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Autore: hinata 92    01/09/2012    2 recensioni
Anderville. Le sue "tranquille" notti vengono sconvolte dall'arrivo di un papero mascherato in trasferta pronto a venire a capo di un mistero. Ma anche un famoso detective dalle grosse e tonde orecchie nere sta facendo lo stesso, anche se da un altro punto di vista...
L'uno all'insaputa dell'altro, Topolino e Pikappa dovranno vedersela con un misterioso personaggio e... con loro stessi.
Segreti non rivelati, forse intuiti, principi morali, testardaggini, una fiducia difficile da dare e ottenere in una città dove tutto ha un costo e una verità così complessa che stupirà anche chi credeva di aver capito tutto...
Tutto questo e ancor di più nel più pazzo crossover Disney mai creato: PKNA x MMMM!!!
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Paperino aka Paperinik, Sorpresa, Uno
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Indagini, saponette ed evidenziatori

Indagini, saponette ed evidenziatori

 

 

La porta dello studio investigativo venne aperta poco elegantemente da un calcio assestato con precisione. Ma dopotutto, con le mani e le braccia completamente occupate da una pila di documenti e giornali di un altezza tale da coprirgli persino le orecchie, Topolino non aveva potuto fare altrimenti.

« No, state comoda, signorina Sarah, faccio da solo! »

La donna non alzò gli occhi dalla sua rivista di gossip:« Bene, capo! »

Topolino sospirò.

 

Ma perché diavolo devo anche darle uno stipendio?

 

Richiudendo la porta altrettanto elegantemente col tacco della scarpa, Topolino gettò letteralmente tutto il materiale sulla scrivania.

Aveva dovuto chiedere a Stan di smontare l’edicola per procurargli tutte quelle informazioni, ma ora poteva dichiararsi soddisfatto della quantità di materiale recuperato. Tutto riguardante un solo individuo.

John Sharkfish.

D’accordo, non aveva ricevuto alcuna richiesta su di lui, ma dopotutto non aveva ricevuto nessuna richiesta d’indagine neanche su altro. Era momentaneamente disoccupato e bloccato ad Anderville. Tanto valeva trovarsi un occupazione, e un indagine su questo uomo misterioso poteva aiutarlo a tenerlo in allenamento!

Sì, aveva anche un computer con collegamento internet, ma uno come lui, così legato ai fatti concreti, preferiva indubbiamente un pezzo di carta da poter tenere saldamente in mano che non un evanescente dato sullo schermo cancellabile con un solo tasto.

« Bene… mettiamoci al lavoro! »

 

 

 

 

Un paio d’isolati più in là, un’altra persona indagava su John Sharkfish, ma con mezzi decisamente più tecnologici.

« Mentre ti sistemavi, socio, ho continuato le ricerche sul nostro amichetto… ti aggiorno? »

« Non potresti lasciarmi il tempo di una doccia? Capisco che ai computer l’acqua faccia male, ma ai paperi è particolarmente gradita! »

« Esigenze biologiche… »

Paperino sospirò alla piccola frecciatina del collega elettronico ed entrò in bagno.

 

Aprendo il rubinetto, il papero si rilassò per un secondo, una volta tanto solo con se stesso.

Perché doveva sempre cacciarsi in situazioni assurde, al limite dell’incredibile? Anzi, oltre il credibile, perché nessuno a casa gli avrebbe creduto se avesse detto che stava indagando su un politico che forse era legato in qualche modo agli alieni!

Paolino Paperino che indaga…

Immaginò Zio Paperone scoppiare a ridere come un pazzo, seguito molto probabilmente da Gastone, forse anche da Paperina e Qui, Quo e Qua…

Gli avrebbero detto che lui non era la persona adatta, di lasciare perdere, che c’erano altre persone più brave di lui in queste cose. Già, in effetti una persona più adatta di lui l’aveva in mente, un vecchio amico che non vedeva da tanto tempo e che non faceva altro che lasciarsi coinvolgere in casi di polizia.

