Adam
era rinsavito, la testa gli faceva
ancora un po’ male, ma era tutto tornato alla
normalità. O quasi. Il moro era
steso sul lettino con Sauli lì accanto che non faceva altro
che accarezzargli
amorevolmente il viso e guardarlo con due occhi che di certo non
esprimevano
castità e innocente purezza. Lo scrutavano attentamente,
analizzando ogni
minimo dettaglio del suo corpo, mentre la bocca si chiudeva e
dischiudeva con
mosse impercettibili. Adam cercò di non incrociare il suo
sguardo, non voleva
mostrarsi impacciato e a disagio. Con una mano tastò alla
cieca sulla destra e
trovò il suo borsone da mare, prese l’asciugamano,
quindi se lo attorcigliò
addosso, eludendo gli sguardi morbosi di Sauli.
Non si spiegava perché ora non volesse
questo tipo di attenzione. Non gli era mai capitato prima. Un tempo
anzi, era
felice se qualche uomo lo guardava in quella maniera. Lo faceva sentire
meglio
e gli infondeva più sicurezza. Era conscio di piacere, tutto
qui. In
particolare apprezzava tantissimo le attenzioni di Sauli,
perché sapeva che di
lì a poco si sarebbe perso in una confusione di baci e i
corpi sarebbero stati
a stretto contatto. Ma ora al solo pensiero rabbrividì e
sentì salirgli in gola
il sapore disgustoso del vomito.
Gli dava fastidio che un uomo fosse così
attaccato a lui. Gli dava fastidio che un uomo lo guardasse desideroso.
Gli
dava fastidio il fatto di essere stato baciato in pubblico da un uomo.
Non
capiva perché tutt’un tratto provasse questo
risentimento. Non era da lui, anzi
era proprio il contrario di come era prima dell’incidente.
Fino a qualche
minuto prima era fiero della sua omosessualità e ne faceva
un vanto. Non voleva
nasconderla per proteggersi dai giudizi degli altri, per confondersi
tra la
massa, per sentirsi normale. Anzi, la usava a suo favore proprio per
distinguersi dagli altri ed essere originale. Essere Adam Lambert.
Adesso gli sembrava di vivere in un’altra
realtà. Non era più lui.
Le dimostrazioni di affetto con il suo
ragazzo erano già avvenute in pubblico altre volte e a dirla
tutta, non erano
state nemmeno così tanto rare.
Soprattutto stava bene dopo.
Ora no.
Desiderava scappare il più lontano
possibile, nascondersi sotto un sasso come qualche insetto, lontano da
occhi
indiscreti. Voleva tuffarsi sul suo letto, affondare il viso nel
morbido
cuscino in piuma e sotterrarsi sotto una montagna di vellutate coperte
sebbene
non fosse inverno.
-Sauli…
Adam indugiò qualche secondo. Non sapeva
come dire al suo ragazzo di allontanarsi leggermente da lui senza che
ciò lo
ferisse o lo facesse stare un pensiero.
-Puoi prendermi dell’acqua?
Con una scusa, il moro tentò di distaccare
da lui il biondo che con un sorriso a 32 denti scese dal lettino e si
diresse
ad un piccolo chiosco lì accanto.
Tuttavia vi era un altro problema a cui
Adam non aveva minimamente pensato.
O meglio qualcuno che Adam aveva
completamente dimenticato.
Tommy era lì in piedi, lo sguardo fisso sul
cantante. Ma mentre Sauli lo aveva scrutato desideroso, per il bassista
era
diverso. Nei suoi occhi vi era una luce diversa, spenta, preoccupata.
Non
guardava con bramosia il fisico –sebbene coperto-
dell’americano. Non vi era
desiderio nel modo elegante con cui cambiava continuante posizione
delle mani.
Solo… ansia. Il che era davvero bizzarro. Era risaputo che
Tommy Joe Ratliff
avesse una cotta incondizionata per il secondo arrivato
all’ottava edizione di
American Idol. Neppure lui stesso ne faceva segreto, magari
non per sua volontà, credeva il moro, nel senso
che non
riuscisse a celare i suoi sentimenti. Tuttavia ad Adam era sempre
piaciuta
questa situazione, adorava essere desiderato.
Ora ringraziava il fatto che il biondo non
facesse trapelare ciò che provasse realmente. Non avrebbe
retto altri sguardi
languidi, baci lascivi e carezze provocanti. Solo al pensiero di aver
fatto
sesso con un altro uomo gli ritornava in bocca il sapore del vomito di
qualche
istante prima.
