Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: always smile    13/09/2012    1 recensioni
Drin. Mi girai nel letto ancora con gli occhi chiusi, agitati il braccio per cercare il tasto "off" della sveglia e dopo tanti sforzi riuscì a disattivare quel rumore che mi rimbombava nelle orecchie. Mi rigirai nel letto per parecchie volte, volevo riprendere sonno, ma i pensieri avevano il sopravvento. Guardai per qualche momento il soffitto, "era qualcosa più veloce di me" quelle parole ruotavano nella mia testa. Lexi si sarà inventata tutto per spaventarmi? Lo avevo solo immaginato?
Alzai la testa, rimasi stupita. Appoggiato al mio armadietto c’era un ragazzo.Teneva un ginocchio alzato con il piede appoggiato all’armadietto più basso.I suoi capelli castani fluttuavano nell’aria, il suo viso era così perfetto, gli zigomi erano delineati,ben evidenti e le sue labbra carnose ti attiravano a lui. Mi concentrai a fissare ancora qualche minuto il suo viso, ma quando vidi che si mosse, il mio sguardo finì sul suo corpo.I suoi muscoli incredibilmente grandi,scolpiti perfettamente. Per un’attimo pensavo non mi avesse visto e continuai a fissarlo.“Guardami, guardami, guardami” pensavo fra me e me, ma non mi accorsi che lui mi stava giù fissando da qualche minuto.
Genere: Fantasy, Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lexi era lì ferma immobile assistiva alla scena, Si capiva lontano un miglio che lei era la più assorta. Ian continuava a squadrare Will dall’alto al basso. 
-Non è il caso di parlarne qui- parlò Ian tenendo i denti serrati e gli occhi fissi su quelli di Will. 
Will fece un passo indietro, si voltò verso la porta e mosse il braccio in quella direzione. Lexi continuò a guardare Ian. 
-Ian cosa succede?- Gli chiese Lexi intimorita. Ian girò la testa e guardò Lexi.
-Niente, tieni lontana Landy- Abbassò la testa e torno a seguire Will. 
Si incamminarono verso la porta, Ian abbassò la maniglia della porta bianca contemporaneamente Appoggiai la mano sulla maniglia ma si aprì di scatto. Mi trovai davanti Ian i suoi occhi si spalancarono, arricciai i sopraccigli e vidi alle sue spalle un ragazzo nuovo. 
-Scusa. Ma lui chi è- gli chiesi 
-Un mio vecchio amico- Rispose Ian guardando Will. 
-Muoviti Ian- Will passò in mezzo a me e Ian per uscire dalla porta. 
Ian lo seguì, ma lo fermai per il braccio. Erano forti, teneva ancora i pugi stretti. 
-Ian tutto bene?- gli chiesi guardando il suo braccio. Ian chiuse gli occhi e sopsirò forte, tanto da farmi sentire. 
-Landy, non azzardarti a seguirci- si liberò dalla mia presa dopo neanche due minuti. Rimasi lì ferma imbambolata non sapevo cosa fare, ero rimasta stupita dal suo comportamento. 
-Ian, non stai rispettando l’accordo- Gli disse Will mentre andarono verso l’uscita. 
-Will non posso, quella ragazza è diversa- Ribattè Ian - tu non capisci- 
-Iaan, ricordati cosa siamo! Gli farai del male- Will lo prese per le spalle. 
-io non gli farò del male- Insistette Ian. Si scrollò le mani di dosso e iniziò a tornare dentro. 
