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Autore: June_    07/09/2012    2 recensioni
"Perché migliaia di ragazzi vogliono partecipare ad una semplicissima colonia vi chiedete?
Beh, perché la CCA non è affatto una semplicissima colonia."
Immergetevi in questa avventura assieme a Jane! Non capita tutti i giorni di poter stare tre mesi con Johnny Depp & Co.
Chi sono i Co? Scopritelo voi!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CCA 2


Io ed Emily raggiungemmo gli altri novantanove ragazzi intenti a rispondere all'appello della misteriosa donna in nero.
« E voi chi siete?» Ci domandò quest'ultima
« Ehm, i numeri cento e centouno suppongo...» Rispose Emily sorridendo
« Nomi?... E tu perché non hai la maglietta?!» La donna fulminò la mia nuova compagna bionda che si mise a frugare dentro la borsa
« Non ho avuto modo di cambiarmi -disse togliendo fuori la maglietta- io sono Emily Roses!» La donna fece un segno sulla cartellina che aveva in mano e poi rivolse lo sguardo acido verso di me
« Io sono Jane Emilia Madeleine Collins. Ma può chiamarmi Jane se vuole!» Le sorrisi ma lei non ricambio, si limitò a fare lo stesso segnetto sulla cartella
« Non mi interessa chiamarti.» A però! Gentile.
Emily mi rivolse un sorriso prima di fare una smorfia a "Mortisia" che per fortuna non la vide, poi ci invitò a salire tutti su un pullman che ci avrebbe portato alla stazione dei treni.
Ci sedemmo vicine, visto che non conoscevamo ancora nessuno e ascoltammo la predica che la nostra accompagnatrice fece con i soliti riguardi sul non fare casino e non rompere niente. Adesso io mi chiedo, perché dovrebbe interessarmi rompere un sedile di un pullman?! E sopratutto, chi sono, Hulk per riuscirci?
Quando l'autista del mezzo riuscì finalmente a partire io e Em ci mettemmo più comode e iniziammo a parlare
« Che corsi hai scelto?»
« Cinema e Recitazione ovviamente, tu?»
« Anche io! Ma anche Fotografia e Letteratura...»
« Ne hai scelti quattro?!»
Prima che potessi rispondere ad Emily una voce femminile urlacchiò da dietro il mio sedile
« ODDIO, tu sei quella che ha scelto quattro corsi!!» Mi misi sulle ginocchia e mi girai per vedere da chi provenisse quella voce: era una ragazza dai capelli riccissimi e rossi e con un paio di occhiali che mi ricordavano quelli di EJ, anzi, sembrava EJ e il figlio dei Peterson messi assieme. Accanto a lei c'era un'altra ragazza, mora col caschetto e la frangetta, che mi guardava quasi impaurita... ma restò in silenzio.
« Ehm, si sono io... mi conosci?»
« Scherzi? Ti conoscono tutti!» Rispose come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Io e Emily ci guardammo stranite e lei affermò di non aver saputo chi io fossi fino all'incontro in aeroporto
« Questo perché è il tuo primo anno alla Culture -rispose la ragazza rossicia rivolta ad Em-. Comunque, tutti sanno chi sei per quello che hai fatto a Jessie. Non avresti dovuto scegliere quattro cosi, fidati di me.» La guardai confusa per qualche secondo, chi diamine era Jessie? E che le avevo fatto?
« Mi spieghi per favore? Sto praticamente cadendo dalle nuvole!»
« Jessie è quella ragazza mora in fondo» La ragazza col caschetto si degnò di parlare e mi indicò una ragazza seduta negli ultimi posti del pullman intenta a mostrare le proprie unghie rifatte a quella accanto.
« E che le avrei fatto? Nemmeno la conosco...» Continuai guardandola storto
« Jessie è il terzo anno di fila che viene qui, e questa volta voleva portarci sua sorella che però non è stata scelta perché tu hai barrato quattro corsi invece di due e così quelli della Culture hanno creduto che tu fossi più incline ad essere ammessa e adesso Jessie ce l'ha a morte con te e non ti conviene averla come nemica!» Vedevo il caschetto che andava a destra e sinistra di continuo e la ragazza parlò così velocemente e sottovoce che quasi non capii nulla. Ma poi che voleva Jessie da me? Io manco sapevo della sua esistenza, figuriamoci se mi immaginavo che per i miei quattro segnetti sua sorella non sarebbe potuta entrare!
Fissai Jessie e poi ripresi a parlare con le due dietro di noi
« E io come facevo a saperlo? E comunque non mi importa, anche se l'avessi saputo non avrei barrato meno corsi.»
Le due si guardarono con gli occhi sbarrati ma io ignorai quel gesto presentandomi, Emily fece lo stesso e scoprimmo così che pel di carota rispondeva al nome di Kelly, mentre la ragazza minuta col caschetto si chiamava Noelle.
Continuammo a parlare  con loro per il resto del viaggio, Kelly disse di aver scelto il corso di Fotografia e Danza mentre Noelle Recitazione e Fotografia, praticamente tranne che per la Danza eravamo quasi sempre insieme e ci faceva piacere aver fatto conoscenza.
Il pullman si fermò all'entrata della stazione dei treni e tutti noi prendemmo le nostre valigie per traslocare nelle nostre cabine, Kelly e Noelle ci trascinarono subito dentro una cabina per evitare che Jessie mi notasse e io non riuscivo a capire perché quella ragazza fosse tanto temuta.
Era mezzogiorno in punto quando il treno si mosse per partire e Noelle ci informò che ci aspettavano altre quattro ore di viaggio, io e Emily spalancamo la bocca: avrei fatto la muffa, me lo sentivo! A consolarmi però c'era il pensiero che fra quattro ore avrei potuto vedere Johnny Depp e Tim Burton in carne e ossa e ci avrei passato l'intera estate, a confronto le nove ore di viaggio erano niente.
Dopo due ore sapevamo quasi tutto l'una delle altre, ad esempio Noelle: magrissima e un po' bassa con i capelli marrone scuro tagliati in un caschetto e una frangetta che le copriva le sopracciglia, gli occhi dello stesso colore. Aveva diciasette anni ed era una ragazza molto chiusa, vestiva sempre di nero, era figlia unica e i suoi genitori non badavano molto a lei perché erano impegnati a fare gli architetti a Chicago, in compenso aveva una nonna fantastica.
Kelly invece aveva una sorella identica a lei nonostante fosse più piccola di due anni, ci fece anche vedere una foto e sembravano gemelle: gli stessi capelli rossi a boccoli un po' spettinati, occhi nocciola e pelle chiarissima, un po' in carne. Anche lei era delle stessa età di Noelle e viveva in Texas con suo padre, sua madre è morta alla sua nascita quindi diceva di non sentirne molto la mancanza visto che non l'aveva mai conosciuta.
