Fanfic su artisti musicali > Depeche Mode
Segui la storia  |       
Autore: Princess_Klebitz    13/09/2012    3 recensioni
“Fottiti, Alan Wilder!!”
“Precedimi, David Gahan! Ho aspettato per 6 mesi di mandarti a fanculo di persona!”
“E…?”
“Vaffanculo, David Gahan!”
-Una piccola raccolta di momenti dei DM, tra l'86 e il tragico (per molti) annuncio del 1995, passando per la sfiorata tragedia di Dave, la rinascita, risate, drammi, e partendo tutto da una sera del 2010, alla Royal Albert Hall. Per chi, come me, spera sempre, in ogni tour, in una sempre più improbabile reunion;Alan e Dave-centric
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
ALL I EVER WANTED
ALL I EVER NEEDED
IS HERE
IN MY ARMS
(ENJOY THE SILENCE; Depeche Mode)
 
Il 101 aveva lasciato uno strano vuoto nel gruppo; il concerto era stato euforico, senza precedenti, e la contententezza per essere arrivati a quel punto era talmente palpbile, che aveva causato strani effetti sul palco; Dave aveva urlato e fatto riecheggiare urla primordiali come non ci fosse un domani, Martin si immobilizzava, e tutti avrebbero giurato di avergli visto una gocciolina di sudore nel cantare ‘Somebody’; Fletch non era stato fermo un attimo, incitando il pubblico come e peggio di Dave, girando attorno e scrollando la sua tastiera, mai immobile, cantando e tirando le braccia, Alan aveva resistito più di tutti, tra tastiere, ritmica e cori per cui aveva sudato freddo, e alla fine, quando si era aperto in un sorriso talmente felice da risultare ebete, su ‘Just can’t get enough’, persino i suoi occhi traboccavano dalla felicità.
Il finale, con il colpo di genio di Dave di agitare le braccia come le spighe nel video di Never let me down again, era stato qualcosa di epico, che pensavano di non assistere mai più.
Mai più, avrebbero giurato.
Ed era il 1988.
*
1990, Mute records
*
“E’ pazzesco, ragazzi, io continuo a riascoltarlo!”
“E il tuo ‘Hidrology’, mister Recoil?”
“Avverto invidia, mr. Gahan, perché non hai ancora pubblicato un disco solista, a differenza di me e Mart?”
“Puha!,i vostri album sono infarciti di maledizioni elettroniche, il mio primo solista sarà un rock assatanato e magari un blues urbano! Che dici, Flood?”
Era la loro produzione con Flood, e questo, che sebbene piuttosto giovane si portava un bagaglio alquanto pesante di collaborazione, smaliziato e sperimentale ma non estremista, aveva individuato in loro certi aspetti che, con pazienza certosina, aveva fatto di VIOLATOR semplicemente IL disco simbolo dei Depeche Mode.
La sua frase, detta in un momento di sconforto di Martin, che non riusciva a trovare certi suoni sul synth e stava facendo diventare pazzi sia lui che Alan in tutto il giorno, era stata la prima indicazione su come muoversi.
“Martin, se vuoi usare la chitarra…USA LA CHITARRA, MALEDIZIONE!”
L’intro di Personal Jesus era talmente graffiante, oltre alle parole, che aveva lasciato a bocca aperta persino Dave, che di rock se ne intendeva eccome, e aveva fatto fregare le mani al produttore.
In breve tempo, in una Milano cupa e sconvolta da politiche interne, si erano susseguite perle di inenarrabile splendore, che Martin, su suggerimento di Flood, suonava come piccole demo, all’harmonium o alla chitarra, con la sua voce, e sulle quali lasciava Alan, Flood ed anche Miller a lavorare.
Fino a quella.
*
Quella che non avrebbe MAI, MAI E POI MAI voluto che cambiassero.
Enjoy the silence era e doveva rimanere un’elegia al silenzio, non un anthem.
Peccato che Alan ci avesse messo sopra le mani prima che potesse dire ‘bah’ e ci avesse passato tante di quelle notti insonni che nessuno del gruppo aveva voluto dirgli niente, che probabilmente era tempo sprecato lavorarci sopra, tanto era già perfetta, e avrebbero scartato il suo lavoro; neanche quando lo trovavano addormentato al synth, neanche quando spariva giornate con Flood, neanche quando aveva tirato un pugno talmente forte alla tastiera che la scardinò, con l’isteria negli occhi ma con un’identica dose di determinazione.
