Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Jejje    12/03/2007    8 recensioni
- Lì c'è una fila immensa, ci metterai un'eternità. Dài, prenditi qualcosa al distributore - mi consigliò lei, secca. Vidi anch'io la macchinetta che intendeva, ed era ignorata da tutti, a differenza degli stupidi negozi che la circondavano. Sorrisi a Ginny e mi avvicinai al distributore, frugandomi nelle tasche in cerca di qualche spicciolo. Dopo averli trovati li infilai dentro e premetti il tasto per avere una lattina di Cola. Niente. La macchinetta mi rese i miei soldi rumorosamente. Sbruffando appena, riprovai di nuovo. Sembrava non esserci niente da fare: la macchina mi restituì di nuovo le mie monete, senza dare segno di funzionare. Imprecai, dandole un pugno debole. Fu allora che sentii una voce maschile proveniente da appena dietro di me chiedermi: - Vuoi una mano? -
Mia ennesima R/Hr, dedicata all'Amy e alla mia moder Lollo ^.^
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Wecome To PageBreeze

Eccomi di nuovo qui...in ritardissimo. Mi dispiace, ma non avevo davvero ispirazione O.O Questo capitolo era nato come l'ultimo in assoluto, ma dopo una chiacchierata con la Lollo ho deciso di scrivere almeno un corto epilogo XDD Quindi a meno che non abbia un'illuminazione improvvisa (cosa molto poco probabile XD) il prossimo sarà l'ultimo capitolo ^^.

 

CAPITOLO DECIMO

Facevo girare la matita fra le dita, mentre guardavo con aria perplessa il foglio che avevo sotto gli occhi. Ecco, questa è sicuramente giusta...questa non sono così sicura...ma chi se ne importa, tutto il resto va bene. Perfetto, pensai.
L'esame era andato meglio di quello che pensassi. Sicuramente a casa, ripensandoci, avrei trovato qualche errore quando sarebbe stato troppo tardi, ma ero abbastanza soddisfatta di me stessa. La laurea è ad un passo, Granger.
Sorrisi, alzando il polso per riuscire a leggere l'ora. Notai che anche gli altri ragazzi cominciavano ad agitarsi per il tempo che stava per finire, e decisi di prevedere tutti, alzandomi e consegnando i fogli all'accigliato professore che ci stava controllando.
Gli sorrisi, più per il ridicolo farfallino che portava che per educazione, e abbandonai l'aula con un preoccupazione decisamente grande in meno sullo stomaco.

---------------------------------------------------------------------------------------------

- Non dirmelo. E' andata malissimo...forse hai fatto addirittura un paio di errori - disse Ginny dopo essere corsa alla porta verso di me, probabilmente per la mia espressione tranquilla.
- No, ma quasi - le risposi - forse ne ho fatto uno -.
- Aaah, l'ho sempre detto che la mia migliore amica è un mito! - esclamò lei saltandomi addosso e baciandomi la guancia con affetto.
Non ebbi neanche il tempo di ringraziarla che mi allontanò bruscamente, tenendomi solo per le spalle.
- A proposito, lui ha chiamato - mi disse, seria.
- Lui chi? - finsi di essere perplessa, anche se le guance troppo rosate mi tradirono.
Ginny alzò le sopracciglia, lanciandomi il suo classico sguardo non-provare-a-prenderti-gioco-di-me. - Molto divertente. -
- Okay, forse non ero credibile. Che ha detto? - le chiesi, smettendo di rinchiudere dentro di me la mia contentezza.
- Ha detto che avrebbe voluto sentirti per festeggiare...o per consolarti - rise all'ultima affermazione.

