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Autore: Fefy_07    27/08/2012    2 recensioni
Ambientazione post 3 stagione. Damon, per il patto stretto con Stefan, ha lasciato Mystic Falls. Dopo 4 anni ritorna, stanco di dover stare lontano dall'unico posto che riesce a chiamare casa. Capisce subito che qualcosa è andato tremendamente storto quando è andato via, e i suoi sospetti non fanno altro che accrescersi, trovando casa sua perfettamente vuota. Dove sono Elena e Stefan? Cos'è successo dopo la sua partenza? Avrà presto una risposta ai suoi dubbi e sarà costretto ad una nuova, grande battaglia, per salvare suo fratello.
Prima long-fic, spero di avervi incuriositi e che leggerete!
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Klaus, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Può un'assenza essere tanto presente?


POV Damon

È l’ennesima notte passata da solo, nel silenzio opprimente della squallida camera che ho affittato in un alberghetto da quattro soldi. Ho scelto sempre quelli perché mi ricordano la notte passata a Denver, con Elena. Quanto vorrei poter ripetere quella situazione in questo momento, mentre mi ritrovo a fissare il soffitto in silenzio e mi perdo nella sensazione delle mie dita attorno alle sue, del suo corpo caldo accanto al mio sul letto scomodo, dei nostri sguardi che si incrociavano in un attimo eterno. Sono talmente vivide nella mia memoria che potrei giurare siano successe solo pochi secondi fa e che, uscendo, la troverei stretta alla sua vestaglia, nel freddo della serata invernale.
E invece sono solo, come lo sono sempre stato da quattro anni a questa parte, e non riesco a dormire. Ho passato la giornata a riflettere sul serio se tutto quello che sto facendo possa servire a qualcosa.
C’ho provato davvero a costruirmi una nuova vita, pezzo dopo pezzo, e tutte le volte che credevo di esserci vicino, quella parvenza di normalità, per quanto normale possa definirsi la vita di un vampiro, sfumava come uno sbuffo di fumo spazzato via dal vento. Basta un niente a destabilizzarmi e la cosa non fa altro che accrescere la mia nostalgia e la mia voglia di tornare indietro.
Un profumo portato dalla brezza, una sconosciuta per strada che si scosta i capelli, il sorriso sincero di un bambino. Tutto mi fa pensare a lei. Dettagli, piccole cose, che su di me hanno un potere enorme. In quei momenti mi si riversano nella mente, come gelidi pungiglioni, tutti i ricordi degli attimi con lei, e allora il mio autocontrollo viene minato e ho sempre saputo che, presto o tardi, avrei ceduto. Solo non sapevo quando e ogni mattina mi svegliavo cercando di posticipare il momento.
Perdersi nei ricordi è l’ideale per mettermi alla prova e lo è ancor di più per farmi vacillare, ne sono consapevole. Ma ogni volta che accade non riesco semplicemente a fermarli, quasi fossero un fiume in piena. Mi assalgono e io ne rimango preda, inerme, incapace di difendermi. Spesso, riprendendomi, mi sono domandato se è giusto pensarla ugualmente, nonostante dovrebbe essere anche lei un ricordo. Ma poi mi rendevo conto che, se sono ancora in giro, se non l’ho già fatta finita una volta per tutte, è proprio grazie al fatto che mi ricordo di lei, come fosse un’ancora di salvezza. E non sa neanche tutto quello che sta facendo per me, pur non essendomi vicina.
L’arrivo dell’inverno è stato il momento peggiore. Ne ho dovuti affrontare tre, escluso quello appena giunto, e ogni volta, guardando la neve scendere, da diverse parti del mondo, mi ero ritrovato a immaginarla tutta coperta, con giubbotto, guanti, sciarpa e magari cappellino di lana, a giocare con la neve, con l’entusiasmo di una bimba, perché lei è sempre stata così pura e dolce e ho sempre creduto che sarebbe questa la sua reazione davanti al manto bianco che, quando mi si para davanti, a me mette solo malinconia.
Un sorriso intenerito mi increspa le labbra, a quel pensiero. Oggi ho rivisto la neve, ho ripensato a lei e allora ho deciso. Forse è inutile continuare a scappare, tanto non potrò mai correre più veloce dei ricordi. E poi la voglio, la desidero ancora, con ogni fibra del mio essere, nonostante il tempo passato lontano. Anzi, la distanza non ha fatto altro che accrescere il mio desiderio di rivederla, dal vero, e verificare se è davvero così bella come lo è nella mia mente. Ma la risposta la so già.
Vorrei trovare un motivo, almeno uno, per giustificare il mio ritorno. Vorrei poterlo spiegare a lei e a Stefan, vorrei essere riuscito a mantenere il patto che c’eravamo fatti. Ma non posso, perché motivi non ce ne sono e poi a mentire sono bravissimo, forse, anche se lo trovassi, loro li ingannerei, ma non potrei darla a bere a me stesso. Io voglio tornare per lei, per rivederla, per sentire di nuovo il suo profumo, per vedere i miei occhi riflettersi nei suoi e viceversa.
Ti stai rammollendo, Damon mi ammonisce una vocina, direttamente dalla mia testa. Ridacchio e so che ha ragione, ma in realtà non mi sto rammollendo adesso, l’ho fatto già da un po’. Mi sono innamorato e non c’è cosa peggiore che si possa fare per diventare un rammollito. Ma quando il danno è fatto, rimediare non si può.
Tra tutti questi pensieri, è già arrivata l’alba, e allora mi sollevo, con un sospiro. Devo andare. Comincio a correre, mi sono spostato quasi sempre correndo, è il massimo quando non si vuole pensare e comunque un vampiro è abbastanza veloce da non farsi vedere e arrivare comunque dappertutto. Corro, cercando di ignorare la fastidiosa sensazione di stare andando esattamente dove dovrei andare. È una sensazione che non sento da un po’, ma non è piacevole quanto dovrebbe esserlo, non se è l’ultima sensazione che so che dovrei provare.
Invece la sento, sento che stavolta sto andando nella direzione più giusta per me. Ed è con quest’unico pensiero in testa che corro, fino all’alba della mattina dopo, quando finalmente scorgo quello che bramavo scorgere da quattro anni e che mai avevo avuto il coraggio di cercare con lo sguardo. Scorgo l’unico posto che posso chiamare casa. Mystic Falls.