Enjoy the silence era qualcosa che stava tirando fuori con le pinze, e a parte fare sentire di tanto in tanto i suoi progressi a Martin, si comportava come se si rigirasse tra le mani un prezioso scrigno, tentando in tutti i modi di scardinarlo.
Persino Flood, in estasi a sentire quelle chitarra fondersi con quell’elettronica, certosinamente curata come mai in nessun album prima si era riuscito, stava cominciando a preoccuparsi, poiché ormai le scadenze per il disco stavano arrivando…
E difatti Miller, il Boss, preoccupato, si presentò in sala missaggio a Londra con una faccia preoccupata.
“Ragazzi, ma quella canzone non possiamo aspettarla in eterno… Era già pronta alla terza versione! Che diavolo!,potevamo pubblicarla persino come l’avevi fatta tu, Martin!”
“Sì… prova a fermarlo. Io non mi ci provo, veramente. Se gli parli di Enjoy the silence dà di matto e si mette a farneticare di frequenze, bassi e…”
“Dave. Giurami che non ti avvicinerai mai ad un synth. O ad una chitarra.”
“… non ne ho proprio voglia, fanno degli effetti strani! Guarda Mart…”
“EHI!!”
“…o Alan! Sembra Gollum col suo tesoro!”
Sì, mentre Alan si ritirava dalla luce, Dave si era persino letto tutto Il signore degli anelli. Spaventoso.
“…Gollum and his PRECIOUS… Sai che ho un’idea…”
“Martin, risparmiatela, per pietà, dobbiamo finire questo disco, prima!”,gemette Fletch, che si sentiva tanto come un insubordinato, a tenere quella riunione relativamente segreta, visto che era stato il loro tastierista ad autoisolarsi, e chiedendo ancora tempo per Enjoy.
“Non me lo godrò più, il silenzio, se penso a quanto ci è voluto a fabbricarla! Chi gli dirà di no, stavolta, se questa versione non piace?!”
“Martin… la canzone è tua. Non ti sei mai fatto scrupoli di dirgli le cose in faccia. Anche troppo schiettamente, dico io!”, proruppe Dave, fattosi improvvisamente serio, al mixing desk.
“Cosa?!”
“Secondo te perché si è preso quella canzone tanto a cuore?! Cristo, gli hai bocciato tante idee che ormai basta che lo guardi e cambia idea! Ma secondo te perché si è buttato in quel progetto solista?!”
“Adesso verrai a dirmi che lo tratto male! Lo difendi sempre a spada tratta, Dave! Tu non ci hai a che fare in studio, a cercare suoni, è un maniaco del controllo!!”
“E senza di lui che faresti, eh?! Andremo avanti a demo! Ma ammettilo che metà disco è merito suo! E’ da Some Great Reward che gli devi almeno metà di merito sugli album, è sempre in studio a rompersi le palle!”
“Dave, sta calmo! Comunque è vero, tu non lo sai, e tu sei troppo suo amico per giudicare, dovresti stare in studio per scoprire com’è!”
“Ah sì?! E dimmi, Fletch, somma sapienza, com’è?!”, ghignò Dave, vedendo letteralmente aprirsi un varco per difendere le sue ragioni.
Più che un varco un portone.
“Un onorevole rompicoglioni!”
Con le maniglie antipanico, pure.
Da cui emerse Alan, col nastro registrato, due occhiaie che a confronto il circuito di Monza era color sabbia,  e una bocca adeguatamente spalancata.
Che fece portare la mano a tappare la propria, immediatamente, ad Andy, con gran soddisfazione di Dave.
Alan avanzò di due passi, spalancando gli occhi e fissandoli in quelli di Andrew, e passando anche a quelli di Martin; non che gli servisse averlo sentito: quei due andavano sempre in coppia.
“Chi… chi è il rompicoglioni, Fletch?!”
Miller si mise fulmineamente in mezzo, mentre Flood notava invece qualcosa di più interessante.
“Al… dai, si discuteva, quella canzone ti sta dando alla testa! Stiamo aspettando solo te per il mix finale!”
“Davvero?”
“Ma sì! Io… penso che più di così non potessi fare, ma siamo fuori con la scadenza, dobbiamo iniziare il missaggio!”,intervenne Martin, pietoso.
“Davvero? E aspettavate me… Quando avete deciso che la canzone era già pronta?!”
