Indagini, saponette ed evidenziatori
La porta dello
studio investigativo venne aperta poco elegantemente
da un calcio assestato con precisione. Ma dopotutto, con le mani e le braccia
completamente occupate da una pila di documenti e giornali di un altezza tale da coprirgli persino le orecchie, Topolino
non aveva potuto fare altrimenti.
«
No, state comoda, signorina
Sarah, faccio da solo! »
La donna non alzò
gli occhi dalla sua rivista di gossip:« Bene, capo! »
Topolino sospirò.
Ma perché diavolo devo anche darle uno stipendio?
Richiudendo la
porta altrettanto elegantemente col tacco della scarpa, Topolino gettò
letteralmente tutto il materiale sulla scrivania.
Aveva dovuto
chiedere a Stan di smontare l’edicola per procurargli
tutte quelle informazioni, ma ora poteva dichiararsi soddisfatto della quantità
di materiale recuperato. Tutto riguardante un solo individuo.
John Sharkfish.
D’accordo, non
aveva ricevuto alcuna richiesta su di lui, ma dopotutto non aveva ricevuto
nessuna richiesta d’indagine neanche su altro. Era momentaneamente disoccupato
e bloccato ad Anderville. Tanto valeva trovarsi un occupazione,
e un indagine su questo uomo misterioso poteva aiutarlo a tenerlo in
allenamento!
Sì, aveva anche un
computer con collegamento internet, ma uno come lui, così legato ai fatti
concreti, preferiva indubbiamente un pezzo di carta da poter tenere saldamente
in mano che non un evanescente dato sullo schermo cancellabile con un solo
tasto.
«
Bene… mettiamoci al
lavoro! »
Un paio d’isolati
più in là, un’altra persona indagava su John Sharkfish,
ma con mezzi decisamente più tecnologici.
«
Mentre ti sistemavi,
socio, ho continuato le ricerche sul nostro amichetto… ti aggiorno? »
«
Non potresti lasciarmi
il tempo di una doccia? Capisco che ai computer l’acqua faccia male, ma ai
paperi è particolarmente gradita! »
«
Esigenze biologiche… »
Paperino sospirò
alla piccola frecciatina del collega elettronico ed entrò in bagno.
Aprendo il
rubinetto, il papero si rilassò per un secondo, una volta
tanto solo con se stesso.
Perché doveva
sempre cacciarsi in situazioni assurde, al limite
dell’incredibile? Anzi, oltre il credibile, perché nessuno a casa gli avrebbe
creduto se avesse detto che stava indagando su un politico che forse era legato
in qualche modo agli alieni!
Paolino Paperino
che indaga…
Immaginò Zio
Paperone scoppiare a ridere come un pazzo, seguito molto probabilmente da
Gastone, forse anche da Paperina e Qui, Quo e Qua…
Gli avrebbero
detto che lui non era la persona adatta, di lasciare perdere,
che c’erano altre persone più brave di lui in queste cose. Già, in effetti una persona più adatta di lui l’aveva in mente,
un vecchio amico che non vedeva da tanto tempo e che non faceva altro che
lasciarsi coinvolgere in casi di polizia.
Chissà come se la
sarebbe cavata nei panni di Paperinik…
Se lo immaginò per
un secondo con il suo costume addosso e una risata gli uscì spontanea dal
becco. L’ilarità continuò immaginandoselo, rosso in viso per la vergogna, alle
prese con la mascherina nera, abbastanza inutile dato il suo colorito, mentre
magari litigava con le sue gigantesche orecchie per legarsela decentemente…
Paperino rise
talmente tanto che non notò che la saponetta gli era scivolata sul pavimento
della doccia e, immancabilmente, ci mise la zampa sopra cadendo. La fitta
brutale che lo colpì alla schiena lo riportò alla realtà.
Ma chi voleva prendere in giro? Lui non avrebbe mai fatto figuracce di
quel genere, aveva una dignità e un eleganza innata
che invidiava profondamente da sempre, da quando era solo un piccolo papero
sfortunato. Lui non aveva bisogno di
una maschera e di un costume per essere un eroe… lo era e basta!
E poi uno come lui non avrebbe mai potuto credere a
cose come gli alieni…
Uscì dalla doccia
un po’ dolorante e si avvolse nell’accappatoio, tenendosi la schiena come se
avesse avuto il colpo della strega.
«
Cos’avevi tanto da
sghignazzare, là dentro? È così divertente fare la doccia? »
«
Nulla d’importante… »
«
E la schiena? Non
dirmelo: sei scivolato sulla saponetta… »
«
Sì, e allora? Gradirei
che evitassi le battutacce sulla mia sfortuna! »
«
Ok… nervosetti? »
Paperino si morse
il becco. Uno non c’entrava nulla con le sue crisi d’inferiorità, non era
giusto coinvolgerlo nei suoi malumori.
«
Non è nulla, scusami… a
volte ai biologici capita di essere lunatici! »
«
Capisco… »
«
Allora? Cosa hai scoperto? »
L’immagine di Uno
sull’Extransformer sorrise e gli illustrò le sue
ultime scoperte.
Topolino si
stiracchiò sulla sedia. Erano almeno tre ore che non si muoveva, troppo
occupato a leggere e memorizzare dati che forse potevano essere interessanti.
John Sarkfish era un uomo di quarantatre
anni, proveniente da una possidente famiglia della zona e laureato con il
massimo dei voti in giurisprudenza e in scienze politiche all’università di
Anderville.
Anderville ha anche
un’università?