Angolino dell'autrice :)

Ciao ragazzi che avete appena letto!! ^^ Innanzitutto approfitto per ringraziare con tutto il cuore le persone che hanno letto il prologo di questa storia e questo primo capitolo,  che mi hanno recensito e che lo hanno inserito tra le seguite e preferite, non so davvero cosa farei se non ci foste voi!! Allora, il capitolo è molto introspettivo, volevo cercare di spiegare come mai, dopo 4 anni, il nostro protagonista, Damon, ha deciso di tornare indietro. Beh, diciamo che non è frutto di un pensiero improvviso, ma è una cosa che è successa gradualmente nel corso del tempo. Non ho parlato dei luoghi che ha visitato, perché per lui non avevano importanza, era comunque solo un modo per scappare, ma ho lasciato intendere che ha visitato luoghi diversi in questo periodo e magari la cosa verrà approfondita più avanti, quando rincontrerà Elena. Ok, dunque, questo è ancora un capitolo un po' introduttivo, e anche abbastanza corto, non si sa cosa Damon troverà ora che è tornato a Mystic Falls né chi incontrerà per primi, bisognerà aspettare ancora un pochino, al massimo un altro capitolo però, promesso, poi i nodi cominceranno a venire al pettine e scopriremo cos'è successo in questo tempo :) Bene, questo è quanto direi, spero di non aver reso Damon troppo OC con tutta questa malinconia manco troppo celata xD Gradirei davvero tanto se mi lasciaste un commentino e prometto di aggiornare presto, così potrò cominciare a farvi entrare nel vivo della vicenda u.u Aspetto vostri pareri, a prestissimo, un bacio enorme a tutti!! :*
  
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