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Autore: xbelieveinpeace    24/08/2012    6 recensioni
Qualcuno non crede nell’amore, qualcuno non sa cosa si prova ad essere davvero amati, qualcuno ha paura di amare. Qualcun altro però crede fermamente nell’amore in ogni sua forma, qualcun altro darebbe qualsiasi cosa per sentirsi davvero amato, qualcun altro non vede l’ora di innamorarsi. Qualcuno eccelle in matematica, qualcun altro è un disastro coi numeri.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jeff Sterling, Sebastian Smythe, Warblers/Usignoli
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ah, la matematica. Jeff avrebbe preferito imparare a parlare l'arabo piuttosto che stare seduto un'ora a risolvere equazioni lunghe un chilometro e problemi inutili. Ad un ballerino non sarebbe mai servito sapere come risolvere le equazioni di sedicesimo grado. Ecco perché, quel mercoledì di marzo, Jeff decise di impegnarsi in un fantastico show di percussioni con le sue matite piuttosto che seguire la lezione. Matematica all’ultima ora del pomeriggio? Il mercoledì era un giorno da dimenticare.
"Jeff, Nick non ti salverà di nuovo il culo dandoti ripetizioni all'ultimo minuto prima del prossimo test, non di nuovo." Gli sussurrò Trent, il suo compagno di banco, ovviamente disturbato dalle percussioni improvvisate del biondo.
Jeff sbuffò. Adorava Trent, era uno dei suoi migliori amici, ma sapeva come mettergli tutta l'ansia del mondo a volte. “Che devo fare?”
“Stiamo facendo esercizi, sono quelli scritti alla lavagna.”
Jeff alzò gli occhi, chiudendoli per un secondo. “Dieci esercizi? Dieci? Siamo seri?”
Con un sorrisetto innocente Jeff si sporse verso il quaderno del moro, cercando di sbirciare qualcosa. Qualsiasi cosa, Jeff non aveva la minima idea di cosa fossero quelle cose assurde ed estremamente lunghe scritte sulla lavagna.
"Almeno copia le tracce, Jeff." 
"Tracce?" chiese Jeff, confuso. Prima di avere un'altra occasione per importunare il povero Trent, il biondino sentì due dita battergli sulla spalla. Si girò lentamente per non farsi vedere dal professore, la sua faccia decisamente abbattuta. 
Sebastian Smythe, uno dei ragazzi più belli di tutta la Dalton (e uno dei più belli che Jeff avesse mai visto in vita sua) sedeva dietro di lui con un sorrisino divertito. Occhi verdi, capelli perfettamente in ordine ed un sorriso magnifico. Sebastian eccelleva in tutte le materie che lui e Jeff avevano in comune alla Dalton, tranne filosofia; quando tutti facevano un po’ fatica a comprendere i vari pensieri dei filosofi, Jeff sempre era il primo ad afferrare tutti quello che la Brown dicesse. I Warblers avevano deciso di lasciarlo al comando grazie alle sue idee geniali per migliorare le loro esibizioni, sperando in un nuovo Blaine, ed era capitano della squadra di lacrosse, anche se c'era ancora un po' d'ostilità nell'aria con gli altri Warblers dopo la storia di Blaine e della famosa granita. Una settimana prima delle regionali Seb si scusò con tutti per il suo comportamento idiota, ma da quel giorno andava in giro con un'ombra di tristezza sul volto a mascherare un po' l'esuberante ragazzo che fino a qualche settimana prima sembrava essere capace di conquistare il mondo camminando per i corridoi della Dalton e squadrando ogni singolo ragazzo in divisa. La situazione peggiorò ancora dopo la sconfitta alle regionali, Sebastian non parlava con nessuno e sembrava essere da tutt’altra parte. Jeff si sentiva male per lui, avrebbe sempre voluto che si inserisse bene come Kurt, ma in qualche modo aveva paura di fare un passo falso. Nick gli ripeteva sempre di lasciarlo perdere, e questo lo faceva stare ancora peggio. 
Sebastian gli porse un foglio a quadretti piegato in quattro e gli sorrise per un secondo, tornando subito a completare i suoi esercizi. Jeff lo prese e lo aprì, sorpreso di trovare la risoluzione dei primi quattro esercizi assegnati dal professor Mayners. Non ebbe neanche il tempo di cominciare a copiare la prima equazione sul suo quaderno che il loro insegnante lo alzò lo sguardo dal suo libro e lo guardò sospettoso. "Sterling, vorrebbe per favore dirci il risultato della terza equazione?"
Cazzo. Dio, benediciti da solo per aver creato Sebastian Smythe e per averlo messo nella mia stessa classe e per avergli fatto scegliere il banco dietro al mio. Un po’ meno per Mayners e per aver inventato la matematica. Trent ridacchiò, scuotendo la testa divertito. Bastardo.
