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Autore: isabel_benson    07/09/2012    2 recensioni
E' ormai passato un anno dall'ultima avventura di Percy e i suoi amici.
Arrivano nuovi semidei da tutto il mondo, nuove cabine vengono costruite.
L'Olimpo è finalmente tornato un posto sicuro, come una volta.
Insomma, tutto procede come dovrebbe...o quasi.
Genere: Fantasy, Fluff, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Percy Jackson, Quasi tutti, Tre Pezzi Grossi
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
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Cercai Grover per tutto il Campo e dopo varie ricerche lo trovai a suonare il flauto nel campo di fragole, circondato da delle ragazze. Quando mi vide mi lanciò un'occhiata supplichevole, evidentemente, per la prima volta, non desiderava la compagnia delle ragazze. Guardai le ragazze e notai il loro atteggiamento, improvvisamente mi venne un'idea. “Ehi, che carino quel cimice che ti cammina sulla spalla!” Esclamai indicando la spalla di una delle ragazze. Immediatamente tutte le ragazze si alzarono strillanti e corsero via dal campo di fragole, si erano proprio delle figlie di Afrodite, come sospettavo. Grover smise di suonare e sospirò. “Grazie amico, non credo se ne sarebbero mai andate se non fossi arrivato tu.” Disse sorridendomi. “Di niente” gli risposi “come mai, stranamente, non gradivi la loro presenza?” Gli chiesi sospettoso. Lui fece un'aria da ebete e ammise “O...beh, credo di essermi innamorato.” Sgranai gli occhi, strabiliato. Speravo per lui che si fosse innamorato di qualche spirito della natura, altrimenti sarebbero stati guai seri: per noi Semidei era proibito avere relazioni fra di noi, ancor peggio con dei satiri. “E chi sarebbe la....fortunata?” Chiesi, facendo finta che andasse tutto bene, era da poco uscito da una triste relazione, non desideravo soffrisse ancora. “Si chiama Isabel Benson, figlia di Teti.” disse con aria sognante. “Isabel Benson” ripetei. “Proprio così. E' bellissima, con dei capelli ricci biondi, occhi azzurri.” “Sei sicuro di non essertela sognata?” Chiesi, mi sembrava molto una foto modella dalla descrizione. “Non credo” Sorrise, indicando un punto davanti a se, mi voltai e vidi una ragazza sorridente arrivare. In effetti aveva lunghi capelli biondi e ricci, occhi azzurro candido, simili ai miei. “Ehi Grover!” disse con tono pimpante e abbracciandolo. Lui ricambiò l'abbraccio, sembrava che non la volesse lasciare. “Isa, questo è Percy” mi presentò Grover, lei sgranò gli occhi. “Quel Percy!? Percy Jackson?” Chiese incredula. “Credo di si...” dissi, a meno che non ci fossero altri Percy Jackson. “Oh, ma è fantastico! Grover mi ha parlato un sacco di te, credo che tu sia il suo eroe!” Esclamò Isabel, Grover arrossì leggermente. “Si ...ehm...” bofonchiò Grover. Non sapevo di essere il suo eroe. “Piacere di conoscerti Isabel” dissi, tornando alle presentazioni. Il sorriso svanì dal suo volto solare. “Si, ehm, preferirei essere chiamata Isa” disse, tornando sorridente, quella ragazza doveva avere degli sbalzi d'umore molto frequenti. Grover mi guardò, non riuscii a decifrare il suo sguardo, poi capii all'istante. “Credo...credo di dover andare...in bagno.” Si, avevo scelto una delle scuse peggiori, ma era l'unica a essermi venuta in mente, Grover mi sorrise raggiante come non mai. “Oh..si beh, capita” disse Isabel ridendo “Ciao Percy, a dopo!” esclamò lei, salutandomi. Mentre mi allontanavo per il campo li vidi sedersi su una pietra li vicino, entrambi rossi in viso, mano nella mano. Camminando spensierato mi ricordai di una cosa importante, così corsi verso la mia cabina per poi frugare nel borsone. Dopo averne estratto un pacchetto con un fiocco, mi diressi verso la cabina di Atena. Bussai impaziente alla porta, dopo alcuni minuti di attesa un ragazzo biondo dagli occhi grigi mi aprì alla porta. “Ciao, c'è per caso Annabeth?” chiesi, dando un'occhiata all'interno della cabina. “No, scusa, è andata da Luke” rispose lui. Subito la rabbia si impadronì del mio corpo, mi girai di scatto, dimenticandomi di salutare e ringraziare il ragazzo. Mi avviai a passo spedito verso la cabina di Ermes, la porta spalancata. Entrai nella cabina, livido dalla rabbia e dalla gelosia, andai nel retro della cabina dove c'erano più persone che all'interno, mi feci spazio fra di loro. Trovai Luke steso sul prato accanto ad una ragazza dagli occhi marroni e dai capelli castani e mossi. I due stavano ridendo e scherzando fra di loro, sembrava che io fossi invisibile. “Ehm, ehm” tossicchiai. Luke distolse lo sguardo dalla ragazza per poi puntare i suoi occhi color ghiaccio nei miei. “Percy!” esclamò lui tutto contento. “Si si ok, ciao sto bene, ho passato un anno senza farmi espellere dalla scuola, bla bla bla... Passiamo ai fatti...” dissi, forse un po' troppo scortese. Luke sembrava sorpreso del mio atteggiamento, ma non me ne importava più di tanto. “Dov'è Annabeth?” chiesi, scrutando fra le persone nel