Alan avanzò, e spinse Martin con la spalla, gettando qualcosa sul mixing desk, davanti al naso di Flood.
“Allora iniziate da soli.E SE NON VI VA BENE BUTTATELA NELL’IMMONDIZIA!!”
Lo studio rimase impietrito, finchè Dave, cacciando un impropero, infilò la porta e si mise a caccia dell’amico, non prima di fulminare Martin e Fletch.
“GRAZIE…ragazzi. Ottimo lavoro di squadra.”
Flood, intanto aveva inserito il nastro nel registratore, mentre Martin e Fletcher si sedevano, abbattuti.
Dopo il 101 si era creato un tale vuoto che solo il nuovo disco avrebbe potuto riempire.
Musicalmente.
Personalmente, solo se il nuovo disco fosse stato PERSINO migliore dell’esperienza del 101, sarebbero stati ancora un gruppo.
Avevano toccato il cielo, ora volevano camminarci.
E così il riff iniziale di Enjoy the silence, l’immortale, suonata per la prima volta, cruda, senza missaggio, che bloccò Flood e Daniel Miller a guardarsi, a bocca aperta, passò inosservato ai due supersiti in sala, finchè Martin si riscosse.
“Questo è il mio giro di harmonium, ma… Non è la stessa canzone!”
“Sulla tape c’è scritto ‘Enjoy the silence, ending mix’. E’ quella, Martin.”
“MA…E’ TOTALMENTE DIVERSA!”
Anche Fletch si riscosse, incuriosito.
“Rimettila da capo, Flood. Almeno questo glielo dobbiamo.”
Il resto fu storia.
Di quei pezzi di Storia che durano massimo sei minuti e qualcosa.
Alla fine di sei ascolti continui, senza una parola, Martin si alzò dalla sedia.
Fletch lo imitò dopo un altro ascolto.
*
“Alan, ti vuoi fermare?!”
Inutile, il tastierista avanzava verso la sua auto, marciando come un piccolo panzer della seconda guerra mondiale, evitando il fango fuori dallo studio.
Dave maledì qualcosa tra i denti, vedendo che aveva già estratto le chiavi, e si costrinse ad uno scatto, per raggiungerlo, prendendo una più che ovvia pozzanghera all’ultimo momento e scivolando, schiacciando l’amico contro la macchina, facendogli anche uscire l’aria dai polmoni.
“Oh…Dio, scusa!!...”
“T…tu!...brutto….”
“SCUSA!,cavolo ho presa una pozza, avevo paura che te ne andassi senza starmi ad ascoltare e ora guarda che casino….”
“…vaffanculo, Dave! Porca miseria, ti ci metti anche tu?! Mi sei arrivato addosso con tutto il peso!!”
“Sì, sì, senti, anche io ho i pantaloni sporchi di fango, e sai che per me questo è un trauma, tirami un pugno se vuoi, ma…”
SBAM.
Un bel diretto in faccia.
Quando Dave si rialzò, ormai coperto di fango, Alan scrollava la mano con la quale gli aveva tirato il pugno, con un ghigno preoccupante in faccia.
“Questo è per TE!! E se vuoi porta il resto a quelli dentro! IO ME NE VADO!!”
“No, Alan, aspetta… ahi, porca miseria, che legnata… Senti, Martin e Fletch sono nervosi, hai sentito Miller, siamo oltre la scadenza e…”
Alan, che si era girato ad aprire la macchina, crollò con le spalle, e si voltò a guardarlo, mentre il cantante tentava di togliersi almeno il fango dai capelli.
“Sono nervosi?”
“Accidenti, Alan, non sai quanto!,poi Miller è venuto a metterci fretta e…”
L’amico si appoggiò alla macchina, sospirando.
“E’ dall’82 che sono nervosi. Sono passati otto anni e sono ancora nervosi. Non posso sopportarlo ancora.”
Piatto.
Senza emozioni.
Dave gli si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla, costringendolo a guardarlo.
“Ehi…”
Alan lo guardò, con uno sguardo, se possibile, più sfiduciato del solito.
“Gliel’ho detto.”
“Sì? E come mai sei qui? Per difenderli?”
“No…sono venuto a trattenerti. Perché so che tu, se volessi, potresti andartente. Noi no. Ma ci servi, Alan. E mi servi come amico. E sono sicuro che hai avuto i tuoi motivi per stare dietro a quella canzone.”