-Allora… Stai .. bene?
Tommy sussurrò così piano che se Adam non
gli avesse letto il labiale, non avrebbe capito una sola parola.
-Certo ehm…
Si interruppe subito. Era una costante per
lui rispondere sempre e comunque positivamente a questa domanda. Era
automatico, come tirare lo sciacquone dopo essersi liberato.
-Mi gira un po’ la testa.
Mentì e chiuse così la conversazione.
Qualche secondo dopo arrivò Sauli e la
situazione andò di male in peggio. Il biondo si mise a
cavalcioni su Adam,
ancora sdraiato sul lettino. Il
moro
fece per prendere la bottiglia dopo aver sbiascicato un
‘grazie’ poco convinto,
ma Sauli non gliela cedette. Anzi, insistette personalmente per
dissetarlo.
Tolse il tappo che rinchiuse nella mano sinistra, quindi con la destra
avvicinò
il becco della bottiglia di plastica al viso di Adam che
cercò di divincolarsi
in tutte le maniere.
-Dai Sauli, ce la faccio anche da solo!
Protestò il cantante che proprio di farsi
tracannare l’acqua come un neonato non ne voleva parlare.
-Eddai, non stai bene. Non hai respirato
per secondi, ti devi ancora riprendere!
-No davvero.. Sauli, apprezzo il tuo sforzo
ma, ce la faccio sto bene. Okay?
Adam si stava innervosendo. Lanciò degli
sguardi fugaci ai lati e notò che alcune persone li stavano
guardando. Il moro
cercò di reprimere un moto di rabbia che avrebbe visto Sauli
steso a terra con
il naso sanguinante e l’acqua scorrergli accanto.
Stavano attirando l’attenzione dei presenti
e questo la faceva andare su di giri e lo faceva vergognare
terribilmente.
-Solo un goccio, dai!
Sauli era caparbio come un mulo. Quando si
metteva in testa qualcosa, difficilmente qualcuno poteva fargli
cambiare idea.
Come Adam. Non a caso erano anime
gemelle.
-Non ho più 3 mesi, Sauli! Dai finiscila!
Ci stanno guardando tutti!
Il moro alzò la voce inconsciamente, mentre
lanciava degli sguardi ammonitori al suo uomo.
E in tutta questa confusione, c’era anche
lui Tommy, il ragazzo con cui aveva sempre pomiciato sul palco, che lo
amava
sebbene Adam non lo avesse mai corrisposto. O quasi.
Quei lunghi baci passionali, dove la sua
lingua si intrecciava con quella del suo bassista, il sapore di Jack
Daniel’s
della sua saliva, il suo corpo caldo che strusciava
sull’altro… Forse lo aveva
amato, ma di certo non era l’amore che provava o meglio,
aveva provato per
Sauli.
Quei pensieri scatenarono in Adam un mal di
testa lancinante, mentre il sapore di vomito riaffiorava per la terza
volta
alla bocca.
Infastidito e disgustato da tutto ciò, Adam
spintonò Sauli il quale cadde supino dal lettino illeso, con
l’acqua che
silenziosa svuotava la bottiglietta da mezzo litro in plastica.
**
Qualcosa di grande si diffuse nel petto di
Tommy. Si sentiva euforico? Eccitato? Inebriato? Nemmeno lui lo sapeva.
Forse realizzato, si disse.
Sì, perché per
tanto tempo aveva sperato che quel giorno arrivasse e finalmente era
arrivato.
Adam aveva scaraventato a terra Sauli, davanti agli occhi sbigottiti di
tutti i
presenti. Anche di Tommy.
Che si fosse stancato del biondo e dei suoi
pettorali? La loro relazione era finalmente
giunta al termine?
Non poteva saperlo, ma dato l’avvenimento
queste congetture non erano del tutto infondate.
E nel vedere Sauli riverso a terra, Tommy
non poteva far altro che ridere sotto i baffi e compiacersi.
**
Il gesto di Adam aveva attirato più
attenzioni delle smorfie languide di Sauli. Ora tutti gli occhi erano
puntati
su di loro che per quella giornata avevano dato abbastanza spettacolo.