Chissà come se la sarebbe cavata nei panni di Paperinik…

Se lo immaginò per un secondo con il suo costume addosso e una risata gli uscì spontanea dal becco. L’ilarità continuò immaginandoselo, rosso in viso per la vergogna, alle prese con la mascherina nera, abbastanza inutile dato il suo colorito, mentre magari litigava con le sue gigantesche orecchie per legarsela decentemente…

Paperino rise talmente tanto che non notò che la saponetta gli era scivolata sul pavimento della doccia e, immancabilmente, ci mise la zampa sopra cadendo. La fitta brutale che lo colpì alla schiena lo riportò alla realtà.

Ma chi voleva prendere in giro? Lui non avrebbe mai fatto figuracce di quel genere, aveva una dignità e un eleganza innata che invidiava profondamente da sempre, da quando era solo un piccolo papero sfortunato. Lui non aveva bisogno di una maschera e di un costume per essere un eroe… lo era e basta!

E poi uno come lui non avrebbe mai potuto credere a cose come gli alieni…

Uscì dalla doccia un po’ dolorante e si avvolse nell’accappatoio, tenendosi la schiena come se avesse avuto il colpo della strega.

 

« Cos’avevi tanto da sghignazzare, là dentro? È così divertente fare la doccia? »

« Nulla d’importante… »

« E la schiena? Non dirmelo: sei scivolato sulla saponetta… »

« Sì, e allora? Gradirei che evitassi le battutacce sulla mia sfortuna! »

« Ok… nervosetti? »

Paperino si morse il becco. Uno non c’entrava nulla con le sue crisi d’inferiorità, non era giusto coinvolgerlo nei suoi malumori.

« Non è nulla, scusami… a volte ai biologici capita di essere lunatici! »

« Capisco… »

« Allora? Cosa hai scoperto? »

L’immagine di Uno sull’Extransformer sorrise e gli illustrò le sue ultime scoperte.

 

 

 

 

Topolino si stiracchiò sulla sedia. Erano almeno tre ore che non si muoveva, troppo occupato a leggere e memorizzare dati che forse potevano essere interessanti.

John Sarkfish era un uomo di quarantatre anni, proveniente da una possidente famiglia della zona e laureato con il massimo dei voti in giurisprudenza e in scienze politiche all’università di Anderville.

 

Anderville ha anche un’università?

E allora perché Sonny è venuto fino a quella in cui abbiamo studiato insieme? Forse non c’era il corso di criminologia?

O forse perché voleva scappare da questa città?

 

Il suo uomo aveva lavorato per una decina d’anni come avvocato, difendendo sempre le vittime di qualche ingiustizia, ma quasi sempre fallendo.

 

Logico, in una città corrotta come questa…

 

Sembrava anche che si fosse indebitato perché molte dei suoi clienti non avevano soldi sufficienti per pagare le sue prestazioni… o perché sparivano prima di pagargli la parcella.

 

Sì, e immagino anche come…

 

I giornali riportavano qualche notizia dei guai e delle proteste che aveva provato a fare per denunciare quel sistema corrotto. Sembra che si fosse persino incatenato davanti al tribunale. La foto dell’articolo in questione ritraeva un ometto basso e leggermente curvo su se stesso, con un principio di calvizie e un paio di occhialini tondi, legato a un palo della luce con tanto di catene e lucchetti e con un cartello appeso al collo che recitava: “La giustizia è uguale per tutti… perché ad Anderville no?”

A Topolino ricordò quel poeta italiano che in gioventù si era consumato anche fisicamente a forza di studiare. Com’è che si chiamava, già? Ah, sì, Leopardi…

A parte questo, a dirla tutta gli stava anche simpatico e un po’ lo capiva. Involontariamente aveva cominciato a fare la stessa cosa fin da quando aveva messo piede lì: combattere le ingiustizie e la società corrotta di Anderville.

