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Autore: blacksmile    26/03/2007    4 recensioni
"Erano passati oramai 5 anni da quando Harry Potter aveva sconfitto il famigerato Lord Voldemort e ora la vita nel mondo magico procedeva tranquilla e armoniosa"... Ma non per tutti...
La mia prima fic a capitoli sulla coppia Ron/Hermione(in assoluto la ship che amo di più).
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6: Ricatti e Gelosie.





- Sonorus… Bonjour Hogwarts! Se vi chiodote di chi è la splendida voscie che state sentendo, beh è la mia! Madame Maxime! Vi volevo informare sul programma del Torneo. Dunque… tra una settimana sarà posta nel Gran Salon il Calisce di fuoco. L’estrasion dei vinscitori avverrà la notte del venticinque Discembre. Il programma delle sfide è ancora da progettare. Bene! Adesso non mi resta altro che augurarvi una buona giornata e lasciarvi contemplare la meraviliosa colasion preparata dal nostro staff di Cheff! - aveva avvisato Madame Maxime, attraverso un incantesimo di propagazione del suono.
Hermione, infastidita dalla voce “squillante” della Preside francese, non potè fare altro che svegliarsi brontolare per l’irruenza della donna. Non era abituata a tutto quel trambusto di mattina presto, anche se aveva diviso sette anni la stanza con due ragazze abbastanza caotiche. Come poteva scordarsi gli urli di Lavanda, mentre sgridava Calì per averle spostato la gonna dalla sedia che avevano in comune, o le lotte all’ultimo sangue con le due inquiline per entrare per prime in bagno.
Con calma la ragazza si mise a sedere sopra al grande letto che l’era stato dato, sbadigliando e stiracchiandosi distrattamente.
Il letto era molto particolare. Un baldacchino, formato da quattro sottili aste di legno riccamente ornate, poste agli estremi del letto, reggevano un tendaggio roseo molto leggero, quasi fragile, fatto di seta e pizzo che coprivano il letto di Hermione. Le coperte, anch’esse rosa, erano state buttate tutte verso il lato destro della ragazza, scomposte e sgualcite. I numerosi cuscini che erano stati accuratamente aggiustati sopra al letto, ora erano sparsi per terra e uno solo, il più grande, era rimasto sopra, evidentemente era quello dove la ragazza aveva appoggiato la testa.
Lentamente Hermione aprì le tende e diede uno sguardo globale alla camera. Ron dormiva ancora, mentre il letto del professor Vitious era vuoto. Uno scroscio d’acqua usciva dal bagno.
La testa rossa del ragazzo spuntava, come una torcia che illuminava il buio, tra le coperte scomposte e le tende di poco scostate. Hermione, curiosa, scese dal letto, si infilò le ciabatte e senza fare rumore, si avvicinò al letto del giovane. Tirò le tende del letto e lo guardò.
Ron dormiva a pancia all’insù, con la bocca aperta e le coperte per terra. Una mano era appoggiata al petto nudo, mentre l’altra ciondolava inerte fuori dal letto. Sembrava un bambino, se non fosse stato per la barba incolta sul viso.
Hermione pensava a quante volte lo aveva visto nella stessa posizione, nella sua cameretta alla Tana, mentre dormiva beatamente e si godeva i giorni di vacanza. Quanto le mancavano quei giorni. Tutte le estati era andata a casa di Ron e Ginny per trascorrere le vacanze, insieme anche a Harry, che cercava sempre di svignarsela in più presto possibile dalla casa dei suoi due zii. Ripensando ai tempi della scuola, un leggero filo di malinconia attraversò il viso di Hermione. Le nottate sui libri in Sala Comune con Harry e Ron, le lezioni della Mc Grannit, le passeggiate per il parco insieme ai suoi due amici, la Burrobirra calda da Madama Rosmerta, Hogsmeade, Le partite di Quiddich che lei odiava, ma solo perché giocavano i suoi due amici, allora non ne perdeva neanche una. Harry che correva dietro il Boccino e Ron che volava tra i pali per difendere la porta di Grifondoro, Ron che la faceva arrabbiare, che le chiedeva di correggere i compiti, sempre lui…
Ron iniziò a muoversi nel letto, infastidito dai raggi solari che entravano prepotenti dalle tende che Hermione aveva spostato. A differenza di quelle di lei, le tende del baldacchino del ragazzo erano verdi e spesse, leggermente scamosciate.
Al piccolo movimento del ragazzo, Hermione, ripresasi dalle fantasticherie, si allontanò come un razzo e andò verso il suo baule per preparare i vestiti puliti e tutto il necessario per andare a fare la doccia. Si incamminò verso il bagno e solo quando cercò di aprire la porta si accorse che questa era chiusa. Non voleva rimanere lì come una statua ad aspettare che Vitious uscisse dal bagno, soprattutto non voleva farsi vedere da Ron con il suo completino composto di un delicatissimo pigiama di flanella rosa con una Puffola Pigmea al centro e delle graziose pantofole arancioni a puà rossi.
Ma questo fu impossibile. Dalla parte opposta della stanza Hermione sentì distintamente il rumore di tende spostate. Uno sbadiglio e un’imprecazione precederono un tono maschile.

