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Autore: Nicolessa    23/09/2012    1 recensioni
[«Non riuscirai a moltiplicare la birra come fece Gesù con pani e pesci, sai? Le tue mansioni si fermano giusto qualche gradino più in giù.» gli disse Jo a sfottò, togliendogli dalle mani la sua bottiglia praticamente vuota ma che Dean continuava a rigirarsi sotto gli occhi come se per magia avesse potuto riempirla nuovamente con la sola forza della mente da un momento all'altro.]
I fratelli Winchester e Jo si rincontrano dopo l'ultima caccia che ha lasciato Dean con una gamba dolorante e i suoi sentimenti vacillanti.
Si ritroveranno quindi coinvolti nuovamente in un caso insieme alla biondina, anche se di mezzo questa volta ci sarà il legame di Sam con Occhi Gialli a complicare la questione.
In più, ad allietare le giornate di Dean, alla Roadhouse si presenterà un giovane cacciatore, Miles, particolarmente visto di buon occhio dalla cacciatrice testarda.
AVVISO: questa storia è collegata a "Dangerous Hunt", un'altra storia che troverete sul mio account.
Spero che vi divertiate a leggerla come mi sono divertita io, insieme a Moonlight93, a scriverla!
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Dean Winchester, Jo, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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11 Capitolo 11 - Lepisma Saccharina.




Si misero entrambi a bordo dell'Impala; come al solito Dean accese la radio e alzò di poco il volume. 

«Oh, guarda guarda! Sono i REO.» 
Jo gli gettò un'occhiata che tradotta in parole, secondo l'acuta osservazione di Dean, avrebbe dovuto significare "dì un'altra parola e ti uccido". 
«Can't fight this feeling anymore.» annunciò il ragazzo con un certo torno di soddisfazione. 
Jo gli diede una gomitata. 
«La vuoi piantare?!» 
Scoppiò in una risatina divertita e poi, alzando il volume, cominciò a cantare.
Accese il motore della sua amata Impala e accelerò.
Direzione: municipio.

Le sembrò di aver ruotato gli occhi al cielo una decina di volte in una manciata di minuti. 

No, non era arrabbiata, nè innervosita: nulla di tutto questo. 
Doveva semplicemente recitare la parte della dura che non si scompone mai, nemmeno per ridere di troppe evidenti frecciatine da parte di Dean. Dargli quella soddisfazione era troppo anche per lei.
«Credo che Kevin Cronin si stia rigirando insonne nel suo letto.» rincarò ironicamente la dose lei, non riuscendo però a trattenere un sorrisetto stretto tra le labbra ancora leggermente sporche del sangue di Dean.
Un modo come un altro di provocarlo, visto che con il canto non se la cavava affatto male, in realtà. E da come cantava a squarciagola, anche lui era dello stesso parere non espresso di Jo.
«Ma sbaglio o questa canzone non rientrava esattamente nelle tue grazie?» domandò la ragazza accigliata, volendo quasi strappare dalla bocca di Dean una specie di confessione. «Mi era sembrato di capire che in questa macchina si ascoltasse solo rock, quello puro, quello che ti sfonda le orecchie dopo nemmeno cinque secondi e qualche giro di Do ripetuto all'infinito.» concluse continuando a fissargli il profilo.
Era visibilmente colto nel segno nonostante stesse fissando la strada, che stesse pensando ad una risposta pronto a salvarlo? Forse.
Proprio mentre stava per aprire bocca, Jo lo interruppe, come da sua pessima abitudine.
«Non sforzarti, si vede lontano un miglio che questa canzone ti piace, adesso.» rispose infine senza aspettarsi nessuna spiegazione dal cacciatore, sorridendo come una ragazzina soddisfatta dopo aver sottolineato l'ultima parola con enfasi.
Erano tornati alla pari.
«Va bene allora, se proprio vuoi il rock...» disse Dean avvicinando la mano alla radio e facendo risuonare quelle parole come una minaccia, per Jo.
«Te lo scordi, non ti azzardare! Mi piace questa canzone!» controbatté lei dandogli uno schiaffetto sul dorso della mano pericolosamente vicino alla manovella.
Un altro sorrisetto si formò sulle labbra di Dean così come su quelle di Jo. 
Ecco un'altra volta quella sensazione.
Perchè diavolo stava così bene quando era con quel dannato Dean Winchester?
«Allora American Idol, qual'è il piano?» spezzò con la sua voce l'atmosfera da karaoke, iniziando a giocherellare con il suo fidato coltello di famiglia.

