deciso di sostituire una collega al lavoro - poi si voltò a guardarlo - tu non hai prenotato nessuna chiamata? Non chiami tua sorella o Kilia? -
- Starà già dormendo - mormorò sorridendo - è già tanto se regge fino alle ventidue, e comunque ricordati che lei non è terrestre e che le nostre festività non le dicono nulla - poi si staccò dallo scafo del caccia e, preso il suo casco pressurizzato si diresse verso il campo di forza che chiudeva l'hangar - e per quanto riguarda Marylin, ha organizzato una festa con i suoi compagni di corso nella nostra villetta e sarà troppo impegnata a dare e ricevere auguri per poter rispondere al telefono -
- Secondo me è solo che non vuoi far vedere quanto entrambe siano importanti per te - espresse il suo parere un sorridente Kail. Conosceva Bobby e sua sorella da quando erano piccoli e più di una volta li aveva presi in giro per il loro legame che, a detta di molti era forse un po' troppo "stretto" e poco permeabile alle altre conoscenze.
Solo nell'ultimo anno qualcosa era cambiato con l'arrivo di Kilia che, in un certo senso aveva scombussolato la pacifica vita di coppia dei due.
- Ancora con questa storia? - si voltò - Non vivo in nessun'harem, e Kilia è solo un'amica mentre Marylin è solo la mia sorellina più piccola! - poi indossò il casco ed iniziò ad armeggiare con il sistema di pressurizzazione e di termoregolazione per uscire di fuori.

Contrariamente a quanto accadeva durante tutto l'anno, nei giorni precedenti il periodo natalizio e l'ultimo dell'anno il centro di controllo meteo abbassava la temperatura nelle cupole residenziali arrivando persino a far nevicare la notte di Natale e quella dell'ultimo dell'anno. Per alcuni era una cosa di cui si poteva tranquillamente fare a meno, anzi, era addirittura una scomodità di cui non sentivano la mancanza, ma per la maggior parte del milione di persone a bordo della gigantesca astronave generazionale era invece un modo per rispettare le tradizioni di quando i loro antenati vivevano sulla Terra.
Un Natale senza la neve non sembra neanche Natale, si diceva, ed allora fuori i giacconi pesanti e tutti a giocare a palle di neve nei cortili e nei parchi.
Nonostante il freddo, tuttavia, chi ne aveva la possibilità era già uscito fuori dalle case per brindare tutti insieme al nuovo anno e per assistere allo spettacolo pirotecnico virtuale che ci sarebbe stato. Dieci minuti di luci e suoni che, anche quell'anno si prospettavano davvero spettacolari.
La maggior parte della gente si era riunita nei parchi delle cupole residenziali mentre parecchi altri avevano preso d'assalto le cupole di servizio riversandosi nei boschi o sulla spiaggia che circondava un piccolo mare interno. Altri si erano invece riuniti nei giardini delle proprie case.
- E un altro anno e ne va - mormorò melanconica Marylin dando un'occhiata di sfuggita al gigantesco orologio digitale che troneggiava nel cielo e che, a mezzanotte precisa, sarebbe esploso in un turbinio di colori.
Aveva organizzato una piccola festa con i suoi compagni di corso nel giardino della villetta che divideva con suo fratello, Bobby, Kilia ed una gattina bianca.
- Ti manca? - le domandò improvvisamente una sua amica avvicinandoglisi con in mano due bicchieri di cui uno vuoto. Dalla voce strascicata Marylin intuì che probabilmente era già andata ben oltre con l'alcol e decise di tenerla d'occhio per evitare che esagerasse come suo solito. Trisha era sua amica da quando avevano smesso i pannolini ed le era molto legata.
- L'anno scorso è stato peggio - sorrise togliendole di mano il bicchiere ancora pieno - fino ad allora eravamo sempre stati insieme e festeggiare senza di lui mi era sembrato impossibile - poi, senza farsi vedere ne rovesciò il contenuto.
- Kilia è già a dormire? - le chiese poi indicando con lo sguardo una finestra della villetta con le tende tirate e le luci spente.
- Già da un bel po' - rispose - le nostre abitudini le sono ancora parecchio estranee e comunque se c'è troppa gente non riesce ancora a sentirsi a suo agio -
Non lo disse apertamente ma aveva anche lei voglia di andarsene a dormire. Sentiva la necessità di dover salutare il nuovo anno utile quanto un mal di denti il giorno di un esame importante. Se solo avesse potuto avrebbe raggiunto Kilia nel mondo dei sogni e non si sarebbe svegliata che al ritorno di Bobby.
Ma non poteva. Bobby aveva insistito perché organizzasse quella festa per non farla stare da sola e non poteva di certo andarsene e piantare li tutti i suoi ospiti.
- Vi sentirete a mezzanotte? - le domandò poi Trisha - Il mio ragazzo mi ha promesso che chiamerà per darmi gli auguri, stanotte lavora anche lui -
- Non penso - mormorò. Sinceramente sperava almeno in un messaggio di auguri ma sapeva che non sarebbe arrivato neanche quello. Probabilmente Bobby a mezzanotte sarebbe stato fuori, sullo scafo, a guardare le stelle, o almeno questo era quello che le aveva detto avrebbe fatto. La stessa cosa che aveva fatto a Natale e l'anno prima. Forse se Kilia fosse stata sveglia sarebbe stato diverso, ma, era inutile starci a pensare.
Era già abbastanza giù di morale e pensare a quelle cose l'avrebbero resa ancora più triste.
Senza contare il pensiero che aveva sul giorno dopo, quando avrebbe dovuto passare almeno due o tre a risistemare il giardino.
Anche se avevano una ditta specializzata che se ne sarebbe poi occupata sapeva che, Kilia, vedendolo in disordine si sarebbe precipitata a sistemarlo e non le andava proprio che facesse tutto da sola. A volte quella ragazza riusciva davvero a innervosirla.
Le voleva bene, d'accordo, ma forse non riusciva a perdonarle il fatto che era li. Da quando Bobby l'aveva salvata da quella nave alla deriva e poi era riuscito a convincerla a non lasciarsi morire di fame le cose erano cambiate tra di loro.
Prima c'era sempre stato un punto fermo nella sua vita. Suo fratello. Da quando era arrivata lei, quel punto fermo aveva iniziato a muoversi, a spostarsi e prima o poi, ne era sicura, si sarebbe allontanato definitivamente.
- Non stiamo a pensarci! - si disse infine - Altrimenti mi deprimo ancora di più! - e, prendendo Trisha sottobraccio si diresse verso il gruppo dei suoi ospiti che stavano già preparandosi al brindisi mentre nel cielo, sotto la cupola, i numeri del gigantesco orologio stavano rapidamente virando da un blu scuro ad un rosso acceso per scandire gli ultimi secondi di quell'anno.

