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Autore: Cristina Maurich 55    25/09/2012    1 recensioni
La protagonista si chiama Mary è una ragazzina che frequenta le superiori .
Soffre di gravi problemi al cuore.
La sua vita sta per cambiare improvvisamente dal' arrivo di Oilspill , che si rivelerà nel ' essere un demone.
Mary si accorgerà di avere il cuore diviso in due, una parte per il migliore amico d' infanzia l' altra per il meraviglioso demone .
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
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Mary sentì la sua mano bagnata, la guardò e la vide sporca di sangue. 
Si era sporcata nel tentativo di aiutare l'aquila.
Un attimo dopo la porta cigolò, Mary si voltò per vedere chi fosse, era l'infermiera. A quel punto nascose subito la mano sporca di sangue, sapeva benissimo che non sarebbe mai stata creduta pur dicendo la verità.
L'infermiera, con voce dolce, iniziò ha riempirla di domande: "Come ti senti? Va tutto bene? Da quanto ti sei svegliata? Sembri pensierosa o sbaglio?" Non sapendo a quale domanda risponder per prima disse una semplice frase: "Vorrei andare a casa". L'infermiera allora si rivolse a Mary con un' altra tonalità di voce, sembrava più seria: "Va bene! Vado ad avvisare la tua insegnante. Tu non ti muovere da qui fino al mio ritorno , poi ti lascerò chiamare a casa. "L'insegnante, non appena vide l'infermiera, chiese subito notizie di Mary. Nel frattempo, Mary guardandosi la mano ancora sporca decise di pulirsela con una salvietta umidificata, che aveva trovato per puro caso nella piccola stanza dell'infermeria. Buttò subito via la salviettina giù dalla finestra, per non far venire in mente a nessuno qualche sospetto che quel sangue poteva appartenere a lei. In seguito, la porta cigolò nuovamente, era l' infermiera con la professoressa. Mary scosse la testa come per salutare, ovviamente entrambe contraccambiarono il saluto: "Mary, l' infermiera mi ha detto che vuoi andare a casa. I tuoi genitori sono partiti ieri, nessuno può venirti a prendere; hai un permesso speciale che ti permette, in casi come questi, di uscire delle volte prima da scuola. Ma questo solamente perchè sei una ragazza affidabile e ogni persona che ti conosce sa benissimo che di te ci si può solo che fidare. Te la senti di tornare a casa da sola pur stando male?" Mary sembrava non aver voglia di rispondere, inchinò la testa e con voce bassa disse "si!". La professoressa poi riprese il discorso: "Va bene, però mi raccomando, fai molta attenzione e si prudente. Forza vai a prendere le tue cose in classe". Così Mary rifece cigolare la porta, entrò in classe e prese tutte le sue cose. Finché metteva l' astuccio dentro lo zaino, i suoi compagni gli lanciavano addosso delle palline di carta... "Mary, Mary, Mary... Sei la cocca della professoressa, vai a casa? Ma che brava bambina... Salti le lezioni per paura di esser interrogata in scienze... Si sa che tanto sei sempre muta come un pesce". I ragazzi si divertivano nel prenderla in giro. Le loro parole sembravano pugnali affilati che le infilzavano il cuore. Uscì dall'aula con aria indifferente salutò l' infermiera e la professoressa. Una volta uscita da scuola si diresse subito verso casa, correndo. Quando la raggiunse, vide la sua immensa casa, assomigliante più a una villa, isolata da tutte le altre case e per giunta all'interno di un immenso giardino. C'era qualcosa che non andava. Rivolse il suo sguardo verso il tetto, dove vide ben quattro aquile posate sopra di esso.
  
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