-Stacci lontano- gli urlò Will. Ian si fermò. Ma non rispose continuò ad andare dritto, spalancò la porta de entrata, che si richiuse con forza. Io ero lì sola attraversai il corridoio buio da sola, mi spaventavo solo a sentire un minimo rumore, sembrava di stare nelle tenebre, tante cose erano cambiate dall’anno scorso e niente potrà mai tornare come era una volta, la vita va avanti bella o brutta che sia, la vita è essere liberi, e la libertà è una semplice corsa in collina basta solo saperci arrivare. C’era freddo, ormai stava ritornando l’autunno, continuavo a camminare, mi trovai nello stesso posto dove mi trovavo quando ho visto per la prima volta Ian, andai verso il mio armadietto, mi avvicinai e mi appoggiai di schiena. L’acciaio era gelido, mi lasciai scivolare per terra e mi strinsi le gambe al petto, appoggiai la testa fra le ginocchia e le braccia. Cercai di non pensare, una vita senza pensieri mi sarebbe piaciuta, non pensare a niente, senza sentire quel bisogno di andare via, lontano dove nessuno ti saprebbe trovare, ma così non si crescerebbe mai. Ero sommersa di pensieri, quasi affogavo. Alzai la testa quando sentì il rumore di passi, vedevo l’ombra dirigersi verso di me. 
-Landy tutto ok?-
-Leonard! Tutto ok- Leonard si avvicinò e si sedette vicino a me. 
Buttai la testa indietro e la appoggiai sugli armadietti e trattenni il fiato per dieci secondi, e di scatto buttai tutta l’aria che contenevo fuori, come se fossero tutti i miei pensieri. 
-Landy fra te e il nuovo tipo della scuola cè qualcosa?- chiese leonard girando la testa verso di me. 
Lo sapevo o almeno immaginavo che sarebbe uscito fuori questo discorso, era una domanda che lui desiderava chiedermi da tanto. 
-Leonard! Ci conosciamo da poco. Ma cosa. … - 
-Ok scusa! Sicura che và tutto bene?- Sbuffai 
-No, non ne sono così sicura-
-Sfogati-
-non c’è niente da sfogare-. Mi alzai , mi pulì i pantaloni e passai una mano fra i capelli per tirarli indietro, Leonard scattò in piedi e mi strinse la mano. Le sue dite si incrociarono delicatamente con le mie, stringeva sempre di più. 
-Landy, io ci sono .. e ci sarò sempre per te. Io ti amo, e ti amerò per sempre- non risposi. 
Sentivo il mio cuore battere, sempre più forte, sempre più velocemente quasi fino a esplodere. Mi morsi il labbro inferiore sapevo cosa sarebbe successo fra poco: il bacio. “Ma in fondo il bacio cos’è? Penso che sia il gesto più semplice ma più significativo. Segno di affetto, amore, tenerezza e passione, è una prova di fiducia e di confidenza con un’altra persona. I baci riescono a farti esprimere vari sensazioni e emozioni, è come una cosa unica che ti riempie di piaceri, ti fa rivivere la vita in due secondi ,ti passa tutto davanti. Cose belle e cose brutte, è quel momento che vorresti durasse per sempre, perché diventa sempre più bello.”. Tornai in me, e mi accorsi che Leonard mi fissava le labbra, riguardò i miei occhi, pian piano si avvicinava con il suo viso, percepivo il suo respiro caldo sulla mia pelle. Mi avvicinai anche io, ci trovavamo a quindici centimetri di distanza, ora ne erano due. Mise le sue mani intorno alla mia vita e mi strinse a lui, le mie labbra sfiorarono le sue labbra tenere e morbide. “ Landy cosa stai facendo? Tirati indietro!” mi giravano voci nella testa, qualcosa mi diceva ti ritrarmi, “Tu non provi ciò che lui prova per te, lo illudi” lo illudo, Mi resi conto che era la pure verità, io non lo amavo l’avrei solo illuso. Decisi di spostarmi. Girai la testa sfiorando la sua guancia, presi le sue mani e le allontanai di me, lo guardai per qualche secondo, ma non ce la feci. Inizia a camminare dritta nel corridoio, andai verso l’angolo e mi misi a correre per arrivare più in fretta. Girai l’angolo di fretta e mi appoggiai al muro, inclinai la testa verso il corridoio dove si trovavo Leonard e lo spiai. Percepivo che era furioso, forse con se stesso, o forse solamente con me. Si avvicinò al mio armadietto e tirò un pugno talmente forte che il suono mi ricordò il rumore di un bicchiere di vetro caduto sul pavimento rompendosi in mille pezzi, proprio come molto probabilmente era distrutto il cuore di Leonard. Lasciai perdere non volevo più assistere, mi voltai verso la porta d’entrata. Presi un colpo, mi trovai Ian davanti a me, forse aveva assistito a tutta la scena? O forse era appena arrivato?. 