Nel momento esatto in cui le cifre degli orologi si azzeravano e i tappi partivano le cupole vennero riempite dal rumore sordo di una sirena. Nello stesso momento tutti i monitor dell'astronave, i cartelli segnalatori e gli apparecchi televisivi nelle case si accesero trasmettendo la classica schermata degli avvisi importanti. Uno sfondo blu con una scritta bianca che avvertiva che da li a pochi attimi sarebbe stato trasmesso un messaggio del Capitano.
Quasi nessuno pensò si trattasse di un messaggio di auguri. Quella sirena e quella schermata potevano significare solo qualcosa di molto importante o molto grave.
Nessuno del milione di persone a bordo aveva un ricordo diretto dell'ultima volta che una cosa del genere era avvenuta visto che il precedente più vicino risaliva a oltre duecento anni prima ed in quella occasione il Capitano dovette dare l'annuncio di una astronave aliena che si stava avvicinando a grande velocità ed in assetto da battaglia.
In quell'occasione se la cavarono con pochi danni. Una cupola di servizio distrutta e poche perdite, ma a bordo non c'era nessuno che non sapeva cosa era accaduto mille anni prima, quando la Mosè venne seriamente danneggiata e oltre centomila persone persero la vita in quella che le cronache descrissero come la peggiore sciagura capitata alla nave da quando era partita dal pianeta Terra.
- Ma cosa? - si domandò Bobby voltandosi di scatto. Aveva quasi raggiunto la porta della camera di decompressione quando udì la sirena giungergli attraverso il microfono esterno della tuta.
D'istinto attivò il comunicatore della sua tuta per ricevere eventuali ordini. Se c'era un qualche pericolo l'ordine di decollo immediato sarebbe giunto da li a poco e, senza pensarci due volte iniziò a correre verso il suo caccia subito imitato anche da Kail e Koichi, i suoi due compagni di squadra, mentre gli addetti alla manutenzione iniziavano a sgombrare rapidamente l'hangar da qualsiasi cosa avrebbe potuto rallentare il decollo.
Non c'era ancora nessun ordine ma l'addestramento che ognuno di loro aveva ricevuto era chiaro.
In caso di allarme, e quello non poteva essere altro, i caccia di guardia dovevano essere pronti al decollo in sessanta secondi. Non solo si erano addestrati per raggiungere quel tempo, ma venivano costantemente tenuti in esercitazione con simulazioni anche a sorpresa.
In pochi attimi Bobby fu a bordo del suo caccia e, con sua grande sorpresa notò che il computer di bordo era ancora in attesa.
Si sarebbe dovuto attivare, teoricamente, nello stesso momento dell'allarme ed eseguire i controlli pre decollo automaticamente.
- Un guasto? - ipotizzò senza perdere la calma. Si erano addestrati anche per quello e, rapidamente digitò il suo codice personale ordinando poi a voce al computer di uscire dal suo stato di attesa ed eseguire i controlli.
- Controlli pre decollo standard in corso - lo avvertì la voce del sistema.
- Standard un corno! - sbraitò improvvisamente perdendo per un attimo la calma.
Cosa doveva fare in quel caso?
Procedura manuale abbreviata, si rispose dopo qualche attimo di smarrimento. Non era stato addestrato per quella evenienza. Un duplice guasto era una cosa talmente poco probabile che nessuno si era mai preoccupato di farli addestrare anche a quella evenienza.
Si erano solo limitati a spiegargli cosa dovevano fare, ma senza l'addestramento continuo e le verifiche i passaggi non erano cosi naturali.
- Controllo motori, controllo radio, controllo armi - avviò rapidamente i tre test di sistema più importanti rimanendo poi in attesa che le spie sul monitor passassero dal verde lampeggiante ad un bel verde fisso. Il resto dei controlli li avrebbe fatti una volta decollato.
Sperò che almeno i suoi due compagni non avessero avuto i suoi stessi problemi.
Verde! Quasi lo gridò vedendo le tre luci lampeggianti bloccarsi sul fisso. Il rumore dei motori che si accendevano lo avvolse.
- Ponte, qui Dog, pronto al decollo! - avvertì sbloccando i sistemi di ritenuta magnetici del caccia che, sospinto dai generatori antigravitazionali iniziò a fluttuare.
- Non è un'allarme Dog, si rilassi - una voce calma e pacata lo informò che non c'era nessuna emergenza in atto - si metta pure comodo e ascolti quello che il Capitano deve dire alla popolazione della Mosè -
- Se non c'è un'emergenza perché è stato avviato il sistema di comunicazione generale? - si domandò Bobby riportando il caccia sui sistemi di ritenuta. Un'idea assurda quanto sperata gli venne improvvisamente in mente.
Terra Promessa.

