Verde scarabeo
L’osserva con la coda dell’occhio, si muove silenzioso, avverte
a malapena lo spostamento d’aria causato dai suoi impercettibili movimenti.
Ogni tanto si volta per accertarsi che sia ancora lì e che l’enorme pick-up non
viaggi per inspiegabile inerzia. Le piacciono i suoi occhi, tanto da concedersi
la libertà di voltarsi, poggiando la guancia sul sedile, e osservarli senza
nascondere minimamente la sua curiosità.
Nemmeno una parola dall’inizio del viaggio, solo musica, lo
stesso cd che si ripete più volte, ormai le è entrato nella testa; sono gli Strokes, ha finito di capirne le
parole, si è innamorata della pronuncia di Julian che sembra trascinarsi dietro
ogni dannata parola come se qualcuno gliele stesse incidendo sulla pelle nuda.
Ogni inclinazione, ogni accento, ogni piccola sfumatura di ogni singolo brano
le ha già sfiorato la pelle, riscaldato il sangue e..stancata. Ha tutto
catalogato, le sue labbra son ferme da un po’ e lei sente già il vuoto tornare
a far capolino nella mente.
Quando lui si volta e la scopre ad osservarlo, lei non prova
un minimo di imbarazzo, sostiene il suo sguardo e si stupisce nel trovarlo
divertito e curioso quasi quanto lei. Imre abbassa gli occhi sulle labbra di lei
e nota il loro movimento lento e costante, ascolta il sussurro leggero
provenire dalla suo gola, come se un diapason le stesse vibrando all’interno
dell’esofago; sì perché le sue parole hanno un ritmo quasi impercettibile, con
un dito se lo tamburella sulle gambe, ogni sillaba è un colpetto sui jeans
chiari e sbiaditi dalla candeggina.
Abigail impiega più del dovuto a catalogare gli occhi di
lui, non capisce cosa la blocca, ha seguito millimetro per millimetro la curva
sinuosa delle sue palpebre, sono taglienti, quando sorride scompaiono sotto ad
un concerto di ciglia così chiare che quasi si mimetizzano tra le pieghe degli
occhi. Eppure, non appena sposta lo sguardo dai suoi pantaloni consumati dai
troppi lavaggi, quegli stessi occhi diventano enormi fanali che le impediscono
di vedere altro. Così la sua lista silenziosa si blocca ad elencare
quell’infinità di sfumature che non avrebbe mai trovato in quegli occhi neri
pece. Beh, in verità qualche sfumatura l’avevano, un verde
smeraldo, come quello delle ali di quegli enormi scarabei che trovava per casa
la sera e che piacevano tanto al gatto. Le fanno schifo gli scarabei, ma il
loro colore l’attrae come nient’altro al mondo. Ok, non è vero nulla l’attrae
più delle onde di quella dannata distesa che è l’oceano, così infinita, così
senza limiti. Senza limiti, per poco non si mette a ridere davanti a quel
semplice dato di fatto, non riesce a trovare una fine nemmeno ai suoi occhi che
continuano a guardarle le labbra.
Le è simpatico ma si sente nuda, il tamburellare controllato
delle sue dita si coniuga perfettamente con i sussurri di Abigail, per la
ragazza è come se qualcuno tentasse di sfiorarla troppo da vicino perciò serra
le labbra in un sorriso e si volta ad osservare la radio. Uno di solito l’ascolta
la radio, lei la osserva. Non è difficile capire perché, dagli altoparlanti
esce un suono sporco come la fiancata del pick-up, paragonabile a poche cose
esistenti in quel buco di mondo: all’urlo rabbioso di un uomo che ha il bisogno
disperato di esser capito dalla gente;
al roco boato della terra che trema; e per ultimo, ma non meno
importante, alla profonda voce di Eddie Vedder.
