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Autore: Lucre12    05/09/2012    0 recensioni
Questa storia è di genere romantico e fantasy. E' ambientato nell' Ottocento e narra di una ragazza che ha commensso un grave sbaglio.
"Cos’altro poteva capitare a una giovinetta che indossava un bracciale scacciasogni anche quando era sveglia?"
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Il Braccialetto d'oro zecchino


Quell’estate al cottage

C’era una volta una giovane bella e di buona famiglia.
Ella era la figlia di un nobile inglese e una dama scozzese, i quali l’avevano educata e istruita secondo tutti i criteri che dovevano essere seguiti in quegli anni. Nonostante d’inverno vivesse a Londra, la fanciulla trascorreva l’estate nel cottage della nonna materna, in Scozia. La vecchina non invitava solo la famiglia della sua unica figlia, ma anche tante altre famiglie scozzesi da lei favorite. Tra esse c’era una nobile famiglia di Edimburgo, la quale aveva stretti legami d’amicizia con la famiglia della figlia della loro ospite. Specialmente uno dei figli che era il migliore amico della fanciulla sin da bambini. Essi trascorrevano ottime passeggiate all’aperto, svolgevano diversi giochi, gite avventurose, danze campestri, ideavan progetti che un giorno avrebbero fatto insieme  poiché pensavano che non si sarebbero mai separati. Anche quando sarebbero cresciuti. Ma un giorno il ragazzo fu costretto dai genitori ad entrare nell’esercito e sarebbe tornato solo dopo cinque anni. Per la giovane cinque anni sembravano una vita e così il caro amico le promise che quando sarebbe tornato avrebbero trascorso un’estate indimenticabile.
“Tornerò presto! Al mio ritorno sarà come se non fossero mai passati cinque anni! Trascorreremo un’altra estate felice! Insieme!”
Allora lei aspettò. Trascorrendo l’estate senza il suo amico si accorse che venivano ospitati tantissimi suoi coetanei al cottage: non ci aveva mai fatto caso agli altri poiché c’era sempre stato lui. E con l’aumentare della nostalgia lei lo sognava tutte quante le notti. Sognava loro due che ridevano, scherzavano ,giocavano e ogni volta in cui si svegliava era sempre più felice perché sapeva che presto quei sogni si sarebbero avverati. Ogni giorno che passava, ogni istante lei capiva che i sentimenti che provava verso di lui erano diversi dall’amicizia e dall’affetto.
Ormai la fanciulla era follemente innamorata del caro amico.
Passarono cinque anni e entrambi i giovani erano cresciuti: la prima era fiorita in tutta la sua bellezza, il secondo era diventato forte e gagliardo. Chissà se anche qualcos’altro era cambiato! Appena il giovane arrivò al cottage a cavallo, la fanciulla corse immediatamente per abbracciare il caro amico, ritornando ad essere la bambina di una volta.
“Finalmente … saremo di nuovo insieme!” Mormorava tra sé in mentre correva.
Ed ecco che egli la salutò con un semplice baciamano, evitando un incontro di sguardi.
“Sono felice di rivederla … Milady”.
Non si sarebbe mai aspettata quest’azione . Ma, alla fine ,doveva capire che comunque costui aveva trascorso cinque anni nell’esercito. Passarono i giorni ma sembrava che il ragazzo la evitasse. Egli si comportava normalmente con tutti tranne che con lei: sorrideva a tutte le giovani dame tranne che a lei, scherzava con i suoi coetanei tranne che con lei, proferiva lunghi discorsi con tutti tranne che con lei. La fanciulla iniziava a insospettirsi  e cominciava a chiedere ai suoi genitori e alla nonna se avessero notato qualche comportamento strano del giovanotto nei suoi confronti. Ma tutti le rispondevano che, nonostante fosse stato nell’esercito e fosse maturato, era rimasto alla fin fine quel giovane di una volta. Allora la fanciulla tentò in tutti i modi di far ricordare al caro vecchio amico la sua promessa. Niente da fare: era come se lui non fosse mai tornato al cottage, come se fosse rimasto ancora nell’esercito. E lei continuava a sognarlo, ma questa volta, invece di svegliarsi col sorriso stampato in faccia, si svegliava piangendo perché i suoi sogni non si sarebbero mai realizzati. Ormai la sua disperazione faceva appassire la sua bellezza e la stava facendo ammalare.  La nonna si accorse immediatamente di ciò e ,per renderla felice come una volta, le regalò un braccialetto d’oro zecchino, il quale non le avrebbe più permesso di sognare il giovane soldato.
“Mia cara nipote, prendi questo bracciale che mi fu donato tanti anni fa. Ma fai attenzione! Se indosserai questo bracciale anche quando sarai desta, ti pentirai di averlo usato!”