Passando ad Emily, lei era nata nel Nebraska ma aveva abitato anche nel Nevada e nell'Idaho, doveva sempre seguire i continui spostamenti della madre per lavoro fino a stabilirsi in Arizona. Era della mia stessa età, sedici anni, capelli biondi, lisci e lunghi quasi fino al sedere, occhi azzurri che visti alla luce sembravano di ghiaccio, magra quasi quanto Noelle. Aveva un fratello più grande di tre anni che però invece di fare a botte con lei le insegnava ogni cosa che sapeva. Un fratello modello in poche parole.
Solo io avevo due animali in casa e ben presto un terzo alle prime armi... EJ non conta, povero.
Le ore passavano veloci con loro e ci ritrovammo subito alla stazione, pronte a scendere dal treno.
Li, tra un binario e l'altro, la donna in nero che avevamo appurato si chiamasse Gloria Finx rifece l'appello per assicurarsi di non aver perso nessuno, quando ebbe finito di elencare tutti e centouno i nomi ci annunciò che saremmo dovuti salire di nuovo sul pullman che avrebbe portato nel giro di dieci minuti alla colonia. Ci fu subito un coro di approvazione e strilli vari seguiti dai fischi felici dei pochi ragazzi presenti.
Dieci minuti. Continuavo a ripetermi, solo dieci minuti.
Mentre prendevo la mia piccola valigia e la sacca dal treno, per sbaglio incontrai lo sguardo di Jessie. Che mi fulminò.
Mi passò davanti sculettando sui suoi trampoli rosa che aveva il coraggio di chiamare tacchi e prese la valigia fuxia che era proprio accanto alla mia, il tutto senza smettere di fulminarmi e strangolarmi con lo sguardo. La ignorai totalmente ma credo che il mio sopracciglio si alzò per i fatti suoi mentre la guardavo tornando da Em, Noelle e Kelly.
Una cosa che mi hanno sempre detto è che ogni minimo pensiero mi si legge in faccia, che io lo voglia o no.

Guardai fuori dal finestrino appena ebbi finito di conversare con Emily e non vidi altro che alberi alti come grattacieli ed erba dappertutto, mi girai dalla mia compagna e ci scambiammo un sorriso a trentadue denti quando vedemmo un enorme edificio bianco piuttosto anonimo levarsi in mezzo a tutta quella natura, più il pullman andava avanti e più si poteva leggere la sigla della colonia sull'edificio.
Tutti vedendola si misero a urlare molto più di quanto avessero fatto alla stazione dei treni e noi quattro ci unimmo al coro di esaltazione, il pullman si fermò piano e Gloria prese in mano un piccolo microfono
« Ok ragazzi calmatevi, potrete esprimere il vostro entusiasmo fra poco quando
Frank Balteemora in persona vi farà il discorso di benvenuti -inutile dire che a quel nome si alzarono altre grida, che prontamente Gloria placò-. Che vi ho detto?! Comunque, vi prego di essere educati e seguirmi fino al salone centrale dove già vi aspettano senza perdervi o andare in giro, quello lo potrete fare sempre dopo. Intorno all'edificio ci sono i vostri bungalow, dotati di quattro posti ciascuno, più in la ve li assegneremo. Con questo è tutto, seguitemi in un fila ordinata e non fatemi licenziare. Ve lo chiedo per favore!»
"Compagne di bungalow". Questo era il pensiero che a tutte e quattro venne contemporaneamente, Gloria invece finì il suo discorsetto un tantino amareggiata, mentre cercava il conforto dell'autista che però era intendo ad addentare il mega panino ripieno di ogni cosa.
Scese dal pullman facendoci segno con la mano di seguirla, così uno ad uno scendemmo e ci mettemmo in fila pronti ad entrare ufficialmente dentro la Culture.
« Se faccio un altro passo sono dentro!» Esclamai guardandomi i piedi
« Maddai?!» Rispose Kelly ridendo
« Cerca di capire il panico che mi sta salendo!» Le dissi fingendomi in preda ad uno svenimento
« E se non fai il passo ti perdi Johnny...» Se ne uscì Noelle canticchiando
« Panico passato!» Mi affrettai a prendere quest'ultima a braccietto e senza pensarci troppo fare anche cinque o sei passi, giusto per raggiungere gli altri.
Arrivammo al salone, che era enorme, con i muri completamente bianchi adornati da grandi finestre e mattonelle color sabbia.
C'erano esattamente centouno sedie, il che mi fece pensare che quell'anno avessero pensato anche a me, che ero la centounesima, cosa che non era mai successa a quanto diceva Kelly. In fondo al salone c'era un lunghissimo tavolo con una tovaglia rossa e a quel tavolo, seduti, c'erano tutti.
Al centro Noelle mi indicò Frank Balteemora che vidi certo, ma il mio sguardo era fisso sulla mia destra, poggiato su un paio di occhi che ci osservavano curiosi e una bocca che ci sorrideva felice.
« Jane, respira!» Se Emily non me l'avesse ricordato molto probabilmente sarei morta soffocata
« Ma quello è Johnny Depp. In persona. Davanti a me. E... OMMIODDIO MI HA SORRISO!» Staccai lo sguardo dal volto di Johnny e lo posai sulle mattonelle color sabbia scatenando una rumorosa risata delle tre.
Gloria, che era riapparsa dal nulla, ci invitò a sederci per ascoltare il Sig. Balteemora e così noi quattro ci mettemmo in terza fila, Kelly e Noelle si assicurarono di mettermi ben distante da Jessie dicendomi di fidarmi di loro, o mi avrebbe fatto fare chissà quale figura di cacca.
Appena ci fu un po' di silenzio Frank si alzò dal tavolo e venne al centro del salone, era un uomo di statura media e piuttosto in forma, avrà avuto si e no quarant'anni, gli occhi di un azzurro intenso stupendo, capelli scuri e la barba un po' incolta che non si notava molto grazie allo splendido sorriso bianchissimo che ci stava rivolgendo evidenziato ancora di più da una leggera abbronzatura, fece una strana smorfia e si girò verso il tavolo dove Tim Burton si mise a ridere e gli passò il microfono che lui aveva dimenticato.
Ci battè il dito il due volte sopra e ci chiese se si sentiva, al nostro si in coro continuò
« Salve a tutti ragazzi! Per chi è già stato qui gli anni precedenti, ne vedo già qualcuno nelle ultime file, questo discorso sarà noioso e ripetitivo lo so, ma lasciate un po' di spazio ai nuovi arrivati ok? Bene. Allora novellini, presumo di dovermi muovere perché non starete più nella pelle: vorreste sicuramente andare li fuori ad ammirare i bungalow, a studiare come cresce un fiore o a contare le formiche... oppure tirarmi una sedia in testa e andare qui dietro a torturare i vostri insegnanti!
Allora, chi è per la visita ai bungalow? -scherzò facendo partire una risata generale- Dai va bene, cercherò di fare la persona seria e un discorso breve -dal tavolo e dalle ultime file risero ancora- . Come ben sapete questa è una colonia dove si impara molto, o almeno si dovrebbe, e il vostro tempo dovrà essere dedicato molto attentamente ai compiti assegnativi. Ovviamente qui non siamo a scuola ed è estate quindi avrete tempo anche per divertirvi ve lo assicuro! Mi sto dimenticando qualcosa me lo sento... -Frank si girò verso il tavolo dove Robin Williams fece una smorfia simpatica e alzò le mani per fargli capire che sicuramente da lui non avrebbe ottenuto nessun aiuto, così si rigirò verso tutti noi- Beh, sul tavolo vicino ai vostri insegnanti ci sono gli orari delle vostre lezioni e come potrete notare sono molto accessibili... anche perché sono solo due corsi...
