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Autore: GoodGoneGirl    03/09/2012    1 recensioni
*FANFICTION MOMENTANEAMENTE SOSPESA*
Angelique è una ragazza allegra, bella e solare.
Figlia di Horace e Mélodie Moreau, nobile famiglia francese, è costretta a rispettare e seguire regole a lei poco consone.
Angelique è spesso in conflitto con i genitori per la sua particolare personalità, e per questo verrà messa molte volte alla prova.
Le cose saranno ancora più difficili per lei quando conoscerà Chase, un ragazzo inglese trasferitosi in Francia per fare fortuna.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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...

Mi alzo dal divano e mi sgranchisco la schiena. Sono stata seduta per non so quante ore.

Louis mi si avvicina, sempre sorridendo. Come vorrei togliergli quel ghigno dalla faccia! >.<

"Brava", dice, e mi tira il fiocco del vestito. "Sei stata molto furba prima. Ma sappi che te la farò pagare", continua.

Alzo un sopracciglio. Lui mi guarda. Sembra stupito dalla mia reazione.

"Furba? Lou, guarda che sei tu che sei tonto!", gli rispondo con il suo stesso sorriso.

Lui mi fa una smorfia. Poi mi lascia il fiocco e esce in giardino. Io lo seguo...

"Angelique! Dove vai?", mi domanda mia madre, che dopo 4 ore in piedi può finalmente sedersi.

"In giardino. Perchè?", domando.

"Ti sporcherai le scarpe!". Tiene molto alle scarpe. Non so perchè; è una sua mania.

"Tranquilla", sorrido, "Starò attenta". Esco. E' una bella giornata, oggi. Il sole splende alto nel cielo. Mi guardo intorno, cercando Louis. Faccio qualche passo verso destra, guardando se è andato sul terrazzo. Non appena mi affaccio, due mani mi afferrano per la vita e mi girano.

"Lou! Sapevo di trovarti qui!", gli dico.

Lui sorride. Ma perchè?!?! >.<

"Come facevi a sapere che avrei ceduto?", mi chiede finalmente.

"Sei mio fratello. Conosco i tuoi punti deboli", gli rispondo, soddisfatta.

Lui mi si avvicina, io lo blocco con una mano sul petto.

"Sono tua sorella", dico seria, "Non mi devi toccare con un dito. E poi, la tua vicinanza mi ripugna", concludo.

Lui mi lascia la vita, ma continua a restarmi vicino. Conosco le sue intenzioni..

"Se provi ad avvicinarti, dico a Papà cosa volevi farmi sotto al faggio", lo guardo con aria di sfida.

Lui mi guarda perplesso. "Se dici qualcosa, non ti presto più i miei pantaloni". Sorride, sa di aver colpito nel segno.

Lo guardo, disperata. "No! I pantaloni no!".

"Allora stai zitta", dice, e si avvicina.

"Facciamo un patto", dico seria.

"Di che tipo?", mi chiede lui, sospettoso.

Sorrido, falsa. "Del tipo che io non dico niente a Papà, e tu continui a prestarmi i tuoi pantaloni". Passeggio per il terrazzo. Anche se sono di schiena, sono sicura che adesso non sta sorridendo.

"Mmm... Va bene", dice. Sento che si allontana.

"Ma mi prenderò la mia rivincita. Stanne certa!". Io mi volto. Lui mi sorride, sorrido anch'io.

E ancora una volta ho vinto io. E' troppo facile, così. Inizio a non divertirmi più.

Mi siedo vicino al tavolino, guardo l'immenso giardino che circonda casa nostra.

Ad un tratto mi cade qualcosa in testa, qualcosa di morbido, fatto di stoffa. Tiro giù dalla testa quella cosa, e vedo che sono un paio di pantaloni marroncini, color nocciola. Li guardo, sorridendo. Alzo lo sguardo, e Louis è lì che mi sta facendo la linguaccia. Ricambio con una smorfia, e corro in camera mia.

"Finalmente posso togliermi questo vestito!", dico felice. Annette mi guarda rassegnata.

"Ah, Signorina. Quando si deciderà a capire che le ragazze indossano la gonna, e non i pantaloni?", mi chiede togliendomi il fiocco sulla schiena.

"Quando questa sciocca regola sarà abolita!", rispondo seria. Mi infilo quei comodissimi pantaloni. Aggancio i bottoni che hanno sul davanti. Mi giro verso Annette. Le indico l'acconciatura. Lei alza gli occhi al cielo, e sospira.

"Almeno l'acconciatura la potrebbe tenere, Signorina", dice disperata. Faccio una risatina.

"Se per caso viene qualcuno a farvi visita e Lei si presenta conciata così, cosa potrebbe pensare di lei quel povero ospite?", mi slega tutte le trecce.

"Sai che non mi interessa quello che la gente pensa di me, Annette". Finalmente sono a capelli sciolti. Guardo sul piano dello specchio. La mia spilla non c'è.

