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Autore: Mugiwara no Rufy    06/09/2012    1 recensioni
Avvertenza: questa fic contiene spoiler, chi non e' spoilerato faccia attenzione.
Siamo nella saga di Bourbon e la storia parte dopo gli eventi del file 800. Come nel manga tutto torna alla normalita', e da qui inizia la storia.
Sembra una giornata tranquilla, quando una telefonata strana arriva a casa Mouri: Conan, Ran e Kogoro, insieme al suo assistente Amuro raggiungono una donna che ha chiamato Kogoro per un caso: da quel giorno la vita di Conan verra' sconvolta da mille eventi e non sapra' piu' che aspettarsi, specie con la minaccia di Bourbon, di Gin e di tutti gli altri, incluso il boss dell'Organizzazione.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Conan dormiva tranquillo nella sua camera in penombra, dove alcuni raggi del sole filtravano: la sveglia nel comodino accanto al suo letto segnava le 10:30.
Kogoro nell’altra stanza, dormiva anche lui, russando fragorosamente, e Ran dormiva tranquilla proprio come Shinichi: a un certo punto il rumore di un clacson li fece sobbalzare tutti e tre.
I tre uscirono ognuno dalla propria stanza, con Conan in testa al gruppetto e si affacciarono alla finestra, mentre il clacson continuava a suonare ripetutamente: sotto l’agenzia videro una RX-7S bianca, inutile dire che capirono subito a chi apparteneva quell’auto, ovvero ad Amuro.
Il ragazzo dalla pelle scura usci’ dall’auto esclamando “ Finalmente! Eravate ancora a letto, eh? Forza, dobbiamo andare o no?”
Ran corse subito a farsi una doccia e a prepararsi, mentre Kogoro gli sbraito’ contro “ Come cavolo ti viene in mente di fare cosi’? A nessuno piace essere svegliati in questo modo!”
Amuro assunse un espressione ebete “ Mi scusi, non sapevo che non le piacesse questo metodo!” ma Kogoro lo interruppe continuando a urlare “ Taci! Prova a rifarlo e non sarai piu’ il mio assistente!” e mentre andava in camera sua a prepararsi, borbotto’ “ Ma guarda un po’ questa gente..”
Conan non disse nulla, ma diede ragione a Kogoro, anche lui era molto seccato di come era stato svegliato, e tra uno sbadiglio e l’altro ando’ anche a lui a prepararsi.
Mezz’ora dopo i tre uscirono dall’agenzia e raggiunsero Amuro, che decreto’ che a fianco a lui doveva sedersi Kogoro per indicargli la strada, e cosi’ Ran e Conan si accomodarono sui sedili posteriori.
Kogoro tiro’ fuori dalla tasca un foglio spiegazzato, e quando lo apri’ disse “ Secondo la mappa che mi e’ stata data la villa e’ fuori da Tokyo, a mezz’ora da qui.”
“ Capisco, quando ci troviamo a dei bivi, mi indichi la strada da prendere!” rispose Amuro accelerando un po’.
Come Kogoro aveva previsto, arrivarono a destinazione in mezz’ora: si trovarono davanti a una villa imponente.
Il cancello d’ingresso era alto piu’ di due metri, il giardino non si poteva neanche definire cosi’ perche’ ci stavano un paio di palazzi da quanto era immenso.
La villa poi era pitturata interamente di rosso, incluse le finestre e cio’ faceva sembrare tutto un'unica grande distesa rossa, se solo non fosse stato per la porta d’ingresso che si distingueva facilmente.
Il commento di Ran davanti alla villa fu “ Che lusso! Quanto sarebbe bello vivere in un posto del genere!”
Amuro replico’ calmo “ Ran ricorda, i soldi non fanno la felicita’ e neanche il lusso. Una villa puo’ essere bella quanto vuoi ma se non hai le persone a cui vuoi bene con la quale viverci, anche un posto cosi’ lussuoso puo’ diventare un inferno.”
“ Ah.. hai ragione Amuro, non ci avevo proprio pensato” rispose a disagio la figlia del detective Mouri e il ragazzo le sorrise.
Ran pero’ era rimasta turbata da quelle parole: quel velo malinconico che aveva notato nei suoi occhi le aveva messo ansia. Ma Ran non era stata l’unica ad accorgersene: Conan lo scrutava perplesso.