- Abitanti della Mosè - esordì improvvisamente il Capitano comparendo su tutti gli schermi - prima di tutto vorrei tranquillizzarvi, non c'è nessun pericolo - un grosso sospiro di sollievo venne tirato da quasi tutti - la notte di Natale una delle nostre sonde a lunga distanza, la Hydrus per i più curiosi, ci ha inviato dei dati che hanno richiesto qualche giorno per la verifica ed i controlli - la voce del Capitano era calma e pacata come al solito ma qualcosa denotava un certo nervosismo e, chi lo conosceva un po' meglio non poté non notare vari piccoli segni come, tanto per dirne uno, un leggero tic dell'occhio destro che compariva solo quando era nervoso - abbiamo deviato dalla loro rotta altre sonde a lunga distanza ed abbiamo puntato i loro sensori nella direzione indicata da Hydrus, ed abbiamo poi esaminato anche i loro dati - ogni parola era stata studiata e preparata con attenzione. Improvvisamente tra la gente iniziò a spargersi la sensazione che quel discorso stava per entrare nella storia.
L'immagine del Capitano venne sostituita sugli schermi da un'immagine che tutti conoscevano. Un pianeta simile alla vecchia Terra, con un satellite completamente coperto di acqua. Non c'era casa o ufficio in tutta la Mosè che non avesse un'immagine come quella appesa ad un muro. La loro meta. E non c'era nessuno a bordo della Mosè che non la conoscesse come il proprio viso.
E fu per questo che quando comparve sugli schermi furono in molti a sentirsi leggermente confusi, come se quella foto li stesse spiazzando, ingannando.
- Le nuvole! - gridò all'improvviso qualcuno in una delle cupole di servizio - Nella foto originale non ci sono le nuvole! - e quasi come se lo avessero sentito, tutti iniziarono a gridare e ad abbracciarsi in una frenesia cosi contagiosa che nel giro di pochi attimi quasi un milione di persone si abbracciarono urlando "siamo a casa".
- La notte di Natale - continuò il Capitano mentre automaticamente gli speaker alzavano il volume per compensare gli urli di gioia - la sonda Hydrus ha individuato un pianeta che, per conformazione, composizione e posizione rispetto al suo sole ha il novantanove per cento di possibilità di essere Terra Promessa, la nostra nuova casa! - poi alzando un calice in cristallo invitò tutti a fare un brindisi per festeggiare.

