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Autore: A r l i e    11/09/2012    1 recensioni
[Incompleta]
Questa è la mia prima long in questo fandom dedicata sempre a Sol F Jones e a Sery_Vargas.
La ff è ambientata nel 1846 durante la "Grande carestia irlandese"
[Personaggi Principali: Alfred F. Jones/America e Sol Miller (una ragazza irlandese immigrata in America) Serafina (italiano immigrata in America)
[Personaggi Secondari: Erin Miller (sorella minore di Sol) Matthew Williams/Canada Romano Vargas/Italia del Sud
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il dolce (?)risveglio
La sera precedente…
La porta dell’ingresso della casa di America si spalancò, sbattendo violentemente contro la parete, rilevandone la figura di quest’ultimo.
Serafina, a quel rumore, si destò dalle faccende domestiche, prestando attenzione alla figura appena irrotta nella stanza.
-Santo cielo, Ma cosa le è successo??! E soprattutto chi è?!- domandò l’italiana, notando la ragazza dai capelli mori che la nazione, stringeva tra le braccia.
Con la voce rotta dall’affanno, Alfred, riuscì solo a dare l’ordine di rimandare le pulizie, e di seguirlo nella sua camera da letto.

*****

Entrato nella camera, America, adagiò sul letto, il corpo privo di sensi di Sol, e cominciò ad osservarla con fare pensoso e preoccupato-Non capisco…Ma che cos’ha?-chiese.
-All’apparenza può sembrare tifo…-rispose Serafina, accorgendosi della piccola lesione violacea, che  Sol aveva sul braccio.
-Capisco…- ribatté America, che di consueto, in realtà non aveva capito niente.
La bionda, infatti lo sapeva, ma si affrettò comunque a smentire la prima ipotesi -…ma non è quello fortunatamente! Credo che sia influenza, il che mi preoccupa ugualmente.- disse toccandole la fronte. “è bollente!”
-So come farla riprendere!- esclamò, la nazione, dopo due buoni minuti di silenzio e riflessione, per poi uscire di corsa dalla camera.
“Chissà cosa si inventerà” pensò Sery, scuotendo la testa. Ormai era abituata alle trovate strane di America, anche se ogni volta la sorprendeva sempre di più.
Dopo neanche trenta secondi, Alfred tornò nella stanza, e posò un hamburger sulla fronte di Sol -Ecco!!-
L’italiana si sbatte violentemente, una mano sul viso “Idiota…è solo un’idiota…” –Mi scusi, America-San, ma cosa crede di risolvere con quel hamburger, sulla testa di questa povera ragazza?! Non le farà abbassare la temperatura- chiese, cercando di essere il più cortese possibile.
-Mhmmm…hai ragione! Ci vuole qualcosa di più fresco!-
E così America, lasciò nuovamente la stanza, per poi rientrare di nuovo con una coca cola con il ghiaccio.
-America-San!!!! Useremo i metodi italiani per farle scendere la febbre…Ok?!- intervenne, una Serafina stufa.
-Se insisti tanto-

****

Assorta tra i pensieri, Serafina preparava la colazione, per il suo padrone.
Sbadatamente però, fece rovesciare a terra una bottiglia d’olio, facendone uscire il contenuto.
-Maledizione- Imprecò, inginocchiandosi a terra, per poi cominciare a sfrecare con insistenza il pavimento con uno straccio che aveva trovato il vicino.
L’olio era una delle macchie più difficili da togliere, e considerando che aveva cominciato a lavare quella vasta dimora dal giorno precedente, l’italiana non faceva altro che imprecare, mentre ripuliva il disastro.
-Se in questo momento Romano mi sentisse, comincerebbe a ridere….- Già, Romano  ecco che pensava di nuovo a lui.
Era un pensiero costante nella sua mente, anche non volendo, lo pensava ventiquattro ore su ventiquattro.
All’apparenza appariva burbero e arrogante, ma  in realtà nascondeva anche lui un cuore tenero.
Ne aveva dato la prova quel giorno in cui….

