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Autore: CherryBlossomHime97    10/09/2012    4 recensioni
ATTENZIONE: trama rinnovata, SasuSaku continua ^^
Questa fanfic ha l’intento di raccontare la storia d’amore più vera di tutti i tempi. E i pregiudizi, il passato, le parole non dette e gli sguardi omicidi non hanno più importanza alcuna. È l’amore che conta. È l’amore che ci fa sentire vivi sta notte. La notte della fuga.
E poi? Cosa accadrà dopo? Oltre l'amore?
- Tratto dal capitolo 1°
Ci avviammo verso la porta, prima di andare Naruto si lasciò sfuggire altre poche semplici parole.
-Grazie Sakura-chan. Io so che per me tu ci sarai sempre-
Fu un attimo, mi lanciai contro di lui ed inizia a piangere sommessamente. Non ci sarò per sempre, amico mio.
Sei davvero pronta ad assumerti tutte le responsabilità?
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Io stavo aspettando il momento in cui ti saresti fatta viva.
Io sono stato a caccia ma non ho trovato nulla.
Dal momento in cui sei entrata nella mia vita
Tu, mi hai mostrato cosa è giusto .

 

Ed ora che so cosa fare, non sbaglierò più. Parola di Uchiha. Insieme a te so cosa devo fare.

 

2° Capitolo – Il primo “Grazie” per Naruto.





Gettai la testa all’indietro, sconsolata, rimanendo un po’ a fissare l’orologio a parete che portava le due di notte passate.
Chissà se Naruto aveva finalmente raggiunto casa di Hinata. Mi venne quasi da ridere pensando che la povera Hyuga, sarebbe potuta morire di infarto, trovando Naruto improvvisamente nella sua stanza (il quale aveva deciso di entrare dal balcone per non svegliare i suoi) con la seria intenzione di invitarla ad uscire.
Chissà se ci sarebbe riuscito. Mi era sembrato un po’ scosso dopo le mie ultime rivelazioni. In effetti, quella che doveva preoccuparsi di una morte prematura a causa dell’amore della sua vita ero io che avevo brillantemente spifferato al dobe la nostra idea di fuggire insieme. Sas’ke mi avrebbe sicuramente uccisa. Per questo avevo deciso di non aavertirlo. Cosa che non funzionerà granché perché il dobe mi sembrava deciso a parlare un’ultima volta con Sasuke, prima della fuga. Lanciai un’altra occhiata stizzita all’orologio, erano le due e mezza. Ora che ci riflettevo per bene e senza lacrime dovevo ammettere che Naruto non l’aveva presa tanto male. Come se quasi si aspettasse una cosa del genere.
Certo, se si escludeva la crisi isterica, il momento di depressione acuta a l’attimo in cui la sua risata isterica aveva rischiato di svegliare tutta Konoha, le cose non sarebbero potute andare meglio di così.
Infatti, l’Uzumaki aveva addirittura promesso di aiutare Sasuke nel suo piano, se ce ne fosse stato bisogno, perchè anche lui lo aveva capito, la reintegrazione dell’Uchiha nel villaggio era impossibile. Nella mente degli abitanti di Konoha erano ancora vivi gli orrori della guerra. Erano morte migliaia di persone e tra i feriti, i dispersi e tutti coloro che avevano perso la ragione assistendo alla morte dei propri cari senza poter fare nulla, il villaggio aveva impiegato mesi per riprendersi. Liberare Sasuke Uchiha non era proprio l’idea migliore per la sanità mentale collettiva.
Certo, bisognava ammettere che la stragran maggioranza del villaggio aveva addirittura richiesto la pena di morte, come se si fosse già dimenticata che nell’ultimo scontro contro Madara, quello ad aiutare Naruto era stato lui. Come se già avesse dimenticato la verità su Itachi. Come se avesse già condannato l’Uchiha a vita. Ed era vero. Konoha non perdona e non tollera. Non aveva tollerato Naruto finchè questo non era diventato l’eroe del villaggio, come poteva tollerare il mio Sasuke, che aveva scatenato quasi una guerra da solo? .
Per questo fuggire, anche solo per un po’, magari per 8 anni, o per l’infinito del nostro tempo, era parsa a noi tre l’idea migliore. Era il vecchio Team 7 ora a non poter tollerare che un suo membro fosse rinchiuso a marcire in una casa, che era peggio di una prigione.
Villa Uchiha era un posto terribile per l’ultimo del suo Clan. Era un luogo dove si mescolavano i ricordi di una vita serena e gli orrori della guerra. Il luogo dove il sacrificio di Itachi perdeva importanza davanti aiveri affetti familiari persi per sempre.

