Io, Jacob Black, non avevo
speranze.
Forse se non ci fossi mai stato sarebbe stato meglio, meglio per me.
Bella mi camminava incontro. Era sempre la stessa, la stessa camminata, lo
stesso viso, lo stesso modo di storcere le labbra; il suo sguardo non era
cambiato. Eppure io non avevo ancora perso la speranza di darle tutto me
stesso, tutta la mia vita e di aiutarla ad essere felice. Mi ricordavo sempre
quella scena prima di dormire. Era bellissima, vestita di bianco e intorno a
noi c'erano tante persone eleganti e spensierate. Era un matrimonio ma
non il nostro.
Quella sera ballammo insieme e fu una buona occasione per sognare ad occhi
aperti un’altra volta, ancora una volta.
Più avanti, se lei avesse fatto una scelta diversa, forse ci sarei stato
in quella veste. Era così che la ricordavo: felice, carina, maldestra, piccola.
Bella era fatta così, mi deludeva in continuazione, mi faceva più male di un
coltello affilato, ma non ne era consapevole, era in cerca dell’amore: non
aveva mai capito che ce l’aveva sempre avuto di fronte, mentre giocava a fare
le torte di fango. Sorrido quando ci penso. Ma non ero perfetto, non lo sono
mai stato e non riuscivo a cambiare nemmeno per la persona che amavo di più al
mondo, ero impulsivo e a volte… non andavo bene per niente. Ma Bella, Bella
cercava la perfezione e credeva di averla trovata in Edward, che fatico ancora
a chiamare per nome, che fatico ancora a considerare come persona, ma lei lo
amava e forse era per questo che non ci vedeva difetti. Era rimasta
accecata dall’amore e tutto ciò che vedeva non valeva la pena di essere
guardato, se insieme a lei c’era lui. Anche quella sera riemersero i miei
difetti, lei voleva una vera luna di miele… Non riuscivo neanche a
immaginare che la toccasse. Sapevo che se l’avesse fatto probabilmente avrei
perso le staffe, anche se non c'entravo niente ormai, per lei non ero niente. Aveva
fatto la sua scelta e io non riuscivo ancora ad accettarla. E’ possibile che un
sentimento sia così forte da far perdere completamente la ragione? Da far
perdere completamente il senso di ogni cosa ? Mi era capitato e sapevo che
nessun’altra a parte lei mi avrebbe fatto perdere la testa. Partì e il periodo
in cui non era a Forks la pensavo sempre, e mi faceva male. Cercai di stare il
più possibile con i ragazzi, erano divertenti e riuscivano a farmi cambiare la
prospettiva del pensiero almeno per un po', solo per un po’. Ma in fondo era
quello che voleva e io non potevo farci nulla. Poteva stare con lui quanto le
pareva, ma sapere che presto sarebbe diventata una di loro mi disgustava, non
volevo. Immaginarla pallida, priva dei suoi occhi color cioccolato, e assetata
di sangue mi dava i brividi . Non sarebbe più stata la Bella di sempre, la
ragazza di cui ero innamorato e anche se lei non ricambiava i miei sentimenti,
non volevo che cambiasse. Quel momento si avvicinava sempre di più e ne fui
completamente consapevole quando tornò dal suo viaggio di nozze. Più pallida
del solito, debole e con la pancia deformata. Stava male e per colpa sua…
Volevo ucciderlo, non aveva il diritto di toglierle la vita, la famiglia,
l’amicizia, di toglierle tutto. Non poteva. Ma davanti a lei non riuscii a
muovere un dito, il suo aspetto occupò la mia mente e quell’immagine non voleva
saperne di lasciare spazio alla mia volontà. La andavo a trovare ogni giorno.
