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Autore: Ashley_Efp    19/09/2012    6 recensioni
Rachel Berry, dopo anni di tentativi di sfondare a Broadway senza mai che il successo la sfiorasse nemmeno, aveva perso la sua leggendaria determinazione e si ritrova a lavorare in una bettola pur di sbarcare il lunario.
Un giorno qualunque, un incontro con delle vecchie amiche destabilizza la sua routine. Sarà l'inizio di un viaggio introspettivo che le farà rimettere in discussione le sue scelte e la sua vita.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana, Quinn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusate tanto per l'enorme ritardo nel pubblicare questo capitolo. Lo studio mi porta via tempo ed energie.
Non è lungo quanto speravo, ma credo che vi piacerà. Ci sono tante belle cosette.

Questo capitolo lo considero più la seconda parte del precedente, che un capitolo a se stante.

Ringrazio tutti voi che leggete. Ringrazio chi segue, preferisce e chi recensice.
Ringrazio la mia beta che è sempre disponibile. :*

Buona lettura!




“Dio come è bella” pensavo mentre la fissavo senza che riuscissi a distogliere lo sguardo. Indossava un tailleur grigio elegante che metteva in risalto le sue forme femminili e reggeva una ventiquattrore nera. Divisa da lavoro che le donava davvero tanto e risaltava la bellezza del suo viso, per non parlare del resto.
 
Quinn prende posto alla mia destra vicino a Santana posando la valigetta alla sua sinistra, abbassandosi leggermente verso di me e sollevando il viso per guardarmi.
 
“Rachel, che bello vederti qui.” Poi sistemandosi meglio sulla sedia, accavalla le gambe e aggiunge rivolta a me “Spero non ti dispiaccia che abbia dato il tuo numero a Santana. Ti avrei chiamata io, ma ero impegnata con questa causa…”
 
“Non c’è alcun problema Quinn” la interrompo io per tranquillizzarla ricevendo in risposta un sorriso che mi fa perdere la capacità di respirare per qualche istante.
 
“Allora com’è andata? Avete vinto?” chiede Santana senza lasciare la mano della sua promessa sposa.
 
“E’ stata dura, ma ce l’abbiamo fatta.” Sorride soddisfatta la bionda.
 
In quel momento arriva il cameriere per prendere le nostre ordinazioni.
 
“Ragazze prendete pure ciò che desiderate, offro io.” Dice una Quinn sorridente.
 
“Neanche per idea biondina, siete mie ospiti” risponde Santana.
 
“Oh, e da quando il tuo stipendio da Detective della NYPD ti permette di offrire un pranzo a degli ospiti?” chiede divertita Quinn.
 
“Ti ricordo che metà dei proventi della scuola di Britt arriva mensilmente nelle mie tasche. E poi oggi è un giorno importante e bisogna onorarlo” Risponde guardando dolcemente la sua ballerina.
 
“Scusami, non volevo essere rude, mi sembrava solo strano che fossi così gentile da offrirci il pranzo” afferma l’avvocato.
 
“Soprattutto a me” aggiungo io facendo sorridere Quinn.  Vedo un ghigno malefico spuntare sul viso della latina e uno strano brivido mi percorre la schiena.
 
“Hai ragione puffo brontolone, la prossima volta tocca a te offrire.” Sentenzia acida la bruna rivolta a me.
 
Credo che quel brivido avesse piena ragione di esistere. Come avrei potuto permettermi anche solo di offrire qualcosa a qualcuno se a stento riuscivo a mantenere me stessa?
Mi sforzai di sorridere anche se il risultato fu più una smorfia che fece ridere di gusto Santana.
 
Fatte le nostre ordinazioni al cameriere che nel frattempo era stato lì ad assistere a quello scambio di battute, Brittany prende la parola.
 
“Ragazze credo sia arrivato il momento di parlare del matrimonio e, soprattutto, dell’addio al nubilato!” urla quasi, battendo le mani tutta esaltata.
 
“Si cominciamo da quello, voglio solo sapere se desiderate festeggiarlo insieme o separatamente.” Dice Quinn.
 
“Vi prego festeggiatelo insieme” prego tra me e me. Non saprei proprio dove portare Brittany, non la conosco così bene e poi non ci vediamo da tempo. Organizzare una festa di addio al nubilato insieme a Quinn, che conosce bene entrambe, renderebbe tutto molto più semplice. Senza contare che mi permetterebbe di stare in sua compagnia, senza bisogno di scuse, per un bel po’ di tempo.
 
