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Autore: FannieBlack    29/08/2012    3 recensioni
Mi sono sempre chiesta come sarebbe stata la storia con l'aggiunta di un piccolo personaggio: una presunta figlia di Sirius. Da qui è nata questa fanfiction apparentemente sconclusionata...
E' la prima che pubblico, siate clementi. :)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Oggi è una gran giornata. Oggi è la giornata. Oggi mi libererò finalmente dei miei zii, e parzialmente, anche di Draco. Oggi sono alla stazione King's Cross, affollatissima di Babbani diretti al lavoro e maghi furtivi con i proprio figli, e sto per prendere il treno che mi condurrà a Hogwarts.
Leggermente discosta da zio Lucius, zia Narcissa e Draco, mi dirigo verso la colonna di mattoni che divide i binari 9 e 10, fermandomi a qualche metro di distanza. Restiamo tutti lì impalati, per accertarci che i Babbani non ci prestino attenzione.
- Papà, non è che abbiamo sbagliato strada? - domanda Draco allarmato - Io non vedo nessun binario 9 e tre quarti, qui!
- Siamo nel posto giusto, Draco, ma abbassa la voce - sibila zio Lucius in tono conciliante. - Non vorrei che tutta questa feccia ti sentisse...
Come mio zio pronuncia queste parole, sento il sangue salirmi alla testa. Se davvero c'è una cosa che detesto dei Malfoy, è la loro avversione per Babbani, Mezzosangue e quelli che loro definiscono "Sanguesporco". Che senso hanno queste ridicole distinzioni? Che cos'ha in più un Purosangue rispetto ai Mezzi? Siamo tutti persone, in fondo. E i Malfoy sono la prova vivente che i Purosangue non rappresentano affatto il ceto migliore.
- E allora come si fa a raggiungerlo? - domanda Draco irritato.
- E' semplice - risponde sua madre, con quel tono distaccato che la caratterizza in qualsiasi situazione. - Devi correre dritto verso il muro e attraversarlo, ti ritroverai direttamente sul binario. Ma devi stare attento a non farti vedere, o ricorderai il tuo arrivo a Hogwarts solo per aver violato lo Statuto di Segretezza...
Ma Draco, in perfetta contraddizione con quello che zia Narcissa ha appena detto, smette subito di ascoltarla e corre verso la barriera, scomparendo alla vista dopo pochi secondi. Per fortuna, sembra che nessuno gli abbia prestato attenzione.
- Muoviti, Fannie - mi ingiunge zio Lucius tagliente. Senza nemmeno prendermi la briga di ribattere, perché sarebbe solo un inutile spreco di tempo, mi guardo attorno per accertarmi di non avere occhi indiscreti puntati addosso, e comincio a spingere il carrello... prendo velocità... e un attimo dopo mi ritrovo di nuovo in una gran folla di persone. Ma stavolta sono tutti maghi, ragazzi che si salutano entusiasti dopo i mesi di separazione, genitori apprensivi che fanno le loro raccomandazioni ai figli, e gatti, gufi e rospi che miagolano, bubolano e gracidano ininterrottamente. Un grosso treno a vapore scarlatto attende le 11 sulle rotaie, sulla fiancata la scritta Hogwarts Express a lettere cubitali. Sembra tutto così... magico.
Mi dirigo a passo sicuro verso il treno, ben decisa a caricare il baule, trovarmi uno scompartimento e nascondermici dentro fino alla partenza. Ma ovviamente, il mio piano viene mandato in fumo da Draco, che mi intercetta subito e viene raggiunto un secondo dopo dai genitori. Seccata, senza che nessuno mi offra un generoso aiuto, carico da sola il bagaglio, ma poi sono costretta a riscendere per il momento dei saluti. Preferirei mille volte evitarli, anche se so perfettamente che non saranno proprio lacrimevoli e commoventi. Ma è l'ultimo sforzo; posso anche farcela.
- Figliolo, passa un buon trimestre - gli augura zio Lucius con espressione orgogliosa.
- Comportati come si deve - aggiunge zia Narcissa, la voce per un attimo incrinata. - Non combinare troppi guai. Ci rivediamo a Natale.