L'ultima volta che Dean aveva sentito quella canzone fu alla Roadhouse e quando tornò in sella alla sua auto non riusciva più a togliersela dalla mente. Continuava a canticchiarla spensierato mentre guidava, tanto che fu Sam a zittirlo con uno dei suoi stizziti "la vuoi piantare?".
Sì, in effetti stava cercando disperatamente una risposta che pronta e perfetta che potesse aiutarlo a vincere anche quella breve ma trionfante battaglia, ma ovviamente Jo rovinò tutto. Doveva ammettere che quella canzone gli piaceva? Assolutamente no, anche perché glielo si poteva leggere chiaramente in faccia che era così. Quel suo sorrisetto sempre costante sulla faccia e un via vai di sguardi lo facevano ben intendere.
La guardò sorridendo quando calò il silenzio poi si schiarì la voce e tornò a tenere gli occhi puntati sulla strada, fortunatamente poco trafficata.
Sentì di nuovo le viscere contorcersi in quel momento. Ma che diavolo gli prendeva? Gli sembrava di essere tornato adolescente, il periodo in cui si prese una cotta per Susy Collins. Lei era la capo cheerleaders. 

«Abbiamo un piano?» disse retorico e ovviamente ironico. 
Lo sguardo di Jo si immobilizzò come terrorizzato a quella domanda, ma quando capì che stava scherzando tornò la schizzinosa di prima, roteò gli occhi al cielo. 
«Dunque, vediamo...» cominciò lui senza distogliere lo sguardo dalla strada. «... abbiamo un pazzo omicida che obbliga la gente ad uccidersi con la forza del pensiero. Andrew ha i suoi stessi poteri, ha ucciso dottor House, la sua probabile madre si è data fuoco e stava per uccidere il tuo amichetto.» fece un breve riassunto di quella giornata così movimentata. «Non si è mai presentato un caso simile fin'ora. Andiamo al municipio. Se questa donna era davvero la madre naturale di Andrew lo scopriremo lì, no?» 
La canzone terminò.
Dean che non aveva nessuna intenzione di scoprire che cosa venisse dopo, infilò la cassetta dei Blue Oyster Cult nella radio.

Il tempo di due canzoni e l'Impala era di fronte al municipio. 

Quel posto era stato appena ristrutturato, si vedeva dal bianco scintillante delle pareti e dalle finestre dal design moderno. Tanto meglio.
Dopo svariati tentativi di Dean di mandare da sola Jo a fare ricerche (cosa che lui non sopportava affatto), scesero dall'auto chiudendo le portiere quasi contemporaneamente.
Gli sbuffi di Dean tenevano di buon umore Jo e anche molto.
«Faremo presto, va bene»? gli promise apprensiva.
Non che a lei desse fastidio fare ricerche, anzi! Praticamente lo adorava. Respirare polvere, ridurre i suoi polpastrelli in orme nere, bere caffè su caffè per allontanare il sonno, scrivere appunti su ogni foglio o foto.. non c'era niente da fare: Jo era una cacciatrice a tutti gli effetti.
Entrarono in questo monumentale edificio senza neanche spingere la porta: porte a vetro automatiche.
«Accidenti, molto sofisticato per una cittadina così anonima!» pensò istintivamente perdendo gli occhi sul soffitto altissimo.
Altro sbuffo di Dean.
La ragazza si voltò a guardarlo/fulminarlo, inarcando un sopracciglio.
«Non costringermi a sgridarti di fronte alla gente, Dean.» lo rimproverò a bassa voce, ascoltando poi la sua risposta/frecciatina.
Ah, quanto adorava quel caso!
«E dopo vuoi anche sculacciarmi, mamma?» mormorò il ragazzo con la sua solita faccia da schiaffi che Jo avrebbe tanto voluto baciare di nuovo per poi mollargli un bel ceffone.
Che ragazza insolita.
«Non sarebbe una brutta idea!» gli resse il gioco lei, avvicinandosi poi ad una donna anziana imprigionata dietro un bancone.
«Salve!» la salutò ricevendo in risposta un bel paio di occhi poco vispi.
«Potremmo controllare i registri degli ultimi.. mmmhh..» si interruppe un istante per gustarsi la prossima smorfia di Dean 
«Trent'anni?»
La donna, in tutta risposta, alzò la penna che aveva nella mano per risolvere il suo rebus verso una porta in legno, senza però proferire parola.
«Molte grazie!» rispose educatamente la ragazza facendo un cenno con la testa a Dean, per incitarlo a muoversi.