- Bel discorso Capitano! - si complimentò con lui il suo secondo una volta che le telecamere si furono spente - Breve, preciso e diretto -
- Grazie - sorrise tirando fuori da una tasca della divisa una pipa ed un'accendino - il primo che prova a dirmi che sul ponte di comando non si può fumare si fa due giri di chiglia! Sono stato chiaro? -
- Chiarissimo Capitano - rise il suo secondo seguendolo accanto alla poltrona di comando. Quella era la prima volta che lo vedevano con la pipa sul ponte di comando. Sapevano tutti che nella tranquillità della sua stanza fumava, ma fino a quel momento nessuno lo aveva mai visto farlo in pubblico.
- Bene! - annuì - Abbiamo ancora molto lavoro da fare, è pronta la lista del personale da mettere in stato di allerta per lo sbarco? E non dimentichiamoci di convocare l'equipaggio della nave che dovrà andare in avanscoperta per preparare la discesa delle colonie! -
- Gli avvisi sono partiti non appena lei ha concluso l'annuncio - lo informò il suo secondo mostrandogli una lista di nomi - e per quanto riguarda l'equipaggio della Mother è stato convocato per domani pomeriggio -
- Un buon lavoro, davvero un buon lavoro - mormorò tirando un'ampia boccata di fumo, poi iniziò a scorrere con lo sguardo la lista dell'equipaggio della Mother bloccandosi all'improvviso su di un paio di essi - chi è stato a fare queste scelte? -
- Immaginavo che me lo avrebbe chiesto - sorrise ironicamente - per quanto riguarda lei, la scelta è stata obbligata dai tempi, mentre lui è stato scelto, come tutti gli altri dal computer della Mosè -
- Sua madre non sarà molto d'accordo - mormorò - almeno una volta al mese mi chiede se non posso cacciarlo dal corpo degli intercettori, e adesso se lo ritrova persino nell'equipaggio della Mother -
- E' una testa calda - gli ricordò il secondo - non avrà mai nessuna promozione, ma come pilota di caccia ha una certa abilità e non credo che sia una cattiva scelta! -
- Oh, per carità! - sogghignò - Neanche io penso sia una cattiva scelta, anzi, penso sia una ottima scelta - poi si alzò voltandosi verso la porta - solo che adesso dovrò sorbirmi le lamentele di sua madre per tutta la durata di questa missione, un'anno intero! - e, tenendosi la testa quasi gli iniziasse già a far male uscì dal ponte di comando andando a chiudersi nella sua cabina dove, di fronte alla foto di sua moglie iniziò a piangere sommessamente.


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Quattro Chiacchiere Con L'Autore

Con la lentezza che ultimamente mi contraddistingue ecco il secondo capitolo di Terra Promessa dove, fiinalmente iniziamo a fare la conoscenza di alcuni dei protagonisti, soprattutto di Bobby, e iniziamo a vedere quali sono i rapporti che li legano agli altri personaggi.

A scanso di equivoci vi dico subito che sebbene Bobby e sua sorella Marylin siano molto legati, tra loro non c'è nulla di più del legame affettivo che lega fratello e sorella. Verranno fatte battute sul loro rapporto, questo si, ma niente più.
Citazioni. A parte le due sigle messe in testa alla storia, I'm a Piooner tratta dalla serie di Tenchi Muyo e la sigla di apertura (italiana) di Starblazer, di importante c'è da segnalare il capitano della Mosè, alquanto simile al capitano della Macross (Choujikuu Yousai Macross) Global, mentre gli schermi di energia degli hangar sono un'ispirazione di Star Trek.

E anche per questa volta mi sembra tutto. Spero che vi siate divertiti a leggere almeno quanto io mi sono divertito a scrivere e vi do appuntamento al prossimo capitolo.

Hasta Luego
   
 
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