giardino. Lui guardò per terra, senza dire niente. “Allora?” chiesi impaziente. “Ma...non lo so, non l'ho vista sai.” Guardò la ragazza che ormai si era alzata in piedi, al suo fianco. “Un suo fratello mi ha detto che era con te.” dissi, calcolando che non mi sarei trattenuto ancora molto da fargli fare un bagnetto tranquillo nel lago. “Ah si, ora ricordo, è andata ad allenarsi con l'arco.” Disse, poi si voltò, prese per mano la ragazza e se ne andò. Rimasi lì imbambolato chiedendomi come mai mi ero alterato così tanto, d'altro canto Annabeth aveva detto che amava me, non lui. Poi la ragazza dai capelli castani mossi tornò indentro, senza Luke, porgendomi la mano. “Comunque piacere, io sono Ariel Cardel, figlia del Divina Eris” si presentò lei. “Piacere...” dissi distrattamente stringendole la mano. Ariel se ne andò, vedendo che non avrei aggiunto altro. Mi riscossi dai pensieri, uscii dalla cabina e andai verso la piazzola dove c'erano i bersagli per allenarsi al tiro con l'arco. Con mio grande piacere trovai Annabeth che si stava allenando, corsi verso di lei. Proprio in quell'attimo lei scoccò la freccia che mi passò sopra la spalla. “Oh miei Dei, Percy!” esclamò lei, lasciando l'arco e correndo verso di me, preoccupata. Mi esaminò la spalla attentamente. “Grazie al volere degli Dei sei ancora tutto intatto” disse sospirando “mi hai fatta preoccupare!” esclamò lei, un po' arrabbiata. “Mai quanto tu a me.” ribattei io, alzando le sopracciglia, lei mi guardò torva. “Lascia perdere...” Poi guardò il pacchetto, curiosa, e allora mi ricordai del motivo della mia visita. “Oh si...beh, questo è un piccolo pensiero per te, anche se ti pensavo ogni giorno” dissi dolcemente, dandole il pacchetto. “Oh Percy, non dovevi!” disse lei, aprendolo comunque. Sorrisi nel vederla sgranare gli occhi. “Piccolo pensiero? Percy ma questo è una collanina d'oro e argento!” esclamò meravigliata. Poi staccò il gancetto. Le presi la collana dalla mano e le andai dietro, lei scostò i capelli e io le allacciai la collanina con su scritto Forever. Dopo di che si girò e mi diede un dolce bacio sulla bocca, io ricambia il bacio mettendole le mani sui fianchi. Poi mi abbracciò. “E' stupenda” mi sussurrò all'orecchio, io sorrisi contento che le piacesse. Dopo aver rimesso a posto l'arco, ci incamminammo mano nella mano verso la riva del lago. “Beh, che hai fatto mentre mi allenavo?” chiese, mentre ci sedevamo sull'erba a guardare il tramonto. “Beh, ho fatto due nuove conoscenze.” “Oh, e chi hai conosciuto?” chiese contenta. “ Isabel Benson, figlia di Teti, e Ariel Cardel, figlia di Eris” Annabeth diventò rossa, ma non per la timidezza, più per la rabbia. Tolse la mano dalla mia e la congiunse con l'altra attorno alle ginocchia piegate al petto. “E così hai conosciuto Isabel Benson” disse con tono freddo. “Uhm, si. Stavo parlando con Grover e lei è arrivata, sai Grover ha una cotta per lei.” dissi sogghignando. “Oh beh, non mi stupirebbe!” esclamò lei con rabbia. “Fa la civetta con tutti. Anzi, non la civetta, -perdonami Divina Atena- fa la....” lasciò la frase incompleta, si volto verso di me, colpendomi sul viso con i capelli biondi. Aveva le labbra strette e gli occhi socchiusi. “Annabeth?” la chiamai, sembrava posseduta da Crono. “Cosa ti ha detto?” sussurrò con voce profonda. Preoccupato le misi le mani sulle spalle e la scossi. “Crono esci da questo corpo!” esclamai, scuotendola ancora più forte. Lei balzò in piedi “Ma quale Crono e Crono! Non c'è nessun Crono nel mio corpo!” esclamò arrabbiata e indignata. “Ci ha provato con te non è così!? Dimmelo, non è così!? E magari ti sei anche tu innamorato di lei!” Si voltò dandomi le spalle, risi per quella scena. Anche lei allora si ingelosiva per me, non solo io. “Annabeth...” dissi, continuando a ridere “Tu sei l'unica che attira la mia attenzione, okay?” Mi alzai e andai verso di lei, la abbracciai da dietro. “ L'unica” le sussurrai. “Mmmh” disse lei, poi si girò e mi abbracciò di nuovo “S-scusami, forse mi sono fatta prendere un po' troppo dalla gelosia...” ammise, sempre stretti in un abbraccio. “Non ti preoccupare, capita a tutti” indugiai un po' se dirle o non dirle della mia gelosia, non volevo mostrare i miei punti deboli. “E' capitato anche a me...” ammisi. Lei sciolse l'abbraccio. “Hai avuto altre ragazze?” Chiese, incredula. “No, è capitato poco fa con te....sai...quando sono andata alla cabina per darti la collana un tuo fratello mi ha detto che eri con Luke, e...beh lo sappiamo tutti che, insomma....” anche io non finii la frase. Lei rise, come avevo fatto io. “Testa d'Alghe che non sei altro! Ero piccolina insomma!” disse, prendendomi per mano e iniziando a camminare attorno al lago. “Mica tanto piccola!” esclamai, lei si girò a guardarmi con i suoi occhi grigi. “Avevo sette anni!” si giustificò. Poi ridemmo entrami. Dopo poco andammo a mangiare, sempre ridendo e scherzando, felice di essere tornato al Campo Mezzosangue.
  
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