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Autore: __lesbianquinn    24/09/2012    1 recensioni
Ombre che salgono, ombre che si muovono; ombre che spaventano, che godono nel vedere le loro vittime tremare, pregare terrorizzati di lasciarli in pace; ombre che attaccano, feriscono, uccidono. Non risparmiano nessuno. E lui, solo lui, può fermarle. O forse...non può neanche lui.
Dal capitolo uno: Ansimò, guardandosi attorno, poi sospirò, passando una mano tra i suoi corti capelli biondi. Non riusciva a capire come mai aveva fatto quello strano sogno. Si alzò dal letto e andò in bagno, spogliandosi velocemente; spalancò gli occhi, guardandosi allo specchio: all'altezza dello stomaco, proprio dove nel sogno la ragazza veniva colpita, si trovava una profonda ferita, ma la cosa più strana era che non gli faceva male.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Sam Evans, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 1

Sam si svegliò di scatto, respirando a fatica, stringendosi forte lo stomaco con la mano destra. Ansimò, guardandosi attorno, poi sospirò, passando una mano tra i suoi corti capelli biondi. Non riusciva a capire come mai aveva fatto quello strano sogno. Si alzò dal letto e andò in bagno, spogliandosi velocemente; spalancò gli occhi, guardandosi allo specchio: all'altezza dello stomaco, proprio dove nel sogno la ragazza veniva colpita, si trovava una profonda ferita, ma la cosa più strana era che non gli faceva male. La sfiorò lentamente con due dita, ma nulla, era come se non appartenesse a lui. E, in un certo senso, era così, in fondo non era lui che era stato trapassato da una lama. Rabbrividì al ricordo del dolore che aveva provato facendo quel sogno, poi diede le spalle allo specchio, cercando di ignorare tutta quella strana faccenda. Aprì l’acqua e, dopo averla regolata, si mise sotto il getto, chiudendo gli occhi. Per quanto ci provasse, non riusciva a non pensare agli occhi così intensi e impauriti della ragazza del sogno; doveva capire chi fosse e, soprattutto, perché l’avesse sognata. Dopo un po’ uscì dalla doccia e andò a vestirsi; guardò l’orologio, erano solo le sei del mattino, per lui era troppo presto. Sospirando uscì dalla sua camera e andò in cucina, dove trovò sua madre che parlava nervosamente al telefono. Prese un biscotto e si sedette, ascoltando in silenzio la conversazione.
Cosa vuol dire che non puoi venire? Quella ragazza è messa male, ha bisogno di qualcuno più qualificato di una semplice assistente medica!
Esclamò Mary, la madre del ragazzo. Era una signora alta e slanciata, portava dei lunghi capelli biondi legati in un pratico chignon. Sam si raddrizzò sulla sedia, alzando un sopracciglio, non era facile che sua madre perdesse le staffe, doveva essere successo qualcosa di grave.
Non volevo essere scortese, dottore, sono solo preoccupata per la bambina. E’ così giovane e ha bisogno di cure.
Continuò la signora, addolcendo il tono di voce, mentre preparava la caffettiera per la colazione degli altri componenti della famiglia. Quella calma apparente non durò più di cinque secondi, perché subito dopo, Mary, sbatté con forza la caffettiera sul tavolo.
E’ in fin di vita, per l’amor del cielo! Quella povera ragazza sta per morire e lei invece di fare il lavoro per cui viene pagato se ne va in vacanza in Brasile con sua moglie? E’ un comportamento indicibile! Lei è un verme!
Lo aggredì la signora, per poi chiudere la chiamata e sbuffare sonoramente. Sam era rimasto all’ascolto fino a quel momento. Era incuriosito e stupito allo stesso momento. Non sapeva spiegarsi il perché, ma una strana sensazione gli stava facendo credere che quella ragazza di cui parlava la madre centrava qualcosa con il suo sogno.
Di che ragazza parlavi, mà?
Chiese fingendo indifferenza, mettendo poi in bocca un altro biscotto. La madre si voltò e lo guardò intensamente, per poi sospirare e sedersi di fronte al figlio.
"L'altro ieri è stata portata all'ospedale una ragazzina. Avrà più o meno la tua età. E' un caso grave, eppure quell'egocentrico del dottore sparisce con la famiglia per chissà quanto tempo."
Spiegò la signora, ancora irritata dalla telefonata. Il ragazzo si versò un po' di latte nella tazza e sorseggiò.
"Cos'ha la ragazza?"
Domandò ancora, continuando a fingere che non gli importasse nulla. Sapeva che sua madre non gli avrebbe chiesto il perché di quelle domande, le piaceva molto poter parlare con la famiglia del suo lavoro.
"Ha una ferita grave all'altezza dello stomaco, sembra essere stata trapassata da una lama."
Iniziò a parlare la donna, con voce grave, visibilmente preoccupata per le condizioni della ragazza.
"Quando l'hanno portata da noi perdeva molto sangue, troppo, sembrava impossibile farla riprendere. E lo sembra tutt'ora, anche se abbiamo trovato qualcuno per la trasfusione."
Continuò a spiegare Mary, senza rendersi conto che il figlio ormai era più che pallido. Stringeva tremante la tazza tra le mani e cercava di mandare giù il biscotto nel modo più naturale possibile.
"Può ricevere visite, mà?"
Chiese il ragazzo dopo essersi schiarito la voce, sperando di non destare sospetti a sua madre. La donna alzò lo sguardo e lo puntò sul figlio, aggrottando le sopracciglia chiare e storcendo le labbra, confusa.
"Si, anche se non capisco perché ti interessi tanto."
Disse in tutta sincerità Mary, per poi sospirare e alzarsi, mettendo al loro posto tutte le cose che stavano sul tavolo. Sam si alzò subito dopo la madre e le si avvicinò, dandole una mano.
"Mi ha colpito...questa storia, intendo. E...non so, pensavo le avrebbe fatto piacere conoscere qualcuno della sua età."
Cercò di inventare su due piedi il biondo. Il punto era che lui voleva andare a conoscere quella ragazza, voleva, anzi, doveva capire a tutti i costi se centrava qualcosa con quel suo strano sogno. La madre si voltò e lo guardò con attenzione, poi sospirò.
"Beh, penso che non le dia fastidio, no."
Borbottò la donna, riflettendo su quelle parole nello stesso istante in cui le disse, poi accennò un piccolo sorriso e scompigliò i capelli del figlio, il quale sorrise affettuosamente.
"Prendi la giacca, ti porto in ospedale con me."
Disse subito dopo Mary, aggiustandosi la camicia con le maniche lunghe che indossava, per poi prendere la sua cartella e dirigersi verso la porta, seguita dal ragazzino biondo, il quale era rimasto in silenzio nella speranza di riuscire a capirci qualcosa.
 

Spiegazioni:
 
Il capitolo è corto, lo so, e chiedo scusa, ma è una specie di transito e il prossimo capitolo sarà molto più lungo. Vi dico subito che Sam non vede tutto ciò che accade di brutto, ma vede solo quelle cose brutte che accadono per colpa di questa banda di assassini sovrannaturali. Spero sia di vostro gradimento.
 
Distinti saluti.
LesbianQuinn.
   
 
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