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Autore: Hisaki_Nakahara    08/09/2012    0 recensioni
Giappone,1961. Sulle alture delle montagne giapponesi sorge il gassho-zukuri,la piccola fattoria retta da lego e paglia,di Kuroi Kage, costruita ai tempi della guerra da Hakushoku Kosen,il suo amato. La vecchia Kuroi,ormai sola e ormai vicina alla morte viene a sapere che la figlia Yamiyo è in preda a una forte depressione e in preda a gravi attacchi che la portano a gesti suicidi. Kuroi dal giorno che era salita su quelle alture col suo amato non era più andata a trovare la famiglia nè tantomeno la figlia che aveva deciso,dopo la maggiore età di trasferirsi col promesso sposo Otoko a Kyoto. Ma l'amore di una madre per una figlia spinge la donna a constringere la figlia a rinsavirsi da quei folli gesti,così,in poco tempo,si mette in viaggio per Kyoto. Una volta giunta lì la donna troverà il coraggio di scavare nella sua memoria e nel suo dolore per raccontare una storia carica di emozioni e sofferenze. Yamiyo sarà la prima donna ad ascoltare una testimonianza d'amore e dolore ai tempi di una guerra atroce.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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-Tesoro sono a casa- Dice Otoko col suo solito sorriso smagliante sulle labbra. Yamiyo gli corre incontro e con un dolce bacio lo saluta -Finalmente sei a casa,mi sei mancato- Otoko sorride e abbraccia la moglie. -Allora,che c'è per cena,ho una fame da lupi- Yamiyo ride e prendendo la mano del marito lo conduce in cucina,dove un tavolo ricco di pietanze lo attende. -Oh,Yami,sei come al solito un ottima cuoca,ti amo- Yamiyo arrosisce e sorridente risponde -Ti amo anche io Oto- La serata procede sera finchè Yamiyo decide di aprire il discorso che dal mattino prima pensava -Oto?- -Si,Yami- risponde con la bocca piena Otoko -Sai,stavo pensando,sono otto anni che non vedo nè sento mia madre,forse potrei andarla a trovare a...- -Yami,te l'ho già detto,non ti lascio andare fino a Shirakawa-go da sola,non se ne parla,è troppo rischioso e stancante- -Ma Oto...- -Niente ma Yami,su questo sono irreversibile- Molte volte Yamiyo aveva provato ad aprire il discorso,ma si era sempre concluso in un cumulo di cenere. -Eh no Otoko,adesso mi ascolti! Io andrò da mia madre che ti piaccia o no,mi manca e voglio riabbiracciarla,glielo avevo promesso!- Comincia a strillare Yamiyo. -Tu non ci andrai,al massimo la faremo venire qui- risponde alzando di più la voce Otoko -Lo sai che non si muove di lì,e comunque ho già i biglietti per il viaggio!- Finalmente l'aveva detto,la frase critica,ora bisognava vedere la reazione,e subito se ne pentì. - Cosa hai fatto? -Ho...preso...i biglietti...- Otoko è fuori di se,come ha potuto nascondergli una cosa simile? -Yamiyo,non dovevi farmi questo,adesso vado a farmi un giro,appena mi passa tornerò e ne riparleremo,sono stato chiaro? L'aveva fatta grossa,si limitò ad abbasare la testa e rispondere -Si.Otoko,come vuoi- Preso giubotto e scarpe si dirige verso la sua adorata moto,sbatte la porta e sgasa via verso chissà dove. Yamiyo si siede col viso tra le mani,vorebbe inseguirlo,gridargli che le dispiace,ma non ha il coraggio,e lui non l'ascolterebbe nemmeno. Le ore passano,scorre la lancetta,ma di Otoko,nessuna traccia. -Ormai è tardi,dovrebbe essere di ritorno- pensa Yamiyo. *driiiin driiin* Il telefono squilla,chi sarà mai a quest'ora? Yamiyo ha un brutto presentimento,ma alza frettolosa alla cornetta. E' una voce maschile ma non è del suo Otoko. La voce bisbiglia qualcosa in fretta e Yamiyo lascia cadere la cornetta precipitandosi alla macchina. E' buio e piove,dove cavolo sarà quel maledetto ponte. Un ambulanza la sorpassa decide si seguorla,violando ogni codice della strada. In pochi minuti è lì. Otoko è disteso su un fianco,non si muove. Dal casco scorre un riverbero rossastro e chi si mischia all'acqua piovana. La moto è accartocciata ad uno spartitraffico 100 metri più avanti sotto a una piccola macchina. Un uomo siede sul ciglio della strada ferito,col viso tra le mani in evidente stato di schock. Le pare di conoscerlo,ma non ci fa molto caso. Otoko è circondato dai medici -Non si muove,non si muove.Otoko svegliati ti prego- Pensa Yamiyo. Vuole avvicinarsi,correre e veder cosa succede,ma la paura la blocca,lo stanno portnado via. Corre a fermarli. Non avrebbe dovuto,lo spettacolo è terrificante. Il sangue bagna il viso e la tuta di Otoko che fissa il soffitto dell'ambulanza con gli occhi sbarrati. -Otoko,Otoko ti prego rispondimi sono Yamiyo,sono la tua Yami- Niente,nessuna risposta. -signorina lei è la moglie?- -si,sono io- -ho una cattiva notizia per lei...- Il cuore di Yamiyo si ferma e insieme adesso ogni cosa intorno a lei rimane sospesa,il medico prosegue -Il cuore di suo marito si è fermato pochi secondi prima lo portassimo in ambulanza,non c'è più nulla da fare- Yamiyo vorrebbe urlare,vorrebbe rispondere ma istintivamente si gira verso Otoko e grida:- Otoko svegliati,non sei morto svegliati!- Il pianto rimbomba per la strada. I paramedici la trattengono e comunicano lo stato di schock della donna all'ospedale più vicino e le situazioni dell'uomo. -Tutto finito,tutto finito per causa mia- ripete sotto voce Yamiyo -Ora saremo solo io e te dolore-
  
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