AH! - ci fece sobbalzare per lo spavento- Ecco cosa mi stavo dimenticando, alcuni di voi lo sanno già mentre altri no: quest'anno abbiamo voluto fare un'eccezione, infatti come i più attenti hanno notato, siete centouno e non cento. L'eccezione si chiama -prese un foglietto dalla tasca e lo lesse- ... si chiama Jane Emilia Madeleine Collins -quasi mi venne un infarto- e l'abbiamo scelta perché lei a differenza di voi sfaticati, no sto scherzando, ha scelto ben quattro corsi da frequentare! Non era mai successo... Jane, vuoi alzarti per favore?»
A quel punto l'infarto mi venne davvero.
« Alzati dai!» Mi gomitò Noelle
« Scherzi?!» La guardai mentre sprofondavo nella sedia per non farmi notare ma lei ed Emily mi afferrarono per le braccia e mi tirarono su, ecco: ero in piedi davanti agli sguardi curiosi di tutti e sentivo le guance in fiamme.
« Oh eccola li la ragazza modello! -continuò Frank- Che nome lungo però... provvederemo a trovarti un nomignolo ok? Bene a giudicare dal colore che stai assumendo direi che è ora di risederti ma dopo io e te dobbiamo parlare.» Feci come mi aveva detto senza farmelo ripetere due volte mentre le tre affianco a me mi prendevano in giro per il rosso carminio della mia pelle.
Frank continuò a parlare facendo battutine un po' su tutto e indicandoci uno ad uno i nostri idoli e spiegandone la materia che avrebbero svolto un giorno si e uno no dandoci così la possibilità di goderci l'estate. Disse anche che loro non avevano nessun privilegio e avrebbero preso residenza nei bungalow proprio come noi, incitò tutte le fan di Robin e Johnny ad andare nelle loro casette di notte dicendo che "erano molto disponibili", Robin per poco non cadde dalla sedia per le risate mentre Tim aggiunse che Johnny era già prenotato da lui quella notte, scatenando le risate di tutti i presenti.
Ero li solo da mezz'ora e già adoravo tutto, l'atmosfera era fantastica e ti faceva sentire subito a tuo agio -presentazioni in piedi davanti a tutti escluse-, Frank poi sembrava appena uscito da un film comico! Quando il suo discorso finì ci alzammo tutti a prendere gli orari e io da brava furba andai a prendere uno di quelli messi davanti a Johnny, mi ci fiondai letteralmente contro, a quel foglietto, ritrovandomi occhi contro occhi con l'idolo di una vita che mi sorrise - e a me venne un secondo infarto-. Distolsi lo sguardo da quel ben di Dio per cercare le altre ma invece trovai Frank, che mi fece segno di avvicinarmi.
« La centounesima!» Mi sorrise paccandomi la spalla
« Di cosa voleva parlarmi signor Balteemora?» Chiesi ricambiando il sorriso, lui diventò serio all'improvviso
« Ti butto fuori se mi chiami ancora Sig. Balteemora! Io sono Frank -mi porse la mano che strinsi imbarazzata- e loro -mi girò verso gli altri- sono Polina, Tim, Robin, James... Afferrato il concetto? Ok. Comunque ragazza dai tanti nomi, volevo avvisarti che purtroppo non è possibile che tu frequenti quattro corsi, non ce la faresti... Apprezzo molto lo sforzo ma ho dovuto eliminare la recitazione dai tuoi corsi.»
Lo guardai in cagnesco.
« Recitazione?! No non può ehm... non puoi togliermi proprio recitazione! Frank per favore non recitazione, tutto tranne quella!» Passai dal guardarlo male ad implorarlo, se mi avesse tolto la recitazione mi avrebbe tolto in automatico anche Johnny Depp, e non potevo permetterlo visto e considerato che ero andata li quasi solo per lui.
« Oh... Beh se me lo chiedi così... però devo toglierti qualcosa comunque, cinema?»
« Mmm...» Feci una smorfia girandomi a guardare Tim Burton
« Haha e va bene! Ti tolgo la letteratura ok?» Annuii felice
« Ce la farai a frequentare tre corsi?»
« Certo, mi sono candidata per quattro o sbaglio?» Risposi facendo finta di vantarmi, lui mi diede un'altra pacca sulla spalla e mi rispedì in mezzo alla folla dove dopo un po' di ricerche ritrovai Emily, Kelly e Noelle. Emily aveva in mano quattro piccole chiavi che appartenevano alla serratura del nostro bungalow, ce le diede e andammo a ritirare i nostri bagagli dal pullman per portarli nella casetta, che a proposito: era bellissima.
Era completamente di legno chiaro e con un piccolissimo portico coperto dotato di quattro sedie e un tavolino sempre in legno, dentro era divisa in tre camere: una media dove si trovavano i nostri quattro letti, una più piccola per il bagno e una grande che faceva sia da soggiorno che da cucina, divisa dal primo con un separè sempre in legno intagliato
« Fa molto casetta per ninfe dei boschi...» Commentò Emily percorrendo con il dito le intagliature floreali sul bordo del suo letto
« A me piace!» Sorrise Noelle e io concordai, sarà stata anche per ninfe dei boschi però era carina.
Messi i vestiti nell'armadio e nei vari cassetti io ed Emily decidemmo di andare in giro, visto che il primo giorno non avevamo lezioni, Kelly e Noelle invece restarono nel bungalow perché loro erano già state li e non avevano bisogno di perlustrare la zona.
Tutti i bungalow erano esattamente identici e piazzati senza un ordine preciso in mezzo alla natura, circondati da alberi e da sentieri di sabbia confinati da piccole pietre bianche.
Davanti a noi il panorama era splendido: un mucchio di colline e prati un po' ingialliti dal sole e nient'altro, solo natura, Emily si chiedeva quanto sarebbero stati belli i tramonti visti da li.
Esplorata la zona intorno all'edificio della CCA decidemmo di andare a vedere cosa ci fosse dietro i bungalow e una volta superati rimanemmo letteralmente a bocca aperta. Avete presente quei posti da sogno/film dove c'è un lago con l'acqua limpidissima circondato da roccie grigie di cui una più grande fa da mini cascata? Ce lo avevamo davanti.
Da quello che potevamo vedere l'acqua era calmissima, mossa solo dagli spostamenti e dagli schizzi che lanciavano un gruppo di ragazzi immersi fino al petto
« Questo è il paradiso!» Esclamò Emily con gli occhi celesti spalancati
« Si, e voi non siete nel posto giusto!» Una voce femminile ci parlò alle spalle disgustata: Jessie.
