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Autore: Emmy_Nerisse    28/08/2012    6 recensioni
Eccomi qui^^ Inizialmente questa doveva essere una One-Shot, ma dato che mi sono accorta che verrà lunghissima ho deciso di trasformarla in una FanFiction. Ma questo a voi non interesserà... Quindi arrivo al sodo.
Questa è una storia, la storia, di Farfalà e Blumiere. L'ho costruita riavvolgendo la pellicola del videogioco "Super Paper Mario", risalendo a tutti i Ricordi che compaiono tra le varie Porte della Torre di Svoltadilà e sviluppando una mia versione dei fatti sul tempo che hanno trascorso insieme, prima di quel giorno...
Spero vi piacerà e vi annuncio subito che ci saranno particolari... particolari, che nella vera storia non vengono citati e che probabilmente neanche esistono, ma... chi lo sa?
Inoltre cercherò di andare a fondo su alcuni punti, per esempio... Oh, ma che sto qui ad annoiarvi! Leggete la storia e lo saprete, no? ^^
Genere: Drammatico, Fluff, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VIII - Scoperte Sui Pixl E Ancora Incontri

- Questo no... Questo neppure... Meglio non vedere cosa ci sia qui dentro... Faccio volentieri a meno delle regole basiche della politica...-

Nonostante frugasse tra tutti i libri della biblioteca da ore, il giovane Lord non era ancora riuscito a trovare ciò che cercava. Anche se ormai quell'immenso salone non potesse più essere definito tale a causa di tutti i libri che Blumiere lanciava intorno a sé per cercare nei reparti più coperti delle mensole, l'Obscurio si spostava avanti e indietro trascinandosi dietro la scala a pioli da un corridoio all'altro.
- Brack! Dovresti correggere i cartelli delle indicazioni! Dicono "Politica" dove c'è geografia e "Geografia" dove ci sono libri di... scienze di vivisezione e altre robe voltastomaco... - disse lanciando un libro all'indietro, che colpì in testa proprio il povero custode.
Questo si massaggò il capo, dolorante - Va be', vedrò di cambiarli... Non vorrei che i miei clienti si prendano un colpo ritrovandosi davanti qualunque cosa possa provocare reazioni disgustate al posto dell'ascesa a Conte di tuo padre. - confermò Brack.
- Spero tanto che quella si trasformi in una discesa... - farfugliò l'altro scartando l'ennesimo libro.
La campanella della porta tintinnò. Qualcuno era entrato. Chi fosse lo scoprirono subito, senza dover per forza sporgersi a curiosare oltre la montagna di libri che aveva inondato la biblioteca.
- Ma che...? Che diamine è successo qu...IIIIHH! - e il poveretto finì giù per terra, inciampato in un libro. Come di conseguenza, altrettanti libri gli rovinarono addosso, seppellendolo. Fortunatamente riemerse quasi subito.
- Oh. Buongiorno, Kozìkozì. - lo salutò il custode, mentre Blumiere non si era quasi nemmeno accorto del suo arrivo.
- Ciao... Ahio, che botta... Che state combinando voi due? - chiese il giovane Obscurio del Fulmine, cercando di rialzarsi, ma scivolando e ricadendo un secondo dopo.
- Blumiere sta solo cercando un libro. - spiegò in poche parole Brack.
L'altro diede un'occhiata più ampia alla situazione. "Se questo pandemonio si può definire "cercare"..."
Finalmente riuscì a trovare una via libera per passare - Un Libro Proibit...EHI! - gridò poi contro l'amico, dopo che un libro volante lo colpì in testa.
- SCUSA! - fu la risposta gridata di Blumiere.
- Che maniere... - bisbigliò Kozìkozì quasi impercettibilmente.
Il custode riprese la conversazione - No no, quelli li ha tutti sotto costante osservazione dopo lo scherzo che gli hai fatto. - un sorrisino divertito comparve sulle labbra del giovane coi capelli viola - Sta solo cercando una copia di un testo scolastico che ha perso. - concluse.
- VERAMENTE L'HO FULMINATO DALLA RABBIA! - lo corresse Blumiere, sempre gridando a causa dell'altezza.
Kozì si prese la testa tra le mani - Non dirmi che era proprio... -
- ESATTO! - il ragazzo scese di un paio di pioli per guardare in uno scaffale un po' più in basso, così anche che non servisse più gridare per farsi sentire - Il libro dove dovevamo studiare per l'esame orale sul controllo del Fulmine. -
- Non dirmi che per leggere i tuoi libricini non hai studiato! - esclamò stupito l'amico.
- Già. E comunque quelli non sono "libricini", contengono informazioni importantissime e sono enormi! -
- Non ci credo... Blu, ti stai abbassando ai miei livelli?! -
- Bah... E' probabile. -
Brack interruppe quel breve scambio di opinioni tra i due - Ma... Kozìkozì, per caso devi studiare pure tu? -
Il giovane fece l'occhiolino - Ovvio. Se lo avessi già fatto, la mia fama di Opposto-Studente-Modello andrebbe in frantumi! E dato che il mio testo ha salutato il mondo almeno tre anni fa speravo che Blu mi prestasse il suo, ma a quanto vedo... - lasciò intendere il resto indicando con un cenno del capo l'amico che continuava a scartare libri a destra e a manca. - Comunque sono contento di non essere l'unico a dover sorbirsi le sue...! - un istante dopo si ritrovò abrustolito - ...fulminate. -
- E' incredibile quanto voi due siate forti nella pratica, mentre nella teoria siate un disastro. - constatò il bibliotecario.
- Per una ragione sola: la teoria dei controlli è inutile! Una volta che sai dominare il Fulmine o il Buio che t'importa del resto?! Nulla! - disse Kozì avvicinandosi alla mensola.
Tanto valeva dare una mano. Diede una rapida occhiata agli scaffali più bassi, dopo essersi chinato per riuscire a scorgere i titoli, e con un ghignetto si rivolse a Blumiere - Da quanto tempo è che cerchi, lassù? -
- Un due orette buone... Perché? -
- Guarda un po'! - ridacchiò mostrandogli proprio il testo che cercava il Lord - Eccolo qui! -
- COSA?! - esclamò sbalordito.
Talmente preso alla sprovvista, Blumiere si era sporto troppo all'indietro dalla scala, tanto da farla scivolare sul pavimento liscio, così si ritrovò a terra cadendo sulla collinetta di tomi che lui stesso aveva creato.
Brack lo aiutò ad alzarsi, mentre Kozìkozì non smetteva di sventolargli il libro scolastico sotto il naso.
Blumiere gli rispose con una linguaccia - Prima che fulmini anche questo è meglio mettersi a studiare... - formulò seccato strappando il testo dalle mani dell'amico, mentre quello intanto se la rideva di gusto.
- Eh-eh, Blu! Aspetta un secondino. - ridacchiò il viola costringendo il Lord a girarsi anche se con fare non curante. - Il libro l'ho trovato io! -
- E...? - continuò il blu, sapendo bene che la frase non sarebbe terminata lì.
Con un sorrisino furbo, Kozì gli fece capire ciò che voleva come ricompensa.
Sbuffando, Blumiere si tolse il monocolo, che ultimamente indossava sempre, appena arrivava in biblioteca, e lo pose delicatamente tra le mani di Kozì - Basta solo che non me lo rompi. -
Il giovane Obscurio del Fulmine cominciò a saltellare sul posto, felicissimo per quello che aveva ottenuto anche se temporaneamente.
Blumiere si sedette su una pila di libri a terra - Sembri un bambino a cui hanno appena regalato un pallone da calcio. - sospirò sorridendo.
Kozì, dopo diversi tentativi riuscì finalmente a indossare il monocolo, vedendo solo un vetro azzurrino - Perché? A soli vent'anni ti sembro vecchio?! Comunque ti sei incastrato da solo, se così fosse quello più anziano tra noi due saresti tu. E di Brack neanche ne parliamo, sarebbe un cadavere ambulante! - il custode passò di lì proprio in quel momento - Senz'offesa Brack, ti trovo forma smagliante! Eheh... - cercò di correggersi un istante dopo il giovane.
Brack intanto si stava dirigendo allo scaffale più in là, per vedere di riordinare i cartellini come prima gli aveva consigliato Blumiere - Lo prendo per un complimento. Ah, e avvertimi quando ti servirà un bastone per camminare, mi raccomando! -
Kozì lo guardò storto.
Blumiere lo guardò sorridendo - Sei tu quello che si diverte a ricevere insulti, Kozì. -
- E tu sei quello a cui piace beccarsi occhiatacce altrui! - gli rispose in tema l'amico, facendogliene appunto una.
Blumiere voltò pagina - Comunque potrò essere nato un po' prima di te, ma è solo questione di pochi mesi. E più che un bastone per camminare avresti bisogno del ciuccio, caro il mio bebè. - lo stuzzicò.
Kozì mise il broncio - E tu allora hai bisogno della balia! -
- L'hai messo storto... -
Kozì lo guardò interrogativo.
- Il monocolo. Il laccetto va verso l'esterno... -
- Ops... Oh, ma che importa?! Piuttosto, parlando di argomenti più interessanti, mi spiegheresti che ci vai a fare sulla collina? -
Blumiere se l'aspettava quella domanda. Il giorno prima, quando aveva raccontato a Kozìkozì tutta la verità, aveva tralasciato alcuni "minimi particolari", ovvero Farfalà. Nonostante l'amico avesse insistito per saperne di più su cosa combinasse dopo essere salito sull'altura, lui era stato irremovibile. Era naturale che avrebbe insistito, nota la sua testardaggine.
Il giovane fece un piccolo ghigno, ma Kozì non se ne accorse - Te lo dirò solamente se tu mi dirai cos'è una festa. -
L'altro sgranò gli occhi - Una... Una CHE?!? -
- Una festa. -
- Fe... -
- Festa! -
- Fetsa?! -
- F-E-S-T-A! -
- Festa... -
- Oh, finalmente! Tanto difficile da dire? - Blumiere tornò a leggere quelle noiose righe sull'origine del controllo del Fulmine, ma non lo fece a lungo. Si voltò a guardare la faccia a dir poco bizzarra che stava facendo Kozì - Perché mi guardi in quel modo? - chiese.
- ... Che roba è una... festa? - domandò di risposta l'altro.
Blumiere sorrise divertito, ma non accennò a rivelargli la soluzione.
Rimasero per un minuto buono in silenzio... Un lungo silenzio.
- Mi arrendooooo!!! Dimmi cos'èèèèèèèè!!! - implorò alla fine Kozì, lasciandosi scivolare a terra.