- Buongiorno Hermione. Svegliata presto? - disse Ron ancora con la voce impastata dal sonno.

- Buongiorno Weasley. Sì, io a differenza di lei mi sveglio sempre presto. - rispose Hermione senza guardarlo.

- Noto che hai dormito male. - accennò Ron con una punta di ironia.

- Si sbaglia. Io ho dormito benissimo!- replicò acidamente Hermione.

- Ti credo. - rispose soffocando uno sbadiglio.
Hermione sentiva ancora lo sguardo del ragazzo dietro la schiena, non voleva vederlo.

- Sai, mi piace il tuo pigiama. Ti dona. - la canzonò Ron, divertito.
Hermione diventò rossa come un peperone. Si girò di scatto e lanciò uno sguardo rigido al giovane che intanto era sceso dal letto. Aveva un sorriso sornione stampato in faccia e i suoi occhi osservavano il corpo della ragazza come per valutarne tutta la bellezza. Hermione si ritrovò imbarazzata del comportamento di Ron, così gli diede le spalle e sbuffò, impaziente di entrare in bagno. I due non proferirono parola durante i minuti di attesa.
Hermione pensava a qualche maledizione da lanciare a Minerva e al Ministro per averla messa in quella situazione. Lei voleva e doveva scordare Ron, non poteva stare più di un minuto nello stesso posto con lui, figuriamoci a dormire nella stessa stanza! Doveva trovare una soluzione, tutto questo era assurdo.
“Gia, ma devo farlo per forza?” si ritrovò a pensare la ragazza. In fondo Ron non aveva ancora accennato al discorso di quel pomeriggio a Hogwarts, e lei non aveva nessuna intenzione di riaprire il discorso. Sarebbe stato troppo imbarazzante e di certo non andava a genio con le idee che si era costruita durante gli anni. Ma dentro al suo cuore sentiva di avere un’idea diversa.
Le mancava qualche cosa, sentiva il bisogno di colmare un buco che da troppo tempo era scoperto. Aveva cercato, invano, durante quegli anni di trovare un tappo che le avrebbe permesso di stare in pace con se stessa, ma niente era riuscita ad aiutarla. E se non era qualcosa che le mancava, ma qualcuno?
Quando Filius uscì dal bagno, Hermione scattò e si diresse verso la porta sgridando arrabbiata - Era ora!

Vitious rimase paralizzato e cercò risposta da Ron con un’occhiata spaventata, mentre la ragazza si chiudeva dentro al bagno con uno scatto deciso.

- Perché mi ha aggredito così? - chiese Filius.

- Pensa solo che a me continua a dare del “lei”- rispose Ron scoraggiato.
I due si girarono nuovamente verso la porta zittendo, quando Hermione uscì furiosa per andare a prendere i vestiti che aveva lasciato sul letto e rientrare nel bagno sbattendola di nuovo.

