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Autore: Ellie_x3    30/08/2012    3 recensioni
Oni, Rasetsu e Umani: creature diverse legate dal filo della disperazione, dell'orgoglio.
Da quella tenacia che non si spezza mai.
00. Open Army for Plain Hearts: " Neh, Kondou-san. "
01. Make them believe you are the One: "Andrà tutto bene. Dobbiamo sposarci, giusto?
02. Reach the Borderline- Step back: "A volte, Yukimura Kodou provava rabbia. Altre, semplice rassegnazione."
03. Poison in her Veins: Anni che la vedeva, nelle occasioni più disparate, e mai un commento.
04. Forever and Always- Lies for the Oni: Perchè era un demone, lo sapevano entrambi, e gli avevano insegnato che è pericoloso mentire ai demoni.
05. Di piscine e Tentati Onicidi; Perchè Kazama non sa nuotare e Shiranui non è un assassino a sangue freddo: "Nessuno mi ha mai insegnato a nuotare".
06. Bunraku - Urabon; C'è uno spiraglio fra i pannelli di carta di riso. E' piccolo, sufficiente per far passare appena appena uno spicchio di luce, ma riflette ombre enormi.
07. Storm - Il Principe e l'Imperatrice; Forse, davvero, Kazama era sempre stato solo un giovane cercatore di gloria troppo orgoglioso.
Genere: Angst, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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 Disperati senza Gloria


Reach the Borderline;

Step back.



Genere
:  Slice of life; generale

Note: Missing moments; parziale OOC (dovuto all'età dei pg :P)
Raiting:  Verde
Pairing: Crack Pairing, Slash
Universe: HSK- prequel
Personaggi: Yukimura Kodou, Matsumoto Ryoujun, Kazama Chikage



“Ehy- Ehy. Jun.” gli risposero un grugnito e il fruscio di vestiti stropicciati. Kodou sospirò. “Mi servirebbero quegli appunti, se non ti dispiace.”

Un attimo di silenzio.
“-Quali?”
“Quelli su cui ti sei addormentato, scemo.

Matsumoto Ryoujun, lo sapevano tutti, aveva il sonno facile.
Si addormentava a lezione, durante il pranzo, persino mentre si faceva una bevuta a Shimabara. Lui attribuiva tutta la colpa alle notti rubate al sonno dalle donne -e quali?, gli chiedevano tutti-, ma la verità era che studiava decisamente troppo.
Yukimura Kodou divideva con lui una casa di Edo troppo piccola per viverci in due, e oramai lo conosceva disgustosamente bene: osava sperare che fossero diventati davvero amici.
Si allungò, tentando di pescare il mazzo di fogli giallastri dall'involto di trapunta, futon e vestiti, ma Ryoujun si strinse al petto gli appunti e sorrise ad occhi chiusi.
I capelli scuri gli ricadevano sul viso in ciocche disordinate.
Aveva sempre rifiutato di tagliarseli -o, almeno, diceva che non se li sarebbe rasati fino a che non fosse diventato un medico rispettabile.

“Fatteli da solo, Oni no baka.”
Kodou diede una scrollata di spalle e additò una pila di scartoffie macchiate d'inchiostro. Non ricordava nemmeno più quando Ryoujun aveva cominciato a chiamarlo 'Stupido Oni', ma non si era mai pentito di avergli confessato -ubriaco fradicio, ad onor del vero- di non essere umano.
Non era certo che Matsumoto gli credesse davvero, però.
"Sei un egoista, ningen no baka.” lo accusò, non del tutto scherzoso.
“E tu uno scansafatiche.” replicò Ryujun, tirandosi a sedere. Stringeva ancora il suo tesoro fra le mani, come un bambino geloso. “Tutti quegli studi sulla medicina occidentale ti faranno solo perdere la testa.”
“E tu, invece? Che passi il tuo tempo libero a ronzare intorno allo Shieikan?” Kodou gli lanciò una lunga occhiata, stringendo le labbra. Non gli piaceva il movimento attorno a quel dojo: gli ricordava troppo il pericolo che gli Oni stavano correndo; anche in quel momento, umani di ogni sorta stavano minacciando decine di clan oni per convincerli a combattere per la causa. Lui, come giovane esponente della famiglia Yukimura, non sapeva davvero cosa pensare.
Ma Ryoujun non sapeva nulla di tutto quello. Lui non pensava a niente e si buttava a capofitto sui suoi studi di medicina.
A volte, Kodou provava rabbia. Altre semplice rassegnazione.