« Io credo di essere esattamente dove dovrei essere, Em tu sei d'accordo?» Mi girai verso Emily con tono ironico mentre vedevo già la vena sulla fronte di Jessie pulsare.
« Certo, perchè, chi ha detto il contrario?!» Continuò lei assecondandomi
« Si si brave, scherzate pure. Ma vi do la mia parola che desidererete fuggire tra un paio di giorni!»
« Wow, tremo già dalla paura!» Em le rise in faccia e Jess si avvicinò puntandole l'indice contro
« Hai poco da ridere "occhi blu"!» Esclamò con gli occhi stretti e pieni di sfida
« Senti, io non so chi sei tu e tu non sai chi sono io, ma ti avviso che vivo con quattro fratelli di cui due sono peggio di animali quindi non pensare neanche lontanamente che una brutta copia della pantera rosa come te possa incutermi qualche tipo di paura. E "occhi blu" si chiama Emily!»
Presi Em per il braccio sinitro e avanzando sbattei la mia spalla su quella di Jessie. Per una volta le mosse di Derek mi furono utili.
Son sempre stata troppo buona con tutti, ma se mi attaccano o attaccano qualcuno che conosco, so diventare una vera bestia.
Tornammo al nostro bungalow dove Kelly e Noelle ci aspettavano spettegolando sopra i letti
« Visto tutto?» Ci sorrise Noelle
« Tutto. Jane ne ha anche cantate quattro a Jessie -aggiunse ridendo-, come l'hai chiamata? Pantera rosa?»
« Brutta copia...» La corressi io aggiungendomi alla risata e prendendo posto vicino a Kelly
« Tu hai fatto COSA? Vuoi morire?!» Commentò Kelly seria
« Oh avanti, ma l'avete vista ragazze? Quella è pompata fino all'osso, se fa un movimento sbagliato le saltano le tette finte! Che può farmi?»
« Secondo me Jane ha fatto bene, ci serviva qualcuno che per una volta facesse tacere Jessie...» Aggiunse Noelle annuendo in sincronia ad Em.
Finito l'argomento Jessie, passammo il pomeriggio nel portico a sorseggiare Coca Cola e ridere come matte ai vari racconti di ognuna: io raccontai delle battaglie giornaliere con i miei fratelli, Noelle ci disse che una volta da bambina per inseguire il suo gatto si lanciò dalle scale del terzo piano del suo palazzo e cadde a testa in giù rimanendoci per dieci minuti buoni, non si come ne uscì illesa... Kelly invece ci confessò che suo padre in una giornata di pioggia mentre cercava di aprire lo sportello della macchina ci scivolò letteralmente sotto, alla macchina, gli si vedevano solo dei ciuffi dei capelli finchè non si rialzò in stile meccanico. Appena il sole iniziò a calare Emily ci convinse a seguirla dietro la CCA per vedere il tramonto, era estremamente romantica... Però aveva ragione: era una cosa stupenda.
Stavamo sedute sull'erba ad ammirare ogni sfumatura del cielo finché una voce dall'aria simpatica attirò la nostra attenzione
« E' bello vero?» Esclamò Robin Williams, che stava dietro di noi in jeans e camicia con le mani sui fianchi
« Oh si, stupendo!» Rispose Emily con aria sognante mentre tutte ci alzavamo
« Eh già, erano anni che non ne vedevo uno così bello! Sempre preso dal lavoro, bah... -ridacchiò lui- Robin, onorato!» Ci stese la mano che una ad una stringemmo presentandoci.
Poco dopo vedemmo arrivare Catherine Zeta Jones di corsa, in una tuta grigia e una coda nei capelli
« Jogging?» Le domandò Robin quando fu abbastanza vicina
« Si. Sono. A buon punto. Credo.» Rispose lei correndo sul posto mentre ci salutava con la mano
« Ci si vede domani! Ragazze. Rob.» E riprese a correre verso l'orizzonte mentre tutti noi le facevamo ciao ciao con la mano in stile "addio dei film"
« Eeh le donne... Non credono mai di essere abbastanza in forma!» Scoppiammo tutte a ridere mentre Robin mimava un no con la testa, anche solo la sua voce allegra ti faceva ridere.
« Ma se corre un altro po' diventa uno stecchino...» Commentò Kelly con una smorfia
« Non mi diventate come lei ragazze eh!» Rispose lui gesticolando con l'indice.
Ci lasciò dopo un altro paio di battute e noi tornammo nella nostra casetta delle ninfe dei boschi fermandoci sul portico fino a quando non crollammo per il sonno.
La mattina seguente a svegliarci ci pensò la sveglia di Emily, che era impostata ancora alle sette per via della scuola e si era dimenticata di disattivarla.
« Oddio Em...» Borbottò Kelly mettendo la testa sotto il cuscino, anche se dopo qualche minuto ci alzammo tutte disturbate dal quella suoneria continua impossibile da fermare, visto che si trovava sul divano. Emily barcollò fino al divano per spegnere quell'aggeggio infernale e poi si mise ad aprire tutti i cassetti e tutti gli sportelli della cucina.
« Ragazze... abbiamo un rifornimento di cibo che avanzerebbe anche ad un esercito!»
« Bene. Allora mettiti ai fornelli soldato!» Ordinò Noelle fingendosi chissà quale Generale o Colonnello dell'armata
« Alzate il culo e preparatevi quello che volete.» Rispose Em con un occhiolino mentre prendeva un pacco di biscotti.
Insomma, ci mettemmo all'opera togliendo ogni tipo di brioches, biscotti e muffin e preparando caffé e the sia caldo che freddo, inutile dire che divorammo tutto in pochi secondi.
« Oddio... Ho danza fra mezz'ora!» Esclamò Kelly gettandosi sul divano con il foglio degli orari sul viso
« Inizi alle dieci?» Domandò Noelle spiegando che l'anno precedente danza era verso le sei di sera
« Si fino alle undici. Poi abbiamo fotografia dalle undici a mezzogiorno e recitazione dalle due alle tre. Cinema invece è dalle tre alle quattro.»
« Quindi sommando il tutto alle quattro siamo libere!» Em sbarrò gli occhi fissando Kelly
« Si»
« E' fantastico! Cioè, fantastico! Frank l'aveva detto che non sarebbe poi stato così pesante ma... E' fantastico!» Ero un po' presa dall'euforia ma cercate di capirmi, per me era un sogno che si realizzava e sembrava migliorare ogni minuto di più.
« Magari alle quattro possiamo andare al lago...» Propose Noelle mentre ancora sorseggiava un po' di the
« Oh si sarebbe fantastico!»
« Non posso credere che dobbiamo aspettare fino alle due per vedere Johnny!» Sbuffò Emily fissando le lancette dell'orologio -anch'esso di legno intagliato con dei fiori-
« Oh mio Dio... Johnny! Io non riesco a credere di averlo a pochi passi da me, è... è...»
« Fantastico?!» Kelly completò la mia frase mentre tutte mimavano un no con la testa sorridendo da ebeti
« Esatto!» Penso di aver avuto l'aspetto di una maniaca. Sapete no: il sorriso da stregatto, gli occhi sbarrati con le pupille piccolissime e le sopracciglia inarcate... insomma una visione orribile!
