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Autore: Ace Sanchez    04/07/2003    2 recensioni
Una storia situata in un universo alternativo. I protagonisti di Pokemon come non li avete mai immaginati nella più bella fanfiction mai scritta su questa serie.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Brock | Coppie: Ash/Misty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avvertenza: Questa non è una fanfiction sui Pokemon standard. Contiene scene di violenza e linguaggio improprio.
Nota:Pokemon e i personaggi ad esso associati sono proprietà della Nintendo,Game Freak, Creatures Inc, e 4Kids Productions.

Pokemon Master

di Ace Sanchez

Tradotto da ^Kane^

PARTE 10: RISENTIMENTI

Freddo. Un gelo pungente. Abbracciandosi attorno alle spalle magre, falde del suo mantello blu ghiaccio le venne soffiato in faccia dal vento che le correva dietro. Fissò la distesa del vasto oceano, nero e agitato. Su quello scoglio che sembrava fatto interamente di ghiaccio, una figura rimaneva muta e immobile, anche se, appoggiata sulla punta dei talloni, sembrava sul punto di scivolare. Un freddo che accompagnava la sua anima gelida. Era quello che era, in fondo. A dire il vero, non sapeva come potesse essere ancora viva, col cuore ormai fermo e ghiacciato.

Occhi verde-mare luccicarono un istante. Poteva sentirli arrivare. Si nascose nel mantello per aggiustare gli occhiali che stavano scivolando lungo il naso. Tornò a fissare il mare.

E aspettò.

Incoccare. Tirare. Scoccare. La freccia sembrò emanare un tenue riflesso mentre volava sul mare nero. Il lontano urlo di un gyarados, mentre l'aguzzo dardo di legno, acciaio e penne centrava uno dei suoi adirati occhi rossi. Perfino da quella distanza, il grido di morte venne udito distintamente, sostituito subito da un gorgoglio, poi da silenzio. La scagliosa testa nera affondò nelle acque turbolente. Comunque, altri gyarados sembrarono voler sostituire quello morto. Il branco seguiva la nave bianca, instancabile.

Ash abbassò il grosso arco lungo e afferrò un'altra freccia dalla faretra al suo fianco. Aveva una grandiosa visuale, dalla posizione a poppa; il fondo al grosso vascello. Le sue gambe ciondolavano oltre il parapetto, in alto, rivolte alle acque rese ribollenti dalle eliche della nave. Nell'ultima ora, il cielo si era fatto sempre più brillante, allontanando l'impenetrabile oscurità che era calata sul mondo da quando la profezia della morte era iniziato, e stava quasi brillando di bianco. Sembrava luce riflessa dalla terra, dai blocchi di ghiaccio che spuntavano sempre più numerosi mentre continuavano verso sud-ovest. Come risultato, il vento era di un gelo insopportabile, e ghiacciava il fiato. Ma ad Ash non importava. Cercava di non pensarci, mentre il suo sguardo si ostinava sul branco di gyarados che li seguiva da ormai due giorni. Ma le sue dita toccarono aria. Vuote. Sempre in silenzio, guardò Pikachu, che si era seduto sulla sacca del suo arco, gettata disordinatamente sul legno del ponte, dietro di lui.

Prese un'altra freccia. Incoccò. Tirò. Scoccò. Un altro grido di morte. Non gli era mai piaciuto uccidere i pokemon. Infatti, un tempo avrebbe dato la sua vita per salvare quella di uno di essi. Ma questi erano diversi. Erano mostruosità - creazioni fallite. Non si sarebbero mai fermati, prima di distruggere ogni creatura vivente in Terra.

Sentì un portello aprirsi dietro di lui, e la presenza di una persona, ma continuò a concentrarsi sull'arco e sulla freccia. Incoccare. Tirare. Scoccare. Un altro urlo.

"Ehi, Duplica," disse senza voltarsi. Una pausa. Poi una leggera risata.

"Immagino sia stata la mia troppo sensuale presenza a farmi notare," disse con noncuranza. Poi, in un tono più serio, "Così, Ashy, ecco dove ti nascondevi. Ci stai evitando da quando sei tornato cosciente." Lo osservò centrare un altro gyarados, lontano sull'orizzonte. "Mi sembrava che fossero diventati di meno." Si sedette accanto a lui, le gambe a penzoloni oltre il parapetto, a puntare l'acqua. "Posso sedermi, vero? Non ti vedo più da quando..." esitò. "Da quando ci siamo divisi." Accennò col capo.

"Fai pure, solo, evita ogni nome che inizi per M." Lui abbassò l'arco e la guardò. "C'è qualcosa che stavo pensando da molto. Dimmi la verità, Duplica. Che è successo realmente a Cerulean?"
"Ahem." Si pettinò i capelli che il vento aveva gettato nei suoi occhi. "Vuoi dire che non ricordi?"

"Evidentemente," rispose lui aridamente.

"Misty non te l'ha detto?" Lui aggrottò le ciglia.

"Ti avevo detto di non nominarla nemmeno."

"Cosa c'è di sbagliato in voi due?" disse lei esasperata. "Da soli, sembrate così tristi, ma quando siete assieme non sapete altro che litigare-" Lui la interruppe.

"Duplica, non tentare di cambiare argomento." Per un momento lo fissò con aria testarda, poi si voltò verso l'oceano.

"Bene, per farla breve, ecco... ci hai attaccato. Soprattutto Mis, volevo dire, sai-tu-chi."

"Cosa?" Sapeva che era successo qualcosa, ma non quello che Duplica aveva appena detto.

"Pika!" anche Pikachu ascoltava scioccato. Duplica giocherellò nervosamente con le dita.

"Sembrava che fossi fuori di te... senza emozioni, nulla. Credo che ti abbiano fatto un lavaggio del cervello...." Ash cercò disperato fra i ricordi opachi di quella notte. Lui e Pikachu stavano quasi per distruggere Cerulean, quando qualcuno... Sabrina... Sabrina lo aveva colpito con un attacco psichico. E poi, niente. Evidentemente era stato sconfitto... Duplica continuò affrettatamente. "Ma non ci hai fatto nulla di serio -a noi. E Mist- dicevo, tu-sai-chi, è ancora in piedi e cammina, quindi non hai fatto nulla nemmeno a lei. E sei di nuovo normale, o quasi. Quindi dov'è il problema? E' stata quella puttana bastarda, Sabrina. Di cui, aggiungo, non mi fido per niente. Prima viene da noi e ci dice le sue storie sulla distruzione dei Quattro Grandi e di Maestro Garick, poi scompare." Ash si concentrò.

"Il fatto è che non ricordo neppure ciò che è successo a Sud Lavender." I suoi occhi si chiusero. "Dopo che Brock mi ha colpito, è tutto confuso." Al pensiero di Brock, la sua gola si chiuse. Era terribile. Il suo vecchio, caro amico. Era come se avessero fatto saldare uno dei pilastri della sua esistenza. Sarebbe dovuto sentirsi oltraggiato dal vedere lui e Misty insieme, ma per qualche motivo, sentiva solo un vuoto. Se Misty amava davvero Brock, cosa aveva da dire in proposito? Forse avrebbe solo dovuto congratularsi con loro, e basta. Scosse la testa. "Non so neppure come lo abbiamo catturato."
"Brock? Mist- voglio dire, tu-sai-chi, mi ha detto che dopo che ti ha fatto svenire, Brock e Valdera si sono messi a lottare, e hanno distrutto tutta la base. E uh... c'è stato un qualche tipo di reazione fra l'elemento di Valdera e il Pokemon Proibito e noi lo abbiamo preso... o giù di lì." Lei si strinse nelle spalle "A questo punto, è arrivata la squadra di soccorso e ha evacuato quasi tutti."

"Quasi?"

"Ecoo, Koga ed Aya non erano da nessuna parte, e un altro po' di gente, uhh..." ondeggiò la sua mano. "Di cui non posso ricordare completamente i nomi." Poi schioccò le dita. "E poi ci sei tu, chiaramente, chi sei stato pescato in mare il giorno dopo, ma questo lo sai già." Un'improvvisa folata di vento gelido corse fra i capelli blu di Duplica e lungo la guancia. Lei rabbrividì sotto il lungo giaccone che indossava sopra le spalle snelle. "Brrrr... sbaglio o fa sempre più freddo? Potendo mi trasformerei in una pecora, ma quei Proibiti ci troverebbero, se osassimo anche solo provare ad disturbare l'equilibrio energetico, qui all'aperto." Si strofinò le mani. "Perciò, ho dovuto farmi prestare qualche vestito vero dalle sorelle di M- sai-tu-chi."

Ash spostò nuovamente la sua attenzione sui gyarados che li seguivano e con una mano rimise a posto una ciocca di capelli neri che il vento gli aveva gettato in faccia.

"Sì, anche se siamo vicini alle Seafoam Island, e teoricamente dovrebbe fare più caldo visto che ci avviciniamo a Cinnabar, fa sempre più freddo." Indicò gli iceberg che stavano doppiando. "La cosa strana è che questo è territorio della Lega, ma non c'è traccia di navi nemiche." Scoccò un'altra freccia. L'occhio di un altro gyarados venne trapassato, e il pokemon ruggì, ferito a morte. Duplica si congratulò.

"Davvero un bel colpo. Saranno almeno duecento iarde, e ho difficoltà a vedere il bersaglio. E l'unico modo per ucciderli è colpirli nell'occhio, dove sono vulnerabilio." Ash sospirò.

"Ho fatto pratica nelle Guerre Oscure." Si zittirono entrambi, mentre lui colpiva altri gyarados. Ad ogni modo, sembrava che ce ne fosse una scorta infinita, e non appena uno era colpito, un altro emergeva dal pelo dell'acqua. Duplica rabbrividì di nuovo.

"Sai, è quasi ora di cena. Cosa ne dici di smettere di giocare e venire giù al caldo? E non puoi evitare tutti gli altri in eterno. Altri due giorni e saremo nel Golfo di Viridian, e poi dritti all'Indigo Plateau." Ash abbassò l'arco.

"Bene, perchè no?"

Non volle pensare di essere scappato da Misty. In fondo era lei quella che era corsa via.

"Così, dunque, vedi, durante le guerre siamo stati separati in qualche modo dal resto della flotta e siamo rimasti per un po' intorno alle Seafoam Island. Dopo, quando abbiamo sentito quello che la Lega stava facendo, abbiamo deciso di proteggere i villaggi della costa mentre-"

"Daisy, non penso che a Misty possa interessare," Lily la interruppe con un sospiro esasperato, mentre si pettinava i suoi capelli rosa con una spazzola. Daisy guardò la sorella più giovane, che, seduta sul divano opposto stava giocando coi capelli e fissava assente fuori dall'oblò. Le sue dita stavano arrotolando una ciocca.

"Allora, Misty, stai ascoltando o cosa?" Misty continuò a fissare con aria svuotata l'esterno.

"Sto ascoltando." Lily gettò a terra il pettine, si avvicinò e agitò la mano davanti agli occhi di Misty. Nessuna reazione.

"Misty, ti sei pisciata addosso," disse in tono serio.

"Interessante," rispose Misty meccanicamente.

"Misty, il tuo seno, come dire, sta penzolando fuori dal vestito," tentò Lily di nuovo.

"Non l'avrei mai detto," fu la risposta. Erika attraversò la senza nel suo mantello verde, dondolando la sua lunga staffa nera con una mano.

"No, state sbagliando tutto." sorrise. "Misty, Ash è qui," bisbigliò.

"Che-che cosa!" Misty fu improvvisamente presa dal panico, immediatamente si sedette diritta sul divano e si guardò intorno. I suoi occhi blu brillarono adirati.

"Vedi, ecco perchè non hai mai trovati il tipo giusto," dichiarò Lily, stravaccandosi sul divano e unendo le mani dietro la testa. Daisy incrociò. "E io che avevo pensato che tu fossi... come dire, effervescente," disse asciutta.

"Mi associo," concordò Lily. Daisy rivolse la sua attenzione a Misty con occhi inquisitori, piegando la sua testa di lato.

"Diamine, cosa c'è che non va sorellina? Che è successo fra te ed Ash? L'ultima volta che vi abbiamo visti, eravate così uniti, così innamorati." Misty distolse lo sguardo.

"Le cose cambiano."

"E' una specie di litigio fra innamorati?" chiese Daisy ad Erika. Erika sospirò, si appoggiò al muro e soppesò il suo bastone fra le mani.

"Se è così, va avanti da cinque anni."

"In effetti Misty è sempre stata testarda," affermò Lily.

Ci fu uno squittio e Daisy afferrò rapidamente una piccola apparecchiatura dalla cintura, fissandola attentamente.

"Hmmmm, Violet ha bisogno di noi al timone. Misty, continueremo questo discorso più tardi." Si voltò. "Sempre che si possa chiamare discorso. Oh, e la cena sarà pronta presto, anche se non so cosa possa fare quella dottoressa in cucina..."

"Giselle?" chiese Erika chiese. "Oh, nella vita è una puttana, ma tra i fornelli è un grande cuoco." Lily notò Misty con la coda dell'occhio.

"Mi ha detto che stava preparando qualcosa di speciale per Ash." Lo sguardo di Misty divenne truce.

"Davvero? Ma io cucino molto meglio di lei!" Daisy assunse un'espressione scettica.

"Veramente. Bene, ora dobbiamo andare." Lei e Lily si alzarono dal divano, sistemarono le loro divise da marinaio e uscirono dalla stanza.

A parte il sibilo del bastone di Erika che fendeva l'aria mentre lei si esercitava, tutto era silenzioso. Misty guardava l'oceano nero, fuori dall'oblò. Infine, Erika fissò Misty con aria irritata. Appoggiò il suo bastone al muro e prese un fazzoletto dal tavolo vicino. Asciugandosi il viso, si sedette accanto a lei.

"Va bene, ora tocca a me parlarti. Non hai fatto che evitarci, proprio come Ash-"

"Non dire quel nome," la interruppe Misty.

"Va bene, tu-sai-chi, allora," disse Erika esasperata. "Ora, circa quello che hai, come dici tu, imparato a Sud Lavender... so che non eri... quella cosa, con Brcok, anche se forse lui può averlo pensato, o qualcosa del genere... ma allora, perchè non dici ad Ash la verità?" Misty incrociò le gambe davanti lei.

"Gli dissi la verità, una volta... e... lui non mi ha creduto. Così, pensai in seguito, bene! Non ho bisogno di lui!" Suonava come se stesse cercando di convincere sè stessa, più che Erika. Una lacrima la tradì, scendendo da un occhio, ma lei la asciugò rapidamente con una piega del mantello. "E lui è un tale ipocrita!"

"Che vuoi dire?" Lei fissò il pavimento.

"Io-io, non posso dirtelo." Erika ebbe improvvisamente un'intuizione.

"È per questo che l'hai lasciato, cinque anni fa?" Lei esitò, poi annuì lentamente. "Non pensi che sia il caso di dire a qualcuno cosa è successo?" La stanza cadde nel silenzio di nuovo. I suoni della nave in movimento erano un molle sfondo, e l'acqua le cullava dolcemente con le sue onde. Finalmente Misty puntò Erika con gli occhi colmi di azzurro dolore.

"Io-io... oh, Erika!" E poi i suoi sentimenti travolsero le sue difese. Quello che vide quel giorno tornò con furia nei suoi pensieri. Erika le si fece accanto e l'abbracciò. I suoi occhi brillarono d'ira, mentre le brevi, singhiozzanti frasi di Misty narravano la storia.

La stanza da pranzo della nave era abbastanza grande, più che sufficiente per ospitare i fuggiaschi di Sud Lavender. Che comunque non erano molti, pensò Ash vedendoli tutti riuniti in un posto solo. Accanto al tavolo a cui sedeva, sul lato lontano, c'erano circa altre tre tavolate. Il Capitano e l'Infermiera della cittadella sedevano al tavolo opposto, assieme a Bruno, Junior e una ragazza dai capelli verdi, che non aveva mai visto prima ma che pareva familiare. C'era la SUA tavolata, con le SUE sorelle, Erika e i suoi uomini -il tavolo che stava cercando volutamente di ignorare, e poi c'era un tavolo di altri Istruttori, e persone sconosciute, molte delle quali lo fissavano a disagio. Ash tentò di ignorare gli sguardi, mangiando silenziosamente, usando le bacchette meccanicamente. Pikachu masticava rumorosamente una mela rossa accanto a lui e vicino all'arco, unica compagnia per cena, a parte Duplica.

"Forse non è stata una buona idea," disse Duplica, ora che erano al coperto, indossava uno dei suoi "vestiti" -un sottile vestito nero con gonna e spacco, aperto all'altezza delle spalle- agitò la mano e inghiottì un boccone. "Forse loro stanno guardando me," disse con modestia e bocca piena.

"Anche le donne?" aggiunse Ash, sorridendo un poco. Duplica scosse il capo, lasciando cascare i capelli lungo le spalle.

"Sono lesbiche?" Lui rise.

"Sei incorreggibile, Duplica."

"Pika," concordò Pikachu.

"Ash!" disse improvvisamente una voce da dietro di lui. Tutti si girarono a guardare, perfino LEI e la tavolata di Bruno. Era Laselle, vestita in una gonna verde e maglione. I suoi occhi marroni brillarono sotto i lunghi capelli neri. "Sei venuto a cena!"

"Ciao, Laselle," la salutò Ash.

"Laselle, non dovevi gridare così forte," la rimproverò Duplica. Cenere arrossì improvvisamente, quando Laselle si piegò e l'abbracciò attorno al collo.

"E' solo che è da troppo che non lo vedo," spiegò eccitata.

"Ma saranno al massimo quattro giorni," disse Duplica disse, alzando lo sguardo. Laselle lasciò il collo di Ash.

"Bene, lo conosco solo da una settimana, quindi tre o quattro giorni sono tutta una vita!" All'improvviso, i suoi occhi puntarono qualcosa dietro Ash. "Tu!" la voce si fece gelida e gli occhi si socchiusero. "Che ci fai qui?"

Ash si voltò. Dietro di lui stava arrivando Giselle, perfetta come una modella, tutta agghindata e pettinata. Indossava un vestito verde ed elegante, che avvolgeva le sue forme snelle, e un grembiule con su scritto "il cuoco più bello del mondo". Si fermò accanto ad Ash e sorrise.

"Non sapevi che ero di stanza a Sud Lavender, Laselle cara" guardò la ragazza dall'alto della sua superiore statura. Gli occhi di Ash si allargarono, fissando le due. Sembravano simili... Laselle alzò il mento.

"Sfortunatamente no."

"Stai crescendo certamente bene, diventi più bella con l'età - sei sempre più simile a me," commentò Giselle in tono di superiorità, incrociando le braccia e spostando il peso da un tacco all'altro delle sue scarpe. Ash cominciò a pensare. Stessi capelli marroni scuri e lunghi, stessi occhi, visi simili...

"Siete in qualche modo parenti?"

"Sfortunatamente sì," biascicò Laselle. Fissò Giselle con occhi increduli.

"Sei sua... madre?" Giselle lo puntò offesa.

"Non penso sia possibile avere figli a sei anni. E' la mia sorella minore."

"Oh." Duplica sospirò, e gli tirò un calcio sotto il tavolo.

"A volte mi preoccupo davvero per te, Ash..."

"Così, il nostro Ash si è unito a noi per cena, stavolta" disse Violet fissando il grazioso ragazzo vestito di nero al tavolo lontano. Era circondato da donne, e sembrava un po' sconcertato. Lily spinse leggermente la spalla di Misty, che sedeva accanto a lei.

"Allora, non dici niente?"

"Che non è più il mio ragazzo," disse quietamente Misty, concentrandosi sul cibo. Ma il sangue affluì vistosamente alle sue guance. Erika si limitò a guardare.

"Dimenticatelo, si sta sicuramente divertendo. Abbiamo cose più importanti da trattare. Ad esempio: dobbiamo credere a quello che ha detto Sabrina? A quanto ne sappiamo, potrebbe essere un trucco per intrappolarci nel Palazzo dei Quattro Grandi, per farci massacrare tutti a casa loro." Misty annuì, grata per il cambio di argomento.

"Lo so. E' troppo facile. Possiamo fidarci di lei?" Violet si strofinò il mento.

"Avremmo bisogno di qualcuno che la conosca bene." Lei piegò leggermente la sua chioma, dal colore simile al suo nome, e accennò ad Ash, che ora sembrava stesse cercando di impedire a Laselle e Giselle di scannarsi a vicenda. "Sbaglio o Ash è stato membro della Lega Pokemon più di chiunque altro qui? Ha lavorato con lei, un tempo. Io penso che dovremmo chiedergli un parere." Misty battè il pugno sulla tavola, spaccando una posata.

"No, non voglio parlargli!" Un'aura fredda cominciò a diffondersi dal suo corpo.

"Sorellina, non essere così irrazionale," la rimproverò Violet. "Quello che ha da dirci potrebbe fare la differenza fra la vita e la morte. Vuoi che un litigio fra innamorati ci condanni tutti a morte?" Misty si voltò, confusa, facendo calare la sua aura.

"Spiacente. Non voglio nemmeno avvicinarmi a quello." Violet si rivolse al giovane medico di Erika, Joy.

"Chiamerebbe per favore qui il Maestro Ash? Gli dica che dobbiamo discutere una cosa con lui." poi fece una pausa. "Aspetti, faccia venire qui anche Maestro Duplica e Maestro Bruno. Potrebbero sapere qualcosa anche loro."

"Sì, Maestro," rispose l'infermiera alzandosi e dirigendosi al tavolo di Ash.

Ci fu uno scricchiolio. Daisy si voltò e vide che la sua sorella minore aveva congelato le bacchette, e le stava spaccando con le mani.

"Stai attenta. Già dobbiamo usare molta energia per il riscaldamento, se fai da congelatore non ci aiuti di certo." Misty alzò provocatoriamente il suo mento. Violet sospirò. Avrebbe voluto che Lily fosse con loro, ma aveva preferito il ben più semplice compito di guidare la nave.

E poi si presentarono al tavolo. Ash, Duplica e Bruno. Ash e Misty avevano già iniziato a pugnalarsi con lo sguardo. Bruno e Duplica si sedettero, lasciando libero un solo posto. Accanto a Misty. Ash interruppe la sua sfida oculare e osservò con orrore lo spazio vuoto.

"Io lì NON mi ci siedo," disse furibondo.

"E lui NON si siede qui," convenne Misty in tono identico. Violet alzò le mani al cielo.

"Che follia! Come potete essere così immaturi?"

Non lo sono!" dissero entrambi all'unisono. Si fissarono l'un l'altro, e arrossirono. Lily sorrise furbescamente.

"Siediti e basta, Ash. Ha paura di lei o che? Quanto a te, Misty, hai così paura di Ash?"

"No!" negarono simultaneamente.

"Allora sediamoci e pensiamo agli affari!" ordinò Daisy, sorprendendo tutto col suo tono fermo. Ash socchiuse i suoi occhi marroni. Si sedette obbedientemente. Violet guardò silenziosamente il soffitto. Doveva ricordarsi di ringraziare Lily, pensò. Poi fissò Ash mentre cercava di soffiare via una ciocca dagli occhi per poi ricambiare lo sguardo.

"Non eri cosciente quando Sabrina ci ha detto come chiudere il cosiddetto Candello Proibito, ma lo sai, vero? Conosci Sabrina meglio di tutti noi. Cosa ne pensi?" Ash esaminò un pezzo di bacchetta congelata e fissò Misty per un secondo. Poi rispose.

"Allora, Sabrina è sempre stata la persona più strana che abbia mai incontrato... o la seconda, forse. Ma devo dire che sembra essere molto più vicina a me che agli altri Istruttori della Lega o ai Maestri di Pokemon Penso che... potrebbe essere sincera." Fissò Misty con la coda dell'occhio, e il suo sguardo arse dorato. "Ma probabilmente è solo una mezza verità." Misty si lanciò sprezzantemente i capelli rossi dietro le spalle.

"Sembra avere un senso," concluse Duplica. "C'è qualcosa nelle profezie che parla di anime legate alle torri. I Quattro Grandi e Lord Garick devono essere quelle anime. Naturalmente, se le facessimo fuori..." Bruno stava pensando, il mento quadrato che rimase contro le sue dita enormi.

"Lo pensi davvero?" chiese con la sua voce profonda. "O è una gigantesca trappola, oppure potrebbe volerci mandare contro la Lega, per distruggerci a vicenda. Volete davvero uccidere Brock? Perchè è quello che dobbiamo fare se le crediamo. E' uno dei Quattro Grandi, sappiamo ora. Il mio... sostituto, direi."

"Nessuno ucciderà Brock," rispose Ash piegando le braccia sopra la camicia nera.

"Perchè ti preoccupi tanto per lui?" Bruno sembrò confuso. "E' ovvio che ti ha sempre detestato." I suoi occhi color ruggine brillarono minacciosi. "Ci ha presi tutti in giro. Mi fidavo di lui come un fratello." Ash continuò, ostinato.

"Non era così, all'inizio." Fissò il tavolo. "Forse posso aiutarlo. Io-io... devo."

"Perfetto, davvero perfetto," disse Erika in tono beffardo. "La nostra unica speranza, ma TU non vuoi. Cosa ne pensi, Misty?" fissò la sua amica. "Uccideresti Brock per salvare il mondo?" Misty sembrò sfregarsi macchie inesistenti sul vestito.