24 aprile 1846
Italia

Appoggiato alla colonna di un muro, un ragazzo, dall’aria crucciata, osservava di nascosto, Serafina, concentrata a non far cadere il tea dal vassoio che stava portando -Te ne andrai anche tu…non è così?!-
A sentire quella  voce, la bionda sobbalzò su se stessa, e con essa anche le tazzine, che con un gesto rapido, tornarono nuovamente sul vassoio, senza far cadere niente..
-Romano, mi hai fatto prendere un colpo- gli urlò contro la ragazza, avvicinandosi alla nazione dai capelli mori.
-Lascerai l’Italia, anche tu?! Rispondi- chiese imperterrito
-uh?-
-Hai capito benissimo! Non fare la stupida è rispondi-
Questa volta Serafina, balzò indietro, ma con estrema abilità (Brava Sery, ti assumo io come cameriera! NdAutrice) riuscì nuovamente a non far cadere il contenuto delle tazze. -Ehi stupida, a chi?!- chiese, alzando notevolmente il tono di voce, e mettendosi in punta di piedi, per guadare meglio negli occhi, a quel tempo il Regno delle due  Sicilie (*_* Due sicilie! NdSery)
-A chi rinnega la propria patria!- urlò ancora più forte la nazione.
-Perché dovrei rinnegare la mia patria?!- più che una discussione, sembrava una gara a chi urlava più forte. (Vincerò io…*prende il megafono*NdCampania) (Vai via tu! Questa non è la tua storia! NdAutrice)
-Perché vuoi andartene in America- adesso, però,  il tono di voce, era più basso,e questo per Serafina non era buon segno. -Allora rispondi…te ne andrai?!- chiese per l’ennesima volta.
La ragazza, non riuscì più a reggere lo sguardo di Romano, così abbassò il voltò e si limitò a sillabale un si, mentre osservava le sue scarpe malridotte.
Il silenzio perse ad aleggiare tra i due, che in quel momento non trovavano parole, per esprimere il proprio stato d’animo.
Ma si sa, avvolte il linguaggio gestuale e ancora più efficace, infatti Serafina, sorpresa dal gesto del ragazzo, questa volta fece cadere il vassoio, causando il rumore di ceramiche rotte, che avrebbero potuto attirare l’attenzione Feliciano (Licenziata U_U Hai fatto cadere il vassoio NdAutrice)
-Cosa diavolo ti salta in mente, Romano?- chiese l’italiana, ritrovandosi incastrata tra la parete e il corpo della nazione, che abbassò il capo, sentendo le sue guancia avvampare.
Non ricevette una risposta chiara, sentiva solo farfugliare qualcosa come “che domande..” o “Non è difficile da capire…” ma poi si fece coraggio è  la guardo negli occhi -Maledizione…- imprecò sbattendo un pugno, accanto alla testa della bionda, che lo guardava perplessa, non capendo cosa gli stesse succedendo.
-Romano…non è una mia decisione!- si affretto a spiegare  -Io e la mia famiglia non riusciamo a portare il cibo a tavola neanche per un pasto al giorno! Questa è un esigenza de…-
-Stai zitta! Non mi interessa- borbottò, ritraendo il pugno –Piuttosto…tornerai?- chiese in un sussurro.

Serafina annui goffamente –Te lo prometto- disse, prima che la mano di Romano, non poggiasse una mano dietro la nuca, in modo da spingere il viso dell’italiana verso il suo, per poi far combaciare le loro labbra.

