Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Scarr    05/09/2012    4 recensioni
C'era una volta, una ragazza che, a causa della sua adolescenza difficile, aveva deciso di diventare la Cacciatrice più brava, diventando anche superba e senza amici. Qui non ci sono principi o reami incantati. C'è solo un ragazzo, un semplicissimo ragazzo, che le farà scoprire il significato della fiducia, e, soprattutto, dell'amore.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo tre.

 

Qualcuno continuava a bussare alla porta d’ingresso.
Solo una volta, da quando abitavo lì, qualcuno era entrato in casa mia, ed era perché il re e la regina avevano deciso di assegnarmi il compito di giudicare i Ribelli nel ‘giorno del taglio delle gole’.
E non ci misi molto a capire il perché fossero qui stasera.
Mi voltai verso Andrew, che finalmente sembrava un po’ spaventato, e iniziai a fargli cenno con le mani di nascondersi da qualche parte.
Lui non capì subito, e fece un’espressione perplessa.
Alzai gli occhi al cielo, poi gli sussurrai:
-Muoviti! Nasconditi!
Anche lui alzò gli occhi al cielo, come per dire ‘grazie, non l’avevo capito.’
Poi si nascose nella mia camera.
Andai alla porta, cercando di coprirmi di più.
Appena mi affacciai, notai che c’erano tre, o quattro guardie fuori da casa mia.
Sembravano tutti spaventati e irrequieti, perché continuavano a guardarsi intorno, senza proferire parola.
Toccò a me iniziare a parlare.
-Si? Cosa volete?
-Signora.. ci dispiace di averla svegliata, m-ma è un’emergenza.
-Ah, si? Che tipo di emergenza?
La guardia che avevo davanti cominciò a sudare. Se ne accorsero anche le altre, perché una si fece coraggio e uscì dal gruppo.
-Il ragazzo che avete messo in prigione, signora, è scappato.
-Scappato? E come ha fatto, se posso saperlo?
-Be’, è stato molto furbo.. e veloce! Abbiamo cercato di fermarlo, ma deve aver imparato a difendersi molto bene.
Non ridere, non ridere, non ridere.
Fu davvero molto difficile, ma ci riuscii.
-E perché state qui impalati? Muovetevi, andate a cercarlo!
-Ma signora.. abbiamo visto che si dirigeva qui..- balbettò.
-Si, certo! E secondo voi, una persona così furba e veloce sarebbe venuta da me?- Appena vidi un po’ di consapevolezza della situazione nei loro occhi, continuai: -Su, andate via, prima che mi arrabbi sul serio.
Scapparono via, farfugliando scuse senza senso e inciampando sui sassolini del vialetto.
Per la terza volta quel giorno, mi venne una gran voglia di ridere.
Non capivo il perché. Era colpa di Andrew?
O ero io che pian piano stavo cambiando?
Tornai dentro, e mi diressi verso la mia camera.
Quando aprii la porta, vidi Andrew sdraiato tranquillamente sul mio letto, come se fosse il suo.
Mi sorrise e disse:
-Quindi non sono né furbo né veloce?
Fece un’espressione imbronciata, da cucciolo, forse perché voleva cercare di farmi ridere.
Per poco ci riuscì.
Ma mi limitai a sorridere anch’io, dicendo:
-Non molto.
Ridacchiò piano, poi mi chiese, improvvisamente serio:
-Perché fai così?
Il mio sorriso lentamente sparì.
-Così come?
-Come se odiassi tutti. Perché lo fai?
Ritornai al mio sguardo truce, che avevo usato solo un minuto fa.
Come faceva a farmi cambiare umore in così poco tempo?
-Io non faccio niente. Sono così. Che ti piaccia o no.
Iniziò a ridere, non accettando la risposta che gli avevo dato.
Alzai le sopracciglia, e per poco non lo colpii.
Cercai di controllarmi, tenendo le mani a pugno.
-Ah-ah. Certo, come no.
-Dico sul serio!
-E io non ti credo. La ragazza che mi ha fatto entrare in casa sua, non è la stessa che mi ha arrestato stamattina. Ammettilo.
Ok, stavo iniziando ad arrabbiarmi seriamente. Perché doveva sempre dire quello che pensava, alla faccia delle buone maniere o della buona educazione?
-Lo dico solo a patto che tu ammetta di essere un gran maleducato.
-Ah, per questo non ci vuole un patto. So di essere maleducato, ma è questo che fa impazzire le signore.- rispose, facendo uno stupidissimo, ma devo dire anche abbastanza seducente, sorriso sghembo.- Adesso tocca a te.
Feci un bel respiro profondo.