- Avanti! Mettimi giù! Per favore!! -
- Te lo scordi. -
- Fammi scendere!! -
- No. -
- TI PREGO!! -
- Mamma mia, quanto sei noioso... -
Il significato della parola "castigo": appendere il colpevole a testa in giù sul ramo un albero. O almeno questo valeva per Luvbì.
- Avanti, Luv. Mi pare che Hart abbia già scontato abbastanza a lungo la sua pena. - cercò di farla ragionare Farfalà.
- Ma scherzi?! E' già fortunato a rimanere legato solamente tutta la mattina invece di un giorno intero. E sono anche buona, perché per poter ripagare un forno dovrebbe mettere fiato e corpo per costruire nuovi mattoni. Guarda il lato positivo, gli sto risparmiando un sacco di fatica. -
- Guarda che sta arrivando tuo fratello. - le sussurrò l'amica.
La biondina roteò gli occhi - Sì, certo, mio fratello. Quale dei due che rimangono? -
- Fallo scendere. - disse una voce alle spalle della ragazza.
L'Antiqua s'immobilizzò di colpo - Oh-oh... -
- Luvbì...? - insisté quello.
- Sì, va bene Mirko, faccio subito! - obbedì come nulla, in quel momento nel ruolo di sorella minore. Fece rientrare nella terra il rampicante che teneva legato il fratellino, e questo finì a terra con un tonfo.
- Ahio... - gemette Hart, dolorante, subito raggiunto da Mirko.
- Tutto bene? - chiese con fare preoccupato il fratello maggiore.
- Sì sì, tutto bene. Solo la testa un po' calda, ma la vecchia befana non è stata così cattiva, stranamente. - spiegò Hart.
Alla sorella venne voglia di picchiarlo - Vecchia befana a chi?! -
- Luvbì. - la richiamò Mirko.
- Scusa. - disse quella e se ne andò, seguita da Farfalà.
Raggiunsero la piazza, la parte di Villaggio che era stata loro assegnata da pulire.
- Ma... Per caso hai paura di Mirko? - domandò la rossa incuriosita.
- Chi, io? No, ovvio che no! - ribatté l'altra cominciando a raccogliere quel po' di cianfrusaglie lasciate a terra la sera prima.
Farfalà iniziò subito ad aiutarla - Allora perché reagisci così? -
- Solamente perché gli ho promesso che avrei imparato a trattenermi, e mi ha giurato che se avessi sgarrato mi avrebbe incendiato istantaneamente i vestiti. - spiegò tranquilla e un po' innervosita.
Farfalà la guardò con un misto tra la sorpresa e il disappunto. Poi si mise a ridacchiare e Luvbì la guardò con odio.
- Cos'hai da ridere?! E' una cosa tremendamente seria! - le gridò poi.
La rossa cercò di trattenersi il più possibile, soffocando gli ultimi risolini - D'accordo, d'accordo. -
Rimasero in silenzio qualche minuto, poi Farfalà guardò la meridiana. Erano quasi le quattro. Tra poco lo avrebbe incontrato di nuovo.
Tornò a raccogliere l'immondizia, tenendo lo sguardo basso e sentendo solo l'eco lontano della voce di Luvbì che aveva ricominciato a parlare di chissà cosa, ma non faceva caso a ciò che diceva, mentre invece restava immersa nei suoi pensieri.
"Blumiere... Non so perché mi faccia uno strano effetto. Forse solamente non sono abituata a ritrovarmi davanti una persona con capelli blu, occhi rosso acceso e orecchie a punta, per di più un "nemico", ma sono sicura che non sia tutto. Ogni volta che lo vedo mi prende una strana paura, ma non la paura "di venir attaccata" o una paura "da spavento". E'... un timore diverso... Tipo una timidezza che sorge dal profondo di me, ma... Perché? Perché solo con lui? Io non sono solita arrossire mentre parlo con qualcuno e tanto meno non riuscire a guardarlo dritto negli occhi, però quando sono con Blumiere succede... Oh, ma che penso?! Sto diventando una paranoica! Basta, Farfalà, smettila!"
- Villaggio chiama Farfalà Ydal. Mi stai ascoltando? - la richiamò alla realtà l'amica, facendole scorrere la mano davanti agli occhi.
- Uh? Stavi... dicendo qualcosa? - chiese l'altra leggermente spaesata.
Luvbì la guardò seccata - E' da mezz'ora che ti parlo, ma a quanto pare nessuno mi ascolta. E perché sei arrossita? -
- Scusami, avevo la testa altrov... EH? C-come sono arrossita?! Dici sul serio? - esclamò Farfalà stupita. Temeva di conoscere il motivo di quel rossore: fino a due secondi prima pensava a lui. "Ma com'è possibile? Insomma, ora ci stavo solo pensando, mica ce l'avevo davanti!"
- Ovvio che sono seria. Hai le gote più rosse dei tuoi capelli, quasi. Ma perché? - chiese la biondina.
"Me lo sto domandando anch'io" si ripeté in testa la rossa.
Stava per dire la prima cavolata che le era saltata in mente, ma l'Antiqua degli Alberi non le diede il tempo di aprir bocca che prese parola al posto suo - Aspetta! Analizziamo i fatti: io ti parlo, ma tu hai la testa completamente altrove e non ti arriva al cervello nemmeno una parola di ciò che ho detto; arrossisci senza motivo e senza neppure accorgertene. Mhmm... Gli elementi ci sono tutti. Ma certo, ho capito! - esclamò battendo il pugno sulla mano aperta.
- Co-cos'è? - domandò Farfalà, leggermente spaventata da una reazione tanto accesa dell'amica d'infanzia.
Luvbì le puntò contro l'indice della mano destra - Tu... Ti sei innamorata! -
Silenzio.
- Oh, Farfalà, finalmente! Lo sapevo che in questi giorni eri strana, ma non pensavo che mi stessi nascondendo qualcosa di così grande! Avanti, di chi??? - l'assalì di colpo Luvbì.
- D-di nessuno! D-davvero, io non mi sono i-innamorata di nessuno! - esclamò la rossa arretrando di un paio di passi.
- Su, coraggio, confessa. - insisté la bionda.
- Te l'ho detto! - ribatté Farfalà. "Possibile che... Sia davvero così?"
- Allora perché sei ancora più rossa? - ridacchiò Luvbì.
- M-ma che ne so, avrò la febbre! Anzi, sarà meglio che vada subito a casa a controllare. Ciao! - troncò la conversazione teletrasportandosi istantaneamente.
L'Antiqua degli Alberi rimase immobile, poi le sue labbra si schiusero in un ampio sorriso.
- Sì, lo sapevo! Far è cotta, Far è cotta! Ma di chi? Questo lo scoprirò da me. Avanti, Luvbì, è ora di investigare! - si incitò da sola, saltellando di qua e di là.
- Luvbì! - gridò Mirko alle sue spalle, facendola sobbalzare.
- Sì sì, ora ricomincio a mettere a posto, eheh! Trallallero trallallà! - si rimise all'opera fischiettando.