"Non... non lo so."

"Lasciate che Brock e Misty se ne vadano per conto loro," disse Ash. Un fazzoletto bagnato colpì la sua guancia. Girò la testa, per individuare il colpevole. Misty. Aveva un'espressione innocente stampata in faccia.

"Che?" chiese, inarcando un sopracciglio. Ash raggiunse un arancino di riso, infilzandolo con una bacchetta congelata che sembrava lì apposta. L'arancino venne lanciato contro il naso di Misty, trasformando il volto di lei in un quadro astratto. Sembrava un clown. Un clown arrabbiato.

"Oops," aggiunse lui, sorridendo sarcasticamente. "E' stato un incidente." Misty si sporse deliberatamente in avanti, lanciano il suo piatto sulla testa di Ash. Una roba umida colò sui suoi capelli e scivolò lungo la sua faccia.

"Oops. Anche questo è stato un incidente" disse in tono altrettanto mordace. Presto, la cosa degenerò in una battaglia a colpi di cibo fra Ash e Misty. Tagliatelle, riso, sushi, e tutto quello che poteva servire venne usato come arma. La stanza piombò nel silenzio, fissando quei due strani individui che, seduti comodamente, si coprivano il volto di cibo a vicenda. Violet scosse la testa. E queste erano le persone che dovevano salvare il mondo?

E poi improvvisamente il pavimento sembrò agitarsi violentemente, come se qualcosa avesse urtato la nave. Il palmare di Violet pigolò irrequieto, e lei lo strappò dalla cintura, fissandolo.

"Dannazione, siamo sotto attacco! Lily dice che c'è una nave della Lega a ore sei!"

"Diavolo, sono riusciti ad eludere gli scanner della nave, e hanno colpito i piani di galleggiamento. Non possiamo immergerci!" stava urlando Lily, lottando col timone al posto del capitano. L'oceano nero di fronte a lei sembrava più mosso di prima, e il pavimento seguiva la pendenza delle onde. Violet e Daisy accorsero e presero i loro posti sulle sedie ai lati. Con un sibilo, i pannelli laterali si aprirono, rivelando leve e pulsanti accanto alle loro posizioni. Daisy prese una cuffia e un microfono, mentre Violet si calò un paio di binocoli elettronici sugli occhi.

Oltre alle sorelle di Misty, sul ponte c'erano anche Ash, Misty , Duplica, Erika e Bruno, tutti nella sofisticata stanza di controllo e guida della nave. Come sempre, sulla spalla di Ash sedeva Pikachu, che cercava di evitare il contatto col viso impiastricciato del padrone.

"Che classe è la nave della Lega?" chiese cercando di bloccare i liquidi che colavano dai capelli sugli occhi. Violet fissò l'esterno attraverso il binocolo.

"Parrebbe un Incrociatore da Guerra classe Inquisitor*, e batte bandiera della Lega Pokemon! Cristo, quant'è grande!"

"Merda. Lily, possiamo seminarli?" Lily stava ancora litigando col timone.

"Non lo ancora, mi spiace. Daisy, come stanno le turbine? La numero due mi sta dando molti problemi." Daisy armeggiò con la tastiera, digitando i tasti con le sue dita affusolate. Piccole lettere rosse cominciarono a lampeggiare sui monitor.

"La numero due è danneggiata! Devono averla presa assieme ai piani di galleggiamento. Abbiamo un sovraccarico elettrico e termico, e una falla. Con cosa cazzo ci hanno colpiti?"

"Direi una scarica combinata di fuoco, acqua ed elettricità," concluse Lily, manovrando abilmente fra due iceberg. Il pavimento si inclinò a sinistra, poi si raddrizzò di scatto, costringendo Ash, Misty, Duplica, Bruno ed Erika a tenersi alle maniglie sul soffitto. Duplica boccheggiò, cercando di tenersi.

"Vuoi dire che usano attacchi elementali? Ma sono pazzi? I Pokemon Proibiti arriveranno in un baleno!"

"Ma la Lega non controlla il Proibito?" chiese Bruno incuriosito. "Quindi che rischi corrono?" Duplica scosse la sua testa.

"Avresti dovuto vedere l'esercito della Lega a Sud Lavender. Sono stati massacrati da Pokemon Proibiti. Forse li controllano meno del previsto."

"Allora, possiamo seminarli o no?" domandò Misty a sua sorella. Daisy guardò il suo monitor e sistemò i suoi capelli biondi dietro le orecchie con una mano.

"Penso di no. Stiamo perdendo troppa velocità, specie a causa degli iceberg che dobbiamo scansare. Non possiamo seminarli, nè immergerci, con la turbina due e i piani fuori uso."

"Allora dovremo combattere, o danneggiare la loro nave in modo da rallentarli," dedusse Ash indossando i suoi guanti neri. Misty aggrottò le sopracciglia.

"Non vorrai usare gli elementali, vero?" Ash si allontanò da lei, camminando rapido verso il portello di ingresso, mentre il suo mantello lo incappucciava e lo nascondeva fra le ombre.

"Posso usare le mani. Bruno, che ne dici di accompagnarmi?" Bruno fece schioccare le sue nocche e chiamò a comparire il suo mantello marrone sulle sue muscolose spalle. I suoi occhi scuri erano ansiosi.

"Sicuro, non faccio a cazzotti da anni. O almeno, non vinco da anni" disse asciutto.

"Contate su di me," aggiunse Erika, coprendosi col suo mantello verde in una folata di profumo floreale. Allungò le sue mani e si ritrovò a stringere il suo bastone nero. "Dovrò pure tenermi in esercizio, in qualche modo." Duplica sorrise, ma scosse la testa.

"Verrei volentieri, ma vi sarei solo d'intralcio. Non sono un gran che, se non posso trasformarmi." Notò Misty con la coda dell'occhio. "Misty?" Gli occhi di Misty brillarono di azzurro, richiamando il suo mantello.

"Posso combattere a mani nude, se devo." Sfidò Ash con uno sguardo piatto. Ash si grattò la spalla su cui sedeva Pikachu.

"Se lo dici tu." Misty indossò i suoi guanti blu, in tono col suo mantello e il vestito.

"Lo dico io." Daisy sbuffò, snervata da quell'atteggiamento.

"Bambini, ecco cosa siete. Uscite di qui e togliete quella nave dalla nostra scia!"

"Hanno sparato un arpione!" urlò Bruno dal basso della sua posizione sul ponte coperto della nave. "Vogliono rimorchiarci!" Un enorme ancora di acciaio, con una spessa corda legata intorno, stava correndo verso di loro, partita dalla grossa nave blu scura della Lega, che era sempre più vicina. Sbattè da qualche parte sul ponte, e si aggrappò al parapetto.

"Pikachu, l'arco!" disse rapidamente Ash che era corso sul ponte scoperto della poppa della nave.

"Pikapi!" Pikachu gli passò l'arco e la faretra che avevano lasciato lì per andare a cena. Immediatamente, Ash afferrò una freccia, mirò e tirò, tagliando la corda prima che potesse portarli fuori rotta. I suoi capelli svolazzarono davanti agli occhi, cercando senza successo di deconcentrarlo.

"Bel colpo," disse Erika di malavoglia accanto a lui, mentre il vento spettinava i suoi capelli neri e gonfiava il mantello. Ash non disse niente, abbassò l'arco e rivolse la sua attenzione alla nave della Lega. Erika ultimamente si era comportata in modo strano, molto ostile verso di lui. Ovviamente, qualunque cosa avesse detto, lei avrebbe negato.

La nave si piegò per scansare un altro iceberg a piena velocità, e lui afferrò rapidamente la ringhiera per tenersi in equilibrio, imitato da Erika. Pikachu afferrò la sua caviglia. La nave della Lega scomparve dietro al massiccio iceberg bluastro che aveva occupato la loro visione. Il vento divenne ancora più freddo. Superato il masso di ghiaccio, la nave della Lega era ancora più vicina, e c'era una figura chiaramente visibile, piazzata sulla prua. Era donna molto alta. Indossava un lungo mantello nero, e il vento sollevava una treccia di lunghi capelli blu scuro. Il lato destro del viso era coperto da dei ciuffi, ma l'altra metà era molto gradevole, sebbene l'espressione fosse inquietante.

"Non potete scappare," disse attraverso un qualche strumento che amplificò la sua voce e la rese udibile anche a quella distanza. "Alt!" ordinò.

"Penso di no!" rispose Ash urlando al vento. I suoi occhi si focalizzarono su di lui.

"Ah, Ashura, vero? Così abbiamo davvero trovato la nave giusta. Fermatevi, voglio parlare con te."

"Parlare?" bisbigliò Erika. Ash la guardò con aria innocente. Si voltò, fissando la gigantesca nave della Lega e la donna sulla prua.

"Che volete?" gridò.

"So che hai qualcosa, o meglio qualcuno, che voglio indietro," rispose lei. La sua voce era ancora amplificata, e facilmente udibile. "Arrendetevi o verrete distrutti." Confuso, Ash si pettinò i capelli che il vento aveva spettinato.

"Qualcuno?" Sorprendentemente, la donna sembrò ringhiare.

"Il Maestro di Roccia. Brock. fatelo venire qui!" La sua voce ora era adirata, non più fredda come prima. Dietro di lui risuonarono dei passi, e Ash vide Misty arrivare dal ponte inferiore, attraverso una scaletta sul fianco esterno della nave. I suoi lunghi capelli rossi galleggiavano nel vento, ma non sembrava soffrire il freddo. Non tremava nemmeno.

"Strano" disse cercando di sistemare il suo mantello blu. "Se sono della Lega, perchè non ci hanno ancora attaccato? Sono a portata, ma sembrano volerci bloccare, piuttosto che distruggerci."

"Vogliono Brock, per un qualche motivo," disse Ash, confuso.

"Perchè?" Ash si concentrò nuovamente sulla nave che li seguiva. Era ancora più vicino, al punto che la donna sarebbe riuscita facilmente a salire a bordo con un salto.

"È una specie di missione di salvataggio?" le gridò. La metà visibile del volto di lei si piegò verso l'alto, e la donna si mise a ridere, fissando il cielo grigio. Poi li fissò col suo occhio furibondo. Sembrava familiare, così da vicino, ma era difficile dirlo, con mezza faccia coperta da capelli blu.

"Non precisamente," disse la donna finalmente dopo aver soffocato le risate, anche se non completamente. "Lo voglio uccidere." Misty schioccò improvvisamente le dita.

"Ehi, è l'amica di Brock! Ecco perchè mi sembrava familiare." Ash strabuzzò gli occhi. Santo cielo. Certo!

"Sei Suzie, l'allevatrice di Pokemon!" esclamò. A quanto ne sapeva, non era un membro della Lega Pokemon. Ma allora era il comandante di quella nave? E perchè? La donna interruppe la risata di nuovo, fissandoli adirata.

"Ho lasciato Brock almeno tre anni fa; ed è stato uno sbaglio, quello. Ma... sì, sono quella Suzie, su questo hai ragione. E so che hai Brock, quindi restituiscimelo."

"Mai!" replicò Ash. Erika gli diede una gomitata nel fianco.

"Ne sei sicuro, Ash? Quello che ci ha detto Sabrina... potrebbe farci un favore."

"Ma non sappiamo se sta mentendo. Incrociò le braccia. "E poi nessuno può darmi degli ordini." Misty schioccò le dita.

"Allora preparati a combattere. Quando Ash diventa testardo, non possiamo fare niente."

"Oh, taci," disse Cenere.

"No, sta zitto tu," rispose Misty. Suzie li folgorò con un'occhiata.

"Se non accettate con le buone, mi vedo costretta ad usare la forza." La nave della Lega si era portata nella loro scia, e lei li stava fissando, dritta davanti a loro. "Io ho qui un tuo amichetto, Ash, che vuole salutarti. E’ qui nel caso che tu diventi troppo caparbio." Ash fece un passo di lato, sistemando il mantello gonfio per il vento e preparandosi alla lotta.

"Non ho paura di nessuno," rispose.

"Pika Pika!" concordò Pikachu, accanto al suo piede, brillando di elettricità scura.

Una figura alta, muscolosa, avvolta in un mantello marrone chiaro, comparve accanto a Suzie. Con un movimento agile, si tolse il cappuccio e rivelò il viso.

Ash boccheggiò.

"Ciao, Ash." Era atrocemente familiare, un accento melodioso. Aveva irti capelli verdi e occhi bruni. Un occhio. Ne aveva solo uno. Una lunga cicatrice contorta correva dalla fronte, attraverso il suo occhio perduto, fino all'angolo della sua bocca irrigidita.

"AJ, tu qui?"

"Dovresti saperlo, tu sei quello che ha distrutto i miei sogni, nelle semifinali del torneo della Lega Pokemon," disse AJ in tono risentito. Indicò la sua cicatrice. "E sei quello che mi ha fatto questo." Ash indietreggiò, stringendosi le spalle sotto il mantello nero.

"E' stato un incidente."

"Incidente, davvero!" ruggì AJ. Poi scosse la sua testa e si ricompose. "Tra l'altro, tutta questa nave ha un motivo per odiarti, Ash. L'equipaggio è composto di gente che ho incontrato che desidera solo ucciderti. Sei davvero popolare da queste parti, Ash." Avanzò di lato, permettendo a tre altre figure di appoggiarsi al parapetto. Indossavano tre mantelli, uno blu, uno rosso e uno giallo. Erano di altezza uguale, circa sei piedi. I tre si tolsero simultaneamente i cappucci dei loro mantelli. I capelli avevano il colore dei loro elementi.

"Ash, hai ucciso il nostro fratello minore," dissero all'unisono.

"I fratelli Eevee?" affermò Ash. "Di che state parlando?"

"Hai ucciso troppe persone e non ricordi? Il suo nome era Mikey!" Sorprendentemente, Misty si fece avanti.

"E' una bugia! Ash non ha toccato Mikey, è stato il vostro dannato Missingno, al Monte Luna!" Il fratello in blu ghignò.

"E dovremmo crederti? A te, alla puttana preferita di Ash! Faresti di tutto per salvare il suo culo." Gli occhi di Misty brillarono di una gelida aura azzurra, raffreddando il già ghiacciato vento.

"Vieni qui a ripeterlo, Rainer, e ti mostrerò il potere di un Maestro d'Acqua." Rainer incrociò le braccia.

"Idea interessante. Non ho un combattimento con elemento uguale da molto tempo." Ash fissò Misty.

"Attenta, sai che non possiamo usare attacchi diretti contro di loro, anche se loro possono."

"Dannazione!" imprecò Misty, facendo calare l'intensità della sua aura. Erika parlò.

"Guardate che se dobbiamo combattere, non potremo usare nessuno attacco elementale! O attrarremo i Pokemon Proibiti." Suzie sbuffò, spazientita.

"Noi siamo della Lega Pokemon perciò siamo al sicuro, ma possono attaccare voi, e lo faranno." Portò la mano sulle labbra. "Ultima possibilità. Datemi Brock e vi lascerò vivere -anche se non vivrete ancora a lungo."
"Scordatelo, Suzie" si intromise AJ, " vogliamo anche Ash, adesso."

"Questo non era negli accordi," protestò Suzie, fissandolo con odio.

"Ehi," li interruppe Ash, "se fosse solo per me, allora sarei disposto ad arrendermi. Ma non vi darò mai Brock. Spiacente."
"Chi cazzo se ne frega di Brock?" ringhiò AJ. "Finalmente potrò vendicarmi di quello che mi hai fatto, pezzo di merda! Sandshrew, prendiamolo!"

"Shrew!" Un piccolo roditore giallo dalla pelle corazzata saltò sulla sua spalla, e AJ superò la distanza fra le navi con un balzo, puntando Ash con un un calcio. Il suo mantello ondeggiò dietro di lui. Ash si scansò rapidamente, evitando di poco il calcio, mentre AJ atterrava con un suono sinistro sul ponte, nel punto in cui si trovava il suo bersaglio un attimo prima.

Misty stava per rispondere quando Rainer saltò giù, scagliando gelida energia dalle sue dita e costringendola ad allontanarsi. I restanti due aggressori, quelli coi mantelli giallo e rosso, attaccarono Erika. Suzie segnalò alla sua nave di allontanarsi, per evitare di essere coinvolta nello scontro.

"Ah heh heh, due contro uno non è corretto, ragazzi..." disse Erika indietreggiando e agitando la sua staffa davanti a loro. "E poi non vi conosco nemmeno." Il fratello col mantello rosso e i capelli fiammeggianti ghignò crudele, avanzando e caricando le mani con una fiamma ardente.

"Già, che maleducati. Io sono Pyro, mentre il mio fratello in giallo è Sparky." Sparky le fece l'occhiolino, e avanzando verso di lei indicò il mantello giallo come prova del suo nome.

"Va bene se comincio con Sparky?" chiese Erika frivolamente. "Non mi piace il fuoco, come potete capire." Improvvisamente dal ponte inferiore arrivò Bruno, che alzò i pugni in posizione di lotta.

"Ci penso io a questa testa calda." Erika sospirò, sollevata.

"Bruno, se non fossi così grosso e pauroso, ti bacerei."

Ash parò un altro colpo con una complicata torsione del suo braccio, e indietreggiò nuovamente.

"Ascoltami, AJ, non voglio batterti. Specie perchè con una mossa sbagliata potrei uccidere tutti."
"Stronzate," rispose AJ, avanzando. I suoi folti capelli verdi erano immuni al vento. "Pensi che dopo tutto questo tempo passato a cercarti, ti lascerò andare tranquillamente? E dopo che ho ultimato il mio addestramento! Distruggerti è l'unico scopo della mia vita." Lanciò il suo Sandshrew in aria. "Sandshrew, Lama di Terra!"

"Shrew!" il sandshrew strillò e il ponte della nave sembrò tremare, mentre il roditore rotolava su di esso, avvolto dall'energia come se stesse rientrando in una pokèball. Ma poi si trasformò in una spada ricurva, bruna come il mantello di AJ, che afferrò l'arma a mezz'aria e cominciò ad agitare le dita della mano destra nell'aria di fronte a lui. Ad ogni rotazione si poteva udire il suono di una tempesta di sabbia.

"Già, ho imparato il tuo piccolo trucco," fece AJ con calma, roteando la spada. Girò la sua testa, cercando col suo unico occhio colmo d'odio. "Dov'è il tuo ratto? Sandshrew lo taglierà in due, stavolta." Prima che potesse accorgersene, una piccola figura simile ad un fantasma superò la testa di AJ da dietro, spaventandolo.

"Pika!" Era Pikachu, che atterrò accanto al piede di Ash, agitando la coda nell'aria. I suoi occhi blu cobalto brillavano, emanando una luce torva sul suo corpo color della notte. Improvvisamente, saltò sulla spalla di Ash. AJ ghignò.

"Ha! Non gli è piaciuto come l'ho chiamato? Odio il tuo Pikachu quasi quanto -no, più di te. Come ha potuto sconfiggere Sandshrew nelle semifinali? E' impossibile." Ash scosse la testa.

"Smettila, AJ. La Lega Pokemon è il passato. Sei arrivato terzo, o quarto, che è un ottimo risultato. E poi ora non conta, quando tutto il mondo è in pericolo." L'occhio di AJ arse malevolo.

"Terzo? Quarto? Ha infranto il mio sogno, Ash, per me contava solo vincere. Maestro di Pokemon. Il più grande di tutti i tempi. E poi mi battesti, e il mio sogno cambiò. Divenne la vendetta. L'ultima volta mi hai fermato, e mi è costato un occhio. Ma ora sono tornato, e sono abbastanza forte da distruggerti." Sembrò in attesa di qualcosa. "Cosa aspetti? Trasforma il tuo ratto nella tua spada, e combatti!" Ash scosse ancora il capo.

"Non vuoi capire? L'energia elementale attirerebbe i Pokemon Proibiti come mosche su di una carcassa."

"Sciocco," concluse AJ, scuotendo a sua volta la testa, mentre bloccava la spada e la puntava verso di lui. "Speravo che sarebbe stato più divertente." Scattò di lato e con rapidità imprevista calò un violento fendente. Ash riuscì a malapena a scansarlo, e la lama tranciò una parte del mantello.

"Posso ancora combattere a mani nude," disse rigenerando il tessuto da una nube di ombra scura.

"Non esserne tanto sicuro," rispose AJ piegandosi per sfruttare la sua velocità in un ancora più violento colpo laterale. Questa volta Ash attraversò la difesa dell'avversario, aggirando la spada e sferrando una serie innumerevoli di pugni al volto e al torace di AJ. Finì la serie con un veloce balzo all'indietro, che usò per sferrare un calcio al mento di AJ, il quale volò in aria. Poi completò la piccola acrobazia acquattandosi. Ma AJ recuperò facilmente, e con un forte colpo di reni si rimise in posizione, atterrando sul ponte con un tonfo quasi soffice. Si asciugò la piccola striscia di sangue che sgorgava dalla narice destra, e inspirò.

"Niente male." Lasciò partire una risata forzosa. "Ora siamo pari." Ash sentì una fitta di dolore, e osservò la profonda ferita sul braccio, da cui sgorgava un copioso fiotto di sangue.

"Cha!" gridò Pikachu scioccato, vedendo dalla sua posizione sulla spalla opposta il taglio.

"Ecco qui un nuovo trucchetto che ho insegnato a Sandshrew, giusto per te." AJ alzò la sua spada e la tenne con ambo le mani. "Sandshrew, Inversione Elettrica!" Improvvisamente, l'arma sembrò scintillare a intervalli regolari. Nello stesso istante, Ash si piegò in due, sentendo un dolore intenso attraversargli la testa. Pikachu scivolò dalla spalla e crollo al suolo come un peso morto. Era come se la sua testa fosse stata rinchiusa in una pressa. Poteva sentire, a malapena, che anche il suo pokemon era agonizzante, nelle sue stesse condizioni, e si stringeva il capo con le zampe. AJ ghignò.

"Come ti sembra? Anni e anni di perfezionamento. E' in grado di destabilizzare qualsiasi cosa basata sull'elettricità, in un certo raggio."

"Andiamo, pensavo che avremmo avuto un vero scontro d'acqua," fu il commento di Rainer, mentre generava una sfera di gelida energia e la scagliava verso di lei. Misty si voltò, usando il suo mantello per parare il colpo e ridurlo a soffici fiocchi di neve che galleggiarono incerti intorno a lei. Poi si girò nuovamente e si appoggiò, stringendosi nel mantello.

"Posso batterti anche senza attacchi d'acqua." Rainer scosse il capo.

"Stai scherzando? Il potere di un Maestro di Pokemon è dovuto esclusivamente alle energie elementali che acquisisce, combattendo al fianco dei suoi pokemon. Altrimenti, saremmo solo dei patetici Istruttori." Estrasse una pokeball blu dal mantello e la lanciò. "Non è vero, Vaporeon?" La palla si aprì, liberando il quadrupede blu come il mare. I suoi occhi neri erano socchiusi, la sua coda si agitava irritata.

"Vee!"

"Vedi, anche Vaporeon è d'accordo!" affermò Rainer in tono di trionfo. Misty cercò la sua pokeball fra le falde del mantello, e l'allargò nella mano.

"Hai ragione solo a metà. Un vero Maestro di Pokemon deve avere un vero legame coi suoi pokemon, li capisce, li addestra, sente quello che sentono loro, condivide amori, gioie e dolori. Non è qualcosa che puoi imparare, devi averlo dalla nascita. Ora il mio Vaporeon te lo dimostrerà." Lanciò la sfera, liberando il suo pokemon di fronte a Rainer. Vaporeon era zitto, ma le spine sul dorso erano rigide, pronte. Rainer ridacchiò.

"Bel discorso, ma hai già perso. Il mio Vaporeon è anche più grosso. Vaporeon, Geloraggio!"

"Vee!" Il Vaporeon di Rainer aprì la bocca, scagliando un torrente di gelo verso Misty.

"Non hai mai sentito dire che le dimensioni non contano?" Rispose lei, sorridendo. "Vaporeon, Geloredirezione!" Il Vaporeon Misty rimase fermo, lasciando che il Geloraggio lo avvolgesse in una tromba di ghiaccio.

"Hahaha! E' la scusa del tuo tipo?" commentò Rainer.

"In effetti sì. E neppure lui sa quanto ha ragione. In fondo, perchè secondo te l'ho seguito per tutti quegli anni?" disse lei, strizzando l'occhiolino. "Ora, guarda." Il Vaporeon di Rainer sembrò confuso, mentre una leggera nebbia lo circondava.

"Vee? Vee!" La condensa si trasformò in ghiaccio, e il Vaporeon di Misty si liberò dalla sua gelida prigione, indenne.

"Cosa diavolo hai fatto?" esclamò Rainer, scioccato. La mano di Misty ondeggiò in aria, mostrando una pokeball. Richiamò Vaporeon.

"Come osi definirti Maestro d'Acqua?" Poi si lanciò verso di lui, scagliandosi in aria. Tutto ciò che Rainer vide fu un mantello blu che ondeggiava pazzamente, e un calcio che gli centrava il viso. Poi il suo corpo si accasciò contro la ringhiera.

Pyro aveva un occhio nero.

"Argh!" gridò mentre alzava le braccia per lanciare un'altra palla di fuoco, ma Bruno lo anticipò e lo colpì alla testa.