Kelly ci abbandonò per andare a vestirsi e subito dopo al corso di danza ma un'ora dopo io e Noelle la rincontrammo per andare a fotografia, come scritto nel foglio degli orari eravamo nell'aula tredici, ed era piena di gente.
Come prima lezione non facemmo molto, ci spiegarono i passi base come la luce, il colore, conoscere l'obbiettivo... Steve McCurry ci fece anche vedere alcune macchine fotografiche, dalla prima in assoluto: la Daguerre Giroux, creata dal francese Louis Jacques Mandé Daguerre di cui ne esistono solo dodici copie al mondo, alla più recente. Era molto interessante certo, ma sia io che Noelle attendevamo con ansia le due.
« Ma come, non è interessante il risultato che si ottiene se un raggio di luce incidente colpisce una superficie levigata?» Mi girai alla mia destra e vidi il ragazzo da cui era appena uscita quella domanda.
« Ovviamente, ma sai com'è, mi preparo psicologicamente a passare un'ora con Johnny Depp.» Risposi porgendogli la mano e presentandomi
« Jake, piacere mio. Johnny Depp dici? Ma chi, quello contro cui nessun uomo o ragazzo può mettersi?» Sghignazzò
« Proprio lui!» Sorrisi pensando che in teoria aveva ragione... No: sorrisi pensado che in effetti non era niente male neanche lui...



Era arrivata l'ora di pranzo e grazie a Kelly e Noelle avevamo appurato che esisteva una sala pranzo all'interno della colonia, quindi si poteva stare li piuttosto che tornare ai bungalow e metterci ai fornelli, cosa che non ci andava di fare. La sala era sulla parte posteriore dell'edificio, dotata di piccoli tavoli rettangolari con delle panche intorno, era tutto molto rustico ma carino.
« Hai già stretto amicizia, wow!» Alzai un sopracciglio nella direzione di Kelly, non capendo a cosa si riferisse
« Sta parlando di Jake, il ragazzo con cui hai parlato a fotografia...» Mi spiegò Emily molto tranquillamente mentre toglieva l'hamburger dal suo hamburger. E' vegetariana... e tragicamente animalista e ambientalista!
« E voi come-»
« Noelle!» Risposero loro due all'unisono mentre la spia di turno si nascondeva dietro una foglia di insalata

« Giusto... Beh ma dire amicizia è troppo, abbiamo solo scambiato due parole»
« Si si come ti pare... Ora descrivilo, Noelle non è stata capace!» Kelly tirò un'occhiataccia a quest'ultima, come se fosse stato un suo obbligo riuscire a descrivere una persona che aveva visto si e no per dieci minuti
« Mmm... Non so, ha i capelli chiari ma non sono biondi, gli occhi castani, sembra più alto di me di qualche centimetro... Basta. Non so dirti altro» Mi arresi, dopotutto non sapevo davvero niente di lui
« Ma vi siete messe d'accordo? Elle mi ha detto le stesse cose!» Elle era un diminutivo che Kelly usava per chiamare Noelle
« Beh ma per ora non c'è nient'altro da dire...» Fece spallucce la spia, e così Kelly si arrese ai fatti.
« Okay, fra un quarto d'ora inizieremo l'operazione S.F.A.S!» Esclamò Em dal nulla battendo la mano sul tavolo
« Sfas?! E che è l'operazone Sfas?» Domandai credendo che l'assenza di proteine le avesse dato alla testa
« Stalkeriamo Johnny fino a Settembre! Ma ho tolto la parola "Johnny"... se no non suonava bene!» Spiegò lei sorseggiando un po' d'acqua
« Perché, Sfas invece suona bene? Sembra una malattia incurabile -si intromise Kelly-: "Mi dispiace lei è affetto da Sfas!"» Scherzò
« Beh allora saremo affette da Sfas!» Concluse l'ideatrice dell'operazione
« Siete davvero incurabili però!» Rise Noelle contagiandoci grazie alla sua risata singhiozzante.
Poco dopo eravamo nell'atrio dell'edificio e salutavamo Kelly che sarebbe andata nel bungalow ad aspettarci per la seguente ora, la lezione di recitazione sarebbe stata nell'aula ventisette, al secondo piano. Non stavamo più nella pelle e guardavamo l'orologio del cellulare ogni cinque secondi, quegli ultimi minuti sembravano non passare mai.
« Sono le due!» Urlò Emily, e io e Noelle alzammo di colpo lo sguardo, eravamo sedute su delle sedie e ci alzammo iniziando a correre prima lungo il corridoio, poi su per le scale e infine nel corridoio del secondo piano, fino all'aula ventisette, dove una volta arrivate frenammo di colpo finendo per sciare sulle mattonelle troppo lisce finché Noelle non prese una scivolata di troppo e cadde col sedere per terra. Scoppiammo a ridere mentre lei si alzava dolorante
« Qualcuno aveva fretta di arrivare...» Robin uscì dall'aula -probabilmente aveva sentito il tonfo della caduta- e si unì alle nostre risate, poi ci invitò ad entrare. Non c'era ancora nessuno dentro, solo noi tre e il signor Williams, così prendemmo posto nella prima fila di sedie e aspettammo.
La prima ad arrivare fu Catherine, vestita con una camicietta bianca a maniche corte, un paio di pantaloni neri, una borsa a tracolla e un mogno molto curato nei capelli
« Perché non c'è ancora nessuno? Sono le due e dieci!» Poggiò la borsa sulla cattedra rivolta verso Rob
« Ce ne sono già tre... Gli altri arriveranno sicuramente a momenti Cat» Rispose lui mentre ci indicava sorridente
« Ah già... -ci guardò lei- Beh meglio per loro, non mi piacciono i ritardatari!»
« Quindi ti sto antipatico?» Una voce intensa si intromise dallo stipite della porta, e quando ci girammo a guardare incredule rimanemmo pietrificate da tanta bellezza. Era lui, era Johnny, e ci sorrideva amichevolmente mentre attendeva una risposta da Catherine.
Portava una camicia nera leggermente aperta sul petto, con le maniche piegate fino ai gomiti, un paio di jeans chiari un po' larghi e un mucchio di collanine diverse e bracciali che tintinnavano appena quando si muoveva. I capelli erano lunghetti e un ciuffo gli cadeva di continuo sugli occhi, ma lo rimetteva sempre a posto sorridente mentre scambiava due parole con Robin, che chissà per quale motivo ci faceva l'occhiolino!
Poco a poco l'aula si riempì e con mia grande sopresa vidi arrivare un viso conosciuto: al corso di recitazione, proprio due file dietro di me c'era Jessie.
Mi lanciava continue occhiate di sfida e io la ignoravo parlando con Emily e Noelle. Quando la "classe" fu al completo e anche la pazienza di Catherine c'era quasi, quest'ultima fece l'appello e come era successo anche a fotografia appena arrivò al mio nome, uno: fece fatica a pronunciarlo, e due: mi chiese con quale dei tre volevo essere chiamata. Io risposi che non avevo preferenze, rispondevo benissimo a tutti e tre i nomi e poteva chiamarmi come preferiva
« Allora perché non Jem?» Disse ad un tratto Johnny rivolto verso di me, con un sorriso che mi fece perdere litri di bava.
