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Autore: __WeatherlyGirl    06/09/2012    3 recensioni
Cosa succederebbe all'NCIS se una ragazza arrivasse e sconvolgesse gli equilibri? Come reagirebbe il Team Gibbs? E, soprattutto, cosa dovrei fare, se quella ragazza fossi io?
Genere: Generale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs, Un po' tutti, Ziva David
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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GIUSTO PER COMINCIARE...HELLO GIBBLETS!
Questo capitolo serve solo a collegare
il capitolo 1 al 3.
Comunque, spero che vi piaccia
lo stesso. :)
xo



APPROCCIO SBAGLIATO

 

Usciti dall’ascensore McGee ci guardava confuso, non capiva chi fossi e come avessi fatto a procurare un tale scompiglio nella squadra. Probabilmente era appena arrivato e Tony e Ziva non l’avevano ancora informato sull’accaduto. Andai verso la sua scrivania, gli porsi la mano e mi presentai. Lui rispose con un cenno del capo, non dicendo una parola. La cosa mi colpì, da quello che avevo sentito McGee doveva essere il più educato della squadra, invece si presentava a malapena. Gibbs gli parlò in modo imperativo, “McGee, accompagna la signorina Ruzzi in sala riunioni. Vi raggiungerò tra poco.” Passai davanti alle scrivanie di Tony e Ziva; l’uno non mi guardava, come se avessa timore di incrociare il mio sguardo, l’altra cercava di non lasciar trapelare emozioni, con scarsi risultati. Notai, però, che speravano che Gibbs mi facesse portare in sala interrogatori, proprio come me. Mi avevano detto che Gibbs era un uomo dalle mille sorprese, ma non credevo che cominciasse così presto. Silenziosamente seguii McGee.

“Cosa farai di lei?” chiese Tony a Gibbs.

“Ancora non lo so, DiNozzo. Hai un’idea?”

“Da parte di chi viene?” s’intromise Ziva

“Dalla Young CIA. Nessuno può sapere dove ci porterà parlare con lei. Tony, voglio tutto su un certo Edmund Grey. Ziva, fa lo stesso con Camilla Ruzzi.”

“Ti fidi di lei, Boss?” chiese Tony.

“Non ho altra scelta...” e Gibbs si diresse verso la sala riunioni.

Nella squad room Tony e Ziva ripresero a parlare, durante la mia conversazione con Gibbs nell’ascensore erano rimasti entrambi in silenzio.

“Ziver, tutto bene?” Ziva si asciugò le ultime lacrime e rispose “Sì, ora sto meglio”

Tony si alzò e raggiunse la scrivania della collega, si mise a chinino davanti a lei e disse “Se hai bisogno di qualsiasi cosa io ci sono,” Ziva gli prese la mano

“Grazie Tony, sei un vero amico.” Tony fece una smorfia e tornò alla scrivania.

Amico, pensò, cosa vuol dire amico? Ziva sorrise guardandolo negli occhi, aveva capito a cosa stesse pensando.

 

 

McGee e io raggiungemmo il secondo piano a piedi, poi girammo a sinistra e McGee fece per indicarmi la strada

“Non si preoccupi agente McGee” lo guardai sorridendo “conosco abbastanza bene quest'edificio” La faccia di Tim divenne interrogativa, si chiedeva se fossi mai stata all’NCIS.

“No,” risposi al suo quesito inespresso “non sono mai stata qui, ma ho studiato attentamente la piantina.” Parlando avevamo raggiunto la sala riunioni, lui galantemente mi aprì la porta e io mi accomodai su una delle poltrone.

“Caffè?” mi chiese

“Dipende per quanto tempo mi terrete qui”

“Signorina Ruzzi...”

“Camilla, la prego, mi dia del tu”

“Camilla, questa lo sa solo Gibbs.”

“No, niente caffè, comunque. Ho sentito dire che il vostro è il peggiore di tutta Washington” poi adagiai la testa allo schienale della poltrona e chiusi gli occhi. Quando gli riaprii poco dopo McGee era scomparso e al suo posto c’era Gibbs.

Vidi davanti a me una tazza di caffè fumante

“È molto amaro, spero le piaccia” mi disse Gibbs indicandolo

“Adoro tutto ciò che è amaro, tranne le sorprese” accennai ad un sorriso e bevvi un sorso.

“Veniamo a noi, Camilla, di che aiuto ha bisogno.”

“Del suo” e mi passai la lingua sul labbro superiore, senza incrociare lo sguardo di Gibbs

“Riguardo a cosa?”

“Prima di rispondere, mi permetta di darle un consiglio.”

“Dica”

“Se ha incaricato l’agente DiNozzo o l’agente David di cercare informazioni sul mio conto, sappia che non troveranno nulla.” Gibbs fece una smorfia, che trasformò in sguardo interrogativo.

“Mi spiego,” Gibbs era diventato serio, come poco prima nell’ascensore “quando sono arrivata in America il mio passaporto indicava un nome diverso da Camilla Ruzzi, e anche i miei amici mi conoscono con un’altra identità.”

“Ci sono troppe cose che non sappiamo di lei, signorina Ruzzi.”

“Lasci che gliele racconti, allora” Gibbs scosse la testa

“Mi parli della Young CIA,” 

“Le ho già detto tutto.”