- Le donne… - sospirò Ron andando a prendere i vestiti puliti.








La riunione dei rappresentanti delle tre scuole era stata fissata per le 9.00 di sera, dopo cena, nella sontuosa Sala degli Specchi.
Hermione era agitatissima, non conosceva nessuno e sarebbe stato molto difficile dialogare con persone con cultura e lingua diversa, ma soprattutto sopportare la presenza del suo Ex migliore amico, che in fatto di presentazioni pareva essere più bravo di lei.
A cena non mangiò niente e quando si avviò verso la Sala degli Specchi, con un carico di fogli e idee, si sentiva peggio rispetto a quando aveva fatto gli esami per prendere il M.A.G.O.
Arrivata al portone della stanza, si accorse di essere la prima. Non voleva stare con le mani in tasca e aveva un urgente bisogno di riguardare alcune pratiche che la Preside Mc Grannit le aveva gentilmente chiesto di consegnare a Madame Maxime. Erano molto importanti, riguardavano gli alunni che partecipavano al Torneo e, allegate alle schede di presentazione, c’erano le autorizzazioni firmate dai genitori di ognuno.
Hermione entrò nella stanza e si diresse verso una delle comode poltrone che riempivano la sala. Non aveva mai visto una cosa più spettacolare di quella.
La stanza era inondata di specchi di tutte le forme immaginabili. Hermione si sentiva vagamente a disagio, vedeva tante se stessa che quasi le veniva la nausea. Ammaliata da tanta bellezza, la ragazza fece un veloce giro della stanza e si divertì moltissimo a guardare se stessa diventare altissima e subito dopo grassa e tarchiata, per poi passare dal suo colore naturale a verde, o gialla, addirittura Fucsia.
Tornata alla poltroncina, si sedette e incominciò a studiare le varie pergamene che si era portata dietro. Un lavoro noioso quello di ordinare le varie pratiche di partecipazione, ma doveva essere fatto e Hermione lo sapeva bene. Aprì la borsa e ne estrasse una piuma, un calamaio e una cartella satura di fogli. Diligentemente prese la prima pergamena e incominciò a leggere, ma fu disturbata dall’arrivo di un individuo. Le luci del corridoio esterno creavano un’ombra lunga, che si stendeva dentro la sala avvisando dell’arrivo di qualcuno. Solo quando il leggero rumore di passi cessò, Hermione potè vedere chi fosse l’individuo.
Era un uomo, alto e possente, dall’andatura elegante. Aveva, a occhio e croce, una sessantina di anni e possedeva delle spalle molto larghe. Gli occhi di ghiaccio contornati da un paio di occhiali rettangolari, rari capelli brizzolati e la pelle olivastra, esibiva un paio di baffi grigi e folti che coprivano il labbro superiore. Indossava un’elegante tunica nera, con dei ricami argentati sui polsi, e un pesante mantello da viaggio. Un leggero ticchettio lo accompagnava, mentre camminava, dovuto ad uno stranissimo orologio d’oro da taschino. Infatti, l‘uomo lo aveva sfilato dalla tasca della sua tunica per controllare l’orario.
L’individuo si avvicinò a Hermione sempre con andatura fine, mise l’orologio dentro al taschino e disse - Buonasera signorina, questa è la stanza degli Specchi?

Hermione sembrava sorpresa. Non solo rimase di stucco sentendo la voce roca dell’uomo, ma si stupì che un signore distinto come lui non avesse un po’ di acume. Era quasi sicura di essere in una stanza piena zeppa di specchi, quasi da far venire la nausea, e lui le chiedeva dove fosse?

- Sa - continuò, però, l’uomo - mi sono perso. Sono entrato forse in sei stanze diverse, piene di specchi, ma in nessuna di queste era presente un po’ di vita. Così sto vagando da più di mezz’ora alla ricerca della giusta sala. - finì con una risata.