Al solo pensiero, Serafina ancora arrossiva per via di quel bacio, così passionale. Ma d'altronde, una nazione cresciuta dalla caliente Spagna (Non sai proprio cosa invertarti?! Non credo che Spagna ha insegnato a romano come baciare una ragazza NdLettore) (Dame un Beso! NdChibiRomano) (*soddisfatta* ^_^ NdAutrice) era più che logico ricevere un bacio del genere.
Avrebbe continuato a pensarlo per ore e ore, se non fosse stato per quel rumoroso tonfo, proveniente dalla stanza di America

**Hetalia**
Serafina, accorse subito nella camera, lasciando la colazione sul fuoco.
 (*con un innaffiatoio in mano* io preferisco prendere precauzioni, volete vedere che va a finire che la cucina di America si incendia? U_U NdAutrice)
(*annuiscono* NdLettori)
 (Io qui posso far accadere di tutto Muahahahahahah *aura violacea, occhi bianchi e striscette blu sulla fronte* NdAutrice)

Senza pensarci due volte, l’italiana entrò nella stanza, allarmata più che mai, ma alla vista di America, la sua preoccupazione andò man mano scemando lasciando posto ad un’allegra risata.
La nazione infatti, era caduta dalla sedia, rimanendo a piedi in aria. Evidentemente, mentre dormiva aveva fatto qualche strana manovra ritrovandosi improvvisamente ad abbracciare il pavimento. Questi sono i rischi che si corrono quando si dorme su una sedia. (esperienza personale)
-Good morning, America-San!- enfatizzò Serafina aiutandolo a rialzarsi.
Ancora stonato dal sonno, Alfred si stropiccio gli occhi, e assunse un’aria da eroe assonnato (?)
-Good Moring, Serafina!- esclamò.
In tutto quel trambusto, Sol, aveva aperto già da un po’ gli occhi, per grande sfortuna da parte dei due, che per augurare la giornata in bellezza, furono stonati da un urlo perfora timpani da parte dell’irlandese.
Perché?! Ehmmm…piccolo dettaglio insignificante, che mi era sfuggito: Il giorno precedente, Serafina, preferì togliere i vesti “probabilmente infetti” a Sol, naturalmente senza la presenza di America, rimanendo solo in intimo, e coperta solo  dalle lenzuola.
Era più che prevedibile, allora, sentirla urlare in quel modo.
-Eh?! Si è svegliata!- esclamò America, avvicinandosi ai piedi del  letto –I metodi Italiani, sono serviti a qualcosa!-disse, mentre una Sol rossa come un pomodoro di Spagna, nascondeva il viso tra le lenzuola.
-Oh mo dhia! Dove mi trovo?!- chiese l’irlandese, osservando le due persone che le stavano davanti.
Un sorriso a trentadue denti, comparve sul volto di  America, il quale, si avvicinò ingenuamente a Sol, chinandosi accanto a lei, per scrutare meglio i suoi lineamenti delicati –Sei a casa dell’ eroe!- esclamò.
Data la vicinanza, Sol, prima di dare un cazzotto sul naso dell’ingenua nazione, riconobbe quegli occhi azzurri. Era più che difficile dimenticarli, erano color acquamarina precisamente, e trasparivano allegria e ingenuità –Non sapevo che in America, esistono eroi che rapiscono ragazze!- mugolò impaurita.
-In America, esistono eroi che rapiscono le ragazze?!- si chiese perplesso, rivolgendosi a Serafina, la quale fece spallucce.-Provvederò io a farli fuori! Because I’m a Heroooo!- esclamò, alzandosi in piedi, mentre l’atmosfera si tingeva di strisce rosse e bianche, con tanto di stelline, su uno sfondo blu.
Un enorme gocciolone scese tra i capelli delle due ragazze. Una ovvero Serafina, perché era abituata ormai a quell’atmosfera che si creava ogni volta che America si proclamava eroe, mentre l’altra, Sol, perché non sapeva se essere impaurita o meno da quello strano individuo, che l’aveva portata a casa.
-Il mio nome è Alfred F. Jones! È sono il rappresentante dell’America- continuò, mentre l’atmosfera tornava normale –Tu invece?! Chi sei?!-
Venire a sapere, che il suo rapitore in realtà era il rappresentante dell’America che tutto aveva in mente tranne che rapirla, tranquillizzò la ragazza -Sol Miller…e…e rappresento me stessa- disse, porgendogli una mano.
-Me stessa?!- chiese cacciando una cartina con sopra scritto “Il mondo di America” –Ma non esiste!-
“Si, un ingenuotto come lui, non potrebbe mai farmi del male” pensò.
**Hetalia**
Era da più di un’ora che quella bambina, lo osservava con insistenza. La cosa gli faceva anche piacere da un certo punto di vista…nessuno si accorgeva mai di lui.
Un po’ titubante, però, decise di avvicinarsi alla piccola dai lunghi riccioli rossi.
-Ciao!- salutò gentilmente, chinandosi all’altezza della bambina.
-Chi sei?!- chiese quest’ultima,attratta dall’orsetto che l’interlocutore stringeva tra le braccia.
Ormai era abituato a rispondere sempre alla stessa domanda, e quasi meccanicamente ripetè quelle due parole che pronunciava ogni volta che qualcuno (animale, persona o nazione che sia…) glielo chiedeva –Sono Canada!-
-Come la nazione?-
Mattew strabuzzò gli occhi fuori dalle orbite, mentre con una mano cominciò a pizzicarsi il braccio “è un sogno forse?!”
Era raro trovare qualcuno che si ricordasse del Canada, quindi era più che plausibile che la nazione, cominciò a darsi pizzichi da tutte le parti. –Si…-Balbettò
-Io sono Erin! Erin Miller!- disse allungando una mano verso, l’orsetto, per accarezzarlo –Lui invece?! Come si chiama?!-
-Lui è Komajirou!-
Erin sorrise, socchiudendo un po’ gli occhi –Che nome buffo Komajirou!-disse, accarezzandogli la testolina, mentre Mattew ancora incredulo, si guardava intorno cercando di capire se la bambina fosse in compagnia.
–Cosa ci fai qui sola?- chiese, traendo la propria conclusione.
Il dolce sorriso della bambina, si spense di colpo -Cerco un lavoro decente- mugolò, ritraendo la mano.
-Posso offrirtelo io, un lavoro decente!- esclamò la nazione, trionfante. In fondo quella bambina gli stava già simpatica!
-Davvero?! Allora, potresti offrirmi anche qualcosa da mangiare?-
Mattew annuì, stringendo la mano della piccola Erin –Ti piacciono le frittelle con lo sciroppo d’acero?!-