-Ian .. cosa ci fai qui?- gli chiesi grattandomi la testa. 
-Landy, piuttosto cosa ci fai tu qui- disse Sorridendo, mostrando i suoi perfetti, denti bianchi. Feci un mezzo sorriso. 
- Sai mi hanno detto che c’è una festa in piscina da selena stasera- Ian si appoggiò al muro. 
-Ah si me ne ero dimneticata-
-Ti va di andarci insieme?- Mi chiesi Ian imbarazzato. 
-Vabene- Sorrisi 
-Ti passo a prendere- Ian voltò i tacchi e se ne andò fuori dalla porta. 
Cercai di seguirlo ma appena usci dalla porta era scomparso, era stato tanto veloce da girare l’angolo in pochi secondi. Mi sedetti sulle scale e aspettai che Lexi uscisse dalla scuola. Ian mi aveva appena invitato alla festa, come facevo a dirlo a Lexi? Come gli dicevo che non andavo più con lei? Ci sarebbe rimasta male, non ne avrei il coraggio. <> mi voltai e vidi uscire Lucas e Lexi insieme. 
- Lexi ascolta, stasera vado con Ian alla festa .. - dissi alzandomi e iniziando a gesticolare.
-Landy, mi ha invitato Will- sorrise scendendo le scale - ti rendi conto? Ma quanto è bello?-  io e Lucas scoppiammo a ridere. 
-Lucas tu con chi vai?- mi girai verso di lui 
-Eh. Direi di andarci con Lucky- Mi guardò e sorrise, ricambiai. 
- Beh ragazzi a stasera- li salutai. 
Salì in macchina, e aprì subito il finestrino, misi in moto e mi avviai verso casa. Arrivai a casa, ero agitata, fra poche ore sarei andata alla festa con Ian Lions il nuovo ragazzo che tutte avrebbero voluto avere come accompagnatore. Ma come mai aveva scelto proprio me? Mille domande tanti perché ma nessuna risposta. Pensavo di chiedergli qualche domande ma che senso aveva? Aveva scelto me, perché farmi tanti problemi? Non mi capivo nemmeno io. Scesi dalla macchina, e mi incamminai verso la porta d’ingresso. Attraversai il vialetto, frugai nella borsa alla ricerca delle chiavi per aprire la porta, non le trovavo. Chiusi la borsa e iniziai a scuoterla per sentire il rumore che emettevano, ma non sentivo niente probabilmente le avevo dimenticate. Suonai.
-ciao mamma- Gli dissi correndo subito su per le scale. 
-Ciao anche a te- sentì ribattere mia madre. 
Arrivai in camera e buttai subito la borsa sulla sedia, inizia a camminare avanti e indietro per la camera, mi toccavo i capelli e respiravo velocemente, non riuscivo a crederci io e Ian impossibile! Mi sedetti sul letto, e dall’agitazione mi sdraiai tenendo le mani fra i capelli. Guardai la sveglia erano le 16.20 sapevo che era ancora presto per iniziare a prepararmi, quindi cercai di tranquilizzarmi. Appoggiai la testa sul cuscino e mi infilai le cuffie nelle orecchie. Mi addormentai. Le ore passavano ma io dormivo non potevo accorgermene. Avevo ancora le cuffie, la musica era finita da un po’, qualcuno mi chiamò sul cellulare. La suoneria rimbombò nelle mie orecchie mi svegliai di scatto fuori ormai era buio, guardai le sveglia erano le 20.30. mancava un’ora e Ian sarebbe arrivato a casa mia. Il panico tornò a riprendermi in tutto il corpo, ritornai a tremare come prima, cercai sempre di tranquilizzarmi. Aprì l’armadio e presi un vestito nero senza maniche, arrivava fino a qualche centimetro sopra il ginocchio, cercai in tutta la stanza le mie scarpe rosse col tacco ma non le trovavo, corsi in camera di mia madre, e mi risaltarono subito agli occhi. Erano nella sua scarpiera vicino a tutte le altre scarpe eleganti, di ogni colore. me le misi delicatamente, e mi diressi in bagno. mi tirai la ciocca di capelli che mi cadeva davanti in dietro e la fermai con un fiorellino rossso. 
