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Autore: kymyit    08/09/2012    1 recensioni
Fatto il misfatto è necessario prendere le redini della situazione prima che degenerino, è cosa ovvia e risaputa. Così una mattina Piemon e Yamato si trovano davanti alla svolta più importante della loro relazione.
Aspettano dei figli ed è giunto il momento di decidere se continuare a divertirsi o ufficializzare la propria unione. Ma poi, perché diavolo Piemon vorrà sposarsi a Las Vegas? Riuscirà Mimi a costringere Yamato a portare il bouquet? E chi è l'oscura presenza che minaccia il matrimonio?
Tutto il delirio e i sentimenti che volete in questa fan fiction, che partecipa alle challenge: "Chi, con chi, che cosa facevano" e "I difetti di Howl"
Coppie: [Piemon/Yamato, Mugendramon/Metalseadramon, Taichi/Sorpresa, varie accennate u.u]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Piemon/Piedmon, Un po' tutti, Yamato Ishida/Matt
Note: OOC | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Two Lonely Stars'
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Capitolo 3: Assumiti le tue responsabilità



La notizia del concepimento fece ovviamente il giro delle conoscenze e tutti i ragazzi volevana vedere le famigerate digiuova, ma Yamato era alla ricerca delle parole per annunciare ai suoi di essere diventato padre (e se qualcuno osava ancora dargli della mamma, gli avrebbe scatenato addosso Metalgarurumon) perciò fu con malincuore che gli altri dovettero attendere, anche perché lui sembrava così teso e di malumore, tanto che ad un certo punto decise di tornare sulla terra piantando mezzo castello in asso.
Taichi decise quindi di fargli visita, ben conscio di rischiare la vita, perché se Yamato decideva di starsene da solo a pensare, potevi star sicuro che ti tirava dietro mezza casa pur di restarsene per i fatti suoi. Fu così che si armò di tutto il suo coraggio (e di un'armatura) per limitare i danni che temeva di subire.
-Yamato, posso entrare? Ho portato un  gelato... chiacchieratina fra amici? - domandò timidamente al citofono. La porta si aprì di scatto e un'aura spettrale l'avvolse, Yamato comparve dalle tenebre teso come una corda di violino e con gli occhi offuscati da due scurissime occhiaie da far accapponare la pelle.
-Scusa se ti ho disturbato...- balbettò il prescelto del Coraggio coprendosi il viso con le braccia, in attesa della fine. Contrariamente a quanto i suoi timori più profondi gli avevano fatto credere Yamato non gli tirò contro nulla, si limitò a tirare dentro casa lui e il gelato prima di chiudere la porta sul pianerottolo vuoto.

-Ho paura che mi lasci…- disse appoggiando sul tavolo il bicchiere. Si asciugò le labbra col dorso della mano e tamburellò con le dita sul ripiano in legno. -Insomma, lo sappiamo tutti che ama divertirsi e finora abbiamo fatto solo quello. E se adesso lo spaventasse il fatto di legarsi?-
-Non che non siate pappa e ciccia, eh!- sdrammatizzò Taichi -Secondo me, ti fai troppi problemi.-
-Era terrorizzato, non ha neppure reagito quando Lady Devimon gli ha regalato un bavaglino. E credimi, se non riesce a risponderti a tono puoi star sicuro che è o nero di rabbia o col morale sottoterra..-
Taichi annuì.
-Dagli il tempo di assimilare la cosa.-
-E se invece mi lasciasse? Se dovessi prendermi cura dei nostri figli da solo? Se…- incassò la testa fra le spalle e l’appoggiò al tavolo -Io non voglio che passino quello che ho passato io…-
Taichi gli massaggiò amichevolmente le spalle.
-Vedrai, io sono sicuro che Piemon è uno d’onore. Insomma, è stato una carogna, ma quando è passato dalla nostra parte è sempre rimasto con noi. Insomma, è diventato quasi una brava persona. Conoscendolo meglio è anche simpatico. Ma senza esagerare.- s’affrettò ad aggiungere alla fine.
-Yamato!- Era Gabumon che, seguito da Agumon, era di ritorno da casa Yagami. Taichi, infatti, aveva dimenticato uno sciroppo dolce che era la fine del mondo e aveva rispedito i due a casa a prenderlo. -Ho visto tuo padre arrivare.-
Yamato alzò la testa di scatto e guardò l’orologio, non era ancora ora che tornasse, gli si strinse il cuore in petto.
-Merda…- disse fuggendo in camera sua e rifugiandosi a Digiworld. Taichi e gli altri fecero appena in tempo a seguirlo che Hiroaki entrò in casa. Il signor Ishida comprese subito che qualcosa non andava. Insomma, c’erano dei gelati sul tavolo e le scarpe all’ingresso, ma nessuno in giro per casa.
-Yamato? Gabumon?- chiamò. Nessuna risposta. Scoprì il computer acceso e capì che il figlio era tornato nell’altro mondo. Si sentì appena infastidito da tutto quel viavai e neppure una chiamata. A volte si chiedeva cosa gli passasse nella testa a suo figlio, che aveva ventuno anni suonati ma evidentemente il cervello era quello di un quindicenne incosciente. Inutile dire che Piemon gli stava simpatico come un cactus dove non ci batte il sole.



