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Autore: katyjolinar    09/03/2007    2 recensioni
Un incidente sul lavoro coinvolgerà Ziva, e Tony l'aiuterà a superare il trauma conseguente. Tony/Ziva
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La luce negli occhi

3

Erano ormai andati via tutti. Nella stanza dell'ospedale erano rimasti solo Ziva e Tony, e lei cercava, a tentoni, di prendere la sua camicia nel verso giusto, per potersela infilare.

Tony: "Sei sicura di non volere una mano? Io sono qui per questo."

Ziva: "Ce la faccio da sola. Sono cieca, non impedita nei movimenti..." ebbe un giramento di testa e dovette cercare un posto dove poggiarsi. Tony la sorresse e la fece sedere di nuovo sul letto.

Tony: "Senti, che lo vogliamo o no, noi due dovremo vivere sotto lo stesso tetto per le prossime settimane, e tu, nelle tue condizioni, puoi fare poco; non sto parlando della tua cecità, ma della ferita che hai alla testa: hai perso molto sangue, e ti ci vorrà un po' di tempo per tornare al massimo della forma." detto questo, le tolse la camicia dalle mani e l'aiutò a vestirsi.

Quando la donna era quasi pronta, il medico entrò in camera, tenendo in una mano una fascetta bianca: era un bastone per non vedenti, piegato su sè stesso per occupare poco spazio.

Dottore: "Ho portato una cosa che per la signorina è indispensabile..."

Mise il bastone tra le mani di Ziva, che lo tastò.

Ziva: "Che cos'è?"

Dottore: "Il bastone-guida per non vedenti."

Ziva: "Non ha affatto l'aria di un bastone..."

Tony: "Perchè è piegato. Per usarlo devi distenderlo, così..." mise le mani su quelle della ragazza e l'aiutò a stendere il bastone.

Ziva: "Ah, e come si usa?"

Dottore: "Si agita davanti ai piedi, per cercare eventuali ostacoli."

Ziva: "Così?" lo agitò vigorosamente, tirando accidentalmente una bastonata sullo stinco di Tony.

Tony: "Ahia! Con meno vigore!"

Ziva: "Oh, scusa..." disse, scherzosa "Comunque, sappi che se mi fai incavolare, i prossimi giorni, so io dove ti arriva il bastone! Ah, e in casa, tu dormi sul divano, chiaro?"

Tony: "Certo, anche perchè altrimenti non mi faresti dormire, visto che russi come un carro armato..."

Cercò di tirargli un'altra bastonata sugli stinchi, ma lui si era già portato fuori tiro, come anche il dottore, che osservava, interessato, la scena.

L'uscita dall'ospedale fu un'impresa: Tony le dava le indicazioni meglio che poteva, e spesso Ziva prendeva un ostacolo e rischiava di cadere, così che lui dovette praticamente condurla a braccia dalla stanza all'ascensore, e poi dall'ascensore all'auto. Salire sull'auto fu un po' più semplice, anche se la ragazza battè leggermente un colpo sulla portiera, perchè non si era abbassata abbastanza per entrare.

Il viaggio in macchina fu silenzioso. Tony ogni tanto si girava e lanciava uno sguardo alla donna accanto a lui, e lei era pensierosa e rigirava il bastone tra le mani.

La passeggiata dal garage all'appartamento di Ziva ebbe meno intoppi: lei aveva preso sotto braccio l'uomo, e si lasciò guidare anche dalle sue indicazioni, e lui cercava di darle più informazioni possibili sul percorso.

Tony: "Ok. Ora ancora due o tre passi e poi ci fermiamo... siamo arrivati, mi dai le chiavi di casa?"

Ziva: "Sono nella borsa. Prendile te."

Tony rovistò nella borsa, e trovò le chiavi tra un Tampax e il blister delle pillole anticoncezionali. Un po' imbarazzato per quello che aveva trovato dentro, prese le chiavi e ne infilò una nella toppa, aprendo la porta di casa.

Quando furono entrati, chiuse la porta, e Ziva volle essere accompagnata in camera, per cambiarsi. Con la scusa di voler iniziare a provare a fare qualcosa da sola, aprì l'armadio e cercò a tentoni la tuta in cotone che usava solitamente in casa, trovandola dopo innumerevoli tentativi, e cambiandosi. Nel frattempo, Tony preparava la cena.

Mangiarono in silenzio. Ziva sembrava ancora scossa per la sua attuale situazione fisica, e Tony non voleva turbarla maggiormente con le sue battute fuori luogo.

Dopo cena, lei si chiuse in camera, con la scusa di essere stanca e di voler andare a letto presto, mentre lui, dopo aver preparato il divano, guardò un po' di tv, ma si stancò subito, e si sdraiò anche lui, con l'intenzione di dormire.

Non riuscì ad addormentarsi: ogni cinque minuti tendeva l'orecchio alla porta socchiusa della camera della donna, ma non sentiva nulla. Dopo un'ora si preoccupò, perchè non sentiva il caratteristico russare di Ziva; tese ancora di più l'orecchio, e gli parve di sentire dei singhiozzi.

Si alzò dal divano e andò verso la porta. Lentamente la aprì, e la sentì sussultare.

Tony: "Tranquilla, sono io." la rassicurò "Stai bene?"

Non rispose. Tony la vide, nella penombra, seduta sul letto che si abbracciava le ginocchia, e sembrava stesse piangendo. In silenzio si avvicinò e si sedette accanto a lei, mettendosi sotto le coperte e accarezzandole i capelli. Non l'aveva mai vista così: la donna che aveva sempre saputo avere una grande forza morale, ora sembrava una bambina impaurita, terrorizzata dal suo nuovo stato.

Continuando ad accarezzarle i capelli la fece sdraiare accanto a lui, finchè non si addormentò, ancora tra le lacrime, ma rassicurata dal tocco leggero della mano di Tony sui suoi capelli.

CONTINUA...

   
 
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