1
CAPITOLO
Eccomi
qua,
all’aeroporto di Linate, ad aspettare il volo delle 10.30 per
Londra. In
un’altra occasione sarei stata contenta di andare in quella
bellissima città ma
dopo aver saputo, due settimane fa, la notizia che mio padre, Filippo,
si sposa
mi è venuto un colpo e l’idea di andare in
Inghilterra non mi attira più di
tanto. Scusate non mi sono presentata: mi chiamo Rebecca, ma preferisco
essere
chiamata Becky, anche se nella mia famiglia e i miei amici
più intimi mi
chiamano BB (non chiedetemi il perché). Ho 16 anni e
frequento una scuola per
Ragionieri. Non è male anche se è impegnativa.
Meglio non dilungarsi troppo,
non mi piace parlare di me stessa. Dicevo: sono qua
all’aeroporto ad aspettare
il volo. Con me ci sono mia mamma, Maria, e il suo compagno, o meglio,
marito,
Giuseppe, e poi mio fratello, visto che deve venire anche lui a
conoscere la
nuova famiglia. I miei si sono separati sette anni fa e da quel momento
mio
padre è andato a vivere in Inghilterra. Ero in ansia,
letteralmente. Prima di
tutto odio l’altezza e l’idea di salire su un aereo
mi da un senso di nausea e
poi ho paura di conoscere queste nuove persone.
“Il volo per Londra delle
10.30 sta
partendo”
Oh no.. penso intanto che mi alzo e
corro ad abbracciare mia mamma.
<< Mi
mancherai tanto >> mi dice cercando di trattenere le
lacrime.
<<
Mamma non sto partendo per la guerra, vado da papà
>> dico anche se la
cosa non mi piace per niente. << Ci vediamo tra tre
settimane >>
Mi stacco da
lei e abbraccio, si fa per dire, Giuseppe.
<< Ci
mancherai, telefona mi raccomando >>
<<
Certo >> ribatto all’affermazione
dell’uomo facendo anche un sorriso,
falso.
Telefono alla mamma, non a te.. E poi chi
cavolo ti voleva nella famiglia!!
Dopo i vari
saluti io e mio fratello saliamo sull’aereo e ci mettiamo
comodi. Mi sono
seduta proprio vicino al finestrino perché amo vedere il
paesaggio quando
viaggio, anche se qua vedrò solo nuvole. Mio fratello, Alex,
si era portato un
libro sul calcio da leggere.
Tipico.. penso mentre lo guardo con
un
sorriso.
<< Che
c’è? >> sento. Guardò
Alex e lo vedo che mi guarda.
<<
Niente. >> dico per poi aggiungere << Tu
sei contento? Intendo, di
andare da papà e al suo matrimonio? >>
<<
Ehm.. No. Volevo che la famiglia stesse tutta insieme ma visto che non
si può
fa niente. Però non voglio. >>
Sorrido confortata da questo e vedo che lo stesso fa Alex per poi
rimettersi a leggere.
Io invece mi sono portata il mio mp3 e così posso ascoltarmi
la mia amata
musica. Mi metto le cuffie e mi abbandono sul sedile chiudendo gli
occhi.
I wanna be with you
I wanna feel your love
I wanna lay beside you
I cannot hide this even though I try
Flashback:
due
settimane fa
Sto facendo
colazione, mi sono appena alzata dopo una notte assai travagliata. Non
riuscivo
a dormire, ero inquieta. Sto per mettere in bocca il boccone quando
suona il
telefono. Sento mia mamma rispondere al telefono; immagino chi possa
essere: la
zia. Continuo a mangiare in santa pace quando vedo mia madre che arriva
con il
telefono in mano e un sorriso tirato. Che
cavolo è successo? Penso mentre ingoio e prendo il
telefono.
<<
Pronto? >>
<< BB
ciao!! Quanto tempo! >> papà. Dio quanto mi
era mancata la sua voce. E’
davvero strano non averlo più in casa.
<<
Papà!! Oddio!! Come stai? >> sono felicissima.
Finalmente si fa sentire.
<<
Tutto bene tu? Ascolta devo dirti una cosa. >> era
radioso. Non l’avevo
mai sentito così. Che
sarà successo? Si
deve.. Nah non può essere.. scarto subito
quell’idea.
<<
Benissimo! Dimmi pure.. Ti ascolto >>
<<
Ehm.. Come posso dirtelo.. >> un sospiro abbastanza lungo
e poi <<
Mi sposo! >>
Non può essere.. S-S-Si s-s-sposa..
<<
C-ch-che c-c-cosa? >> balbetto. Tutta la mia
felicità se n’è andata in un
attimo. Sono paralizzata. Non sento neanche quello che mio padre mi
dice perché
sento ancora in testa quelle parole: mi sposo. Non vedo mia mamma
entrare in
cucina perché ho le lacrime che mi offuscano la vista.
<<
Sono contenta per te >> cerco di dire sperando che non
abbia notato il
cambiamento di voce. Sembro una fontana..
<<
Grazie mille tesoro. Vi aspetto qui tra due settimane. Resterete da me
per tre
settimane. Ah, ho una sorpresa per te. Penso proprio che ti
piacerà tantissimo.
>> mi dice intanto che sospira di sollievo. Evidentemente non se n’è
accorto, è troppo felice..
<<
Certo. Ci vediamo allora. >>
<<
Saluta tutti lì. Non vedo l’ora di vedervi a te e
a tuo fratello! >>
sento prima che chiude la chiamata.
Fine
flashback
“Si avvisano i signori
passeggeri che l’aereo
diretto a Londra sta per atterrare. Si prega a tutti i signori
passeggeri di
allacciare le cinture”
Venni
svegliata da una voce femminile che in inglese stava per annunciare
l’atterraggio
dell’aereo. Guardo mio fratello che si stava allacciando la
cintura e lo imito
all’istante. Beh, è
andato bene il
viaggio no? Mi chiedo.
Dopo qualche
minuto io e Alex siamo seduti su delle panchine ad aspettare nostro
padre.
<<
Puntuale eh? >> dice sarcastico mio fratello
Mi metto a
ridere e non mi accorgo che un uomo ci ha raggiunto.
<<
Ragazzi!! >> urla per attirare la nostra attenzione.
<<
Papà >> diciamo in coro io e mio fratello.
ANGOLO
DELL’AUTRICE
Okay eccomi qua. E’ la
prima storia che pubblico sui oned
e sono al quanto terrorizzata. Ho paura che non vi piaccia e che quindi
dovrei
interromperla. Continuo se ho tre recensioni. Quello che ho scritto su
di loro
nel capitolo è quello che provo io, mi sono basata sulle mie
emozioni. Vabbè
non vi voglio annoiare visto che il capitolo è
già lungo di suo. Ciao ciao e
recensite in tanti. Accetto le critiche tranquilli :D