Riguardai l’orologio. Mancavano meno di dieci ore, ed avrei lasciato questo schifo. Improvvisamente mi ricordai dell’istante in cui avevo assistito al ritorno di Sasuke. Lui e Naruto che camminavano sotto braccio, avvolti da nubi di polvere e sangue. Feriti a morte, ma con i tagli del cuore già rimarginati. Con un strano ghigno sulla faccia ma che ritornavano finalmente da me…

Flashback

-Naruto!- Urlai con quanto più fiato in gola. Il cuore mancò un battito quando al suo fianco riuscii ad intravedere una manciata di capelli neri. Corsi verso di loro cercando di ricordare come si prestava un primo soccorso. Il più malconcio tra i due era proprio l’Uchiha, al quale donai subito una prima andata di chakra.
-Umpf, hai visto ho mantenuto la promessa Sakura-chan, lui ritornerà-
Cercai di fissare le parole dell’Uzumaki ben in testa, mentre pensieri molto più importanti mi si affacciavano alla mente. Il presente. Ed il mio presente era che: 1. Molto probabilmente avevamo vinto la guerra, poiché i miei due idioti sembravano alquanto rilassati e conciati male.
2. Sasuke Uchiha mi stava sorridendo, e dopo le prime cure, sembrava già quasi in grado di parlare ancora, o almeno, rispondere a monosillabi.
3. Non avevo la minima idea di dove fossero gli altri e di come avvisarli visto che forse stavano ancora combattendo contro piccoli gruppi di rivoltosi.
Tuttavia ero felice. Guardai Sasuke e capi che lui aveva capito, che lui mi stava scegliendo.

E ricordai ancora. Erano le tre di notte passate e mentre fissavo la Luna fuori dalla finestra non potei fare a meno di ripensare al nostro primo incontro dopo la guerra…

                 Flashback

“-Come ti senti Sasuke?- ma subito dopo avrei voluto rimangiarmi la domanda. Come poteva stare? Era steso sul talamo dei suoi genitori, dopo che io ero l’unica Ninja medico disposta a curarlo (oltre Ino, che però ancora non trovava il coraggio di vederlo, dopo la morte del signor Yamamaka).
Il giovane vendicatore non si degnò di rispondermi, ma interruppe il silenzio creatosi poco dopo
-Secondo te perché mi sono fermato? Perché sono ritornato?-
Quella domanda mi spiazzò. In fondo, non ne avevo idea.  –Perché sentivi la mancanza di Naruto?-  Ok. Dovevo essere impazzita sul serio per rispondergli così. Inaspettatamente lui rilasso un po’ il volto, ma ancora non ricordava come si rideva.
-Oh certo, la mancanza del dobe è stata motivo di grande sofferenza per me- rispose. Rimasi a bocca aperta nell’intravedere nel suo cinico sarcasmo un segno del vecchio Sasuke. 
-Perché allora?-
-Per mia madre- rispose serio. –Da piccolo gli promisi che mi sarei sistemato. Che sarebbe stata orgogliosa di me- poi aggiunse, con voce più bassa e meno calda –Solo quando sono arrivato al limite dell’odio e della distruzione, ho capito che stavo si portando gloria al Clan Uchiha, ma infangando il nome di persone buone come Itachi e mia Madre. Perché in genere gli Uchiha non sono persone buone ed io non sono assolutamente pentito. Ma mi sembra giusto, almeno ora, rispettare anche loro due-  
Seguii con attenzione il suo discorso, ma da persona egoista qual ero mi soffermai su un punto in particolare.
-E con chi vorresti sistemarti?- domandai.
-Non ti sembra ovvio?-”      

No Sasu, non era ovvio per niente, ma poi, l’importante è che l’abbiamo capito.    