Mi spostai da lei senza dire una parola e mi gettai sul divano.
- Oddio, non posso rivederlo - dissi io a bassa voce dopo qualche secondo, fissando il soffitto.
- E perchè no? - mi chiese Ginny mentre si sedeva accanto a me.
Io la guardai con un'espressione colpevole. - Ehm... - mi bloccai.
- Dài, prima o poi dovrai dirmelo - continuò lei con l'aria di chi la sapeva lunga.
Le scoccai uno sguardo fusioso: - Tu sai -
- Sì, in effetti sì - rispose, guardandosi le unghie - a cosa ti riferisci esattamente, però? -
- Lo sai - continuai io imperterrita, senza addolcire lo sguardo.
Senza il mio stupore, Ginny scoppiò a ridere. - Mi stavo chiedendo quando me l'avresti detto...ci sono rimasta male, credevo di essere la tua migliore amica -.
Io scattai in piedi, senza toglierle gli occhi di dosso. - Tu ci hai visti e non hai neanche il buon senso di dirmelo?! -
- Be', neanche tu hai avuto il buon senso di dirmi che ti aveva baciata! - continuò, affatto spaventata dalla mia reazione.
Fissai il suo sguardo deciso per qualche secondo, poi sospirai e mi ributtai sul divano con un puff.
- Okay, lasciamo perdere. E' una giornata troppo bella per rovinarla discutendo - sbuffai, cercando di calmarmi.
- Certo, anche perchè non parleremo molto per il resto della giornata, visto che adesso vai da lui. Ah, tranne quando tornerai, a qualsiasi ora, perchè ovviamente voglio sapere tutto. -
La guardai, esasperata: - Da lui? Ma dove? -
- Non lo so e non mi importa. Esci, cercalo, trovalo e poi fate quello che vi pare, basta che stiate insieme. Aaah, lo sento, manca poco all'inizio, ormai! -
- Se lo dici tu...- dissi, senza convinzione. Poi alzai la testa di scatto, facendo sobbalzare Ginny. - Anzi, sai cosa? Hai ragione, adesso esco - e senza darmi neanche il tempo di cambiare idea mi alzai e afferrai il cappoto, senza metterlo. Mentre aprivo la porta sentivo Ginny ridere a crepapelle.
Mi bloccai immediatamente non appena vidi un paio di piedi accanto allo zerbino, sobbalzando indietro dallo spavento. Alzai lo sguardo per scroprire chi ne fosse il proprietario, e lo stupore sul mio volto si trasformò in un sorriso.

- Andiamo, credevi sul serio che non sarei venuto? - mi chiese Ron alzando le sopracciglia, cercando di nascondere l'aria divertita.
- In effetti me lo sarei dovuto aspettare - dissi semplicemente, avvicinandomi a lui per abbracciarlo. Come al solito, era capace di farmi passare l'imbarazzo per qualsiasi cosa, nonostante tutto. Un bacio, in quell'occasione.

- E' andata bene, non è vero? - mi chiese lui avvolgendomi le spalle con un braccio e spingendomi a camminare. Prima di rispondergli chiusi la porta dietro di me senza salutare Ginny, dato che aveva stranamente finto di non essere presente.
- Sì...sì - risposi, mentre la mia convinzione andava man mano sfumando. Intanto il mio cuore cominciò a galoppare a causa della sua mano sulla mia spalla, me lui non sembrò accorgersene.

- Bene! Ne ero sicuro...- sembrava felice davvero, ma avevo come l'impressione che la tristezza si nascondesse dietro i suo occhi sorridenti. - e dato che dobbiamo festeggiare, adesso ti porterò ovunque tu voglia! Magari evita mete troppo lontane però, ci facciamo un piacere entrambi -
Io scoppiai a ridere. - Al negozio. Voglio andare a lavorare! -
Lui mi lasciò le spalle e si mise davanti a me, stupito. - Cioè, in un giorno come questo tu vuoi andare a fare la commessa? -
- Esatto! Mi piace stare lì, sento di farne parte in qualche modo...e in questi giorni mi siete mancati... - dissi, rimettendo un boccolo al suo posto.
Lui sorrise con aria ancora perplessa, prima di dare il suo ok.