"Uno, due, uno, due" sussurrò Bruno, poi fece un saltò, girò su se stesso e colpì Pyro alla schiena con un calcio. "Ah, come mi piace!" sussurrò, tirandosi indietro i capelli castani, madidi di sudore. Pyro tossì, si girò e sputò un dente.

"Avanti, lotta come un vero uomo," disse Bruno, flettendo i suoi muscoli mentre si avvicinava. "Non dirmi che basta questo per metterti al tappeto." Pyro si rialzò e lo fissò torvo.

"Stupido ammasso di muscoli. Ti incenerirò!" Le sue mani si coprirono di fuoco, e lui si allungò per sferrare un pugno. Bruno gridò, sentendo Pyro colpirgli il braccio, lasciando una tremenda ustione. Rispose con una veloce e potente reazione, gettando l'avversario nuovamente a terra.

"Ah, allora sai reagire," commentò, controllando la bruciatura. Pyro rotolò via e lanciò una pokeball rossa.

"Flareon, vai! Fuocobomba!"

"Oh, merda," bisbigliò Bruno, indietreggiando.

Sparky aveva già liberato il suo Jolteon. L'evoluzione elettrica di Eeve crepitava per l'elettricità, mentre Erika cercava di tenerlo a bada col suo bastone. Il Maestro di Elettricità stava osservando divertito.

"Heh, non puoi andare avanti in eterno," affermò, cercando di piegare il corpo in modo che il vento potesse increspare il mantello giallo nel modo più drammatico possibile. Erika fece altri due passi indietro, agitando il suo bastone davanti al minaccioso pokemon giallo.

"Cattivo, cattivo!" esclamò. "Vai a infastidire qualcun altro!"

"Jolt!" Il Jolteon cominciò a scintillare, gli occhi neri ammiccarono feroci.

Poi lei notò che aveva praticamente raggiunto Ash e Pikachu. Sembravano soffrire molto. Che diavolo stava succedendo? Ma la cosa più strana accadde in quel momento. Il Jolteon di Sparky si fermò improvvisamente, e cominciò a guaire di dolore.

"Jolteon?" esclamò Sparky preoccupato. "Che cos'hai?" Corse verso il suo pokemon, ma ad un certo punto anche lui si piegò, dolorante. Lanciò un urlo. Il ragazzo dai capelli verdi, quello che sembrava odiare Ash più di tutti, gridò adirato.

"Pazzi, allontanatevi!" Ash gemette, sentendo che l'attenzione di AJ era rivolta altrove.

"Devo... devo..." Allungò le braccia, e strinse il parapetto della nave. Lentamente, strappò una sbarra di acciaio, emettendo un suono lamentoso. "Prendi!" gridò usando la spranga come una lancia, contro la spada che AJ teneva in mano e che brillava intermittente. L'arma sembrò emettere un pigolio lamentoso, quando il pezzo di acciaio la centrò e la lanciò lontano dalle mani del suo proprietario.

"Sandshrew!" urlò terrorizzato AJ. Tirò un calcio ad Ash e si rivolse a Sparky, che stava tossendo. "Idiota, guarda che hai fatto!"

"Io?" replicò Sparky, alzandosi a fatica, ancora indolenzito. "Che ho fatto io -?" AJ ondeggiò il suo piede, e un'onda di aria compresso lo centrò.

"Ora, quanto ad Ash e al suo-" ghignò, puntando il piccolo pikachu nero che si stava faticosamente alzando, tremando e scuotendo la testa. Ma Erika corse contro di lui e centrò il suo stomaco con due colpi del suo bastone, quindi gli colpì le gambe, facendolo cadere.

"Non pensarci nemmeno!" disse soddisfatta, assestando il colpo finale che lo fece svenire. Sparky si rialzò, e la fissò con occhi ardenti di giallo.

"Ne ho avuto abbastanza! Fratelli, è il momento!"

Gli occhi di Rainer brillarono improvvisamente di blu. Smise di attaccare e si voltò.

"Sì, è il momento." Misty si bloccò, confusa.

"Di cosa stai parlando?" Il Vaporeon congelato uscì improvvisamente dal suo sarcofago di ghiaccio, e corse verso il retro della nave.

Di colpo, Pyro si mise a ridere, e i suoi occhi arsero di rosso.

"E' la vostra fine. E' il momento." Il Flareon che stava attaccando Bruno si fermò, quindi corse via, avvolto da una fiammeggiante aura infuocata. Pyro lo seguì, tracciando una scia di fiamme sul ponte col suo mantello.

"Torna qui è combatti," disse Bruno, costretto ad inseguirli.

I tre fratelli e i loro pokemon erano immobili, al centro della nave.

"Non mi piace," disse Erika a Bruno e a Misty, che era appena arrivata e le stava accanto. Ash indietreggiò e fece salire Pikachu sulla sua spalla.

"State pronti."

"Per cosa?" chiese Misty incuriosita.

Rainer gridò.

"Vaporeon, unisciti!" Pyro gridò.

"Flareon, unisciti!" Sparky gridò.

"Jolteon, unisciti!"

I tre pokemon sembrarono illuminarsi, poi lentamente sembrarono sovrapporsi, quasi fossero inconsistenti come aria. Quello che si formò al centro cominciò ad espandersi, fino a raggiungere gli otto piedi di altezza. Presto l'unione fu completa, e il risultato era un gigantesco essere simile ad un drago, appoggiato a quattro zampe spinose, ma con tre teste e tre code. Erano quelle dei pokemon che lo avevano generato, col muso di Flareon al centro, e gli altri due ai lati. Alle teste corrispondevano le code, ma, a parte ciò, quella era una creatura nuova. Il torso era quello di un dragone, completo di ali e nero come la notte. Le tre teste ruggirono all'unisono, un suono orrendo che squarciò l'aria. Gli artigli squarciarono il ponte d'acciaio. Bruno sbattè le palpebre.

"Santa merda."

"L'hai detto," aggiunse Erika. Guardò il suo bastone, poi l'Eeve dragone, e nascose l'arma dietro di lei, arrossendo.

Ash e Misty guardavano in silenzio, i loro mantelli ondeggiavano all'unisono nel vento. Pikachu era ancora sulla spalla di Ash. Il portello dietro di loro si aprì, e Lily sporse fuori la testa.

"Che diavolo succede, perchè improvvisamente abbiamo preso una tonnellata di carico in più?" Il dragone ruggì. Lily fissò il mostro con occhi terrorizzati.

"Oh... Bene, divertitevi. Sayanara!" Sbattè il portello e lo sigillò. I tre fratelli risero.

"Ora, rispondete, non siete voi che avete ucciso il nostro piccolo fratellino?" Misty scosse la testa.

"Per l'ultima volta, non abbiamo ucciso Mikey."

"Bugiardi," li accusò Pyro. "Comincio io. Triverion, Furia Infuocata!" fissò Ash e lo indicò. "Su di lui!" Ash si spostò di lato, ma la testa centrale lo seguì con occhi rossi e minacciosi, inalando con forza.

"Ragazzi," commentò Erika improvvisamente. "E' la mia immaginazione, o fa più freddo?"
"Non è il momento di pensare al meteo, Erika" rispose Bruno piattamente. Ash la guardò con la coda dell'occhio. "No, davvero, ha ragione. Questo gelo... non è naturale." Guardò dietro alla nave. "E quei gyarados che ci seguivano sono scomparsi."

"Ash, attento!" lo avvertì Misty mentre la teste centrale di Triverion spalancò le fauci, e lanciò una enorme colata di fiamme bianche dalla gola. Ash si inginocchiò, coprendosi col mantello mentre l'immensa palla di fuoco lo centrava. Le fiamme si annerirono, e Misty, Bruno ed Erika ricevettero una folata di intenso calore. Una nebbia nera e il fumo impedivano invasero i loro occhi.

"Troppo facile," disse Pyro sprezzante, lisciandosi i suoi capelli rossi. "Ora dov'è Brock?" Poi, quando la nebbia scura venne soffiata via dal vento pungente, vide una sagoma nera, in ginocchio, avvolta in un mantello nero e fumante. "Che cosa? Sei duro a morire, eh?" ma di colpo i suoi denti tremarono, e Pyro si coprì nel mantello rosso, sentendo il freddo. "Ehi, fratelli, lo sentite? Si gela, qui!"

Un vento più gelido cominciò a soffiare dall'ovest, e tutti cercarono sull'orizzonte, ma l'oceano nero era scomparso, coperto da una nebbia impenetrabile. Stava avvicinandosi rapidamente, e sembrava un'enorme onda di bianco.

"Ti spaventi per un temporale?" gridò Rainer. "Tocca a me! Triverion, pronto per una Furia Ghiacciata." Puntò Misty col dito. "Su quella puttana!" Sparky afferrò il suo braccio.

"Fermo, quello non è un normale temporale." Pyro diede sussultò e si girò.

"Merda. Che sia lei? Siamo abbastanza vicini da-"

E poi il vento crebbe ancora in intensità, e la grandine cadde copiosa. Il chicchi erano enormi, e sembravano sassi sulle loro schiene. Un forte suono ossessionante pervase l'aria, mentre essi si schiantavano sul ponte della nave.

Butch e Cassidy stavano guardando l'azione accanto a Suzie, sul ponte di prua della grande nave da guerra della Lega Pokemon. Era un luogo privilegiato, per l'osservazione: una visuale perfetta e nessun rischio.

"Non uccideranno Ashura, vero?" chiese Cassidy ad alta voce. "Quell'attacco di fuoco sembrava davvero letale. Anche per lui." Suzie non se ne interessò.

"Dubito che potrebbero ucciderlo. Dopo tutto è uno dei Maestri di Pokemon Proibiti." Socchiuse il suo occhio non coperto dai capelli. "Tutto ciò che voglio è Brock." Butch rabbrividì e si avvolse nel mantello grigio.

"Si gela! Dovremmo andarcene, sembra che stia cominciando a nevicare," disse indicando il cielo. Cassidy bestemmiò, sentendo un pezzo di ghiaccio centrarle la testa bionda.

"Non è neve, idiota. E' grandine!" E poi si udì un rumore più detestabile di quello di cento unghie su una lavagna. La nave si fermò di colpo sotto i loro piedi, facendo inciampare Butch e Cassidy in avanti. Suzie, comunque, rimase salda sui due piedi. Si sporse in avanti e osservò i dintorni.

"L'acqua intorno alla nave è ghiacciata," disse con calma. Cassidy che anche la nave più piccola che stavano inseguendo era bloccata.

"Anche loro sono stati ghiacciati. Ma da cosa?"

"Forse da quello," Suzie accennò col mento.

Fissarono il fianco della nave, su cui si era abbattuta un veloce onda di nebbia. E al centro di essa, una figura solitaria. Sembrava che la condensa si emanasse da essa, addensandosi mentre si avvicinava dall'orizzonte. Era come se stesse camminando sull'acqua.

Ash si guardò intorno, ancora inginocchiato e col mantello fumante per il calore dell'attacco di fuoco, e notò la sagoma nella nebbia, che avanzava. Lentamente, emersero i dettagli. Indossava il mantello di un Maestro, cosa abbastanza ovvia visto il suo potere, del colore del ghiaccio, un pallido ceruleo. Il vento gelido la colpiva di lato, evidenziando una figura snella e tornita. Il mantello, agitandosi, mostrava lunghe gambe lattee. Una donna. Al contatto coi piedi, l'acqua ghiacciava, e probabilmente era per quello che riusciva di camminare sull'oceano. E poi i suoi movimenti rapidi e aggraziati dimostravano che stava pattinando sul ghiaccio che generava. Occhi verdi e brillanti arsero fra le ombre del cappuccio.

Lorelei. La prima dei Quattro Grandi.

Si avvicinò ancora, e l'aria divenne ancora più insopportabilmente fredda, mentre la nebbia fagocitava la già scarsa luce. Ash si coprì il volto col suo cappuccio, e lo strinse per bene. Pikachu si accucciò fra le sue braccia e affondò il muso nel collo, agitando le orecchie puntute. Anche gli altri si erano avvolti nei loro mantelli e cappucci, tutti tranne Misty, che non sembrava risentire del gelo o della grandine. Quest'ultima sembrava anzi dissolversi prima di colpirla. Fissava silenziosamente Lorelei, uno sguardo brillante di azzurro, mentre i suoi capelli rossi sembravano ardere nell'oscurità improvvisa. Il gigantesco Triverion si era appallottolato sul ponte, tremante, nel tentativo di tenersi al caldo.

Finalmente, quando Lorelei arrivò a circa trenta piedi dalla loro nave, si piegò di lato e scivolò sul cammino di ghiaccio che stava creando, fermandosi in una nuvola di scintille blu. Il suo lungo mantello non fu altrettanto veloce, e rivelò un corpo quasi nudo sotto di esso. La sua testa era ancora coperta dal cappuccio, e solo gli occhi erano visibili, chiazze di verde ardente nell'ombra.

"Fa caldo." La sua voce era gelida, fredda come il vento artico. Era davvero piacevole, come quella di una cantante, ma sembrava ghiacciare l'anima. "Il caldo deve essere distrutto." I tre fratelli Eevee, Rainer, Pyro e Sparky, fecero un passo indietro, terrorizzati.

"Qual'è il problema?" bisbigliò Erika. "Non è dalla vostra parte?"
"Sì e no," rispose Pyro con lo stesso tono di voce. "Si dice che Lorelei sia impazzita qualche anno fa, e ora nessuno sa per chi combatta."

"Cosa?" Bruno sembrò completamente disgustato. Ash annuì lentamente.

"È vero. E' per questo che è stata allontanata dagli altri Maestri e Istruttori della Lega."

"Non lo sapevo," borbottò Bruno. Erika fece svanire il suo bastone in un bagliore color smeraldo.

"La domanda è: cosa ci fa qui?" Le rispose Sparky.

"Siamo vicino a Cinnabar. Lei era responsabile del punto focale dell'isola, per l'apertura del cancello. Lord Garick ha dovuto usarla, perchè, dopo tutto è ancora uno dei Maestri di Pokemon più potenti del mondo." Un gemito dal pavimento. Tutti si voltarono, e osservarono AJ mentre riprendeva conoscenza e si alzava.

"Ricordo quella puttana," sbuffò adirato. "E' colpa sua se non riuscii nemmeno a qualificarmi per il torneo della Lega nell'anno successivo!" Afferrò la sua spada e saltò giù dalla nave, per attaccarla. Ash cercò di afferrarlo, ma senza successo.

"AJ, pazzo. non sai quello che fai!"

AJ atterrò sul blocco di ghiaccio che circondava la nave e corse verso di lei, scivolando e tenendo la sua spada in orizzontale, al suo fianco.

"Sei morta!" gridò fissandola inferocito. Lorelei lo attese, muta mentre il vento freddo gonfiava il mantello intorno alla sua forma sinuosa. Ma quando AJ fece per colpirla con la spada, improvvisamente girò su se stessa, liberò una gamba da sotto il mantello e sferrò un tremendo calcio. AJ scivolò, sbilanciato dal colpo che aveva centrato la sua arma, e lei ne approfittò per sferrare un secondo calcio, che squarciò l'addome dell'avversario. AJ lasciò un ultimo rantolo, e Lorelei si spostò, lasciando che il corpo si schiantasse contro il ghiaccio, che si sciolse al contatto. AJ affondò nelle acque nere, senza lasciare traccia. Lorelei si voltò per folgorarli con l'intenso bagliore dei suoi occhi.

"Il calore è una malattia che lascia sentire. Presto tutto sarà sostituito dal felice gelo." La sua aura di nebbia bianca cominciò ad espandersi, verso la nave. Ash sentì dei movimenti al suo fianco, ma non riuscì a impedire che un'altra persona saltasse giù dalla nave.

"Misty!" Balzò verso il ghiaccio, seguita dal mantello blu e dai capelli che ondeggiavano nell'aria, con gli occhi ardenti di una luce azzurra. Sotto i suoi stivali spuntarono due lame da pattinaggio. Atterrò e cominciò a pattinare verso Lorelei. Stringendo Pikachu sotto il mantello per scaldarlo, Ash fece per seguirla, ma inaspettatamente due mani spesse lo afferrarono e lo bloccarono saldamente. Si voltò per trovare Bruno dietro di lui, che lo fissava con fieri occhi scintillanti di ruggine.

"Bruno, che Diavolo fai?" Tutto ciò che fece Bruno fu stringere la presa, immobilizzando anche Pikachu fra le braccia del suo allenatore. Chiuse gli occhi.

"Mi spiace, Ash."

Misty si bloccò, scagliando una nube di polvere di ghiaccio mentre scivolava coi pattini per fermarsi. Davanti a lei, Lorelei, immobile,due macchie di luce verde fra le ombre del volto. I mantelli sembravano muoversi all'unisono, seguendo le folate di vento ghiacciato. Non sapeva bene cosa stesse facendo. C'era solo la vaga sensazione che avrebbe dovuto cercare il confronto. Improvvisamente, Lorelei si tolse il cappuccio, e liberò i lunghi capelli nel vento. Erano un blu scuro, una tinta quasi identica alle acque dell'oceano. Davanti agli occhi verdi, gli occhiali ovali, gli stessi che aveva usato ai tempi dei tornei della Lega Pokemon.

"Tu sei calda... e fredda allo stesso tempo." La sua voce era appena più di un bisbiglio. "Cerchi il gelido oblio?" Le sue mani, lungo i fianchi, presero a pulsare di energia azzurra, emanando una nebbia più bianca di quella naturale.

"Lorelei..." la implorò Misty. "Perchè?" Pensò al passato. Anni fa, Lorelei, la signora dei pokemon ghiaccio, era stata il suo idolo. L'aveva guardata dal basso, come Ash aveva guardato gli altri Grandi. Un tempo, aveva pensato perfino di seguire i suoi passi, un allenatrice di pokemon ghiaccio - ma l'acqua, il suo primo amore, le aveva fatto rinunciare. Lorelei era distaccata, una personalità fredda, ma anche così, nel profondo, Misty pensava che fosse una brava persona, qualcuno con cui condividere i propri segreti. Questa Loerelei era diversa, aveva abbracciato il gelo. E nient'altro. Improvvisamente Lorelei spalancò gli occhi, e una leggera macchia di rossore invase il suo viso pallido.

"T-Tu!" gridò. "Così pensi di poter sfuggire alla morte?" Alzò le sue braccia la cielo, scagliando la sua energia verso le nubi. Dall'alto, arrivarono ruggiti e brontolii. Misty scivolò indietro di fronte a quella furia gelida, tanto fredda che perfino lei la sentì. La grandine cominciò a cadere più fitta, e le raffiche di vento si fecero ancora più intense - abbastanza da frantumare il ghiaccio introno a loro. Costrinse Misty ad allontanarsi nuovamente.

"Supremo Pokemon di Ghiaccio!" gridò Lorelei al vento urlante. "Mostrale il gelo che solo il ghiaccio può dare!" Era come se uno spaventoso terremoto avesse colpito l'oceano. Il ghiaccio su cui poggiavano si frantumò. Misty urlò terrorizzata, osservando la nave delle sue sorelle sollevata da qualcosa... qualcosa di immenso che spingeva da sotto, da sotto l'isola di mare ghiacciato che li aveva intrappolati.

Di fronte alla nave, una massiccia testa, quella di un immenso lapras, squarciò la lastra di ghiaccio. Era traslucido, come il ghiaccio più puro, ma i suoi occhi brillavano di un rosso crudele, il colore del Proibito. Si levò ancora più in alto, mostrando un collo elegante, liscio come il ghiaccio che lo costituiva. Mentre emergeva, Misty notò che la nave era sulla schiena del lapras, incastrata fra le spine che adornavano il suo dorso. Il suo corpo gelido si levò sopra l'isola ghiacciata, sollevando la nave di almeno trenta piedi. Lorelei calò improvvisamente le braccia.

"Blizzard!" urlò.

"Lasciami andare!" gridò Ash, ma Bruno continuava a stringerlo fra le sue braccia possenti. Rimaneva zitto, senza dire una parola. Gli occhi di Ash arsero d'oro, brillando nell'oscurità creata dalla tempesta. "Non vedi? Misty... ARGH!" Si liberò furiosamente dalla stretta con un violento fiotto di energia, e stava per saltare giù dalla nave, quando il ponte vibrò pazzamente, e lui perse l'equilibrio, finendo carponi. Pikachu scivolò dalle sue braccia e atterrò sulle zampe. Tutti gli altri percepirono la tremenda scossa proveniente dal basso.

"Ci stiamo... ci stiamo sollevando!" Erika boccheggiò, strisciando verso il parapetto per guardare di sotto.

"Merda!" imprecò Sparky. Erano tutti con la faccia contro il ponte, mentre la nave saliva ancora, per poi fermarsi con un'ultima scossa. La grandine colpì le loro schiene, mentre la tempesta raggiungeva proporzioni impensabili.

Davanti alla nave, il retro di una mostruosa testa si spingeva ancora più in alto. Era luccicante, e trasparente come ghiaccio. Ash sentì un tremito gelido attraversargli la spina dorsale, ma non fu per il freddo.

"M- Ma è il Pokemon Supremo di Ghiaccio!" Era la voce di Rainer. "Quel lapras!"

"Pensavo fosse morto!" disse Pyro, in preda al panico. Non poteva essere! I pensieri di Ash lo rifiutavano. Era LEI il Pokemon Supremi di Ghiaccio?

"Nessie!" gridò al pokemon. "Sei tu?" Immediatamente, la testa del lapras cominciò a girarsi. I suoi occhi ardenti si allargarono, fissandosi su di lui. Una voce femminile rimbalzò nelle loro menti. Un contatto telepatico superò il caos dell'aria.

"Maestro Ash?"

"Nessie? C-come...?"

"Pikapi!" aggiunse Pikachu. Il lapras chiuse i suoi occhi crudeli.

"Mi dispiace."

E il mondo divenne bianco.

La bufera di neve innaturale montò al massimo della sua violenza, inglobando tutta la nave col suo abbraccio ghiacciato. Anche la nave della Lega venne colpita, e fu scagliata lontano, come una foglia in un uragano.

Ma quello non era stato creato per uccidere. Il motivo era un altro. Una vendetta.

Un giorno e mezzo di tempesta.

Laselle si svegliò di soprassalto. Era buio, e vedere era quasi impossibile, specie subito dopo essersi svegliata. Poteva però sentire molti suoni, quelle di altre persone attorno a lei. Cosa era successo? L'ultima cosa che ricordava era che sedeva a cena... qualcosa le solleticava sul sedere, e questo, assieme a un debole suono da sotto di lei, la svegliarono definitivamente.

"Laselle, potresti scendere da me?" Le parole acquisirono progressivamente un senso, mentre la sua mente le decifrava. Si girò e scoprì di essere seduta sulla testa di Giselle.

"Diamine, sorellina, non ti sapevo così perversa," disse, tradendo sonnolenza nella voce. Giselle sbuffò irritata. Laselle la ignorò e cercò di adattare i suoi occhi alla scarsa luce. Mangiare la cena era stata davvero l'ultima cosa che aveva fatto. Erano ancora nella sala da pranzo della nave... che era completamente in disordine. Il pavimento sembrava piegato di lato, i tavoli e tutte le sedie, vinti dalla gravità, si erano raccolti contro il muro. Quasi tutti li avevano seguiti, ed era questo il motivo per cui si era ritrovata sulla testa di Giselle. Altre persone si stavano lamentando, cercando di liberarsi dalle cianfrusaglie e da altri corpi svenuti.

Una volta liberata, Giselle cercò di alzarsi, ma scivolò e cadde di nuovo, lanciando un gridolino indignato. Per un attimo rimase lì, coi capelli sopra la faccia, ma poi si inginocchiò e sembrò ridere e piangere allo stesso tempo, col viso ancora coperto dai capelli. Laselle cominciò a ricordare.

"E' stata una specie di tempesta," suppose, senza cercare di stare in equilibrio sul pavimento inclinato. Era utile imparare dagli sbagli della sorella.

Qualcuno inciampò su di lei, e Laselle si voltò di scatto. Era Junior, e aveva un'aria un po' più rozza, coi jeans e la maglietta nera strappati, e con quei capelli scompigliati. Il suo cappello doveva essere disperso fra le altre cianfrusaglie, visto che ora non lo indossava più.

"Stai bene?" chiese cercando di mettere in ordine i capelli.

"Penso di sì." Ebbe una folgorazione. "Oh no! Ash era uscito, vero? Era, era-" Giselle soffiò via una ciocca dal volto.

"Come mai, Laselle, ti interessa tanto?" Sentì il sangue affluire al volto.

"Non sono affari tuoi!"

In quel momento, la porta sul lato lontano della stanza si aprì di botto, e tre donne in tenuta da marinaio inciamparono sul pavimento. Le sorelle di Misty.

"Allora, state tutti bene?" disse quella bionda, la più alta. Daisy, ricordò Laselle. Fecero un rapido conteggio delle persone. Sembravano tutti a posto, a parte Joe, un vecchio amico d'infanzia di Giselle, che si era slogato l'anca. Laselle non se ne preoccupò. Era un tipo patetico, secondo lei.

"Cosa diavolo è successo? Dove siamo?" chiese il Capitano Jenny. Qualcuno guardò fuori il portello, a Laselle sembrò Joy, il giovane medico del gruppo di Erika.

"Signora, vedo sabbie bianche fuori; una spiaggia, o qualcosa del genere." I suoi occhi blu parvero confusi. "Mai vista sabbia così bianca!" Il Capitano Jenny si avvicinò.

