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Autore: LostHope    03/09/2012    5 recensioni
Alice Wright percepiva i Posseduti. Non sapeva esattamente da cosa essi fossero controllati. Ma sapeva solo una cosa: quando una persona cambiava, diventava aggressiva, insomma, quando non era più lei, Alice riusciva a vedere un'aura nera attorno a quella persona. E cominciava ad avere paura. Una fottuta paura.
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STORIA AL MOMENTO SOSPESA
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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vEcco il terzo capitolo....troppa gente mi farà la pelle se non lo metto xD

"E allora ?” Alice guarda Tammy imbarazzata, stringendosi nel cappotto grigio.
“Allora cosa … Ci ho pensato tutta la notte e non so che fare …”
“Non sai che fare ?! Abbiamo tra le mani il figlio del demonio, entriamo in casa sua e quello si butta dalla finestra … ci mancava che vomitasse e  scopasse un crocefisso ed era l’Esorcista spiccicato !!”
Tammy continuò a fare le bolle con il chewing gum e Alice rimase pensierosa. Il tempo, grigio e nuvoloso, rifletteva perfettamente i loro sentimenti e i loro pensieri: dopo la visita a casa Green, non sapevano più che pesci prendere.
Forse … Alice puntò i suoi occhi al cielo dovrò fare come le altre volte …fare finta che non sia successo più nulla …  sarebbe molto più semp …
Due mani gli coprirono gli occhi e una voce allegra chiese “Indovina chi sono ?”
Per poco Alice non prese un infarto. Si spinse in avanti e si girò, terrorizzata.
Si trovò davanti Raphael, in giaccone nero e sciarpa gialla, con le mani alzate “Scusa non volevo farti paura”
“Ah c-c-ciao … mi hai fatto prendere un colpo … non sapevo vivessi qui !”
“ Si, di solito prendo un’altra strada, ma mi sono svegliato prima …” mentre parlava, si era messo a fissare Tammy. Lei lo guardava non male, anzi, lo stava uccidendo con gli occhi “Chi diavolo sei tu ?”
Lui arrossì e tese una mano “ Io sono Raphael Juniper e tu ?”
Lei fissò prima la sua faccia, poi la sua mano e poi sbuffò “Senti, tartaruga ninja, io non vado a dire il mio nome a un pennellone come te” prese Alice sottobraccio e si allontanò “ E ora, se permetti …”
“Uffa, perché adesso mi rispondete tutti male ?! Prima Mark poi voi …”
Le due si girarono. Alice deglutì “Ci hai … parlato ?”
Lui sbuffò e fece sì con la testa “Si … dopo essere stato all’ospedale, ho deciso di chiamarlo. Mi ha risposto in modo strano: la voce era la sua, ma il tono era veramente scorbutico … Mi ha gridato di non rompergli il cazzo e mi ha sbattuto il telefono in faccia”
“E poi ?! “ Tammy gli si parò davanti, sospettosa, facendolo avvampare. Alice scosse la testa Eccola … è entrata in fase CSI … mi dispiace molto per lui …
Il ragazzo,ancora rosso, si portò una mano dietro la nuca “ L-la cosa mi ha insospettito, così l’ho richiamato un’altra volta … stavolta però sembrava lui … però”
“Però ?!”
“P-però sembrava più che recitasse … in modo meccanico, come se qualcuno gli dicesse cosa dire … poi è venuto a salutarmi ed era … ma scusate” il ragazzo prese sottobraccio Alice e sussurrò “ perché vi interessa…e mi spieghi perché questa c’è l’ha con me ?”
“Ecco” Alice pensò: doveva almeno trovare una buona scusa da digli. “Avevo bisogno di parlargli per conto di mio padre: voleva ancora fargli qualche controllo medico. Però non siamo riuscite a trovarlo, mi chiedevo se potevi aiutarci. E non ti preoccupare per Tammy: lei fa sempre così all'inizio, abbaia sempre ma poi non morde mai.”
“Io vi aiuterei volentieri, ma oggi ho un compito e poi devo andare in officina da mio padre … Ed è un vero peccato, è così carina !”
“E lo dici me ? Comunque, grazie”
“Bene” Tammy si avvicinò, con passò di marcia “ora te ne puoi andare, no ?”
