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Autore: Lei Angel    01/09/2012    2 recensioni
Ho preso in considerazione un amore non descritto, quello di Kerwik e Leowynn. In una breve storia ho percorso il tragitto della dama e il cavaliere verso il matrimonio. E' la mia prima storia e non è un granchè. Spero solo che sia leggibile. Ciao! Lei Angel ;)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Geoffrey Martewall | Coppie: Sir Kerwick/Leowynn Martewall
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.  PERNSIERI INQUIETI

Geoffrey Martewall sedeva stanco nel suo studio, riprendendo forza e ripensando a gli ultimi avvenimenti.  Era particolarmente inquieto; sebbene fosse riuscito a riprendersi il castello e a mettere in salvo quel poco che rimaneva della sua famiglia e del suo esercito, era chiaro che il peggio doveva ancora venire. Adesso il re si sarebbe imposto con il terrore agli altri baroni, e solo i più impavidi avrebbero ingaggiato battaglia. In più tutti vedevano LUI, e non certo il Delfino di Francia, come “direttore” di quell’orchestra stonata e malinconica. E solo il pensiero di dover guidare il ribaltamento politico del suo paese, gli metteva i brividi; non si preoccupava molto per la sua vita, se così si poteva definire, ma temeva per quelli che, in piena fiducia, lo avrebbero seguito. Molti lo consideravano uno degli uomini più coraggiosi e forti d’Inghilterra, ma nessuno sapeva meglio di lui, che non era così.  Era forte con le armi, questo sì, e aveva la capacità di mostrarsi impassibile al resto del mondo… ma lui era in realtà fragile, e la maschera dell’insofferenza che molti dispregiavano, era l’unico modo per sopravvivere. Molti erano i sentimenti contrastanti nel suo cuore, ma di tutto questo, sul suo viso echeggiavano solo durezza e disprezzo. Non poteva farci niente, era più forte di lui. Malgrado ciò, sentiva che non poteva continuare così. Aveva bisogno di sfogarsi, di confidare le sue paure  a qualcuno.
 Il Leone scosse la testa contrariato. Non era il momento di abbandonarsi ai sentimentalismi! Non poteva permettersi di turbare ancora di più la quiete con le sue preoccupazioni.  E poi c’era sua sorella, Leowynn. Dopo tutto quello che aveva trascorso nell’ultimo mese, angosciarla ancora di più era come ucciderla. A questi pensieri , la rabbia gli portò un groppo alla gola e contribuì a ricoprire il suo viso ed il suo cuore con quella solita maschera,  per continuare la commedia della vita, di quella vita che di comico aveva ormai ben poco. Pensando a sua sorella, gli tornò in mente quello che aveva detto al suo cavaliere, Kerwik, poco prima.

Aveva da un po’ carpito il sentimenti nascosti che legavano il giovane  e sua sorella, e aveva dovuto farsene una ragione. Personalmente, avrebbe preferito trovare alla bella e giovane Leowynn una sistemazione fissa e più sicura. Ma sua sorella non era uno scacco da spostare a piacimento sulla scacchiera. Era adulta e sapeva disporre della propria vita. In più l’idea di doverle imporre un matrimonio di convenienza, gli dava il volta stomaco. Quelle poche volte che l’aveva sentita discutere dell’argomento con il padre, era stata molto chiara sul fatto che non si sarebbe fatta manovrare sulla questione; voleva sposare un uomo di cui fosse innamorata, e non le interessavano minimamente posizione sociale, e tanto meno, economica… e, dopo tutto, aveva ragione. Anche Sir Harald Martewall aveva tentato spesso di farla incontrare con giovani conti e aristocratici, e lei gli aveva concesso il suo tempo, ma senza alcun risultato.
 Adesso però, era Geoffrey il più grande e il suo tutore. Ma questo non contava:  le avrebbe concesso la mano di chiunque lei avesse chiesto. E c’era da dire che Kerwik non gli dispiaceva nemmeno tanto; almeno aveva la certezza che fosse un brav’uomo, leale, fedele… e che non si sarebbe sposato per interesse ma per amore. In caso contrario, il leone aveva già i metodi per risolvere pacificamente – più o meno- la situazione. Suo sorella poteva sposare il primo che passava per la strada o il più ricco dei principi, ma l’importante era che la persona scelta non osasse neanche pensare di ferirla moralmente o fisicamente.

I suoi ragionamenti vennero bruscamente interrotti da un servo che bussò alla porta e , dopo aver ricevuto il permesso di entrare, diede annuncio che la cena era servita nel salone al piano inferiore.

Geoffrey, riluttante, congedò il servo con la promessa di scendere a breve. Non era assolutamente propenso ad una serata di compagnia e avrebbe volentieri cenato con pane e formaggio seduto nel suo studio. Ma era meglio non allarmare la sorella che, non vedendolo a tavola, si sarebbe certo preoccupata per le sue condizioni di salute. No, non era proprio il caso. Lasciò la stanza e , rassegnato,  si diresse  alle scale.

  
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