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Autore: Clopina    02/09/2012    3 recensioni
Raccolta di brevi storie.
3 - A volte le decisioni in guerra vanno prese con coraggio e distacco, più con gli istinti che con la volontà cosciente e la ragionevolezza.
4 - Conoscere il loro ‘nipotino’ può diventare un’esperienza debilitante per il Team.
5 - Di sicuro nessuno di loro si sarebbe mai aspettato di passare l’ultimo dell’anno in quella situazione.
Genere: Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prompt 028. CHILDREN
Conoscere il loro ‘nipotino’ può essere un’esperienza debilitante per il Team.




Era iniziato tutto con una semplice frase buttata là dal tenente, durante un lungo e noioso viaggio nel furgone in una buia serata di fine inverno.

"Chissà come se la sta cavando Trish?"

Gli altri tre si erano fermati a pensarci. Non avevano più avuto notizie di lei da quando l’avevano aiutata a vendicare la morte di suo marito Ray Brenner, e con la gravidanza e la fattoria da mandare avanti non doveva aver passato un periodo facile. Ipotesi e teorie erano state gettate nella mischia, e alla fine i quattro membri del team avevano deciso all’unanimità che da quel momento avevano una nuova missione: andare a trovare Trish alla fattoria.

Era pur sempre il minimo che potessero fare per il loro vecchio compagno.

Ed era per questo che appena una settimana dopo si erano ritrovati tutti nel salotto della donna, che era stata più che felice di vederli, e ammassati intorno alla culla del nuovo nato come un branco di padri scalmanati.

Ma i quattro si erano scambiati uno sguardo e un sorriso. Si erano preoccupati per niente: Trish era ancora la donna forte che ricordavano, anche dopo tutto quello che era successo l’anno prima. A parte i buchi di proiettile sulla porta e i vetri rotti delle finestre, che naturalmente erano stati riparati, la casa non era diversa da come l’avevano lasciata l’ultima volta. Le foto di Ray erano ancora al posto d’onore sulla mensola del caminetto, e il colonnello era sicuro che la cassa con la sua uniforme e le sue medaglie fosse ancora riposta con cura nell’armadio di sopra.

C’era una sola nota stonata nella vicenda: Trish aveva approfittato della loro visita e in un qualche modo dopo diverse ore di gioia e racconti e aggiornamenti li aveva ingannati a restare con il bambino mentre lei andava a ‘fare la spesa’.

I quattro uomini avevano accettato di buon grado, un po’ imbarazzati dalla fiducia che la donna dimostrava verso di loro, ben sapendo che Trish non doveva aver avuto una giornata libera da molto tempo. E poi aveva detto che sarebbe tornata molto presto.

Il colonnello John Hannibal Smith era abbastanza intelligente e abbastanza esperto di strategia militare da capire che ‘molto presto’ in quel frangente significava ‘molto tardi’.

Così, mentre lui, Murdock e PE erano seduti sul divano, Sberla gironzolava per il salotto con il bimbo in braccio.

"Ciao piccolo Ray," Sberla sembrava essere già entrato in sintonia con il bambino. Aveva un sorriso così stupido stampato in volto che i suoi compagni si annotarono di usarlo come arma di ricatto per molto tempo. Murdock si diede da fare con la sua macchina fotografica istantanea. Intanto l'ignaro tenente continuava con il suo monologo. "Io sono lo zio Templeton. E Ray, guarda, ti presento lo zio Murdock e lo zio PE." Mentre parlava si spostava in mezzo a loro, indicando i membri del team al bambino che li osservava tutti con occhioni marroni spalancati e rotondi. Murdock gli lanciò un sorriso enorme e anche PE gli sorrise e lo salutò di rimando. "E questo qui è il nonno Hannibal."

Hannibal mimò con la bocca la parola ‘Nonno?’ fissando il tenente con uno sguardo truce che prometteva dolore. E venti miglia di corsa non appena fossero tornati a Los Angeles.

Il tenente lo notò e fu svelto a cambiare direzione.

Una decina di minuti dopo Hannibal tirò fuori un sigaro dalla tasca e fece per accenderlo, e Murdock arricciò il naso. "Colonnello, non dovresti fumare intorno al bambino…" Il suo consiglio naturalmente fu completamente ignorato. Il colonnello gli lanciò un’occhiata vacua e poi continuò il suo gesto.

PE lo fulminò con lo sguardo quando il fumo arrivò fino a lui.

Sberla depositò il piccolo Ray nella culla e si avvicinò agli altri, visibilmente un po’ imbarazzato. Gli altri gli lanciarono finti ma credibili sorrisi comprensivi, già pensando a cosa chiedere di procurare al tenente sotto ricatto.

