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Autore: always smile    12/09/2012    0 recensioni
io sono Cassie. Cassie Cooper. Sono nata nel New Jersey, ma dopo la morte di mio padre , per decisione di mia madre andammo a Londra. Ora siamo solo io, mia sorella , mia madre e il suo nuovo compagno Phill. Sono una ragazza chiusa in se stessa, faccio fatica ad avere amici, perche' ho paura che un giorno possano andarsene.. io e mia sorella siamo gemelle eterozigoti, cioe' totalmente diverse, sia caratterialmente che fisicamente.
Da quando e' morto nostro padre, io e lei ci siamo allontanate e passo quasi tutto il mio tempo solo con la mia migliore amica.
era inverno quando quasi tutto cambio', anzi cambio' praticamente tutto. Diventai come dire.. una nuova Cassie? si forse si, era diventata una nuova Cassie Cooper.
Ho ricominciato a vivere.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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Era un giovedi' precisamente il 23 novembre.. fra poco ci sarebbero state le vacanze di natale, e non ce cosa piu' odiosa per me.
Rimpatriarsi con tutta la famiglia, senza papa'.. 
-Scendi! la mamma ha fatto la colazione, muoviti!- 
Si, questa era mia sorella che urlava da dietro la porta. non gli risposi. 
Buttai giu' le coperte e mi alzai dal mio dolce letto, presi un jeans e una t-shirt bianca e andai in bagno a farmi la doccia. 
-ma ti vuoi muovere Cassie? sono stanca di te! adesso entro!-
mi girai di scatto, presi la borsa con i libri di scuola e mi precipitai ad aprire la porta.
-sono pronta- gli feci un sorriso da sfida e gli andai contro la spalla per spostarla, come se non esistesse. 
Si era arrabbiata e si giro' per guardami, la squadrai per l'ultima volta.. 
-allora? muoviti, facciamo tardi!- sorrisi
-ti odio- mi sorpasso' e inizio' a scendere le scale di fretta. 
-sai che dolore- non ero sicura mi avesse sentito, a dir la verita' avevo mentito. 
Era un dolore assurdo quando mi diceva di odiarmi, come se una parte di me si lacerasse, forse facevo io qualcosa per farmi odiare? 
Continuavo a pensare tra me e me e non mi accorsi che ero ancora ferma immobile in mezzo al corridoio, chiusi la porta e lentamente scesi le scale anche io. 
Arrivai in cucina, c'era mia madre che preparava del bacon proprio come quando c'era papa', era la sua colazione preferita. 
Phil era seduto al tavolo con un bicchiere di starbucks mentre leggeva il giornale quotidiano.. Mia sorella, beh lei era davanti al frigorifero che beveva un bicchiere di spremuta come ogni mattina.
-Buongiorno zuccherino, ho preparato del bacon.. hai fame?- mi sorrise mia madre. 
-ehm, no mamma .. sono in ritardo ci vediamo dopo. Ciao- 
Presi solamente una ciambella dal tavolo, una di quelle di Phil. 
Usci di casa e mi iniziai a dirigere verso la metropolitana, quando senti dei passi dirigersi verso di me. 
Cominciai a rallentare, per vedere se questa "persona" mi avrebbe sorpassato, ma niente appena mi fermai si fermarono anche i rumori alle mie spalle. 
Presi un repsiro profondo e mi girai di scatto. 
-Caspita sorella, tranquillizzati.. - Disse Eve scoppiando a ridere. 
-non e' divertente, perche' mi segui?- 
-andiamo nella stessa scuola, ricordi?- sbuffo' - rincoglionita- ando' avanti. 
Non la fermai e tanto meno gli risposi, mi avrebbe fatto solo perdere del tempo. 
Tirai fuori l'iphone e mi misi le cuffie, in quel momento ascoltavo " heart on fire" di Jonathan Clay.. Amavo quella canzone, e non so il motivo.
C'era freddo a camminare per strada, alzai la sciarpa un'altro po' per coprirmi pienamente il collo. Notai che la metro non era tanto lontana bastavano altri pochi passi.
Ogni mattina vedevo due ragazzine, che avrebbero avuto sei o sette anni, le osservavo sempre, non so se erano sorelle, cugine o semplicemente amiche, ma mi ricordavano molto me e Eve, e ogni volta che le vedevo non riuscivo a farmi scappare un sorrisetto.
Arrivai alla metro e sali sopra. Vidi gia' mia sorella seduta, anche lei con le cuffie alle orecchie.. era sola e cosi andai a sedermi difianco a lei. 
-posso? o dobiamo litigare?- gli chiesi. 
-fai pure- e indico' il posto vuoto. 
-che ascolti?- 
-oh niente di che', da quando ti interessa?- gli sorrisi 
-era per parlare, allora? fa sentire dai!- mi tiro' via una cuffia dall'orecchio se la mise nel suo.
Mi morsi il labbro, ero abbastanza nervosa. 
si tolse subito la cuffia, con la faccia disgustata.
-ma cose' questa lagna? ascolta un po' qua!- 
-..- 
presi la sua cuffia e iniziai a sentire.. 
-ma che cavolo di canzone e'? fammi il favore- gli dissi iniziando a ridere. 
-sono i One Direction! possibile che non gli conosci?- continuo' - come sei antica- sorrise anche lei.
-ma chi sono?- gli chiesi sollevando le sopracciglia. 
-sono bellissimi, questo conta.. hanno delle voci incantevoli non ce cosa piu' bella di loro- 
-Ok siamo arrivate, scendiamo- 
La fermata della metro era quasi di fronte alla nostra scuola, inizia ad incamminarmi quando vidi Daphne che mi aspettava davanti al cancello. 
Gli feci un cenno con la testa e gli sorrisi, poi mi concentrai subito su una folla di ragazze e ragazzi tutte ammucchiate che strillavano come delle galline in un pollaio.
- Ei Daphne, ma che succede?- gli chiesi continuando a guardare quel branco di polli.
- sembra che siano arrivati in citta' i One Direction, presente? -
- Si, me ne ha parlato prima mia sorella- lasciai perdere la folla ed entrammo nel cancello della scuola.
mentre camminavo affianco a Daphne mi rigirai per osservare meglio..
"Oh cavolo!" mi ero accorta che un ragazzo altrettanto carino mi stava fissando. Aveva una cresta nera, abbastanza alta direi, era leggermente scuro di pelle e.. beh il suo sguardo era davvero da mozzare il fiato, cosi' intenso, misterioso ma allo stesso tempo sembrava dolce. 
Lo fissai per 20 secondi, dopo che lui mi sorride.. Scossi la testa e mi girai verso Daphne. 
  
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