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Autore: Moira__03    04/09/2012    3 recensioni
Un nuovo modo di raccontare come io abbia ipotizzato l'inizio della relazione tra Bulma e Vegeta, descrivendo la trama e le situazioni tramite flashfic prettamente introspettive, senza far mancare spazi di quotidianità, discussioni e dialoghi.
Il tutto comincerà da quando Dende ha espresso il desiderio di riportare sulla Terra tutti coloro che erano sul pianeta Namecc eccetto Goku e Freezer. E da lì costruirò la storia su questa coppia
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-     Partenza     -


La sua presenza, troppo maestosa, troppo appariscente, lo catturò, nonostante si ostinava di trattenere il suo stupore di fronte a quell’evento visto solo parzialmente sul pianeta Namecc.
Notò la donna esprimere i propri desideri con fare quasi abituale, esprimendo l’assurda voglia di far resuscitare delle persone.
Ma lui li vide, nonostante le richieste sembrassero paradossali.
Vide comparire Crilin dal nulla, e la diffidenza nei confronti delle potenzialità di quel drago, si trasformò in pura ed incredibile fiducia.
Ma Vegeta mascherava ogni turbamento o sbigottimento.
Fin quando una notizia, che inizialmente sentì ovattata a causa dal suo esiguo interesse nei confronti delle richieste dei terrestri, gli trapanò i timpani, come un urlo emanato a pochi millimetri dal suo orecchio.
Non posso portare in vita il vostro amico Goku. Perché lui è ancora vivo”.
“Bastardo” pensò Vegeta, mentre il suo orgoglio finiva in frantumi insieme alla sua lucidità già in cenere.
Non sapeva come, ma era riuscito a sopravvivere. E quel che è peggio, aveva sconfitto Freezer, suo eterno tiranno, imbattibile sotto ogni forma di visione. Imbattibile persino per il principe dei saiyan.
Ma Kaaroth c’era riuscito.
I fremiti lo assalirono, e i segni del suo nervoso erano ben visibili sui pugni serrati, con le nocche divenute ormai bianche data la forza della stretta.
Non sapeva esattamente cosa il suo istinto gli stesse dettando, sapeva solo che la sua indole saiyan, quella rimasta assassina, lo spronava a distruggere ogni cosa per estinguere finalmente la sua rabbia repressa.
Intanto ci fu un nuovo elemento di disturbo, che non poco incrementò la sua già assurda ira.
Quel dannato terrestre, spavaldo e certo di una sicurezza che non possedeva, era tornato in vita, pronto già a sfoderare le sue porche moine con la scienziata.
E con la sua presenza, lei sarebbe stata molto meno disponibile per servirlo.
Confuso su quale fosse la causa di maggiore fastidio, tra il suo orgoglio bruciante e la presenza del terrestre inutile, riprese a tremare dalla rabbia, pronto a scatenare l’inferno.
Ma fortunatamente un lampo di ricordo gli tuonò in mente, facendolo voltare repentinamente verso l’unica soluzione non pericolosa e meno dannosa possibile.
Dalle cime di quegli alberi folti presenti nel giardino della scienziata, sbucava la capsula bianca, la navicella costruita dal padre della donna.
Si fiondò senza nemmeno pensarci, senza nemmeno premurarsi se fosse funzionante.
Schizzò via nell’universo, in quello che era stato da sempre la sua immensa dimora, dove poteva sentirsi se stesso, ritrovare il saiyan riposto in qualche angolo recondito della sua anima nera schiarita dalle faccende terrestri.
Ed intanto riscattarsi e cercar di far rinsavire il suo orgoglio moribondo, andando a cercare Kaaroth e distruggerlo con le sue mani.
 
 





-     Ritorno     -
 
 
 
Era maestoso, attirava a sé ogni sguardo che si trovava sulla sua traiettoria.
Si era guadagnato anche l’ammirazione dei suoi occhi azzurri spalancati, nonostante l’evento non le era sconosciuto.
Ma non riuscì a catturare del tutto la sua mente, troppo impegnata a pensare se il saiyan fosse stupito almeno tanto quanto il resto dei terrestri, oppure se stesse sfoggiando la sua solita impassibilità.
Non c’era un motivo preciso per cui il suo cervello perdeva tempo a premurarsi di questi particolari. Ma lei era orgogliosa delle sue cose. Orgogliosa di dimostrare che la Terra, che godeva del dono delle sfere del drago oltre a Namecc, era un posto migliore di quello da dove lui proveniva.
Orgogliosa del fatto che lei era stata la prima terrestre in assoluto ad aver scoperto informazioni sulle sfere del drago, scoperta che ha implicato il loro incontro.
Sorrise lievemente, mentre la sua felicità veniva folgorata dalla luce sprigionata dal drago.
Dedicò persino varie occhiate a Vegeta, senza che il saiyan se ne accorgesse, ma lo vide nascosto in un angolo, come volesse oscurare volutamente ciò che la scienziata voleva scorgere in lui.
Il drago era comparso da un po’, ma ancora nessuno si degnava di parlare. La voce dei presenti che spronava Bulma ad esprimere i tre desideri era divenuta una voce ovattata per la scienziata, momentaneamente occupata a pensare ad altro.
Solo dopo che fu richiamata dai suoi amici si risvegliò, ritornando nella realtà obliata dalle sue inutili elucubrazioni, per nulla motivate.
Non riuscì a godersi interamente l’appagamento che avrebbe dovuto assalirla quando seppe che, dal momento che Goku era ancora vivo, avrebbero potuto far tornare in vita un altro dei tre compagni ancora nel regno dell’aldilà, perché sapeva che il prossimo sarebbe stato Yamcha.
La fitta al cuore che la colpì aveva un sapore diverso dalla gioia, quasi tendesse più verso lo sgomento. E l’unico sentimento di cui si sentì intrisa sin dentro l’anima, fu il senso di colpa.
Non riusciva ad essere contenta della notizia, al contrario sentiva un peso all’altezza dello sterno se considerava che il suo fidanzato sarebbe ritornato ed allontanata di sicuro dal saiyan.
Quel maledetto saiyan. Era lui la causa della sua dannata confusione, assolutamente fuori luogo.
Poi sentì un rombo, più concreto rispetto a quelli che sentiva scorrerle le membra del suo corpo.
E quando riconobbe la causa di quel trambusto, i sussulti del suo cuore si moltiplicarono, pompando acido nelle sue vene che bruciavano più di quanto non s’aspettasse.
Di colpo si voltò verso l’altra parte del giardino, appurando e constatando le sue ipotesi.
Vegeta era schizzato via nell’universo, senza preavvisi, lasciandola di nuovo alla sua vecchia e monotona vita, privandola di quello che era divenuto ora il suo interesse più eclatante.
“Sai Bulma, ti trovo ancora più carina”.
Udì vagamente, mentre un falso sorriso veniva abbozzato sulle sue labbra, coprendo uno sconforto che non avrebbe dovuto provare.





NdA: Ehm ... ^^'' scusate il pauroso ritardo. Prima potevo giustificarmi sfoggiando la scusa degli esami di stato, ora invece sono impegnata a studiare per passare il test d'ammissione all'università XD spero che comunque vi piaccia, nonostante sia stato scritto con un po' di fretta e in un momento inopportuno ^^ grazie a tutti davvero!
   
 
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