Si avvicina al figlio per stringerlo in un abbraccio, ma questi, con sorprendente agilità, riesce a sguasciare via, ed esclamando un veloce - Ciao ciao! - scompare dentro al treno. Riluttanti, come se anche loro avrebbero preferito non partecipare a questo momento, i miei zii si voltano verso di me. Senza però riuscire a spiccicare una parola.
- Fannie... - esordisce infine zia Narcissa, incerto però sul come continuare. Così alla fine se ne resta zitta.
- Sì, sì - dico sventolando una mano con noncuranza, - ci vediamo.
- Cerca di restare a Hogwarts per Natale - si raccomanda zio Lucius con le sopracciglia aggrottate.
- Tranquillo, zio - replico con una punta di sarcasmo, - cercherò di farlo anche per le vacanze estive.
- E vedi di stare attenta ai guai in cui ti cacci - aggiunge in tono eloquente, senza dar segni di avermi sentita.
La situazione è ridicola. - Oh, a dire il vero pensavo di farmi punire per diverse settimane consecutive e poi farmi espellere al massimo entro febbraio, ma se mi dici così...
- Niente spiritosaggini - mi interrompe brusco zio Lucius. - Ora vai.
Non me lo faccio ripetere due volte. Senza aggiungere una parola di saluto, né aspettandomene una da parte loro, mi volto per salire sul treno e chiudermi la porta alle spalle. A differenza di tutti gli altri studenti, io non mi affaccio dai finestrini per salutare i miei parenti con la mano mentre il treno acquista velocità; a differenza degli altri, io non ho una famiglia di cui sentirò la mancanza nel periodo che trascorrerò a Hogwarts. Comincio a trascinare il baule per i vagoni, scoprendo che tutti gli scompartimenti sono già pieni. Alla fine, riesco a trovarne uno che sembra abbastanza vuoto, e faccio capolino dalla porta socchiusa.
- Scusate, posso? - domando a due ragazzini seduti l'uno di fronte all'altro - Gli altri sono tutti occupati.
- Fa' pure - risponde uno dei due, con capelli di un arancione sorprendentemente brillante e il volto disseminato di lentiggini. Sollevata, sistemo il bagaglio sulla retina sopra ai sedili, e alla fine mi siedo anche io. Appena lo guardo meglio, mi accorgo che l'altro ragazzo ha capelli neri sparati in ogni direzione, occhiali che sembrano essere stati rotti diverse volte e occhi verde chiaro.
- Ciao, Fannie! - mi saluta con un sorriso dopo avermi riconosciuta.
- Ehi, Harry - replico, sorridendo a mia volta. - Emozionato?
- Altroché - risponde il ragazzo. - Questo è Ron - aggiunge, indicando il peldicarota.
- Ron Weasley - precisa lui, leggermente imbarazzato.
- Fannie Malfoy - mi presento, di nuovo senza pensare. - Intendevo dire Black - mi correggo diventando rossa sotto lo sguardo attonito dei due.
- Malfoy? - ripete Ron stranito - Non sarai figlia loro, eh? Mio padre dice che sono maghi che sono un sacco coinvolti nelle Arti Oscure...
- No, sono la mia famiglia adottiva - puntualizzo con un vago sorriso. - Secondo te perché ho precisato che il mio cognome è Black?
Ron si mette a ridere, sciogliendo un po' la tensione che si era creata quando sono entrata.
Qualche minuto dopo, mi ritrovo immersa in una conversazione che compara i vantaggi e gli svantaggi di vivere rispettivamente con una famiglia di maghi oscuri, una di Babbani e una composta da sette fratelli. All'improvviso, però, veniamo interrotti dall'aprirsi della porta scorrevole: voltandoci, scopriamo un ragazzino dal viso paffuto in lacrime e una ragazza dai cespugliosi capelli castani e i denti davanti un tantino grandi.
- Qualcuno ha visto un rospo? - chiede in tono autoritario e di sufficienza - Neville, qui, ha perso il suo.
Scuotiamo tutti e tre la testa, allibiti. Il ragazzo, Neville, dà in un gemito disperato.
- Lo sto cercando dappertutto - piange, - mia nonna mi fa fuori se lo perdo!
- Be', se lo trovate, noi siamo nello scompartimento qui davanti - conclude la ragazza, facendo cenno a Neville di proseguire. Fa quasi per andarsene, quando lo sguardo le cade sulla sottile cicatrice a forma di fulmine sulla fronte, seminascosta dalla frangia, e i suoi occhi si spalancano dallo stupore.