L’unico che sembrava non averci fatto caso era Kogoro, che sbraito’ “ Forza, muovetevi senza perdervi in ciance! Mica dobbiamo andare a prendere il te’!”
Il detective baffuto suono’ il campanello, mentre gli altri tre si affrettarono a raggiungerlo.
Quando la porta si apri’, si vide davanti una ragazza con un grembiule grigio, e una crestina bianca in testa, che domando’ “ Chi siete voi?”
Kogoro rispose “ Sono il detective Mouri, la signora Shigei Tokuko mi ha invitato qui per risolverle un caso.”
La cameriera sgrano’ gli occhi “ Allora e’ lei il famoso Kogoro Mouri! Prego, la padrona vi aspetta nella saletta del te’!”
Mentre la cameriera li guidava, a fianco a loro videro correre una moltitudine di cameriere, vestite identiche a quella che aveva aperto a loro la porta: ma non era finita perche’ videro passare di fretta anche un gruppetto di cuoche che borbottavano qualcosa sul buffet degli invitati.
Conan sorrise sarcastico: in quella casa gigantesca con un giardino gigantesco c’erano una moltitudine di cameriere, cuoche e anche sale rinonimate come sala del te’ e chissa’ che altro ancora!
Pero’ lo incuriosiva cio’ che borbottavano le cuoche a proposito di un buffet: chissa’ a che si riferivano.
La cameriera apri’ una porta e annuncio’ “ Signora, e’ arrivato il detective Mouri.” Una voce rispose “ Benissimo, falli accomodare.”
La cameriera sorrise e fece cenno di entrare: non appena i quattro entrarono nella cosiddetta sala del te’, si guardarono attorno.
Era una comune stanza: aveva i muri dipinti di azzurro, delle poltrone verdi, e un tavolino rettangolare. In fondo alla stanza c’era un camino che sembrava non utilizzato dal precedente inverno, e che sembrava talmente fuori luogo in una giornata d’estate.
Kogoro tiro’ un sospiro di sollievo per il fatto che fosse spento. Poi vide una donna seduta in una poltrona: era proprio Shigei Tokuko.
La donna non dimostrava piu’ di quarant’anni, aveva i capelli biondi e lunghi, e gli occhi verdi: ma i suoi occhi erano anche molto tristi.
Kogoro fece le presentazioni “ Piacere, io sono il detective Mouri, lei e’ mia figlia Ran, questo e’ il piccolo Conan che per il momento vive da noi e lui e’ il mio assistente Amuro!”
Shigei strinse la mano a Kogoro e Ran e scompiglio’ i capelli di Conan: quando strinse la mano ad Amuro lui fece un sorrisetto, e si rivolse a lei con un tono indecifrabile “ Sa, lei mi ricorda una mia conoscente: siete molto simili, solo che lei ha gli occhi verdi mentre la mia conoscente li ha azzurri”
Shigei fece un sorriso di cortesia, mentre Conan rifletteva “ Ora che ci penso, anche a me questa donna ricorda qualcuno…”
Dopodiche’ la donna si sedette di nuovo e fece accomodare i quattro nelle poltrone di fronte a lei.
Mentre la cameriera arrivo’ con delle tazze di te’ per i quattro,Kogoro prese la parola “ Allora, mi ha detto che dovevo cercare il suo salvatore di vent’anni fa, me lo puo’ descrivere?”
La signora rispose “ No. Dopo l’incidente i miei ricordi sono stati tutti scombussolati e non mi ricordo piu’ niente, mi dispiace tanto.”
Kogoro alzo’ un sopracciglio “ Ma allora come faro’ a trovarlo?” e a quel punto Amuro intervenne “ La signora non ci avrebbe chiamato se non sapesse come fare a trovarlo, scommetto che sa dov’e’”
La donna era stupita “ Eccellente deduzione ragazzo. Pero’ non sono sicura di dov’e’, e’ solo una mia deduzione.
Oggi in casa mia festeggiamo il compleanno di mio figlio ed e’ venuta gente altolocata da ogni parte: fra questi ci sono anche dei miei amici d’infanzia, penso che il mio salvatore si nasconda fra loro.”
“ E dov’e’ il salone in cui si terra’ la festa?” chiese Ran. Shigei si alzo’, e disse in tono chiaro e conciso “ Vi ci porto subito, seguitemi.”