Quand’era stata l’ultima volta in cui qualcuno era riuscito a tirarmi fuori tutto? Parlare con Andrew sembrava così facile, come bere un bicchier d’acqua. Ma probabilmente era perché era la primissima volta in cui qualcuno sembrava volermi ascoltare, ma ascoltare veramente.
Allo stesso tempo, però, avevo una gran paura.
Che cosa sarebbe successo se gli avessi raccontato tutto?
Era un’idea assurda, inconcepibile. Raccontare la verità, per me, era sempre stato associato alla fine di tutto.
Come se il mondo avrebbe potuto andare in frantumi se anche solo ci avessi provato.
Ma ne avevo bisogno, dovevo ammetterlo.
Credevano tutti che fossi di ghiaccio, e si divertivano a riderci su.
A pensarci bene, quella situazione non era tanto diversa da quando ero adolescente, solo che adesso la gente rideva di me a causa della mia maschera, non di quello che ero veramente.
Rilasciai tutta l’aria che avevo preso, e dissi:
-Lo ammetto.
Due parole.
Due parole grosse come un masso.
Era come se mi avessero tolto un peso dallo stomaco, che non sapevo di avere.
All’improvviso iniziai a sorridere, poi il sorriso diventò una risata, che si unì a quella di Andrew, che, anche se sorpreso, sembrava contento che avessi detto la verità.
E, wow, che bello ridere.
Mi piaceva da matti, non volevo più smettere.
Dopo qualche minuto iniziai a sentir male alla pancia, allora mi fermai.
Ma mi rimase ancora quel sorriso ebete sulla faccia, che non riuscivo a mandar via.
Anche Andrew sorrideva.
-Vedi? Non era così difficile.
Presi un cuscino e glielo tirai.
Non era così difficile?
Ma scherziamo?
Lui rise per un attimo.
-Ok, ok, me lo meritavo.
Mi guardò, e, non sapevo il perché, sentii qualcosa alla pancia, che non avevo mai provato.
Lo associai alla lunga risata di prima, e me ne sbarazzai guardando da un’altra parte.
-Allora.. me lo fai fare un giro della casa o no?
Lo guardai di nuovo.
Non mi aveva nemmeno chiesto perché recitassi quella parte.
Forse non voleva saperlo.
Forse preferiva aspettare.
Non ne avevo idea, ma gliene fui davvero grata.
Non ero ancora pronta per quello.
-Ancora no.
-Che cosa? Perché?
-Ancora non mi hai detto perché ti sei nascosto da me.
Mi guardò perplesso, e, non vorrei sbagliarmi, anche un po' imbarazzato.
-E invece sì, te l’ho detto. Sei la prima persona che mi è venuta in mente. Non è così difficile da capire, mi pare.
-Mh, si. Certo. Dai, ti trovo un posto per dormire.
Mentre camminavo tra i corridoi di casa mia, in cerca di un posto per Andrew, mi chiedevo se quello fosse un segno.
Magari erano i miei genitori che me lo avevano mandato.
Magari volevano che cambiassi strada, che facessi vedere la parte migliore di me, quella vera.
Magari, mia madre aveva deciso che qualche volta non ero capace di agire di testa mia.
E mi aveva aiutato.
O magari no.
Magari era solo perché mi mancavano terribilmente, che immaginavo queste cose.
Tornai in camera mia.
-Andrew..- iniziai.
Ma Andrew dormiva beatamente sul mio letto.
Sembrava un leoncino addormentato, forte e innocente allo stesso tempo.
Ormai non mi dicevo più di smetterla di pensare a quel modo.
Mi dicevo soltanto:
D’ora in poi, sarò solo me stessa.

 

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Ehilà, quattro gatti! *smettila, almeno quelli ti seguono!*
Anche oggi la nota sarà corta: in questo capitolo ci sono meno riflessioni del solito, perchè non ce n'era un gran bisogno.
Questo non vuol dire che non ci siano! E' la parte che mi piace di più, come potrei non metterla?
Ma comunque, tornando a noi.
Sto pian piano entrando nella testa di Annabelle. Ormai siamo una cosa sola. Si vede? Lo spero!
Comunque, non vedo l'ora di farvi sapere cosa succederà nei prossimi capitoli, la sottoscritta ha un po' di belle idea che gli frullano nel cervello, e che non vede l'ora di mettere per iscritto.
Quindi, che ne dite di farmi salire di almeno una tacca la mia autostima, per farmi continuare, con una recensione?
Non vi si bruciano mica le dita é_è
Grazie mille!

Scarr.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Scarr