"Ehi, guarda Joylene, un tuo parente!" L'infermiera Joy della Cittadella sorrise.

"Ha ragione. E' una delle mie cognate."

"Sai, non capisco ancora come voi Joy facciate ad essere identiche senza essere parenti di sangue," affermò Jenny.

"Humph!" Disse Joylene, "E le tue cugine identiche a te? Non sono anch'esse senza senso?"

"Davvero, è strano anche questo," disse il capitano, stringendosi nelle spalle. Daisy le interruppe prima che potessero andare avanti.

"Sabbie bianche? Come se fossimo naufragati su una qualche strana isola!"

"E Ash?" tentò Laselle. La più bassa delle sorelle di Misty, quella coi capelli rosa, rispose brevemente.

"Duplica sta controllando il ponte in questo momento, ma quelli che erano sul ponte quando è scoppiata la tempesta sembrano scomparsi, al momento."

Ania, Colletra e Triana - tre Istruttori d'Erba - sembrarono interessate. Laselle era contenta di vederle di nuovo, dopo averle incontrate a Sud Lavender. Si erano conosciute nel gruppo del Maestro Erika. Non erano niente di speciale, Ania coi suoi corti capelli neri e le ciocche sull'occhio destro, Colletra con la coda di cavallo bionda e Triana che sembrava la sorella di Junior, con gli stessi capelli scuri e lo stesso gusto nel vestire; e le loro uniformi verdi parevano decisamente malridotte.

"Anche il Maestro Erika?" chiesero.

"Apparentemente," rispose Violet, la seconda sorella.

"Il Maestro Bruno?" domandarono un paio di uomini vestiti di marrone. Laselle non li conosceva, aveva sempre tentato di evitare il gruppo di Bruno.

"Idem. E anche nostra sorella Misty."

Duplica inciampò sullo stipite della porta, coi vestiti coperti di ghiaccio. Il suo respiro era denso, le labbra bluastre.

"Fa freddo fuori! Non ho avuto fortuna. Non c'è traccia degli altri, solo qualche bruciatura e dei graffi sul ponte."
"Che cosa?" disse Lily scioccata. "La nostra povera nave!"
"Sono solo dei graffi. Ad ogni modo, penso sia meglio che veniate a dare un'occhiata al posto dove siamo naufragati."

Dieci minuti più tardi, tutti fissavano dal ponte superiore la sponda su cui si trovavano. Era una spiaggia bianca. Tanto pura da sembrare luminosa di suo. Una nebbia gelida riempiva l'aria intorno ai loro piedi, coperti da una lastra di brina. Oltre la spiaggia, sembrava esserci una scogliera di ghiaccio, ma era resa spettrale dalla nebbia bianca. Dietro di loro, un oceano nero e calmo, che circondava la nave e si infrangeva sulla sabbia. Laselle si abbracciò e rabbrividì.

"Hai ragione, Duplica, fa freddo!" Duplica raggiunse il parapetto e lo scavalcò sopra con un movimento aggraziato. Un suono ovattato annunciò il suo atterraggio sulle bianche sabbie della spiaggia. Si inginocchiò e tastò il terreno.

"E' questo che volevo dire. Questa spiaggia... è fatta di ghiaccio!" Laselle strabuzzò gli occhi. Ecco perchè faceva così freddo! Le sorelle di Misty erano concentrate su qualcos'altro.

"Bene, potreste guardare questo, adesso?" si lagnò Daisy, esaminando qualcosa a poppa. "La turbina numero due è totalmente fuori uso! Dobbiamo ripararla, o non potremo riprendere il mare."

"Abbiamo trovato qualcosa con cui ammazzare il tempo," disse Violet con un'alzata di spalle.

"Grande," gemette Lily, arrotolandosi le maniche della sua giacca. Duplica le guardò dalla spiaggia e si strinse per tenersi calda. "Non possiamo andare via finchè non troviamo gli altri. Penso che siano qui, da qualche parte... ma dove siamo? Lo sapete?" Daisy lasciò perdere la sua ispezione della turbina.

"Solo un secondo." Prese una piccola bussola e altri strumenti da una tasca, e cominciò ad armeggiare. "E' impossibile. A quanto pare, siamo in qualche punto nelle vicinanze di Cinnabar Island." Si guardò attorno. "Io me la ricordavo diversa, Cinnabar. E voi?"
"Non ne ha l'aria," concordò Duplica, battendo i denti. "Isola di Icybar è più appropriato. Ma ora è meglio organizzare una squadra di ricerche. Mentre riparate la nave, possiamo andare a cercare Ash e gli altri."

"Vengo io!" disse immediatamente Laselle.

"E anch'io," aggiunse Junior. Colletra sganciò la frusta dalla sua giacca verde.

"Ci siamo anche noi. Io, Ania e Triana. Il Maestro Erika può avere bisogno del nostro aiuto."
"Potrebbe anche servire un medico," disse Giselle in tono arrogante. "Eccomi qua."

"Grande," commentò sarcastica Laselle, ma sua sorella si limitò a sorridere.

"E io?" chiese Joe, zoppicando fuori dal portello e aggrappandosi alla ringhiera.

"No, la tua caviglia ci rallenterebbe," rispose Duplica da sotto. Joe la folgorò con un'occhiata da dietro i suoi occhiali. I due istruttori di Bruno parvero interessati.

"Ci piacerebbe venire, ma la nave rimarrebbe indifesa. Noi dobbiamo restare qui."
"Parla per te," tuonò una voce profonda. Laselle si girò e notò un uomo molto grosso, con una barba marrone e un giaccone in tinta che usciva dal portello. Sebbene sembrasse di mezza età, il corpo scolpito sotto i vestiti lasciava molti dubbi in proposito. "Il Maestro Bruno mi ucciderebbe, se lasciassi un bimbetto come Junior e un gruppo di donne in giro da sole in posto simile!"

"Hikaru!" uggiolò Junior. "Non sono più un bambino!" Laselle sorrise furbescamente.

"Allora sei bravo a imbrogliare." Junior la fissò coi suoi occhi verde mare, e giocherellò col suo berretto.

"A pensarci bene, è meglio se viene. Le bambine hanno sempre bisogno di protezione." Giselle guardò sua sorella e scoppiò a ridere.

"Ha vinto lui, stavolta, sorellina" disse fra le risate. Laselle incrociò le braccia, furibonda.

"Noi resteremo con gli altri," disse il Capitano Jenny, parlando anche per Joylene e la Joy più giovane.

"Penso che ci siamo tutti, allora," concluse Duplica. Osservò la distesa ghiacciata che si stendeva in lontananza, pensierosa. "Però, marciare qui sarà dura. Io posso trasformarmi in qualcosa, ma non so come potrete fare voi." Lily si grattò il mento, pensierosa.

"Uhm, potremmo aiutarvi noi, ma non ne sono sicura. Qualcuno di voi sa pattinare?"

Una goccia. Un'altra. l'acqua fusa cadeva dal tetto ghiacciato della caverna, lenta e cristallina. Dentro, la luce di un misterioso fuoco nero danzava sui muri gelati, luccicando. Quelle innaturali fiamme sibilanti non causavano fumo. Era strano, ma bastava a scaldare. Immobile, Ash cercò di concentrarsi in modo da far durare quella fiamma. Non c'era combustibile, a parte il ghiaccio del pavimento e la forza della sua mente.

Un sospiro, e la donna che giaceva al suo fianco si stiracchiò. Occhi verde erba cominciarono ad aprirsi, pigramente. Lasciando scappare un piccolo sospiro, lei si sedette, avvolgendosi nella coperta nera che la circondava. Rabbrividì, lasciando uscire le dita per scacciare dal viso i capelli neri che le erano caduti sul volto. Nella luce delle fiamme nere, emanavano riflessi bluastri.

"A-Ash? Cosa è successo?" chiese Erika, ancora intorpidita. Notò che c'era anche Pikachu accanto a lei, che si scaldava la coda col fuoco. Ash si stava stringendo nelle spalle, e sedeva a gambe incrociate, indossando solo la sua maglietta nera i pantaloni scuri. Rabbrividì, poi voltò il capo e indicò la benda avvolta al suo braccio destro.

"Durante la tempesta, siamo stati sbalzati via dalla nave, e siamo finiti sulla spiaggia. A parte Pikachu, sei stata l'unica che sono riuscito a trovare. Ti ho trascinato in questa caverna. Sei rimasta svenuta per un bel po'."

"Cosa? E gli altri? Misty?" Cercò di scaldarsi le mani sul fuoco.

"Non lo so. Ma penso che siano qui, da qualche parte, su quest'isola."

"Isola?"

"Sì. Cinnabar Island." Erika rimase stupita.

"Cinnabar Island?" esclamò, causando un'eco che rimbalzò sulle pareti della caverna. "Ma allora come mai fa così freddo? Ma non era un'isola tropicale? Una volta era una meta turistica. Le sorgenti termali?" Ash sospirò.

"Sembra che Lorelei abbia fatto qualche ristrutturazione, allora." Lo fissò coi suoi occhi verdi.

"E un altra cosa... quel lapras. Sembrava lo conoscessi." Intuì la verità. "No, non può essere..." Lui annuì.

"Sì, quello era il mio Lapras... una volta." Sentendosi a disagio, cercò di cambiare argomento. "Mi ha molto sorpreso, quando Bruno ha tentato di fermarmi..." Erika lo guardò pensierosa.

"Quanto sai precisamente di Bruno?"

"Non molto. Solo che è duro come dicono. Il Maestro di Forza e Lotta... è cambiato, da quando lo vidi per la prima volta. Ma ero solo un bambino."

"Lo hai incontrato da bambino?" domandò lei interessata.

"Sì." Ridacchiò e scosse la testa, ricordando. "Volevamo farci dire il segreto per essere dei Maestri di Pokemon da lui..." sospirò ironicamente, e continuò. "Ovviamente, allora nessuno era un vero Maestro, rispetto ad ora. Ma, tornando al punto, non era spietato come è adesso. I suoi metodi, nelle Guerre Oscure dei Pokemon, erano decisamente sbrigativi."
"Secondo te, Bruno e Lorelei erano buoni... amici?"

"Beh, credo di sì. Bruno era più vicino a lei che agli altri Quattro Grandi, molto più di chiunque altro. Devo ammettere che è stata dura farcela, contro loro due. Parlavano poco e combattevano bene," disse confuso.

"Interessante," commentò Erika con l'abbozzo di un sorriso. Improvvisamente cominciò a tremare in modo incontrollato. Cercò di scivolare verso il fuoco, e fece per scoprirsi. Ma poi si guardò e notò di essere nuda. Con uno scatto repentino si coprì di nuovo e folgorò Ash, con occhi ardenti di luce verde e irritata.

"Uhm, perchè sono nuda?" chiese con voce ingannevolmente calma. Ash la guardò e cominciò ad arrossire.

"Scusa, ma il mantello e i vestiti erano zuppi. Te li ho tolti, altrimenti saresti morta di ipotermia, con questo freddo."

"Pika Pika!" concordò Pikachu.

"E, fidati, non ho guardato!" aggiunse lui. Erika era ancora furiosa.

"Come, non hai guardato?"

"Che significa, volevi che lo facessi?" chiese Ash, confuso.

"Io, no, voglio dire... argh!" Erika sospirò, cercando di mettere in ordine i pensieri. "Voglio dire, come hai potuto togliermi i vestiti senza guardare? E' già difficile metterselo addosso, il mio vestito, figuriamoci toglierlo!"

"Ho esperienza coi vestiti delle donne," disse Ash sulla difensiva.

"Ci avrei scommesso." Erika sogghignò, sarcastica.

"E ho usato il mio senso interno, va bene?"
"Senso interno?" disse lei terrorizzata. "Questo è anche peggio!"

"Io, uh, fai finta di niente!" concluse Ash in tono sconfitto. Erika si guardò intorno.

"E dove sono le mie cose?" La sua voce era ancora decisamente tesa. Ash indicò un fagotto al suo fianco.

"Eccoli qui. Li ho asciugato col fuoco per te." Lei lo fissò preoccupata.

"Ehi, quello non è un fuoco naturale. Non attirerà Pokemon Proibiti?" Lui inclinò la sua testa, incuriosito.

"Non lo senti? C'è tanta attività elementale su quest'isola, che nessuno potrebbe individuare una singola persona. Questo ghiaccio... guarda. vedi che il ghiaccio sotto il fuoco non si scioglie? Se fosse naturale, ora starei nuotando."

"Uh... giusto," disse Erika. Lo guardò tremare. "Dov'è il tuo mantello? Se hai freddo, perchè non lo stai indossando?" Lui indicò le coperte che stava usando.

"Lo stai usando tu." Ebbe un tremito, rischiando di lasciar cadere la coperta - che era davvero il mantello di lui - ma fece in tempo ad afferrarla nel momento stesso in cui si accorse del rischio.

"Uh... grazie, credo." Arrossì. "Ora, per piacere, passami la mia roba e voltati."

"Perchè?"

"Così posso vestirmi!"

"Oh." Le gettò le sue cose e fronteggiò il muro.

"Anche tu, Pikachu," aggiunse Erika.

"Cha." Ash annotò mentalmente un certo disappunto, in quella risposta. Poi sentì i movimenti di lei, che imprecava mentre cercava di infilarsi la biancheria intima senza lasciar scivolare via il mantello.

"Sai, non mi sembri molto preoccupato, anche se siamo dispersi e Misty sembra scomparsa," lo interrogò Erika.

"Nah, so che sta bene," disse Ash. "Lo sento qui." Si battè il petto. "E comunque non mi interessa."
"Certo." Quella frase trasmise molta freddezza, come se lei avesse appena ricordato qualcosa di irritante. "Puoi voltarti, adesso." Ash lo fece, e riprese a scaldarsi al fuoco. Ora Erika indossava il suo vestito verde e la minigonna, e teneva le sue lunghe gambe incrociate, davanti a sè. "Prendi." Gettò il mantello nero di Ash verso di lui, e si strinse nelle spalle coperte di tessuto verde. "Dove sono i miei stivali?"

"Là." Indicò lui, puntando l'angolo lontano dove lunghi stivali neri si adagiavano al muro ghiacciato della caverna.

"Ottimo. Faremo bene a muoverci, se vogliamo trovare gli altri ed andarcene da questo pezzo di ghiaccio." Fece per alzarsi.

"Erika, fai attenzione, è-" Lei gridò, scivolando all'improvviso e atterrando col sedere sul pavimento ghiacciato.

"Owwwwwww," mormorò dolorante, rimettendosi in ginocchio con un'espressione accigliata sul volto.

" -scivoloso," concluse Ash inutilmente. Si avvolse nel suo mantello nero, e si alzò con cautela. "Per muoverci, dobbiamo fare così,-" i suoi stivali vennero avvolti dall'ombra, e lui si alzò di un paio di pollici, mentre due lame nere si formavano sotto la suola. Scivolò sul ghiaccio, testando i nuovi pattini. "Vedi? Lorelei mi ha dato un'idea, coi suoi pattini." Erika lo guardò inorridita.

"Ma io non so pattinare," si lagnò cercando di strisciare sugli stivali. Ash si grattò la nuca.

"Uhm... direi che sia venuto il momento di imparare."

Quando furono pronti a lasciare la caverna del ghiaccio, Ash era perfettamente bilanciato sul ghiaccio, ma Erika barcollava in modo ridicolo, e si appoggiava alla parete con una mano, cercando di restare in equilibrio sulle sue lame di legno.

"Pattini di legno?" chiese Ash, osservando dubbioso.

"Beh, o così o niente, grazie mille," esclamò Erika. "Inoltre, sono abbastanza duri e affilati. Vuoi che provi su di te?"

"Uhm." Lui scosse la sua testa. "Non preoccuparti, ti prenderò in parola." Colta dal panico, frugò fra i suoi capelli.

"Dov'è il mio nastro per capelli preferito?" chiese disperata.

"Pikachu," disse Ash, girando il capo per fissare il suo pokemon, seduto sulla spalla sinistra. Pikachu agitava le sue piccole zampe, giocando col nastro rosso.

"Chu!" Svogliato, porse riluttante il nastro ad Erika.

Sulla spiaggia ghiacciata, le onde oscure dell'oceano si infrangevano pacate. Per quanto la brezza dal mare fosse gelida, comunque la temperatura sembrava essersi alzata. Sopra le loro teste, il cielo pulsava, grigio di nuvole gonfie e minacciose. Una debole luce emanata dai ghiacci rendeva l'intera isola come un opale iridescente, abbacinante come il sole nascosto dalle nubi tetre. Le sabbie di brina scricchiolarono sotto le lame nere dei pattini di Ash, mentre scivolava sulla spiaggia bianca cercando gli altri. Quella striscia gelata sembrava circondare l'intera isola; avevano vagato tanto da aver dimenticato il momento in cui erano partiti. Dietro di lui, Erika camminava, facendo confidenza coi suoi pattini.

"Ehi, questo è piuttosto facile." Leggeri fiotti di vapore uscivano dalla sua bocca ad ogni respiro.

"Questo non è pattinare, Erika, stai solo camminando coi pattini," rispose lui con un ghigno ironico e qualche nube di nebbiolina.

"Oh, taci." Erika si fermò e contemplò la terraferma. "Raggiungiamo la città. Sono stanca e infreddolita, e qui non c'è niente da guardare." Cercò di togliere i capelli scuri che si erano infilati negli occhi. Ash grugnì.

"Sempre che ci sia ancora, una città." Si voltò. "Ma credo che tu abbia ragione. E' quello che probabilmente farebbe chiunque, al posto nostro." Fissò pensieroso il vulcano di ghiaccio che appariva in lontananza, sull'orizzonte, al centro dell'isola. Alcune nuvole lo stavano nascondendo. "Qualunque cosa stia succedendo, di certo sta accadendo laggiù."
"Non capisco perchè non possiamo volare e cercarli dall'alto." suggerì Erika. "Ho uno scyther che può portarmi, e sono sicuro che hai una qualche tecnica per tenerti in aria..."
"Non possono sentirci, ma ci vedrebbero certamente, lassù," spiegò Ash. "Non vorrai incontrare dei Pidgeotto Proibiti, o qualcosa di simile in grado di attaccarci, vero?"

"Toccata."

Cominciarono a inerpicarsi per il lungo e ripido sentiero che conduceva al centro dell'isola. Cime di alberi, coperti dal ghiaccio, erano appena visibili, avvolti da una fitta nebbia bianca - una specie di foresta. Poi la sabbia di brina cominciò a scomparire, lasciando il posto ad una dura distesa gelata, e dovettero pattinare per davvero. Erika cercò di mantenere l'equilibrio.

"Ah, sto per -" Ash afferrò la sua mano, e cominciò tirarla su per il pendio.

"Attenta."

"Pika," aggiunse Pikachu dalla sua spalla. Erika fissò la mano di lui che stringeva la sua.

"Come ti permetti?" Lui continuò a trascinarla su per il sentiero, facendo presa sul terreno con le lame dei pattini.

"Dannazione, sei davvero pesante" disse sovrappensiero. "Ehi, ow! Mi stai stritolando la mano!"

"Spiacente," disse Erika disse in tono impenitente.

In cima al pendio, Ash la liberò dalla sua presa, e lei arrancò verso uno dei tronchi congelati. Vi ci si appoggiò, ma subito un tremito freddo la fece indietreggiare, spaventata.

"Questo-questo è terribile," disse turbata.

"Questo cosa?"

"Chu?" Cominciò ispezionare tutti gli altri alberi.

"Questi alberi... non sono coperti di ghiaccio. Sono di ghiaccio. Guarda, è come se li avessero ricreati." Ash seguì lo sguardo di lei.

"Temo che Lorelei stia facendo qualche decorazione... ho quasi paura di vedere quello che ha fatto alla città."

"Duh, non sarà una bella sorpresa," disse Erika, accarezzando un tronco di ghiaccio. "Brrr... mi verrebbe quasi voglia di avere un pokemon di fuoco. Quasi, ma non completamente." Lui stava ancora guardando gli alberi. Erano come sculture perfettamente intagliate; una bellezza strana. Fredda.

"Sbrighiamoci. Prima troviamo gli altri, prima potremo trovare qualcosa da mangiare." Non mangiavano fa almeno un giorno, e i loro stomaci lo sapevano bene. Se solo avesse avuto il suo zaino - con le poche razioni di emergenza - ma sfortunatamente l'aveva lasciato nella sua cabina, sulla nave.

"Pikapi!" Pikachu si illuminò, sentendo parlare di cibo. Erika sorrise.

"Ehi, forse non sei così sciocco come dice Misty." Lui la guardò impassibile.

"Non dire quella parola che inizia per M."

Una brezza leggera aveva sostituito il vento più forte di prima, ma faceva ancora abbastanza freddo, e il paesaggio era ancora più gelido. Era una vera e propria città scolpita... ogni casa, edificio e struttura era stato non già congelato, ma trasformato in ghiaccio, come la foresta che avevano attraversato prima di raggiungere quel posto. Anche i segnali stradali, le cassette della posta, i fiori, e tutta la vegetazione era diventata di ghiaccio.

Misterioso.

Sembrava che loro fossero gli unici esseri viventi dell'isola. Erika aveva fatto un minimo di pratica, e ora pattinava sulla sinistra di Ash, lungo la strada, anche se ogni tanto tendeva a scivolare di lato.

"Vedi? Era ovvio, no?" disse lei, indicando la città di ghiaccio. Poi gridò, puntando qualcosa vicino a un panettiere, all'altro lato della strada. "C'è qualcuno là!" Strano, lui non aveva percepito nessuno. Ma in effetti c'era qualcosa di forma umana, appoggiata all'ingresso di un vicolo.

"Stai qui." Pattinò verso la figura, mentre lo zefiro gonfiava il mantello nero col suo soffio pungente. "Non è una persona - solo una specie di scultura di ghiaccio." Sembrava davvero viva; un soldato di ghiaccio. Un fioco raggio di luce attraversò quell'oggetto traslucido, rendendolo opalescente. Erika, che non aveva seguito il consiglio e si era avvicinata, lo raggiunse.

"Scultura di ghiaccio?" Il suo naso sbarazzino si contorse. "Uh! Ti sbagli! Questa è una persona! Almeno, lo era." Ash si morsicò il labbro inferiore.

"Temo tu abbia ragione."

"Pika," disse Pikachu, fissando con aria scioccata.

"Ma... guarda l'uniforme," continuò Erika. "È un soldato della Lega Pokemon. Perchè dovrebbero fare una cosa simile ai loro uomini?"

"Hai visto in che stato era Lorelei," commentò piattamente Ash.

"Hmmm... toccata di nuovo." Osservò la strada e gli edifici, cercando con attenzione qualcosa. Solo altre sculture di ghiaccio, come questa, notò con aria accigliata.

"Sembra che siano stati tutti congelati. A quanto pare, Lorelei ha messo in pratica la sua minaccia... o promessa... di distruggere tutto il caldo."

"Lei è così potente?" si meravigliò Erika.

"Ovviamente i guardiani dei punti focali sono diventati più potenti, grazie all'apertura del portale. Altrimenti, Lorelei non avrebbe potuto fare tutto questo così in fretta." In quell'istante, il soldato congelato che avevano trovato crollò improvvisamente sul suolo di ghiaccio. Si spezzò in tre pezzi più grossi e numerosi piccoli ciottoli, che rotolarono dappertutto. Quel rumore, forte e inatteso, echeggiò fra i muri della città ibernata creando un effetto ossessionante.

"Uh Ah! Non l'ho toccato, non sono stata io," disse Erika, alzando le mani.

"Non fa niente, tanto era già morto." Si piegò ed esaminò i frammenti. "Sì, nessuna traccia di rosso. Niente sangue. Solo ghiaccio." Erika stava guardando attraverso la finestra del negozio.

"Così suppongo che se sgelassimo quel pane, ne otterremmo solo acqua." Sospirò, ma poi aggrottò le ciglia e sembrò fissare la vetrata più da vicino.

"Che succede?"

"I miei capelli, sono tutta spettinata," disse fissando il suo riflesso nel ghiaccio e pettinando con le dita i suoi capelli blu-neri che crollavano scompigliati sulle spalle. "E ho anche perso la mia borsa di cosmetici. E i miei profumi."

"Sei strana," commentò Ash scuotendo la testa. "Inoltre, sei molto meglio senza tutti quei liquami puzzolenti." Gli occhi di Erika nel riflesso della finestra divennero fessure verdi.

"Sì, dimenticavo il tuo disprezzo per i miei profumi. Mi domando cosa ci possa trovare una qualunque ragazza, in te. A parte l'aspetto esteriore, intendo." Ash mise le sue mani dietro la testa e le rispose con un ghigno adirato.

"Finchè non hai quello stampino rosso a X da cacciarmi in faccia, sono al sicuro." Erika armeggiò nel suo mantello verde.

"Grazie per avermi ricordato che ce l'ho ancora," disse con un sorriso altrettanto cattivo.

Ma in quel momento, un fremito le percorse la schiena e lei si voltò, allarmata. Anche lui sentì qualcosa. Molte cose. Non poteva dire la direzione da cui provenivano, con tutto quell'elementale di ghiaccio che li circondava.

"Hmmm, mi piacerebbe molto essere marchiato di nuovo, Erika, ma dovremmo posporre e uscire da qui. Sta arrivando qualcosa, e non sembra amichevole."
"Cosa?" Riprese la sua espressione seria e si guardò intorno, scivolando sui pattini. "Dove?"