- Allora credo che sia riuscito a trovare la stanza giusta. - rispose garbatamente Hermione.

- Oh bene! - esclamò l’uomo - Se non la disturbo, potrei sedermi in quella poltrona vicino a lei? - chiese il signore.

- Non c’è bisogno che me lo chieda, sto solo mettendo in ordine delle pratiche scolastiche. - replicò Hermione divertita.
L’uomo si tolse il pesante mantello e sedette di fronte alla ragazza.
Hermione notò un leggero filo di pancia nascosta dal mantello e una vistosa cicatrice sulla mano destra. Il signore si mise comodo sulla poltroncina, non abbandonando la classe che lo caratterizzava, e accavallò le gambe, guardando distrattamente la stanza.
Hermione notò che aveva anche dei piedi lunghi che calzavano degli elegantissimi stivali di pelle di drago. Pensò subito che dovesse essere una figura di alta società, poteva essere persino il Ministro francese, che per problemi diplomatici non era ancora venuto a dare l’accoglienza alle due scuole straniere. Ma abbandonò i dubbi solo dopo aver visto l’enorme cartella che aveva in mano. Così prese alcuni fogli e ricominciò il lavoro dove era stata interrotta.
Ci fu un silenzio quasi funereo nella sala, interrotto dallo scricchiolare della piuma di Hermione sulla pergamena e dai ticchettii dell’orologio da taschino dello sconosciuto.
Solo dopo qualche minuto di silenzio, l’uomo si riscosse e disse - Mi scusi della mia stupidità, ma non ancora ho avuto il modo di sapere il suo nome. Io sono Gregor Alexander Sebastian Von Silcovich, Preside della scuola di Durmstraing. - si presentò l’uomo, alzandosi dal giaciglio e facendo un inchino alla ragazza.

- Io sono Hermione Jane Granger, piacere di conoscerla signor Silcovich. - disse Hermione con una nota di imbarazzo, allungando la mano, ma l’uomo non la strinse, bensì la prese e se la portò sulle labbra. Hermione arrossì un po’ per quel gesto elegante. Nessuno le aveva fatto il baciamano e, sinceramente, non se lo sarebbe aspettata da quel signore, sebbene così distinto.

- Sento un inconfondibile accento di Oxford, se non erro, signorina Granger. Deduco che lei viene da Hogwarts. - affermò l’uomo sedendosi di nuovo sulla poltroncina.

- Si, sono l’insegnante di Trasfigurazioni di Hogwarts. - disse con aria fiera - Ma lei come ha fatto a riconoscere il mio accento? - domandò curiosa Hermione, riprendendo posto nella poltrona colma di pergamene.

- Beh… vede, quando avevo più o meno la sua età - raccontò - ho conosciuto una ragazza babbana di Oxford, e me ne innamorai perdutamente. Poi quella stessa ragazza diventò mia moglie diversi anni dopo - disse sventolando in aria casualmente la mano - e adesso fa la vita da signora nel nostro maniero in Bulgaria. - finì l’uomo con un tono divertito.

- Adesso si spiega il suo perfetto Inglese. “E pensare che Ron diceva che parlava meglio Maxime l’Inglese” - dedusse Hermione, facendo ridere di gusto Silcovich.

- Eh, signorina.- rispose ridacchiando - Se volevo conquistare la mia attuale moglie, dovevo in qualche modo imparare a dialogare nella vostra lingua.- esclamò Silcovich, continuando a ridere - L’amore, a volte, gioca brutti scherzi… - disse in fine.

- Gia, la capisco. - commentò Hermione emettendo un sospiro.

- Perchè mai una graziosa ragazza come lei dovrebbe capirmi? Non le sarà successo qualcosa che le avrà spezzato il cuore? - chiese il signore apprensivo.

