Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Aout    28/08/2012    1 recensioni
La protagonista di questa storia è scostante, cinica, testarda e saccente.
Se non volete seguire le sue avventure, non fatelo. Altrimenti, preparatevi a viverle tutte dal suo sferzante punto di vista.
La trama è intricata e si svolge nel nostro mondo con qualche piccola, trascurabile modifica, che non sto qui a elencarvi. Non vorrei annoiare nessuno.
Ora, siete pronti ad entrare nella testa di un’irritante adolescente alle prese con una storia di magie potenti, saggi cattivi e spietati buoni (o forse il contrario?) tutto condito con tanta, tanta Ironia?
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 1

 
Quando varco la soglia del negozio la mia mente è ancora ferma su quell’incontro, così che mi accordo dello sguardo di Pàmela solo all’ultimo momento.
Arrivare in ritardo è stato un terribile, terribile errore.
-Buongiorno Pàmela, come andiamo oggi?- dico io, ostentando una finta indifferenza. Come tecnica è piuttosto scarsa, me ne rendo conto perfettamente, ma al momento non ho molte idee. Peccato che quella flebile speranza di riuscita si dissolva in pochi stentati secondi.
Pàmela, la proprietaria e tecnicamente il mio datore di lavoro, è una donna piuttosto tozza con dei capelli che cambiano colore puntualmente ogni due o tre mesi (confesso di non aver mai capito se mutino a seconda delle mode o vadano a ritmo con la fine/inizio dei suoi flirt…) e dei vestiti che alcuni potrebbero definire “pacchiani” , soprattutto zebrati, leopardati o di qualsivoglia altro animale (una volta indossava una maglietta fucsia e una gonna lunga e ricoperta totalmente di piccole scaglie argentate, mi sarebbe tanto piaciuto spiegarle che la caccia alle sirene è illegale, ma temo di non averne avuto la possibilità…).
Ha un carattere semplice e, devo proprio dirlo, questo è sicuramente l’aspetto che più apprezzo di lei. Pur essendo terribilmente logorroica e, benché abbia un’età avanzata, piuttosto ingenua, sa essere simpatica, se presa nel modo giusto, e generalmente è poco incline alla rabbia.
Dico “generalmente” perché se fosse in grado di sparare fulmini dagli occhi, in questo momento non sarei niente più che un mucchietto di polvere scura sul pavimento immacolato.
Deglutisco lentamente e attendo la sfuriata.
Lavoro in questo buco da ormai tre estati e, in tutto questo tempo, ne ho sentita una sola, e allora non era nemmeno colpa mia.
Quando aveva scoperto che dei soldi mancavano dalla cassa settimanale aveva urlato per almeno un’ora dicendo che da me non si sarebbe mai aspettata una cosa del genere, che si era sempre fidata senza remore e un’altra lunga serie di esclamazioni intercalata da qualche parolaccia qua e là. Io, completamente ammutolita (cosa piuttosto insolita per i miei standard), ero rimasta lì, immobile, ad occhi sbarrati.
Poi inaspettatamente Katrina, l’altra ragazza che lavorava con me part-time in negozio, aveva fatto cadere la sua borsa colma di contanti (quelli rubati, era abbastanza evidente) per terra, disperdendone il contenuto sulle piastrelle candide.
Non avevo parlato a Pàmela fino alla fine dell’estate. Forse mi sarei addirittura licenziata se non avessi avuto disperatamente bisogno di quel, seppur misero, compenso.
Katrina, da quando era stata licenziata, era completamente svanita nel nulla.
Insomma, sono consapevole di abitare in una grande città, ma che non fossi riuscita più a rivederla, nemmeno una misera fugace volta, era piuttosto strano.
E quella borsetta! L’aveva lasciata cadere apposta? O le era semplicemente scivolata nel posto sbagliato al momento sbagliato? Benché probabile, mi sembrava così assurdo considerare questa possibilità.
Ma comunque ciò non importa un gran che in questo momento.
Pàmela prende un respiro profondo e, sbuffando come un toro pronto alla carica, si prepara all’attacco.
Che esagerazione! Tutte queste moine per un misero, ridicolo, trascurabile ritardo?
Sì, mi aveva chiesto di venire prima proprio quel giorno perché dovevano venire in visita dalla città delle sue care “amiche” (il tono con il quale le descriveva si addiceva a ben altro sostantivo a mio parere) a cui voleva mostrare la sua ridente attività con l’aiuto della fida e professionale commessa (io. Benché non particolarmente brava né con la merce né tanto meno con i clienti, vengo presa in considerazione perché simpatica alla titolare…cosa che sarebbe da considerarsi un’ingiustizia, anzi di certo, a quanto si dice. Comunque…).
D’accordo, la situazione non è evidentemente delle migliori, ma non arriverà a licenziarmi, so di certo che non ci arriverà. In fondo non ha mai licenziato nessuno per meno di una goccia di caffè rovesciata sul suo cavolo di pavimento sempre lucidato come uno specchio. Che cosa volete che sia a confronto un ritardo piccolo piccolo?
Inizio a preparare mentalmente la mia difesa: mi sono fatta male cadendo dal marciapiede? No, è troppo tardi per fingere di zoppicare.
Ero imbottigliata nel traffico? Macche, sa che vengo in treno.
In treno? Ecco ecco, il treno è una buona scusa. Era in ritardo, un indicibile ritardo…potrebbe anche funzionare, ma… 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Aout