La nipote acconsentì e cominciò a sognare sogni molto strani ma che non la facevano soffrire. Quei sogni e quel braccialetto iniziarono a influenzarla, dandole più fiducia in se stessa. Cominciò a partecipare a tutti i discorsi che facevano soltanto gli uomini, contraddicendo ogni singola parola del caro vecchio amico. Cominciò a essere costantemente in competizione, in qualsiasi , con il fiero soldatino. Per non parlare del suo continuo civettare con tutti i gentiluomini al cottage! Tutto questo per ottenere la sua attenzione. No, quella non era fiducia in se stessi : era orgoglio. Ma cos’altro poteva capitare a una giovinetta che indossava un bracciale scacciasogni anche quando era sveglia?
Arrivò l’ultimo giorno dell’estate, giorno in cui si svolgeva una grande festa da ballo d’addio. La giovane, emozionata, sapeva che avrebbe ballato con il giovane soldato e che entrambi avrebbero dichiarato il proprio amore. La sera si diede inizio alle danze, alle quali partecipavano dame con lussuosi vestiti.  La giovane aveva sfoggiato un elegante vestito di un rosso acceso che la rendeva più bella di tutte. Ballò con tutti i gentiluomini eppure ,durante ogni ballo , cercava con lo sguardo il caro amico. Finalmente egli si presentò con un sorriso più raggiante che mai e tutte le dame,civettuole, gli chiesero di ballare con loro. Il soldato rispose che presto avrebbe ballato con tutte. Quando le fanciulle si allontanarono da lui , la giovane si avvicinò e anche lei gli chiese un ballo. Ma egli le rispose che non avrebbe ballato con lei. Non usò scuse, né giustificazioni. Un “NO” netto. Ella si sentì offesa, ma non si arrese. Dunque chiese alla nonna di far condurre il ragazzo, alla fine del ballo, prima che avessero acceso i fuochi artificiali, in una piccola terrazza, dove la fanciulla lo avrebbe aspettato. Giunse quel momento e il giovane soldato fu portato nella terrazza.
“Lady Juliet mi desiderava? ” Chiese Henry con uno sguardo innocente.
“Da quanto tempo non mi chiamavi per nome Henry…
Quanti anni sono trascorsi! Ti ricordi? Ti ricordi della nostra amicizia, dei nostri giochi, delle nostre passeggiate… mi avevi promesso che saremo stati di nuovo insieme e ora rifiuti anche un ballo con me!” Disse con aria imbronciata ma mostrando un dolce sorriso.
“Naturalmente ricordo la nostra infanzia. Cinque anni non son tanti …”
“Davvero? A me non sembra ,mio caro Henry , dal modo in cui mi hai trattata in questi mesi!
Perché non hai mantenuto la promessa?” Lo interruppe bruscamente.
“Oh Juliet quanti cambiamenti sono avvenuti in questi anni…
Ormai siamo cresciuti e prenderemo strade diverse: io viaggerò come ho sempre sognato e tu passerai estati serene al cottage e una vita mondana d’inverno.”
Rispose con lo stesso tono che usava con lei cinque anni fa.
“Abbiamo fatto così tanti progetti insieme! Abbiamo desiderato di compiere tanti viaggi avventurosi INSIEME! E ora tutti questi sogni scompaiono. Ho fatto di tutto per ricordarti la promessa e fartela mantene…”
“ No Juliet” Il suo sguardo divenne cupo e glaciale nello stesso tempo, facendo venire dei brividi alla schiena della giovane. “Tu mi hai soltanto allontanato da te. L’orgoglio ha fatto sparire la Juliet che conoscevo … quella che amavo come una sorella. E ora smettila di vivere nei ricordi: vivi la tua vita!”
“Ma Henry … la mia vita non ha senso se tu non sei con me … al mio fianco … io ti amo!”
Disse Juliet singhiozzando.
In quel momento calò un silenzio anormale come se si fosse fermato il tempo, come se fossero esistiti solo loro al mondo. Ma ecco che  quel silenzio venne interrotto dalle voci degli invitati, i quali si stavano preparando per assistere allo spettacolo dei fuochi artificiali. Allora Henry proferì queste parole con voce bassa e calma :
“Il tuo amore non mi è mai interessato. Purtroppo non potrò mai ricambiarlo come invece ho fatto con l’affetto. Ma ormai neanche l’amicizia potrà legarci. Questa notte partirò per la Francia e non so se un giorno ci rivedremo. Che Dio ti protegga Juliet.”
E così abbandonò la fanciulla in terrazza mentre i fuochi variopinti illuminavano le sue lacrime.
Quella stessa notte la giovane pianse disperatamente per ore ed ore e, quando smise, prima di addormentarsi, capì che ormai aveva perso quel ragazzo che conosceva, il suo primo e vero amore.
E allora si tolse il braccialetto per sognarlo, illudendosi che sarebbe rimasto con lei.
Iniziò il sogno: poteva sentire il suo respiro sulla sua pelle, accarezzare il suo morbido viso, guardare quegli occhi di un colore così intenso che la facevano rabbrividire, tenere le sue calde mani e sfiorare le sue labbra con le sue. Voleva che quell’istante non finisse mai. Per questo non aprì mai più gli occhi.
  
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