Mi ha sempre eccitata l’idea di leggere nella mente delle persone.
Conoscere il loro passato, le loro intenzioni, il loro futuro.
Ma credevo che tutto ciò non fosse possibile, che fosse surreale e irrealizzabile un sogno di questo tipo.
Ebbene, ora mi ritrovavo a vivere nella menzogna, ma la cosa non mi spaventava.
Coprire la mia vera natura era ormai quotidianità.
Le ragazze della mia età pensavano a crearsi a una nuova vita sulla Colonia di Goah, la famiglia, le relazioni, i bei vestiti.
Io pensavo a come poter riuscire nel mio intento, segreto e pericoloso che fosse.
- Apriti a me, Carol…
Carol Lockwood cadde in uno stato di trans, i suoi occhi erano bianchi e le sue labbra carnose erano socchiuse. Il suo corpo era rigido, la sua mano calda appoggiata alla mia.
sangue, caduti, devasto, orrori. E poi eccolo lì. Stefan.
- Allora era vero… mi aveva scritto, come aveva promesso…
Pensai ad alta voce. Non potevo permettermi di farlo.
- Ah, bugiarda Carol… perché non mi hai mostrato le lettere?
Carol chiuse le labbra che ripresero colore e allora parlò.
- Io…non potevo… non potevano sapere delle navette di posta… sono riservate…
L’ira del momento si stava impadronendo di me. D’impatto spostai la mano destra attorno a suo collo, la spinsi contro il muro e la feci rinvenire quasi completamente.
- Non dovevi farlo, Carol… Non dovevi.
La guardai intensamente negli occhi e le ripetei sotto voce le seguenti parole, mentre i miei occhi color ghiaccio passarono ad un rosso sangue.
- Dimenticherai la nostra conversazione. Da ora in poi mi consegnerai segretamente ogni lettera che riceverai, rendendomi partecipe di ogni novità dal fronte della Federazione. Intese?
- S-sì…
Staccai con ferocia la mano dal suo collo pulito, facendo cadere il collier di perle e mi allontanai.
- Gli occhi…
Posi le dita sulle mie tempie e mi concentrai per qualche secondo.
- Sono sempre gli occhi a tradirmi.
Ero tornata quella di sempre.