Farfalà si richiuse la porta d'ingresso alle spalle, si tolse le scarpe e corse in camera sua.
"No, non è possibile... Neanche lo conosco, quasi! E' impossibile che mi sia presa una cotta per lui così su due punti, assolutamente... Oh, ma che cavolo mi prende?! Non mi riconosco neanche più!"
Guardò fuori dalla finestra.
- Devo trovare qualcosa con cui distrarmi... - farfugliò tra sé.
Cinque minuti dopo era ancora lì, a camminare per la stanza.
- Qualcosa che mi distragga, qualsiasi cosa! - si ripeté.
Passò un quarto d'ora.
- Che cosa posso fare? -
Raggiunse la quota dei venti minuti.
- Accidenti, accidenti, accidenti! -
Si decise a sporgersi fuori dalla finestra, per guardare la meridiana affissa alla parete.
- CHEEEE?!? Le quattro e dieci?! Ora sono in ritardo, devo muovermi! -
Così tornò a teletrasportarsi, questa volta ai piedi della collina.
Rimase un'attimo ferma a riprendere fiato. Eh sì, anche il Teletrasporto dell'Aria richiede fatica, soprattutto se non si è riusciti a rilassare abbastanza la mente nell'intervallo tra l'uno e l'altro.
Ripeté la solita procedura per entrare nel cuore della collina e uscì dal cratere sovrastante.
Come temeva, lui era già arrivato. Era seduto ai piedi dell'albero e stava sfogliando un libro.
Era talmente assorto nella lettura che non si era accorto del suo arrivo e nemmeno dei suoi passi che si facevano sempre più vicini.
Quando gli fu praticamente accanto, anche se sempre a quei pochi passi di distanza, lui sembrava non averla ancora notata.
La ragazza deglutì, poi si decise a parlare - Che leggi? - chiese timidamente.
L'Obscurio si voltò di scatto chiudendo automaticamente il libro dallo spavento. Si rilassò solamente quando distinse la figura della giovane Antiqua.
- Oh, sei tu. Scusami, non mi ero proprio accorto che eri arrivata. - disse impacciatamente e arrossendo un poco.
La ragazza sorrise serena - Me ne ero accorta. Ma tranquillo, non fa niente. Piuttosto scusami tu, sono arrivata terribilmente in ritardo, mi dispiace. -
- Figurati, anzi, troppa puntualità spesso fa male. Anche se in certi casi potrebbe salvarti da una ramanzina sempre uguale... - concluse ripensando a tutte le volte che il padre gli aveva sbraitato contro per qualche secondo di troppa attesa. - Perché senza scarpe? -
L'Antiqua avvampò. Nella fretta di teletrasportarsi per cercare di limitare il ritardo si era dimenticata di rimetterle. - Ehm.... Temo di averle dimenticate a casa... - si scusò.
Poi Blumiere si ricordò della domanda che gli aveva fatto la giovane - Comunque, ho trovato il Libro Proibito che parla dei Pixl. Eccolo qui. - disse porgendoglielo, per cambiare argomento.
La ragazza prese tra le mani il pesante tomo - Quanto è grande! - esclamò colpita - Speriamo solo di riuscire a leggerlo... Da quel che ho capito sei in grado di farlo solamente tu, giusto? -
L'Obscurio ci ragionò un po' su - Beh... teoricamente questo vale quando si parla di membri della Tribù dell'Oscurità, ma per te che sei un'Antiqua non dovrebbero esserci problemi. - spiegò.
La giovane gli diede una conferma positiva appena sfogliò le prime pagine - Qui dentro c'è un patrimonio! -
- Già. Tutte cose che agli Obscuri interessano meno del meno. - sospirò Blumiere appoggiandosi al tronco del gigantesco albero.
Farfalà si sedette a gambe incrociate - Beh... A tutti tranne che a te... - si sentì in dovere di sottolineare, arrossendo un istante dopo."Cavolo, mi ero ripromessa di non farlo, tantomeno proprio di fronte a lui!" pensò e approfittò del libro appena aperto che si ritrovava tra le mani per coprire il viso, nella speranza di nascondere il rossore che lentamente andava aumentando.
Blumiere però non si era fatto sfuggire quel particolare, dato che da quando si era accorto del suo arrivo non aveva smesso di guardarla. Pensò poi che se Farfalà aveva tentato di nasconderglielo, farglielo notare l'avrebbe messa ancora di più in imbarazzo. Quindi rimase zitto. "Chissà perché fa così" si chiese"Non c'è nulla di male nell'arrossire, specialmente se da un certo lato rende più carine le persone..." sorrise. La prima volta che aveva incontrato Farfalà aveva provato da subito una particolare simpatia nei suoi confronti e un lieve tepore gli aveva scaldato il cuore, e più tempo passava con lei, più questa piacevole sensazione aumentava d'intensità. Non ne era del tutto sicuro, ma credeva che quell'amicizia nata tra loro in realtà si trattasse di ben altro. O almeno così la vedeva lui.
Farfalà alzò lo sguardo - Buffo quel monocolo! - commentò sorridendo.
Blumiere rise a sua volta, togliendoselo - Sì, eh? E' ciò che mi permette di leggere i Libri Proibiti. Però devo ammettere che sto iniziando ad affezionarmici. Ce l'ho praticamente sempre su, lo tolgo soltanto quando torno alla Torre Conteica, dove abito. Mio padre non deve assolutamente sapere che sono in possesso di un oggetto tanto prezioso, altrimenti prima rompe questo, poi ammazza me. -
La giovane girò pagina - Non è tra i padri più esemplari, immagino. -
- Esattamente. Anzi, più che un padre è una tortura! - precisò poi.
- Avanti, non dire così. Sono sicura che in fondo ti vuole bene. Del resto sei pur sempre suo figlio! - disse l'Antiqua.
L'Obscurio fece un segno di diniego col capo - Tzh! Si vede che non lo conosci, ma del resto è meglio così. -
- Allora vorrà dire che un giorno me lo presenterai. - la buttò lì, ingenuamente, Farfalà.
- Ovvio che no! - gridò Blumiere mentre un brivido gli corse lungo la schiena - Andresti incontro a morte certa. Mio padre odia tutti gli Antiquos, anche solo udirne il nome lo fa uscire di senno. -
Farfalà tornò a leggere il libro - Scusa, non credevo fosse davvero... così. -
L'Obscurio tornò a rilassarsi - Tanto non lo potevi sapere. Comunque è meglio per entrambi che nessuna delle nostre Tribù sappia di questi nostri incontri in segreto, va bene? -
La ragazza dagli occhi verdi annuì. - E meno male che non hai ereditato il suo carattere! - si pentì subito dopo di averlo detto, arrossendo come un pomodoro e andando di nuovo a rifugiarsi tra le pagine del libro. Anche ora Blumiere l'aveva vista, ma come prima fece come se nulla fosse.
- Sarebbe una tragedia! - disse soffocando un risolino.