Il tuffo a bomba di Tommy che prende in
pieno il cantante il quale sbatte la testa così forte da
perdere sensi, i due
biondi che issano il moro sul lettino, Sauli che si cimenta nella
respirazione
bocca a bocca (tra due uomini!) per far rinsavire Adam. Le smancerie di
Sauli,
il suo prodigarsi per l’amato tanto da imboccargli il becco
della bottiglia e
dissetarlo personalmente e la rabbia di Adam che scaglia il modello per
terra….
Il
circo è arrivato in città.
-Adam,
ma che ti è
preso?
Disse Sauli mentre
si passava una mano sulla bocca. Quando l’americano
l’aveva spintonato, la
bottiglia aveva premuto con forza sulle labbra del finlandese
creandogli delle
leggere increspature. Niente sangue, comunque.
-Non mi hai dato
ascolto.
Tagliò corto. Non
aveva proprio voglia di parlare, soprattutto adesso che tutti avevano
le
orecchie vigili per ascoltare ciò che stava succedendo.
-L’hai presa troppo
sul serio…
-E tu troppo poco.
Lo sguardo
tagliente di Adam non ammetteva repliche.
Era stufo di questa
situazione, di essere diventato lo zimbello della piscina. Ed era
stanco di
essere fidanzato con un uomo. Ora che ci pensava non si spiegava
proprio come
avesse potuto intrattenere delle relazioni con persone dello stesso
sesso. Se
ricordava a ciò che aveva fatto la sensazione di vomito
riaffiorava.
Poi Sauli si alzò e
con un gesto repentino si scagliò sul moro e gli
stampò un bacio passionale in
bocca.
Adam per tutta
risposta colpì nuovamente Sauli e senza neanche pensarci
troppo esclamò:
-CHE SCHIFO!
Si passò la mano
destra sulla bocca e poi prese a sputacchiare per terra, sotto gli
sguardi
attoniti dei due biondi.
-Adam, va tutto
bene?
Chiese Tommy in un
sussurro. Entrambi erano sbalorditi e non riuscivano a spiegarsi le
reazioni
strane (stranissime!) del moro.
-Sì.. Cioè no! Sono
stanco di queste smancerie di fronte a tutti.
Adam era parecchio
confuso. Persino alle sue orecchie queste parole sembravano bizzarre.
Inoltre
si stupì di aver detto una cosa del genere. Ma in fin dei
conti, non era quello
che provava? Non riusciva più a continuare una relazione
omosessuale. Gli
faceva schifo solo l’idea di avvicinarsi così
tanto ad uomo, a baciarlo
veramente poi…
A Sauli cadde la
mascella, mentre Tommy sgranò gli occhi così
tanto che Adam pensò che gli
sarebbero usciti dalle orbite.
Ho
sentito bene? Si chiese il bassista? Si è stancato di baci in pubblico? Forse
perché ne ha dati così tanti a
me durante la Glam Nation Tour che ora non lo eccitano più..
Dopodiché Sauli
sbottò:
-Ma che stai
dicendo?
Sul suo viso vi era
rabbia mista a preoccupazione.
-Sauli.. Io non me
lo so spiegare…. Ma mi infastidiscono questi giochetti
amorosi.
I biondi rimasero
–se possibile- ancora più attoniti di prima.
Quel ragazzo lì
davanti a loro, non poteva essere Adam Mitchel Lambert.
Almeno non quello
che avevano conosciuto.
Ne erano quasi
certi, poi ogni loro dubbio svanì quando una ragazza sui 19
anni con un seno
prominente e delle curve mozzafiato si avvicinò loro
chiedendo se poteva
prendere in prestito per un po’ il loro lettino.
Alla scena che si
presentò loro davanti agli occhi, Tommy si
pizzicò un braccio per essere certo
di non stare sognando.
Adam cominciò a
sudare e a balbettare. Non riusciva ad articolare nemmeno un
“sì” ed un
“grazie” senza fare la figura del balbuziente e
soprattutto non guardò mai la
ragazza negli occhi. I suoi erano attenti ad analizzare e a scrutare
qualcos’altro che a Sauli e a Tommy non sfuggì.
Adam non riusciva a
distogliere lo sguardo dal seno della ragazza. Poi quando
quest’ultima fece per
andarsene, il moro inconsciamente puntò la sua attenzione
sul fondoschiena
della signorina.
Ma
che mi sta succedendo?
Nell’aria era
palpabile l’eccitazione di Adam. Per una ragazza, diamine!
Mai in vita sua gli
era capitata una cosa simile.
Poi Sauli parlò:
-Dimmi che quello
che ho visto non è successo veramente.
