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Autore: FeIdEn91    21/09/2012    4 recensioni
Ok tranquille non sono pazza……non del tutto almeno! Le fan più attente sapranno benissimo che Jonghyun non ha alcuna nipote, tanto meno una giovane donna come me. Effettivamente tra me e lui non c’è alcuna parentela di sangue eppure io sono comunque sua nipote, anzi a dirla tutta io sono la nipote degli SHINee!
Credete che non sia possibile? Vi sbagliate, è possibile eccome…esiste una spiegazione logica…tutto ebbe inizio 19 anni fa circa.
CURIOSI?? LEGGETE!! ^^
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Quasi tutti, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 28

All’aeroporto acquistai un biglietto per il primo aereo per Seoul e mi sedetti impaziente ad aspettarlo. Ormai mi aggiravo da quelle parti come fosse stata casa mia, conoscevo persino i netturbini, tra un po’ mi avrebbero steso il tappeto rosso all’entrata con uno striscione tipo “grazie per aver contribuito all’istruzione dei nostri figli” dato che incrementavo vivacemente il loro lavoro.
I minuti passavano così lenti che l’ora della partenza del mio aereo sembrava non arrivare mai. Quando poi lo speaker annuncio un piccolo ritardo credetti di impazzire. Non ne potevo più! Solo quando m’imbarcai il cuore riprese il suo ritmo naturale. Mi sistemai al mio posto e allacciai la cintura nel modo più composto possibile. Mancava veramente poco, giusto il tempo di arrivare a Seoul e poi l’avrei rivisto. Mi distesi sul sedile tentando inutilmente di dormire per accorciare l’attesa, ma quando mi resi conto che non ci sarei riuscita, lo ritirai su e mi rassegnai a contare i secondi da sveglia.
Non era trascorso molto tempo e già avevo tentato già di leggere, ascoltare musica e guardare il film che stavano trasmettendo, ma il tutto con risultati pessimi. Ero perfino tentata di andare in bagno a sniffare la polvere delle pareti, quando l’aereo iniziò a ballare e sussultare. L’hostess passò a rassicurare i passeggeri, ma l’aereo continuava a strattonare sempre più forte, fino a quando una voce ci annunciò che per via di condizioni climatiche sfavorevoli, c’era in atto una tempesta piuttosto forte che ci costringeva ad atterrare.
- Come sarebbe atterrare???? – dissi alzando il tono di voce.
- La prego di stare calma signorina – mi disse un’hostess tentando di rabbonirmi – ci sarà solo qualche ritardo ma niente di più – sorrise.
- Ritardooooo????? – urlai io – e le pare poco???? Io devo essere a Seoul il prima possibile!!!!!! Di quanto sarà questo ritardo??
- Non lo sappiamo ancora, ora la prego di tranquillizzarsi – continuò con quella pacatezza snervante.
- Tranquillizzarmi un corno!!!!
La ragazza alzò le mani e se ne andò. Sapevo che lei non aveva colpa ma io ero furiosa e quando atterrammo a Taiwan la mia rabbia non si placò. Mi diressi a passi veloci e pesanti all’ufficio informazioni, passando avanti a tutti i poveretti che nelle mie stesse condizioni aspettavano ordinatamente in fila di sapere quando poter ripartire. Lì mi dissero che era impossibile proseguire il viaggio a causa di forti tempeste e che il prossimo aereo x Seoul sarebbe partito solo il giorno dopo, tempo permettendo.
Se solo avessi ascoltato le voci dentro di me, avrei scaraventato tutto quello che avevo a portata di mano, ma tentai di controllarmi e scaricai la mia rabbia urlando solo qualche parolaccia. Girai i tacchi e uscii dalla stanza nervosamente e con gli occhi cerchiati di nero, tanto ero incazzata.
Lo sapevo…qualsiasi cosa tentassi di fare, tra me e Jonghyun c’era sempre lo schifoso destino che ci metteva il dito in mezzo! Mi accasciai su una sedia di plastica afflitta e stanca, non ne potevo più e iniziavo veramente a credere che avrei rincorso Jong per sempre. Mi coprii il viso con le mani e iniziai a piangere per lo sconforto. Li vicino a me sentivo gente che urlava insulti e imprecava, ma a me di loro non importava niente, l’unica cosa di cui mi importava era che prima del giorno dopo non avrei potuto lasciare Taiwan e molto probabilmente non avrei fatto in tempo ad arrivare prima che Jonghyun partisse. Il mio pianto si trasformò in una risatina isterica, i malcapitati che mi passavano vicino mi guardavano come se avessero avuto a che fare con una squilibrata e certamente se quel cretino poco lontano da me non avesse smesso di fissarmi avrei dato a tutti un buon motivo per credermi pazza. Tentai di fare appello a tutta la mia pazienza, ma quello continuava a guardarmi con tanta di quella insistenza che non riuscii a controllare più la mia rabbia, già messa a dura prova da tutto l’accaduto, e mi alzai di scatto pronta per picchiarlo selvaggiamente. Quando me lo ritrovai di fronte, quasi mi venne un colpo dalla sorpresa.
- Era ora che ti degnassi, credevo che non ti fossi accorta di me – disse Jonghyun illuminato dal sorriso più dolce che gli avessi mai visto.
- Joooooong!!! – gli gettai la braccia al collo e tra i singhiozzi prepotenti che mi toglievano il respiro, lo strinsi più forte che potevo – che ci fai qui? – chiesi in lacrime.
- Ti stavo rincorrendo fino a New York e il destino mi ha fatto fermare qui.
Nella mia testa stavano passando tante di quelle emozioni che non riuscivo a capirle. Avrei voluto dirgli così tante cose che non sapevo da dove iniziare, ma non ne ebbi il tempo perchè le sue labbra si posarono sulle mie facendomi morire ogni parola e ogni mio pensiero svanì lontano chissà dove. 
  
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