Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Taraxacum    09/09/2012    0 recensioni
Quella notte Daphne attorcigliava i suoi lunghi capelli in una treccia confusa e storta, sotto le luminose luci dello specchio.
I suoi occhi lucenti risplendevano come due diamanti e le sue mani tremavano. C’era un motivo perché la sua pelle era fredda e perché il suo cuore batteva forte.
L’indomani, Max aveva un appuntamento con Daphne che, essendo la primissima volta che lei usciva con qualcuno dopo ben quattordici anni, era più che anormale.
Proprio così, da quando era nata, Daphne non aveva amici. Viveva contorta da musica, libri, fogli vuoti e penne biro nuovissime.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quella notte Daphne attorcigliava i suoi lunghi capelli in una treccia confusa e storta, sotto le luminose luci dello specchio.
I suoi occhi lucenti risplendevano come due diamanti e le sue mani tremavano. C’era un motivo perché la sua pelle era fredda e perché il suo cuore batteva forte.
L’indomani, Max aveva un appuntamento con Daphne che, essendo la primissima volta che lei usciva con qualcuno dopo ben quattordici anni, era più che anormale.
Proprio così, da quando era nata, Daphne non aveva amici. Viveva contorta da musica, libri, fogli vuoti e penne biro nuovissime.
Il suo sfogo era ascoltare musica, leggere, scrivere storie e intrecciare i suoi lunghissimi capelli.
Si sentiva libera ogni volta che infilava un paio di cuffie, apriva un libro, impugnava una penna o divideva le ciocche. Era come se liberasse i polmoni dall’aria inquinata che respirava dall’alba.
Eppure quella notte aveva voglia solo di pettinare la sua chioma bionda, ed osservare i capelli muoversi così velocemente da distrarla dai suoi problemi.
Non pensava più al giorno seguente, alle complicazioni che sarebbero potute capitare o persino a quante volte la sua treccia si sarebbe disfatta e sciolta. E Daphne odiava i capelli spogli, senza alcun treccia o coda.
Dunque, dopo aver finito la sua acconciatura, prese il foglio bianco e incominciò a scrivere:
“Carissimo Diario,
se un amico per me. È la prima volta che scrivo un diario, ma questa volta ne ho davvero bisogno. Domani ho un appuntamento con Max, il ragazzo per cui ho una cotta, ed ho davvero paura. Poco fa, mentre mi facevo una treccia, avevo dissolto il problema e avevo continuato a pettinare, ma poi, al termine, mi sono catapultata davanti ad una nube nera fatta solo di incomprensioni e dubbi.
E se Max non mi amasse? Se fosse tutta una finzione? È il mio primo amico, ho quattordici anni e non ho mai avuto amici.
Mia madre lavora sempre, il mio papà si è trasferito con la nuova compagna e sono figlia unica, quindi non saprei con chi stare.
Viviamo di uno stipendio, ma ci basta.
Non vogliamo nessuna ricchezza, o per lo meno io.
Ho solo bisogno di amici, infondo chi trova un amico trova un tesoro, no?
Perciò, spero che quest’anno, elimini la mia timidezza, scombri la mia mente dai libri scolastici e mi dedichi agli amici. I libri non possono essere gli unici amici della tua vita.
Perciò mi farò avanti, e… sorriderò nuovamente.
Domani ti faccio sapere su Max.

         Daphne.”

 
 
 Dopo aver nascosto il foglio sotto il letto, in una scatola bianca piena di fotografie e altri fogli, chiuse la finestra che teneva aperta e s’infilò nelle coperte.
 
Il giorno successivo, Daphne si svegliò di buon umore.
I raggi del sole filtravano nelle tende, e sfioravano il candido viso della ragazza.
«Buongiorno mondo!» si sussurrò, mentre alzava le tapparelle e ficcava le pantofole nei piedi.
Scese le scale di corsa, non appena guardò di sfuggita l’orologio che segnava le
sette e quaranta.
Quella mattina doveva andare di corsa a scuola come tutte le mattine e, anche se Daphne non aveva intenzione di vedere quelle facce da bulli o da galline, era obbligata.
Ma quel giorno era diverso: la madre era già al lavoro, lo skate era sempre nello stesso posto,  lei era pronta e aveva una tremenda voglia di saltare la scuola.
Ma per infrangere una regola, doveva prima accertarsi che nessuno la vedesse e che Max tenesse il segreto.
E proprio mentre stava afferrando lo skateboard per correre per qualche pista o per qualche marciapiede, si bloccò davanti alla porta. Pietrificata affermò:
«Non posso farlo. Al limite andrò in skate.» e così fece.
Attraversò la grande città a bordo della sua “piattaforma mobile” e quando arrivò tutto ciò che temeva si esaudì.
Le ragazze popolari ridacchiavano di lei, i ragazzi punk erano sbalorditi e Max, infondo al cortile, vicino al portone, le sorrideva dolcemente.
Con tutto il coraggio del mondo, Daphne si avvicinò a lui, e Max si sciolse dal gruppo.
«Allora stasera usciamo?» domandò Max, sistemandosi l’uniforme.
«Certo, ma perché ridono?» il cuore di Daphne batteva sempre più forte.
«Tu sei Daphne, quella che vive di libri, vederti a bordo di uno skate è stato sbalorditivo!» rise un po’ Max, non rendendosi conto che Daphne era tornata spaventata e triste.
«Oh.» sussurrò infine Daphne, con lo skate ancora chiuso tra le braccia, mentre teneva lo sguardo fisso a guardare il basso.
La campanella suonò e per Daphne iniziò un altro dei suoi incubi: stare vicino a Deborah, la sua peggior nemica.


SPAZIO AUTRICE:
È la mia prima storia, spero vi appassioni.
Baci, me.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Taraxacum