Mi rendo conto, forse solo in quel momento, di quanto la presenza di Quinn sia mancata nella mia vita. Era un punto di riferimento importantissimo per me, i primi anni a New York. Mi sostenne durante i primi tempi, quando la mia insegnante di danza alla NYADA si divertiva a torturarmi e non ne voleva sapere di lasciarmi in pace. Se non fosse stato per i consigli di Quinn e il suo supporto morale, non so cos’avrei fatto.
Dovevo fare di tutto per ritrovare un rapporto con lei, anche se non sarebbe stato lo stesso. Non avevo mai capito di quanto avessi bisogno di specchiarmi nei suoi occhi verdi, di sentire il suono della sua risata. Ora che l’ho ritrovata non la lascerò più andare via da me come accadde sette anni fa. Costi quel che costi, riconquisterò la sua fiducia e la sua amicizia.
 
“Insieme!” rispondono all’unisono Santana e Brittany dopo un brevissimo istante di riflessione.
 
“Sì!” esulto nella mia mente, sorridendo alle due piccioncine.
 
“Bene, sappiate che il vostro addio al nubilato sarà una sorpresa da parte mia e di Rachel.” Afferma Quinn senza minimamente preoccuparsi di chiedere la mia opinione. Poi si volta verso di me e mi fa un occhiolino.
 
Mi sciolgo letteralmente. Il cuore manca un battito e la salivazione va a zero. La guardo imbambolata, incapace di muovere un muscolo o dire qualcosa. Dimentico tutto: dove siamo, con chi siamo. Per un attimo non ricordo più nemmeno chi sono. Riuscivo a vedere solo lei, tutto intorno a lei era sfocato, inanimato. Solo lei risplendeva al centro del mio universo. Possibile che, dopo tutti questi anni, Quinn abbia ancora questo effetto su di me?
 
“Bene, allora parliamo della cerimonia” suggerisce Santana facendomi ritornare improvvisamente alla realtà.
 
“Avete già pensato alla location?” chiedo ancora confusa dalle sensazioni provate poco fa.
 
“Sinceramente no, siamo state troppo impegnate a…” Brittany non completa la frase guardando la detective e arrossendo leggermente.
 
“A giocare a dama” conclude la mora.
 
“Si chiama così adesso?” chiede allusiva Quinn, ridacchiando un po’.
 
Capisco solo in quel momento che non stavano effettivamente giocando a dama. Mi sento avvampare il viso dall’imbarazzo.
 
“Cielo Berry, che hai? Dodici anni?! Da quanto tempo non… giochi a dama?” mi domanda Santana perfida.
 
Arrossisco ancora di più, Quinn si volta per guardarmi e non reggo oltre.
 
“Scusatemi devo andare alla toilette.” Dico, per poi fiondarmi in bagno.
 
Mi appoggio con le mani al lavandino e alzo lo sguardo per fissare il mio riflesso allo specchio. Ho le guance rosse peperone. Apro il rubinetto e lascio scorrere l’acqua gelida sui polsi, per calmarmi. Come poteva Santana trattarmi così? Non eravamo più al liceo, doveva continuare a fare la bulla anche dopo tanti anni? Pensavo che i poliziotti fossero migliori, più maturi. Mi sa che lei non è cresciuta un granché.
 
“Non cambierà mai” dico alla donna allo specchio.
 
“Non è vero” sento alle mie spalle la voce di Quinn e mi volto di scatto.
 
“Quando è entrata?”
 
“Scusami, non volevo spaventarti. E’ solo che non vorrei te la fossi presa” aggiunge dopo un attimo di silenzio.
 
“Non sopporto di essere trattata così. Non le sono bastati gli anni del liceo? Non mi ha torturata abbastanza? E’ rimasta la bulla che è sempre stata” rispondo forse con troppa foga, rimanendo senza fiato per un po’. Quinn mi guarda perplessa, forse la mia reazione è stata un tantino sopra le righe. Non dovevo alzare la voce.
 
“Scusami Quinn, non me la prendo con te. E’ solo che sono stanca di tutto questo. Non me lo merito”.
 
“Santana si comporta così perché la pensa diversamente” dice spiazzandomi completamente.
 
“C-cosa vuoi dire?” chiedo mentre nella mente già comincio a capire cosa significa quella frase.
 
“Lo sa” risponde secca. Improvvisamente mi sento come se stessi cadendo in un burrone senza possibilità di appigliarmi a nulla. Come faceva a sapere che avevo mentito sul lavoro alla caffetteria? Era un detective certo, ed è sempre stata molto intuitiva.
 
“Non sei poi un’attrice così brava Rachel” dico a me stessa mentre Quinn continua a parlare.
 