Ryoujun rise.
“Sempre meglio che sperimentare strani intrugli occidentali. Mi dirai mai che cos'è?”
“No, se posso.” rispose sinceramente lui, dopo un attimo d'esitazione. Cercò di mettere insieme un sorriso e di cambiare argomento. “Sai, andrò a Kyoto per un paio di giorni.”
La cosa non parve turbare il giovane, che si limitò a piegare la testa incuriosito.
“Ah sì?”
“Un'amica di mia madre ha appena avuto un figlio, e dovremmo andare a portarle gli omaggi della famiglia Yukimura.”
“Suona noioso.”
Kodou sorrise, nel vedere l'espressione corrucciata dell'amico.
“Non so, sai? Sono una famiglia un po'...particolare. Forse sarà interessante. Sinceramente, non so quando diventerò padre, ma sicuramente non chiederò a loro consigli per il nome.”
“Perchè?” Ryoujun ridacchiò. “Come hanno chiamato il bambino?”
“Chikage, scritto in Chi e Kage. Ombra di Sangue.” rivolse un gran sorriso all'amico. “Ovviamente nessuno glielo dirà mai, ma come nome è una pena.”
E, aggiunse mentalmente, è il rampollo di una nobile casata Oni di Kyoto. Avrà una buona istruzione, cercherà una donna potente e vivrà come un principe.
Non sapeva dire se questa fosse una fortuna o una sfortuna: lui era di ramo cadetto, cresciuto in mezzo agli umani, e i suoi genitori l'avevano lasciato frequentare dei medici e dei giovani studenti come Ryujun. Era stata un'esperienza istruttiva, o almeno così continuava a pensare.

Ryoujun aveva stretto le labbra, come se avesse assaggiato qualcosa di molto amaro. Si limitò ad annuire, con lo sguardo rivolto altrove.
Ma che famiglie frequenti? Sembrava volergli dire, ma Kodou fece finta di nulla; lui non avrebbe potuto capire.
“Mi dai quei fogli, Jun, per favore?” provò nuovamente, in tono amabile. L'altro si morse il labbro inferiore, pensoso, e poi glieli allungò.
“Ridammeli prima di partire, va bene?”
Dei! Pensò allora Kodou. Era davvero infantile, quell'essere umano.
“Sì, prometto.”
Non sarebbe stato via molto, lo sapeva. Il problema era che iniziava ad odiare le persone.
Tutte, tranne Jun.
Ochimizu.
Era una ricetta occidentale, ma il nome glielo aveva dato lui: acqua della vita.

In realtà, sperava che un giorno sarebbe riuscito, con quella, a rendere l'unico umano che amava veramente simile a lui -per non vederlo invecchiare, ammalarsi. Morire.

 

“Kodou-san?”
Kazama si girava fra le dita affusolate una boccetta di Ochimizu. Sorrideva fra sé e sé.
Aveva più o meno la sua età quando viveva con Ryoujun, ma le cose erano cambiate: vivere fra gli umani era una protezione, non uno sfizio.
Nel silenzio, il giovane Oni continuò: “Voi credete in questa guerra?”
L'uomo chiuse gli occhi: Matsumoto-sensei, non più Jun, era venuto a cercarlo. Gli aveva scritto.
Si era preso cura di Chizuru.
E aveva rifiutato l'Ochimizu.
“No.” rispose.


Note:
Essì. Posso slashare su tutto.
Anche su YUKIMURA KODOU E MATSUMOTO-SENSEI. Ora potete rinchiudermi, ecco, ma li shippo sin da quando (nel gioco) Matsumoto parla di come, da giovani, lui e Chizuru-papi erano amici e vivevano insieme.
Li amo.
<fugge> 

   
 
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