Dlin dlon. Il campanellò suonò. 
-vado ioo- urlai dalla mia stanza. Corsì di fretta le scale e mi precipitai alla porta, mi diedi una sistemata e aprì. 
- Ciao- Ian rimase sbalordito. 
- sei. … sei bellissima - continuava a fissarmi. 
-Ciao- arrossì -grazie anche tu- Ian era estremamente elegante, portava una giacchetta grigia, sotto una camicia nera dentro i pantaloni dello stesso colore della giacchetta. 
-Andiamo- mi disse Ian. Annuì . Ci diremmo verso l’auto di Ian, mi aprì la portiera e mi fece salire, poi la richiuse. Ci dirigemmo verso casa di Selena, ci fu un silenzio di tomba durante tutto il tragitto. Arrivammo davanti casa sua, la musica che proveniva dalla piscina si sentiva fino all’angolo della strada. Ian parcheggiò la macchina, aprì lo sportello e scesi senza stropicciarmi il vestitino. 
-Chi è quel ragazzo Ian?- Gli chiesi mentre ci avvievamo verso il portone aperto. 
-E un mio caro amico, come un cugino- disse sorridendo. Annuì ma non risposi. 
Ian si spostò al mio fianco, attraversavamo il vialetto la porta era chiusa. Suonammo alla porta,  Appena  aprì la porta Ian mi strinse la mano,Lei rimase sorpresa e sinceramente anche io, guardai le nostre mani intrecciate l’una all’altra come se fossimo uniti da qualcosa, e se mi avesse invitato per fare ingelosire Selana? Perché appena l’hai vista mi ha preso per mano? Landy concentrati sei ad una festa, divertiti non pensare.
- Ian, non entri?- Gli chiesi entrando 
-Si, Si- entrò e mi riprese per mano. Continuammo a camminare in mezzo alla folla cercando Lexi e Will. 
Attraversavamo la folla tenendoci per mano, le persone spingevano, passavano tirando una spallata. Intravisi Leonard e Richard mi fissavano, fissavano il modo in cui Ian mi teneva la mano, vidi il viso di Leonard avvicinarsi sempre di più, veniva verso di noi schivava perfettamente la gente senza sfiorarla. Cambiò strada, ora ci veniva incontro cosa aveva in mente? Mi guardò fisso negli occhi, poi guardò Ian con sguardo di sfida, riprese a camminare e mi tirò una spallata contro, stavo per scivolare, il suo colpa era stato talmente forte da farmi girare dall’altra parte. Ian scattò, lo prese per il braccio e lo girò verso di lui. <> <> Disse Leonard, mi guardò. Abbassai la testa, e non ricambiai lo sguardo. Ian mi tirò indietro, mi rigirai e vidi Leonard ankora fissare Ian, e acnhe lui fece la stessa cosa. 
- Ei, ragazzi tutto bene? - Arrivarono Lexi e Will. Lexi mi fulminò, era semplicemente straordinaria, portava un vestito azzurro, si abbinavano perfettamente al colore dei suoi occhi color oceano, i suoi capelli biondo erano appoggiati delicatamente sulle sue spalle. 
-Si certo- rispose Ian con determinazione. 
Lexi e Will si tenevano sotto braccio, si girarono e andarono verso l’uscita che portava alla piscina. Là fuori c’era più gente di quanta ce ne era dentro. 
