1. Punto primo: come vi siete incontrati?
Rilegge ancora una volta l’introduzione al suo racconto- perché proprio di un racconto di tratta, e per di più autobiografico – e riprende a scrivere.
Non sa cosa hanno in testa in professori della Dalton per dare compiti così assurdi, forse hanno soltanto voglia di pettegolezzi.
Come la incontrai?
Semplice, fin troppo.
Estate dell’ultimo
anno prima del high school. Ero in campeggio con i miei al mare.
Avevo solo dodici appena
compiuti e canticchiando , costruivo il mio castello di sabbia, che non ne
voleva sapere di stare in piedi. Mi dibattevo, urlavo note alte per spaventarlo
ma niente, niente voleva che quel cumolo di sabbia rimanesse fermo.
Ed ecco che entra in
scena lei, con il suo costume interno color rosso, che correva dalla mia parte
e per sbaglio- almeno così mi disse poi – calpestò il mio povero non castello.
Si scusò mille volte
, ma a me non importò. Ero rimasto incantato da quegli occhi grandi e dai
capelli biondi raccolti in una piccola codina.
Senza che io le dissi
niente si mise accanto a me e ricostruì il castello.
- Ma come hai
fatto? - ero sorpreso, piacevolmente sorpreso.
- Ci mettevi troppa
poca acqua e quindi non rimaneva attaccato - mi disse lei, con un
assoluta tranquillità.
La guardavo mentre
con quelle piccole manine modellava la sabbia.
- Comunque
piacere Quinn- mi sorrise.
- Sebastian,
chiamami Seb - dissi e cercai di aiutarla.
- No Seb, non
devi fare così , altrimenti si rompe - La conoscevo solo da pochi secondi
e la prima volta che pronunciò il mio nome, lo precedette al no.
Una cosa che ripeté
spesso negli anni. Si , la conosco da anni.
Non mi piace contare
quanti, mi fa deprimere, mi fa sentire ancora più stupido.
Visto che, ripeto
anche se non vorrei, me ne sono innamorato.
Sebastian prende fiato e in quel momento la campanella suona. Si alza di colpo , raccogliendo i suoi fogli per poi riporli all’interno di un apposito contenitore.
Finalmente fuori dall’aula può pensare in santa pace, senza che nessuno dei suoi pensieri possa prendere veramente forma.
Sebastian odia questo compito e odia il fatto che si prolungherà per un mese, o forse più dipende da come vedono che procede il lavoro in generale.
Sebastian odia parlare della sua vita, soprattutto della
parte riguardante Quinn,
Si perché da quel giorno, nonostante la differenza d’età e le scuole differenti, non avevano mai smesso di scriversi , di uscire… all’inizio come due buoni amici , poi.
Sebastian beve, sentendo la gola un po’ secca.
Se la vita per Forrest Gump è come una scatola di cioccolatini, per lui è come una bottiglietta d’acqua mezza vuota: vedi sempre il peggio, perché quando è a metà vuol dire che è quasi finita.
Forse la bottiglietta d’acqua è peggio di un bicchiere, quello non puoi portartelo in giro, la bottiglietta invece si e ti ricorda sempre che il tempo scorre, che le azioni passano e tu resti impotente.
Sebastian beve un altro sorso: la bottiglietta ora è finita.
- Seb ci vediamo oggi per le prove? - Si volta, sentendosi richiamare alla realtà.
- Certo Nick - Sebastian sorride, e per un attimo, un solo , niente è nei suoi pensieri.
Alex_J 's corner :
Allora, questa coppia la definerei come un esperimento... un esperimento che mi sta travolgendo sempre di più. Ce li vedo, tantissimo.
Beh , non so se riuscirò a convincere altri della bellezza che trovo in questo nuovo pairing ma io ci proverò lo stesso.
Questo è solo il primo capitolo, di una lunga serie - okey, non lunghissima, ma abbastanza lunga - e spero vi sia piaciuto.
Ringrazio chi ha messo la storia tra le seguite o ricordate, e sopratutto quell'anima buona che ha recensito.
Baci e alla prossima settimana( si , credo aggiornerò ogni settimana per ora di lunedì :) )
Alex_J