"Lo so Signorina, e so anche che i suoi genitori sono d'accordo con me che questo suo abbigliamento sarebbe più adatto a un ragazzo". Appoggia il fiocco accanto a gli altri.

"Si, si... Sai per caso dov'è la mia spilla?", chiedo. E' una spilla particolare, d'oro puro. Solo che è più lunga del normale, quindi invece che metterla su un vestito, la uso come ferma capelli.

Annette si guarda intorno. Poi va in camera mia e torna con la spilla in mano. "L'avevate lasciata sul comodino, Signorina.", dice, e me la porge.

Prendo le due ciocche a lato della testa, le tiro su e le arrotolo, facendo un piccolo chignon. Infilo la spilla in mezzo alla pallina facendola passare su e giù tra gli altri capelli, per farla stare ferma. Lascio il resto dei capelli sciolti.

Annette mi guarda, con aria di rimprovero.

"Anche questa! Signorina. Solo Lei poteva inventarsela!", dice, e esce dalla stanza.

"Annette, aspetta!", le urlo dietro.

Lei si ferma sulla porta. "Si, Signorina?", chiede.

"Quale di queste si intonano meglio ai pantaloni?", le sto sventolando davanti al viso due paia di scarpe col tacco, uno marrone e l'altro bianco.

"Signorina, mi scusi. Ma se si vuole vestire da uomo, dovrebbe mettersi delle scarpe basse", mi dice, ignorando completamente le scarpe.

"Io non mi vesto da uomo. Allora? Quale?", agito le scarpe.

Annette, ormai rassegnata a vedermi vestita così, indica il paio bianco.

"Proprio quello che pensavo! Grazie!", sorrido.

Lei esce, in silenzio.

Le scarpe bianche fanno un po di contrasto con i pantaloni marroncini e la camicetta blu carta da zucchero. Esco dalla mia stanza.

Vedo Louis che mi guarda, con quel suo assurdo sorriso, poi mi dice:

"Ecco quella creativa!", inizia a ridere e scende le scale.

"Spiritoso!", rispondo. Poi scendo anch'io in soggiorno. Mia mamma mi guarda, sorridendo, rassegnata anche lei a vedermi con i pantaloni. Mio padre invece non riesce ad accettarlo. Appena mi vede si fa scuro in volto.

Cerco di ignorarlo, ma è molto difficile.

"Pantaloni a una donna: che follia!", dice. "Perchè non indossi uno dei tuoi bellissimi abiti, come le altre ragazze della tua età?", chiede, insistente.

"Perchè io non sono come le altre ragazze. Io...", mi interrompe.

"Ah, certo. Tu sei 'diversa'. Tu non sei come loro.", gesticola.

"Forse mi sbaglio, Padre, ma mi pare che siate stato voi a dirmi per primo di non essere come le altre ragazze. ", rispondo seria. Lo guardo negli occhi, cercando di fargli capire che io non sono davvero come tutte le altre.

"No, Cara, non ti sbagli. Ma l'ho detto perchè so di aver ragione". dice, e incrocia le braccia sul petto.

"Certo Padre. Come volete", rispondo esasperata. Esco in giardino...

"Angelique! Torna subito qui!". Kilian mi segue. Penso che non abbia capito quello che è successo.

"Lasciala stare, Horace. E' in un'età difficile", dice mia madre.

Ormai io sono in mezzo al giardino. Kilian mi guarda con quei suoi occhioni verdi pieni di vita.

"Giochiamo?", mi chiede, speranzoso. Sorrido, e gli accarezzo i capelli.

"Certo. A cosa vuoi giocare?", mi siedo sull'erba per essere alla sua altezza.

"A nascondino!", mi dice felice.

"Va bene. Allora io conto fino a dieci, e tu corri a nasconderti!". Mi fa cenno di si con il capo.

"Allora vai! Forza!", gli dico, e inizio a contare.

"Uno.. Due.. Tre.. Nasconditi bene! Quattro... Cinque.. Sei...". Ho gli occhi coperti dalle mani. Non vedo assolutamente niente.

"...Nove.. Dieci! Vengo! Chi c'è c'è, chi non c'è pace!". Faccio per alzarmi, ma qualcuno mi cade addosso.

Riconosco il profumo. "Alzati! Mi stai schiacciando!".

"Scusa! Non l'ho fatto a posta. Volevo spaventarti", dice, poi finalmente si alza. Sorride. Ma cosa sorride?! >.<

"Allora.. Giochi con noi, Lou?", gli chiedo, mentre mi spolvro i pantaloni.

"A cosa giochiamo?", chiede, curioso.

"A nascondino. Ho finito di contare, quindi, andiamo a cercare Kilian!", faccio un piccolo saltello, e corro alla ricerca di Kilian.

Louis rimane un attimo fermo a guardarmi mentre corro, poi parte anche lui 'Alla ricerca del fratellino perduto' ! XD

Quando non fa il superiore, è un buon fratello :33

   
 
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