« Insomma, Jane Emilia Madeleine è troppo lungo, ma sono tutti bei nomi... quindi Jem. No?» Continuò notando che ero andata in uno stato di coma ad occhi aperti e quindi forse non avevo capito una mazza. E continuavo imperterrita a fissarlo, senza appunto capire una mazza.
« Si si, Jem, benissimo, problema nome risolto, ma devo andare avanti con l'appello!» Lo zittì Catherine scorrendo col dito sulla lista dei nomi.
Ecco, da quel preciso momento avevo preso nota del suo nome su una probabile lista nera. Come si fa a zittire Johnny Depp?!
Beh, appello finito la donna si sedette sulla sedia della cattedra a mani incrociate scrutandoci uno per uno, Johnny era poggiato con la schiena contro il muro e si guardava reciprocamente con Rob, che era dall'altra parte della stanza.
« Iniziamo?» Propose Robin sfregandosi le mani l'una con l'altra e spostandosi davanti a noi, che annuivamo.
« Come prima cosa, alzatevi. Subito. Op-op -gesticolò con le mani-, non potete recitare da seduti no?» Seguimmo l'ordine e ci alzammo mentre lui ci faceva sparpagliare per tutta l'aula
« Per poter recitare bene dovete immedesimarvi, abbiamo preparato dei nomi di personaggi -continuò mentre Johnny si avvicinava con una scatoletta- prendete un bigliettino e apritelo, questo sarà il vostro ruolo fino a dopodomani, quando lo esporrete.»
« Per la prossima lezione?» Domandò un ragazzo
« Certo, non temete, non dovete passare tutto il vostro tempo libero a studiarlo nei minimi dettagli, questo è solo un esercizio che ci aiuterà a capirvi, capire che tipo di ruolo vi si addice e quale invece no. Per questo non lasciamo scegliere a voi, potreste scegliere qualcosa che vi piace o che già conoscete finendo per saperlo a memoria. Risultereste finti. Certo la recitazione è finzione, ma un tipo di finzione che deve risultare credibile.»
Mi confondeva un po' quello che diceva Robin, dopotutto se io conoscevo già un personaggio l'avrei saputo interpretare meglio, no? Evitai di dare aria ai miei pensieri, in fondo l'esperto era lui, così mi fidai e presi uno dei foglietti da dentro la scatola che Johnny stava facendo girare.
Non lo aprii subito perché non era necessario, potevamo anche scoprirlo più tardi a quanto disse la voce fredda di Catherine, quindi lo misi nella tasca di dietro dei jeans e detti un'occhiata all'aula in cerca di Emily e Noelle, le trovai, ma trovai anche un'altra figura che camminava verso di me sculettando.
« Sai, è perfetto averti nello stesso corso!» Esclamò Jessie mentre masticava un enorme cingomma facendomi vedere anche l'intestino.
« Dici?» Risposi con disgusto osservandola: era completamente immobile in quella sua posizione da modella mal riuscita, perfino lo stato d'animo era uguale, sembrava fatta di pietra tranne la mascella che roteava producendo un suono fastidiosissimo.
« Se. Mi sarà più facile umiliarti.» Quel "se" al posto del "si" me la fece odiare ancora di più.
Se ne andò di sua spontanea volontà, o forse in qualche modo aveva capito che non era desiderata a meno di un chilometro da me...
« Hey Jem!» Una mano mi si posò sulla spalla da dietro facendomi trasalire, e chi mai poteva chiamarmi in quel modo?
« C-ciao...» Risposi girandomi e ritrovandomi davanti a dei pettorali con la scritta "Lily-Rose" sopra
« Non volevo spaventarti...» Sorrise lui sornione. Si certo, come no...
« Non fa niente.» Oddio ma che si dice al tuo idolo se ti presenta davanti? Di che si parla?!
« Ehm... Bel primo giorno, saranno tutti così?» Incalzai alla fine pensando che parlando dei corsi me la sarei cavata
« Son felice che ti trovi bene, ma purtroppo no, non saranno tutti così. E' che oggi è il primo giorno quindi volevamo conoscervi meglio, ma dal prossimo faremo lezione a turno: una volta io, una volta Robin...» Ok seppellitemi. Adesso.
« E hai anche il coraggio di dire "purtroppo"? -Ok non l'ho detto davvero... no invece si!- Cioè voglio dire, farete felici un sacco di fan... così avranno tutti l'opportunità di parlarvi no? Invece magari stando tutti insieme è più difficile...» Da dove presi il coraggio di parlare così tranquillamente non l'ho mai capito.
« Beh si, hai ragione. Ma io personalmente sono un po' teso... non ho la minima idea di come si tenga una lezione di recitazione!» Lui era teso, lui.
« Sono sicura che te la caverai benissimo! Ma anche se fallissi maledettamente non te lo farebbe mai pesare nessuno penso» Mi lasciai sfuggire assieme ad una risatina nervosa... Che imbarazzo!
Sorrise « Fammi indovinare: sei una mia fan.» Ma dai, si vede così tanto?
« Sfegatata. Perdonami già da adesso per tutto quello che potrei dire o fare... Però è a tuo favore, una in meno che non ti criticherà mai no?»
Scoppiammo a ridere, io per l'imbarazzo lui non so...
« Allora conto su di te per vari suggerimenti?» Disse dandomi di gomito e facendomi sciogliere
« Ovvio!» Feci l'occhiolino diventando di un colore più rosso del rosso ma cercando di non fargli notare che in realtà dentro stavo per esplodere
« Perfetto, ora ti lascio alle tue amiche...» Disse indicando dietro di me, dove c'erano Em e Noelle
« Oh già... Vado prima che mi uccidano per aver conversato con te» Dissi facendolo ridere, non sapeva che era la dura realtà!
Ci salutammo e io andai verso la morte spontaneamente, le due mi tartassarono di domande fino a fine lezione: che tutti passammo a conoscerci meglio, tranne la Jones che se ne stava a fatti suoi.
Stavamo tornando al bungalow e quando fummo praticamente alla porta mi sembrò di aver dimenticato qualcosa, bussammo sapendo che Kelly era dentro e quando aprì mi svelò il mistero
« Ma voi due non avete cinema adesso? Che ci fate qui?» Si rivolse a me ed Emily, facendoci sbiancare.
« OMMIODDIO CINEMA!» Urlò Em mettendosi una mano alla bocca
« MERDA! Non ci posso credere che ce ne siamo dimenticate!» Aggiunsi
« Vi conviene correre, siete quindici minuti in ritardo.» Ci disse Noelle
« Oh certo che almeno tu che eri con noi potevi avvisarci eh!» Le risposi mettendomi una mano sul fianco
« Ma io non so a memoria i vostri orari, dovevate pensarci voi! E ora correte! Ci vediamo più tardi»
Seguimmo il consiglio e iniziammo a correre verso l'edificio, ovviamente non sapevamo in che aula andare e girammo alla ceca per un po' prolungando il nostro ritardo. La trovammo altri quindici minuti dopo, stavamo davanti alla porta dell'aula sei, incerte su chi avesse più coraggio per bussare, mandai tutto al diavolo e bussai io, aprendo la porta il tanto per farci entrare le nostre teste.