Alle quasi sette di sera, a giudicare dall'altezza del sole all'orizzonte, Blumiere chiuse il Libro Proibito che nell'arco di quelle tre ore era passato gradualmente da una mano all'altra.
- Questa questione della Ribellione dei Pixl è una cosa che proprio non conoscevo... - commentò il ragazzo dai capelli blu.
- Nemmeno io. - concordò l'Antiqua accanto a lui, guardando il panorama elevato che ritraeva il suo Villaggio, con sguardo vagante.
Entrambi ripensarono agli argomenti più importanti che avevano letto in quelle pagine, pochi istanti prima.

"3000 anni orsono, un potente mago appartenente alla Tribù degli Antichi creò i primi dodici Pixl dell'intera storia del nostro Mondo.
Compì questo creando uno speciale recipiente appositamente per codesto scopo, riempiendolo di tante anime quanti erano i Pixl da far nascere.
Teoricamente, si dice che questi spiriti appartengano a persone che ormai hanno terminato il loro viaggio in questa Dimensione.
Quando il mago morì, i suoi apprendisti continuarono ciò che rimase incompleto, basandosi sui Pixl originali per crearne di nuovi.
Tra gli Antiquos furono noti come "strumenti pensanti" e divennero dipendenti dai loro aiuti e capacità speciali, sfruttandoli per qualsiasi tipo di occupazione.
Assieme a loro, la Tribù degli Antichi divenne prospera come mai non lo fu.
Un giorno, però, accadde una catastrofe. 1000 anni dopo la loro creazione, una Pixl che mai aveva messo piede nel Villaggio arrivò, e si autonominò 'Regina dei Pixl'.
La maggior parte dei Pixl erano composti da anime buone, ma essa parve contenere uno spirito demoniaco e girava la voce fosse appartenuto non a un semplice Antiquo, bensì
alla figlia del mago che li inventò. L'esatta motivazione del perché reagì in quel modo non si sa, ma è detto che fosse inorridita da come gli altri Pixl venissero usati dalla Tribù
e utilizzò i suoi poteri per comandare una rivolta.
Devastati dalla perdita di aiutanti così preziosi dai quali erano ormai diventati totalmente dipendenti, gli Antiquos si ritrovarono incapaci di contrastare la Regina dei Pixl, così furono presto sottomessi e schiavizzati.
Dalle Antiche Rovine situate in un luogo segreto, gli apprendisti del mago ed eredi dei dodici Pixl originali apparvero, sconfissero orda dopo orda l'esercito dei Pixl ribelli e li sconfissero, liberando la Tribù degli Antichi. Utilizzarono delle carte magiche da loro chiamate Carte-Cattura per imprigionare i Pixl sotto il controllo della Regina e li curarono, riportandoli alla sanità mentale. Erano caduti uno dopo l'altro, ma avevano perseverato. L'ultimo sopravvissuto riuscì a irrompere nel castello della Regina, la quale aveva però utilizzato i suoi poteri illusionistici per sopprimerlo di immagini brutali e orripilanti. Fortunatamente un Pixl a fianco dell'apprendista era in grado di schiarire la mente e far vedere le cose come realmente stavano e insieme combatterono e sconfissero la Regina dei Pixl, comportando però il costo della vita del Pixl che aveva aiutato quel portatore di pace nella sua impresa.
Soltanto molti anni a seguire si scoprì la verità: la Regina dei Pixl fu il primo Pixl in assoluto, pochi anni prima della comparsa dei dodici. Era stata creata da un altro potente mago che sfruttò la magia nera racchiusa in un tomo proibito chiamato Profeticus Tenebræ. La Tribù dell'Oscurità, al tempo amica degli Antiquos, rubò il libro per impedire che altre catastrofi potessero accadere. La Tribù degli Antichi, però, essendone uscita vittoriosa, pretendeva di conservare da sé il tomo: così scoppiò un'altra sanguinosa guerra, ancor più brutale della precedente, tra i due popoli. I Pixl presero la parte degli Antiquos, ritenendo che gli Obscuri fossero stati degli egoisti a non aiutare l'altra Tribù quando questa li necessitava più che mai. Tuttavia un gruppo di Pixl del Tempo prese le difese degli Obscuri, sapendo bene che la fitta rete dei sotterranei del Castello dove questi abitavano sarebbe stata il nascondiglio ideale per quel tomo che avrebbe dovuto assolutamente sparire, ma che non poteva essere distrutto a causa di un sigillo oscuro impressovi dall'ultimo mago che lo utilizzò.
La guerra venne vinta dagli Obscuri, che quindi tennero il libro e lo nascosero, segnando in questo modo l'eterna rivalità con la Tribù degli Antichi. Per non avere a che fare l'una con l'altra, i rappresentanti delle due Tribù issarono un'altura invaricabile e da quel giorno non si rividero più. Nonostante i Pixl del Tempo fossero rimasti loro alleati, gli Obscuri li cacciarono dal Castello senza un motivo ben preciso, anche se fosse probabile che ricordassero troppo le loro passate collaborazioni con gli Antiquos."

