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Autore: isabel_benson    11/09/2012    2 recensioni
E' ormai passato un anno dall'ultima avventura di Percy e i suoi amici.
Arrivano nuovi semidei da tutto il mondo, nuove cabine vengono costruite.
L'Olimpo è finalmente tornato un posto sicuro, come una volta.
Insomma, tutto procede come dovrebbe...o quasi.
Genere: Fantasy, Fluff, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Percy Jackson, Quasi tutti, Tre Pezzi Grossi
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta
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Immediatamente la penna si trasformò in spada. Non sapevo bene chi o che cosa spaventasse tanto tutti i semidei. Fermai un ragazzino che aveva poco più di dieci anni. “Ehi, che succede?” gli chiesi, senza troppi giri di parole. “Qualcuno ha fatto esplodere la cabina di Atena” si affrettò a rispondere, poi scappò via in preda al panico. “COSA!?” Annabeth era sbiancata completamente. “Quei figli di Efesto che non sono altro!” Continuò ad imprecare parole poco carine contro di loro finchè non arrivammo alla cabina numero sei, c'era un grande nuvolone di fuoco, la cabina era crollata per terra. A fianco a me il volto di Annabeth era rigato dalle lacrime, sembrava paralizzata. Concentrai tutte le mie forze sull'acqua, l'unica cosa che potesse spegnere l'esplosione. Chiusi gli occhi e pensai alle onde del mare, ai ruscelli in montagna, al lago del Campo, alle cascate. Aprii gli occhi sperando con tutto me stesso di vedere l'acqua, e così fu: un getto enorme d'acqua scaturiva dalle mie mani, spegnendo il fuoco. Aspettai che anche l'ultima fiammella fosse spenta per camminare fra le macerie. Alcune colonne portanti erano mezze in piedi ma per il resto era tutto crollato. Con grande fortuna dopo aver controllato una decina di volte fra le macerie e fatto altrettante volte l'appello, nessuno era morto o ferito. A cena il padiglione era silenzioso come non mai, qualcuno sussurrava, ma niente in confronto al fracasso che c'era di solito. Alla fine della cena il signor D fece un breve discorsetto, spinto da Chirone. “Ehm...dunque, come tutti voi sapete qualche marmocchio ha fatto esplodere la Cabina numero sei, in onore della dea Atena. Ora vi darò una e una sola possibilità: entro 48 ore il colpevole -o i colpevoli- devono saltare fuori.” Detto questo si risedette al proprio posto, senza aggiungere altro, cosi lo fece Chirone. “Direi che il falò che era in programma per la serata sarà rimandato, per punizione andrete tutti nelle rispettive cabine.” Un lieve mormorio si alzò: chi discuteva sull'andare a dormire subito, e chi si chiedeva dove i figli di Atena avrebbero dormito, poi Chirone continuò “Per quanto riguarda i figli di Atena ho chiesto agli dei se potevano ospitarvi nelle loro cabine.” I mormorii aumentarono dopo questa frase, tanto che Chirone dovette sbattere gli zoccoli sul pavimento e il padiglione tornò silenzioso “Ma ben pochi hanno accettato. Tra questi Poseidone, Era e Dioniso” A questo punto il Signor D parve sprofondare nella sedia “Anche se la Divina Era accetta solo alcune femmine e il Divino Dioniso solo alcuni da lui scelti. Qui ho i nomi di chi ha accesso alla cabina numero due. Mentre per quanto riguarda quella di Dioniso, tutti i figli di Atena sono pregati di mettersi in fila davanti a lui, vi sceglierà personalmente. Quelli che non verranno scelti andranno nella cabina numero tre.” Detto questo Chirone tornò al suo posto, srotolò un rotolo di pergamena tutto decorato e disse i nomi di alcune ragazze le quali tornarono a sedersi al loro posto, chi felice e chi triste. Annabeth non era stata chiamata, e devo ammettere che ne ero felice. Quelli che non erano stati chiamati si misero in fila davanti al signor D, subito iniziò a dire: “tu si” oppure “tu no”. Tyla venne scelta per prima, e sembrava molto contenta all'idea di passare la notte nella cabina di Dioniso, assieme a Luis. Annabeth era ancora in fila, essendo fra le ultime. Quando fu il suo turno il signor D fu al quanto indeciso, poi per ragioni ignote disse: “tu no”. Tutta contenta si girò