- Non immagina neanche quanto ho sofferto per amore. - sussurrò Hermione alzando gli occhi verso l’uomo dalla pergamena che stava osservando.
Hermione si accorse che quel signore, che in un primo momento le sembrava altezzoso e vanitoso, era estremamente intelligente, caparbio e perspicace. Si ritrovo a fissare i suoi occhi chiari con insistenza, e subito intuì che l’uomo in qualche modo la capiva. Non capiva ancora i perché, ma notò in quello sguardo qualcosa di famigliare, di rassicurante, quasi tranquillizzante. Non riuscendo a sostenere lo sguardo, Hermione abbassò gli occhi e sospirò intingendo la piuma nel calamaio.
L’uomo non aprì più bocca, e Hermione glie ne fu grata, non avrebbe retto quel discorso per molto tempo, e pensava, anche, che in quel momento gli affari di cuore non dovessero intralciare il suo lavoro. Così riprese a scrivere senza alzare il viso dalla pergamena, ma spiando di tanto in tanto l’uomo di fronte a lei.
Le nove vennero subito e con essa i vari partecipanti della riunione. Un leggero chiacchiericcio si stava espandendo nella sala, che, solo pochi minuti prima, era quiete e immacolata.
Hermione vide entrare la possente Maxime accompagnata da una donna scura tarchiata e dalla faccia burbera, occupate in un acceso dialogo in francese. Le seguirono altre due figure che non conosceva, un mago molto grasso con molti capelli bianchi sparati in aria come se fosse appena sceso dal Nottetempo, seguito da due streghe molto giovani e ognuna di loro portava una valigetta di pelle assai raffinata.
Vitious e Ron entrarono quasi per ultimi seguiti da una donna con dei lunghi capelli ramati che chiacchierava, in bulgaro perché Hermione non capì una parola, con un ragazzo, sulla trentina d’anni, molto alto e affascinante.
Quando tutti furono entrati, Madame Maxime accennò loro di fare spazio e fece comparire un grande tavolo, trasfigurò le poltrone in comode sedie disponendole intorno alla tavolata e invitò tutti a sedersi per dare inizio alla riunione.
Hermione prese posto vicino al professor Vitious e, con suo sommo stupore, alla sua sinistra si sedette il Preside Silcovich, con un gran sorriso stampato in faccia. Ron si collocò nell’unico posto libero affianco a Vitious e, alla sua destra, sederono un uomo abbastanza anziano e la donna scura. Di fronte a Hermione si accomodarono la donna con i capelli rossi e uno dei due uomini che erano entrati per primi, che chiacchieravano senza badare agli altri. Alla sinistra della donna, prese posto il ragazzo affascinante, mentre alla sinistra di Madame Maxime sederono l’uomo dai capelli bianchi sparati in aria e le due ragazze.
Quando tutti i presenti si accomodarono intorno al grande tavolo, Madame Maxime iniziò a parlare - Bonsoir mes invités, sono contenta che siote venuti tutti. Ringrazio soprattutto il Ministro Jacques-François Lillebonne - e indicò l’uomo dai capelli bizzarri - la Vice Ministro bulgara, Beate Faerber e Stoyan Zimmerman, Ministro della Cooperazione Magica, per essere venuti anche se per un solo giorno - e accennò un sorriso alla donna con i capelli carmini e all’uomo seduto al suo fianco.

- Très bien! - esclamò eccitata Maxime battendo le mani - Il motivi per il quale vi ho invitati qui è molto semplisce. Sebbene la prima prova è ormai a buon punto, e la terza è anch’essa in via di rifinitura, la seconda è ancora da organizzare.

- Maxime - la interruppe Ron - Se per lei non è un problema, posso far portare gli Schiopodi Sparacoda dall’Inghilterra anche immediatamente. - disse serio.

- Merci mille fois, messieurs Weesley! Provveda immediotamonte. - disse Maxime felice. Ron accennò un sorriso, ma non corresse la donna per aver detto per l’ennesima volta in suo cognome sbagliato.

- Maxime, non possiamo soffermarci sulla prima prova. - affermò Silcovich, giocando distrattamente con l’orologio d’oro - Per la seconda prova non c’è neanche uno straccio di idea. Come possiamo far gareggiare tre ragazzi, se non sappiamo nemmeno noi cosa fare? - disse calmo.