"Non so." Erano più vicini, adesso. "Andiamocene!" si mise dietro di lei, piazzò le mani contro le spalle del suo mantello verde e prese a spingerla lungo il marciapiede gelato.

"Non così veloce!" gridò Erika spaventata da quella velocità.

"Mi spiace, ma dobbiamo sbrigarci!"

Ma proprio mentre superavano un incrocio, in mezzo a due edifici imbiancati, Pikachu esclamò:

"Pika!" e poi fu il caos, mentre qualcosa centrava il fianco di Ash. Perse la presa su Erika che cominciò e scivolare lungo la strada, urlando. Ma quella era la sua preoccupazione minore, mentre cadeva all'indietro, con Pikachu che si aggrappava alla faccia e gli impediva di vedere, e con qualcos'altro che gli piombava sopra.

"Ash?" disse una voce femminile da sopra di lui, mentre scivolava sulla schiena.

"Misty?" rispose Ash. Gli occhi erano ancora bloccati dal corpo di Pikachu, ma aveva riconosciuto la voce. Spostò il suo pokemon, e la sua visuale venne riempita da due occhi blu, finchè i capelli rossi di lei non gli coprirono di nuovo il volto. "Mrpht!" gridò. Misty alzò la testa e si guardò intorno mentre scivolavano all'indietro sulla schiena di Ash.

"Spiacente! Conto fino a tre, poi saltiamo via!" urlò lei.

"Perchè?" chiese Ash sputando i capelli rossi che gli erano rimasti in bocca. Cercò di guardare nella direzione in cui si muovevano. E vide il perchè. Numerose forme a quattro zampe, come growlithe di ghiaccio nero, sibilavano e li aspettavano poco più in basso, mantre altri arrivavano dalla direzione in cui Misty era comparsa. Non poteva vedere chiaramente, con Misty e Pikachu sopra di lui, ma sembravano completi di zanne, artigli, occhi rossi e aculei di ghiaccio scuro. "Che domanda stupida," si rispose sardonicamente. "Va bene, uno, due tre - Salta!"

Con tempismo perfetto, si separarono, spingendo sul ghiaccio con le mani per rimettersi sui pattini in un turbinio dei loro mantelli blu e nero. Cominciarono a pattinare lateralmente. Pikachu atterrò sulla spalla sinistra di Ash e si aggrappò mentre acceleravano, e il vento scuoteva la sua coda frastagliata. Urla furiose e guaiti li seguivano, mentre le creature oscure iniziavano la caccia.

"Chi stavi spingendo?" chiese a un tratto Misty, puntandolo con la coda dell'occhio.

"Spingendo? Era Erika... Erika, oh merda!" Davanti a loro, in cima alla collina verso cui la strada li stava guidando, potè intravedere una figura con un mantello verde, che scivolava velocemente cercando di tenersi in piedi. Si diede una spinta, cercando di accelerare e recuperarla.

"Sta scendendo quella collina!" urlò Misty da dietro di lui. "Come hai potuto farla andare così veloce?"

"Io? Sei tu che mi si venuta addosso!"

"Lei non sa pattinare! Non avresti dovuto farlo fin dall'inizio."
"Lei non sa pattinare, quindi non avrei dovuto farlo!"

"Uhm, voi due, volete aiutarmi o no?" li interruppe Erika con un grido di panico da davanti a loro, mentre raggiungeva la cima della collina. Ash si protese in avanti.

"Non preoccuparti, ti ho..." La sua mano riuscì a fatica ad afferrare il mantello verde. "Presa!" concluse trionfante. Sfortunatamente il mantello scivolò via dalle sue spalle, e nel processo lei si ritrovò a pattinare all'indietro. Erika lo fissò furibonda, stringendosi nelle braccia nude, coperta solo da un leggero vestito verde, e cominciò una terrificante discesa lungo il fianco ripido della collina di ghiaccio.

"O no," borbottò lui.

"Questa me la paghi, Ash!" Erika disse con calma notevole. I suoi capelli neri le coprivano la faccia, mentre la pendenza le faceva prendere velocità. I palazzi di ghiaccio correvano attorno a loro, pronti a farli rimbalzare sulle gelide pareti bianche come in un doloroso flipper.

Un gruppo di otto persone pattinava rapidamente lungo la strada ghiacciata che conduceva al centro della città. Stavano tutti osservando le case congelate e le piante della periferia, cercando un segno di vita mentre acceleravano. Ma non trovarono nulla. Solo i suoni del vento e dei loro pattini che scivolavano sul ghiaccio, accompagnato dal loro respiro. Duplica era davanti a tutti, lasciando che i suoi lunghi capelli blu ondeggiassero nell'aria pungente assieme al suo mantello viola.

"Sapete, è quasi divertente," esclamò improvvisamente. "E' una gigantesca pista da pattinaggio!" Laselle, dietro di lei, la pensava allo stesso modo.

"Ma non pensi che sia molto strano?" chiese. "E che è successo alla gente? Dopo tutto, questa è una città della Lega." Da dietro arrivò la voce di Junior.

"Forse si sono tutti spostati a Indigo Plateau, la capitale della Lega Pokemon. Penso che faccia troppo freddo per vivere in un posto simile, e poi cosa avrebbero potuto mangiare?"
"Il ragazzo ha ragione," concordò Colletra. "Ma la domanda è, perchè questa città è ridotta così? Correggetemi, ma Cinnabar è un'isola molto a sud, no? Il tempo è un po' troppo freddo, per questo posto."

"Pericolosamente freddo," disse Duplica in tono improvvisamente irrequieto. "L'elementale di ghiaccio è dappertutto. Sta interferendo con l'equilibrio. La buona notizia è che possiamo usare attacchi speciali se vogliamo, perchè con tutto questo caos di elementi non possono trovarci." Giselle sembrava suonare il violino, con uno strano piccolo aggeggio.

"E' vero, il rilevatore energetico è balzato fuori scala."
"E la cattiva notizia?" chiese Ania scivolando al fiano di Triana. "Tutto questo avrà pure una fonte, magari la stessa cosa che ha causato quella tormenta che ha colpito la nave."

"Spero solo di trovare Ash e gli altri, e di riparare la nave per partire prima che succeda qualcos'altro," rispose Duplica. Junior uscì dalla formazione e si mosse lateralmente.

"Guardate qui, gente! Qualcuno ha fatto delle sculture di neve. Molto realistiche, non trovate?" Il resto di loro rallentò e si fermò, scivolando sulla strada per ammirare il ritrovamento di Junior. Di fronte ad una delle fattorie abbandonate, sul cortile, c'erano alcuni cespugli, e molte statue di ghiaccio. Laselle fissò il volto di una bambina di ghiaccio, a disagio. Era in posa, come se stesse correndo, e alcuni rigonfiamenti sulle guance sembravano lacrime ghiacciate. La contemplazione venne interrotta da Hikaru, che la raggiunse e fissò l'opera d'arte con la sua faccia barbuta.

"Troppo realistico." Si voltò, cercando qualcosa sull'orizzonte. Lei seguì il suo sguardo, e notò scioccata numerose altre figure di ghiaccio, in varie pose, nei giardini o anche per strada. "Ora sappiamo quello che è successo alle persone di Cinnabar, temo." Colletra fissò disgustata un'altra statua, quella di un uomo. Tirò la cima della sua coda di cavallo bionda nervosamente.

"Ma questo non ha senso! Era una città controllata dalla Lega. Hanno assassinato i loro stessi uomini!" Duplica aggrottò le sopracciglia, studiando la stessa statua.

"Voglio fare una prova." Improvvisamente la sua figura si miniaturizzò, trasformandosi in una piccola volpe rossa con molte.

"Oh, un Vulpix!" strillò Triana avvicinandosi con le braccia distese.

"Vul, stai lontana!" ringhiò Duplica-Vulpix. Triana si fermò, delusa.

"Awww, Maestro Duplica, non è divertente," disse lei pettinandosi i capelli neri sotto il cappello da baseball verde con le dita. Laselle la guardò divertita. Non poteva credere che Triana fosse così immatura, specie visto che era più vecchia di lei di quattro anni.

"Hai ancora quell'ossessione con Vulpix, Triana? Tu, un Istruttore d'Erba. Dovresti vergognarti," disse con un sorriso sarcastico. Triana alzò il mento.

"Mi sarebbe piaciuto essere un Istruttore di Fuoco, ma non abbiamo Maestri di Fuoco nella Ribellione per insegnarmi," cercò di scusarsi Triana. "Inoltre, anche tu dovresti essere un Istruttore d'Erba, ma hai un pokemon insetto," concluse indicando lo zaino di Laselle. Laselle lo strinse con le mani.

"Caterpie non è un pokemon insetto qualunque, è speciale." Una risata interruppe il diverbio, e Laselle osservò Giselle che pattinava per raggiungerle.

"Vuoi dire che hai un Caterpie, sorellina?" disse Giselle, incrociando le braccia sopra al camice da laboratorio che indossava. "Hai fatto davvero progressi, allora."

"Vorresti sfidarmi, sorella?" la sfidò Laselle, fissandola con aria provocatoria.

"Forse più tardi," rispose Giselle sorridendo. Duplica-Vulpix, nel frattempo, si era rivolta alla statua. Cominciò ad emettere una piccola fiammella sulla caviglia. immediatamente, il ghiaccio cominciò a sciogliersi. Giselle si acquattò accanto a lei.

"È completamente di ghiaccio. Non sono stati congelati, ma letteralmente trasformati in ghiaccio." Laselle stava per dare un'occhiata, quando il ghiaccio sotto di lei sembrò tremare e spaccarsi. Disperatamente, si piegò sui pattini, cercando di mantenere l'equilibrio mentre un rombo soffice accompagnava la scossa.

"Che-che succede?" disse allarmata.

"Vul, sotto di noi!" gridò improvvisamente Duplica-Vulpix, ma era troppo tardi. Con uno scoppio sotto di loro, una figura azzurra emerse dal ghiaccio, frantumando la statua che stavano studiando in centinaia di pezzi. Strinse Giselle col braccio, bloccandola nella sua morsa. Giselle grugnì di dolore.

"Nessuno si muova," disse la figura.

Il ghiaccio spaccato galleggiava nell'aria come fiocchi di neve, e per Laselle era difficile vedere. Quando finalmente la brina si adagiò, vide un uomo avvolto in un mantello blu, coi capelli dello stesso colore, che teneva in ostaggio sua sorella. Veniva da sotto il ghiaccio, ma era completamente asciutto. Colletra sganciò la frusta dalla cintura della sua uniforme verde e con l'altra mano frugò nella giacca, afferrando una pokeball.

"Un Maestro della Lega Pokemon," affermò adiratamente. Triana, Ania, Junior e Hikaru prepararono le sfere a loro volta. Laselle slacciò silenziosamente il suo zaino.

"Dietro di voi!" li avvertì Giselle. Laselle si voltò e vide altre due figure, coperte rispettivamente da un mantello giallo e da uno rosso, che emergevano dal ghiaccio, chiudendoli in un triancolo. Il ghiaccio sotto quegli stivali con punta d'acciaio scricchiolava ad ogni passo.

"Già, Maestri di Pokemon," disse con un ghigno arrogante l'uomo col mantello blu. "E voi non avete nessun Maestro di Pokemon dalla vostra, quindi siete alla nostra mercè." Laselle comprese che avevano confuso Duplica per un Vulpix normale. L'uomo in blu continuò, "Ora rispondete alle mie domande, feccia ribelle. Dov'è il traditore Ashura, e dove tenete il Maestro di Roccia?" Fece una pausa. "Oh, perdonatemi! Che maleducati, non ci siamo presentati! Sono Rainer, e quelli sono i miei fratelli, Pyro il rosso e Sparky il giallo." Giselle, ancora immobilizzata, lanciò un'occhiata sulla sinistra coi suoi occhi marroni. Laselle abbassò lo sguardo, e i suoi occhi seguirono la direzione indicata dalla sorella. Duplica era ancora trasformata in Vulpix, e restava seduta, apparentemente disinteressata, ma il modo in cui la gola stava pulsando e i muscoli delle zampe si flettevano, sembrava sul punto di entrare in azione. Quello chiamato Sparky, un tale con irti capelli biondi e mantelli in tinta, si lasciò sfuggire un ghigno da lupo.

"Woah, che bellezza hai acchiappato, Rainer! Portiamocela via!" Rainer afferrò il mento di Giselle e le girò la testa, per esaminarla.

"Hai ragione. Dannazione, questa sarà una notte molto divertente!" Gli occhi marroni di Giselle si restrinsero, fissandolo con disprezzo.

"Nei tuoi luridi sogni, depravato. Ora!" urlò, torcendosi fra le braccia di lui e centrandolo in mezzo alle gambe con una ginocchiata. Rainer sputò fuori l'aria che aveva nei polmoni, urlando di dolore, e lei lo prese per il collo, si girò e con soprendente forza lo lanciò contro Sparky - quello col mantello giallo. Sparky boccheggiò, confuso, osservando il suo fratello piombargli addosso, poi tutti e due caddero rovinosamente sul ghiaccio.

"VUL!" guaì Duplica-Vulpix con voce graziosa, sputando un fiotto sangue dalla bocca, verso i piedi di Pyro. La punta d'acciaio degli stivali si fuse, e il Maestro gridò, mentre precipitava nel foro creato dalle fiamme.

"Scappiamo!" gridò Giselle. Pattinò davanti a loro, afferrò la giacca verde di Laselle e la trascinò via rudemente. Colletra strinse la sua frusta.

"Cosa stai dicendo? Restiamo e combattiamo!" Junior le si mise dietro e cominciò a spingerla via.

"Contro tre Maestri di Pokemon? Ha ha, penso di no!" Hikaru cominciò a spingere gli altri due istruttori di Erika.

"Ragazzo mio, hai ragione. Non avremmo molte speranze. Troviamo il Maestro Bruno e gli altri, prima!" Duplica-Vulpix li coprì con un altra, enorme fiammata, che trasformò il ghiaccio fra i tre Maestri di Pokemon in una profonda gola.

"Vul, questo li fermerà per un po'!" Poi corse via e balzò sulla spalla di Junior. "Tutti alla città!"

Il ghiaccio sulla lunga discesa aveva impresso loro la velocità di una pallottola, e gli edifici che li circondavano erano ridotti a macchie confuse. Ash si diede un'ulteriore spinta, superando Erika e afferrandola da dietro le spalle, cosa resa difficile dal mantello verde di lei che si era avvolto ad una di esse. Pikachu cercò di mantenersi in equilibrio.

"Le tue mani sono ghiacciate!" lo accusò Erika al contatto con le dita di lui.

"Bene, se ti mettessi il mantello, staresti un po' più al caldo!" rispose mentre la guidava lungo una curva e superava un tombino proprio al centro della strada.

"A questa velocità? No grazie!" replicò lei incredula.

"Ci stanno raggiungendo!" Nebbioso disse da dietro a lui. Ash gettò il suo sguardo all'indietro, scoprendo che i growlithe oscuri stavano realmente guadagnando terreno. Ce ne erano tanti da poter riempire la strada con una vera marea nera. I loro ringhi diventavano sempre più forti, e i loro occhi brillavano di un rosso crudele.

"Non puoi prendertene cura?" disse irritato.

"Pensi che sia così idiota da non averci provato?" rispose lei sarcastica. "Non posso neanche scalfirli! Perchè pensi che stia scappando?"

"Bene! Allora, prendi Erika; me ne occupo io!" disse, spingendo Erika giù per il pendio. Nello stesso momento, si girò su se stesso e continuò a scivolare all'indietro, col volto rivolto ai pokemon oscuri. Erika strillò, terrorizzata.

"Ehi, Ash... Ash!" Misty lo fissò con aria caparbia, e lo superò di lato per raggiungere l'amica.

"Vedrai quello che volevo dire," gli disse mentre lo vedeva scomparire dal suo campo visivo.

"Prendi questo," disse lui, gettandole il mantello di Erika. Si concentrò, sentì Misty raggiungere e afferrare Erika, e solo allora alzò il suo braccio destro per permettere a Pikachu di correrci sopra. "Pikachu, Lama d'Ombra!"

"PIKA!" Emanando scintille scure, Pikachu si trasformo fra le mani di Ash nella katana nera. Appena in tempo per prepararsi ad affrontare i primi due growlithe che lo avevano raggiunto.

"GROAR!" Si lanciarono su di lui, spalancando le fauci nere decorate da zanne color del ghiaccio. Ash si bilanciò sui pattini e inferse un colpo in orizzontale. La spada d'ombra sembrò lasciare una scia mentre tranciava i due cani. Ma invece che sanguinare dalle ferite inferte, i pezzi dei growlithe sembrarono ridursi ad una poltiglia di acqua e ghiaccio nerastra nel momento in cui toccarono il suolo. Ma con grande sorpresa di Ash, che osservava i growlithe rimasti mentre si avventavano sui compagni caduti, i corpi sembrarono ricomporsi. Poco dopo, i due growlithe erano in coda al gruppo, sibilando come se non fossero mai stati colpiti.

"Visto?" gridò Misty in tono saccente da dietro di lui, mentre spingeva Erika.

"Avrei dovuto saperlo," rispose Ash centrando un altra coppia di growlithe che si erano avvicinati troppo. Due teste di ghiaccio nero volarono via dalle spalle, ma quasi subito si riunirono al corpo e ripresero l'inseguimento. "Questi devono essere Pokemon Proibiti di secondo livello... possono ricomporsi. Il secondo ingresso deve essere su quest'isola."

"Va sempre meglio," commentò Misty con aria ironica.

"Ehi, la discesa sta finendo!" esclamò Erika notando di aver rallentato. Ma venne presa dal panico, notando qualcosa. "Ma c'è una brutta curva davanti a noi, ce la faremo a questa velocità?" Ash diede una rapida occhiata per analizzare la brusca curva a sessanta gradi della strada. Rischiavano di finire contro un edificio, senza rallentare.

"Misty, va avanti e attenta alla curva," disse tranciando un palo della luce congelato con la spada. Il traliccio, crollò su una mezza dozzina di growlithe Proibiti, riducendoli a cumuli di brina. "Ho un'idea."

"D'accordo, Erika, andiamo!" disse Misty spingendosi coi pattini per imprimere una maggiore velocità a se stessa e all'amica.

"Non dovremmo rallentare, se vogliamo girare?" chiese Erika terrorizzata.

"Fidati di me!"

"Cos'è, vuoi mettermi paura?" Le loro voci divennero sempre più basse, e poi, svoltato l'angolo, il rumore delle lame dei pattini le sostituì. Quindi, Ash si voltò per calcolare le distanze, e nel farlo decapitò quasi pigramente numerosi growlithe che lo avevano raggiunto. Dopo qualche operazione mentale, contò fino a tre.

"Bene... ora!" gridò, e girò la katana per conficcarla nel ghiaccio. Scivolò lateralmente, aiutandosi con numerose spinte laterali per effettuare la curva, mentre la spada attraversava il ghiaccio come un coltello caldo nel burro. I frammenti di ghiaccio e una sottile polvere di nevischio gli fecero da scia. I growlithe di ghiaccio nero ringhiarono di rabbia, precipitando nel profondo crepaccio prodotto dalla spada di Ash, e affondarono nelle gelide acque sottostanti. Come lemming, si gettarono nella fossa, il nero vortice di una vasca a cui era stato tolto il tappo.

La tecnica servì anche un secondo scopo, perchè usando la spada per guidare la curva, riuscì a mantenere una buona velocità. Poi strappò l'arma dal ghiaccio e si girò per riprendere la normale posizione di marcia, con la faccia in avanti. Vide Erika e Misty, che avevano superato anch'esse la curva. Ma non lo colpiva, visto che Misty era una grande pattinatrice, forse migliore di lui. Mise la spada in orizzontale, tenendola saldamente dietro la schiena con la mano destra, e accelerò La tecnica servì anche un secondo scopo, perchè usando la spada per guidare la curva, riuscì a mantenere una buona velocità. Poi strappò l'arma dal ghiaccio e si girò per riprendere la normale posizione di marcia, con la faccia in avanti. Vide Erika e Misty, che avevano superato anch'esse la curva. Ma non lo colpiva, visto che Misty era una grande pattinatrice, forse migliore di lui. Mise la spada in orizzontale, tenendola saldamente dietro la schiena con la mano destra, e accelerò per raggiungerle.

"Sembra che si siano divisi," commentò Rainer, acquattato per osservare le tracce sulla pista ghiacciata. "Tre gruppi... perfetto. Uno per ciascuno." Si alzò e si lisciò il lungo mantello blu. Pyro stava guardando la città congelata. Era tutto completamente bianco, una terra dai colori pallidi e malati. La cosa non lo spaventava, ma c'era qualcosa in quel posto che lo infastidiva.

"Pensi che sia saggio, fratello? E se incontrassimo quel dannato Ash?" Rabbrividì quando un pensiero particolarmente sgradevole bussò alla sua mente. "O il Maestro Lorelei?" Sparky lo schiaffeggiò sulla schiena.

"Ehi, possiamo contattarci l'un l'altro, no? Se uno di noi finisce nei guai, deve solo chiamare gli altri col pensiero." Sbuffò. "Triverion può fare a pezzi qualunque cosa." Pyro sibilò, massaggiandosi la parte colpita. "Oh spiacente," ghignò Sparky. "Dimenticavo che il vecchio Bruno ti ha legnato." Pyro gli diede uno spintone.

"Molto divertente," disse irritato.

"Smettetela di fare casino," disse Rainer con serietà. "Suzie ci sta aspettando sulla nave, e sa dove trovarci, se falliamo." I suoi occhi blu osservarono l'orizzonte. "E quella dottoressa..."

"Ha, penso che Rainer sia innamorato," disse Sparky, tirandogli una gomitata. Rainer tossì.

"Bene, stiamo perdendo tempo. Io vado a ovest. E voi?"

"Prenderò quella in mezzo," decise Sparky.

"Il che mi lascia la via ad est," concluse Pyro.

Rainer cominciò sgambare fiduciosamente lungo il ghiaccio, verso la strada a sinistra.

"Ottimo, se qualcuno trova qualcosa, torneremo indietro e decideremo insieme. Altrimenti, se vediamo Ash, chiamiamoci immediatamente e attacchiamolo insieme. Capito?"

"Capito," risposero all'unisono Sparky e Pyro.

Si divisero. Non potevano saperlo, ma non si sarebbero più incontrati.

"Salve!" stava gridando Sparky, e la sua voce echeggiava fra i muri degli sterili edifici, mentre calpestava il ghiaccio della strada coi suoi pesanti stivali. "Venite fuori, dovunque voi siate!" Fissò un cassetta delle lettere di congelata, e lasciò partire una scintilla di elettricità ambrata. L'energia ridusse l'oggetto a un cumulo di fiocchi di neve. "Mi domando: c'è qualcuno dietro quel cartello?" Scagliò un altra palla di tuono, questa volta con la mano sinistra. Quello che rimase fu una nube di vapore, e il fetore dell'ozono.

"Jolt, jolt!" Sparky guardò il suo Jolteon. Le spine gialle sulla schiena erano irrigidite e tese, e il pokemon procedeva cauto, accucciato sulle quattro zampe.

"Che succede, cucciolo?" Guardò nella direzione stava puntando, ma non c'era nulla, solo un negozio spoglio. "Che succede, hai fame? Ma ti ho appena dato da mangiare, sulla nave!"

Sentì un suono sibilante dietro di sè, e si voltò di scatto, caricando le sue mani di elettricità. Liberò una lunga saetta contro la strada, prima di fermarsi per scoprire cosa aveva colpito. Non c'era nulla, solo il segno dove l'energia gialla aveva incontrato il terreno.

"Strano," meditò. "Avrei potuto giurare c'era qualcuno, là." Si avvicinò e notò una linea tracciata sul ghiaccio, come se pattini avessero tagliato la strada. Procedeva lungo la via, poi si arrestava e scompariva. "Jolteon, cerca l'autore di questo scherzo," disse indicando la traccia. Nessuna risposta. "Jolteon?" Si voltò e boccheggiò. Il suo Jolteon aveva cambiato colore. Un bianco traslucido. Era completamente immobile, con espressione stupita fossilizzata sul muso. Sparky corse vero di lui, frantumando il ghiaccio sotto gli stivali, e si inginocchiò di fronte al pokemon. Tastò la pelle, ed ebbe un tremito quando il gelo morse i suoi polpastrelli. Non c'era traccia di vita, in Jolteon.

"Jolteon!" urlò Sparky, rifiutando l'evidenza. "Svegliati amico!" Lo afferrò di nuovo, ignorando il freddo che le sue dita gli trasmettevano. "Ti libererò!" Sentì qualcosa di umido correre lungo la guancia. "Ti libererò, te lo prometto!" Una voce fredda da dietro di lui lo interruppe.

"Dovresti essere felice. Il tuo pokemon è in un posto migliore." Sparky si alzò e si girò. Davanti a lui, elegante sui suoi pattini, c'era una figura magra, avvolta in un mantello ceruleo. I suoi occhi brillavano di verde, soddisfatti, attraverso le ombre del cappuccio.