Nessuno dei tre
rispose, sia perché la risposta era implicita, sia
perché avevano paura di
ammettere ciò che era appena accaduto.
-Ci siamo accorti
tutti di come guardavi quella ragazza.
Fu Sauli a
interrompere il silenzio. L’aria attorno ai tre divenne
pesante e Adam cominciò
a sudare come non mai.
-Io, non so
spiegarmelo… Ma..
-Ti piace.
Si intromise
bruscamente Tommy.
-Ti piace.. Una
donna.
Adam annuì
leggermente con il capo e Sauli, come se gli avessero appena
diagnosticato un
tumore irreversibile, si mise a sedere sul lettino, il viso coperto
dalle mani
e per un po’ non parlò più.
**
La nuova e bizzarra situazione aveva
lasciato una scia di incredulità che difficilmente si
sarebbe cancellata nel
tempo. Forse mai. Sicuramente mai.
I
tre si prepararono per tornarsene a casa. Si cambiarono il costume
bagnato,
infilandosene un altro asciutto; riposero l’asciugamano
dentro la borsa da mare
con accuratezza, insieme alla creme solari, gli occhiali da sole e al
costume
fradicio. Dunque si misero addosso una maglietta a maniche corte e ai
piedi le
infradito. Tutto ciò in rigoroso silenzio.
Nessuno osò più aprire bocca anche
perché
non avrebbero più saputo cosa dire. Tuttavia lo sgomento si
leggeva loro in
faccia: era come se avessero appena preso parte ad un incidente aereo
che
contava solo loro tre come sopravvissuti.
Si misero in spalla le borse da mare e coi
volti pietrificati si diressero verso l’uscita, dove vi si
trovava un bar che
vendeva delle pizzette gustosissime. Si diceva addirittura, che le
persone
provenissero anche da lontano per mangiare quelle bontà.
Tuttavia le pizzette
non erano le uniche cose che venivano mangiate con gli occhi. Dietro al
banco,
la commessa era una ragazza sulla ventina, abbronzata, bionda e con una
scollatura da capogiro.
Adam non poté fare a meno di fissarla.
Poi Sauli parlò:
-La stai consumando.
Il moro ripose i piedi per terra e distolse
a fatica lo sguardo. Era notevolmente imbarazzato tanto che le guance
gli si
dipinsero di rosa. Tuttavia l’imbarazzo non era
l’unico sentimento a pervadere
il moro. Si sentiva confuso e preoccupato. Soprattutto non si sentiva
più Adam
Lambert. Un turbine di pensieri prese a vorticare nella sua mente.
Cosa avrebbe fatto adesso? Come si sarebbe
comportato con Sauli? Sarebbe rimasto così per sempre?
Scacciò questo ultimo pensiero, ma non poté
far a meno di rimuginarci sopra. E’ vero che non si sentiva
più attratto da un
uomo, però i sentimenti che aveva provato per Sauli quelli
se li ricordava ed
erano rimasti. Lo considerava ancora la persona più
importante della sua vita.
-Sauli non ho dimenticato quello che
abbiamo passato insieme e mai potrò. Ti voglio bene, anche
se a ripensare di
aver avuto dei rapporti sessuali con te mi sale un senso di nausea. Ma
io non
posso farci niente, è il mio corpo che reagisce
così. La mia mente, se ripenso
a quanto stavo bene in compagnia con te, be’ percepisco
ancora una forte
pressione nel petto.
Detto ciò abbracciò il biondo, mentre a
entrambi scesero delle lacrime dagli occhi. Non erano i soli a
commuoversi.
Anche Tommy era scosso, ma non permise che il suo delicato viso venisse
rigato,
dato che quelle non erano lacrime di gioia.
**
Uscito dalla doccia, Tommy Joe Ratliff si
guardò allo specchio.
Non si piaceva affatto. La corporatura
esile, la pelle candida come il latte, il viso scarno.. Non sarebbe mai
diventato come quei ragazzi che cavalcano le piste di moda. Ma non gli
importava. Per la prima volta in vita sua non si faceva mille complessi
per il
suo corpo. E’ inutile cercare di
farsi
piacere, pensò. Chi mi
ama, mi prende
anche se non sono un culturista. Si guardò
un’altra volta allo specchio,
fiero di sé per aver partorito un pensiero tanto profondo.
Inoltre
il ragazzo a cui faccio il filo è eterosessuale.