mostrandomi un sorriso sgargiante mentre veniva verso di me. “Mi raccomando ragazzi, comportatevi bene nelle cabine degli altri!” Raccomandò Chirone a voce alta, riferito ai figli di Atena. “Andiamo?” chiese Annabeth, a mio parere non vedeva l'ora. “ Che..? Ah, si si....” dissi, distratto. Nella via verso le cabine si aggiunsero Tyla, Kaylin e Ariel. “Cavolo, perchè non hanno fatto esplodere anche la cabina di Chione?” chiese Kaylin, invidiosa dell'opportunità dell'amica. “C'è chi può, e chi non può...” rispose Tyla ridacchiando. “Beh...di un po', che farete questa notte!?” chiese Ariel, curiosa. Tyla si fermò, rossa in viso. “Ehm, non lo so...” ammise lei. “Perchè non dichiararsi?” propose Annabeth, lei la fulminò con lo sguardo. “Sei impazzita!?” chiese sbalordita Tyla “Mai e poi mai!” esclamò indignata, Kaylin sbuffò. “Come se non si vedesse che ricambia...” rispose Kaylin. Risi divertito, sono questi i discorsi che fanno le ragazze quando parlano fra di loro? “Che hai da ridere?” mi chiese Kaylin irritata, lanciandomi uno dei suoi sguardi agghiaccianti. “Ragazze si capisce benissimo che sia Liam che Alan” guardai prima Tyla e poi Kaylin “ricambiano.” “Sciocchezze.” disse Kaylin con un cenno della mano. “Beh anche Luke ricambia Ariel” osservò Annabeth, Ariel fissò le sue scarpe. “Totalmente vero!” dissero in coro Tyla e Kaylin. “Mi dispiace ragazze ma mi sa che ora dovremmo proprio andare a letto” annunciò Annabeth, improvvisamente un po' più seria, poi si guardò attorno in cerca di Chirone, ma per fortuna non era nei paraggi. “Buona notte!” esclamò Tyla tutta contenta e avviandosi alla cabina di Dioniso. “Notte” accennò Kaylin con un cenno della testa, sparendo silenziosamente. Ariel era ancora li, sembrava non avesse intenzione di andarsene. “Senti Percy...” iniziò lei. “Visto che sei un maschio...tu credi davvero che Luke ricambi?” chiese incerta. Inarcai le sopracciglia, riflettendoci su. “Beh... credo che tu abbia ottime possibilità” le risposi “però non farti molte idee, Luke è un tipo strano.” A questo punto Annabeth mi diede una gomitata. “Percy!” mi sgridò lei. Ariel sembrava comunque felice. “E pensi che dovrei dichiararmi?” chiese sempre più interessata, rimasi sorpreso da quest'ultima domanda. “Ehm... non saprei. Forse si...ma io aspetterei fosse lui.” Le consigliai alla fine. Dopo infiniti ringraziamenti Ariel se ne andò saltellando verso la sua cabina. Quella sera nella cabina numero tre c'erano una decina di persone intente a discutere per i letti. Finalmente dopo circa mezz'ora tutti erano andati a dormire, alcuni meno contenti di altri per aver perso a carta, sasso o forbice per il letto più comodo. Io e Annabeth avevamo unito i letti, e dopo le undici riuscii a far spegnere le luci e a zittire tutti. “Mi dispiace per la cabina” tentai di consolarla alcuni minuti dopo. Lei mi dava le spalle e io le cingevo la vita in un abbraccio. “Già... ora dovremo ricostruire tutto da capo” mormorò lei con tristezza, io la strinsi più forte e le diedi un bacio sulla spalla. “Percy!” esclamò lei, voltandosi di scatto. “I progetti!” “Progetti?” chiesi, non capendo niente. “Si! Quelli che avevo disegnato per ricostruire l'Olimpo!” subito si afflosciò sul cuscino, la faccia rivolta vero l'alto con le mani fra il viso. Non sapevo proprio come risollevarla, sicuramente non c'era alcun modo di recuperarli. “Beh, ma hai già ricostruito tutto.” la contraddissi, lei fece un lungo sospiro. “E' vero...è vero...” si voltò verso di me, nel buio intravidi un sorriso “Grazie.” “Niente, però dovremmo abbassare la voce sai...” sussurrai, mi si avvicinò e mettendomi le mani sui fianchi mi diede un lungo bacio. “Annabeth...” “Si?” “Ti amo.” non le avevo mai detto una frase del genere, ma era vero quel che le avevo appena detto. “Percy...” “Dimmi?” “Anche io ti amo.” entrambi sorridemmo nel buio, poi lei si voltò, permettendomi di riabbracciarla da dietro e prendendole la mano. Anche se non avrei dovuto, un po' ero felice che proprio la cabina sei fosse esplosa. Ma soprattutto ero contento che lei mi amasse.
  
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