"Il Maestro Lorelei... come hai osato?" gridò Sparky infuriato. "Jolteon è stato il mio primo pokemon..." La sua voce era piena di odio. "E ora lo hai trasformato in un fottuto blocco di ghiaccio! Muori, fredda puttana!" gridò, ormai privo di controllo, e alzò le braccia per generare tanta elettricità che anche il ghiaccio sotto di lui crepitò e ribollì di energia. Il suo mantello giallo prese a galleggiare nel vento provocato dall'evocazione del suo potere.

"Il calore è una malattia, i suoi sintomi sono i sentimenti," disse con calma Lorelei, lasciando che anche il suo mantello color ghiaccio si sollevasse nell'aria, rivelando una lunga gamba pallida. "Abbandonalo, finchè puoi." Improvvisamente la sua forma evaporò, trasformandosi in una nube di nebbia bianca che venne attraversata dall'enorme fulmine di Sparky. Il lampo toccò la nebbia e scomparve. Il maestro gridò, perdendo la sensibilità delle mani. Orripilato, realizzò che le braccia stavano diventando lentamente di ghiaccio. La sua pelle crepitava e bruciava, mentre si induriva e si trasformava in acqua congelata.

"No, che succede... NOOOOO -" E poi le sue labbra, la lingua e la gola si trasformarono anch'esse, e non potè parlare. Pensò di scappare, ma le gambe non risposero. E presto si ritrovò senza poter neppure pensare.

Faceva troppo freddo.

Qualcuno lo stava guardando. Pyro se ne era accorto. Fissò i gelidi palazzi che lo circondavano, soffermandosi su ogni finestra, ma senza successo.

"Flareon, tieni gli occhi aperti," disse al suo pokemon arancione che trottava al suo fianco. "E specialmente attento a quel dannato Bruno. Voglio vendicarmi per quello che mi ha fatto, sulla nave."

"Flrrr," Flareon ringhiò, concordando, e si guardò attorno, emettendo fiammelle dal pelo soffice. Pyro strinse il suo mantello rosso e si incappucciò.

"Odio questo posto. E' dannatamente troppo freddo, per i nostri gusti." E la sua pelle gli prudeva ancora, dopo che quel vulpix aveva fuso il ghiaccio sotto di lui e lo aveva fatto cadere nell'acqua gelida. Ma i pokemon di fuoco non dovevano essere fedeli a Maestri dello stesso tipo? C'era qualcosa di sbagliato in quel mondo, non ci si poteva fidare di nessuno, se non dei propri fratelli di sangue. Pensò, triste, al suo piccolo fratellino. Quando Sabrina aveva mostrato i resti fusi di Mikey, in quell'inferno del Monte Luna, con un'immagine psichica, aveva giurato di vendicare quella morte. In qualche modo, non l'aveva sorpreso scoprire che Ash era stato l'assassino. Non c'era nulla che quel bastardo mollusco d'ombra non fosse in grado di fare.

Poi, di nuovo, guardando la strada, e le persone che erano statue trasformate in statue di ghiaccio, pensò che il Maestro Lorelei era anche peggiore. Come aveva potuto fare ciò, ai suoi stessi uomini? Naturale che non ci fossero più messaggi da Cinnabar Island verso l'Indigo Plateau. Erano tutti morti.

Analizzando la sagoma di una donna congelata che stava superando, notò con orrore di averla riconosciuta. Era la sua vecchia vicina, quella donna di cui, quando ancora viveva a casa sua, si era infatuato. Aveva sempre sognato di ritrovarla, un giorno... ora aveva realizzato il suo sogno, ma non come voleva. La superò, accelerando il passo. Non poteva sopportare la vista di altri corpi senza vita.

"Così speri solo di ignorarmi, Pyro?" disse una voce gelida da dietro di lui, il tono di chi non usava la parola da molto tempo. Pyro si fermò improvvisamente, in allarme, un attimo prima del suo Flareon.

"Non può essere, sto sognando," disse ad alta voce, rifiutando di voltarsi. ;Ma quando sentì dei passi dietro di lui, cedete alla curiosità e si voltò. Era impossibile, ma la donna di ghiaccio camminava lentamente verso di lui, i suoi occhi brillavano del colore di sangue nella sua faccia congelata.

"Mi fai male," gracchiò. "Pensavo che ci amassimo..."
"Tu-tu non sei lei!" balbettò Pyro. "Swana è morta..."
"Oh, ma ti sbagli!" La donna del ghiaccio alzò le braccia al cielo. "Mi sento così viva! Così viva! Vieni con me, Pyro... unisciti a me nella beatitudine di questa selvaggia pace artica!"

"Flareon, Fuocobomba!" disse Pyro, in preda al panico.

"Flare!" Un caldo intollerabile sostituì il gelo dell'aria, mentre il pokemon sputava una ribollente stella a cinque. La donna di ghiaccio gridò, centrata dall'attacco. Il suo corpo freddo si fuse dalla vita in giù, e il torso crollò al suolo. Il braccio sinistro si frantumò in numerosi frammenti di ghiaccio e neve.

"Pyro... come hai potuto. Ti amo." I suoi ardenti occhi rossi brillarono un'ultima volta, e il corpo ancora solido si fuse, riducendosi ad una pozza limacciosa.

Pyro cadde in ginocchio sul terreno ghiaccianto, senza preoccuparsi del gelo che esso gli trasmetteva alle gambe. Si sentì intorpidito.

"Avevi trovato chi potesse amarti," commentò una voce fredda da dietro la schiena. "E tu l'hai distrutta." Pyro si rialzò, aiutandosi con le mani.

"Maestro Lorelei..." disse, cercando di suonare impassibile. "E' stato uno scherzo malato. Un abominio."
"Sei un uomo stupido," concluse Lorelei. "Volevo solo darti una compagna, prima di spedirti nell'oblio del ghiaccio. Ma non me lo hai permesso."

"Hai bisogno di aiuto, Lorelei... aiuto per morire!" Si spinse coi piedi, per sferrare un attacco, ma risultò pateticamente lento. Non ebbe neppure il tempo di avvertire telepaticamente i suoi fratelli. Presto un'altra statua di ghiaccio ornava, assieme al suo pokemon, il marciapiedi della città.

Giselle sbirciò al riparo dell'autocarro ghiacciato.

"Penso che li abbiamo seminati."

"Vedi qualcuno degli altri?" chiese Laselle, rabbrividendo al contatto col marciapiede di ghiaccio.

"Credo di aver visto Duplica, il tuo ragazzo e il suo babysitter che correvano verso un qualche edificio più indietro. Quando alle tue tre compagne, ne perso le tracce. Dividerci è stata una pessima idea."

"Ma così siamo meno individuabili, e trovare Ash e gli altri sarà più facile, penso," ribattè Laselle. Poi una parola del discorso di Giselle la colpì. "Ragazzo?" disse confusa. Le sue guance divennero paonazze. "Oh, intendi Junior. Lui non è il mio ragazzo." Giselle smise di stare di vedetta e si acquattò accanto a lei. Le lanciò un sorriso irritante e si passò le dita fra i capelli castani

"Sono orgogliosa della mia sorellina. Ma potresti avere anche troppi ammiratori."

"Sei pazza," commentò Laselle scuotendo la testa. "Oh, un'altra cosa. Bellina la mossa con cui ti sei liberata di Rainer." Giselle sorrise, fingendo modestia.

"In effetti le ragazze come me devono sapere come difendersi, se vogliono proteggere la loro virtù..." Laselle la guardò stupita.

"Ora ricordo perchè ho sempre cercato di evitarti, sorellona." Giselle si fece seria.

"Allora, non possiamo stare ferme troppo a lungo. Dobbiamo muoverci." Sbirciò nuovamente oltre la motrice. "Ottimo, vedi quel negozio di gelati? Al mio segnale attraversiamo la strada e andiamo lì dentro." Laselle si alzò e guardò l'obiettivo.

"Non fa un po' freddo per un gelato?"

"Non essere sciocca. Possiamo uscire dalla porta sul retro e procedere verso nord, al centro dell'isola." Accennò con lo sguardo al vulcano bianco che sormontava i tetti della città. "Sento che quello che cerchiamo lo troveremo nel vulcano." Laselle assunse un espressione incerta, imitando perfettamente la sorella. "E poi, un gelato non fa certo male," concluse Giselle con un sorriso colpevole.

"Probabilmente ti spaccheresti i denti a mangiarlo, ma prova pure."

Aspettò il segnale di Giselle e poi pattinarono lungo la strada, attraversandola furtivamente. Superato un tombino, balzarono sull'altro marciapiedi, e Giselle diede una spallata alla porta del negozio di gelati. Inutile.

"Chiusa," dedusse noncurante Giselle. "Dobbiamo girarci attorno." Laselle sistemo i suoi capelli dietro le spalle, e si diresse verso il vicolo laterale.

"Immagino che questo significhi niente gelato."

"Molto divertente." La stradina, sulla destra del negozio, era ancora più buia di quella che avevano usato come riparo, ma il motivo sfuggì a Laselle. Sembrava anche più fredda, e un brivido di freddo attraversò il suo corpo, ricordandole che poteva chiudere meglio la giacca verde che indossava. Individuò un altra di quelle statue di ghiaccio, accanto a un muro di mattoni congelati, ed ebbe un altro tremito.

"Quello che hanno fatto a questa gente è orribile. Cosa si proverà ad essere trasformati in surgelati?" Dietro di lei, Giselle lanciò un sussurro.

"Di certo non è piacevole, di questo sono sicura. Ho già visto gli effetti di una grave ipotermia, e non è una cosa bella." Improvvisamente boccheggiò, e afferrò la spalla di Laselle per fermarla. "Non noti niente di strano in quella persona congelata?" Laselle si voltò e rivolse i suoi occhi alla statua. Quando l'aveva vista, aveva distolto lo sguardo, disgustata. Ma per qualche ragione, sembrava familiare. Era una donna... con una coda di cavallo. Congelata con ghiaccio ancora fumante, nuovo. E poi notò un paio di pattini, ai suoi piedi. E la frusta fra le mani. Anch'essa di ghiaccio. Un espressione di puro terrore, stampata su un volto grazioso che non avrebbe conosciuto altra emozione per l'eternità. Aprì la bocca per lanciare un grido acuto, che continuò finchè Giselle non le mise una mano davanti e la costrinse al silenzio. Un minuto dopo, provò a lasciarla libera, ma Laselle riprese ad urlare, sentendo il suo cuore battere all'impazzata.

"Quella-quella è Colletra," balbettò in una voce piena di paura. "Ma-ma, come?" Giselle annuì cupamente.

"Mi dispiace." Prese la sorella per le spalle e cominciò a trascinarla via. "Meglio non controllare le altre."

"Altre?" chiese Laselle ad alta voce, liberandosi di scatto dalla presa di Giselle e guardandosi intorno. Trovò altre due statue, in piedi dietro alla prima. Contò una donna con cappotto e un'altra con capello e giacca. Congelate. Morte. "Ania e Triana," bisbigliò Laselle, straziata. "Erano mie amiche... le mie amiche della divisione d'Erba della Ribellione." I suoi occhi si riempirono di lacrime. Non poteva essere successo! Come potevano essere morte? Si sentì completamente svuotata. Giselle la afferrò saldamente, e con una spinta sulle lame la trascinò fuori dal vicolo.

"Laselle!" la ammonì. "Usciamo di qui! Capisci che qualunque cosa abbia fatto questo potrebbe ancora essere nei paraggi?"
"Come puoi essere così senza cuore!" la accusò Laselle. "Sono morte delle persone qui - persone che conoscevamo, con cui abbiamo lavorato. Vuoi lasciarle qui? E tu gli neghi anche una degna sepoltura!"

"Non essere ridicola, sorellina!" replicò Giselle con voce ferma. "Non sono senza cuore - sono intelligente! Sto cercando di tirarti fuori da un pericolo - pensa a vivere! Non possiamo fare niente per loro, lo capisci? Ho visto tanta morte da essere diventata insensibile, può essere, ma non posso non pensare alla mia unica sorella!" Laselle si sgonfiò improvvisamente. Voleva piangere.

"Io-io... scusami, Giselle."

"Ora cerca di non avere una crisi isterica, d'accordo? Fatti coraggio!" disse Giselle. Si fermò improvvisamente. "Il vicolo è cieco. Dannazione, è stata una perdita di tempo!" disse impettita indicando uno spesso muro di ghiaccio davanti a loro, che da fuori non avevano potuto scorgere. Era molto alto, e abbastanza scivoloso da impedire ogni scalata. Laselle indicò qualcosa sulla sinistra.

"Aspetta, c'è una porta." Puntò il dito verso dove i mattoni di ghiaccio facevano posto ad una sagoma rettangolare. Giselle giocherellò coi capelli, pensierosa.

"Forse conduce dentro il negozio di gelati. Possiamo tornare al piano A."

"E mangiare un mucchio di gelati?" scherzò Laselle, sebbene ancora abbattuta da quella visione orrenda. Non poteva fare uscire dalla sua mente l'espressione di terrore congelata sul viso di Colletra.

"Forse," rispose Giselle, tendando di sembrare allegra. Armeggiò con la maniglia, e riuscì ad aprirla. "Visto? Alla prima. Ormai ho imparato il trucco, penso," disse con una punta di arroganza. Pattinarono dentro e chiusero la porta. Nonostante stesse tentando di mostrarsi coraggiosa, Laselle notò che anche Giselle era stata decisamente scossa dalla perdita di tre compagne.

"Molto bene, che cosa abbiamo qui?" disse una voce maschile con tono divertito. Laselle cercò di individuare qualcosa, fra le ombre della stanza di ghiaccio. Seduto ad uno dei tavoli rotondi, coi suoi stivali su di una sedia, c'era Rainer.

"Laselle, esci di qui!" gridò Giselle scattando indietro per riaprire la porta.

"Uh uh!" la sgridò Rainer alzando una mano nel gesto di una pistola. "Bang!" Una pallottola di acqua partì dalle sue dita e centrò l'uscita dietro di loro. L'acqua si ghiacciò e sigillò la porta. Laselle cercò di forzarla, con tutta la sua forza, ma fu inutile. Il gelo cominciò a farle formicolare le dita, e desistette. "A volte mi stupisco della mia fortuna," commentò Rainer abbassando i piedi e alzandosi, spostando una ciocca di capelli blu dal viso. "Ecco qui la puttanella che si è divertita coi miei gingilli poco fa, che entra come se fosse la padrona."

"Sei tu che hai congelato le nostre amiche, fuori nel vicolo?" chiese Giselle cercando di mantenere la calma. Lui la guardò sorpreso.

"Di che stai parlando? Vicolo? Ma non sono entrato di qui - sono entrato dalla porta principale quando vi ho viste in strada." Giselle alzò lo sguardo, pensierosa.

"No, non puoi essere stato tu, è vero. Probabilmente non hai abbastanza potere per farlo." Rainer sembrò offeso.

"Ad ogni modo, sono abbastanza potente da poterti sconfiggere," disse spavaldo. Poi spostò il suo sguardo blu su Laselle. "E questo cos'è? Che somiglianza! Sembra che abbia anche trovato la versione ringiovanita della bellezza qui presente." Immediatamente, Giselle si interpose fra i due.

"Toccala e sei morto." Laselle afferrò il suo braccio.

"Giselle, che stai facendo? Quello è un Maestro di Pokemon."
"Vero," disse Rainer avvicinandosi e appoggiando una falda del mantello alla spalla per avere accesso alle pokeball blu sulla cintura. Ma quando il suoi occhi incontrarono quelli di Giselle, si bloccò e rimase incerto. "Cos'è questa storia? I tuoi occhi stanno ardendo... come quelli di un Maestro."

"Forse," rispose Giselle, che si lisciò i capelli e alzò il mento con superbia.

"Di che sta parlando?" domandò Laselle, confusa. Rainer la guardò.

"Vedi tua sorella? Tua sorella ha dei leggeri poteri elementali." La notizia la scioccò.

"È vero?" Giselle stampò il suo pattino sinistro sul terreno. Un getto di vapore uscì dal pavimento e una piccola fessura corse rapida verso Rainer. Il Maestro urlò, e venne scaraventato contro il muro di ghiaccio della stanza, cadendo di schiena.

"Ti basta come risposta, Laselle?" domandò lei con voce ironica.

"Ma-ma... non lo hai mai detto a nessuno! Perchè lo hai tenuto segreto?" Giselle sospirò.

"Perchè non volevo la complicazione di essere un Maestro di Pokemon. Un Maestro diventa automaticamente un bersaglio. Inoltre, voglio continuare ad essere solo una bella donna, la splendida dottoressa Giselle." Si lasciò sfuggire una dura risata, pervasa da una strana emozione. Voltò il capo, e fissò la sorella con occhi ardenti di marrone. "Perciò voglio che questo resti un segreto, chiaro? Non dire una parola, a riguardo!"

"Uh, sarò muta come una tomba, sorellona," rispose Laselle, un po' intimidita. Rainer sbuffò, alzandosi a fatica e asciugandosi il fiotto purpureo che colava dalla bocca col retro della mano sinistra.

"Come se potessi tenerlo davvero segreto." Alzò le braccia, e venne avvolto da un'aura azzurra, scintillante come un liquido. "La Terra è debole contro l'Acqua, e ora scoprirai quanto!"

"Laselle, fuori di qui!" gridò Giselle disperata, spingendola con tutte le sue forze. Il suo corpo venne avvolto da una luce marrone e alzò puntò i palmi verso il cielo. Assieme al movimento, un possente muro di terra spuntò dal suolo, appena in tempo per bloccare la gelida energia che le mani di Rainer avevano emesso.

"Voglio aiutarti!" disse Laselle superando il rumore di una cascata che si infrangeva contro la barriera. Aprì lo zaino e fece uscire il suo Caterpie dalla sfera. Rainer li vide con la coda dell'occhio e rise.

"Bwahahaha! Molto divertente! Un fetido caterpie tu lo chiami aiuto?" Grazie alla distrazione dell'avversario, Giselle riuscì a colpirlo con una scarica di roccia dritta sul braccio. Il getto d'acqua dalla mano sinistra si impennò pazzamente, frantumando il soffitto in una pioggia di schegge di ghiaccio.

"Puttana," sibilò per il dolore, continuando il Getto d'Acqua con una mano sla. Con la sua mano libera, che grondava sangue, raggiunse una pokeball e la lanciò al suo fianco.

"Vaporeon, Idropompa!" La sferà si aprì a mezz'aria, liberando un grosso pokemon blu dalla coda di pesce in un bagliore di energia umida.

"VEE!" guaì atterrando accanto al suo maestro. Aprì le fauci e lanciò una colonna di acqua color zaffiro. Giselle fece per cercare, sotto il camice, la pokeball del suo pokemon.

"Marowak -" Ma prima che potesse agire, l'attacco del Vaporeon, combinato con quello di Rainer, squarciò il muro di Terra e la colpì in pieno volto, facendole fare un volo di molti metri che si concluse con una facciata sul pavimento. Gridò di nuovo, quando incontrò il duro ghiaccio.

"Oh, ti ho fatto male alle tue belle tette?" disse Rainer smettendo di attaccare e abbassando il braccio. Si avvicinò. "Vuoi che te le massaggi?." Giselle gemette, incapace di rialzarsi, con lo sguardo annebbiato dal sangue che colava da una ferita al sopracciglio.

"Laselle," bisbigliò debolmente. "Corri..." Ma vedendo cosa aveva fatto a sua sorella, la furia colorò di rosso i suoi occhi.

"Come osi!" gridò a Rainer. "Sei solo uno stupido prepotente e un pervertito!" Rainer si voltò e le lanciò uno sguardo gelido.

"Ragazzina, vuoi davvero vedere quello che farò a tua sorella?" Cominciò a slacciare la sua cintura sotto i pantaloni. "O vuoi partecipare?"

"Caterpie, attacca!"

"Che vorresti... ARGH!" sentì un intenso dolore quando il bruco verde di lei sferrò una violenta testata sulla sua spalla. Completando la mossa, Caterpie si girò a mezz'aria e atterrò tranquillo, contorcendo le antenne per la soddisfazione.

"Pei!" gridò. Rainer indietreggiò, incredulo, stringendosi il volto sanguinante con la mano.

"Che.. quell'insetto mi ha rotto il naso!" esclamò furibono come se non potesse crederci. "Vaporeon, Geloraggio!" ordinò in preda alla collera, indicando il piccolo pokemon verde.

"VEE!" Il Vaporeon spalancò nuovamente le fauci e sparò un getto di energia fredda. Centrò il torso di Caterpie e lo bloccò in una prigione di ghiaccio. Rainer fece schioccare la lingua.

"Per questo, piccola puttanella, sarai la prima," disse seccato mentre avanzava rapidamente. Ma Laselle fece l'ultima cosa che si sarebbe aspettato. Attaccò.

"Bastardo!" urlò scagliandosi contro di lui e assalendolo con una salva di pugni in volto.

"Argh, stammi lontano ragazzina!" disse al colmo della sorpresa. Riuscì a rotolare e ad afferrarle i polsi, ma solo dopo due occhi neri e un labbro sanguinante a fare compagnia al suo naso rotto. Laselle cercò di districarsi.

"Pervertito! Maniaco!" gridò, e sputò sulla faccia di lui.

"Già, hai ragione -" cominciò Rainer, estremamente irritato dallo sputo che colava sulla sua guancia. Si fermò, incuriosito da un bagliore innaturale proveniente da dietro. Girò la testa e osservò scioccato una luce biancastra emanata dal caterpie congelato. "Ehi, che succede? Vaporeon, congelalo di nuovo, sta uscendo!" Ma prima che il Vaporeon potesse anche solo aprire la bocca, il ghiaccio si ruppe, scagliando frammenti dovunque. Rainer e il suo pokemon urlarono, martoriati dai piccoli dardi di ghiaccio che si conficcavano nelle loro carni. Ora libera, Laselle saltò in piedi e si acquattò, scivolando lungo il muro. Ansiosa, fissò quello che era successo al suo caterpie. Quello che vide era impossibile.

"Free!" pigolò il butterfree, librandosi nell'aria con soffici battiti delle sue ali. Era completamente nero, come la notte; Solo gli occhi brillavano di un rosso crudele.

Rainer gemette, alzandosi sulle ginocchia. La sua faccia era imbrattata di sangue, segnata dai colpi inferti da Laselle.

"Evoluto? In un butterfree? Ma è impossibile!" Anche Laselle era stupita. Possibile che si fosse evoluto direttamente in un butterfree? Aveva scavalcato lo stadio intermedio del metapod! Il butterfree la fissò, in attesa.

"Oh sì," si decise alla fine Laselle. Indicò il Maestro d'Acqua a terra e il suo pokemon. "Butterfree, Confusione!"

Ma invece della Confusione che aveva chiesto, dalle antenne di Butterfree uscì un brusco getto di energia psichica, di un colore azzurro e abbastanza potente da creare una tempesta di vento dentro la stanza chiusa. Rainer e il suo pokemon vennero scaraventati contro il muro, e lo fracassarono come se fosse di cartone, finendo sulla strada. Attraverso il buco che avevano lasciato, Laselle li vide oltrepassare l'intero vialone e centrare il palazzo opposto, che collassò come un castello di carte.

Per un attimo regnò il silenzio, e Laselle rimase a bocca a perta, pietrificata. Poi Giselle gemette sul pavimento.

"Avevo ragione. Hai fatto davvero grandi progressi, sorellina."

Ash sbirciò con cautela attraverso i rami ghiacciati di un albero.

"Niente. Penso che farli cadere in quel crepaccio ci abbia dato il tempo di seminarli." Per riposarsi, si erano nascosti in una casupola di ghiaccio, costruita sulla pianta di un giardino pubblico. Soprattutto per far rilassare Erika, che era troppo stanca per continuare. In quel momento, si guardava intorno confusa, sfregandosi le piante nude dei piedi con le mani.

"Pattinare non è di mio gradimento, direi," disse stanca, soffiando una ciocca di capelli blu-neri dalla bocca. Pikachu e Misty stavano scaldandosi le mani su un altro falò oscuro che Ash aveva creato.

"Sei sicuro che possiamo usare i nostri elementali? In fondo stiamo cercando di seminarli, non di attirarli," disse Misty togliendo il nevischio dai suoi lunghi capelli rossi con una piccola spazzola.

"Te l'ho già spiegato," rispose Ash, crollando accandto a loro e sentendosi improvvisamente stanchissimo. Passò le dita attraversi lunghi capelli neri, togliendo numerose ciocche dai capelli, e sbuffò. "C'è troppa energia proibita in giro perchè questa sia notabile, non so se mi spiego." Misty si grattò una spalla.

"In un modo alla Ash, ingarbugliato e confuso."

"A dire il vero, cercavo di spiegarmi come fai di solito tu," replicò.

"No, è il tuo modo solito," ribattè lei.

"Invece è come fai tu, anzi pure un po' più chiaro."

"Chaaa..." sospirò Pikachu con un filo di voce.

"Puoi ben dirlo," commentò Erika.

"Chaaa..." concordò Pikachu.

Improvvisamente, Erika fissò Ash e socchiuse i suo occhi verde erba.

"Inoltre, sembri stare davvero bene dopo una settimana di Idrotossina. Voi ragazzi siete tutti uguali, ci andate a letto e il giorno dopo vi dimenticate di tutto." Ash si appoggiò al muro della casa, mise le mani dietro la testa e restituì l'occhiata.

"Di cosa stai parlando?" Indicò Misty con insistenza.