Che stupido, il momento era arrivato, la mia più grande paura stava prendendo
forma. Sarebbe stato meglio vederla morta? Una volta l’avevo detto e pensato,
ma non poteva morire, non dopo tutto questo. Bella non dava segni di paura,
soffriva, stava male e man mano le difficoltà aumentavano, ma nei suoi occhi
c’era la volontà di reagire, di continuare a lottare per quella cosa che
lei chiamava “bambino”. Un mostro invece, un mostro che le stava succhiando via
la vita. Ma lei non era spaventata, guardava la sua pancia con speranza. Edward
insieme a lei la accarezzava con uno sguardo incerto. Lui aveva una sola cosa
buona: desiderava che rimanesse in vita da umana e non voleva trasformarla. Non
voleva perderla, così come io non volevo che andasse via per sempre, e ciò
sarebbe successo in due modi: con la morte o con la trasformazione. Per la
prima volta mi accorsi che anche Edward aveva dei punti deboli. Lui non poteva
offrirle niente a parte se stesso e non riusciva più a immaginarsi senza Bella
accanto. Era questo il problema, il suo amore per lei e viceversa, i loro sentimenti
erano sbagliati… ma giusti per i loro cuori. Ogni giorno era un inferno, Bella
doveva nutrirsi di sangue per far crescere quel mostro e lo faceva come se
fosse naturale per lei, e poi quando cercava un nome da dargli... solo al
pensiero mi veniva il vomito. Fu allora che uscii da casa Cullen con la testa
che mi scoppiava. Edward mi diede le chiavi di un’auto in garage. Riemerse dal
fondo l’ultima alternativa, l’ultimo modo per lasciare Bella in pace, e per
rasserenare me stesso: l’imprinting.
Una forza ancor più forte della gravità ti porta a quell’essere e tu non puoi
far altro che essere tutto quello di cui ha bisogno. Io non l’avrei mai avuto e
non volevo averlo, ma forse in quel modo tutto sarebbe stato più tranquillo.
Destinazione: Seattle. Lì avrei incontrato la ragazza per me, ma tutto, ogni
cosa mi ricordava Bella, capelli,occhi,risate, tutto. Stavo per tornare a Forks
quando una ragazza con leggere lentiggini sul naso con i capelli castani
chiari, e grandi occhi color nocciola mi chiese informazioni sulla macchina che
stavo per guidare. Era bella, socievole, disponibile, si interessava di auto e
si aspettava che la portassi a fare un giro. Qualcosa mi bloccava, mi diceva
che dovevo tornare a casa, ma perché dovevo sempre essere così sciocco? Perché
dovevo sempre soffrire per colpa degli altri? Sarebbe finito tutto, ogni
dolore. «Mi chiamo Lizzy. »mi disse
«Jacob. » le risposi.
Adorava quella macchina, parlò di motori,velocità e sentivo che sarebbero
cambiate molte cose, era un presentimento. Stavo per salutarla e andare via ma
all’improvviso mi voltai e le chiesi il suo numero: le dissi che l’avrei
chiamata al più presto. Continuai fino all’ultimo secondo a sperare che
l’imprinting avvenisse in quell’istante. Non avevo trovato quello che cercavo
ma almeno c’era la speranza che qualcosa potesse cambiare.
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Ciao a tutti, lettori. Questa storia risale al settembre 2010, due anni fa. A marzo il mio account è stato sabotato, e la mia storia fu cancellata dal sito fino al capitolo 56, cioè quelli che avevo pubblicato all'ora. Ho deciso di ripostarla tutta dall'inizio senza modifiche, per dar modo a chi vorrà di leggerla, e anche perché è un bellissimo ricordo per me, visto che è la mia prima storia. Non è assolutamente perfetta, anzi, molte cose oggi le cambierei, ma è una parte di me <3 E se non avessi scritto questa storia, non credo che tutto il resto sarebbe nato. Quindi perdonatemi per qualche errore e se l'impaginazione non sarà delle migliori. Se sarete tanto fiduciosi da leggerla lo stesso e andare avanti ve ne sarò davvero grata, anche perché all'inizio i capitoli sono un po' corti ma poi diventano più corposi e quindi anche più curati :) Pubblicherò un bel po' di capitoli alla volta, perché la storia è molto lunga. Verranno pubblicati dei capitoli in questa prima parte della storia, e poi inserirò il link per leggere i capitoli che sono già stati pubblicati.
Grazie a tutti quelli che leggeranno, rileggeranno, e vorranno lasciarmi due paroline per rendermi tanto felice *w* Grazie, grazie davvero. E spero che vogliate seguirmi fino alla fine per vedere come ho immaginato la vita di Jacob in questa What if :)
Grazie infinite. Grazie a J, Caterina, Virginia, Noemi, Sara, Maria, Steffy, Teresa, fufe, e mi dispiace di non scrivere tutti i vostri nomi ma vi abbraccerei uno per uno. E se la Meyer vi vuole regalare una macchina... io vi regalo una carta di credito illimatata da spendere alla feltrinelli :D
Grazie.
Vostra Ania.