Trish aveva lasciato una teiera sui fornelli pronta per il loro uso, e Murdock andò in cucina e tornò dopo pochi minuti portando con sé un vassoio con quattro tazze fumanti.

Mentre sorseggiavano il loro tè, a turno lanciavano un’occhiata al piccolo nella culla.

"Non riesco ancora a capire come sia riuscita a ficcarci in questa situazione."

"Non essere così ingiusto, Hannibal. Il piccolo Ray è un angioletto."

Hannibal inarcò un sopracciglio, decisamente non convinto. Un rumore attirò la loro attenzione.

Si voltarono verso la culla come un solo uomo e videro che l’‘angioletto’ stava tentando di evadere scavalcando le protezioni alzate. Hannibal si alzò in piedi e sorrise, ripensando alla loro fuga da Fort Bragg.

"Riprendi già dal nonno, vero?" –oh, quanto avrebbe sofferto il tenente per quello– "Ma tu non devi farlo." Il bambino lo ignorò. Hannibal lanciò un’occhiata agli altri uomini ancora accasciati sul divano. "Perché non mi date una mano?"

"Devo ancora finire il mio tè, Colonnello," sorrise Sberla a trentadue denti alzando la tazzina a mo’ di saluto.

"Sei stato tu ad accettare quest’incarico Hannibal!"

"Per una volta sono d’accordo con il bestione."

Il colonnello li fulminò tutti con lo sguardo poi si voltò di nuovo verso il bambino. "Te ne starai buono buono lì dentro finché tua madre non torna?" Si sentiva stupido a parlare con un neonato, ma stava parlando più da solo che altro a questo punto e questo era ancora più umiliante. Il piccolo Ray intanto continuava a portare avanti la sua evasione.

Il colonnello avanzò verso di lui, afferrandolo per le braccine e bloccando la sua fuga. "Assolutamente no, angioletto. Adesso te ne stai fermo lì zitto e buono finché la mamma non torna, okay?"

Il piccolo si fermò. Ma non perché avesse capito; semplicemente era stato attirato dal luccichio del sigaro acceso di Hannibal. Alzò una manina e tentò di afferrarlo.

"Non provarci nemmeno," lo avvertì il colonnello allontanando il sigaro. Nessuno toccava i suoi sigari. Nessuno.

Ray fece una faccia strana. Hannibal per un attimo si domandò se avesse un qualche problema.

Poi il piccolo scoppiò a piangere.

Cosa positiva: quello fece alzare le chiappe agli altri tre uomini nella casa.

Cosa negativa: il colonnello non aveva la più pallida idea di come fare per calmarlo.

"Oh, no, no, no," esclamò Hannibal. "Sshhhh! Ti prometto che se smetti di piangere ti farò uscire di prigione." Il bambino si azzittò un attimo e lo fissò con occhi enormi, per poi riprendere a strillare ancora più forte di prima.

"Hannibal! Fallo smettere!"

"Non hai grazia con i bambini! Fallo fare a me!"

Nonostante i tentativi – o forse a causa dei tentativi – Ray non dava cenno di volersi calmare.

Murdock, con l’espressione di uno che andava alla ghigliottina, lo prese tra le braccia e lo annusò. "Non è nemmeno sporco."

"Forse ha fame?" azzardò Sberla.

"No, non credo," rispose Hannibal. Ne dubitava davvero; a parte che loro non avevano niente a disposizione ma Trish non gli aveva lasciato detto nulla. E poi probabilmente lei sarebbe tornata molto presto.

…Già. Come no.

Intanto, il piccolo continuava a piangere.

Il pilota provò a distrarlo con il sonaglino che aveva preso dalla culla, ma non ottenne nulla.

Spaesato, il colonnello lo prese dalle braccia di Murdock e iniziò a cullarlo cercando di calmarlo. Presto tutti e tre gli altri membri del team stavano correndo per casa cercando qualcosa che potesse aiutarli. Hannibal iniziò perfino a cantargli una ninna-nanna con una melodia che ricordava, presto raggiunto da Sberla, sperando che Trish non tornasse a casa proprio in quel momento, o la sua reputazione di Duro Colonnello sarebbe andata vaporizzata nell’aria. Ma niente funzionò. Ray continuava a strillare e singhiozzare quanto prima.

Stessa testa dura di suo padre, pensò Hannibal, metà nostalgico, metà irritato.

Il colonnello non sapeva più che pesci pigliare. Posto il pupo di nuovo nella culla, disperato, giocò l’ultima carta – quella con cui era più familiare.

Raddrizzò la schiena assumendo una postura militare, e esclamò, "Silenzio, Soldato!"

