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Autore: abyssuri    28/09/2012    2 recensioni
"I suoi due migliori amici sono al suo fianco, la guardano comprensivi senza dire nulla. Sono pronti a portarla via al suo primo sguardo supplichevole, ma Silke si abbassa lentamente e si siede sul borso di quella lastra bianca tropo, troppo piccola".
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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STAY WITH ME.
(2. Rebirth)



Il viale del cimitero è ormai interamente ricoperto di foglie secche che scricchiolano al passare dei passanti, infastiditi dalla leggera brezza autunnale. La scena ricorda quella dei film americani, dove la domenica tutti vanno a messa e poi al cimitero, a trovare i parenti defunti. Questa, però, non è un film è la vita di Silke.

Si guarda intorno stretta nel suo cappottino nero, corto fino ai fianchi; le mani entrambe strette in quelle dei suoi due migliori amici. Tutti e tre camminano quasi a passo di marcia, gli occhiali neri inforcati sul naso e lo sguardo fisso su una lapide bianca e diventa sempre più nitida, vicina.

Serra maggiormente le mani, rafforzando così la stretta su quella dei ragazzi, e maledice mentalmente quest'ultimi per averla costretta ad andare in quel posto angosciante. Il cessare dei passi di Tom e Bill, le fanno capire di essere arrivata a destinazione. Ormai non può più tornare indietro e le sembra di soffocare.

Alza lo sguardo ed annaspa per qualche secondo quando i propri occhi incontrano quelli vispi ed azzurri della sorella, che la guardano allegri da una fotografia. Trema come una foglia e mentre le lacrime cominciano a scendere imperterrite sulle guance candide della ragazza, i ricordi le riaffiorano in mente.


"La prego, faccia qualcosa, la prego! Non respiri.. la salvi.." Silke urlava, urlava con tutte le sue forze. Si dimenava e con lo sguardo ormai completamente appannato, cercava di divincolarsi dalla stretta dell'infermiere che cercava di tenerla buona. "La prego.." ripeteva ormai sfinita e consapevole del fatto che quel fischio continuo indicava che il suo cuoricino non ce l'aveva fatta. Si era accasciata a terra e mentre il dottore le posava una mano sulla spalla, cercando di confortarla, lei lo aveva malamente respinto ringhiandogli contro di lasciarla da sola. Tanto, lo era sempre stata.


Adesso è la mano di Tom ad essere posata sulla sua spalla mentre la guarda preoccupato, scuotendola leggermente. Silke sfiata un "okay" poco deciso e ritorna a fissare la foto della sorellina. I dentini bianchi e perfetti sono ben in vista, le fossette sulle guance che lei ama tanto sono ben definite. Sì, Clarissa ride in quella foto. Clarissa rideva sempre, aveva la voglia di vivere di una bambina della sua età; era bellissima.

Cerca di essere forte, di liberare la mente dai troppi ricordi che le fanno girare vorticosamente la testa. Cerca di scacciarli via con prepotenza ma sono troppi, fanno male e soprattutto hanno la meglio.


"Siamo oggi qui riuniti per dare l'estremo saluto alla piccola Clarissa Keller" il prete parlava, probabilmente riservava per la sua sorellina paroli dolci ma lei non ascoltava. Si guardava intorno spaesata e leggermente nauseata da tutta la situazione, dai volti che non aveva mai visto ma che adesso compiangevano quella che era stata la sua unica ragione di vita. Stringeva semplicemente la mano di Tom che la guardava dolce e allo stesso tempo comprensivo, ma senza farlo capire; lui sapeva quando Silke odiava essere compatita. Lui la capiva da un semplice sguardo, insieme al fratello aveva questo "dono". Capivano il suo dolore, pensavano ad una vita l'uno senza l'altro e morivano dentro al solo pensiero.

"Tom, portami via.." la vista le si era appannata e i singhiozzi la scuotevano al tal punto da tremare e battere i denti, incapace di controllarsi. Il prete, nel mentre, invitava i familiari a spendere due parole in ricordo della piccola.
 

Bill aveva stretto il piccolo fogliettino fra le mani e si era alzato. Aveva preso in mano quel microfono gracchiante ed aveva cominciato a parlare della bambina più allegra e bella che avesse mai conosciuto. Aveva parlato della volta in cui le aveva tirato i capelli così forte da farlo lacrimare e ridere allo stesso tempo. L'aveva ricordata con un fiume di parole ed il sorriso sulle labbra, anche se dentro aveva la morte nel cuore.


I gemelli la guardano apprensivi, senza dire una parola, pronti a portarla via al suo minimo cenno. Silke, invece, si abbassa semplicemente contro la lastra in marmo bianco e vi si siede di sopra, sfiorando con le dita affusolate la piccola scritta nera incisa su di essa.

"Ciao sorellina.." un sorriso malinconico le si dipinge sulle labbra, che stringe fra di esse mentre gli occhioni verdi le si riempiono di lacrime.

"Siky, se vuoi andiamo.." Bill, premuroso, si è già abbassato su di lei e le accarezza piano i capelli biondi, che ondeggiano appena allo scuotere deciso della testa.

"Va tutto bene, ce.. ce la faccio" si volta appena in direzione del ragazzo e gli sorride quanto più serena può, lasciandosi tradire però dalle lacrime che lente cominciano a scendere nuovamente sulle sue guance mentre riprende a parlare alla sorella. "Mi manchi tanto, sai? Mi manca tutto di te. Le tue manine paffute, la vocina dolce e squillante; mi mancano i tuoi bacini. Mi manca la tua presenza e quello che mi fa più male, è che so che dovrò vivere per sempre senza di te. Non è giusto Clari..".

Silke finalmente ha capito. Ha tirato tutto da dentro di sè, tutta l'angoscia, la rabbia, la tristezza. Ha capito che deve continuare a vivere. La vita va avanti, deve riprendere a sorridere, a sperare, a credere. Deve farlo per se stessa, in primis, ma soprattutto deve farlo per Clarissa.



Thank you to:
memy881
, tesoro non posso credere di averti ritrovata! Sì, ho modificato un po' la storia ma la trama è praticamente uguale. Non so se continuerò l'altra, per adesso voglio concentrarmi su questa! Grazie per aver commentato, un bacio e a presto!



  
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