- Per la barba di Merlino, tu sei Harry Potter! - esclama, facendo sobbalzare Ron per via della voce stridula.
- Ehm... sì - risponde Harry, piuttosto innervosito.
- Io sono Hermione Granger - si presenta la ragazza, tutta emozionata. Poi evidentemente sembra ricordare che lei e Harry non sono soli, perché lo sguardo indugia per una frazione di secondo su me e Ron e domanda: - E voi siete...?
- Ron Weasley - borbotta Ron in tono poco amichevole.
- Fannie Black - rispondo, inarcando un sopracciglio. E tu, Miss Superbia, chi ti credi di essere?
- Piacere - dice sbrigativa la ragazza, tornando immediatamente a rivolgersi a Harry. - Ho letto tutto su di te, lo sai? Sei citato in più di metà dei libri di storia magica dell'ultimo secolo e in Ascesa e Declino delle Arti Oscure.
- Oh - commenta Harry, spiazzato. - Ehm, davvero?
- Ma come, non lo sapevi? - esclama Hermione scandalizzata - Se fossi stata io, avrei cercato di informarmi il più possibile! Ad esempio, se proprio lo volete sapere, - in realtà non te l'ha chiesto nessuno - io ho imparato a memoria tutti i libri di testo prima di venire qui, sono così interessanti che non ho proprio saputo resistere, e ho anche provato ad eseguire qualche incantesimo molto semplice...
Io, Harry e Ron ci scambiamo uno sguardo allarmato: dubito che qualcuno di noi abbia imparato a memoria i libri di testo. Dubito che qualsiasi persona sana di mente sarebbe capace di farlo.
- ...e insomma, mi sono riusciti tutti perfettamente! In più ho anche acquistato qualche lettura facoltativa, sapete, come Storia di Hogwarts, e l'ho trovata così illuminante... Voi sapete già in che Casa finirete? - conclude finalmente guardandoci con trepidazione. Io sono talmente stupita che abbia smesso di parlare che non sono neanche resa pienamente conto che ci ha fatto una domanda; Ron e Harry sembrano non aver capito neanche una parola, da tanto parlava veloce. - Be', adesso dovrei andare - dice Hermione Granger, stufa di aspettare una risposta che evidentemente non arriverà mai. - Ci vediamo a Hogwarts, immagino!
E, finalmente, esce dallo scompartimento. Noi tre ci scambiamo un'altra occhiata allibita. Sento le orecchie ronzarmi in modo fastidioso, adesso che la voce acuta di Hermione non riempie più il silenzio.
- Quella non ha mai ripreso fiato - dice infine Ron, sbalordito. - Ma come accidenti fa?
***
Il viaggio in treno è passato senza intoppi. Ci siamo rimpinzati tutto il giorno delle miriadi di dolci che ha comprato Harry dal carrello di mezzogiorno, una quantità così immensa che credo nemmeno Draco abbia mai ricevuto tante schifezze tutte insieme, figuriamoci averle mangiate. Stranamente, nemmeno lui si è fatto vedere: conoscendolo come lo conosco pensavo che avrebbe colto la prima occasione per tormentarmi, come normalmente fa quando siamo a casa. Invece, nessuno ha più disturbato i racconti miei e di Ron sul Quidditch, di cui Harry non ha mai sentito parlare, o gli aneddoti più assurdi sulla famiglia Weasley. Fin'ora, s'intende. Quando mi rendo conto che è calata la sera e le lampade sono state accese, la porta scorrevole si apre per rivelare due ragazzi identici in tutto e per tutto, dalla punta dei capelli rosso fiamma fino all'ultima lentiggine.
- Ciao Ron! - saluta uno dei due - La mamma ci ha chiesto di darti un'occhiata ogni tanto per accertarci che tu stia bene.
Le orecchie di Ron arrossirono furiosamente. - Che cosa pensa, che mi butti giù dal treno in corsa? - borbotta immusonito.
- Se pensavi di farlo, non farlo - dice l'altro fratello in tono minaccioso. - Forse noi due riusciremmo a superare la cosa nel giro di sette minuti, ma la mamma ci ucciderebbe se lasciassimo che accadesse qualcosa al piccolo Ronnie. Oh, ciao, Harry - aggiunge allegramente, notando l'altro ragazzo. Mentre Ron mugugna inferocito senza che nessuno lo ascolti, i suoi fratelli sembrano accorgersi anche della mia presenza.