Osserva le dita di Eddie accarezzare la chitarra, osserva
l’armonica a bocca arrugginirsi a causa della saliva che le sue labbra lasciano
sotto il loro passaggio. Muove la testa e chiude gli occhi e osserva nel buio
ogni nota danzare nella sua mente. Ama la sua voce e ama la sua musica, per un
secondo è tentata di aprire la borsa e tirare fuori la Rollei ossidata e scattare
un paio di foto: una al pick-up che penzola dallo specchietto retrovisore e una
alla radio trasandata.
La vede tirare fuori dalla borsa una di quelle macchinette
biottiche sopravvissute a tempi migliori e scattare un paio di foto che a lui
sembrano alquanto insensate.
“Quella va a rullini non è vero?”
Non lo degna di uno sguardo, sorride e basta.
“Sì, è una piccina vecchia scuola”
“Quindi non dovresti, che ne so, tenerti più scatti
possibili per, beh per noi?”
Si gira un attimo, il tempo giusto per farlo sentire un
idiota e poi torna a fissare il pozzetto
del pezzo d’antiquariato.
“E tu, che ne so, non dovresti semplicemente guidare e
portarmi al campo? O ti hanno chiesto di tenermi sotto controllo?”
“Senti, chiedevo solamente non..”
Il tempo di girarsi e la biottica punta dritto verso il suo
sguardo inebetito. Impossibile sfuggire al macchinoso clank dello scatto.
“Questa è per divertirmi e in ogni caso ho una borsa piena
di rullini, ma terrei comunque il conto non si sa mai..”
“Sì, certo..”
Torna a guardare la strada ma con la coda dell’occhio la
tiene sotto controllo, è strana con quel suo sussurrare e con la biottica sotto
il naso, tiene stretto il pozzetto tra le mani e regola la messa a fuoco. Non
ha mai capito molto di fotografia a guardare lei sembra una gran cosa, con quel
sorriso sul viso avrebbe potuto illuminare a giorno il vialetto di casa sua, o
sostituire, che so, il lampadario del soggiorno.
Frena bruscamente e gli ammortizzatori sbuffano chiassosi
facendo alzare il pick-up di almeno dieci centimetri più su.
“Siamo arrivati”.
***
Buongì a tutti, sono stanca, ho gli occhi appesantiti e vorrei dormire per anni interi se non comportasse una disumana perdita di tempo. Stanotte non ho chiusco occhio e non so minimamente perchè. Ieri sera sono andata a letto prima del solito, molto prima del solito, i Fab Four vi salutano e Ringo Star è un tipo poco consigliabile. E mio padre deve stare lontano da loro almeno di una decina di metri, no è anche troppo poco.
Comunque i miei deliri personali non interessano a nessuno passiamo a parlare dei riferimenti all'interno del capitolo, spero che più o meno tutti conosciate i The Strokes, in caso contrario direi di rimediare immediatamente andando tipo qui yessa, yessa, proprio qui.
L' altro riferimento musicale è a Eddie, ovvero il cantante dei Pearl Jam, sappiate che ho scritto questo capitolo ascoltando Guaranteed, una roba epica, giuro epica, da linciare chi ci ha messo prima la pubblicità di un videogioco, davvero da picchiare. Se non conoscete nemmeno lui DOVETE rimediare perchè non ve ne pentirete, ha una voce dannatamente profonda da spaccare i vetri ed è indubbiamente un gran pezzo di uomo, quindi non sbagliate sicuramente a dare un'occhiata. Eddie
Poi nulla, è solo il secondo capitolo e mi sembra sempre di non dire una cippa di nulla, ma giuro che qualcosa ci sarà di più sostanzioso, la mia meravigliosa beta può garantirlo, almeno spero.. Charaaaaaaaaa.
Bene ho finito il mio sclero mattutino quindi vi saluto e ringrazio in generale tutti quelli che sono approdati in queste pagine chi per sbaglio chi volutamente (voi siete pazzi!) e grazie a chi ha recensito le parole deliranti dello scorso capitolo.
Tante coccole a tutto.
Lis