“Se ne sei così sicuro, perché non sei ad ascoltarla, ora?”
“Cosa?”
“Se tenessi almeno un minimo al mio lavoro staresti a sentire il mio contributo al gruppo. Che è la canzone, non sono io.”
“Cosa vuol dire, Al?”
“Che… intendo fregarmente di Martin. E portare avanti le mie idee, d’ora in avanti. Anche se sarà la fine.”
Dave sorrise, dandogli una pacca sulla spalla, provocando a sua volta il sorriso nell’amico.
“Così ti voglio, mr. Wilder! Adesso riaccompagnami dentro a sentire la canzone, anche se sono sicuro che sarà…”
“Perfetta.”
I due amici si voltarono verso l’uscita degli studios, dove Martin avanzava, a passo incerto, ma a testa alta, con Fletch, che invece teneva le testa notevolmente bassa.
Martin si fermò di fronte a loro, tirando il fiato, e poi scoppiando a ridere, guardando Dave.
“Sei scivolato in uno stagno!?”
“Si è preso il pugno che dovevo dare a te.”,intervenne Alan, teso come una corda di violini, e facendo a sua volta irrigidire tutti.
Martin fece un passo indietro, ma non smise di guardarlo negli occhi, facendosi sfuggire un ‘ah…’, perplesso.
Poi, a sorpresa, allungo una mano avanti, e si girò dall’altra, come per non vedere, o temendo qualcosa.
“Ok. Sono stato una testa di cazzo. Quella canzone è perfetta. Ora, se vuoi, dai un pugno anche a me, dammene quattro, cinque, dieci, ma poi dammi la mano e facciamola finita.”,e prese fiato, sempre in quella posa assurda.
“Ti chiedo scusa. Veramente.”
Alan rimase immobile, non prendendo la mano e neppure colpendo il collega.
“Com’è la versione finale?”
“E’… non so come hai fatto, ma è eccezionale. E’ qualcosa che non si è mai sentito prima. Diventerà UN INNO,Alan!! Non so se te ne rendi conto.”
“Oh no…”,e si avvicinò a Martin, che strinse gli occhi, preparandosi al pugno.
“TU non te ne sei reso conto, quando l’hai composta. Io lo sapevo. Per quello ci ho lavorato tanto.”
E si fermò, afferrando Mart per l’altra spalla, bruscamente, tirandolo dritto.
“Comunque hai ragione, Martin. Tu sei una testa di cazzo. Ed io un rompicoglioni.”
*
 “Etcì!!”
“Oh, Dave, ma non potevi startene a casa?!”
Babbangulo, Adan!”
“Se girare un video è così estenuante, sono felice di stare dietro alla tastiera!”
“Fletch…”
“Eh?”
“Niente, per una volta hai detto giusto. Tu stai DIETRO alla tastiera. Non altro.”
“Alan, oggi sei proprio di buonuomore,eh?!”
E’ felice di bedermi gosì, dono praticamente malato per quel gazzo di bideo, la prossima bolda glielo digo io ad Anton dobe può mettersi l’idea del Piccolo Pringipe!!”
“…è comunque un video stupendo.”, lo ammansì Alan, senza successo.
Addora la prossima bolda lo giri tu, sulle Alpi e a Balmoral!!Gon quella gazzo di sedia a sdraio!!”
Martin spense la tv, dove il video di Enjoy the Silence era in heavy rotation.
“Dopo di questo, cosa può ancora succederci?”
“Non tentare la sorte, Mart.”, brontolò Fletch.
“Non può succederci niente, porca miseria! Te lo sei scordato, Andy?”,e Mart si scambiò un’occhiata con Alan, sornione, e intonarono la loro canzone.
“All I ever wanteeeed all I ever neeede is heeeere in myyyy aaaaarms!!!!”
VIOLATOR.
BER FAVORE, NON GANTATE PIù, O MI BARTIRà ANCHE UN ANEURISMA OLTRE AL RAFFREDDORE!!”
 
Bene.
Male.
Oggi ho sclerato più del solito.
Beh no, non peggio della volta scorsa.
Se qualcuno lasciasse anche una piccola maledetta critica, sarebbe accetto!
Ps: alcuni particolari sono veri, alcuni no, ma lo sapete vero?
Non è solo ONLY FOR FANS.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Depeche Mode / Vai alla pagina dell'autore: Princess_Klebitz