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Autore: betheone    07/09/2012    5 recensioni
«Mia figlia è diventata una troia» pronunciò. Rimasi impassibile di fronte a quelle parole. Nei miei pugni chiusi trattenevo la rabbia, che tra un po’ non sarei più riuscita a contenere. «Ecco perché se ne andrà via da Londra, andrà via di qui» affermò, sedendosi.
«Via di qui?» balbettai.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Separate with comma”

 

 
Ripresi a camminare con impeto, accompagnata da mio padre. Sguardo basso, mani in tasca. Dalla mia bocca usciva solo del vapore, che si ricongiungeva all’aria. L’uomo affianco a me mi stringeva il braccio, facendomi camminare scomodamente. Attraversammo la stradina che ci separava dall’auto nera, della quale si accesero le luci. Mi sedetti velocemente nei sedili posteriori, allacciandomi la cintura. Lo sguardo di mio padre era fisso su di me e tentavo di evitarlo guardando la nebbia che si poggiava sul finestrino.

«Non lo rivedrai più, chiaro?» quelle parole, ripetute più volte da quella voce, “animarono” per tutto il tempo quel viaggio. Parole che cercavo di ignorare, ma il loro suono si faceva più forte nella mia mente.
Dopo un quarto d’ora di viaggio arrivammo davanti ad una piccola villa, casa mia. Attraversai il giardino, non più verde, con davanti mio padre. Suonò il campanello e ci aprì una signora anziana, ma molto spigliata. L’uomo dai capelli chiari si diresse in cucina e mia nonna non capiva cosa fosse successe. Le domande che volevo evitare le fece proprio a me, seguendomi nella mia piccola camera.

«Hope, tesoro, cos’è successo?» mi chiese, poggiando appoggiando le mani stanche sulla porta, per poi chiuderla. Si sedette di fianco a me, prendendo le mie mani fredde. Presi fiato e iniziai, anzi cercai di parlare. «Nonna, io» dissi, deglutendo. Lei mi invogliò a continuare, poggiandomi una mano sulla spalla. «Aspetto un bambino» continuai singhiozzando. Dopo quelle parole, caddi nelle sue braccia. Mi accarezzava i capelli, senza dire niente. Dopo poco si alzò, andando verso la porta. «Tra poco è pronto da mangiare, se ti va scendi» disse, con tono secco. Era la sua seconda delusione. Prima sua figlia e ora sua nipote. -Perché mia mamma era una delusione? Perché aveva avuto me, a sedici anni. Ma la cosa è riaccaduta nuovamente con me.-

Mi accucciai sulla piccola poltroncina accanto alla finestra, ricoprendomi con una coperta che mi pungeva la pelle. Ripensai al momento del test, della delusione che comparve sul volto del mio eroe, mio padre. Ma il mio pensiero si posò su un punto fisso: il padre di mio figlio. Mi scappò un “sorriso” pieno di rancore, che si tramutò in un sorriso pieno di incertezze. Le domande vennero interrotte dalle urla di mio padre, che era al piano di sotto. Mi tolsi la coperta, facendola scivolare sul pavimento. Aprì la porta e mi sedetti sul penultimo gradino più alto. Vedevo mia nonna seduta sul bancone della cucina, con le lacrime agli occhi e mio padre che gesticolava gridandole contro. Quelle frasi dovevo subirmelo io, ma ero troppo spaventata dal suo modo di fare, per avvicinarmi.
«Mia figlia è diventata una troia» pronunciò. Rimasi impassibile di fronte a quelle parole. Nei miei pugni chiusi trattenevo la rabbia, che tra un po’ non sarei più riuscita a contenere. «Ecco perché se ne andrà via da Londra, andrà via di qui» affermò, sedendosi.

«Via di qui?» balbettai.
 
  
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