- E questa signorina chi sarebbe? - domanda il primo, interessato.
- Fannie Black - rispondo, sentendomi imbarazzata per la prima volta in tutto il giorno.
- Enchanés - dice elegantemente il ragazzo, esibendosi in un piccolo inchino. - Io sono Fred.
- E io George - aggiunge l'altro. - I fratelli più intelligenti, più simpatici e più belli di Ron.
- Senti, ragazzina, se proprio hai deciso di suicidarti e diventare amica di questo tonto, ti dispiacerebbe tenerlo d'occhio al posto nostro?
- Sì, noi abbiamo cose un tantino più importanti di cui occuparci mentre siamo a Hogwarts - conviene George, - ma nostra madre non vuole che gli accada niente, chissà perché...
- ...e se nel frattempo controllassi anche il piccolo Potter renderesti un gran servizio alla comunità magica - prosegue Fred ammiccando a Harry. - Nessuno ci potrebbe mai perdonare se il Bambino che E' Sopravvissuto si facesse del male.
- Ci penso io - li rassicuro, un po' divertita dai gemelli, mentre Ron sembra più infuriato che mai.
- Proprio quello che volevamo sentirci dire - dichiara George, soddisfatto. - Be', forse faremmo meglio a sbrigarci, stiamo per arrivare a Hogwarts e ancora non ci siamo messi le divise...
- Giusto - conviene Fred, battendosi il palmo della mano sulla fronte. - Forse non è il caso di far arrabbiare subito la professoressa McGranitt presentandoci vestiti come perfetti Babbani.
- Anche se, in effetti, potrebbe arrabbiarsi se scoprisse la carne di Malaclaw Maculato nascosta nel cibo dei Serpeverde - riflette George.
- Dove accidenti hai preso la carne di Malaclaw? - domanda Fred sorpreso.
- Ce l'ha portata zio Bilius dalla Francia, ricordi?
- Ma ci è stato più di un anno fa!
- Sì, be', sarà un po' andata a male... che c'è di sbagliato?
I gemelli escono dallo scompartimento, facendosi una sonora risata. Vorrei quasi sentirmi dispiaciuta per i poveri Serpeverde a cui toccherà mangiare quello schifo... ma proprio non riesco a fare a meno di sperare che ne tocchi un bel po' anche a Draco.
- Che cos'è un Malaclaw Maculato? - chiede Harry, totalmente spiazzato.
Ron sghignazza, divertito. - E' una specie di aragosta che vive sulle coste rocciose europee. Dicono che mangiarne la carne porta una bruttissima febbre e orrende eruzioni cutanee verdastre. In tinta con i toni di Serpeverde, se non altro - aggiunge, ridendo come i suoi fratelli.
- Ma perché tutti parlano così male della Casa di Serpeverde? - continua Harry, sinceramente sorpreso e forse un po' preoccupato.
- Perché è la Casa che ha sfornato più Maghi Oscuri di tutta Hogwarts - rispondo, cercando di smettere di ridere.
- E' anche perché sono tutti un branco di approfittatori babbei tronfi - aggiunge Ron, ficcandosi in bocca l'ultima Cioccorana avanzata dal pranzo. - Non fidarti mai di un Serpeverde... non so più quante volte me l'ha ripetuto mio fratello Bill.
- I tuoi fratelli in che Casa sono? - chiede Harry, incuriosito.
- Grifondoro - risponde Ron, adesso un po' più abbattuto. - Nella mia famiglia sono stati tutti lì, perciò ci si aspetta che ci vada anche io, no? Credo che anche Tassorosso non sarebbe troppo male, però...
- E quali altre Case ci sono? - chiede Harry, avido di informazioni. Okay, c'è bisogno di spiegargli tutto.