« Ehm... Permesso?» Sussurrai facendo girare tutti i trecentomila presenti
« Ah però, mezz'ora di ritardo!» Rise Cameron scuotendo la testa e facendoci segno con la mano di entrare
« Si saranno perse...» Aggiunse Tim che stava seduto sulla cattedra ciondolando i piedi
Prendemmo posto sedendoci per terra non trovando più sedie libere, avevamo tutti dietro, che ansia.
« La centounesima no? Ultima in tutti i sensi!» Scherzò ancora il grande Burton indicandomi. Era assurdo come tutti sapessero chi fossi.
« Sei famosa» Mi gomitò Emily
« Lo sarà davvero se passa bene questi tre mesi...» Aggiunse John Carpenter ridendo sotto i baffi bianchi
Mi nascosi la faccia tra le mani, non aspettavo altro che la finissero di mettermi al centro dell'attenzione.
Quando la rialzai forse mi avevano capito e passarono a parlare di cinema, finalmente.
Spiegarono che come compito dovevamo tutti creare un cortometraggio e avevamo tempo fino alla fine dell'estate così, chi lo faceva, poteva rendere utili le cose apprese alle lezioni di recitazione. Era un buon compito e l'idea mi esaltò subito, non avevo idea di cosa "creare", ma non vedevo l'ora di poterlo iniziare.
Dovevamo pensare allungo alla forma da dare alla storia, infine immaginare ogni singola scena e - come dissero loro- il dialogo sarebbe venuto da se.
Continuarono a parlare di altri dettagli ma io ed Em eravamo ormai perse ad organizzare i nostri cortometraggi, ce ne passavano mille per la testa tutti insieme e subito dopo ce li dimenticavamo, decidemmo così di tornare a seguire e lasciare l'immaginazione per quando avremmo avuto un block notes su cui prendere appunti.
Dopo un po' giunsi alla conclusione che riuscire a parlare con Tim Burton era praticamente impossibile. Qui non era come a recitazione, non si sarebbero tenuti corsi con un solo insegnante e, proprio come avevo detto a Johnny, quasi nessuno dei fans riusciva a tenere un dialogo con il proprio idolo se non interrotto da urla, voci di sottofondo, palline di carta che volavano, risate troppo spinte.
Insomma, il corso di cinema si stava piano piano rivelando un disastro e nessuno faceva niente per fermare quel caos.
« Come si fa a stare attenti se qui tutti fanno tutto fuorché stare attenti?» Mi chiese Emily disperata mentre osservava che i nostri quattro insegnanti ignoravano il fatto continuando a spiegare.
« Non lo so, ma ho come la sensazione che non passeremo il corso di cinema!» Lei annuì.
La situazione aveva un qualcosa di comico: prima erano tutti attenti e sembravano anche interessati alla lezione, poi, appena esposto il compito della materia si era scatenato l'inferno.
Stavamo ancora ripensando al corso di cinema mentre tornavamo al bungalow, ed eravamo sempre più sconvolte. Esponemmo il problema anche a Kelly e Noelle e loro ci diedero una semplicissima risposta: "E' sempre stato così."
« Nonostante gli insegnanti cambino negli anni il metodo di cinema è sempre lo stesso, penso lo suggerisca Balteemora: Chi vuole seguire segua. Punto.
Siccome tutti i ragazzi che partecipano a quel corso si credono già artisti vissuti Balteemora suggerisce agli insegnanti di lasciarli fare e non perdere tempo a riprenderli, il risultato si vedrà alla fine...» Kelly finì il suo piccolo monologo soddisfatta di quello che ci aveva appena spiegato e aggiunse di essere d'accordo col fondatore. Si, anche io ero d'accordo, ma c'era solo un piccolo problema: se nessuno seguiva, noi come avremmo fatto?
Grazie alle urla di quei ragazzi non si riusciva proprio a capire niente...
« Dai non pensate a cinema adesso, andiamo al lago a svagarci!» Propose Elle entrando bruscamente nei miei pensieri
« Al paradiso vorrai dire!» Si esaltò Emily
« Aquellochetipare, andiamo.» La finì Kelly
E così mettemmo i costumi e andammo. Verso il paradiso e oltre.
No, non arrivammo troppo oltre, motivo? Arrivando li avemmo una splendida sorpresa, oltre ad altri ragazzi liberi quella giornata c'era anche...
Rullo di tamburi...
Johnny.
Nudo.
In costume insomma. Che faceva il bagno nel laghetto.
« Andiamo a fare il bagno? Andiamo a fare il bagno? Andiamo a fare il ba-»
« BASTA! Andiamo. Santo Dio.» Mi zittì Kelly alzando le mani al cielo, avevo come la netta sensazione che lei non fosse una delle fan di Johnny.
« Graziegraziegraziegrazie!» La abbracciai in stile koala
Ebbene, dopo esserci denudate -con grande vergogna- entrammo cautamente nell'acqua tiepida, l'obiettivo era sguazzare senza attirare l'attenzione fino ad arrivare vicino alla pietra più grande che faceva da cascata. Certo, come no.
Appena facemmo due passi in acqua dei ragazzi ci presero di mira e iniziarono a schizzarci quell'acqua che sembrava tiepida ma in realtà presa tutto di un botto era gelata. Il risultato fu che corremmo come delle scalmanate che sembravano essere sui carboni ardenti, urlando acuti che un altro po' e rompevamo ogni cristallo presente nei paraggi.
« Mi sento osservata.» Disse Noelle a denti stretti
« Forse perché è così...» Conclusi appurando che gli occhi di almeno venti persone erano puntati su di noi.
« Ma dov'è Emily?!» Sobbalzò Kelly notando che la biondina non era più alla sua sinistra
Ci guardammo un po' in giro ma niente, Em era sparita nel nulla. Iniziammo a chiamarla e a dividerci per trovarla ma dentro il lago non c'era, nemmeno in mezzo alla gente, ne dentro la cascata, ne sulle pietre dove alcuni prendevano il sole. Avevamo circondato l'intero lago e ci girammo tutte l'una verso le altre per dirci a distanza di non averla trovata, così tornammo tutte al centro dell'acqua.
« Di la non c'è»
« No nemmeno li.»
« Ma come ha fatto a sparire così?! COME??»  Kelly ci portò nel pieno del panico
« E se le fosse successo qualcosa di grave? E se fosse affogata?!»
« Calmati Jane, non si può affogare in un metro d'acqua!»
« E TU CHE NE SAI?»
« Ehm... ragazze...» Noelle interrupe quello che poteva essere l'inizio di un litigio per allungare il braccio davanti a noi e indicare un punto preciso.