-Ian mio caro.. Ian noi andiamo>> Disse Lexi prendendomi per un braccio e trascinando via. Si mise a ridere, e contemporaneamente risi anche io. Mi prese per mano, e camminammo per andare a sederci. Vicino alla recinzione c’era un banchetto, c’era cibo, bevande, e anche il ponch. Lexi mi tirò ancora, fino a finire vicino al banchetto, prese due bottiglie di birre, me ne passò una. Sapevo che stasera andava a finire male, molto male, sapevo che avrebbe bevuto. Una ragazza dai capelli rossi fuoco si avvicinò a noi, era totalmente ubriaca, trascinava i piedi, gli occhi si aprivano e si chiudevano, camminava a destra e a sinistra. Lexi posò la birra e corse a tirarla su. 
-Landy mi vuoi aiutare?- Mi urlò Lexi che ormai tentava di tenerla in piedi. 
-si- Corsi verso di loro per tentare di tenerla in piedi. 
- ma chi sei tu?- Chiese Lexi guardandola shifata.
-Heather- disse faticosamente. 
- lasciatemi.- Continuò 
- lasciatemi andare- girò gli occhi che diventarono bianchi. La lasciammo e andò verso la recinzione, aprì il cancello e uscì. Mi girai per guardare Lexi, era più sconvolta di me. 
-Credi che dovremmo lasciarla..- indicandola.
-Si- gli risposi alzando le spalle. 
Lexi, si girò indietro e vidi Ian e Will venire verso di noi. Ian mi riprese la mano e la strinse forte, avvicinò il suo viso alla mia fronte e appoggiò delicatamente le sue labbra. Ormai erano le 2.30 di mattina, Heather girovagava da sola per le strade, erano deserte, c’era buio l’uniche luci che venivano proiettate erano quelle dei lampioni, quella luce giallo arancione che riusciva a illuminare almeno le strade della città.Dormivano tutti, nessuno era sveglio a parte tutti i ragazzi della scuola. Continuava a camminare reggendo una bottiglia di birra in mano. La nebbia oscurava tutto ma lei riuscì a percepire una sagoma, era una sagoma femminile, ferma immobile in mezzo alla strada, forse la fissava o forse no. Heather si avvicinò ancora di più. 
-Ei, cè qualcuno là?- urlò Heather, socchiudendo gli occhi per metteere a fuoco l’obbiettivo. 
-Heather- la sagoma parlò! Si era senza dubbio una voce femminile, era sicura di se, ma allo stesso tempo era da ragazzina, delicata, sottile.
-Chi sei? Come sai il mio nome?- Chiese Heather. La ragazza iniziò a camminare, il rumore dei suoi stivaletti col tacco iniziarono a picchiettare nell’asfalto, il suo passo da modella era impossibile che non risaltava subito agli occhi.
Heather si avvicinò, e la ragazza uscì dalla nebbia, era bellisssima. 
I suoi capelli neri gli cadevano sulle spalle, i suoi occhi erano profondi, il suo viso era perfetto, non aveva nemmeno qualche difetto. Heather si concentrò sui vestiti, i suoi stivaletti neri avevamo un bel tacco a spillo, i suoi pantaloni bianchi attillati erano incastrati per bene dentro gli stivaletti, la sua giacca di pelle colpì Heather. La ragazza si fermò a qualche passo da lei, impiantando i piedi per terra, spostando il peso del corpo su un fianco. 
-Sono Rosy- sorrise.
Heather non capiva cosa volesse da lei. 
-E io cosa centro con te?- Chiese facendo un passo indietro mentre Rosy continuava ad andare avanti. 
-dolcezza, tu non centri niente, anzi non servi a niente- rise. 
-Che cosa vuoi?- gli chiese Heather continuando a fare passetti indietro. 
Rosy inclinò la testa e fece il broncio, come per prenderla in giro.
-Mi sei quasi simpatica e mi dispiace.- Rispose Rosy, fingendosi triste, abbassò la testa fra le mani, e iniziò a piangere. 