Blumiere si prese il mento tra le mani - Profeticus Tenebræ... Strano, dice che è un Libro Proibito, ma io non l'ho mai trovato. Probabilmente l'avranno nascosto così bene che nei secoli non è più stato ritrovato. Comunque se in quel tomo sono narrati fatti davvero così catastrofici è meglio non mettersi a cercarlo. Ma c'è un'altra cosa che non mi convince... -
- Cosa? - gli chiese Farfalà.
- Lo stile di narrazione. Conosco molto bene i Libri Proibiti, ormai li ho letti praticamente tutti, e non seguono questa modalità. - si rigirò il libro tra le mani e lo sguardo gli cadde sull'incisione laterale. - Come temevo. - affermò - Questo libro sui Pixl e gli altri non appartengono allo stesso autore. E ora che lo guardo bene, le pagine di questo tomo sono meno rovinate di quelle degli altri. E' stato scritto molto tempo dopo e da un'altra persona. Il mistero a quanto pare si fa ancora più fitto... -
- Prixass... - sospirò Farfalà.
Blumiere si voltò verso di lei. - Chi è? -
- Un Pixl del Tempo... Io lo conosco, è stato lui ad insegnarmi il controllo per arrivare fin qui sulla collina. Ora capisco perché per anni lui e la sua famiglia hanno continuato a visitare il Castello. Semplicemente erano fedeli agli Obscuri nonostante fossero stati cacciati. -
Rimasero in silenzio, poi Blumiere si alzò.
- Si è fatto tardi, sarà meglio che torni alla Torre. - disse.
- Sì, anch'io devo andare. Ho un paio di faccende da sbrigare... - dichiarò la giovane un secondo a seguire.
Si avviarono verso il cratere e saltarono all'interno della collina.
Blumiere stava per andarsene, quando Farfalà lo chiamò - Blumiere, aspetta! -
L'Obscurio si voltò - Sì? -
Le gote della ragazza si tinsero nuovamente di un colorito porpureo - Ehm... Ecco... - avrebbe voluto chiedergli di incontrarsi anche il giorno dopo, ma non le uscivano le parole.
Blumiere però sembrò precederla - Ti va se ci vediamo anche domani? - domandò.
L'Antiqua annuì - Volentieri. Alla stessa ora? -
- Certo. Ciao! - confermò, e si avviò per il corridoio che lo avrebbe riportato dall'altra parte.
- Ciao! - salutò Farfalà, e anche lei uscì.

Da quel giorno continuarono a vedersi sulla collina, nessun dì escluso, mentre qualcosa cresceva a poco a poco nei loro cuori. Il sentimento più puro di tutti chiamato amore...