Il bambino smise di piangere.

Hannibal lo fissò basito. Il piccolo ricambiò lo sguardo, gli occhi enormi, portandosi un ditino in bocca. Poi sbatté un paio di volte le palpebre e chiuse gli occhi.

Un largo sorriso affiorò sul viso del colonnello.

Gli altri tre lo stavano fissando a bocca aperta.

"Hannibal-"

"Colonnello-"

"Ma Hannibal-"

Hannibal li zittì tutti con un gesto della mano.

Murdock chiuse la bocca di Sberla spingendo un dito sotto al suo mento.

I quattro si mossero silenziosamente verso il divano. La suola di una scarpa di Murdock scricchiolò, e PE minacciò il pilota, il che portò ad una discussione sottovoce che Hannibal interruppe prima che o il bambino si risvegliasse o PE strangolasse il suo capitano (qualsiasi fosse arrivata prima).

Passò un’altra ora prima che Trish fu di ritorno. Sembrava molto più rilassata quando entrò nella porta di casa. Al contrario dei membri del team.

Mentre Sberla si lasciava cadere sul divano con un lamento, Trish si diresse verso il bambino che dormiva beato nella culla. Lo osservò per un attimo con un sorriso sulle labbra, poi si voltò verso i quattro uomini. "Grazie mille ragazzi. Spero che Ray non vi abbia dato problemi."

"Certo che no. È stato un angioletto," rispose Hannibal con un sorriso enorme. Fin troppo enorme. Trish doveva aver letto qualcosa nella sua espressione, perché si accigliò.

"Sei sicuro che sia andato tutto bene?"

"Assolutamente." Il sorriso era ormai pietrificato nella sua espressione.

Trish spostò lo sguardo dal colonnello a Sberla afflosciato sul divano con lo sguardo vacuo, Murdock in piedi vicino alla porta insolitamente rigido nella postura, e PE con un cipiglio corrucciato. Ma quest’ultimo era normale.

Non convinta, un’idea le affiorò in mente e la donna sorrise. "Beh, è bene da sapere. Vorrà dire che se avrò di nuovo bisogno di baby-sitter in futuro vi chiamerò."

Sberla gemette. PE grugnì. Murdock le offrì un sorriso strano. Hannibal uno enorme.

Ma quando arrivò il momento dei saluti, Trish era quasi in lacrime. La donna li abbracciò tutti a turno.

"Grazie ragazzi, davvero. Per tutto." Trish sorrise loro, questa volta un sorriso caldo e sincero.

"Ogni volta che ne avrai bisogno, Trish." E tutti sapevano che il colonnello intendeva più del fare i baby-sitter.

La salutarono un’ultima volta con la mano e s’incamminarono verso la macchia di alberi dove avevano parcheggiato.

Appena prima di salire sul furgone, Hannibal si voltò per affrontare i suoi uomini. Li studiò un attimo, e si ritrovò a pensare che dopo le missioni più pericolose portate a termine in Vietnam avevano sempre avuto un aspetto migliore. Si schiarì la gola e poi parlò. "Non fate parola a nessuno di questa cosa. E questo è un ordine."

Due grugniti di approvazione e un ‘sì signore’ arrivarono come risposta.

Sul sedile posteriore del furgone, Sberla si addormentò poco dopo la loro partenza e Murdock ne approfittò per mostrare a Hannibal e PE le foto scattate. Ma tenne per sé quella in cui il colonnello cantava la ninna-nanna al pupo scalciante tra le sue braccia, che poteva sempre tornare utile.

Il crepuscolo scese sulla città mentre il team si allontanava guidando verso il tramonto.




A/N: Ok. Questa era veramente stupida. E potenzialmente nonsense. E non sono nemmeno sicura che sia venuta come volevo, ma c'ho lavorato pure troppo. Ma sapete quando vi prende quell’idea fissa in testa che non riuscite a far andare via e che supplica di essere scritta? Ecco. A me è successo quello.
Forse perché entro automaticamente in Modalità_Colonnello_Decker appena mi trovo di fronte ad un bambino, e forse perché mi chiedevo come se la sarebbero cavata quelli dell’A-Team al posto mio, forse perché ridevo da sola all’idea, e forse perché volevo scrivere una fanfiction sul Team che andava a trovare Trish (dall’episodio 1x14 ‘Funerale a Sorpresa’, nel caso qualcuno si stesse chiedendo da dove diamine è scappata fuori). E pensare che l’idea originale era completamente diversa. XD
Oh beh. Spero vi sia piaciuta lo stesso e almeno vi abbia fatto sorridere. E se volete fatemi sapere come vi è sembrata. :)
  
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