-Perché siamo scappati?- domandò Taichi.
-Prima di dare la bella notizia ai miei voglio chiarire con Piemon.- rispose Yamato. -Takeru non ha detto nulla, vero?-
-No, ritiene sia tu a doverlo fare.- rispose il moro -Sperando che Veemon e Daisuke tengano la bocca chiusa, sembrava molto esaltato all'idea di diventare zio da non si sa quale parte.-
-Mi preoccupano di più Mimi e Miyako....- sospirò il prescelto dell'Amicizia -E' come se fosse scattato il conto alla rovescia, devo parlargli in fretta prima che i miei lo sappiano dai vicini dei vicini perché qualcuno se è lasciato scappare la bella novità!-
Erano rientrati direttamente nel castello, perciò Yamato mandò uno degli Evilmon a chiamare Piemon con urgenza e lo attese nella sua stanza. Taichi e gli altri li lasciarono soli, perché erano piuttosto tesi entrambi e la loro presenza non sarebbe stata d’aiuto, anzi.
-Dove sei stato tutto il giorno?- domandò il Padrone delle Tenebre.
-A casa.- rispose il prescelto.
Piemon si accomodò sulla poltrona, preoccupato -Hai parlato con i tuoi?-
-No.- rispose -Non ancora. Prima voglio sapere cosa fare.-
Piemon si versò del vino rosso -Dobbiamo fare qualcosa?- domandò. Yamato deglutì e chinò il capo, sentì il respiro mancargli. Qualunque cosa avrebbe detto, con tutta probabilità sarebbe stata quella sbagliata.
-Io…- iniziò -Adesso abbiamo dei figli… le cose cambieranno…-
-Le cose non devono necessariamente cambiare.- disse l’altro, come seccato. Yamato tacque, poi riprese a parlare.
-Cambieranno, che lo vogliamo o no… io non so tu cosa ne pensi, ma… abbiamo sempre fatto tutto senza porci problemi, senza prendere le cose troppo sul serio ma adesso…- Yamato si chiese perché toccava a lui fare quel discorso, ma Piemon taceva e faceva oscillare il vino nel bicchiere. Non sarebbe andato troppo lontano se avesse dovuto attendere che dicesse qualcosa.                
-Adesso…- si strinse nelle spalle. Gli mancò il coraggio di dar voce ai suoi timori più intimi.
Piemon si alzò in silenzio e lo abbracciò.
-Guarda che sono adulto e vaccinato, so prendermi le mie responsabilità.- disse per rassicurarlo. -Tra noi non cambierà nulla.- gli sussurrò poi baciandogli la testa. Yamato si sentì un perfetto imbecille, ma sorrise comunque, sollevato.





Note: come la prenderà papà Ishida, lo saprete nel prossimo capitolo, Piemon fra l'altro combinerà qualcosinainaina molto romantica... alla prossima!

   
 
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