- Le Case in tutto sono quattro - comincio, perché ormai mi sento ferratissima sull'argomento. - Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Ognuna ricerca tutta una serie di qualità che ti rendono degno di farne parte. Grifondoro apprezza particolarmente il coraggio, la nobiltà d'animo e la lealtà. Corvonero, invece, preferisce valorizzare la saggezza, l'intelligenza e la creatività. Tassorosso è un po' considerata la Casa dello scherzo, ma non badare a quello che senti dire: solo perché chi ne fa parte è altruista e corretto non significa che siano dei perdigiorno. Infine, Serpeverde... be', si dice che prediliga l'astuzia, l'ambizione e l'intraprendenza, ma io direi che l'idiozia sia la caratteristica principale, se prendi un soggetto come mio cugino.
Dopo questa filippica, Harry non sembra neanche un po' rassicurato. - E come si fa a sapere in quale Casa si finisce? - chiede velocemente.
A questo punto interviene Ron, ora tutto concitato: - Non ne sono sicuro, ma George mi ha detto che è una specie di prova che fa un sacco male.
Sgrano gli occhi, mentre i due si buttano in un'animata discussione su come dovrebbe avvenire questa fantomatica prova. Non so cosa sia peggio: se Ron è davvero convinto di quello che dice, o se Harry è tanto furbo da crederci. Per buona misura, preferisco non unirmi alla conversazione, tanto per non smontare le loro incredibili congetture.
***
Attraverso il lago, giù per un tunnel sotteraneo, su verso il parco, dopo il portone di quercia, verso una stanzetta laterale rispetto alla Sala Grande; è quasi incredibile quanto abbiamo camminato, ma ne è valsa sicuramente la pena. Mentre tutti gli altri del primo anno sembrano estremamente nervosi, io sento solo una sorta di incontenibile eccitazione.
Siamo stati accolti dalla professoressa McGranitt, una strega alta e dall'aspetto severo con indosso una lunga veste verde smeraldo, che ci ha spiegato in breve le regole di Hogwarts e ci ha pregato di aspettare il suo ritorno. Nessuno sembra avere la voglia di dire una parola, almeno finché non sento qualcuno dietro di me lamentarsi per essere stato spinto e mi ritrovo davanti mio cugino, affiancato da due ragazzi taglia troll; uno di loro è Vincent Tiger, un amico d'infanzia di Draco con l'intelligenza di una tazzina da tè.
- Ciao, cugina - mi saluta con un ghigno. - Mi stavo proprio domandando dove fossi finita.
Non ci casco. - Cosa vuoi, Draco?
Il suo sguardo, involontariamente, saetta dal mio viso a quello di Harry alla mia sinistra. Quando si rende conto che me ne sono accorta, sembra decidere di buttare al vento il teatrino che si era preparato a recitare. - Allora è proprio vero - sbotta, adesso guardando apertamente Harry. - Harry Potter è tra noi. Sul treno tutti non facevano che parlarne. Sei tu, no?
Harry annuisce, rigido. Gli occhi di Draco si illuminano, e il ghigno torna al suo posto quando si volta di nuovo a guardare me. - Be', complimenti, cugina. Non avrei pensato che saresti stata subito così abile nel riconoscere le persone che vale la pena di frequentare, credevo avresti avuto bisogno del mio aiuto...
- Non ho bisogno di te per decidere chi farmi amico, Draco - sbotto irritata.
- ...però devo ammettere che mi è dispiaciuto che tu non sia passata a trovarmi in treno - continua Draco come se non mi avesse sentita. - Sai che c'era anche Nott, no?
- Una ragione in più per essere felice di non averti trovata - ribatto freddamente, lanciando un'occhiataccia a Theodore Nott, che la ricambia con altrettanta ostilità. Un altro amico di vecchia data di Draco. Non è proprio che ci detestiamo, ma entrambi siamo sempre stati diversi dagli altri: più intelligenti, più grandi della nostra età, e per questo sempre in competizione l'uno con l'altra.
- Comunque, visto che evidentemente non posso aiutare te, sarei molto felice di dare una mano a Potter - continua Draco, in tono così borioso da non lasciare dubbi sul fatto che ama ascolatarsi parlare. - Presto ti accorgerai, Potter, che alcuni tipo di maghi sono, come dire... migliori di altri. Io posso aiutarti a riconoscerli.- Draco tende la mano a Harry,  ma questo non la prende.
- Credo di saper riconoscere da solo chi sono le persone da frequentare, grazie - risponde freddamente. Draco abbassa di colpo la mano, il sorrisetto mellifluo scompare dal volto. Ma proprio quando apre bocca per ribattere qualcosa, e certamente non è niente di carino, torna la professoressa McGranitt, che lo guarda dall'alto in tono eloquente. Riluttante, Draco torna in fila, con l'amaro in bocca per la figuraccia.