---------------------------------------------------------------------------------------------

Ne avevo davvero sentito la mancanza durante quegli interminabili giorni in cui non facevo altro che studiare. Incredibilmente, avevo sentito la mancanza del lavoro. O almeno era quello che pensavo...mentre ridevo di nuovo alle battute di Ron sul mio modo di rimettere a posto le maglie, mi resi conto che in fondo era solo lui quello che mi era mancato. Il lavoro per me era solo l'occasione per stare con lui, quindi stare bene.
Negli attimi di silenzio mi ritrovavo sempre a pensare all'esame con ansia. Ma non ansia di aver sbagliato, di aver fatto anche quel minimo errore con cui sarei stata buttata fuori.
Ero davvero ansiosa di essere andata bene?
Diedi la schiena a Ron, occupato in non so che modo con la cassa, mentre i miei occhi si riempivano di lacrime.
Stava finendo. Il tempo a nostra disposizione stava davvero finendo.

Una lacrima cadde sul maglione che tenevo in mano, ricordandomi dove fossi e cosa stessi facendo. Mi passai una mano sulle guance, cercando in ogni modo di non singhiozzare. Rendendomi conto che mi sarei fatta scoprire, mi avviai velocemente verso un camerino dall'altra parte del negozio e continuai a piangere pur cercando di smettere.
Lo specchio mi restituiva il riflesso. Avevo gli occhi rossi e il viso tutto bagnato. Dio, sono orribile.

Chiusi gli occhi fortemente, illudendo che questo avrebbe impedito alle lacrime di scendere, quando sentii una mano sulla mia spalla, di nuovo.
- E' inutile darmi le spalle per non farti vedere quando hai uno specchio davanti - mi sussurrò Ron con la voce dolce, mentre riaprivo gli occhi per lo stupore e cominciavo a piangere più forte. Non dissi niente, e lui mi abbracciò da dietro, poggiando il mento sulla mia spalla.
Vedevo il suo sorriso attraverso lo specchio.

- Vedrai che andrà tutto bene - mi disse.
- E' proprio quello che mi fa paura - riuscii a dire, balbettando per il pianto.
- Vedrai che andrà tutto bene - ripetè lui, lanciandomi uno sguardo.
Io feci una risatina - Ok - risposi semplicemente.
- E' per il mio fascino, vero? Non puoi più staccarti da me -. Sentivo il suo respiro sul mio collo.
Continuai a ridere, mentre le lacrime cadevano sempre meno abbondantemente. E' sempre lui, daltronde.

- Lo so che adesso dovrei fare una battutina acida, ma è proprio per questo, sì - fui sincera, lasciandolo apparentamente senza parole.
- Non vuoi andare - disse. Non era una domanda.
- Non voglio andare. Ma devo - risposi, mordendomi un labbro per cercare di non ricominciare a piangere.
Lui si staccò da me senza rispondere, prendendomi per le spalle e obbligandomi a girarmi, con un movimento veloce. Mi guardò per un attimo negli occhi e poi mi baciò, tenendomi una mano dietro al collo.
Non era lo stesso bacio del giorno prima, quello a fior di labbra, quello casto; stavolta ci aveva messo tutta la passione che probabilmente aveva sempre represso, e io gli risposi con altrettanta. Mi alzai in punta di piedi e incrociai le mie mani fra i suoi capelli, mentre il cuore stava per esplodermi e le lacrime si asciugavano.

Credo che se non fosse stato per quell'uomo non ci saremmo fermati mai.
- Ehi, c'è nessuno? - sentii dopo circa un minuto, ed era probabilmente la voce di un ometto che non sembrava particolarmente allegro. Ron mi prese il viso fra le mani e allontanò le nostre labbra, per poi fare due passi indietro senza smettere di guardarmi e sorridere.
- Pensaci - mi disse solamente, sparendo dalla mia vista per andare a fare il suo lavoro.

 

Spero in qualche recensioncina, ormai si sa XD A presto!

Jejje

 

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Jejje