“Scherzi ?!” Raph prese sottobraccio anche lei e sorrise “che uomo sarei se non accompagnassi due giovani e belle donzelle a scuola ?”
Alice sorrise, allegra. Tammy lo fissò con odio Io questo un giorno lo uccido.
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Raphael le aveva lasciate davanti alla sua classe, al primo piano.
“ Ma dove l’hai pescato quel pennellone nero ?!” Tammy sbottò, mentre salivano le scale. Da quando Alice faceva amicizia con i pazzi ?
“All’ospedale, quando sono andata a trovare Mark. Ti avevo chiesto di accompagnarmi ma ,testuali parole: ‘Piuttosto che accompagnarti da quel finocchietto e rinunciare a One Piece, mi butto giù nuda da un aereo in fiamme ’! E poi è molto simpatico !”
È amico di quel finocchietto schifoso, è già tanto se non è fidanzato anche lui con un’oca”
Le due passarono davanti alla classe di Mark e Tammy sentì del vociare. Non era ancora suonata la campanella, quindi sbirciò. E quello che vide la fece sbiancare.
“Alice … vieni a vedere…”
Alice si sporse anche lei e guardò dentro: tutti i ragazzi erano attorno ad una figura, seduta in modo scomposto su una sedia. Aveva i capelli marroni tagliati alla moicana, vestito con una giacca di pelle e una maglia rossa. Aveva cinture e bracciali borchiati, tre piercing sopra ogni sopracciglio e due sotto il labbro inferiore. Ogni orecchio aveva due o tre orecchini , gli occhi verdi scintillavano e la bocca rideva allegra, mostrando il canino destro un po’ più appuntito dell’altro. Non c’era dubbio: sotto quello strato di pelle e metallo, c’era Mark. E per poco svenne.
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-Incredibile…ancora non mi spiego perché quegli umani fossero tanto entusiasti ! Dopotutto mi sono solo scopato una… che c’è… perché non mi parli più ?-
- E me lo chiedi, stronzo ?! TI SEI SCOPATO LA MIA RAGAZZA !!!-
Samael si portò una mano alla testa, lasciando sfuggire un gemito di dolore.
Era vero, il demone non aveva resistito. Si era diretto a casa di quella ragazza e avevano fatto sesso. E allora ? Non c’era da arrabbiarsi così tanto, eppure era da tutta la mattina che gli gridava in testa.
- Dai vedila da un altro lato: c’eri anche tu, quindi ce la siamo scopata in due!-
-MI STAI PRENDENDO PER IL CULO, PEZZO DI MERDA ?!?!?! Oddio, appena possibile mi butto sotto ad un treno ...-
- Stai veramente esagerando ora, datti una calmata o giuro che ti cancello !-
All'improvviso, davanti a lui si scontrò una ragazzina.”M-mi scusi”
 La squadrò: capelli rossi, lentiggini, due occhi di colori diversi… aveva un volto con dei bei lineamenti, non male, un sette e mezzo.
“Guarda dove cammini ” La scansò e continuò a camminare.
“Mi dispiace….si fermi un secondo”
Quella gli prese il braccio in una stretta di ferro. “Voglio scusarmi con lei”
-Samael, FUGGI ! Questa è…-
Prima che potesse, allontanarla, lei gli storse il braccio e lo tirò a sé. Si avvicinò e gli sussurrò ad un orecchio “Ci permetti di farti qualche domanda, finto Mark ?”
“Come cavolo fai a sapere…?”
“Fidati, non sei bravo a travestirti. Ti sei fatto beccare subito”
Samael si guardò attorno: non c’era nessuno, dopotutto era ora di pranzo.
“Pensavo che, come mio primo travestimento, non fosse così male…”
“Il tuo primo…quindi sei un…novellino ?” Sentì la presa della ragazza allentarsi un poco.
“La verità ? … Si …”
“Oddio” la rossa l’allentò del tutto e si tenne la pancia dalle risate “Pensavo che fossi un pezzo grosso invece …”
Lui, con una rapidità incredibile, le tirò un calcio per colpirla in faccia. La ragazza lo scansò, ma Samael alzando la gamba la buttò a terra, mettendole solo un piede sul suo petto, con la punta sul suo morbido collo. Tammy afferrò con decisione la caviglia del ragazzo e cercò di spingerlo via: sentiva che gli avrebbe perforato il petto, se non l’avesse fermato in qualche modo. Samael la guardò, sprezzante “Non osare mai più mettermi le mani addosso, lurida puttana, o giuro che ti faccio a pezzi”
“SMETTILA ! LASCIALA STARE !”