"Dal momento che sembra piuttosto vivo, presumo che sia stato guarito dal veleno, giusto? E per farlo, hai dovuto ehr..." Tossì, a disagio. "Sai..." Misty si precipitò addosso ad Ash con uno scatto, e afferrò la sua testa con ambo le mani.

"Non lo ho ancora fatto. E me lo sto chiedendo da quando abbiamo lasciato Sud Lavender."
"Fatto cosa?" chiese Ash, piuttosto confuso. Gli occhi blu di Misty lo fissavano seri. "Che stai combinando? Vuoi baciarmi o qualcosa di simile?"
"Non crederti così irresistibile," disse Misty mentre i suoi occhi ardevano turchesi, segno che stava concentrando il suo potere. Un minuto più tardi, la luce nei suoi occhi si spense, e lei si sedette accanto a lui. "Avevo ragione. Sei completamente libero dalla mia influenza."

"Questo è bene?" chiese frivolamente Ash.

"Non lo capisco," replicò Misty, ignorando il suo tono di voce. "Non c'era modo perchè potesse disintossicarsi senza che io togliessi il veleno dal suo corpo."

"Aspetta, non c'era anche Valdera a Sud Lavender?" si ricordò subito Erika. Misty chiuse gli occhi, concentrandosi sull'idea. Poi raggiunta di colpo la conclusione ovvia, diede uno schiaffo ad Ash. I denti di lui sembrarono scricchiolare dentro la bocca.

"Perchè lo hai fatto?" chiese lui guardandola stupito e massaggiandosi la guancia colpita.

"Tu-tu brutto porco doppiogiochista!"lo accusò Misty. "Tu, tu sottospecie di gigolò!" Ash si allontanò da lei.

"Ma sei impazzita?"

"Pikapi!" aggiunse Pikachu, confuso e perplesso.

"Ti sei portato a letto mia sorella!" Ash ammiccò.

"Beh, è vero che sono uscito con lei qualche volta, quando ero ancora nella Lega Pokemon, dopo che ci siamo separati. E posso aggiungere che non avevo la minima idea che voi due foste parenti? Pensavi lo sapessi?"
"Non ai tempi della Lega Pokemon, ma a Sud Lavender!"

"Ma è impossibile. Sono stato imprigionato, è ho dormito per la maggior parte del tempo! Ero ferito, non ricordi?" scosse la testa. "Inoltre, che te ne importa? Ufficialmente, non siamo più insieme." Misty ebbe un conato di nausea.

"Perché... al diavolo, il perché!" Poi fu Ash ad arrabbiarsi, quando ricordò quello che gli aveva detto Duplica sulla nave.

"E perchè non mi hai detto la verità, su quanto è successo a Cerulan? Perchè non mi hai detto che ti ho attaccato mentre ero ipnotizzato?"

"Che?" esclamò Erika allarmata. "Misty, non hai detto nulla neppure a noi." Misty guardò l'unghia dei suoi pollici.

"Non pensavo che avrebbe aiutato." Guardò Ash. "Sembravi così depresso..."

"Dovevi dirmi una cosa simile," rispose Ash. "Ora come ora, non è affatto un bene. Devo assicurarmi che non succeda più... o Dio sa cosa potrebbe succedere. Ora seriamente, dimmi la verità. Che è successo esattamente a Sud Lavender? E dimmi, come abbiamo catturato Brock? E cosa ha distrutto la base? E non dirmi che sono stati Valdera e Brock mentre lottavano; non ci crederei." Misty distolse lo sguardo.

"Va bene, ti dirò quello che è successo. Tu-"
"Aspetta," la bloccò lui. "Non senti qualcosa?"

"Allora, vuoi ascoltarmi o no?"

"Muoviamoci!" Ash si tuffò in avanti, spingendo Misty ed Erika con una spallata, mentre qualcosa trapassava il pavimento. Tranciò la casupola in due pezzi, che andarono a schiantarsi al suolo, frantumandosi. Nella confusione che regnava, Ash, Misty, Erika e Pikachu si ritrovarono in aria, spinti dall'improvvisa esplosione, accompagnati da schegge di rami di ghiaccio. Poi Ash girò su se stesso, e atterrò agilmente sul manto di brina che sostituiva l'erba, avvolto nel suo mantello nero. Misty ed Erika arrivarono quasi contemporaneamente ai suoi lati, e infine Pikachu si appoggiò sulla sua spalla sinistra, allarmato. Seguì una pioggia di gelidi frammenti, i resti dell'albero e della casupola.

"Che è stato?" chiese Misty ansimando, mentre anche i suoi capelli rossi si calmavano e si posavano sulla spalle del suo mantello blu. Da sopra di lor arrivò un sibilo inquietante che li fece indietreggiare, ma poi videro un pokemon completamente bianco, dalle fattezze di una pantera, che si faceva le unghie sul tronco di ghiaccio. Il suo gioiello rosso brillava incerto in mezzo alle orecchie dell'animale.

"Un persian!" esclamò Erika, concentrandosi e ricoprendo il suo corpo di una tenue luminosità verde smeraldo. Si alzò in piedi e allungò le braccia, richiamando il suo lungo bastone nero. Ash la strattonò con una mano, rimanendo acquattato.

"Aspetta. Penso di aver riconosciuto questo persian." Un riflesso avvistato con la coda dell'occhio lo fece scattare. Balzò all'indietro, evitando per poco che la sua gola fosse trapassata da un pugnale che invece affondò nel terreno fra i suoi piedi.

"Lassù!" gridò. alzando la mano e scagliando una saetta nera verso l'aggressore che si nascondeva fra i rami ghiacciati. La scarica squarciò le frasche, facendo crollare al suolo una pioggia di polvere di neve avvolta da scintille scure ed individuando qualcosa. Era una figura magra, con larghi pantaloni e un top piuttosto stretto, in piedi sulla punta di un ramo. La sua faccia era coperta da una maschera ninja, ma una lunga coda rossa spuntava da dietro la testa.

"Jessie!" esclamò Ash riconoscendola.

"E James!" aggiunse Misty, dopo aver scansato un altro pugnale che andò a conficcarsi sul tronco di ghiaccio dell'albero da cui erano caduti. Un'altra persona, vestita in modo simile a Jessie a parte la lunga maglietta che sostituiva il top, uscì dai cespugli. Una ciocca di capelli blu usciva da una fessura nella sua maschera, identificandolo come la controparte maschile del duo di Jessie e James.

"Il Team Rocket?" disse Erika confusa, passandosi una mano sul volto. "Pensavo che l'organizzazione fosse stata distrutta alla fine delle Guerre Oscure." Ash si alzò e indietreggiò, consentendo a Jessie di balzare giù dall'albero e di atterrare davanti a lui. Cominciò a farsi passare un paio di pugnali seghettati fra le dita, giocherellando.

"Questi due non fanno più parte del Team Rocket. Li abbiamo incontrati al Monte Luna, e a dire il vero non sembravano troppo cattivi. Infatti, ci hanno aiutati a disfarci di un gruppo di soldati della Lega Pokemon." Misty si voltò e fronteggiò James, che stava avanzando e giocherellava anche lui con un paio di pugnali.

"E' vero." Persian si avvicinò impettito ad Erika, che indietreggiò preoccupata.

"Allora, se sono cittadini modello, perchè in nome di tutti i Pokemon d'Erba ci stanno attaccando?"

"Guarda i loro occhi!" esclamò Misty. Ash lo fece, e capì.

"Ma Jessie non aveva gli occhi blu? Una specie di azzurro sinistro. Ora invece sembrano sbiaditi - un bianco pallido."

"Anche James e Persian," aggiunse Misty. "E inoltre, di solito avevano una specie di squallida parlantina. Non è da loro restare in silenzio per più di un minuto."

"Controllo mentale? Ero in questo stato?"

"Non esattamente. I tuoi occhi erano rossi."

"Um," li interruppe Erika. "Mi spiace rovinare la vostra piccola chiacchierata, ma sono tremendamente vicini."

"In questo caso, è meglio fermarli prima di scoprire cosa li ha ridotti così," suggerì Ash. "Puoi provare con la tua Polvere Soporifera?"

"Buona idea," ammise Erika alzando le mani. I suoi occhi verdi cominciarono a brillare, il mantello e i capelli galleggiarono sinuosamente nell'aria. "Spero che funzioni!" gridò stringendo un pugno. Poi sembrò che stessa lanciando qualcosa ai tre membri del Team Rocket. Una luccicante polvere gialla riempì l'aria e ondeggiò come un leggero manto di stelle. Ma Jessie, James e Persian continuarono ad avanzare.

"Uh, cosa ne dici di usare una polvere che funzioni?" chiese Ash con tono asciutto. Erika lo folgorò con lo sguardo.

"Forse sono immuni alle tecniche d'Erba." Misty sorrise, assalita dai ricordi.

"In ogni caso non sono certo immuni agli attacchi Elettrici, Ash. Perchè non li paralizzi?"

"E' vero, Pikachu, Tuono Onda!" disse scagliando Pikachu in aria. Mentre si trovava in volo, il nero topo elettrico fu avvolto da scintille.

"Pika... CHUUU!" urlò, liberando una folata di energia color ebano che si scagliò contro il trio. Ma quando l'elettricità si dissipò, erano ancora lì, e avanzavano imperterriti.

Pikachu atterrò con un tonfo soffice sul terreno gelato, e si rizzò sulle zampe posteriori, ammiccando coi suoi occhi blu cobalto. Le sue orecchie appuntite e la coda frastagliata ondeggiavano confuse.

"Pika?"

"Uh, cosa ne dici di dire a Pikachu di usare un attacco elettrico che funzioni?" affermò Erika molto compiaciuta.

"Molto divertente," commentò Ash soffiando una ciocca di capelli che aveva coperto il suo occhio sinistro. "C'è qualcosa di sbagliato, in tutto questo."

"Ci sono sempre le care vecchie maniere," disse Misty, mentre un'aura blu avvolgeva le sue mani e si solidificava nei suoi due pugnali di ghiaccio.

"Giusto," aggiunse Erika afferrando la sua staffa e facendolo roteare fra le mani. Ash guardò Pikachu.

"Non voglio uccidere nessuno, amico, perciò, uh..." Indicò un albero. "Vai lassù e resta a guardare, va bene?"

"Pikapi!" rispose Pikachu incrociando le zampe, irritato.

"Va bene, se lo fai ti darò un extra di ketchup quando saremo tornati sulla nave." La pancia di Pikachu brontolò.

"Cha," disse imbarazzato, poi annuì e si arrampicò sull'albero, sedendosi sul ramo più basso. Alzò i pollici verso il suo maestro. "Chu, pikachu!"

"Grazie, amico! Ci metterò solo qualche secondo," disse Ash bloccando un calcio sferrato da Jessie con le braccia incrociate. Ma si era aspettato di parare una forza femminile, invece fu sorpreso dall'incredibile potenza del colpo, che lo fece scivolare indietro, fino allo scivoloso margine di un piccolo avvallamento. Ash cercò disperatamente di fermarsi, ma il ghiaccio rese vani i suoi sforzi. Tentò allora di restare in piedi, ma la gravità ebbe la meglio e lui inciampò, finendo a terra.

"Cha ha ha!" dal suo punto di osservazione, Pikachu si lasciò ad una risata.

"Questo è imbarazzante," bisbigliò Ash mentre cercava di districarsi fra le pieghe del suo mantello che gli era caduto in faccia. Si strofinò le braccia doloranti.

Nel frattempo, Misty ed Erika si prepararono a fronteggiare James e Persian, fianco a fianco.

"Perchè devo combattere col Pokemon?" si lamentò Erika, cercando di schivare le zampate di Persian.

"Non lo so," Misty si strinse nelle spalle, e cominciò a parare i colpi di James fra scintille azzurre. "In fondo sai come trattare gli animali."

"Preferirei fare lo stesso con degli uomini," dichiarò Erika mentre Persian balzava ruggendo su di lei. Per schivare, usò la sua staffa come un'asta, conficcandola nel terreno gelato e spingendosi in aria, e atterrò sulla cima di uno dei giochi nella piazzola. Ma i suoi stivali non fecero presa, cominciando una scivolata che riuscì comunque a controllare.

"Non è la stessa cosa?" sospirò Misty. Ma poi James cominciò ad attaccare coi suoi pugnali, costringendola a serrare le difese. A un certo punto, dopo aver schivato a fatica un colpo che stava per mozzarle una mano, venne centrata da un violento calcio sulla spalla che la fece volare per parecchi metri. Atterrò di schiena contro uno scivolo, che crollò e cadde a poca distanza da lei. "Owww," gemette, mentre le mancavano le forze e i pugnali svanivano dalle sua mani. Poi gridò di terrore, travolta da una macchia confusa di vestiti neri. Un paio di occhi dorati la fissarono.

"Uh, spiacente Misty, ma Jessie è più forte del previsto," borbottò Ash. Per rialzarsi, balzò in aria e girò su se stesso, atterrando in piedi e avvolgendosi nel mantello.

"Che stai facendo? Pensavo che sapessi combattere! Oppure non vuoi farle troppo male?" chiese Misty seccata, rialzandosi a sua volta. Ash sorrise e si voltò per riprendere la sfida con Jessie, che ora saltava silenziosamente sui giochi.

"Forse. Non mi piace lottare con delle donne, specialmente quando sono amiche."

"Amiche?" domandò Misty, girandosi per osservare James che seguiva l'esempio della sua compagna.

"Insomma, li conosciamo da tanto tempo che mi sembra giusto chiamarli così," spiegò lui.

"Sì, tentando di rubare Pikachu la maggior parte di quel tempo," sbuffò Misty. "Penso che quel colpo ti abbia fatto male al cervello."

"Almeno ho un cervello da danneggiare," rispose lui sardonico.

"E questo cosa significa?"

"Non è ovvio?" Misty si voltò e lo fissò con occhi ardenti di blu.

"Perchè, tu-"

"Salta!" urlò Ash correndo verso di lei, afferrandola e spingendola via. Sotto di loro, Jessie e James si scontrarono, dandosi una craniata abbastanza forte da farli svenire. Ash e Misty si girarono e atterrarono con un tonfo sordo dei loro stivali, cercando di tenere a bada le falde dei loro mantelli. Misty si avvicinò ed esaminò i due aggressori.

"Staranno bene," disse dopo una rapida occhiata. "Niente di serio."

"Heh," disse Ash, mentre un angolo della sua bocca si piegava in un mezzo sorriso. "Con o senza controllo mentale, alla fine sono sempre gli stessi."

"Pikapi!" disse Pikachu allarmato.

Ash si voltò per individuare quello che il suo pokemon gli aveva indicato, e intravide qualcuno in accappatoio nero che scompariva dietro un albero, all'angolo opposto del parco.

"Qualcuno ci stava guardando!" gridò balzando sul ramo alto di un albero vicino. "Vai a vedere come sta Erika, ci penso io!" disse iniziando a saltare di ramo in ramo, nella direzione presa dallo sconosciuto. "Vieni, Pikachu!"

"Chu!" rispose Pikachu iniziando a seguire Ash.

Misty li fissò con aria incerta. Era tentata di seguirli, ma Erika avrebbe potuto avere bisogno di lei, dopo tutto. Improvvisamente, vide che l'aria si era riempita di nebbia. Un vapore bianco stava coprendo il terreno gelato, una foschia umida e fredda. Si accorse quasi subito che quello non era normale, e si voltò di nuovo. Era troppo veloce per essere naturale...

"Mistaria, sai mia," una voce fredda come la nebbia irruppe soffice nel suo orecchio. Due mani spuntarono fra il vapore e la afferrarono, stringendola in una morsa di gelida disperazione.

Quando il parco finì, Ash continuò la corsa su di un tetto di ghiaccio, ma dovette fermarsi per ritrovare un minimo di equilibrio sulle tegole scivolose. Un tintinnio, poco più in basso. Là! Ritrovò la figura in nero, che correva nella via sotto di lui. Rapidamente, saltò su giù dal tetto e si gettò sull'avversario. Lo centrò all'altezza della vita, e la sua velocità fece cadere entrambi a terra. I due rotolarono un paio di volte, poi si fermarono, con Ash che stringeva la persona in nero col braccio.

"Va bene, chi sei e perchè ci stavi spiando?" chiese arcigno. Ma poi lunghi capelli neri occuparono il suo campo visivo; una ragazza!

"Io-mi dispiace," singhiozzò una voce melodiosa. "Ero così spaventata! Io-io stavo cercando aiuto e pensavo che potessi... ma-ma pensavo che mi volessi uccidere!" Immediatamente, allentò la presa e indietreggiò, imbarazzato.

"No, forse sono io quello che deve chiedere scusa... Non avevo idea," disse grattandosi il collo. "Ti ho fatto male?" La ragazza si voltò, rivelando un viso grazioso dominato da occhi argentei, quasi bianchi. Sul vestito nero che indossava c'era un gran numero di gioielli e gingilli, quello che aveva causato il suono che aveva sentito mentre la inseguiva.

"Oh, nulla... sono solo un po' ammaccata, credo." Le sue guance lattee arrossirono mentre gli rivolgeva lo sguardo. "Oh, sei così carino!" arrossì ulteriormente e distolse gli occhi. "Voglio dire... scusa, non dovrei essere così diretta!" Ash si alzò e incrociò le mani dietro la testa.

"Heh heh heh, messuno è perfetto." Si ricordò di Laselle, per qualche motivo... forse perchè sembravano avere la stessa età - sulla quindicina. Le porse una mano, e l'aiutò ad alzarsi. Anche in piedi, arrivava appena alle sue spalle. Si sentì improvvisamente protettivo.

"Così... uh ...uh..."

"Chanelle," rispose con un lieve sorriso ed una rapida occhiata.

"Chanelle... che ci fai in un posto come questo? O grandioso, sono gentile come un elefante... Seriamente, questo posto è morto, cosa ci fai qui?" Chanelle abbassò lo sguardo, diventando ancora più pallida di prima, quasi spettrale.

"Vivevo qui... con la mia famiglia... ma poi il cielo è diventato buio, e la gente gridava e gridava e -" Ash le mise una mano sulla spalla.

"Va tutto bene, non pensarci." Lei lo guardò negli occhi, cercando di arrestare le lacrime che volevano sgorgare dagli occhi argentati, ma poi, singhiozzando, crollò fra le sue braccia, abbracciandolo all'altezza dello stomaco. Povera bambina, pensò Ash. "Ad ogni modo, io sono Ash, e ora non preoc-"

"Pika chu," bisbigliò Pikachu scendendo dal tetto e atterrando sulla sua spalle, mentre Ash si liberava dall'abbraccio di Chanelle. "Chu pikachu?" chiese incuriosito, indicandola.

"Pikachu, questa è Chanelle... è qui da sola su questa orribile isola da quando è stata congelata." Pikachu restrinse i suoi occhi blu.

"Pikapi."

"Non essere sciocco, è solo una ragazza," disse Ash con un'alzata di spalle. "Ora torniamo da Misty ed Erika."

"Strano come il persian che è appena crollato come se... come se fossero finite le batterie," disse Erika, appoggiandosi con aria stanca al suo bastone.

"Ma, dove è Misty?" chiese Ash, cercando nel parco gelato il segno di un segno della donna col mantello blu che portava sempre. Era come un alone azzurro appiccicato ai vestiti.

"Pensavo fosse venuta con te," rispose Erika, confusa. Guardò Chanelle, che restava in silenzio dietro di lui con un'aria spaventata. "A meno che tu non l'abbia scambiata per quella ragazzina."

"Erika, sii seria. Le avevo detto di aiutarti contro Persian," disse Ash, ora un po' inquieto. Erika diede una rapida occhiata al pokemon svenuto.

"So come difendermi."

"Ma non hai appena detto che è svenuto da solo? Non hai dovuto fare nulla."

"Ehi, il risultato è lo stesso, no?" rispose lei stringendosi nelle spalle.

"Pikapi, pipikachu!" gridò Pikachu. Ash si voltò e corse verso il punto in cui il suo pokemon stava osservando l'erba di brina. Si inginocchiò e osservò con cura. Sembravano le impronte degli stivali di Misty, dove le lame di ghiaccio dei suoi pattini erano passate. Stando alle tracce, si era voltata per raggiungere Erika, ma poi si era fermata ed era scomparsa nel nulla.

"Tutto questo non mi piace per niente," dichiarò serio. Si avvicinò, e sollevò il riverbero di un sottile foglio di ghiaccio sull'erba. "Nebbia..." concluse.

"Cosa significa?"

Ash guardò le alte cime del vulcano gelato. Un soffio di vapore acqueo aveva cominciato dalla cima, una strana imitazione di una vera eruzione, mentre nell'aria un vortice purpureo cominciava a vorticare intorno al cratere. Il soffice rombo di un tuono fece vibrare il terreno.

"Che siamo nella merda," concluse.

"Pikachu," concordò Pikachu.

Misty si svegliò di colpo, abbagliata dalla luce, sentendosi come se fosse appena uscita dal rigore della morte. La prima cosa che notò fu che l'aria intorno a lei era talmente freddo, che forse perfino il suo sangue avrebbe potuto ghiacciarsi. Quindi la temperatura era talmente bassa che perfino lei poteva sentirne gli effetti, sebbene il suo elemento fosse forte contro il ghiaccio.

Il terreno sotto di lei era freddo e duro al punto da farle male. Lentamente, gli occhi si adattarono, si sedette e si stiracchiò. C'era una brezza gelata, che le arruffava i capelli e gonfiava il suo mantello come in un uragano.

"Così, Mistaria... ti sei svegliata."

Misty si voltò di scatto, alzandosi e quasi scivolando sul ghiaccio. E solo allora comprese la gravità della situazione. Era in piedi su un minuscolo iceberg, che galleggiava in un mare di fredda energia. Intorno a lei, c'erano numerosi altri blocchi di ghiaccio, racchiusi da una muraglia circolare di blu artico. Il posto era vagamente familiare, e presto capì di trovarsi proprio nel posto in cui Ash aveva combattuto con Blaine per la medaglia Vulcano, tanti anni prima. In cima al vulcano stesso. La differenza era che la lava era diventata mortalmente fredda, e non calda, e i pennacchi su cui Charizard e Magmar avevano lottato erano stati rimpiazzati da quegli iceberg. A peggiorare le cose, c'era un tetro vortice di nubi che si stava addensando sopra il cratere. Il secondo vortice del Proibito. Misty si voltò di nuovo, cercando chi avesse parlato, e trovò Lorelei, avvolta nel suo mantello blu ghiaccio che fluttuava assieme ai capelli nel vento pungente. Era in piedi su un iceberg all'altro lato, incredibilmente immobile sui suoi pattini di ghiaccio. I suoi occhi verdi come il mare brillavano fieri dietro ai suoi occhiali, una luce intensa che avvolgeva il bel viso.

Lorelei alzò poi le sue braccia, e l'aria sembrò raffreddarsi ancora, al punto che Misty pensò che la sua stessa anima stesse congelando.

"Pensi di potermi sconfiggere, Mistaria?" La sua voce echeggiò ridondante sulle pareti del vulcano.

"Maestro Lorelei, tutto questo è ridicolo!" replicò Misty gridando. "Non ho mai voluto sconfiggerti!"

"Le tue azioni smentiscono questa menzogna!" rispose Lorelei. "Mi hai rubato tutto! Tutto!" La sua voce divenne un bisbiglio, difficile da udire nel vento urlante. "Finché non è rimasto che gelo..." I suoi occhi luccicarono, e si tolse gli occhiali, gettandoli nella lava fumante di freddo, nella quale si congelarono e si sgretolarono, prima di affondare. Una lacrima corse lungo la sua guancia, ma venne ghiacciata e portata via dal vento. Sotto, era quasi completamente nuda, a parte una minuscola minigonna ed un leggero vestito. "Bene, ora... chiedo un Cerchio di Maestri! Combattimento fisico!" Abbassò le braccia in un gesto improvviso. "Chi abbandona il cerchio o giace svenuto, avrà perso... la vita!" Afferrò il suo mantello freddo e lo lanciò via dietro di se. Venne preso dal vento e corse verso le nuvole del cielo sempre più scuro. Il vortice purpureo sembrò ruggire, e fagocitò il mantello come una bocca affamata, sputando frammenti di tessuto ghiacciato.

Misty socchiuse gli occhi, concentrandosi sul suo potere d'Acqua per opporsi al crescente gelo. Il suo corpo brillò di blu, e anche lei si tolse il mantello per lasciarlo in pasto al vento famelico. Rimase col suo lungo vestito color zaffiro, un'elegante macchia che sventolava nell'aria tormentata. Sotto i suoi stivali si formarono un paio di lame, e si alzò di pochi centimetri.

"Allora, sai che devo accettare," disse in tono serio. Si piegò di lato e strappò la parte terminale della sua gonna, per poter combattere più agilmente con le gambe nude.

Lorelei sorrise, un sorriso ormai privo di ogni sentimento.

"Lo so."

Davanti a loro c'era il maestoso vulcano di Cinnabar Island. Ash stava guardando la cima, e poteva a malapena vedere scintille azzurre di energia d'Acqua e Ghiaccio che giocavano sul bordo del cratere ghiacciato. E sopra tutto quello, in cielo, il vortice purpureo del secondo cancello del Proibito. Il suo sguardo si abbassò, e incontro le massicce porte di ferro dell'ingresso al luogo dannato. Accanto a pozze di energia blu che un tempo erano sorgenti calde, dove un tempo si era anche riposato da un duro scontro, tanti anni prima.

