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Autore: Dave637    26/08/2012    0 recensioni
Calore e polvere. Un cammino, alcuni ricordi, tanti dolori. Una vita trascorsa.
Si tratta di un vecchio racconto che ho scritto quando ero piccolo, e abbandonato per varie ragioni. Per il momento non è destinato ad avere una conclusione, a meno che non sia richiesto.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L

o scalpiccio degli zoccoli era assordante. Le orecchie erano quasi in fibrillazione a causa delle urla dei guerrieri. L'aria era impregnata di sudore, ma presto l'odore acre del sangue ne avrebbe preso il posto.
Mancavano poche decine di metri. Pochi metri. Un metro.
Ci siamo...
L'impatto fu devastante. Molti caddero a terra solo per l'urto contro lo schieramento nemico. Armature si incrinarono e lance si spezzarono. Ma ormai l'impeto della carica era finito dopo aver mietuto le proprie vittime. Ora non era più una battaglia tra due eserciti, ma tanti duelli tra soldati disperati, che cercavano di portare a casa la vita... o di venderla molto cara.
Ancora a cavallo Triadan conficcò la propria spada nella gola di un Orco. Si guardò intorno per controllare la situazione. La resistenza offerta dai Demoni Oscuri era forte, ma non avrebbe dovuto causare troppi problemi alle sue truppe.
Quasi il Demone Supremo avesse udito i suoi pensieri e avesse voluto punirlo, da est si levò una salva di frecce che oscurò il cielo.
Maledizione mormorò. SCUDI!
L'ordine venne propagato in tutta velocità lungo il campo di battaglia, consentendo a chi ne era in grado di proteggersi dietro al proprio equipaggiamento. Ci fu una strage tra i reggimenti dei Picchieri Reali e dei Lanceri del Drago.
Si voltò verso il nemico e spronò il proprio destriero al galoppo, ma la fiera bestia crollò al suolo senza vita. Una freccia l'aveva colpita al collo.
Triadan si trovò a terra, con la polvere che gli entrava nell'elmo. La caduta lo aveva lievemente traumatizzato, ma non abbastanza da non consentirgli di schivare un'ascia che era stata fatta calare su di lui. Con un gesto fulmineo mozzò il braccio che brandiva l'arma e l'Orco che lo aveva aggredito si strinse il moncherino sanguinante ululando di dolore. La sua esistenza venne conclusa da un fendente che gli staccò di netto la testa.
Riprese a combattere con una foga inaudita, mietendo vittime a destra e a manca. Nessuno gli resisteva. Demoni, orchi, umani, tutti perivano sotto il suo acciaio spietato. Venne confortato dal fatto che gli arceri nemici non avessero continuato la loro opera di morte.
Contemporaneamente a quel pensiero, un altro gli si fece strada nella mente, paralizzandolo come in una morsa di gelo. Si voltò a est. Vide una nube di polvere avvicinarsi lateralmente ai due schieramenti. Proprio quello che temeva.
Gli Assassini Drow, solitamente usati come arceri nelle battaglie campali, questa volta erano stati fatti scendere in campo, armati con i loro letali pugnali lunghi. Questa mossa insolita avrebbe potuto voler significare una sconfitta per le truppe della Luce.
Come previsto gli schieramenti Drow crearono il panico tra le truppe della Luce.
COMBATTETE, COMBATTETE FINO ALLA FINE!!!!
La sua voce risuonò imperiosa sul clamore della battaglia. I soldati, quasi ritrovando nuovo vigore, ripresero a combattere con rinnovato impeto. La carica dei Drow venne arrestata.

  
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