Una sensazione strana colpì Samael. Era calda, rilassante, come una ninna nanna, che cercava di cullarlo e tranquillizzarlo. Una sensazione sgradevole, per un demone come lui. La stessa che aveva provato quel giorno , quando erano entrate quelle ragazze in casa sua. Si girò: un ragazzina dai lunghi capelli neri e dai grandi occhiali lo fissava, i suoi occhi azzurri terrorizzati ,mentre fissava l'amica.
- Ecco chi è entrato a casa tua…-
- Alice e Tamara ? Stai scherzando…cosa…cosa c’entrano loro ?! –
- Chi lo sa, tutto è possibile!-
“Sei tu quella che riesce a vedermi, vero ?”
Alice cominciò a tremare e deglutì. “S-si…”
“Interessante” Samael alzò lo scarpone e lasciò libera Tammy, che cominciò a tossire. Poi si avvicinò alla mora e le prese un polso “Tu sei Alice, vero ?”
Lei fece di sì con la testa, lui si leccò le labbra “Dimmi…preferisci che ti spezzi il collo o le gambe ?”
Alice sbiancò e sentì l'altra ragazza tossire e maledirlo.
-Non toccare Alice, BASTARDO !!-
Samael le lasciò il polso  si portò le mani alle tempie “Mamma mia, che seccatura…”
La ragazza rimase a fissarlo, stupita. Davanti a lei, gli occhi del giovane variavano dal verde al marrone.
“Mark…è ancora vivo ?”
Il giovane si bloccò e la fissò: sentì ancora quella sensazione di tranquillità e dolcezza, seguito dall'attenuarsi del dolore alla testa.
“…e se anche fosse ?”
“…Mi ci fai parlare ?”
Lui rimase in silenzio.
-Ehi…ci vuoi parlare ?-
-Certo che si … riesce a vederti … e poi forse … potrebbe aiutarci, no ? …-
-… va bene, ti lascio andare … ma sta attento: se sgarri, ti cancello !-
Mark sentì il rumore di qualcosa che si rompeva ed aprì gli occhi.
Davanti a lui c’era il volto di Alice, sorridente, e sorrise anche lui. Poi, gli arrivò un calcio dritto nel culo.
“TIENI STRONZO !” Tamara aveva il volto rosso per la rabbia.
“MA CHE CAZZ…IO SONO MARK !”
“ERA ANCHE PER TE, È DA UNA VITA CHE TE NE VOLEVO DARE UNO !!!”
Alice prese per le spalle l’amica e la bloccò “Tranquilla…”
“Tranquilla ?!?!? PER POCO NON MORIVO SCHIACCIATA DA UN CAZZO DI ANFIBIO !!”
“Dai…ora Mark ci spiega cosa sta succedendo” la mora alzò lo sguardo e gli sorrise “Vero ?”
Lui fece sì con la testa. Sarebbe stato un pomeriggio lungo.
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Superbia
Avarizia
Lussuria
Invidia
Gola
Ira
Accidia
Samael non rappresentava nessuno di quei sublimi peccati.
 Era, infatti, l’ottavo figlio di Baophet Il Macellaio Delle Anime Perdute, Re dei Demoni e fratello dei Sette Vizi. Il fatto di essere nato per ultimo, era stata una condanna bella e buona: secondo molti demoni, il numero otto era un numero di cattivo auspicio. Suo padre, ritenendo che fosse troppo pericoloso per il piccolo vivere con gli altri demoni, aveva deciso, allora, di rinchiuderlo nel suo castello, per proteggerlo dai suoi sudditi, che di sicuro gli avrebbero fatto la pelle se lo trovavano fuori dal castello.