- Io un’idea c’è l’avrei - esclamò il bel ragazzo, sorprendendo tutti - Ho pensato di far entrare i ragazzi in una foresta piena di creature magiche dove devono trovare un oggetto che stabiliremo più avanti. - finì grattandosi il mento.

- E lei non crede che una prova del genere assomigli molto alla terza e ultima gara? - domandò Hermione acidamente.

- E a lei non è venuto in mente che si può sostituire il labirinto con qualcos’altro? - ribattè l’uomo di pari tono.

- E lei non ha pensato di aver usato un tono alquanto sgradevole per rivolgersi ad una persona che neanche conosce? - disse Ron minaccioso.

- E lei chi è per dirmi queste cose? - rispose l’altro.

- Ronald Weasley, rappresentante del Ministero Britannico e Ministro degli Sport Magici.

- Sven Schalager, professore di Difesa Contro le Arti Oscure a Durmstraing.- si presentò quello - Come può notare, credo di avere maggiore esperienza in questo campo, e non vedo perché la seconda prova non può essere una “corsa ad ostacoli”- disse appoggiando la schiena alla sedia.
Ron sembrava una pentola a pressione, era tutto rosso, con i pugni serrati, e pareva quasi che stesse per scoppiare. Provo ad aprire bocca, ma fu preceduto da qualcun’altro.

- Perché, come ha ribadito Madame Maxime, la terza prova è stota gia organissata - rispose l’uomo anziano affianco alla donna tarchiata. - Mi scuso, sono Simon Sebastien Montault, professore di Incantesimi a Beuxbatons.

Il ragazzo bulgaro rivolse uno sguardo omicida all'anziano professore e a Ron, mentre si soffermò molto di più su Hermione, ma la ragazza non lo notò.

- Olympe, ho preporoto la lista delle posioni per la terza prova - disse all’improvviso la donna scura, senza badare al resto dei commensali - sono le più diffiscili che ho trovato.

- Oh merci. Lei è Emilie Vieille Fille - disse Maxime rivolta agli invitati - e insegna Pozioni nella nostra scuola.

La donna non salutò e rimase a guardare Maxime con astio. Hermione notò che guardava male tutti i rappresentanti bulgari, in special modo il Preside Silcovich, che, dal lato suo, non aveva visto niente, ma continuava a giocherellare con la catena dell’orologio.

- Senta, Olympe - squittì improvvisamente il Professor Vitious - Oh, scusate, Filius Vitious, Professore di Incantesimi a Hogwarts. Dunque, stavo dicendo che una volta, a scuola, mi è capitato di vedere un incantesimo eccezionale fatto per scherzo da due gemelli, che a quel tempo frequentavano il quinto anno - Filius rivolse un gran sorriso a Ron - alla loro professoressa di Difesa Contro le Arti Oscure. Si trattava - continuò senza badare agli sbuffi del giovane bulgaro - di una semplicissima formula di diffusione, in questo caso, di una palude. Avevo pensato che si potesse fare la stessa cosa qui come seconda prova. Che ne dite? - chiese speranzoso.
La sala si riempì velocemente di voci e chiacchiericci soffusi. La gente si consultava e confabulava, mentre Vitious, Hermione e Ron aspettavano il decreto in silenzio.

- Io dico che è un’ottima idea - aveva esclamato dal lato suo il Ministro francese, che per tutta la serata non aveva accennato ad una parola.

- Sì, anche io sono d’accordo - si unì Silcovich.

- Anche io - intervenne subito l’anziano professore francese.

- Bene - esclamò Maxime - Alor approviamo la palude! Adesso dovremo pensore ai vari ostacoli da mettere durante il percorso.

- Che ne dite dei Kappa? - chiese Schalager con irruenza.

- Ottimo! - esclamò Hermione - Possiamo mettere anche dei Berretti Rossi o dei Marciotti. Per rendere più difficile la prova.