"- Ehi, Blu! Sparisci di nuovo? -
- Mi dispiace Kozì, devo andare. Ci vediamo domani! -"
Erano ormai settimane che andava avanti così, giorno dopo giorno, e Kozìkozì cominciava a sentirsi escluso. Temeva che l'amicizia salda e sicura che aveva fondato con Blumiere si stesse affievolendo. Insomma, la mattina se ne stava sempre rinchiuso in quel suo stanzino a leggersi quei suoi libricini, il pomeriggio lo vedeva sì e no di sfuggita alle lezioni, ma sempre più spesso non si presentava. Non si allenavano più come pochi mesi prima, non si sfidavano in lotte alle ultime forze coi loro controlli. Non scherzavano quasi più. Il tardo pomeriggio scompariva nel nulla e tornava la sera tardi. Sapeva dove andava, d'accordo, ma fino ad un certo punto: la vedi una, due e forse tre volte, ma dopo basta! Stava cominciando a dargli sui nervi con quella stupida invenzione dello "studiare la collina". Ormai sospettava da parecchio tempo che ci fosse anche dell'altro, ma attendeva paziente l'occasione giusta per seguirlo di nascosto e scoprire dov'era. Aveva già provato una volta, ma non aveva idea di come arrivare lassù in cima, quindi la missione era fallita. Ma non avrebbe commesso lo stesso errore una seconda volta, non era tanto stupido. Forse lo avrebbe potuto sembrare, con quel suo atteggiamento un po' imbranato e sempre con la battuta pronta anche quando dovrebbe rimanere serio, ma era anche lui in grado di pensare e sapeva di non avere un cervello inutile. In realtà era molto astuto, più di quanto non sembrasse. Ma il suo nome del resto non l'avrebbe mai aiutato a farsi vedere da subito per quello che realmente era, come non lo aveva mai fatto.
"'Kozìkozì'... Non può esistere un nome più stupido e ridicolo di questo!" pensò battendo i pugni sul tavolo. "I miei genitori avevano una fantasia davvero smisurata! Per mia sorella andava bene 'Komeva', almeno lei è sempre stata libera di rispondere se stava bene o male. Io invece... Tutti danno per scontato che io sia un tipo sempre 'cosìcosì', uno povero idiota buono a nulla che non fa altro che portare sfortuna agli altri! Ma ho capito il perché di questo nome: io non avrei mai dovuto nascere!" stringeva talmente forte i pugni che le unghie avrebbero rischiato di ferirgli i palmi delle mani. Poi un ricordo gli attraversò la mente e un tenue sorriso gli comparve sulle labbra, malinconico.
[Il primo giorno di scuola. Aveva sei anni. Prima non c'era mai stato nulla di sbagliato nel suo nome, per lui era uno qualunque.
Quando l'insegnante aveva fatto l'appello e nominato il nome "Kozìkozì", stava per gridare presente, quando un mormorio si era sollevato nell'aula, tra gli studenti.
- Ma chi è che ha un nome così ridicolo?! -
- Di sicuro è un babbeo! -
- Non gli darò mai retta. Puah! -
Aveva avuto paura. Paura del suo stesso nome.
- Kozìkozì? - richiamò l'insegnante.
Quello che al tempo era solo un bambino alzò timidamente la mano. - Sono... sono io... -
Il risultato: fragorose risate provenienti da ogni angolo della classe si sollevarono contro di lui.
- AHAHAHAH! C'avrei giurato che fossi tu! AHAHAH! -
- Già! AHAHAH! Si vede subito che non sei un tipo normale! -
Tutti ridevano e si vedeva chiaramente che l'insegnante si stava trattenendo a forza.
In quel momento iniziò ad odiare il suo nome.
Talmente preso dallo sconforto e assordato dagli schiamazzi generali, non si era accorto di un bimbo seduto in un banco non molto distante dal suo che lo guardava, in silenzio.
Tre giorni trascorsero allo stesso modo, subendo dispetti e burle da tutti.
Arrivò il quarto giorno. Le lezioni erano appena terminate e gli altri bambini erano già corsi fuori incontro ai loro genitori. Solamente il bimbo dai capelli viola legati in un codino dietro la testa se ne stava ancora seduto sul banco, la testa premuta tra le braccia e gli occhi dorati velati dal pianto.
- Ciao! - lo salutò qualcuno.
Si asciugò in fretta le lacrime e sollevò piano lo sguardo, fino a incontrare degli occhietti vispi color rosso fiamma di un bambino dai capelli blu. Questo lo guardava sorridendo.
Kozì tirò su col naso - Sei... Sei solo l'ennesimo che mi vuole prendere in giro, non è vero? -
Il bimbo che gli stava di fronte gli porse la mano - Non ci trovo nulla di sbagliato nel tuo nome. E' esattamente uno come tutti gli altri. -
Kozìkozì gliela strinse timidamente. Era la prima persona dall'inizio della scuola che non gli aveva riso in faccia.
- Io mi chiamo Blumiere. - si presentò il piccolo Obscurio. - E sai che ti dico? Fino all'anno scorso ridevano dietro pure a me, ma ho provato ad ignorarli e poco dopo si erano già stancati di prendermi in giro. - gli rivelò spostando una sedia e accomodandosi accanto a Kozìkozì, nella speranza di risollevargli un po' il morale.
L'altro si voltò verso di lui - Davvero? E... Perché lo facevano? - chiese innocente.
Il bimbo fece spallucce - Semplicemente perché mi chiamo Blumiere. - cercò di ironizzare, ma vedendo che quei grandi occhietti dorati che lo guardavano sorpresi non riuscivano a capire, cercò di spiegarsi meglio - Non è buffo pensare che io sia un membro della Tribù dell'Oscurità e mi chiami "Luce"? -
Kozì abbozzò un sorriso divertito, il primo che fece da quando il suo stesso nome gli si era rivoltato contro. - In effetti forse... - ma poi si bloccò, temendo che Blumiere si fosse potuto offendere.
Ma lui si limitò a ridacchiare - Tranquillo, ormai ci ho fatto l'abitudine. - disse sorridendo radioso.
Risero assieme, poi Kozìkozì si fermò - Ma ora... Noi due siamo diventati amici? -
- Certo che lo siamo, Kozzi! - annuì sicuro e sincero Blumiere. - Non ti dispiace se ti soprannomino"Kozzi", vero? Ho pensato che magari chiamarti in questo modo potrebbe togliere il significato del tuo nome. Comunque io non ti vedo per niente un tipo "cosìcosì", anzi, ti trovo molto simpatico. -
Il viola fece finta di pensarci su, per poi scuotere il capo rigorosamente in assenso - E' bello! Più di "Kozìkozì"! - esclamò felice.
Poi col tempo "Kozzi" si era trasformato in "Kozì", ma ormai a lui non importava più. Sapeva che aveva incontrato un amico. Una amico vero.]
Quanto tempo aveva trascorso assieme a Blumiere, per lui era diventato come un fratello. A quella memoria ne riaffiorarono altre.
Blumiere lo aveva sempre difeso, quando arrivavano nuovi compagni pronti a prenderlo in giro. Una volta Kozì si era imbattuto in una gang di bulletti strafottenti, ma lui si era messo in mezzo e le aveva prese di santa ragione pur di impedire che fosse Kozì a subire quei colpi.
Da bambino, inoltre, era molto insicuro e questa sua timidezza gli aveva impedito di focalizzare il suo dominio. Blumi, così lo aveva soprannominato all'inizio e man mano che crebbero era mutato in "Blu", gli era sempre stato accanto e lo aveva motivato a farsi coraggio. Un po' alla volta era riuscito a scoprire i suoi poteri e a utilizzarli al meglio.
Era solo grazie a Blumiere se ora era tra i più potenti Obscuri del Fulmine dell'intera Tribù.
Era solo grazie a lui se ora non era ancora seduto su quel banco scolastico, a piangnucolare ferito nell'orgoglio.
Solo grazie a lui.
Il sorriso si ampliò e Kozìkozì si alzò e si diresse verso la finestra, guardando la collina. "Qualunque cosa tu stia combinando ti perdonerò... Blumi. E' il minimo che possa fare, e sono sicuro che la nostra amicizia non si spegnerà mai"
Poi corse fuori per raggiungere la biblioteca e s'imbatté nella sorella. Si fermò e si rivolse a lei - Sai, Kome? Puoi dire quello che vuoi su Blumiere, ma io continuerò a stargli accanto. Almeno sarà un modo per ripagare tutto quello che ha fatto per me. - disse sorridendole, poi ricominciò a correre senza aspettare una sua risposta.
Komeva era rimasta alquanto spiazzata, ma si riprese quasi subito da ciò che Kozìkozì le aveva dichiarato. Sorrise, entrando in casa. "Bravo il mio fratellino. Finalmente sta trovando la sua strada."