"Io sono ancora convinto che saresti dovuta tornare indietro a cercare gli altri, Erika," disse senza voltarsi.

"Pika Pika," lo appoggiò Pikachu dalla sua spalla.

"Ma Misty è sempre accorsa quando avevo bisogno di lei, perchè non posso ricambiare il favore?" rispose lei caparbiamente.

"E stai mettendo Jessie, James e Persian inutilmente in pericolo," indicò i tre corpi inconsci dietro di loro, trasportati sul fiore del Venusaur di Erika.

"Saur!" aggiunse l'enorme dinosauro pokemon, agitando le foglie sulla sua schiena verde.

"E Chanelle sembra terrorizzata," Ash indicò la ragazza, che sedeva sulla spalla del venusaur, con un'espressione piena di panico. Erika incrociò le braccia.

"Gli amici prima di tutto." Ash sospirò.

"E' vero, ma-"

Il terreno ghiacciato sotto i loro pattini tremò.

"Un terremoto?" chiese Erika, fissando il suolo.

"Peggio," commentò Ash, accennando col mento alle sorgenti gelide che sgorgavano dalla base del vulcano. Qualcosa di grosso e traslucido stava emergendo dall'energia liquida.

"Oh, grande, non quello di nuovo," disse Erika indietreggiando leggermente e alzando la sua staffa di legno.

"Maestro Ash," la voce del massiccio Lapras di ghiaccio rimbombò telepaticamente nell'aria, mentre si ergeva dalla sorgente congelata. Era troppo grosso per essere contenuto in essa, e una parte del corpo squarciò il ghiaccio circostante. "Non saresti dovuto venire."

"Nessie!" gridò Ash pattinando verso il pokemon. "Voglio risposte! Perchè hai acconsentito a diventare un Pokemon Supremo?" L'immenso lapras fece una pausa, la sua testa cornuta ondeggiò nell'aria, fissandolo.

"Dopo che mi abbandonasti, venni attaccata di nuovo. E' stato per suo desiderio che sono diventata questo."

"Suo? Di Lorelei, intendi?" chiese lui. Poi aggrottò le sopracciglia. "E io non ti ho mai abbandonato! Ti ho lasciato libera, perchè pensavo che fosse quello che volevi!"

"Perdonami, ma sei uno sciocco, Maestro Ash. Hai abbandonato innumerevoli pokemon, nel tuo viaggio. Non hai mai pensato che dopo tutto essi avrebbero preferito restare con te, piuttosto che essere liberi? E' come offrire una crosta di pane a un mendicante e proibirgli di addentare una pagnotta intera, anche quando possono." Fissò il pikachu sulla spalla di lui. "Inoltre, solo il tuo primo pokemon è stato risparmiato dalla tua stupidità."

"Io... non ho mai saputo che la pensasti così," disse Ash, sentendosi strozzato da un nodo alla gola. Tutti quei pokemon che aveva liberato. Era questo quello che avevano sentito? Ma era sempre sembrata la cosa giusta da fare. Aveva sbagliato in partenza?

"E ora non posso lasciarti passare, perchè così vuole il Maestro Lorelei."

"Ma, Misty è lassù! E tu lo sai! Come può lasciare che venga uccisa?"
"E' questo il volere del Maestro Lorelei," fu la risposta. "Ora vai via, prima che debba ricorrere alla violenza."

Ash era indeciso, Non poteva attaccare Nessie, non ne sarebbe stato capace... anche ora che era diventata il sesto Pokemon Supremo della Lega. Ma... ma Misty sarebbe potuta morire. Non poteva abbandonarla. Non poteva! La sua anima si sarebbe annientata anche solo al pensiero di farlo.

"Ashy!" irruppe una voce femminile e gutturale. "Finalmente ti ho trovato!" Ash si voltò per trovare una donna formosa, con un mantello violetto e lunghi capelli blu che pattinava verso di lui dalla città.

"Duplica!" urlò sorpreso. Intravide Junior, uno degli Istruttori di Bruno, Laselle e Giselle che pattinavano verso di loro.

"La distrarrò per te, ora vai lassù e salva la tua ragazza!" disse Duplica prima di balzare in aria e trasformarsi in un grosso uccello dalle ali acuminate. L'elettricità crepitò intorno a lei, mentre un nuovo zapdos si librava nell'aria. "Zap!" gridò in tono divertito, spalancando il lungo becco appuntito.

"Cosa?" vociò Nessie quando Duplica-Zapdos scagliò una salva di tuoni contro di lei, facendola contorcere dal dolore. Cominciò a ritirarsi, controvoglia, nel profondo della sorgente fredda.

"Non così forte, Duplica, ma grazie mille!" disse Ash inginocchiandosi e creando un disco di ombra nera sotto i piedi. "Andiamo su, Pikachu!" urlò, e i due cominciarono a librarsi nell'aria, verso la cima del vulcano. "A proposito, non è la mia ragazza!" concluse.

"Zap! Smettila di negare, Ash, la verità ti renderà libero!" rispose Duplica-Zapdos mentre fluttuava nell'aria e teneva Nessie occupata con scariche elettriche.

Erika, Junior, Laselle, Giselle e il resto di loro superarono i pokemon in lotta e si concentrarono sul portone metallico.

"Noi prendiamo la strada normale!" gridò Erika. "Ci vediamo dall'altra parte, Ash!"

Dove era scomparsa? Misty pensò precipitosamente, mentre scandagliava il cratere con lo sguardo. Balzare da un blocco all'altro e pattinare cominciava e diventare faticoso per lei, e aveva già perso sangue da numerose ferite alle braccia e alle gambe. Ma pensava di essere riuscita a ricambiare discretamente - era certa di aver ferito Lorelei con le lame di ghiaccio dei suoi pattini.

Colta da un'intuizione, saltò via dalla piattaforma in cui si trovava, proprio mentre Lorelei colpiva dal basso, trapassando l'iceberg coi pattini taglienti e riducendolo a polvere di brina. Girò su se stessa a mezz'aria, atterrò su un altro bloccò e si levò la lava gelida dal corpo.

Misty ebbe un attimo di panico quando alcuni schizzi di ghiaccio liquido colpirono il suo avambraccio, e la pelle iniziò a congelarsi. Solo la concentrazione e la disperazione le permisero di accumulare abbastanza elementale d'Acqua da riportare il suo corpo alla normale temperatura.

"Troppo freddo, Mistaria?" la derise Lorelei scuotendosi la chioma blu porpora per liberarla del tutto dal fluido viscoso. "Dovresti accettarlo come faccio io, perchè i i sentimenti non sono degni di essere provati."
"Hai torto, Maestro Lorelei!" gridò Misty con voce accesa. "I sentimenti sono ciò che ci rende umani! Lo capivi, un tempo... ora non sei altro che la parodia della morte."
"Molto ironico da parte tua... proprio tu ti fai maestra di questi valori," rispose Lorelei, mentre lasciava il suo iceberg per avvicinarsi, all'attacco. I tagli che Misty aveva inferto sulla pelle nuda non sembravano neppure rallentarla. "Tu e lui. Lui specialmente! Ha tolto una parte di me quando mi ha lasciato indietro per marcire nella Lega Pokemon. Per permetterti di permetterti di sentire la possibilità di provare dolore. E il dolore è inevitabile, in questo mondo immorale!"
"Lui?" domandò Misty confusa, preparandosi a parare l'attacco di Lorelei. "Di chi stai parlando?"

"Credo stia parlando di me," una voce secca e maschile squarciò il vento.

Misty si girò e rimase a bocca aperta, stupita dal vedere Bruno in piedi su di una delle piattaforme, che cercava di mantenere l'equilibrio e di ignorare il vento pungente che gonfiava il suo mantello marrone. Anche Lorelei lo vide e gridò. Fermò improvvisamente la sua carica piantando le lame nel ghiaccio e generando una piccola pioggia di frammento.

"Tu! Come osi mostrarti al mio cospetto?" Bruno rimase mortalmente fermo sul suo iceberg. Poi, improvvisamente, si coprì il volto con le mani.

"Mi dispiace, Lorelei... ma sembravi felice nella Lega Pokemon... mentre io... io non potevo tollerare ciò che eravamo diventati; nient'altro che i gusci di gente troppo arrogante, che cercava di raggiungere i propri scopi alle spese degli altri. Eravamo solo una versione più potente del Team Rocket." Gli occhi verde mare di Lorelei divennero due lame orizzontali.

"Ero felice? Lo ero grazie a te! Avevo trovato finalmente una famiglia, una mia famiglia... e tu me l'hai portata via per un atto di coscienza?" Rivolse nuovamente la sua attenzione a Misty. "Lei valeva tanto, Bruno? Era meglio avere questa mia copia indebolita al tuo fianco, invece di me?" Il suo corpo venne avvolto da una gelida aura blu come il ghiaccio. "Non mi interessano le tue scuse, presto sarai una statua di ghiaccio che frantumerò come hai fatto col mio cuore."

"No, lei non ha nulla a che fare con nessuno di noi!" ruggì Bruno. "Non so come sei arrivata a questa malsana conclusione che ti ho lasciato per lei. Lasciala stare, è sempre stata e sarà sempre la donna di Ashura!" Improvvisamente, una forma scura si librò nell'aria sopra al vulcano. Una sagoma in un mantello nero cavalcava un disco d'ombra.

"Non generalizzerei fino a questo punto, Bruno, ma nessuno trasformerà Misty in un pezzo di ghiaccio! E' una questione fra di voi, noi due non c'entriamo!"

"Ash!" gridò Misty sollevata, mentre la macchia d'ombra correva verso di lei.

"Misty! Salta!" urlò lui, e lei eseguì, atterrando fra le sue braccia giusto prima che l'energia di Ash comandasse al disco di riprendere quota.

"Sta scappando!" gridò Lorelei, e cominciò a sparare dardi di ghiaccio dai pugni. Misty provò un senso di vertigine, mentre Ash eseguiva complicate manovre per evitare la fitta pioggia di colpi.

"Fermati!" gridò Bruno, iniziando a saltare con vibranti tonfi dei suoi stivali sugli iceberg, verso di lei.

"Chi sei tu per dirmi cosa devo fare?" esclamò Lorelei puntandolo con i pugni ardenti di energia.

"Tuo marito!" rispose Bruno prima di saltare e colpirla con un pugno, facendola volare fuori dai suoi pattini. Il corpo riatterrò su di un'altra piattaforma ghiacciata, e Bruno saltò verso di lei e la raggiunse. Sibilando per il freddo proveniente dalla sua pelle che si trasmetteva alle sue mani, abbassò il capo e la baciò. Lei lottò per un momento, opponendo labbra gelide e dure come il ghiaccio, ma poi un senso di tepore cominciò a pervaderla. Lorelei scoppiò in lacrime e crollò nel caldo abbraccio di Bruno.

Ash, con Pikachu sulla spalla e Misty guardò dall'alto, galleggiando sul disco d'ombra.

"E' incredibile come un bacio possa risolvere tanti problemi," commento scuotendo la testa, mentre cercava di restare in equilibrio nel vento.

Misty non rispose. Si voltò per vedere cosa stesse facendo, e la trovò intenta a fissarlo negli occhi con un'espressione strana. I suoi occhi blu erano lucidi per l'emozione, e tutto quello che lui potè notare fu un caldo improvviso, mentre le braccia di lei si stringevano ai suoi fianchi come marchio rovente. Lunghe ciocche dei suoi capelli rossi gli carezzarono la guancia, come una morbida piuma.

I suoi occhi si abbassarono sulle sue labbra rosa, e improvvisamente si ricordò del loro sapore... come... come fragole e crema. Sentì il bisogno incontrollabile di verificare quella memoria... e anche lei iniziò ad avvicinarsi verso la sua bocca...

Ma un acuto, atroce grido da sopra ruppe l'incantesimo, e loro guardarono verso l'alto per trovare il vortice scuro che cresceva a dismisura, abbastanza da ingoiare l'intero vulcano. Ombre nere di sagome svolazzarono cominciavano ad apparire all'interno, le innumerevoli luci rosse di altrettanti occhi li fissavano affamati, attendendo la liberazione.

"Il Cancello Proibito si sta aprendo!" La voce di Lorelei arrivò dal basso. Il suo tono era diventato molto più umano - qualunque cosa Bruno avesse fatto, era stato un successo completo.

"Come possiamo fermarlo?" Chiese agitatamente Bruno mentre si rialzavano.

"Maestro Bruno, stai bene!" da lato opposto del vulcano giunse una voce nuova. Ash guardò il resto del gruppo che raggiungeva la vetta attraverso la scalinata. Junior era in piedi sulla soglia, tenendo la visiera dal suo cappello marrone per impedire che il vento glielo portasse via. Accanto a lui c'erano Erika, Giselle e Laselle.

"Junior, che ci fai qui?" urlò Bruno, sorpreso e infuriato.

"JT," bisbigliò improvvisamente Lorelei. Poi alzò la voce, "il mio JT?" I suoi occhi verdi lo fissarono commossi.

"JT?" urlò Junior. "Ricordo che quando ero piccolo qualcuno mi chiamava in questo modo!" I suoi occhi verdi si allargarono. "No, è impossibile!"

"Lorelei!" gridò Bruno. Lorelei si aggrappò energicamente alle spalle di Bruno.

"Come hai potuto portare mio figlio qui?" singhiozzò. "Ora che il cancello è aperto, moriremo tutti!"

"Dimmi come possiamo fermarlo!" chiese ancora Bruno, questa volta con voce disperata.

"Mamma?" gridò Junior superando il vento. "Ma-ma se lei è mia mamma, significa che il Maestro Bruno... il Maestro Bruno..."

"È tuo padre!" concluse Lorelei. "Bruno, perchè non glielo hai mai detto?" Bruno chiuse i suoi occhi.

"Non potevo. Non potevo! Non meritava un padre come me... meglio essere un orfano, che il figlio di un assassino spietato!"
"Hai torto!" lo sgridò Lorelei. "Tutti meritano una famiglia! La famiglia è ciò che tiene le persone unite. Senza di loro, c'è solo solitudine e dolore... e con la disperazione, il tocco amaro del gelo assoluto." I suoi occhi verdi si chiazzarono di un pallore fosco, al ricordo. "Non posso lasciare che succeda," bisbigliò con voce decisa. "Non voglio. Non lo permetterò!"

Bruno dovette indietreggiare, mentre lei evocava un'immensa quantità di energia elementale, al punto che l'aria intorno al suo corpo cominciò a congelare.

"Lorelei, che stai facendo?" disse Bruno atterrito. "Non puoi reggere così tanta energia senza esplodere!"
"Bruno," disse lei con voce molle, mentre le lacrime si gelavano attorno agli occhi. "Tu sai che reggo uno dei punti focali. Tre dei Quattro Grandi hanno il dovere di agire come condotti per ciascuna delle tre torri che permette l'apertura dei Cancelli Proibiti. Siamo parte delle chiavi di questi portali. Se muoriamo tutti, la Profezia dell'Armageddon sarà fermata."

"Così Sabrina aveva detto la verità!" gridò Erika.

"Ma-ma," cominciò Bruno, sentendo gli occhi gonfi di lacrime. "Questo significa che... No!" Gridò carico di dolore e rifiuto. "Non dopo che ci siamo ritrovati! Non dopo che hai ritrovato tuo figlio!"

"Ma è perché JT - e tu - siete qui... è per questo che devo farlo," rispose Lorelei con una voce che era appena più di un sibilo. "La mia morte e la mia esplosione potranno rallentare la distruzione dell'isola, e permettervi di fuggire." Fece una paura, e i suoi occhi cominciarono a brillare, una luce più ardente di quella di una stella. "Addio, Bruno... ti amo... prenditi cura di JT per me -" Sorrise, allo stesso tempo triste e sollevata. E se ne andò.

E tutto ciò che a Bruno fu concesso fu un urlo di dolore e angoscia.

Con uno stridio di dolore, come se fosse stato colpito a morte, il vortice purpureo luccicò come se un temporale fosse esploso ne suo stomaco scuro.

L'isola di ghiaccio, bianca e pura, e il suo vulcano al centro, cominciarono a tremare quando terra e mare parvero sollevarsi. Persa la sua sorgente, la luce del ghiaccio, che aveva protetto l'isola dalla notte, cominciò ad indebolirsi. Il vento urlò e la grandine cadde. L'aria puzzava di ozono, e il ghiaccio si stava sciogliendo.

"Dov'è la nave?" urlò Ash superando il vento furioso, mentre tentava disperatamente di cavalcare la tempesta con la sua piattaforma di ombra galleggiante. L'aveva allargata, abbastanza da trasportare quasi tutto il gruppo, mentre Duplica, trasformata in Pidgeot, volava dietro di lui sostenendosi con le ali resistenti, con gli altri sul dorso. La città di ghiaccio sotto di loro stava collassando; le case, gli alberi, i palazzi, tutto si stava sgretolando, come se l'isola fosse stata un castello di sabbia durante l'alta marea.

"È sul lato est, sulla spiaggia!" gli rispose Giselle superando il caos della distruzione. "Sbrighiamoci, e speriamo che le sorelle di Misty abbiano riparato quella nave, o siamo fregati!"

Dopo alcuni disperati minuti, Ash individuò all'orizzonte la sagoma appuntita della nave bianca, ancora incagliata fra i ghiaccio. Sembrava che le sorelle di Misty si fossero preparate alla partenza.

"Ehi, ci stanno lasciando qui?" chiese Laselle, colpita da una fitta di panico al petto, afferrando il margine del disco d'ombra con le mani.

"No, si stanno solo preparando per poter partire subito, quando arriveremo," spiegò Misty, ancora aggrappata alla vita di Ash.

"Pidgeot!" trillò Duplica-Pidgeot. "In picchiata!" urlò abbassando l'ala e piombando verso il basso come un caccia.

"A-Attenta!" bisbigliò Jessie, che si era svegliata ed era tornata normale - dal suo punto di vista - e si teneva alle piume brune di Duplica-Pidgeot, terrorizzata.

"Soffro di vertigini!" gridò James.

"Oh, calmatevi!" rispose Duplica-Pidgeot. "Siete fortunato perchè vi sto dando un passaggio!" Ash inclinò il suo disco d'ombra e scese in picchiata. Lily stava ondeggiando le braccia verso di loro, dal ponte.

"Finalmente!" urlò quando li vide scendere. "Ci stavamo preoccupando!"

Duplica-Pidgeot atterrò per prima con un elegante batter d'ali, ma depositò Jessie, James e Persian in modo decisamente rude.

"Ow!" si lamentarono.

"Scusate, è stato un incidente!" disse Duplica con aria innocente, anche se un tocco di perfidia dava alla sua bugia un'aria poco credibile mentre ridiventava umana.

Dopo di lei fu la volta di Ash, e fu più difficile, visto che tenere la Levitazione d'Ombra così a lungo, e per così tanta gente, lo aveva stremato. Anche Pikachu aveva dovuto passargli parte del suo potere. Erano ancora un paio di piedi nell'aria, sopra la nave, ma Ash cedette, e tutti precipitarono nel vuoto.

"Svelti, sotto coperta!" ordinò Lily, aiutandoli a rialzarsi. "Dobbiamo immergerci per andarcene da qui!" Indicò l'isola dietro di loro, mentre la nave stava già partendo alla massima velocità. Guardò Ash che si rialzava a fatica e seguiva stremato gli altri attraverso il portello, con Pikachu sulla spalla. Scosse il capo. "Sai, con te nei paraggi è mi sto abituando alle apocalissi."

"Allora un giorno potresti parlarmene."

Dopo essersi immersi, riuscirono a scampare alla distruzione di Cinnabar Island. Davanti a loro, la prua della nave puntava a nord, verso il Golfo di Viridian.

Ma la gente era pervasa da un umore oscuro, che era calato su tutta la nave. Avevano fatto un altro passo verso la vittoria, ma il prezzo era stato alto.

Bruno rimase chiuso nella sua cabina per tutto il viaggio, e anche Junior si chiuse in un ostinato silenzio. Perfino Erika si depresse, alla notizia della morte delle sue tre Istruttrici d'Erba.

Nascosto nella stiva, un clandestino complottava nell'ombra.

L'aria gelida sopra le rovine di Cerulean City era calma, morta. Ululati raccapriccianti risuonavano frequenti, interrompendo l'orribile rigidità che aveva avvolto la terra. Le macerie di edifici dimenticati giacevano dovunque, prive di vita. Accanto ai detriti defunti, in contrasto con l'alto torrione nero che contemplava la devastazione, c'era un turbine pulsante di onde purpuree. Era da lì che venivano quelle grida disumane, o meglio da lì dentro, dal primo vortice del Proibito. Che ora sembrava in movimento verso est...

Dietro un edificio sventrato, un bagliore di luce bianca sembrò bruciare mentre qualcosa si formava al suo interno. La sagoma divenne solida, rivelando una figura magra, avvolta in un mantello bianco. La sua testa, sebbene nascosta dalle ombre del cappuccio, era illuminata da due ardenti punti blu, che si guardavano intorno lentamente. Frammenti di roccia e di cemento scricchiolarono sotto gli stivali bianchi, e Valdera cominciò a cercare. Era lì attorno, da qualche parte. Dopo tutti quegli anni, ricordava ancora il posto, anche se Cerulean City sembrava... un po' diversa.

Stranamente, un senso di nostalgia la pervase, nel guardare le rovine dei palazzi bruciati, degli alberi carbonizzati e delle ceneri che un tempo erano una città. Questo la circondava. Aveva solo sette anni, quando aveva deciso che la vita non era che uno stupido vascello che vagava nella tempesta, verso il suo porto. Verso la morte. E allora aveva inscenato la sua morte, ed era fuggita... c'era di meglio nella vita, che soffrire in compagnia di quelle stupide sorelle. E poi, quanto odiava Mistaria... e ora, se quello che temeva si fosse rivelato vero, la sua vita sarebbe diventata davvero un vuoto vascello di morte. La storia raccontata da un'idiota. Qualcosa sibilò fra i mattoni e le pietre alla sue destra, interrompendo i suoi pensieri. Un rattata nero cenere le tenebre balzò fuori dal suo nascondiglio e corse verso di lei. Pigramente, Valdera alzò una mano. Le sue dita crepitarono, e un fulmine di bianco si liberò da esse, seminando distruzione. Il rattata sembrò evaporare, attraversato dall'elettricità e collassando contro un brandello di muro - che esplose in una doccia di polvere fusa.

Stupido Proibito. Lord Garick era davvero un idiota, a voler usare creature così incontrollabili. Se Ashura non fosse stato così testardo, e di fosse unito a lei, niente avrebbe fermato la loro unione di luce e ombra. Maestri come loro non avevano bisogno del potere esterno. Avevano solo bisogno l'uno dell'altro. A quel pensiero, capì di avere già perso quello che le serviva. Forse non avrebbe dovuto fare quello che aveva fatto nella base ribelle. Le aveva solo reso più dura quella specie di astinenza. Si tolse rapidamente quei pensieri dalla mente, e riprese a cercare con gli occhi.

Finalmente, al centro di una vasta depressione che occupava il suolo intorno alle rovine di un grosso palazzo, notò la testa tranciata di un seel. L'insegna della Palestra di Cerulean City.

"Così, sei venuta in cerca di risposte," disse una voce disse da dietro di lei, un tono misterioso nella sua freddezza. Valdera si voltò. Una figura alta, anche più di lei, in un mantello del colore del crepuscolo, la fissava. La testa era coperta dal cappuccio, nascondendo ogni caratteristica a parte gli occhi brillanti.

"Sabrina," commentò seccata. "Come se mi servissero i tuoi farfugliamenti sadomasochistici." Sabrina continuò imperterrita.

"Non puoi fuggirlo. Il tuo sangue vi è legato, è il tuo destino ineluttabile. E hai visto Ashura, come le profezie si stanno dimostrando veritiere. Gli opposti si riuniranno. Questo è certo." Valdera sospirò. Qualcosa le solleticava una guancia, e lei asciugò irosamente una lacrima. Poi crollò sulle ginocchia, incontrando il terreno roccioso, e guardò le sue pallide mani sottili.

"Le profezie possono essere spezzate!" singhiozzò cercando di rifiutare i suoi pensieri. Guardò il cielo, in segno di sfida. "E troverò un modo per farlo!"

Ma Sabrina non era più lì. C'era solo l'aria, morta come quella città.

Valdera tolse una ciocca dei suoi capelli biondi da un occhio. Era tempo di avere un nuovo incontro con Misty. Un incontro più serio. Ash poteva appartenere solo ad una sorella... lei.

Fine della decima parte


POKEDEX

PIKACHU OMBRA

Tipo 1: Ombra
Tipo 2: Elettricità

Attacco: Lama d'Ombra
Tipo: Ombra/Lotta
In forma di lama, un fendente che può essere lanciato a distanza sorprendente, e tagliare qualunque sostanza conosciuta.


*Nd^Kane^: la nave della Lega, secondo Ace, era una banalissima "Classe Tre", o per la precisione una Class Three Pokemon League Destroyer Battleship. Visto che perfino i militari americani hanno più stile nell'affibbiare nomi (mai visto Ottobre Rosso? E' un Typhoon), ho pensato di fare una piccola modifica: ora è un Incrociatore da Guerra classe Inquisitor, un Inquisitore. Carino, no^_^?

  
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