Heather la guardava sorpresa, si avvicinò piano senza farsi sentire, ma Rosy l’aveva già sentita. Alzò Di scatto la testa e rapidamente si trovò davanti a Heather. Lei iniziò a respirare sempre più velocemente, il suo cuore batteva forte, più forte del normale, le gambe tremarono. Rosy spalancò la bocca due zanne uscivano dai suoi canini appuntiti, i suoi occhi erano rosso sangue, il suo volto era cambiato. I suoi occhi erano leggermente più grandi, le pupille si erano dilatate, erano enormi. Heather cercò di urlare, Si girò e iniziò a correre più veloce possibile, era tutto deserto non sapeva dove si trovava, era troppo ubriaca per ricordarsi in che posto si trovasse, si voltò indietro, controllò che Rosy fosse ancora lì. Camminava a passo di modella verso di lei, senza preoccupazioni di perderla di vista, continuò a camminargli incontro mentre Heather continuava a correre. Si inalzò una nebbia fitta, ancora più fitta di quanto lo era prima, lei correva senza preoccuparsi dove sarebbe andata, il suo respiro era sempre più veloce. Si rigirò per l’ultima volta, i suoi capelli rossi gli volarono davanti, rosy era scomparsa. 
Heather tirò un respiro di sollievo e si fermò, pensava che ormai non c’era bisogno di scappare. Tirò fuori dalla tasca il suo cellulare, e compose un numero. 
-pronto?- una voce maschile rispose al cellulare, 
-Ed, sono io mi sono persa e .. - Heather si girò di scatto. 
-Bubu settete- Rosy era proprio davanti a lei. Le cadde il cellulare di mano,i suoi occhi si spalancarono cercò di tornare a correre ma non ce la fece , Rosy l’afferrò per un braccio e la tirò verso di se, le strinse le spalle. Heather cercò di scrollarsi via le mani, ma la sua presa era forte, molto più forte di una forza naturale. 
Rosy fece comparire dal nulla le sue zanne appuntite. 
-Mi dispiace davvero tanto tesoro- Gli disse Rosy avvicinando le zanne al suo collo. 
La ragazza cercò di tirare calci pugni, ma Rosy era più potente, iniziò a strattonarla, fino a quando nn affondo i suoi denti appuntiti nel suo collo caldo dove le vene pulsavano ancora. Heather inziò a singhiozzare, il suo corpo ormai era primo di conoscenza. La vampira continuò a dissetarsi fino a prosciugarla, Heather ormai era morta, il suo viso era pallido e la sua pelle era fredda come il ghiaccio, si sosteneva in piedi grazie alla presa forte di Rosy. Ormai il sangue era finito, tutto ciò che c’era in quella ragazza ora non c’era più. la getto per terra, alzò la testa chiudendo gli occhi, aprì leggermente la bocca sporca di sangue umano, e sospirò. 
-Sai, non mi è affatto dispiaciuto- gettò il cadavere di Heather sull’asfalto. Si Passò la lingua sul labbro inferiore e poi su quello superiore, per raccogliere quel poco di sangue che era rimasto appiccicato sulle labbra. Si avvicinò al corpo di Heather che giaceva sulla strada, strappò un pezzo della sua maglietta e si pulì la bocca, gettò il pezzo di stoffa sporco e si guardò in torno. 
Dopo cinque minuti era sparita, un solco di polvero si alzò veloce come un fulmine. Camminavo intorno alla piscina, pensavo a cosa non saprei avevo un mare di pensieri nella mia testa giravano, giravano, fino a farmi venire il mal di testa. Andai verso la ringhiera del cortile e mi appoggiai sopra, mentre sorseggiavo un po’ alla volta della birra. Guardavo in torno tutta quella gente che scherzava, beh si la maggior parte erano ubriachi forse anche strafatti , vidi Ian mi soffermai su di lui, era così elegante, così bello non potevo negarlo a me stessa, lui mi interessava ma forse io non ero abbastanza per lui. 
-Bel fusto vero?- una ragazza si appoggiò vicino a me, i suoi capelli neri luccicavano al bagliore della luna, si adeguarono alle sue spalle, quegli occhi neri e profondi era ciò che riusciva a saltarti all’occhio per primo. 