Con enorme sorpresa di Arishot, Blumiere era addirittura arrivato in anticipo e lo stava aspettando addossato ad una colonna di fronte alla porta della Sala Riunioni.
- Non è da te. - disse secco ma sorpreso il padre del giovane.
- Scusa se finalmente sto iniziando a capire che quello che dici è importante, per il mio bene e per il mio futuro - gli canzonò dietro il figlio con tono mieloso, roteando gli occhi.
Il Conte sbuffò - Avanti, entra. Abbiamo una riunione molto importante da sostenere. -
Così entrarono e l'Obscurio più giovane presente fu costretto a sorbirsi un'ora di parole sparpagliate e sovrapposte, tanto che cominciava a mancargli l'aria e lo stava prendendo un forte mal di testa. In realtà la ragione per cui era arrivato in anticipo era una sola: sperare di poter raggiungere prima Farfalà. Quel giorno erano stati costretti a rimandare l'incontro alla sera, a causa di quella stupida riunione che il Lord non poteva assolutamente evitare, per quanto in realtà lo volesse. Ormai erano mesi che continuavano ad incontrarsi ripetutamente, ma nessuno di loro era stanco di ciò. Anzi, Blumiere si sentiva bene con lei più che con chiunque altro, quel calore confortante che aumentava sempre di più nel suo petto non era mai venuto a mancare mentre le era vicino. Il cuore gli batteva all'impazzata quando involontariamente le loro mani si sfioravano, tanto che temeva prima o poi sarebbe esploso. I suoi sinceri occhi verde smeraldo, i suoi lisci e lunghi capelli rossi mossi dal vento, i suoi dolci sorrisi. Ormai Farfalà era una presenza costante nei suoi pensieri. Sentiva che erano entrambi mossi da una forza misteriosa e in un certo senso magica, come una calamita che li attraeva l'uno all'altro. I due poli opposti, come opposti erano i loro popoli. Ormai lui era sicuro di ciò che provava per lei, non aveva più dubbi.
All'improvviso le parole di uno dei presenti lo riportarono alla realtà - Ma perché non sentiamo anche il parere del nostro giovane Lord e futuro Conte Blumiere? -
Quella fu come una frustata violenta che lo aveva svegliato in malo modo dal suo Mondo. Non aveva ascoltato niente dell'intera conversazione che si era tenuta, non aveva alba di cosa stessero parlando. Così provò ad abbozzare sperando dicessero qualcosa che lo avrebbe almeno indirizzato verso l'argomento - Ehm... Ecco... Non saprei... - farfugliò.
Fortunatamente per lui, un tipetto basso sedutogli di fronte dall'altro capo del grande tavolo, che probabilmente si era accorto che il giovane aveva la testa altrove, ripropose la domanda entrando nel vago, ma a Blumiere ciò che scoprì non fece altro che far ribollire il sangue nelle vene - Avanti, credo che quella di abbattere la collina per poter invadere la Tribù degli Antichi sia un'idea geniale. -
Al giovane sembrò di pietrificarsi all'istante - NO! - gridò con sorpresa di tutti, e si alzò di scatto facendo ribaltare la sedia all'indietro. - ASSOLUTAMENTE NO! LA COLLINA NON SI TOCCA E NEMMENO GLI ANTIQUOS!! -
Il padre lo guardò tra l'irato e la sorpresa - Ma che... che ti prende? -
- Che mi prende?! Mi prende TUTTO! Quell'altura non va sfiorata con un dito e la Tribù degli Antichi ha diritto di essere libera quanto lo siamo noi! - urlò, poi uscì in picchiata dalla sala, sbattendo il forte portone.
All'interno di essa tutti erano muti e Arishot era divenuto paonazzo dalla rabbia - La riunione è sospesa. - annunciò, e seguì il figlio.
Lo vide a metà del corridoio, fermo immobile a pugni serrati - Blumiere! Perché hai detto così? Abbiamo parlato per più di un'ora di questo, eravamo arrivati ad una conclusione e tu hai avuto questo inspiegabile attacco d'ira e hai rovinato tutto quanto! -
Il giovane non si voltò - Io non ho rovinato un bel niente! Siete voi quello che non vede l'ora di scatenare una guerra! Ora viviamo tutti in pace, noi di qua e loro di là, nessuno disturba nessuno. Perché volete farlo? - domandò serio e innervosito.
Il padre gli si avvicinò - Per il bene di tutti noi. Se gli Antiquos cesseranno di esistere, la pace regnerebbe eterna su questo mondo. Un mondo di soli Obscuri! - disse prendendogli le spalle da dietro.
Blumiere si sottrasse alla presa del Conte e si voltò per guardarlo dritto negli occhi, rossi come i suoi - No. Mai e poi mai vi permetterò di fare una cosa simile. Potete scordarvelo! -
Entrambi sostenevano lo sguardo dell'altro con cattiveria, ma Arishot notò un bagliore negli occhi del figlio, un luccichio che aveva lasciato intendere troppo. Blumiere se ne accorse troppo tardi, quando le iridi del padre si accesero di crudeltà e amarezza. Il giovane cominciò a vacillare e la sua espressione lasciò trasparire tutta la verità, preso dalla paura per ciò che temeva Arishot fosse riuscito a scoprire. Indietreggiò.
Il Conte gli fece contro - La collina... BLUMIERE! - stava per lanciargli una Bolla Oscura, ma il figlio riuscì a spostarsi in tempo per evitarla, finendo però a terra. Si rialzò in fretta e cominciò a correre per raggiungere i cancelli del Castello il più in fretta possibile.
Arishot divenne ancora più infuriato. Raggiunse la finestra più vicina e si affacciò - ATTIVATE LA BARRIERA E SERRATE I CANCELLI! IMMEDIATAMENTE! - ordinò.
Un consigliere che stava passando di lì lo guardò - Ma, signor Conte... La Barriera la possiamo attivare solo per le emergenze e... - tentennò.
- Questa è un emergenza! Dovete impedire assolutamente che mio figlio esca dal Castello! Quindi muoviti ad andare ad attivarla! ORA! -
Il consigliere tremava come una foglia - S-s-sìssignore, s-subito! - balbettò correndo verso la centralina della Torre, per andare ad attivare lo speciale strumento.
Blumiere continuava a correre più veloce che poteva. Aveva sentito le grida del padre e quindi cercava di andare ancora più in fretta "Barriera? Che roba sarebbe?" si domandò. Ma la risposta la ricevette quando cercò di disintegrarsi via, senza riuscirci. Ci provò una, due e ancora tre volte, ma vano. Un dubbio lo investì e provò a lanciare un fulmine contro una parete, ma le sue mani non vennero avvolte dal classico bagliore azzurrino. - Una Barriera anti-controllo distesa su tutto il Castello. Ecco cos'è! - esclamò pompando le gambe al massimo. Avrebbero fatto di tutto per bloccargli la fuga e lui non poteva né disintegro-riformarsi all'esterno, né rendersi invisibile e neppure volare per superare i portoni del cancello. "Devo muovermi!".
Era sceso fino al terzo piano della torre in tempo record, in circa due minuti aveva percorso dodici piani. Notò una finestra aperta. Se avesse continuato a correre fino ad uscire, poi avrebbe dovuto fare il giro dell'isolato per poter immettere i cancelli nel campo visivo, perdendo tempo; invece se fosse saltato fuori da quell'apertura li avrebbe avuti dritti in fronte a sé.
Non ci ragionò due volte e saltò giù in corsa, sfruttando un lampione per rallentare l'impatto col suolo. Poi riprese a correre. Quella era una mossa che le guardie del cancello non erano riuscite a prevedere, e i portoni erano ancora semiaperti. Fece l'ultimo sforzo evitando ogni tipo d'intralcio, si scostò dall'attacco di due guardie e fu fuori. Non riusciva a credere neppure lui di esserci riuscito.
Era troppo debole per potersi disintegrare, ma poteva ancora rendersi invisibile e volare via. Anche se sapeva che era un alto rischio: entrambi quei poteri appartenevano al controllo del Buio e il tatuaggio cresceva ogni giorno di più nonostante non li utilizzasse. Questo non riusciva a capirlo, ma sapeva che era meglio far finta di non avere quel dominio. Ora però non aveva tempo per ragionare e agì d'istinto: un attimo dopo era scomparso alla vista di tutti gli altri Obscuri.
Arishot batté i pugni sul davanzale - Maledizione! Questo non me lo doveva fare! - gridò più a sé stesso che a tutto il resto. "Quel... quel dannato di mio figlio ha conosciuto un'Antiquo, glielo si leggeva in faccia! Come ha fatto?! E soprattutto dov'è che ho sbagliato, io?"

