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Autore: FecciaeBistecca    05/09/2012    3 recensioni
Harry Styles era un vampiro.
Si, "Era", finchè Lei non è entrata a far parte della sua vita.
Un fulmine a ciel sereno, che lo ha completamente cambiato.
Ma facciamo qualche passo indietro, fino quella mattina del 24 dicembre, quando tutto è iniziato.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Blood













 

 

 La mattina successiva si rese conto di essere in ritardo.
Un enorme ritardo.
Infiló la felpa di Harry e un paio di leggins neri, più un paio di stivaletti bassi; scese di corsa le scale, afferrando le chiavi di casa e chiudendosi la porta alle spalle.
Vide Harry seduto sul cofano di una enorme Volvo grigia, la stessa che aveva usato la sera prima per riaccompagnarla a casa, che le sorrideva benevolo.
«Cosa ci fai qui?», domandó lei sorpresa.
Harry le si avvicinó, abbracciandola calorosamente.
«Evito di farti fare tardi a scuola»


«Adesso mi spieghi cosa ci facevi nella stessa macchina di Harry questa mattina», disse seria Gwen comparendo alle spalle di Luche facendole prendere un colpo.
«Mi ha solamente accompagnata. Tutto qui», rispose lei vaga, ma Gwen non molló la presa; la tempestó di domande, finchè qualcuno non arrivó in suo aiuto.
«Buongiorno Gwen, Luche…», disse Harry avvolgendo un braccio attorno alle spalle della mora.
Luche scosse la testa, mentre Gwen stava andando in fibrillazione; si accorse solo dopo che Danielle, la vampira fidanzata con Liam, la fissava con un ghigno malefico sul volto.
«Scusatemi, vado un attimo in bagno»
Luche filó nel bagno, guardando il proprio riflesso allo specchio.
Una ragazza normale, una qualsiasi.
«Guardate un po' chi c'è…la puttanella che scondinzola dietro ad Harry», cinguettó una voce alle sue spalle.
Avrebbe riconosciuto quella voce ovunque: Amber Margherita Anderson, la regina della scuola, ma in realtà non era altro che una bambola siliconata, pensó Luche.
Fece per andarsene, quando Amber le si paró davanti, una lima affilata stretta fra le mani.
«Che vuoi fare, uccidermi?»
Amber sembró spaesata: perchè non aveva avuto l'effetto che sperava? Incutere paura a quella incompetente?
Indietreggió, boccheggiando.
«Puttana…», sibiló con rabbia, avventandosi su di lei.
Luche chiuse gli occhi, stringendo i pugni fino a farsi male, aspettando il contatto con la lama affilata.
Un graffio, sulla guancia.
Non profondo, ma abbastanza aperto per far fuoriuscire del sangue.
«Andiamocene via!», gridó Amber corredo fuori dal bagno, seguita dalle altre due ragazze.
Luche si voltó verso lo specchio, prendendo un fazzoletto e iniziando a tamponarlo sulla ferita.
Cazzo se faceva male.
La poteva anche aver preso di striscio, ma il fastidioso dolore lo sentiva comunque.
Lanció uno sguardo verso la lima, a terra, impregnata con poche gocce del suo sangue.
Lo lavó con cura, gettandolo poi nel cestino.


Qualcosa scattó in lui, come del resto negli altri sette vampiri attorno a lui.
«Sangue», sibiló Perrie annusando l'aria in direzione dei bagni femminili.
«Danielle, va tu. Sei quella dotata di maggiore autocontrollo», sentenzió Harry, cercando di non pensare a quell'odore così invitante che invece stava facendo scalpitare sia Louis che Zayn, ancora giovani vampiri e perció più sensibili e incontrollabili.
Pregó che quel sangue non appertenesse a Luche.
Ma le sue speranze si spezzarono non appena Danielle uscì dai bagni seguita a ruota da nientemeno che Luche.
Harry si precipitó da lei, prendendo il volto della ragazza fra le proprie mani e guardandola intensamente negli occhi.
«Stai bene? Chi è stato? Giuro che lo ammazzo»
Notó la cicatrice sulla sua guancia, e la accarezzó delicatamente con un'indice.
«Sto bene, non devi preoccuparti per me…Danielle è stata molto gentile a medicarmi»
Luche rivolse un sorriso alla riccia, che ricambió; Harry si voltó verso di lei, guardandola di traverso.
«Hai usato del veleno su di lei?», domandó piano, mentre Luche era rimasta immobile non appena aveva udito la parola "veleno".
«Piccola quantità, solo per coprire l'odore del suo sangue»
«Era necessario. Altrimenti sarebbe già stata fiutata», aggiunse Liam guardando orgoglioso la riccia.
Harry tornó a guardare Luche: c'era qualcosa in lei che non andava.
«È successo qualcosa?», domandó lui preoccupato.
Luche alzó lo sguardo, e si accorse solo dopo che i suoi occhi erano diventati lucidi.
«Devo…devo raccontarvi una cosa»