Indicò verso il boschetto a sinistra del lago dove proprio sotto un albero, vicino ad un adone, c'era una testolina bionda che rideva.
Strinsi gli occhi e seguita dalle due iniziai a camminare a passo spedito verso i due
« TU! MA TI RENDI CONTO CHE CI HAI FATTO PRENDERE UN COLPO?!» Urlai contro Em che sbarrò gli occhi spaventata
« Hey Jem rilassati... stavamo solo parlando un po'...» Provò a calmarmi Johnny alzando le mani, ma lo ignorai e mi rivolsi ancora ad Emily
« Potevi avvisarci, ti abbiamo cercata dappertutto cavolo!»
« Ma... ma io vi ho chiamate.... Non mi avete sentita però. Quando quelli hanno iniziato a schizzarci invece che correre io sono uscita dall'acqua e ho trovato Johnny, vi ho chiamate, davvero.» Ci sorrise lei con aria da angelo
« La prossima volta chiama più forte!» Dissi abbracciandola. Per un momento avevo seriamente pensato che fosse affogata.
« Tutto è bene quel che finisce bene...» Aggiunse Kelly mentre le due si univano all'abbraccio
« Ma... Johnny lo ignoriamo così?» Mi disse Em all'orecchio
« Macertocheno! Johnny!» Mi staccai dal mega abbraccio, anche perché quelle cose non facevano per me e mi sedetti sull'erba vicino a lui
« Allora, che ci fai qui tutto solo?» Continuai, con un tono che di solito si usa per bambini e animali. E lui rise appena
« Volevo godermi la serata!» Rispose sospirando a pieni polmoni
« Oddio, quindi non è che ti stiamo importunando?» Si affretto Noelle
« Se ti stiamo importunando devi dircelo capito?»
Si intromise alla fine Kelly
« Ma Sfas?!» Continuò Emily, ma nessuno la calcolò
« Si forse lo stiamo importunando! Meglio lasciarlo solo no?» Sempre Kelly, rivolta a noi
« Sfas!!»
« Hai ragione lasciamolo solo!» Noelle.
« SFAAAAAAAS!!»
«BASTA! Eccheccacchio. Lasciatelo rispondere santo Dio, e menomale che non siete sue fan!» Le zittii all'istante, prima che Kelly le convincesse a lasciarlo solo e prima che Emily svelasse al mondo che cos'era S.F.A.S. Lui si mise a ridere guardando le tre
« Avrei risposto no, ma dopo questo si... Mi state addirittura assillando, come ha detto lei: menomale che non siete mie fan» Rispose serio, lasciandoci tutte a bocca aperta e occhi sbarrati. Era calato il silenzio più totale e nessuna di noi, e dico nessuna, aveva intenzione di richiudere la propria bocca. Ma io lo feci per pronunciare una frase esatta
« Stai recitando!» Mi affrettai a dire puntandogli il dito contro. Ora era lui, quello con la bocca spalancata fino a terra, e ciò voleva dire che avevo indovinato
« Come hai fatto?» Mi chiese ancora un po' incredulo
« La verità è che stai perdendo le tue doti d'attore...-ridacchiai- No sto scherzando! Non so come ho fatto, forse sarà perché ti ho visto farlo milioni di volte, o perché ti conosco, e tu sei troppo buono per parlare così a delle ragazzine come noi.» Dissi quello che pensavo e lui mi sorrise, e io ricambiai.
Era uno di quei momenti in cui entri in sintonia col tuo idolo e parte in automatico la colonna sonora leggera, che poi si blocca di colpo quando qualcuno si azzarda a parlare
« Ci hai appena dato delle ragazzine?» Mi bacchettò Kelly facendomi tornare sul pianeta terra
« Beh, dal suo punto di vista lo siamo.» Lei lo guardò, poi guardò noi e annuì
« In effetti...»
Dopo aver chiarito il fatto che si, stava recitando e no, non lo stavamo importunando, ci sedemmo tutte vicino a lui e ci chiese di ricordargli i nostri nomi, o meglio i loro nomi, il mio diceva di ricordarselo. Eccerto, mi chiamava Jem, e me l'ha messo lui.
« Noelle»
« Emily»
«Kelly»
« Dì la verità, non te lo ricordi il mio nome!» Lo sfidai ridendo
« Invece si, tu sei Jem» Rispose sornione
« Il mio vero nome...»
« Allora, Jem, quindi J, E, M... mmm... Jane è il primo, ne sono sicuro. Il secondo... Emily?» Scoppiammo a ridere tutte in coro
« Ma è lei Emily!» La indicò Kelly
« Ok, quindi E... E-Emilia? Emilia, si! -si rispose da solo- Ora mi manca solo la M.» Lo fissavamo tutte cercando di trattenere le risate il più possibile, era troppo buffo mentre si concentrava o si annuiva da solo.
« Ce la puoi fare!» Lo incitò Emily stringendo il pugno
« M... M... Perché diavolo mi viene in mente Madness?!» Fece finta di irritarsi
« Madeleine. E' il mio ultimo nome, Madeleine. Però ci sei andato vicino!» Gli sorrisi e scosse la testa deluso da se stesso
« Per me sarai sempre e solo Jem!» Scoppiò a ridere rendendosi conto che probabilmente fra cinque minuti si sarebbe scordato di nuovo i miei nomi.
Iniziammo a parlare un po' di tutto: di noi, della culture, di lui, di cinema, di film... E così si fece sera presto, senza che ce ne accorgessimo.
Emily si lamentò per il tramonto perso, ma capì subito che un tramonto, per quanto bello possa essere, non può competere con una serata assieme a Johnny Depp.
Tornate al bungalow eravamo sfinite, avevamo avuto una giornata piuttosto piena e non vedevamo l'ora che arrivasse l'indomani, per poterci finalmente rilassare. Mentre mi sfilavo i jeans per poggiarli sopra la sedia -come mio solito- cadde dalla tasca un foglietto tutto stropicciato e leggermente bagnato, lo raccolsi senza ricordare di cosa si trattasse.
« Ofelia. - lessi ad alta voce- Tratto dall'Amleto. Scena III, atto I. » Ma certo, il monologo di recitazione!
Non lo conoscevo, e guardai verso Kelly in preda al panico
« Tranquilla: è corto, semplice e ce la farai!» Mi rassicurò subito prima di spegnere la sua abat-jour, io non risposi, e non lo lessi nemmeno... Volevo lasciare tutto all'indomani, se l'avessi letto in quel momento avrei sicuramente passato la notte in preda alle paranoie.
« Buonanotte ragazze!» Sorrise Emily, noi rispondemmo tutte in coro e spente le luci, cademmo in un sonno profondo.





Ce l'ho fatta! Ho finito il secondo capitolo. Che giornate, eh? Sembra proprio che tutti conoscano Jane, ma questo per lei sarà un bene o un male? Muahah.
Bene, non ho altro da dire in mia difesa... Grazie a tutti quelli che hanno seguito e recensito il primo capitolo, spero che anche questo vi piaccia (: ci si sente al prossimo, un bacione. June




















  
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