-Eh, scusa ma non capisco .. - dissi guardandola, 
-Dai sai bene di cosa parlo, stavi guardando Ian-- disse la ragazza indicandolo. ù
Feci un mezzo sorriso e guardai per terra, 
-Ma ci conosciamo?-
-Non credo, sono Rosy- sorrise.
 -Landy- bevvi la birra. 
-si lo so chi sei.- disse guardando Ian. 
-Devo andare- non sapevo chi fosse per quale motivo dovevo conversare con lei? 
-e’ stato un piacere- Si scostò dalla ringhiera e andò via, il suo fisico era decisamente da invidiare.
Cercai di andare verso Ian, ma una folla si accostò davanti a me. La gente urlava non capivo il perché, sentì il suono dell’ambulanza, mi inizia a preoccupare. Mi intrufolai tra la folla, ma cosa era successo? Ian si precipitò davanti a me. 
-Andiamo via- mi prese per un braccio 
-Ian no, ma cosa è successo?- gli dissi cercando di liberarmi dalla sua presa. 
Lui mi lasciò andare e andai a vedere cos’era successo. Ero sconvolta non potevo crederci, mi infilai le mani fra i capelli, inizia a respirare sempre più velocemente, la paura prese il sopravvento. Cos’era successo? Quella ragazza l’avevo conosciuta la sera stessa, era ubriaca era viva, e adesso? Era morta, sdraiata su un lettino dell’ambulanza, il suo collo era sanguinante, ma chi può averla conciata così? Mi girai verso Ian ma non c’era più, era scomparso. Lui sapeva qualcosa? Perché voleva che andavamo via? 
-Lexi, hai visto Ian?- Mi avvicinai a lei mentre chiacchierava con alcune amiche. Si guardò in torno e abbassò le sopracciglie. 
-Direi di no,- Sbuffò -Andiamo a casa? Sono quasi le 3.00 di mattina- Continuò Lexi socchiudendo gli occhi. 
-Si .. si certo.-Presi Lexi per il braccio e ci avviammo verso la macchina. 
Ian era appoggiato alla mia macchina, forse mistava aspettando. 
-perché sei scappato?- gli chiesi arrabbiata . Continuai a tenere Lexi fra le braccia, ormai mezza addormentata. 
-ti avevo detto che volevo andare via, ma non ti avrei lasciato qua.- continuò.. -Aspetta, ti aiuto- Ian si avvicinò subito a Lexi e la prese per un braccio senza fatica.
-Vi riaccompagno io - Si avviò verso la portiera opposta della macchina. 
Appoggiai delicatamente Lexi nei sedili posteriori, sembrava morta, non muoveva un muscolo. Il suo braccio si piegò sotto di lei, pensai di lasciarla così ma non potevo. Mi riavvicinai a lei e gli sistemai con cura il braccio, che lo feci scivolare giù. Chiusi lo sportello posteriore, dove Lexi dormiva sui sedili. Continua a fissarla per qualche secondo ma Ian mi chiamò. 
- Landy, veloce- mi ripresi dai miei pensieri e chiusi lo sportello. Guardai il cielo c’erano tanto stelle, la luna era piena, sembrava vicinissima alla terra. Rimasi folgorata da quella palla bianca, le sue variazioni di grigio al bianco, era così illuminosa, riusciva a illuminare tutto il cielo.
Immaginai di essere su una grande terrazza, il riflesso della luna sul mare, e quel leggere vento dei giorni di estate. Scossi la testa e ritornai in me. 
Salì in macchina e sospirare guardando Ian con la coda dell’occhio. Era notte fonda, mancavano pochi minuti alle 3.00, la luna era ancora sospesa in alto. C’era caldo, soffocavo, mi tirai il colletto della giacca. Un colpo di freddezza mi accarezzò il collo, ora mi sentivo fresca. 
Lexi lasciò un gemito, mi voltai per vedere cosa stesse facendo, per assicurarmi che non era niente di che, evidentemente stava sognando. Ian non parlava, e nemmeno io avevo qualche argomento da interpellare, per attirare la sua attenzione mi schiarì la voce. 