"17x." disse Jeff, guardando il signor Mayners. Il professore spostò la testa di lato, la bocca leggermente aperta per la sorpresa. "Giusto, Sterling. Bravo." disse stupito, continuando a leggere dal libro che aveva aperto sulla cattedra. Jeff cacciò un sospiro di sollievo che non si era reso conto di trattenere, tornando a copiare il primo esercizio sbadigliando rumorosamente. 
"Come facevi a saperlo?" Gli chiese Trent con la bocca ancora aperta. 
"Chiudi quella bocca, Trent, ci entrerà qualche insetto." Gli rispose Jeff con un sorrisino innocente, sentendo una leggera risata di Sebastian dietro di lui, tornando a copiare le sue equazioni sorridendo. 
Dopo qualche minuto la campanella suonò, avvisando tutti gli studenti che erano uomini liberi. Tutti i loro compagni si affrettarono ad uscire dall'aula, Jeff si prese tutto il tempo del mondo come al solito. Almeno i Warblers non avrebbero avuto prove nel pomeriggio, quindi Jeff aveva tutto il tempo di prendere un caffè con e finire la relazione su quel libro illeggibile che il suo professore di francese gli aveva assegnato. Dopo aver buttato l'astuccio nella tracolla si accorse che Sebastian era ancora seduto al suo banco, cercando di finire in fretta la decima e ultima equazione alla lavagna, sorridendo compiaciuto quando verificò l'esattezza del risultato, chiudendo il libro e mettendo via le sue cose. Jeff lo guardò divertito, scuotendo leggermente la testa. 
"Come fai?" Gli chiese, il suo tono seriamente stupito.
"Talento naturale." Rispose lui con un sorriso, mettendosi la borsa in spalla. 
"Grazie per prima, mi hai letteralmente salvato la vita."
"Per così poco, Blondie?"
Jeff rise al soprannome. "Io e la matematica abbiamo dei seri problemi."
"Mi sembra di aver sentito che Nick non vuole aiutarti?"
"Da quando mi sono addormentato sul libro l'ultima volta che ha provato a darmi ripetizioni ha deciso di abbandonare ogni speranza rimasta." Rispose Jeff imbarazzato. 
Sebastian sorrise alle, annuendo leggermente. Il suo sorriso era magnifico e Jeff amava i sorrisi. Quello di Sebastian gli mancava particolarmente.
"Beh, potrei provarci io. Suonerà incredibile, ma ho molta pazienza in queste cose." Gli disse il moro.
Jeff sorrise ancora di più. "Mi farebbe molto piacere, potrebbe essere la volta giusta, potrei davvero capirci qualcosa!" Sebastian rise leggermente, coprendo la risata con la mano. Perché mai qualcuno dovrebbe coprirsi la bocca quando ride? "Hai il mio numero, vero?" Jeff annuì. "Allora mandami un messaggio quando vuoi." Sebastian gli fece un piccolo sorriso, dirigendosi verso la porta. 
"Sebastian?" Lo chiamò Jeff, un po' esitante.
"Si?" Chiese il moro, girandosi.
"Stavo pensando di fare un salto al Lima Bean per un chocolate dalmatian, ti va di unirti a me?" Jeff gli sorrise e Sebastian sorrise di rimando, un vero sorriso, Jeff riusciva a vedere i suoi denti perfettamente e- Oh Dio, quel sorriso avrebbe potuto illuminare tutta Westerville. “Guido io.”
Sebastian lo guardò divertito. “Chocolate dalmatian, eh? Avrei dovuto arrivarci, cioccolato nel caffè, ecco perché profumi sempre di zucchero.” Sebastian ci pensò per un minuto. “Beh, se guidi tu…”
“E’ un si?” 
“Sì, Jeff.”
“Yay! Andiamo, non sopporto più l’aria di matematica che si respira in questa stanza.”
Sebastian sorrise di nuovo, aspettando Jeff e uscendo dall’aula con lui, camminando verso i parcheggi dei dormitori. Sebastian notò che Jeff si stava annusando la giacca da qualche minuto con una faccia confusa. Jeff tirò fuori le chiavi, aprendo la macchina e sedendosi al posto del conducente.

“Sebastian?”
“Sì, Jeff?”
“Davvero profumo di zucchero?”
Sebastian rise. “Forse.”
“Ah, un’altra cosa. Posso chiamarti Sebby?”
“Sapevo che non avrei dovuto cedere.” 
Risero entrambi mentre Jeff usciva dal suo solito posto, guidando verso il Lima Bean. 
“Sebastian?”
“Si?”
“Posso?”
“Forse.” Sebastian gli sorrise e Jeff rise, sterzando a sinistra. 
“Bene, Sebby.”


Note
Bene non so cosa sia questa cosa ma è più forte di me. Come si fa a non shippare(?) Jeffbastian? Io li amo quindi ciò è quello che avrete. Se volete tirarmi un pomodoro va bene. Il prossimo capitolo è in arrivo, ne ho già scritti un po’. Ci butterò dentro la matematica e il caffè perché si. Okay. Se volete lasciare una piccola recensione (o degli insulti) fate pure. Il titolo è tratto da una canzone di Ed Sheeran, l'ascolto è facoltativo. Con tanto amore,
xbelieveinpeace

   
 
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