“L’altro giorno al parco ha intuito qualcosa. Sai com’è Santana, ha capito tutto immediatamente e quando me l’ha chiesto non ho potuto mentirle”
 
Rimango un attimo interdetta. L’ultima frase non mi è chiara. Come aveva fatto a capirlo al parco? No un momento, gliel’ha detto Quinn? E come faceva lei a saperlo?
Le congetture si affollano nei miei pensieri finché…
“Oddio” spalanco gli occhi e la bocca mentre la consapevolezza del vero significato di quelle parole si infiltra con prepotenza fin nei meandri più oscuri della mia mente.
Santana non sa nulla del mio fallimento sul piano artistico, ma sa tutto di quello sul piano sentimentale.
Sa che Quinn mi amava e che io l’ho fatta soffrire. Mi sta facendo del male per vendicare quello che ho fatto alla sua migliore amica. Posso capirla.
 
“In questo caso, ha il diritto di farlo” dico abbassando lo sguardo sconfitta dai sensi di colpa che piano piano affioravano nel mio cuore.
 
“No, non ne ha il diritto. Siamo cresciute, è ora di andare avanti” dice Quinn avvicinandosi a me di qualche passo.
 
La guardo e capisco che in realtà lei era già andata avanti. Ero io ad essere rimasta incastrata in un limbo da cui non riuscivo a fuggire. Ma volevo davvero fuggire?
A volte mi sembrava che la mia vita attuale fosse un nascondiglio perfetto dalle mie paure e dalle insicurezze. Un riparo dal dolore. Ero bloccata non perché non riuscivo a muovermi, ma perché non volevo farlo.
 
“Non ci riesco, non posso” sussurro a me stessa, ma Quinn riesce a sentire e si avvicina ancora a me. Ora siamo a pochi centimetri di distanza, posso sentire il suo profumo.
Prende la mia mano nella sua stringendola leggermente.
 
“Ora ci sono io. Ti aiuterò se me lo permetterai” sussurra Quinn sollevando la mano libera per posarla sulla mia guancia.
 
Sollevo il viso e i nostri sguardi si incontrano. Lei mi sorride dolcemente e io sono costretta a uno sforzo enorme per riuscire a dire qualcosa. Alla fine tutto ciò che riesco a pronunciare è un semplice
 
“Sì” e per fortuna sembra bastarle. Si allontana di un passo stringendo ancora la mia mano.
 
“Bene allora per prima cosa, torniamo al tavolo. Poi dirai a Santana di smetterla di trattarti così perché non ne ha alcun diritto”
 
“Mi azzannerà alla gola per aver provato a ribellarmi” dico timidamente ancora non del tutto convinta di volerlo fare.
 
“Ci sarò io a spalleggiarti” mi sorride ancora, divertita, e mi sento al sicuro.
 
Annuisco e lei si volta facendomi strada verso il tavolo. La seguo senza poter impedire ai miei occhi di seguire le curve del suo corpo e apprezzarne la grazia e l’armonia.
 
“Berry cosa hai fatto in bagno per tutto questo tempo? Pensavo ti avesse rapito il mostro del gabinetto!”
 
“Adesso basta Santana!” rimango in piedi mentre la mora mi guarda con un ghigno divertito.
 
“Cos’è nanetta, ti sei seduta sullo scovolino?”
 
“Non tollererò più le tue malignità. Non hai il diritto di trattarmi così, il liceo è finito da un pezzo. Siamo adulte e si dà il caso che io sia la testimone della tua futura sposa. Esigo che mi mostri il rispetto che merito” annuisco soddisfatta. Poi mi inquieto vedendo Santana alzarsi dalla sedia con il volto duro.
 
“Non te lo meriti? No, forse hai ragione, ti meriti di peggio. Se non fossi una poliziotta in questo momento ti avrei già presa a schiaffi”
 
“Stop the violence” canticchia Brittany con una mano sul braccio di Santana più per farle sentire la sua presenza che per trattenerla.
 
“Santana ora basta. E’ ora di andare avanti!” sentenzia dura Quinn.
 
Dopo un momento di stallo in cui potevo vedere le fiamme uscire dallo sguardo della latina, vedo il suo volto rilassarsi mentre riprende posto facendomi cenno di sedere anch’io.
 
“Come preferite. Tre contro una. Non posso che arrendermi, sebbene sia io quella con la pistola” dice con gli occhi fissi nei miei e un sorriso indecifrabile sulle labbra.
 
Passiamo il resto del pranzo a definire vari dettagli sul matrimonio, anche se non avevano le idee chiare su ciò che desideravano, riusciamo a trovare una linea comune. Doveva essere un matrimonio indimenticabile.
 
“Allora Quinn, ti occupi tu della licenza matrimoniale?” chiede Santana.
 
“Ovviamente” annuisce la bionda
 
Per tutto il tempo Santana non aveva fatto altro che alternare sguardi languidi a Brittany e occhiate fiammeggianti a me.
 
Chissà per quale motivo non riuscivo a sentirmi tranquilla.



per chi non lo sapesse ancora potete seguirmi su twitter https://twitter.com/Ashley87_Efp

Grazie per aver letto, se vi va recensite perchè mi fa sempre piacere leggere cosa ne pensate.
  
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