- La Cerimonia dello Smistamento sta per cominciare - annuncia la professoressa, facendo sussultare tutti quanti. - Quello che dovrete fare è semplice: a uno a uno, vi chiamerò per sedervi, indosserete il Cappello Parlante, e questo deciderà quale sarà la Casa migliore per voi. Andiamo.
- Ma allora dobbiamo solo indossare uno stupido Cappello! - sussurra Ron, inviperito - Giuro che George lo ammazzo, non faceva che parlare di un incontro di lotta libera...
Devo attingere da tutta la mia serietà per non mettermi a ridere, mentre seguiamo la professoressa in Sala Grande, ma anche se non ci riuscissi non sarei l'unica a non stare zitta: Hermione Granger, forse per il nervosismo o forse solo perché ama mostrare quanto sia saccente, non fa che borbottare a mezza voce perché il soffitto sembri riflettere il cielo fuori, stanotte disseminato di stelle e senza neanche una nuvola. La Sala è illuminata da migliaia di candele sospese a mezz'aria sopra i cinque tavoli, quattro disposti verticalmente, l'ultimo posto di fronte agli altri, dove siedono i professori e il Preside. Ad un cenno della professoressa McGranitt ci arrestiamo tutti lungo il corridoio centrale tra i tavoli, mentre lei risale sul piano rialzato che ospita il Tavolo delle Autorità; di fronte a esso si trova uno sgabello su cui è posato un cappello vecchio, logoro e sporco. Quando cala il silenzio, si apre uno strappo vicino al bordo e il cappello comincia a cantare, declamando le qualità che distinguono le quattro Case di Hogwarts. La canzone viene accolta da un fragoroso applauso, e quando la McGranitt estrae una pergamena fitta di nomi comincio ad avvertire anche io un certo nervosismo. Da questo momento dipenderà tutto: scoprirò se sono davvero una Malfoy, come sostiene mio zio, o se sono qualcosa di meglio, come ho sempre sostenuto. Ma adesso, mi è difficile esserne sicura: dopo aver passato di nuovo in rassegna tutte le virtù richieste dalle Case, non mi sento più tanto certa di possederne anche solo una. E se poi mi rivelassi essere una Serpeverde? Non credo che potrei sopportarlo...
- Abbott, Hannah! - chiama la McGranitt, facendomi sussultare. Una ragazzina dalle lunghe trecce bionde e il volto roseo si avvia esitante verso di lei e indossa nervosamente il Cappello Parlante. Dopo pochi secondi di riflessione, questo urla a tutta la Sala: - TASSOROSSO!
Okay, la McGranitt andrà in ordine alfabetico. Mentre guardo Hannah sfrecciare verso il secondo tavolo da destra, penso che il momento in cui verrò chiamata dipenderà da se sono segnata come Black o Malf...
- Black, Fannie! - abbaia la professoressa, facendomi sobbalzare anche più forte di prima. Okay, sono segnata come Black.
Resta calma, mi ripeto come un mantra cercando di raggiungere lo sgabello a passo fermo. Quando mi siedo e mi calo il Cappello sulla testa con mano tremante, questo mi scende sugli occhi, praticamente oscurandomi del tutto la vista. Col cuore che batte come un tamburo, non posso far altro che aspettare.
- Mh, che cosa abbiamo, qui? - sussurra una vocina al mio orecchio - C'è audacia, senza dubbio, e una bella dose di furbizia. Oh, e un potere davvero molto grande... Scelta difficile, senza dubbio... Black, abbiamo detto? Ho mandato tutta la tua famiglia a Serpeverde, tranne uno, in effetti... vedevo le stesse qualità che vedo in te...
Non ho la più pallida idea di chi stia parlando il Cappello, e ora come ora nemmeno m'importa. Nella mia testa ha già preso forma la nitida immagine di un serpente argentato su fondo argento, e sto facendo di tutto per scacciarla.
"Andiamo" penso in tono conciliante. "Dove l'hai mandato?"
- Grifondoro - mormora il Cappello sentendo i miei pensieri. - Ma ancora oggi penso che avrei potuto compiere benissimo l'altra scelta, e mandarlo dove era stata tutta la sua famiglia... Cosa dovrei fare con te?