“Allora mi dica di cosa ha bisogno”

“Voglio essere libera.” Gibbs non capiva, continuava a guardarmi in modo interrogativo, ma alla mia risposta rimase sorpreso. La mia voce cominciava a rompersi, e i miei occhi si gonfiarono

“Cosa significa, Camilla?”

“E’ stato un errore venire, le ho detto tutto ciò che sapevo, arrivederci” E mi alzai.

Gibbs mi mise una mano sulla spalla e mi spinse contro la sedia

“L’unico posto in cui va è la sala interrogatori, ne ho abbastanza di lei.” Uscì in fretta dalla sala riunioni mentre io rimasi a sedere. Le lacrime scendevano rapide sul mio volto. Iniziai a singhiozzare.

 

Gibbs raggiunse in ascensore la squad room

“Parlatemi!” disse rivolto a Tony e Ziva, iniziò DiNozzo

“Edmund Grey è un investigatore privato, ho trovato il suo indirizzo e numero di telefono. McGee è già da lui.”

“Ziver!” continuò Gibbs

“Assolutamente nulla su Camilla Ruzzi, Boss. Sono desolata, non so cosa dire” Ziva e Tony erano sconvolti dal non aver trovato nulla su di me

“Non è colpa tua, Ziva” disse Gibbs “Quella ragazza ne sa una più del diavolo”

“Grazie, agente Gibbs!” La mia voce li fece sobbalzare

“Cosa ci fa qui?” 

“Nulla, mi annoiavo a stare da sola” avevo capito che l’approccio dolce con Gibbs non avrebbe funzionato. Non dovevo muoverlo a compassione, dovevo farlo adirare talmente tanto da ascoltarmi per sfinimento. La cosa avrebbe impiegato qualche tempo, lo sapevo, ma ne avevo bisogno.

“DiNozzo, accompagna la signorina Ruzzi in sala interrogatori. Poi di lei si occuperà Ziva” Prima di seguire Tony mi avvicinai all’agente David “Scusi, Ziva.” Poi uscii di scena.

Appena mi fui allontanata abbastanza da non sentire, Ziva approcciò Gibbs.

“Io dovrei interrogarla?”

“Sì,” Gibbs parlava in modo paterno “spero non ci siano problemi”

“Spero anche io, ma non credo di essere la persona più indicata.”

“Sì, Ziver, lo sei.”

 

Ziva arrivò in sala interrogatori un minuto dopo di me. Era agguerrita, pronta a combattermi

“Cosa vuoi da noi, Camilla?”

“Parlarvi, agente David”

“Chi ti manda?”

“Me stessa-” la risposta sconvolse Ziva, si aspettava che rispondessi la Young CIA

“Stai dicendo che la Young non ti ha mandata?”

“Nossignora, l’agenzia mi ha detto di mettermi in contatto con voi riguardo al caso Reynolds, io sono venuta perché ho bisogno del vostro aiuto. Anzi, sono contenta che mi stia interrogando lei”
“Perché?” Ziva era incuriosita dalle mie risposte, e in un certo senso intimorita.

“Perchè so di potermi fidare di lei, agente David” Il mio sguardo fece scattare qualcosa in Ziva, qualcosa che non capii cosa fosse

“Dimmi perché io”

“Ziva, io e te siamo molto più simili di quanto tu creda. Solo tu puoi capire cosa significhi per me arrivare qui.”

“Hai ragione...”

“Ho bisogno di parlarti in privato, senza che ci spiino dietro quel vetro. Non posso fidarmi di nessuno, proprio come te”

“Io posso fidarmi di qualcuno, Camilla” 

“Già, tu hai Tony” risposi. Le brillarono gli occhi.

“Non solo lui” Ziva si era appoggiata allo schienale, poi venne con il busto verso di me “Questa sera al bar della base alle otto?”

“Non posso in pubblico, la Young ha occhi e orecchie dappertutto. Casa tua?” Ziva estrasse un foglietto dalla cartellina che teneva sul tavolo

“No,” la fermai con la mano “conosco il tuo indirizzo” E le feci l’occhiolino. 

“Adesso parlami di Reynolds” Ziva era diventata affabile

“Gli hanno sparato alla schiena con una calibro quarantacinque,”

“Come lo sai?” 

“Me lo hanno detto alla Young”

“Vai avanti”

“Reynolds era un Marine coraggioso, veterano della guerra del Golfo, non sarebbe mai fuggito da degli inseguitori. Soprattutto, teneva sempre con sé una pistola. Scommetto che troverete tracce di bruciature intorno alla ferita,”

“E’ stata un’esecuzione.”

“Esatto”

“Per caso, alla Young dicono anche da parte di chi?” Mi guardai intorno e sorrisi

“Quanto avrò per dirvi questo?” Ziva si avvicinò a me

“Quanto chiedi?”

“La fiducia dell’intera squadra durante questa settimana” Si sentii la voce di Gibbs venire dalla stanza adiacente “Si può fare”

Sorrisi nuovamente, rivolta verso lo specchio alle mie spalle

“Grazie, Gibbs.” Poi mi voltai verso Ziva “Alla Young dicono che sia stato Grey”

“E il complice?”

“La moglie di Reynolds.”

   
 
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