-tutto bene?- mi chiese, senza distogliere lo sguardo dalla strada. 
-Si- gli risposi girandomi verso la luna, mi sentivo soddisfatta ero riuscita ad attirare la sua attenzione. 
Ormai eravamo arrivati, intravedo casa mia da tutti quegli alberi che la circondavo, le strade erano deserte, non c’era nessuno era strano che nessuno girasse a tarda notte. Sentì la macchina rallentare e capì che eravamo arrivati, mi voltai e vidi casa mia 
-Eccoci, lei viene con te?- mi chiese Ian, girandosi per la prima volta verso di me
-Si viene con me- la guardai e sorrisi a Ian, 
Aprii la portiera e scesi, tirandomi dietro la borsa.
-Landy .. - Mi voltai di scatto verso Ian,
-Dimmi- gli dissi attorcigliandomi i capelli fra le dita. 
-Buonanotte- mi sorrise. Si ero contenta. 
-Buona notte- ricambiai il sorrisi e chiusi lo sportello. Aprii quello posteriore e cercai di svegliare Lexi, me la caricai sulle spalle. 
-C’è ancora qualcuno sveglio- dissi preoccupata, 
-Sarà Den- rispose Lexi, senza mantenersi in piedi. 
Avrà ragione, mi passò la preoccupazione e aprì la porta. La luce del corridoio era accesa, ma non sentivo nessun rumore. 
-Den? Sei sveglio?- urlaii guardandomi intorno. 
- Hei Landy, sei qui- lo vidi sbucare dalla porta della cucina .
 Lexi aveva ragione era solamente lui. 
-Ah sei sveglio, beh buonanotte- Mi avviai verso le scale, 
.notte- rispose Den Lexi aveva un peso enorme sulla mia spalla, e salire le scale era faticoso lei non ci metteva d’impegno.
 Sentivo sotto i miei piedi le scale scricchiolare, non osi pensare che sarebbe successo se crollerebbero da un momento all’altro, proprio quando io ci ero sopra. Mancavano pochi scalini, rimasi di sasso: 
la porta della mia stanza era aperta, mi ricordavo benissimo di averla chiusa prima di uscire. Qualcuno era stato in camera mia? No impossibile, avrò la memoria corta. Entrai nella stanza, tutto era perfettamente in ordine, pensai che memoria corta avessi, sarà stata la festa a sballarmi. Appoggiai Lexi nel letto, gli tolsi le scarpe, e la coprì con le lenzuola. Andai al bagno che confinava con la mia stanza, aprì il rubinetto e mi lavai i denti. Non sapevo a che pensare, una marea di pensieri ripresero il sopravvento, non era possibile. Chiusi l’acqua e mi guardai per qualche minuto allo specchio, le mie occhiaie erano evidenti avevo bisogno di dormire, ma ce l’avrei fatta? Mi diressi verso il letto, dove Lexi già dormiva e mi coricai affianco a lei. Erano le 3.30 di mattina, la festa era durata troppo a lungo. Quella festa che si è trasformata in terrore, agitazione, un’immensità di sensazioni spaventosi. Quale essere animale potrebbe squarciare il collo in quel modo? Ero davvero spaventata, provai a immaginarmi io al posto di Heather, meglio che io sia ancora qui, e non all’aldilà. 
Will e Ian erano appena arrivati a casa loro, qualcosa non quadrava. Will entrò dalla porta, sentiva una presenza, qualcuno era in casa loro, corse verso la sala, e girò l’angolo. Una ragazza, sedeva sul suo divano, i suoi capelli erano castani, i suoi capelli mossi arrivavano fino ai fianchi, i suoi jeans strappati davano un colpo in più di menefreghismo.
 -Electra- Will rimase sorpreso. 
-Will- la ragazza agitò i suoi capelli, e in un batter d’occhio si precipitò davanti a lui. 
-ti sono mancata?- sorrise
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: always smile