- Per i Marciotti, non c’è nessun problema- disse pensierosa Maxime - e di Berretti Rossi la France ne è piena. Ma i Kappa credo che dovremo chiodere aiuto a qualche cacciatore in Bulgaria. Lei che ne dice Gregor?- chiese Maxime verso il Preside bulgaro.

- Ho alcune conoscenze che potrebbero aiutarci, ma ci vorrà del tempo.- confermò Silcovich - Sebbene ci siano, nella mia terra, molti esemplari di questa specie, sono difficili da catturare e quindi dovremo aspettare un po’.

- Non fa nionte, Gregor. Volio solo la certezza che riusciremo ad avere almeno dieci esemplari di Kappa per la seconda prova.

- Se è per quello, allora non ti devi preoccupare Olympe. Manderò un gufo domani mattina. - rispose sorridente l’uomo.
La riunione durò molto, dove i preparativi per la prima prova occuparono molto più spazio del previsto. Si doveva costruire uno stadio con varie protezioni Anti-Babbano e soprattutto con un bell’impianto di sicurezza per evitare che gli Schiopodi potessero bruciare alberi e persone, con le loro code scoppiettanti, e la cosa non era semplice. Dovevano provvedere per la segretezza delle creature, e soprattutto per la loro sopravvivenza, visto che erano esseri difficili e aggressivi da allevare. Avevano deciso di chiamare l’allevatore e i suoi collaboratori per risolvere questo problema, ma mancavano le stanze nella scuola. La soluzione arrivò subito. Maxime decise di tirar fuori il carrozzone che avevano utilizzato per andare a Hogwarts durante l’edizione precedente della Coppa TreMaghi.
Nella riunione occupò gran spazio anche la questione “Calice di Fuoco” e “Ballo del Ceppo”. Non tutti erano d’accordo per abbassare il limite d’età da 17 a 15, ma alla fine riuscirono a trovare un accordo. Fu stabilito che solo i ragazzi di 16 anni in poi potevano partecipare al torneo. La data delle iscrizioni era stata fissata per il 23 Dicembre, tra un mese preciso. Mentre la scadenza e l’estrazione dei Campioni era stata fissata per la mezzanotte del 25 Dicembre, la sera del ballo.
I preparativi andavano avanti e solo dopo le due di notte la Preside francese decise di congedare e far andare a riposare i suoi ospiti.
Hermione uscì distrutta da quella riunione. Non ricordò di aver passato una nottata peggiore di quella. Si unì a Vitious per tornare nella loro camera, mentre Ron si era intrattenuto con le due segretarie del Ministro francese.

- Al nostro Ministero non abbiamo segretarie così belle come voi, deliziose signorine. - sentì dire da Ron alle due ragazze.
Hermione rivolse uno sguardo glaciale verso il suo Ex Amico prima di incamminarsi con Vitious, ma una mano sulla spalla la fermò. Hermione si girò lentamente e quando vide chi l’aveva fermata, rimase a bocca aperta e accennò - Le serve qua-qualcosa?

Il giovane professore bulgaro la guardava intensamente con i suoi occhi grigi, e le disse - Posso rubarti due minuti?

Hermione fece segno di sì, chiese a Filius di aspettarla e si incamminò insieme al ragazzo verso una parte di corridoio più silenziosa. Guardò attentamente il volto del giovane, e lo trovò di una bellezza quasi disarmante. Gli occhi bigi e piccoli rendevano il suo sguardo magnetico, la linea pronunciata della mandibola e il naso dritto e lungo aumentavano il suo fascino. Unica pecca era una voglia scura sulla guancia sinistra.
Quando raggiunsero un angolo piuttosto silenzioso, Schalager si girò verso Hermione e incominciò a parlare.