Solo quando arrivò alla base dell'altura, Blumiere si concesse di respirare. Aveva il fiato grosso e gli facevano male le gambe. Tutto quel tragitto era dovuto correre, non aveva abbastanza forze per volare, a malapena riusciva a mantenersi invisibile. Come se non bastasse, le scosse alla schiena aumentavano passo dopo passo. Fu costretto a tornare normale, altrimenti avrebbe rischiato di svenire dal dolore. Si riposò per un minuto o due, poi entrò nel cuore della collina e raggiunse a fatica il pianoro sopra di essa.
Farfalà lo raggiunse, preoccupata.
- Blumiere, va tutto bene? - chiese avvicinandosi a lui.
Lui annuì cercando di non far trasparire la fatica. - Tranquilla, sto bene. - la rassicurò.
Si avviarono verso l'albero, dove Blumiere si sedette esausto, appoggiandosi al tronco.
- Come mai questo ritardo? E' successo qualcosa? - domandò ancora Farfalà.
Blumiere sospirò - Beh, potremmo dire che mio padre mi ha scoperto, ora sa che vengo sulla collina. E' stato per un'attacco d'ira, temo di aver lasciato intendere qualcosa. Non è stato per niente facile uscire dal Castello, ha cercato in tutti i modi di impedirmelo. Ma per fortuna ci sono riuscito. -
Farfalà sorrise comprensiva - Ecco perché hai l'aria così stanca. -
- Mi dispiace, avrei dovuto fare più attenzione con mio padre. Se magari non avessi ribattuto ora potrebbe esserne ancora all'oscuro. - disse l'Obscurio, con una nota di tristezza nella voce.
L'Antiqua scosse il capo - Non importa, ormai quel che è fatto è fatto, non possiamo più tornare indietro. E' inutile strasene a rimuginarci sopra. -
Blumiere rise malinconicamente - Sì, hai ragione. -
Ci fu un istante di pausa.
- Sai... Temevo non riuscissi a venire. Stavo cominciando ad essere in pensiero... - confessò Farfalà abbassando lo sguardo.
L'Obscurio sorrise - Tu sei proprio una ragazza strana. - disse.
L'Antiqua sollevò il capo, guardandolo interrogativa.
Lui spiegò meglio ciò che intendeva dire - Insomma, io teoricamente dovrei essere un nemico. Volendo potrei anche comportarmi così gentilmente per finta e in realtà essere esattamente come mio padre. Sarei in grado di coglierti di sorpresa ed eliminarti in un attimo. Tu che ne potresti sapere? Però ti fidi ciecamente di me e non sembri spaventata, nonostante tu sappia benissimo cosa sono. -
Farfalà lo scosse la testa in segno di diniego - A me non importa cosa tu sia in realtà. Anche quando ti ho salvato avevo la consapevolzza di ciò che stavo facendo: tu eri un nemico, gli Obscuri erano nemici, ma non avrei potuto abbandonare una vita in pericolo. Non me lo sarei mai perdonato. Poi però ci siamo conosciuti a vicenda e ho capito che in tua compagnia non avrei rischiato di correre alcuna minaccia. Ormai siamo diventati amici, e gli amici si fidano gli uni degli altri, non è così? Quando sono con te io parlo con Blumiere, non con un Obscurio appartenente alla Tribù dell'Oscurità. E anche ritrovarci in questi continui incontri non è altro che la nostra occasione per conoscerci meglio ogni giorno. E'... sbagliato, forse? - parlò sinceramente, guardandolo dritto negli occhi.
Blumiere ricambiò lo sguardo - No, certo che non è sbagliato. Anch'io sono d'accordo con te e vederti ogni giorno non mi dispiace per nulla. Volevo solo cercare di capire come la vedevi tu. -
Rimasero in silenzio, fissandosi intensamente. Gli occhi verde smeraldo di lei dentro quelli rosso fiamma di lui e viceversa. Ancora quel calore beneficò e sconosciuto invase i loro cuori.
Poi la giovane si rese conto di essere rimasta in piedi per tutto quel tempo.
- Posso... posso sedermi accanto a te, Blumi? - chiese arrossendo, distogliendo lo sguardo.
L'altro toccò la terra accanto a lui con la mano, per dirle di sedersi - Prego, Far. Anzi, non riesco a capire perché tu me l'abbia chiesto dopo tutto questo discorso. - disse pacato.
Farfalà divenne ancora più rossa - Ehm... Neanch'io, in effetti... Ma grazie, comunque. - farfugliò imbarazzata accovacciandosi accanto a lui, portandosi le gambe al petto e nascondendovi il viso.
Blumiere sorrise divertito da quella sua timidezza, che la rendeva paricolarmente dolce. "Anch'io quando mi rivolgo a te parlo con Farfalà e non con un'Antiqua. L'ho sempre fatto."
Distolse lo sguardo, accorgendosi di avere le gote leggermente calde - Allora, continuiamo con la conversazione di ieri. Mi stavi raccontando della tua famiglia, giusto? -
La giovane annuì e ripresero a parlare.

Quella notte, stanco com'era, Blumiere non riuscì a tornare al Castello e si addormentò ai piedi dell'albero. Farfalà non se la sentiva di lasciarlo solo e decise di restare a fargli compagnia nonostante si fosse già addormentato profondamente, finché anche lei si lasciò prendere dal sonno.
Inconsciamente, le loro mani si cercarono fin quando le loro dita non s'intrecciarono, e i loro corpi assopiti vennero attraversati da un brivido a quel tocco caldo, tanto inconsapevole quanto, in realtà, voluto.


Ce l'ho fattaaaaaa!!!
Finalmente! xDxDxD
Eccomi qua con chappy numero 8 nonché Secondo Ricordo e capitolo più lungo che abbia scritto! (diciotto pagine contro le otto di tutti gli altri xD) Bene bene bene... Da dove parto?
Ah sì!
Allora, la Ribellione dei Pixl.
Se pensate che mi sia inventata tutto io vi sbagliate di grosso, è marchio Nintendo, quello u.ù A parte la guerra tra Antiquos e Obscuri e la loro "antica amicizia", le uniche cosette che ho modificato per far quadrare il tutto ^^
... Poi... Le parole che ho scritto in grossetto e corsivo sono una voce fuori campo, ma non stanno ad indicare per forza il Ricordo. Mi spiego meglio: mentre nel quarto capitolo "Nuove Conoscenze" quella voce fuori campo è presente anche nel videogioco, in questo qui me le sono puramente inventate... Spero di non avervi fatto troppa confusione^^'' Comunque, per chi non conosce la storia originale, il Ricordo è l'ultima parte del chappy.
Altra cosuccia: nei ricordi di Kozì, quando Blumiere si presenta e dice che è strano "appartenere alla Tribù dell'Oscurità e chiamarsi 'Luce'", ho fatto riferimento al nome originale giapponese di Blumiere, ovvero Rumiēru, "Lumière" giapponesizzato, che significa appunto Luce.
... Che altro ho da dirvi?... Nulla^^
Spero che vi sia piaciuto, che non ci siano troppi errori (se mai ci fossero avvisatemi!) e che il capitolo sia stato scorrevole^^ Sinceramente mi sento abbastanza soddisfatta, ma non so, decidetelo voi^^
Beh, fatemi sapere!
Ringrazio di cuore tutti i miei recensori: Il GRANDE Ladro Fantasma (vedi che ora mi sono ricordata dell'attributo? ;P), christhebest, koopafreak, Amy Dickinson (anche se non hai recensito il capitolo scorso, ma da quello che mi avevi detto credo che tu sia ancora in vacanza, giusto?) e Ana-Chan (metto il nick di Ana, ma tanto sai che intendo te, onee-san^^).

Ciao ciao e alla prossima!^^
Emmy_Nerisse

 

  
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