                                                                   _____________     

3° PERSONA. Poco prima della fuga.

La festa era già iniziata da un pezzo, si ritrovò a pensare il giovane Uchiha, poiché gli schiamazzi e i gridolini di gioia arrivavano dalla strade fuori dal ghetto fin dentro casa sua. Guardò l’orologio, erano le undici di sera. Tra un po’ avrebbe fatto scoccare il piano. Sorrise quasi,quando si ritrovò a pensare che in effetti lui non aveva un vero piano. Uscir fuori dalla casa. Utilizzare lo Sharingan che grazie a Itachi e Sakura era tornato come nuovo, imbambolare qualche Ambu, far sciogliere i sigilli ed uccidere quelli che avrebbero opposto troppa resistenza. In effetti, non era un buon piano per niente. Ma l’importante era riuscire ad arrivare alla porta est di Konoha a mezza notte, per lei. E sorrise davvero quando pensò a Sakura, l’immaginò avvolta nel su Kimono rosa pesca, del quale gli aveva tanto parlato nei giorni seguenti fino quasi a portarlo ad un esaurimento divertito, e che avrebbe indossato tanto per non destare sospetti. Lui, per anticonformismo e per noia, aveva indosso dei semplici calzoni neri e una maglia blu, simile ai vestiti che portava prima della esame chunin, molto utili e pratici per nascondere Kunai e Katana. Guardò di nuovo l’orologio “Ora” sussurrò a se stesso e alla sua ombra prima di lasciare definitivamente la sua vecchia casa.

-M-ma che-e diami- ma l’AMBU non riuscì a terminare la frase a causa della spada che si era conficcata nella sua gola. Cadde a terra senza alcun onore, tra catenelle di sangue e paura, e Sasuke avvertì quel brivido di piacere ed odio infrangersi sulla sua schiena. La sua vendetta contro quel villaggio non sarebbe mai finita. L’unica soluzione era lasciarlo per sempre ed aggrapparsi con ostinazione a Sakura, l’angelo che poteva risollevarlo dall’oblio.

Poi accadde tutto molto velocemente. Lo avevano capito. Si stavano avvicinando.

Era circondato. Uno, due, tre, contava con calma per non finire preda del panico. Quindici, escluse le innumerevoli copie. Rapido vide sul viale abbandonato del ghetto rapide ramificazioni nere spingersi vero di lui per intrappolarlo, per sempre.

“Susanoo” Ok, non era proprio la tecnica giusta per non andare nell’occhio, ma al diavolo. Saltò sul tetto di una casa, quella che ricordava appartenere a cugino Shiushi. Corse via, protetto dall’invincibile mostro, mentre una pioggia di kunai e maledizioni varie si infrangevano contro il suo scudo.
-E poi dici che non sei un teme, teme!- sussurrò qualcuno vestito completamente di nero che si portò al suo fianco. Era certo di riconoscere quella voce,  non era un Ambu. Era….era un’idiota. Anzi, l’idiota.
-Che diamine ci fai qui?- urlò sull’urlo di una crisi di nervi l’Uchiha. La situazione non era esattamente delle migliori. Aveva ormai qualche trentina di Ambu alle calcagna, non era ancora riuscito ad uscire dal ghetto, e ormai tutta Konoha aveva notato un Susanoo che correva allegramente per le strade di quartier Uchiha. Grida di panico e terrore rischiaravano l’aria e molto probabilmente, tra breve, Hogake e Kagekage avrebbero infierito contro di lui.
-Aiutarti a scappare- e, ovviamente,in quel momento perfetto, un Naruto travestito diceva di volerlo aiutare. Soprattutto, ora che c’era lui ,non poteva uccidere più nessuno e si ritrovava a scappare. Ridicolo.
-Chi ti ha detto…?-
Poi entrambi sussurrarono facendo spallucce –Sakura-