“Luce.
Buio.
Non ci capiva niente.
-Dove sono?-
Vuoto.
Silenzio.
-Il tuo sangue è maledetto-
Una voce, tetra, lugubre, la fece sobbalzare.
-Cosa?-
-La dinastia dei Redbird…-
Confusione.
Caos.
Grida, lamenti, urla strazianti.
-Basta…-
Delle voci, che la imploravano di salvarle.
-Basta vi prego!-
Voci sconnesse, che sussurravano tutte la stessa cosa:
-Uccidi Black-


 
«Un sogno?», domandó Harry pensieroso, mentre porgeva a Luche una tazza di tè.
Il riccio aveva pregato la ragazza di rimanere con lei quel giorno per capirci di più riguardo a quella sua strana visione.
Anche Eleanor ne aveva di simili, ma ció che la castana poteva vedere erano frammenti del futuro.
Non del passato.
«Sono due giorni che passo le notti in bianco e…non so cosa fare», ammise Luche abbassando lo sguardo.
Perrie le sorrise, poggiando il proprio capo sulla sua spalla.
«Zio Black ci ha pregati di proteggerti, ed è ció che faremo»
«Siamo una famiglia», aggiunse Louis sorridendole.
Luche sorrise ad entrambi, accocolandosi poi tra le braccia di Harry; non seppe perchè, ma quella stretta delicata le dava sicurezza. Diede uno sguardo all'orologio appeso alla parete, rendendosi conto che, minchia, era tardissimo.
«Devo scappare…», farfuglió Luche afferrando la tracolla e indossando la giacca.
Come in un deja-vú, Harry la fermó afferransole saldamente un polso, e Luche fu costretta a voltarsi ed affrontare il magnetico sguardo del ragazzo.
«Ti accompagno», disse lui tranquillamente, precedendola nell'uscire dalla casa.
Luche lo guardó perplessa, poi salutó con un cenno della mano gli altri sette, seguendo il riccio.
«Grazie di avermi accompagnata…ancora»
Luche scese dalla macchina, sorridendo ad Harry e salendo in camera propria.


«Perchè non mi hai detto prima di questi tuoi sogni?»
Luche si immobilizzó: Harry era seduto sul suo letto, a gambe incrociate, che la guardava tra il severo e il divertito.
«Tu…come…», balbettó Luche giardandosi attorno.
Harry rise, indicando la finestra aperta.
«Siamo molto atletici, noi vampiri», disse lui con un pizzico di orgoglio.
Luche sospiró, poi si sedette di fronte al ragazzo, guardandolo negli occhi.
«Harry, i tuoi poteri non funzionano su di me…non usarli, per favore», disse divertita la ragazza, inclinando la testa da un lato.
Harry si imbronció, mentre le sue iridi rosse ritornavano normali.
«Devo ancora capire perchè non riesco a leggerti il pensiero…», mormoró il riccio socchiudendo gli occhi. In quel momento si accorse di molti dettagli di Luche che prima non aveva notato: la pelle chiara la faceva somigliare vagamente ad una vampira, ed Harry si chiese se dopo essersi trasformata non fosse diventata ancora più bella.
A quel pensiero, il suo cuore fece un balzo.


Si chinó istintivamente su Luche, posando le proprie labbra su quelle della ragazza, costringendola in un bacio delicato.
Riusciva a sentire ogni fibra del suo corpo come elettrizzata a quel contatto; quando il cuore prese a batterle più forte, Harry si staccó, con gli occhi spalancati.
«Ho una voglia assurda di morderti qui e adesso», ammise sbattendo un paio di volte le palpebre.
Luche prese qualche respiro, per poi scoppiare a ridere.
«Tesoro, c'è qualcuno lì con te?»
La voce di sua madre la zittì all'istante, e si diresse spedita verso la porta, tenendola chiusa.
«No mamma, sono al telefono con Gwen!», rispose Luche inventando la prima scusa che le passasse per la testa, guardando con rabbia Harry.


La donna smise di parlare, e Luche si tranquillizzó.
«Scemo, mi stavi per far scoprire nel pieno di un "atto peccaminoso" con un ragazzo nella mia camera», sbuffó lei incrociando le braccia al petto.
Harry sorrise sornione, alzandosi di scatto e costringendo Luche tra se e la parete, senza via di scampo.
«Atti…peccaminosi?», domandó lui divertito; Luche notó uno sguardo perverso che il riccio le aveva lanciato, rimanendo immobile.
«Nel senso di--»
«HARRY!», sbottó Luche scansandolo da se.
«Che ho fatto adesso?»
«Pensieri poco convenevoli», rispose fredda Luche, indietreggiando.
Harry non ci mise molto a raggiungerla, poichè fu subito addosso a lei, baciandola.
Con sua sorpresa, Luche rispose alle sue labbra esigenti e ció non fee altro che aumentare il desiderio che Harry provava per lei.
«Luche!»
Oh Dio.
Non lei, non ora, non Gwen.
«Vattene», intimó al riccio, che non si mosse di un centimetro.
«Va via!»
In quell'istante, Gwen entró nella stanza, e Luche si voltó di scatto.
«Perchè urlavi in quel modo? Chi deve andare via?», domandó tranquillamente Gwen prendendo posto sul letto dell'amica.
Harry, come da programma, era sparito.
«Niente…parlavo al telefono» 
 
  
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