Odiava dover passare ore dimenticate su dei fottutissimi documenti di persone che non aveva nemmeno mai visto.
Odiava dover tenere il di dietro attaccato ad una sedia per ore ed ore, con l'unico sollievo che poteva offrirgli uno stupido macchinario; il caffè.
Odiava dover sbadigliare ogni trenta secondi mentre sfogliava stupide pagine ingiallite che spesso non gli semplificavano nemmeno la vita.
Odiava con tutto il cuore dover fare ricerche. Era qualcosa che davvero non sopportava, infatti era sempre Sam ad occuparsi di questo. Se la vedeva con libri antichi, biblioteche e computer... ah i computer! Se c'era il computer che gli ridiceva il lavoro in un'ora circa, allora era più che contento che fare ricerche.
Purtroppo però quel municipio di tecnologico aveva soltanto le porte d'entrata. 

«Sarà una grandissima seccatura.» annunciò con falso entusiasmo, mentre sulla sua faccia si disegnava un'altra delle sue smorfie di disapprovazione. 
«Oh andiamo! Guarda il lato positivo, siamo in due.» lo incoraggiò Jo, ma ricevette soltanto uno sguardo severo che se avesse potuto avere una forma verbale sarebbe stato ''mi prendi per il culo?''. 
«Perché non hai chiesto a Miles di farti accompagnare qui, mh?» chiese improvvisamente il cacciatore. «Scommetto che sarebbe stato più che felice di fare questa cosa in due!» "E anche qualcos'altro" pensò subito dopo, aprendo un cassetto d'acciaio per frugare tra le vecchie cartelle cliniche risalenti all'anno 1983, la data di nascita di Sam ed Andrew. 
«Cordelia Rainolds...» mormorò tra sé. 
Quello era il nome della possibile madre di Andrew. Se era davvero lei, allora avrebbe trovato il suo fascicolo in uno di quei cassetti, magari tra qualche altra ora, ma l'avrebbe trovato prima o poi.

Non appena Dean trovò il cassetto nel quale avrebbero dovuto rovistare per bene da lì fino a chissà quando -secondo la mente pigra di Dean, ovviamente-, Jo gli si avvicinò, dividendo quella ingombrante e soprattutto pesante pila di fogli in due.

Posò il suo gruppo sul primo tavolo libero che le capitò a tiro e si mise seduta su una sedia, adocchiando con la coda dell'occhio la macchinetta del caffè.
«Miles conosce il killer in questione, serve più a loro che a noi.» disse poi in tono professionale, ispezionando i primi fogli che occupavano la cima.
Nessuna Cordelia Rainolds, per ora.
Continuò a scorrere i fogli, alzando nell'aria un innumerevole quantità di polvere e, con sorpresa, notando scorrazzare da un foglio all'altro un insetto della carta o più scientificamente parlando un..
«Lepisma saccharina.» disse Jo infastidita attirando l'attenzione di Dean che, dalla sua smorfia che aveva stampata in faccia, le aveva fatto intendere di non aver capito una mazza di ciò che aveva detto. «Ecco una cosa che detesto delle ricerche.» continuò a lamentarsi ruotando gli occhi al soffitto.
No, Jo non era la solita ragazza schizzinosa con paure di così poca importanza. 
Ragni, insetti, serpenti.. che diamine, lei cacciava demoni!
In quel frangente, l'unica cosa che le dava fastidio era che quell'insetto se fosse salito su una mano.
La scrollò come se niente fosse e, nemmeno due minuti dopo, Dean se ne uscì con una esclamazione tipo "che diamine è questo coso?".
Esclamazione/domanda alla quale Jo rispose divertita con un "lepisma saccharina".