-Quel è esattamente il tuo piano, teme?-
-Il mio piano è andata a farsi fottere molto tempo fa, quando le informazioni che mi aveva dato Sakura sul numero di Ambu e sigilli si sono rivelate errate-
-Capisco, comunque sei un idiota, quanto devi essere egocentrico per evocare un coso così grosso?-
-E tu quando devi essere baka per domandarmi una cosa del genere?-
Naruto sembrò rifletterci un momento, poi decise di lasciar perdere.
-Di qua- disse prima di intrufolarsi ad un tratto in una stradicciola appena fuori dal ghetto. Susanoo si sciolse. “Amaterasu” e lucide fiamme nere circondarono le due case e il tratto di strada inerenti al vicolo. Avrebbe voluto incendiare anche l’aria, in quel momento, per essere sicuro di non ricevere attacchi dall’alto. Ma poi si sarebbero chiusi in trappola. –Di qua- disse di nuovo Naruto, ‘sta volta indicando un buco sulla strada. L’ingresso ad un tunnel. –Cosa è?- bisbigliò interdetto Sasuke.
-Ieri sarei dovuto andare da Hinata per chiedergli di uscire, ma alla fine gli ho chiesto se poteva aiutarmi a fare questo. Devo dire, che hanno collaborato anche Kakashi, Rock Lee, Ino e Sai…nessuno di noi vuole vederti in gabbia, Sas’ke-
Sasuke Uchiha provò in quell’istante una sensazione strana. No amore, no odio. Affetto.

-Fa presto, va! Porta poco fuori Konoha. Sakura ti aspetta lì, Ino l’avrà già avvisata-
-Ma…-
-Ma la vedo io qui, muoviti!-
Il moro annuì leggermente. Poi guardò Naruto, quasi come volesse abbracciarlo, ma era pur sempre lui, non poteva farlo. Fortunatamente quel dobe era abbastanza idiota da fare una cosa del genere. E l’abbraccio di un attimo rappresentò l’addio per una vita.
-Ah, Sas’ke, tratta bene Sakura, o io giuro che ti ritroverò e ti spacco la faccia- disse il biondo alzando il pugno. Non scherzava.
“Grazie” bisbigliò l’Uchiha prima di sparire oltre l’entrata del tunnel. Naruto sorrise. Forse, non era un vero addio.
                                                                           ______________
 

Sakura impaziente stava quasi per entrare in quel maledettissimo tunnel. Ma quanto ci mettevano?. Quando Ino-pig ad un tratto le aveva detto che Sasuke l’aspettava fuori dal villaggio quasi gli era venuto un mezzo infarto, anche perché in quello stesso istante era stato proclamato l’allarme in tutta Konoha. La Yamanaka l’aveva condotta lì senza troppe spiegazioni, dicendo di far presto. Alla fine, lo aveva capito, era giunto il momento di dire addio anche lei. E mai, come in quel momento, aveva avute chiare le conseguenze della sua scelta. Tuttavia, tutti i suoi pensieri catastrofici si frantumarono quando vide spuntare dell’uscita del tunnel una zazzera di capelli neri.
-Sei qui, finalmente-
-E dove altro potrei essere?- le rispose l’uomo. La prese per mano ed, insieme, fuggirono, correndo verso una notte meno nera.





Ok, mi scuso per l'enormissimo ritardo, spero mi perdonerete e che molti di voi continueranno a seguire questa storia! Ho già scritto metà del terzo capitolo e aggiornerò una volta a settimana, promesso :D
Ecco qui una piccola ANTICIPAZIONE MODIFICATA


La donna si tolse il cappuccio e fece lo stesso al suo uomo, poggiandoci poi una mano sulla guancia. Lo Sharingan ancora attivo di lui la spaventò un poco, ma ebbe comunque la forza di fissare le iridi smeraldine nelle sue -Basta uccisioni, Sas’ke-kun- disse in un soffio – Ci lacerano l’anima- -Ma è della Foglia!- era questo il vero motivo. -Eh allora?



Quante volte si può dire addio?


 

Flyonclouds






Quante volte si può dire addio nella vita?

  
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