Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Akil    27/09/2012    1 recensioni
Chiamiamolo "spin-off" della fanfiction interattiva "Quarantottesimi Hunger Games: fate il vostro gioco" di Unicorno Peloso.
Kyle e Kylar sono due facce della stessa medaglia. Kyle e Kylar sono una persona. La stessa persona.
La storia di Kylar Tarsh, Distretto 6, dal suo trauma alla morte durante la Quarantottesima edizione Hunger Games. Tutto ciò che di lui non si è mai potuto capire.
Spero possiate apprezzare il mio tributo come l'ho apprezzo io e che riusciate a capire chi è veramente.
Buona lettura,
Akil
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Provi e riprovi ad eseguire fendenti, a sostenere un combattimento, ma le immagini di Myra a terra, mentre quell'essere la uccide, continuano a distrarti. Inoltre anche il tuo corpo ti rema contro: il tuo polso destro, danneggiato anni fa da un brutto taglio, non resiste troppo al peso dell'arma. Ma la fortuna per una volta è in tuo favore: sei ambidestro e la mano sinistra è valida quanto l'altra.

Sbuffi silenziosamente quando vedi Emma Wilkinson, la ragazza del Tre, avvicinarsi. Hai cercato di evitare tutti, da quando sei salito su quel treno fino ad ora, ma sai bene che qualcuno cercherà di parlarti prima o poi, ed hai visto Emma osservarti più volte mentre fallivi con la spada.

Come avevi previsto, cerca subito di intrattenere una conversazione, ma tu sei difficile da smuovere e la lasci parlare da sola per un po'. Solo quando inizia a interrogarti su Theia ti decidi a dare un taglio.

“Perché ti interessa?”, chiedi spazientito. Non la guardi negli occhi, da tempo hai capito che gli occhi sono ciò che più ti rimane di una persona. Come quelli verdi di Myra, di cui ricordi perfettamente le pagliuzze dorate che li illuminavano, o quelli di Ian, così scuri da sembrare spesso neri, per non parlare delle pozze ambrate di Azer, così lucide l'ultima volta che le avevi viste.

Ti risponde banalmente, probabilmente non si aspettava quella domanda. Torni ad ignorarla.

Che sciocchi, commenta Kylar. Nessuno di loro immagina la nostra capacità di osservazione. Sono bastate poche ore per capire le strategie di un terzo dei tributi.

Gli dai ragione: ogni piccolo particolare mostra una parte di se stessi e tu hai imparato presto a leggere dietro alle righe.

L'arrivo di Larev con la sua bravura nelle lame è un colpo allo stomaco. Senti di odiarlo per il semplice fatto che le sue abilità ed il suo Distretto ti ricordano quel Favorito. Non puoi reggere la sua vista, né per la tua né per la sua incolumità prima dei Giochi. Perciò cambi postazione, cerchi qualcosa che ti tenga impegnata la mente: le ultime parole di Azer ti hanno sconvolto e non vuoi pensarci.

Hai aperto gli occhi per la prima volta dopo quattro anni e ti sei svegliato in una gabbia dorata. Kylar è stato abile. Molto, troppo. Ti ha fatto credere di essere un tuo alleato, ti ha trattato come se fossi tu il capo e lui solo un valido consigliere. L'hai sempre considerato il tuo saggio protettore e solo ora lo vedi per quello che veramente è: il tuo carceriere.

 

Il gong non ha fatto in tempo a suonare che Kylar ha preso totalmente il comando, guida il tuo corpo senza che tu possa fare niente, ti fa registrare ogni più piccolo dettaglio e non ti rivela neanche le sue intenzioni. Ti rendi conto che ormai sei come uno spettatore, o meglio un cameraman incaricato di riprendere ogni respiro di Kylar Tarsh, Distretto 6. Con una sottile differenza: se Kylar muore, tu lo segui.

 

Il Labirinto di grano è una manna dal cielo. Quale miglior nascondiglio per te e per il tuo talento? Questo piano è il tuo regno. O il regno di Kylar? Ormai ti chiedi se anche la tua formidabile memoria non sia in realtà proprietà di Kylar. Poi, però, ricordi il proiettile che tolse la vita a Ian e ti rendi conto che quella è tutta farina del tuo sacco, poiché, per quanto freddo e calcolatore che sia, Kylar ci tiene a te e non ti torturerebbe mai in questo modo crudele.

Quando avete visto Emma buttarsi dalla cascata, Kylar l'ha subito catalogata come idiota di prima categoria. Il suicidio per lui è inconcepibile. Invece, tu hai pensato solo che fosse stata coraggiosa e che la morte, forse, sarà sempre l'unica via per essere veramente liberi a Panem. Non hai avuto tempo, però, di riflettere sul perché il cannone non sparasse, perché quella bestia, mezzo uomo e mezzo toro, era spuntata all'improvviso e Kylar era subito scappato.

 

Sei come lui, come King”, “Stai dimenticando chi sei, Kyle”.

Un ricordo, un rimpianto, un dubbio. Ma nessuna lacrima.

Stai fuggendo dal Minotauro che Alwyn ha condotto da te e intanto rivivi ogni momento importante della tua vita, cercandoti.