Aveva quindi vissuto lì, tra quelle quattro mura, tutta la sua infanzia. Mentre i suoi fratelli e le sue sorelle potevano uscire liberamente ed andare in quella nuova dimensione appena scoperta, il mondo umano, piena di povere creature da tormentare, lui era rimasto lì, a vivere la sua infanzia nel castello, passando il tempo tormentando le Tentatrici dall’harem di famiglia, cenando alla Stanza dei Banchetti Infiniti o leggendo i libri Biblioteca degli Eroi, in un tran tran monotono e noisoso. Oppure, se non stava dormendo, poteva sempre trascorrere del tempo con Pocha. Pocha era la sorella più piccola, nata prima di lui e  rispecchiava l’Accidia: stava ore e ore a dormire o a guardare il soffitto, nella sua stanza piena di cuscini . Era anche l’unica che usciva poco e che non lo picchiava. Molto probabilmente perché gli faceva fatica. Però non si annoiava a spiegargli come possedere gli umani, come comportarsi, i loro sentimenti e la loro vita

“Pocha… ma te come trovi gli umani ?”
“…Non so… non sono… così…divertenti…”
“Sicura ? Vorrei anch'io andare lì e tormentarli ! Tutti i demoni ci vanno, io sono l’unico qui che non c’è mai stato nemmeno una volta !”
“…tranquillo…un giorno…anche tu….verrai apprezzato…”
“Ma se nostro padre sta sempre chiuso nella sua stanza e non ci considera ?! Gli altri fratelli e i demoni in generale, se mi vedono, mi picchiano e  mi umiliano !”
“Sono…solo…superstiziosi…scusami...ma ora è il momento del mio pisolino..."
“Si va bene…’Notte Pocha”
Gli altri fratelli li vedeva poco, e meno li vedeva meglio era. Sembrava proprio che avrebbe vissuto e sarebbe morto in quel castello.
Poi, arrivò quel giorno.

Suo padre, ormai giunto l'anno di dichiarare il nuovo successore, ordinò ai figli di ritrovarsi nella Sala dei Banchetti, per rivelare chi sarebbe stato il nuovo re o regina del suo regno: era arrivato il momento di lasciare il trono e dirigersi verso Il Baratro Celeste, una specie di cimitero degli elefanti.
Tutti avevano aspettato con trepidazione quel momento e i figli di Baophet si diressero tutti nella sala dei banchetti.
Erano ormai passati anni e Samael non era  più bambino, era abbastanza cresciuto e forzuto per aiutare Pocha ad uscire dalla sua stanza. Lei, quel giorno, aveva gli occhi che brillavano, il volto rilassato ed illuminato da un bel sorriso. Era la prima volta che la vedeva così raggiante, così ... entusiasta per qualcosa.
“Sammy…questo… è il tuo … giorno”
“Ma che stai dicendo …  Hai dormito male ? Ti è arrivato il sangue al cervello per colpa di quei cuscini del cazzo ?”
“…Non..prendermi in giro…fidati…della tua … sorellona”
L’aveva aiutata a sedersi a tavola, poi si era messo anche lui al suo posto.
Lui e i suoi fratelli sul lato destro del tavolo, le sue sorelle sul sinistro e suo padre Baophet a capotavola. Poi, Il Macellaio si era alzato, aveva cominciato un lungo discorso, su quanto tempo aveva impiegato a scegliere, perché si trovava davanti ottimi figli e futuri re e regine, ma alla fine ne aveva scelto uno. 
Si era messo a camminare.
Poi si era fermato.
Proprio dietro alla  sedia di Samael.
E aveva posto la sua mano sulla sua testa. E lo aveva accarezzato.
“Ho scelto, sarà lui il successore: Samael il Nulla”
Silenzio. Aveva letto i sentimenti trasparire dai volti dei suoi fratelli: stupore, rabbia, invidia, odio.
Solo un volto sembrava felice della notizia: Pocha sorrideva in modo annoiato, come se lo avesse saputo fin dall'inizio.
E da lì erano cominciati i guai.
Quattro giorni dopo la partenza di Baophet,  la notte del quinto, Samael venne svegliato nel cuore della notte da una anaconda gigantesca, con due ali da pipistrello e le squame lucenti. 
Era Pocha. E se sua sorella era nella sua Forma Originale, qualcosa non quadrava. 