**Hetalia**
-Cosa significa questo?- chiese con tono atono, mentre America e Serafina, l’avevano costretta a guardarsi allo specchio, con i nuovi abiti che indossava.
-America-San! Ha avuto un’idea magnifica!- esclamò l’italiana, a cui luccicavano gli occhi, dalla felicità.
-Nahahaha, lo so!-
Sol, ancora non aveva capito, in cosa consistesse la magnifica idea di America –Perché mi avete fatto vestire in questo modo?!- chiese con aria visibilmente disorientata.
Anche se...era più che evidente che fossero vestiti di una...
-è semplice- disse alzando un indice verso l’alto –Perché da oggi diventerai una delle mie cameriere!- la informò Alfred
...cameriera
-Cosa?!-
Serafina, visibilmente felice, non poté far altro che urlare: -Ahhhhhwwwwww, diventeremo collegheeeeee!-




Angolo di un'autrice in crisi esistenziali:

(Niente paura niente paura, c'è sempre un Alfred per ogni bambino! Niente paura niente paura, niente paura c'è Alfred, AlfredNiente paura niente paura
c'è sempre un Alfred che insegna il cammino! Niente paura niente paura! niente paura c'è Alfred, Alfred NdCharlie che sclera a più non posso)

Cosa ne pensate, gente!? 
*Pomodori alla riscossa*

Eheheheheheh...premetto che la scena tra Sery e Lovi, l'ho scritta mentre ascoltavo l'Hatta futte Paredo di Russia! Quando sento la sua voce mi...mi sciolgo *sclera, sclera, sclera, sclera*
Kesesesesesese ^_^ è magnifica quella scena vero?!
(*Vomitano* NdLettori)

beh...non so cosa scrivere ancora...quindi....Au revoir!

*scompare dalla visuale, grazie ad un'incantesimo di Arthur*


 
   
 
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