E allora perché Sonny è venuto fino a quella in cui abbiamo studiato insieme?
Forse non c’era il corso di criminologia?
O forse perché voleva
scappare da questa città?
Il suo uomo aveva
lavorato per una decina d’anni come avvocato, difendendo sempre le vittime di
qualche ingiustizia, ma quasi sempre fallendo.
Logico, in una città corrotta
come questa…
Sembrava anche che
si fosse indebitato perché molte dei suoi clienti non avevano soldi sufficienti
per pagare le sue prestazioni… o perché sparivano
prima di pagargli la parcella.
Sì, e immagino anche come…
I giornali riportavano
qualche notizia dei guai e delle proteste che aveva provato a fare per
denunciare quel sistema corrotto. Sembra che si fosse persino incatenato
davanti al tribunale. La foto dell’articolo in questione ritraeva un ometto
basso e leggermente curvo su se stesso, con un principio di calvizie e un paio
di occhialini tondi, legato a un palo della luce con tanto di catene e
lucchetti e con un cartello appeso al collo che recitava: “La giustizia è uguale per tutti… perché ad Anderville no?”
A Topolino ricordò
quel poeta italiano che in gioventù si era consumato anche fisicamente a forza
di studiare. Com’è che si chiamava, già? Ah, sì, Leopardi…
A parte questo, a
dirla tutta gli stava anche simpatico e un po’ lo capiva. Involontariamente
aveva cominciato a fare la stessa cosa fin da quando aveva messo piede lì:
combattere le ingiustizie e la società corrotta di Anderville.
E poi…
Il detective aveva
preso una serie di evidenziatori colorati e si era messo a pasticciare un paio
di articoli, evidenziandone similitudini e differenze.
Non avrebbe potuto
restituire a Stan le riviste, se ne rese conto quando
era già a metà del lavoro. Pazienza, glieli avrebbe
risarciti. Quello che stava scoprendo era troppo interessante per essere ignorato.
«
Che uomo integerrimo!
Sicuri che sia il nostro amico in combutta con gli evroniani? »
«
Questo era quello che era… fino a tre settimane fa, almeno a
giudicare dagli articoli sui giornali locali! »
«
E poi? »
Pikappa aveva
appoggiato l’Extransformer sul letto e ascoltava Uno
attentamente, a gambe incrociate, con il mento abbandonato sui pugni appoggiati
alle ginocchia.
«
Poi qualcosa è
cambiato. Sharkfish una mattina ha iniziato a
investire dei soldi provenienti da non si sa bene dove in azioni poco pulite. E
ci ha guadagnato parecchio! »
Paperino rise:« Non vorrai mica dirmi che ha più fiuto per gli affari di
Zio Paperone? »
«
Se non è così doveva avere
un ottimo informatore! »
«
Opto più per
quest’ultima! »
Uno lo interruppe:« Talmente bravo da fregare tutti, e dico proprio tutti gli altri giocatori di Borsa… tuo
zio compreso! Strano per uno che non aveva un quattrino in tasca fino al giorno prima e che non si era mai interessato di
economia! »
«
Quindi tu sospetti… »
«
Tre settimane fa sono
cominciati anche i primi segnali di tecnologia evroniana.
Non c’è bisogno di essere delle I.A.
molto sofisticate per fare due più due! »
Paperino saltò giù
dal letto:« Allora, abbiamo un evroniano molto ferrato
in economia terrestre che sta suggerendo a questo Sharkfish
come muoversi per pagare i suoi numerosi debiti… e finanziarsi una scalata
politica davvero niente male! »
Uno annuì:« Dai rapporti di polizia risulta che nel giro di due
settimane il nostro uomo abbia contattato tutti i malavitosi, i lestofanti, i
corrotti di questa città e abbia preso accordi molto vantaggiosi con ognuno di
loro… curioso, visto che fino a pochi giorni prima li combatteva con tutte le
sue forze! »
«
Pare proprio che i
nostri avversari ci abbiano messo in qualche modo lo zampino… anche se fino ad
ora non avevano mai agito così! Ma i tempi cambiano… »
Paperino indossò
la mascherina e Uno gli sorrise.
«
Esci? »
«
Devo pur farmi un’idea
di questa metropoli, non posso basarmi solo sulle tue cartine, per quanto ben
fatte! E poi è quasi notte… »
Uno completò la
frase per lui:« … il tempo del giustiziere mascherato!
»
Topolino
finalmente distolse gli occhi dallo stesso articolo che aveva visionato Uno fino
a poco prima. Troppe cose non gli quadravano… troppi
colpi di fortuna tutti insieme…
Si alzò e prese il
cappotto. Aveva bisogno di un caffè con molto zucchero per rimettere in moto i
neuroni, e il Little Caesar non sarebbe rimasto aperto ancora per molto.
Appoggiò la mano
sulla maniglia gelida e per poco non saltò sul soffitto.
Il telefono!
Recuperando un
battito cardiaco normale, Topolino afferrò la cornetta.
«
Agenzia
d’investigazioni, sono Topolino, chi parla? »
Una voce femminile
e tremante gli rispose con qualche difficoltà.
«
È lei il detective?
Avrei bisogno del suo aiuto, è urgente… »
Ciao! Ecco
qui il secondo capitolo di questa piccola follia!
Approfitto
per ringraziare Evose, Jan Itor
19, Nigthrun e Crybaby per le recensioni e vi aspetto al prossimo capitolo…
dove finalmente ci sarà il tanto atteso incontro! Vi aspetto tutti!
CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Hinata 92