Passarono i minuti e i cacciatori iniziavano a spazientirsi.. o meglio, Dean iniziava a spazientirsi.
«Non ne posso più.» si lamentò con uno sbadiglio.
«Hai la soglia di attenzione davvero bassa!» gli fece notare la ragazza, alzando poi un foglio in aria. «In realtà l'ho trovato dieci minuti fa...» confessò con un sorrisetto innocente «...ma mi divertivo troppo a sentirti lamentare come un bambino!» concluse passandogli il foglio che Dean afferrò tra l'arrabbiato e l'offeso.

Oh sì, sì. Miles era davvero molto importante per il gruppo. Ma per piacere! Se non fosse stato per Dean, Miles nemmeno sarebbe servito visto che stava per spappolarsi il cervello. Quell'idiota che glielo aveva ordinato con la forza del pensiero non aveva considerato la possibilità che quell'idiota avrebbe potuto salvarsi. Ovviamente non aveva torto, al suo posto chiunque avrebbe avuto quella convinzione. 

«Ah, certo!» disse con ironia, trasportando una pila di cartelle sul tavolo opposto a quello di Jo. 
Prese posto sulla sedia girevole e passò i primi cinque minuti a fare su e giù sulle rotelle e a girare su se stesso, forse in attesa che la voglia di lavorare l'avesse pervaso all'improvviso.
Dean era un bambino a volte e questo Jo lo sapeva, per questo nel guardarlo le si disegnò un'espressione agghiacciata sulla faccia.
Quando capì che era il tempo di tornare seri, si piegò sulla schiena, cominciò a mordicchiare il tappo di una penna e iniziò a sfogliare le varie cartelline con l'intento di trovare quella di Cordelia Rainolds, la donna morta arsa. 

Ci furono varie distrazioni come quella del leposma saricciana... o come diavolo si chiamava! Meglio dire lo scarafaggio.
Una o tre volte Dean lasciò cadere a terra la penna volontariamente, tanto per fare qualcosa di diverso.
Dette uno sguardo all'orologio... erano passati soltanto venti minuti. L'idea di continuare a stare lì per ore lo inquietava.
La situazione si alleggerì quando Jo gli dette la buona notizia.
Avrebbe voluto ucciderla, ma si limitò a fare l'offeso visto che avevano cose molto più importanti a cui pensare. 

«Ebbe due gemelli?» fece sorpreso Dean osservando il fascicolo della donna defunta da poche ore. 
«Già, indovina un po' chi è il figlioletto?» 
«Lo sapevo!» disse soddisfatto quando lesse uno dei nomi dei figli. «Andrew!» 
«Centrato!» Jo si sedette sulla scrivania di Dean e osservò la scena. 
«Temo che l'assassino sia il gemello di Andrew.» 
«Larry Williams. Quindi Cordelia diede entrambi i suoi figli in adozione.» osservò Dean inarcando un sopracciglio. 
«Sì. Larry fu adottato dai Williams, una famiglia che vive in un quartiere lontano da qui. Andrew invece fu adottato dai Gallager e il dottore si occupò della sua adozione.» 
«Sta uccidendo tutte le persone vicine ad Andrew.» riflesse Dean in un mormorio. 
«Sì, ma cosa c'entra Miles?» domandò Jo. 
Era davvero un'ottima domanda quella. 


------------------------------------------------------- Spazio dell'autrice-----------------------------------------------

Questa sera credo di essere in modalità "parla/ scrivi-finchè-non-ti-cade/cadranno-la/le-lingua/dita".. e sinceramente preferirei evitare.
Quindi vi dico semplicemente GRAZIE GENTE ! :D Posso garantirvi che gli spazi macroscopici non erano voluti, chiedo perdono! O.o


  
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