 

E poi…

 

Il detective aveva preso una serie di evidenziatori colorati e si era messo a pasticciare un paio di articoli, evidenziandone similitudini e differenze.

Non avrebbe potuto restituire a Stan le riviste, se ne rese conto quando era già a metà del lavoro. Pazienza, glieli avrebbe risarciti. Quello che stava scoprendo era troppo interessante per essere ignorato.

 

 

 

 

« Che uomo integerrimo! Sicuri che sia il nostro amico in combutta con gli evroniani? »

« Questo era quello che era… fino a tre settimane fa, almeno a giudicare dagli articoli sui giornali locali! »

« E poi? »

Pikappa aveva appoggiato l’Extransformer sul letto e ascoltava Uno attentamente, a gambe incrociate, con il mento abbandonato sui pugni appoggiati alle ginocchia.

« Poi qualcosa è cambiato. Sharkfish una mattina ha iniziato a investire dei soldi provenienti da non si sa bene dove in azioni poco pulite. E ci ha guadagnato parecchio! »

Paperino rise:« Non vorrai mica dirmi che ha più fiuto per gli affari di Zio Paperone? »

« Se non è così doveva avere un ottimo informatore! »

« Opto più per quest’ultima! »

Uno lo interruppe:« Talmente bravo da fregare tutti, e dico proprio tutti gli altri giocatori di Borsa… tuo zio compreso! Strano per uno che non aveva un quattrino in tasca fino al giorno prima e che non si era mai interessato di economia! »

« Quindi tu sospetti… »

« Tre settimane fa sono cominciati anche i primi segnali di tecnologia evroniana. Non c’è bisogno di essere delle I.A. molto sofisticate per fare due più due! »

Paperino saltò giù dal letto:« Allora, abbiamo un evroniano molto ferrato in economia terrestre che sta suggerendo a questo Sharkfish come muoversi per pagare i suoi numerosi debiti… e finanziarsi una scalata politica davvero niente male! »

Uno annuì:« Dai rapporti di polizia risulta che nel giro di due settimane il nostro uomo abbia contattato tutti i malavitosi, i lestofanti, i corrotti di questa città e abbia preso accordi molto vantaggiosi con ognuno di loro… curioso, visto che fino a pochi giorni prima li combatteva con tutte le sue forze! »

« Pare proprio che i nostri avversari ci abbiano messo in qualche modo lo zampino… anche se fino ad ora non avevano mai agito così! Ma i tempi cambiano… »

Paperino indossò la mascherina e Uno gli sorrise.

« Esci? »

« Devo pur farmi un’idea di questa metropoli, non posso basarmi solo sulle tue cartine, per quanto ben fatte! E poi è quasi notte… »

Uno completò la frase per lui:« … il tempo del giustiziere mascherato! »

 

 

 

 

Topolino finalmente distolse gli occhi dallo stesso articolo che aveva visionato Uno fino a poco prima. Troppe cose non gli quadravano… troppi colpi di fortuna tutti insieme…

Si alzò e prese il cappotto. Aveva bisogno di un caffè con molto zucchero per rimettere in moto i neuroni, e il Little Caesar non sarebbe rimasto aperto ancora per molto.

Appoggiò la mano sulla maniglia gelida e per poco non saltò sul soffitto.

 

Il telefono!

 

Recuperando un battito cardiaco normale, Topolino afferrò la cornetta.

« Agenzia d’investigazioni, sono Topolino, chi parla? »

Una voce femminile e tremante gli rispose con qualche difficoltà.

« È lei il detective? Avrei bisogno del suo aiuto, è urgente… »

 

 

Ciao! Ecco qui il secondo capitolo di questa piccola follia!

Approfitto per ringraziare Evose, Jan Itor 19, Nigthrun e Crybaby per le recensioni e vi aspetto al prossimo capitolo… dove finalmente ci sarà il tanto atteso incontro! Vi aspetto tutti!

 

CIAO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Hinata 92

  
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