Lei lo aveva circondato con le sue spire ed erano volati via, verso la Porta dei Viaggi,la porta che conduceva nel mondo degli umani. Solo quando furono arrivati, lei gli spiegò il perché di quella fuga: Valtiel, il quarto fratello, aveva deciso di ucciderlo e prendergli il trono, portandosi dalla sua parte gli altri fratelli. Quindi, Pocha aveva deciso di mandarlo nel mondo degli umani, dove di sicuro avrebbe potuto travestirsi e nascondersi. Dopotutto, gli aveva insegnato i segreti per possedere quelle semplici creature.

Lo aveva spinto oltre la porta, sorridendo “L’unico che….può….essere il re sei tu,…nessun’altro….può avere…quello… che hai…tu. Nostro…padre se…né accorto,…..fai in modo….di non deluderci”
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Più o meno la storia è questa…”  Mark aveva cercato di riassumere la storia meglio che poteva e ora osservava le due ragazze: Alice aveva uno sguardo pensieroso, Tamara lo fissava, incazzata nera.
“Mi chiedo…” Alice aveva alzato la testa, ancora con lo sguardo concentrato “…come possiamo aiutarlo ?”
Tammy strabuzzò gli occhi “AIUTARLO ?!! PER POCO NON M’HA UCCISO !!! IO DIREI DI RISPEDIRLO DALLA DIMENSIONE DA CUI PROVIENE E…”
“Lo ha chiamato DemonWorld…tanto per darmi un’idea…”
“NON ME NE FREGA NULLA, FINOCCHIETTO !!! ALICE TI PREGO, FAI QUALCOSA !!!”
Mark rimase in silenzio, poi si fermò e cominciò a muovere gli occhi come se stesse leggendo qualcosa.
“Samael ti sta dicendo qualcosa ?”
“Si…vuole fare un…patto…”
Tammy e Alice lo fissarono “Un patto ?”
“Si…dice…che se lo aiuterai” guarda Alice, pallido “ lui farà in modo di non far arrivare più nessun demone qui.”
Alice rimase sorpresa. Niente più vomito ? Niente più paura ?
“Cosa vuole in cambio ?” la rossa, invece, era ancora diffidente.
“Vuole che lo aiutiate a trovare un modo per tornare a casa sua.”
Alice ci pensò, ma Tammy si parò davanti al ragazzo con una faccia incazzata. Molto incazzata.
“E se rifiuta ? Se non lo vuole aiutare ?”
Mark ricominciò a muovere gli occhi e sbiancò.
“D-Dice che… se non l’aiutate… primo,  mi ucciderà in modo doloroso e farà cadere la colpa su di voi…e secondo… se non ritorna nel suo mondo, suo fratello verrà qui.”
“Qual è il problema ? Della tua morte non ce ne frega un cazzo e, se il suo fratello invidioso del cazzo viene qui, se la prenderà solo con te, no ?”
Mark scosse la testa “Suo fratello Valtiel è l’Invidia: prima prosciugherà il DemonWorld, poi verrà qui per eliminare Samael…e prosciugare il nostro mondo…e prosciugare nel senso di rendere la Terra come una prugna secca.”
Alice continuava a rimanere silenziosa, così Tammy sbottò “ UN PATTO DEL CAZZO, ECCO COS’È ! L’UNICO CHE CI GUADAGNA È LUI, NOI OTTENIAMO POCO !! NON CEDEREMO AD UN PATTO DEL GENERE !! VERO, ALI ?”
Alice alzò lo sguardo e si girò verso Mark “Se l’aiuto… te sarai libero…e io non vedrò più i mostri, giusto ?”
Lui si portò la mano dietro al collo, pensieroso “Direi di si”
Alice guardò Tammy, poi lui e poi posò il suo sguardo in basso.
“Va bene…accetto.”
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“Hai deciso di aiutare Samael L’Ottavo Demone…TI SEI BEVUTA IL CERVELLO ?”
Alice rigirò la tazza del caffè tra le mani, imbarazzata “Che problema c’è,ti stai comportando come Tammy: vi incazzate per nulla…”
Per Alice, parlare con sua madre Beth Law era un’impresa. Era una donna sulla trentina, bella, con dei bellissimi ricci neri che gli ricadevano mollemente sulle spalle. Gli occhi azzurri-violetti ,che gli aveva donato, erano fissi su di lei, le labbra rosa stringevano una sigaretta con rabbia e le sue mani giocherellavano nervose con l’orlo della gonna. Era un’ottima maestra d’asilo. Un ottima madre. Ed era  un demone.
