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Autore: AnotherLost    09/09/2012    0 recensioni
La storia dell'incontro fra una ragazza che incarna la malinconia stessa e un ragazzo con una faticosa maschera da dover mantenere per apparire benevolo e gentile agli occhi altrui. La storia di una ragazza odiata da tutti e di un ragazzo amato da tutti. Come pensate che si evolveranno le cose?
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5
A passi sicuri, Naomi avanzò verso la porta della 1-B, ma appena toccò la maniglia si fermò. Dopotutto, aveva ancora una leggera paura di venire di nuovo sgridata dalla professoressa d'inglese. Era terribile, quella donna. Sopratutto con lei. Non sapeva nemmeno il perché. Magari siccome prendeva sempre il massimo nelle sue verifiche e questo la faceva sentire sminuita. Sbuffò. Cosa poteva importarle, alla fine, se l'odiava o meno? La campanella la fece sussultare e notò che era ancora bagnata fradicia sebbene fosse passata più di mezz'ora dall'accaduto in cortile. Prima che la professoressa apra la porta per uscire, Naomi era già andata a nascondersi nella mensa. Non voleva nè incontrare quella bisbetica (che tral'altro parlava un inglese sadomizzato) nè nessun'altro individuo presente in quell'edificio. Si guardò intorno e notò che la sala mensa era vuota, come suo solito a quell'ora. Naomi tirò un sospiro di sollievo e si spogliò dai vestiti bagnati, incurante che qualcuno possa entrare. E se anche entrasse non le era passato minimamente in mente che la potesse aggredire o altro. Perché dovrebbe, d'altronde? Restò così, in biancheria e seduta su un tavolo muovendo a ritmo su e giù le gambe. Ripensò al rappresentante di classe. Non avrebbe mai pensato che un ragazzo così beneamato fosse in realtà un simile idiota. Poi sussultò. Si ricordò della telefonata della madre e del suo ordine preciso di non tornare a casa. Iniziò a mordersi un labbro, segno evidente della sua preoccupazione. Non aveva amiche, figuriamoci un ragazzo.. Non aveva nemmeno conoscenze. L'unica conoscenza era un'anziana vicina di casa, abbastanza gentile con lei. Ma non poteva mica piombare a casa sua a chiederle di farla dormire sul divano come se niente fosse. E no, Naomi non era specificamente adatta a parlare o avere rapporti con altre persone. Sbagliava sempre qualcosa. Sbuffò e si mise sdraiata sul tavolo, rivolgendo il suo sguardo sul soffitto abbastanza sporco. Non sono da me, questi stupidi pensieri. E mentre pensò questo si mise in piedi in un balzo e decise che anche oggi avrebbe saltato le lezioni. Tanto, anche frequentandole non cambiava un granché, siccome non ascoltava quasi mai gli insegnanti. Si rimise i vestiti, ancora un pò umidicci e di lampo si ricordò del suo zaino. Tornò in classe, sapendo che i suoi compagni erano fuori da essa, siccome intenti nell'ora di educazione fisica. Camminò a passi lenti verso il corridoio, fino in classe, fino al banco. Lo guardò per qualche minuto. Guardò quelle scritte di disprezzo verso di lei. Le avevano di nuovo riempito il banco di scarabocchi e offese varie. Dal banco, il suo sguardo si poso alla finestra dove fissò per qualche minuto i suoi compagni che ridevano e si divertivano nelle varie esercitazioni fisiche. Perché l'insegnante non ha detto niente? Eppure deve averli visti. Lentamente portò la mano sulla superficie di legno, sporca e piena di scritte accusatorie rivolte verso di lei. Restò lì, impalata per qualche minuto, a fissare e contemplare cos'avevano fatto i suoi compagni; dopo qualche minuto sussultò. Notò che il suo zaino non c'era più. Allarmata, iniziò a cercare frettolosamente in tutti i posti possibili dove poter nascondere qualcosa, presenti in classe. Niente. E così passò da classe a classe, da aula ad aula. Ma niente. Erano ormai passate due ore, Naomi aveva il fiatone e notò che ormai si stava perfino facendo buio. Pensò che sarebbe stato meglio andare a chiedere a qualche professore. Non era sicura che l'avrebbe aiutata, ma tentar non nuoce, no? A passi lenti si diresse verso la sala professori e quando aprì la porta vide che era rimasto solo l'insegnante di matematica, ancora intento nel sistemare  varie carte.
"Professore, posso disturbarla un momento?"
L'insegnante si girò e fissò Naomi con aria assente, come se stesse cercando di ricordarsi di lei. Anzi, del suo nome. Cosa che avrebbe dovuto fare da tempo, siccome erano alla fine dell'anno scolastico.
"Ah, sei tu Adachi... allora, cosa vuoi? Non ho molto tempo."
"Ecco.. mi è sparito lo zaino e mi.. chiedevo se per caso lei sapesse dove sia finito, siccome era in classe nell'ora in cui io mancavo.."
Naomi alzò lo sguardo sul professore, attendendo la sua risposta. Ma quello che vide era la sua schiena e le sue braccia che si muovevano velocemente, intente nel riordinare i fogli. Naomi si morse il labbro.
"Mi sta ascoltando almeno?"
"Ah.. oh.. sì, sì. E' per caso quello, il tuo zaino?"
Disse indicando il fondo dell'aula. Naomi girò lo sguardo, seguendo il suo dito e vide il suo zaino infangato e tagliato a metà.
"Beh, sai, Azumi non l'ha fatto apposta" continuò il professore "stavano per caso giocandoci ed è finito di sotto."
In silenzio, Naomi avanzò verso quello che restava del suo zaino e dei libri. Prese con lentezza i libri all'interno e lasciò le scartoffie dello zaino ormai distrutto. A passi lenti raggiunse la porta e quando l'aprì il professore urlò:
"Ehi, Adachi, ma cosa fai? Lasci la tua immondizia nell'aula insegnanti?!"
Lei non si girò e disse con voce apatica
"Mi pare che ci sia molta altra immondizia in quest'aula. E non sto parlando del mio zaino, Sensei."
Prima che l'insegnante possa ribattere lei chiuse con forza la porta e iniziò a camminare verso l'uscita della scuola. Appena fuori, notò il fiato che appena uscito dalla sua bocca si materializzava. Faceva abbastanza freddo. E non vedeva l'ora di tornare a casa.


  
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