"Lo stesso" penso intensamente. Il Cappello continua con le sue vaghe domande e ipotesi, mentre io continuo a combattere contro quel serpente che striscia subodolo nella mia mente... finché, finalmente, non mi esplode davanti agli occhi chiusi la figura nitida e ben distinta di un leone rampante su campo cremisi.
Il Cappello, a questo punto, non esita più. - GRIFONDORO! - urla finalmente alla Sala. Con sole quattro sillabe è riuscito ad alleggerirmi tutto il peso che avevo nel cuore; in un attimo mi strappo il Cappello Parlante di testa, mentre sul volto mi affiora un sorriso radioso, e mi unisco al primo tavolo sulla destra, prendendo posto accanto a Fred e George Weasley, i fratelli gemelli di Ron, che mi battono con orgoglio sulla spalla.
Completamente dimentica della tensione che provavo fino a pochi minuti fa, lascio che il tempo scorra velocemente, vedendo assegnare Draco, Theodore Nott e Vincent Tiger a Serpeverde, proprio come da previsione. Ma Harry e Ron si uniscono ai Grifondoro, insieme a un'Hermione Granger molto soddisfatta. Finalmente, con "Zabini, Blaise" che viene mandato a Serpeverde, lo Smistamento finisce, dando così modo a Silente di accoglierci e di dare inzio al Banchetto. Anche se io, Harry e Ron ci siamo abbuffati per tutto il giorno dei dolci comprati dal carrello, la tensione deve avermi fatto perdere dieci chili nel giro di un quarto d'ora, perché mangio una doppia porzione di praticamente tutto quello che è comparso nei vassoi e nelle zuppiere dorate.
Alla fine della cena, quando tutti hanno mangiato a sazietà, i calici e piatti si vuotano, lasciando tutto perfettamente lustro. Il professor Silente si alza di nuovo, pronto a dare i veri annunci di inzio anno, che comprendono il divieto di accesso alla parte destra del corridoio del terzo piano e alla Foresta Proibita. Nel dare ques'ultima notizia, sembra scoccare un'occhiata piuttosto eloquente verso i gemelli Weasley.
- Oh, perché deve sempre fare così? - sbotta George sottovoce.
- Già, tutti gli anni dice che non ci possiamo entrare e noi lo abbiamo sempre ascoltato - conferma Fred in tono lamentoso.
- Be', magari ci siamo entrati una volta...
- ...o due...
- ...forse tre...-
- ...ma insomma, non siamo così stupidi - conclude Fred, guardando Silente con aria risentita. Per una attimo provo il meraviglioso istinto di scoppiare a ridere, ma dato che Silente sta ancora parlando, forse non sarebbe il caso di interromperlo in modo così sgarbato.
Dopo cena, veniamo condotti alla torre di Grifondoro da Percy Weasley, un altro fratello di Ron che sta al quinto anno, appena nominato Prefetto. Data la parola d'ordine alla Signora Grassa (Caput Draconis), entriamo tutti nella sala di ritrovo. Percy ci indica velocemente le scalette per i dormitori delle ragazze e quelle dei ragazzi, per poi spedirci tutti a letto.
Scopro che dovrò dividere il dormitorio con Hermione Granger, Calì Patil e Lavanda Brown, nessuna delle quali mi ispira una particolare simpatia al momento. Ma questo non ha importanza: sono a Hogwarts, nella Casa migliore, ho già fatto amicizia, e il Cappello Parlante ha detto di aver visto un potere davvero molto grande... Forse né Hagrid né Olivander si sbagliavano quando dicevano tutte quelle cose sulle magie straordinarie che potrei compiere.




Okay, questo capitolo è decisamente lungo D: non ho potuto farne a meno! Spero che non vi annoi... partiamo adesso dal presupposto che non ho la più pallida idea di come continuare: non riesco a pensare a una storia che sia una da raccontare sul primo e sul secondo anno... quindi, qui entra in gioco chi legge questa fanfiction (che di questo passo temo diventerà senza capo né coda, ma okay): cosa ne pensate se saltassi i primi due anni, e il prossimo capitolo cominciasse direttamente dal terzo? Vi prego, ho bisogno di qualche opinione!

  
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