Il gruppetto la segui’: fecero due rampe di scale, fino a quando Shigei non si fermo’ davanti a un portone marrone, piu’ grande di quello della sala del te’.
Usando entrambi le mani, lo apri’ e Kogoro, Ran, Conan e Amuro si trovarono davanti uno spettacolo: un salone immenso era illuminato da tre grandi lampadari, che emettevano della luce gialla, c’erano una ventina di tavoli pieni di cibo, e di roba da bere, tra cui spiccavano il vino e il te’.
A occhio e croce potevano esserci cinquecento persone, gli uomini chiacchieravano con dei bicchieri di vino in mano, mentre le signore conversavano tra loro sedute su delle sedie raffinate, con delle tazzine da te’ in mano.
Kogoro aveva l’acquolina in bocca per tutto quello che c’era sui tavoli, e aveva intenzione di correre subito ai tavoli, quando Ran lo prese per il colletto seccata “ Papa’, devi aiutare la signora, non divorare il cibo e ubriacarti come al solito!”
Conan adesso capi’ perche’ le cuoche parlavano del buffet: c’era questa festa, che chiamarla festa sarebbe stato come oltraggiarla, dato che non aveva mai visto feste cosi’ lussuose.
All’improvviso, videro delle persone che erano dirette verso di loro: Shigei bisbiglio’ a Kogoro “ Ecco, sono loro i miei vecchi amici!”
Davanti a loro, videro tre uomini: quello a sinistra si presento’ dicendo di chiamarsi Akira Kudo e non sembrava molto felice di essere li’, il secondo si chiamava Genji Takerou e il terzo Fukuchi Aketoshi.
Akira strinse la mano alla donna e lei ricambio’ salutandolo freddamente “ Ciao Akira.”, Shigei poi diede una pacca sulla spalla a Genji esclamando “ Genji! Sei molto diverso dai tempi delle superiori… non sembri piu’ burlone come allora!”
Genji sorrise sarcastico “ Magari potessi esserlo…mi fa piacere rivederti Shigei!”.
Fukuchi fece un largo sorriso e Shigei lo abbraccio’, poi disse “ Fukuchi! Nei vecchi tempi eri l’unico amico sincero, che mi sapeva ascoltare e aiutare! Sei cambiato molto! Ma quanti anni hai?”
Fukuchi rispose “ Shigei, ne ho quaranta, come te.” Tutti rimasero a bocca aperta, tranne Genji, a cui sembrava non interessargli per niente la questione: Kogoro intervenne “ Ma signore, ne dimostra venti! Sembra molto piu’ giovane per la sua eta’!”
Fukuchi fece un sorriso strano “ Lo so me lo dicono tutti… diciamo che ormai e’ una mia prerogativa. Scherzo ovviamente!” e ridacchio’.
All’improvviso un giovane spunto’ dal nulla, e disse sbrigativo “ Mamma, devi aiutarmi! Le cuoche sono lente, le cameriere imbranate e sta per finire il cibo! Il vino poi figuriamoci, ne rimane una sola bottiglia! Diranno che questa e’ una festa da poveracci e non da veri aristocratici!”
Kogoro alzo’ un sopracciglio “ Da poveracci? Non ho mai visto una festa cosi’ in vita mia!”
“ E lei chi e’?” chiese stranito il giovane. Shigei lo rimprovero’ “ Non essere sgarbato. Lui e’ Kogoro Mouri, il famoso detective, e’ venuto con la figlia, un bambino che ospita e il suo assistente.
Detective, lui e’ Iwakuma Tokuko, mio figlio. Oggi compie vent’anni ed e’ un po’ agitato perche’ vuole che la festa sia perfetta in tutto.”
“ Ma e’ naturale!” protesto’ lui “ E’ il mio ventesimo compleanno, nei numeri tondi e’ cosi’, sono importanti!”
“ Ma per i tuoi dieci anni non avevi fatto cosi’!” replico’ la madre. Lui si senti’ colto sul fatto: ma liquido’ tutto con una semplice frase “ Ma e’ diverso, vent’anni e’ un traguardo importante! E poi a dieci anni ero piccolo, ti immagini me a dieci anni a preoccuparmi di queste cose?”