Chi sono?, ti chiedi.

Kylar, risponde il tuo protettore.

Lo ignori. Per la prima volta in quattro anni credi che Kylar si sbagli.

Eppure, non riesci a ricordare chi sei.

Che i Quarantaquattresimi Hunger Games abbiano inizio!”, “Pietà, ti prego”.

Una lama, una preghiera, un colpo di cannone. Ma nessuna lacrima.

Chi sono?, ti chiedi ancora.

Kylar, ripete il tuo protettore.

No, lo smentisci pensando alle tue promesse, sono un bugiardo.

Alwyn corre veloce, ti ha quasi raggiunto.

Myra Tarsh”, “No! NO! Myra!”.

Un grido, uno sparo, un addio. Ma nessuna lacrima.

Chi sono? Il tuo è un lamento disperato.

Kylar!

No, sono un codardo.

Sbagliato, ancora.

Alwyn ti supera appena le scale appaiono in lontananza.

È magico! Con questo vicino non proverai mai dolore”, “Grazie Kylie”.

Un sorriso, un abbraccio, un bacio. Ma nessuna lacrima da parte tua.

Chi sono?. Il cuore di pietra e la medaglietta d'argento sembrano ardenti, mentre colpiscono il tuo sterno.

Sei Kylar Tarsh, continua a dire il tuo carceriere.

No, rispondi e questa volta credi di sapere la verità. No, sono un prigioniero, una vittima.

Ma non è ancora giusto.

Alzi lo sguardo di fronte a te e vedi Alwyn lanciare disperatamente quel pugnale, nel tentativo di salvarsi. Appena ti colpisce l'addome, sai subito che stai per morire.

E sorridi.

Sorridi sentendo finalmente il tuo animo chetarsi. Perché, per la prima volta, cadendo nell'eterna incoscienza, stai dimenticando veramente. Dimentichi quella Mietitura, la morte di Ian, la delusione di Myra, la nascita di Kylar.

E ricordi. Finalmente ricordi. Chi sei stato e chi sei.

KYLE!, urli dentro di te. Sono Kyle! E sei felice, come mai sei stato in tutta la tua vita. Vita che ora ti sta lasciando, veloce agli occhi di tutti, lenta dentro di te, come l'erosione delle montagne.

NO!, grida Kylar cercando di lottare contro la morte imminente. Ma tu non l'ascolti.

Sì”, sussurri invece.

Parli. È da così tanto che non parli senza esserne obbligato. Sai bene che nessuno ti sentirà, ma hai bisogno di sentire la tua voce librarsi nell'aria, di pronunciare finalmente delle parole tue, non di Kylar, tue.

Sorridi ancora, più radioso di prima, perché ora capisci che l'unico modo per liberarti da questa schiavitù - per opera di Kylar e di Capitol City - è morire. E ne sei felice, perché sai che solo nell'altro mondo Kyle potrà essere chi è davvero, senza limiti.

E mentre il cannone annuncia il tuo ultimo respiro, un'unica lacrima di gioia bagna il tuo volto.


-----

E così finisce la storia di Kyle.

Il capitolo è corto, ma trattava di quello che tutti avevano visto nella fanfiction madre, solo visto dagli occhi diretti del mio tributo, perciò è giustificato. Quello che mi dà più fastidio è lo stacco netto che si vede in alcuni capoversi, suona troppo frettoloso, ma non riuscivo a renderlo meglio, se avete dei consigli datemeli e vedrò se sarò in grado di applicarli.
Passando alle mie opinioni sul senso della storia, sinceramente credo che in Quarantottesimi ecceteraeccetera si sia raccontata la storia di Kylar, mentre io ho voluto mostrare quella di Kyle. Però non so dirvi sinceramente chi nella drabble di Ombre di una storia infinta sia rappresentato, Io ci leggo molto di Kyle, con quel pizzico di Kylar che gli è rimasto impigliato addosso.
Forse vi è sembrato strano il grido interiore di Kyle quando capisce di essere se stesso (sì, ehm... avete capito), ma dovete capire come lui sia convinto di essere Kylar (il fatto che odi il suo soprannome ne è un chiaro segno) e quanto il suo trauma e il suo carceriere gli abbiano annebbiato la mente impedendogli di ricordare chi è. E arriva a capirlo solo quando si dimentica del trauma, quando la semi incoscenza gli libera la mente.
Inoltre, ecco le lacrime. In questa storia per me il pianto è il segno della vita: Kyle smette di piangere quando Kylar fa la sua comparsa, cioé quando smette di essere il protagonista della propria vita e diventa uno spettatore passivo dietro ad una parete di vetro. Alla fine, quella lacrima - di gioia, ci tengo a sottolienare - è l'ultimo colpo inferto a Kylar, perché piangendo Kyle torna in tutto e per tutto quello che era quattro anni prima, decretando la fine del suo alterego.

Detto questo, ringrazio Peeta97, fides987 e le ragazze di DK per aver letto e commentato questo mio "esperimento".
Sperando che, essendo questo l'ultimo capitolo, qualche nuova anima pia mi dia la sua opinione, vi saluto.
Alla prossima,
Akil

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Akil