Alice sapeva che era un demone e Beth sapeva che sua figlia poteva vedere i demoni, come lo sapeva suo marito, ma pensava fosse una cosa passeggera, per questo non dava tanto peso alle decisioni di sua figlia al riguardo.
Ma ora basta: scoprire che la sua bambina  stringeva un patto con uno dei figli di Baophet, Il Macellaio Delle Anime Perdute, era troppo per il suo povero cuore.
“E adesso” Beth spense la sigaretta nel portacenere davanti a lei “lui dov’è ? E che sta facendo ?”
“Non lo so… Mark è tornato a casa sua…o forse è andato da Sabrina, che ne so io mamma ?!”
“Non deve essere lasciato solo quello: è un novellino, potrebbe combinare casini e farsi beccare !”
Le due rimasero ancora sedute davanti al tavolo della cucina per un po’, in silenzio, quando sentirono suonare il campanello della porta. Beth si alzò, stanca “Ne parliamo dopo con tuo padre. È ancora infuriato per il fatto che sia scappato dall'ospedale, vedrai quando saprà che hai un fatto un patto con lui ! Ci sarà da ridere.”
Alice si portò le mani alle tempie. Quella sarebbe stata una gran gatta da pelare.
Si alzò anche lei per andare in camera sua, quando vide chi c’era alla porta.
Samael. Era davanti a Beth,con due valige in mano e un volto estasiato, come un bambino davanti al suo supereroe preferito.
“Lei…lei è il grande Bethor ! Bethor L’Apocalisse !” i suoi occhi verdi si illuminarono “Ho letto delle sue imprese, di come affogava i marinai e i pirati imprudenti, di come ha inondato isole e città, di quando ha deciso di mollare tutto per sposarsi con un umano ! E chi si aspettava che quella pulce fosse figlia di uno dei più grandi demoni dei periodi antichi !!”
La donna arrossì e si voltò “Che ci fai qui ?”
“Ecco” lui sorrise, sornione “Mi chiedevo…se potevo venire a vivere qui ! Sa, la madre di Mark non c’è, è partita con il suo ragazzo, la governante è in vacanza e avevamo bisogno di un posto dove stare: sa, la casa di questo ragazzo è incredibilmente facile da rintracciare ed è molto lontana da quella di Alice, quindi, sarà difficile per me comunicare e progettare un piano con lei ! E ora che so chi è sua madre, mi farebbe così tanto piacere vivere sotto lo stesso tetto di una leggenda del genere: potrebbe insegnarmi tante cose e sarebbe un onore per me essere suo allievo!”
Alice fece segno di no con la testa alla madre. Lei la guardò e poi fece una faccia seria.
“…Perché no ? Puoi prendere la stanza degli ospiti. La seconda porta a sinistra, dopo aver salito le scale ”
Ad Alice cadde la mascella “Ma mamma !!!”
Samael prese le valige e salì le scale, entusiasta “Lei è molto gentile ! Sarà un onore per me vivere qui !”
Le due rimasero in silenzio. Ed Alice la fissò, arrabbiata.
“Ma come hai potuto cedere in quel modo ?!”
“Che ti posso dire….ha toccato il mio unico punto debole…”
“E quale sarebbe !?”
“Mi ha fatto dei bei complimenti per i miei momenti di gloria…che c’è, amo essere elogiata ! Almeno possiamo tenerlo d’occhio, no ?”
Alice alzò le spalle “Almeno…ora siamo in due a dover spiegare le cose a papà”
Beth deglutì “Eh già…Speriamo che almeno non succeda nulla di brutto !”
Quanto si sbagliava.

evviva ho scritto xD
devo ringraziare le mie amiche che mi hanno spronato a lavorare, anche se non in modo molto gentile... e grazie alla franci che mi corregge sempre :3 ! Ah, una cosa: se siete arrivati alla fine del capitolo (ma chi arriverà alla fine del capitolo...mi leggono in cinque minimo xD) e vi chiedete perchè Tammy ha chiamato Tartaruga Ninja Raphael, è perchè Rapahel è il nome inglese sia di Raffaele che di Raffaello...e sì...spero che qualcuno l'abbia capito...e se vi siete offesi perchè lo spiegato...MI DISPIACE TT^TT !!!
  
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