Conan all’improvviso si intromise “ Mi scusi signora, ho notato una cosa. Lei di cognome fa Tokuko, e anche suo figlio. Ma perche’ ha preso il cognome da lei? E dov’e’ suo marito? Non l’ho visto finora!”
Dopo quelle parole madre e figlio si turbarono nello stesso momento: poi Iwakuma disse secco “ Devo andare a intrattenere gli ospiti, ci vediamo piu’ tardi” e a passo veloce, si allontano’ scuro in volto.
Shigei invece fisso’ il pavimento triste: Kogoro a quel punto diede un bel pugno sulla testa del detective occhialuto che si lamento’ per il dolore.
Kogoro disse arrabbiato “ Moccioso, non dovevi intrometterti, sono cose private!” e anche Ran disse contrariata “ Mi spiace Conan, ma stavolta papa’ ha ragione!”
Shigei sussurro’ malinconica “ Non sgridate il bambino, non e’ successo nulla. Il fatto e’ che il padre di Iwakuma e’ morto qualche giorno dopo la sua nascita, e non ho voluto mettere il suo cognome a mio figlio perche’ mi avrebbe ricordato in continuazione il mio defunto marito.”
Conan si intromise ancora una volta “ E il cognome del padre qual’era?” e a quel punto Kogoro perse la pazienza, e afferratolo per il colletto lo lancio’ dall’altra parte della sala sbottando “ Ma guarda questo se deve sapere le cose private della gente!”
Il detective occhialuto si rialzo’ massaggiandosi la testa che aveva sbattuto contro il pavimento, e imbronciato si posiziono’ a fianco a Ran.
Shigei sorrise “ Mi spiace piccolo, ma questo non te lo posso dire!” e a un tratto torno’ seria “ Iwakuma ha sempre sofferto perche’ non aveva un padre: mi ricordo che a ogni compleanno mi chiedeva semplicemente di riavere suo padre, niente di piu’.”
Amuro rispose “ Mi dispiace tanto per Iwakuma: in un certo senso, capisco come ci si sente…..”
Akira sospiro’ “ Be’ gente, io me ne vado in terrazza, ci vediamo dopo!” e mescolandosi tra la folla spari’.
Genji chiese “ Scusa Shigei, sai dove si trova il bagno?” e lei annui’ “ Lo vedi quel corridoio? Prendi la seconda porta a sinistra!” e l’uomo si avvio’ verso il corridoio a passo veloce.
Conan rifletteva “ Che strano….come ho appena visto il signor Genji non conosce questa casa…. perche’ il signor Akira invece la conosce?”
A un tratto Fukuchi lo risveglio’ dalle sue riflessioni esclamando “ Io vado a prendere qualcosa dal buffet!” e scompigliando i capelli a Conan si mescolo’ tra la folla, mentre quest’ultimo aveva una strana sensazione… ma non sapeva spiegarsi che aveva.
Shigei prese parola “ Be’ con permesso, ma vi devo lasciare. Ho da fare in cucina, quelle cuoche sono abbastanza sbadate…” e girò l’angolo della sala, dove probabilmente c’era la cucina.
All’improvviso Conan avverti’ lo stimolo di andare in bagno ed esclamo’ “ Ran-neechan, io vado in bagno!”
“ Va bene, ma sai dov’e’?” chiese la ragazza e lui sorrise “ Niente paura, prima la signora Shigei l’ha detto al signor Genji, seconda porta a sinistra di quel corridoio laggiu’!” e subito dopo corse via.
Con uno scivolone arrivo’ fino alla porta del bagno, e quando mise la mano sulla maniglia con l’intenzione di aprire la porta, una voce arrivo’ distintamente alle sue orecchie “ Si confermato, e’ uno degli invitati!”
Conan era frastornato: quella era la voce del signor Genji, ma con chi parlava? Probabilmente era al cellulare, ma con chi?
Genji continuo’ a parlare “ Esatto, si chiama Akira Kudo, forse quel ragazzino di nome Kudo che mi hai mandato a cercare e’ lui travestito. In quel caso avevi ragione a dire che non era morto.”
Shinichi Kudo rimase sconvolto da quelle parole e tremo’ da capo a piedi: Genji disse maligno “ Ok, lo uccidero’ personalmente, dopodiche’ mi inventero’ un alibi e tagliero’ la corda, vedrai che fra poco sara’ morto, Gin!”
  
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