- Di certo ti chiederai il motivo di questo gesto. Beh, vedi ragazzina, è semplice. - disse con un falso sorriso - Io, durante la mia vita ho cercato di non farmi mettere mai i piedi addosso da nessuno, ho cercato sempre la perfezione e la fama. Ed è per questo che il Preside Silcovich mi ha offerto il posto di professore a Durmstraing - disse muovendo la mano come per cacciare una mosca.
Hermione non capiva il motivo di quella storiella, ma la risposta non tardò ad arrivare.

- Quando sono arrivato qua, mi avevano parlato di una giovane insegnante di Hogwarts molto brillante, ma non pensavo che fossi anche così esageratamente presuntuosa. - continuò Schalager con un po’ di cattiveria. Hermione rimase di sasso.
Lei e la presuntuosità erano due cose diverse, soprattutto adesso che era maturata. Certo, poteva sembrare un po’ presuntuosetta, ma non aveva mai sentito dirsi con tale astio una cosa del genere, soprattutto da una persona che la conosceva da solamente cinque ore.

- Ti ho invitata qui - continuò quello senza badare alla faccia sbigottita della ragazza - per metterti in guardia. Io non mi faccio mettere i piedi in faccia da una straniera, soprattutto se è una donna, quindi ti avverto signorinella - sussurrò il ragazzo avvicinandosi pericolosamente a Hermione - un solo passo falso, e ne pagherai le conseguenze.

Dopo aver finito il suo discorso intimidatorio, Schalager si girò e abbandonò il corridoio dirigendosi verso le camerate di Durmstraing.
Hermione pensava ancora alle sue parole, mentre si avviava verso Vitious, e un moto di collera stava fluendo nelle sue vene, tanto da renderla livida e amareggiata.
Il professore, vedendola così, gentilmente le chiese - Hermione, cosa voleva quello lì?

- Vuoi proprio sapere cosa mi ha detto?- rispose con finta calma Hermione - mi ha dato dell’esaltata e della presuntuosa, e ha detto che non mi devo mettere in mezzo alle sue cose. - finì con la voce un po’ più acuta. Il piccolo professore strabuzzò gli occhi, ma non parlò. Era molto più saggio lasciarla sbollire da sola. Così decise che era meglio andare a dormire e lasciarsi alle spalle tutto lo stress.
Hermione seguì il professore senza dire una parola e, così, si incamminò verso la camera, con in testa il rimbombo di quelle parole giurando una severa vendetta da infiggere a quel bel ragazzo vanitoso.






Dopo molto tempo sono tornata con un nuovo capitolo di questa storia, che tanto mi sta facendo sospirare.
Volevo premettere un po' di cose. Andando avanti, mi sto accorgendo che la storia sta prendendo una piega che non volevo, cioè sto uscendo un po' dal Canon, i personaggi Rowlinghiani sono abbastanza OOC(out of character), e quelli nuovi possono sembrare delle Mary-Sue(io spero proprio di no).
Un appunto. In questa storia viene detto che Hermione è di Oxford, o delle vicinanze, ma nella storia vera non si sa dove è nata Hermione. Quindi questa informazione è falsa. E' stata inventata da me solo per sfruttare la situazione.
Uff... E con questo credo di aver finito le note. Passiamo ai commenti.
Ringrazio, prima di tutto, daniel14, Killer, Ginny_Potter, Joannadellepraterie, Yumi, Giuly Weasley, Loony11, grecobain(ti giuro, non volevo metterlo, ma non avevo un altro titolo... CAMPIONI DEL MONDO SEMPRE!) per aver commentato il capitolo precedente e chiedo umilmente scusa per il disastroso ritardo.
Volevo ringraziare anche fex, brilliant, Nico, KarmyGranger e fringu per aver lasciato un commento a "Spicchi D'Amore"(GRAZIE!!!).
Ma un grande ringraziamento va a Lena che(non so come ha fatto) è riuscita a convincermi di continuare la storia. GRAZIE CARISSIMA!!!
Un grazie anche a tutti quelli che sono passati e non hanno lasciato un commento, sperando che abbiano apprezzato la storia e continueranno a seguirmi.
Baci e al prossimo capitolo.
Blacksmile.
  
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